Il Romanista del 12 settembre 2025

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Chi ben comincia Capello, Spalletti, Garcia e Mou: negli ultimi quarant’anni di Roma soltanto loro sono riusciti a iniziare un campionato con tre vittorie su tre. Domenica, contro il Toro, potrebbe aggiungersi Gasperini. Per confermare quanto di promettente visto

DAL CAMPO NESSUNA LESIONE PER WESLEY. SCARICO PER NDICKA
Mirabella Pag 3

Verso Roma-Torino

DOPO LA SOSTA

IMPRESSIONI DI SETTEMBRE GASP RIPARTE

Tre per te Dopo la «buonissima» partenza, contro il Torino la Roma cerca continuità. E Gian Piero può entrare in un’élite

Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu

Si dice che chi ben comincia sia a metà dell’opera. Forse i due 1 a 0 contro Bologna e Pisa non possono portare a conclusioni così affrettate, ma di sicuro le impressioni lasciate dalla prima Roma di Gasperini sono più che positive e, a certificarlo, ci ha pensato proprio il tecnico di Grugliasco. «Siamo partiti benissimo», ha avuto modo di ribadire, aggiungendo che: «Il campionato è appena iniziato. Speriamo di continuare così». L’occasione per passare dalle parole ai fatti è dietro l’angolo: dopodomani, alle 12.30, la Serie A della Roma ripartirà con la sfida al Torino. Sarà la squadra di Baroni a dare il bentornato a Gasp, dopo la prima delle tre soste che carat-

CAPELLO, SPALLETTI, GARCIA

E MOURINHO: IN 4 SONO RIUSCITI

A FARE 3/3

NEGLI ULTIMI

40 ANNI

terizzeranno quest’ultima parte di 2025 calcistico. Un anno che per la Roma sa di rinascita. L’incredibile rimonta con Ranieri, il passaggio del Sir dal campo alla scrivania, la scelta di Gian Piero come suo successore e l’avvicendamento tra Ghisolfi e Massara nella guida sportiva per l’inizio di un nuovo progetto triennale. Il tutto impreziosito da un rendimento incredibile in campionato, dove nessuno ha fatto meglio di Dybala e compagni. Tutto passato però, adesso a Trigoria sono concentrati su quello che sarà, a partire da domenica. Tornare con un’altra prestazione convincente e, possibilmente, anche altri tre punti in tasca, potrebbe dare più peso specifico ai sei fatti a fine agosto. C’è da aggiungerci, anche, la possibilità di presentarsi al derby, della quarta giornata, a punteggio pieno. Insomma, tutti fattori

A destra, dall’alto: l’esultanza di gruppo al gol di Wesley in Roma-Bologna; una delle bandiere della Curva più bella del mondo

GLI SCORSI CAMPIONATI

PARTITI

MALE.

DAL DERBY

SI INIZIA

A GIOCARE

OGNI

3 GIORNI

che potrebbero dare forma alle impressioni di settembre. Ingranare la terza, poi, potrebbe sostenere un entusiasmo già percettibile nell’aria. Perché Roma, come tengono spesso a ricordarci tutti coloro i quali parlano da fuori il raccordo, può anche generare pressioni eccessive ma, se intrigata da ciò che vede in campo, la gente romanista sa anche soffiarti alle spalle. «Roma è una piazza straordinaria», l’ha detto pure Gasperini.

Dammi il cinque A proposito dell’ex Atalanta, in molti avevano espresso i loro - legittimi - dubbi sulla compatibilità tra lui e la Roma. In realtà, il suo arrivo è stato accompagnato dal supporto generale, grazie alla convinzione sul valore dell’allenatore. E Gasperini, domenica, può entrare grazie ad una curiosa statistica in una vera e propria élite di tecnici romanisti. Qualora dovessero arrivare i tre punti contro il Torino - ogni

Le indicazioni di Gasperini a Soulé, davanti alla sua nuova panchina.
MANCINI

gesto apotropaico è pienamente giustificato da chi scrive - Gian Piero arriverebbe a tre vittorie su tre in Serie A. Una partenza che, negli ultimi quarant’anni di Roma, è riuscita soltanto ad altri quattro allenatori: Capello (3 su 3 nel 2000/01), Spalletti (3 su 3 nel 2007/08), Garcia (10 su 10 nel 2013/14 e 5 su 5 nel 2014/15) e Mourinho (3 su 3 nel 2021/22). Tre di questi quattro hanno vinto qualcosa in giallorosso. Si riparte, buon viaggio Roma. ■

I BIGLIETTI

Da oggi vendita libera per il derby

LE PAROLE

Pessina: «Via da Monza solo per l’Europa»

«Avrei potuto lasciare il club che amo solo per tornare a giocare in Europa e per seguire il sogno di tornare in azzurro» Un breve estratto del post condiviso sui social da Pessina, vicino alla Roma in estate, per spiegare ai tifosi del Monza la situazione al mercato

Escluse lesioni per Wesley, Gasp sorride

Iacopo Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu

Ora all’appello di Gian Piero non manca più nessuno. Tutti i calciatori impegnati con le rispettive nazionali hanno fatto ritorno nel quartier generale giallorosso e sono hanno iniziato la preparazione per la gara di domenica alle 12:30 all’Olimpico contro il Torino. Questa mattina la squadra tornerà in campo per continuare l’avvicinamento alla sfida contro i granata.

Dall’infermeria

Dopo alcuni momenti di “spavento” e di attesa per avere il responso sulle condizioni fisiche di Wesley, Gasperini può finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Nella giornata di ieri il terzino brasiliano ha fatto rientro nella Capitale e ha svolto i consueti esami strumentali per capire l’entità dell’infortunio. La paura era che si trattasse di una lesione, ma il responso ha dato esito negativo e si tratta solo di un sovraccarico muscolare alla coscia.

Si parte da 15 mila. Toro, quasi sold out

Si è chiusa ieri la fase di prelazione prevista per gli abbonati per assicurarsi un biglietto del derby Lazio-Roma in programma domenica 21 settembre alle 12.30. 15.400 spettatori, il dato registrato nel lato Sud riservato alla Roma. L’orario non certo comodo della domenica mattina e le polemiche che sono seguite alla decisione “politica” di far giocare il derby di mattina non hanno aiutato a raggiungere il sold out. Restano ancora alcuni biglietti disponibili che saranno messi in vendita da oggi alle 12 per arrivare al tutto esaurito dei settori riservati ai sostenitori romanisti.

Tutto esaurito che potrebbe arrivare già oggi per la gara più vicina. L’altro lunch time match di questo settembre romanista, la gara contro il Torino allenato dall’ex tecnico biancoceleste Baroni, ha fatto registrare fin qui oltre 62.000 tagliandi venduti. L’incontro con i granata fa parte del pack - la vendita è chiusa - con agevolazioni, tre partite a partire da 27€, insieme a Roma-Verona del 28 settembre alle ore 15 e Roma-Lille del

2 ottobre alle ore 18.45. E proprio per la prima stagionale europea, esordio sulla panchina giallorossa in campo internazionale per

DOPO I 44 MILA ABBONATI

NELLE COPPE, DA IERI È POSSIBILE ACQUISTARE I BIGLIETTI RIMANENTI PER ROMA-LILLE DEL 2 OTTOBRE

Gian Piero Gasperini è partita ieri mattina la vendita “normale”: «Uno stadio Olimpico colmo di romanisti è pronto a fare ancora una volta la differenza!», scrive il club sul proprio sito. Non restano tantissimi biglietti per la gara coi francesi, considerando le 44 mila le tessere vendute in abbonamento per le coppe (“pacchetto” di 4 partite di Europa League più la prima di Coppa Italia). ■ GF

Nella seduta di allenamento di ieri Wesley ha svolto una seduta di scarico, così come anche Evan Ndicka. Per capire se il terzino sarà disponibile per la gara contro il Torino di domenica bisognerà aspettare l’allenamento di oggi e la seduta di rifinitura, dove effettuerà dei test sul campo per provare ad avere il via libera dallo staff medico.

Le possibili scelte Gasperini è al lavoro sui campi di Trigoria per sciogliere gli ultimi dubbi legati all’undici titolare che scenderà in campo contro i granata nel 3-4-2-1. Tra i pali nessun dubbio, sarà Svilar a difendere la porta giallorossa. Anche nel terzetto difensivo non esistono dubbi con Hermoso, Mancini e Ndicka che formeranno la linea difensiva. Ziolkowski e Ghilardi scalpitano per acquisire i primi minuti in giallorosso. Per scegliere chi partirà dal primo sulla corsia di destra serve ancora del tempo: Rensch è tornato regolarmente in gruppo ed è pronto a partire dal primo, ma il tecnico giallorosso valuterà fino all’ultimo le condizioni di Wesley anche se la gestione sembrerebbe essere la via preferita. Koné e Cristante si preparano a formare la coppia in mediana mentre a sinistra Angeliño è favorito su Tsimikas che potrebbe trovare spazio a gara in corso. Soulé si piazzerà sulla trequarti a destra e potrebbe tornare dal primo in coppia con Dybala. Ferguson dopo le ottime prestazioni con l’Irlanda è pronto a conquistare la terza maglia da titolare. ■

ANCHE IL TERZINO HA SVOLTO SCARICO INSIEME ALL’IVORIANO. CONTRO IL TORINO RENSCH SI CANDIDA PER UN POSTO DAL PRIMO

La storica coreografia di bandiere di Roma-Athletic Club della scorsa stagione MANCINI

ROMA UNITA NEL RICORDO NASCE IL CAMPO PER LOSI

Il pensiero Anche Ranieri e DDR presenti. E arrivano le scuse

Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu

Agostino Di Bartolomei, Amedeo Amadei. Ora anche Giacomo Losi. Nomi più che simbolici per Roma, per la Roma e per i suoi tifosi. Eterni. Perché anche quello del terzo più presente nella Roma, dopo Francesco Totti e Daniele De Rossi, è da ieri associato a un terreno di gioco, all’interno del Centro Sportivo Fulvio Bernadini. Pure quest’ultimo, intitolato a chi ha fatto la storia la squadra della città. È nato di fatto il “Campo Giacomo Losi”, inaugurato a Trigoria, sotto gli occhi di chi lo ha amato e gli è stato vicino da calciatore e non. E di chi ne ha apprezzato le qualità calcistiche, oltre a quelle umane. Un giorno dopo quello che sarebbe stato il suo novantesimo compleanno.

Nel “Core de Roma” Un caloroso pomeriggio. Non solo per le temperature. Moglie, figli, nipoti: tutti uniti per ricordare chi ha dato una vita alla Roma; chi d’ora in poi avrà una targa, per non dimenticare tutto l’amore dato. Di esempio per grandi calciatori e giovani promesse. Ricordare: lo ha fatto il club, attraverso Claudio Ranieri, anche chiedendo scusa alla famiglia di Losi per l’assenza ai funerali, dopo la scomparsa del 4 feb-

Il momento dell’inaugurazione del “Campo Giacomo Losi”. Ben visibile la targa affissa nel Centro Sportivo Fulvio Bernardini; tra i tanti personaggi di rilievo è possibile vedere Daniele De Rossi, Claudio Ranieri, Frederic Massara e Bruno Conti. Con loro, la famiglia di Losi e alcune legends del club AS ROMA VIA GETTY IMAGES

braio 2024. Un “buco” colmato dalla presenza (oltre a quella del senior advisor) di tante altre figure di spicco: a partire da Frederic Massara e Daniele De Rossi; fino a Bruno Conti, Giancarlo De Sisti, Giuseppe Tamborini, Sebino Nela, Paolo Alberto Faccini. Discorsi, aneddoti, parole d’amore. Poi, al termine della cerimonia, una grande festa. Col pallone tra i piedi, ovviamente.

In campo per Giacomo I protagonisti, dopo aver affisso il nome, sono diventate le legends giallorosse invitate. Due squadre A

hanno preso la scena: la prima, composta da una selezione dello staff tecnico del settore giovanile, guidata da Federico Balzaretti e Simone Perrotta; la seconda, un undici stracolmo di qualità. Candela, Aldair, poi Pizarro, Cerci, Scarchilli, Romondini e Quadrini. Scarpini ai piedi, piedi sul campo e via alla partita. Tutti uniti per ricordare la storia. 455 partite, 299 volte capitano, una Coppa delle Fiere, due Coppe Italia. Membro della Hall of Fame giallorossa dal 2012. E un amore incomparabile. Da vero “Core de Roma”. ■

IL GESTO CHIEDERE SCUSA A SE STESSI COGITO ERGO SUD di Tonino

Non si trattava di guardare avanti, né di portare rancore standolo a ricordare. L’assenza della Roma al funerale di Giacomo Losi era solo un buco nero nel cuore dove non ci potevi non cadere. Non si doveva fare finta di niente. Da ieri dentro quel buco c’è un fiore. La Roma ha chiesto scusa alla famiglia Losi per l’assenza all’ultimo saluto. Se c’era un gesto da fare era questo. Personalmente questa cosa la preferisco all’arrivo di mille Sancho. Mi faceva male che la Roma, la mia Roma, la nostra Roma, che è stata sempre stata una casa per i romanisti, che è stata sempre cara, che è stata sempre la cosa che ci fa quello che siamo, non aveva salutato Giacomino.

AL TERMINE DELLA CERIMONIA, LA PARTITA. È IL TERZO TERRENO DEDICATO A UNA BANDIERA

Lui che per tanti anni ci aveva guidato per mano, rispettato sempre, cremonese diventato romano, che una volta lasciata la Roma ha scelto di non giocare più “perché io sono innamorato della Roma come faccio a giocare con un’altra maglia?”. Come si fa? Non ho mai amato troppo il coro “tifiamo solo la maglia” ovvio che la maglia, la Roma, i colori, la bandiera stanno sopra a tutto, ma la differenza la fanno gli uomini che la indossano. Ieri De Rossi, unico ad averle già fatte, Massara, Ranieri hanno chiesto scusa non tanto alla famiglia Losi, ma alla Roma stessa. E chiedere scusa a se stessi, sapersi perdonare è l’unico cosa che si poteva fare per far contento Giacomino. Lui, per quanto l’amava, fosse stato vivo ci sarebbe rimasto male non tanto per se stesso, ma per la figura fatta dalla Roma. Ora sì che te la stanno trattando bene. ■

Verso Roma-Torino

IL SORRISO SMARRITO

Dovbyk L’estate in bilico, il nervosismo mostrato a Pisa e le tensioni emerse con la sua Ucraina

Gasperini

adesso punta a recuperare l’attaccante giallorosso, già a partire dalla gara col Torino

Andrea Di Carlo andrea.dicarlo@ilromanista.eu

Con le mani sui fianchi e lo sguardo smarrito, quasi assente, rivolto allo spicchio dove i tifosi ucraini avevano seguito la sfida contro l’Azerbaijan. Un pareggio che ha indispettito, e non poco, i sostenitori al seguito, un risultato che mette in salita la strada verso la qualificazione ai Mondiali. E così se Artem Dovbyk aveva sperato di ritrovare un po’ di serenità con la maglia della sua nazionale sarà rimasto decisamente deluso: un gol annullato contro la Francia e poche altre indicazioni arrivate nella seconda sfida riconsegnano a Gasperini un attaccante con le pile decisamente scariche.

Ma il tecnico giallorosso aveva già messo in agenda e ufficializzato il suo impegno nel recuperare l’ucraino alla causa nell’intervista di fine mercato, rilasciata ai microfoni ufficiali del club. Cercherà di farlo con la trasparenza che da sempre lo contraddistingue: Dovbyk non è il suo centravanti ideale ma un calciatore forte sul quale puntare, visto che la Roma non si può permettere di lasciare sulle sole spalle del giovane Ferguson §il peso dell’attacco.

Di certo il cambiamento deve partire dal centravanti ucraino, che ha passato un’estate molto complicata. Si è sentito in bilico sin dall’annuncio dell’insediamento sulla panchina della Roma di Gasperini; poi le continue voci di mercato di certo non lo hanno aiutato a rimanere concentrato solo sulle vicende di campo, come certificato dal nervosismo mostrato in campo nell’ultima apparizione con la maglia della Roma: a Pisa, oltre ad un’occasione sprecata a tu per tu con Semper, l’ucraino ha discusso in campo con Mancini. Un segnale chiaro di un nervosismo latente, l’insofferenza di chi in poche ore avrebbe potuto rivoluzionare la sua vita e trasferirsi a Milano. Ma l’affare è saltato, Dovbyk è rima-

LÌ TORINO

Cairo

sto un giocatore della Roma e un giocatore del suo livello non può finire nelle retrovie.

ARTEM È STATO VICINO AL MILAN MA LO SCAMBIO CON GIMENEZ È SALTATO

In attesa di capire quale sarà il suo futuro, Edoardo Bove è tornato a far visita al Viola Park, centro sportivo della Fiorentina. Sul proprio profilo X, il club toscano ha condiviso diversi scatti dell’incontro tra il centrocampista e quelli che sono i compagni della sua ex squadra, con una didascalia: «Che bello rivederti, Edo»

contro la contestazione:

Eva Tambara eva.tambara@ilromanista.eu

Terminata la sosta per le nazionali, la Roma si prepara ad accogliere il prossimo avversario - il Torino di Marco Baroni - nel lunch-match di domenica. I granata arrivano allo Stadio Olimpico per la ripresa della Serie A in un forte clima di contestazione, che ha perfino portato i tifosi ad organizzare un corteo per protestare contro la presidenza.

«L’ho sempre detto e lo ribadisco, non ho nulla in contrario a vendere il Torino. Vent’anni possono bastare; da quando lo presi nel 2005 siamo sempre restati in

Un bottino di 17 reti, messo a referto nella prima stagione in giallorosso, risulterebbe prezioso anche in quella che è appena iniziata. La concorrenza interna di Ferguson per lui deve rappresentare un forte stimolo, dall’altra dev’esser pronto ad abbracciare il cambiamento, lavorando per andare nella direzione del gioco di Gasperini. Più profondo, più cattivo, meno leggibile nei movimenti, il nuovo Dovbyk riparte dal Torino, il minutaggio non mancherà mai.

Ma prima di tutto occorre recuperare quel sorriso smarrito, la voglia di lottare e di risentirsi al centro del villaggio. Per abbattere pregiudizi, rumors e critiche preventive occorrerà solo far parlare il campo. Dovbyk lo sa, il futuro inizia domenica. ■

«Sono disposto a vendere questo club»

Serie A e nella parte di sinistra della classifica. Sono disposto a vendere ma alla persona giusta che abbia i soldi e la voglia di fare bene», queste le parole del presidente Urbano Cairo, rilasciate a margine del Festival della Comunicazione.

E a peggiorare l’umore dei sostenitori è la partenza deludente della squadra in questa stagione: il ko a San Siro per 5-0 contro l’Inter alla prima giornata, e il pareggio a reti inviolate con la Fiorentina alla seconda. Ora Marco Baroni va alla ricerca di punti e lo farà proprio a partire dalla gara contro i giallorossi. A gravare sulla situazione di un

ZAPATA OUT: IN ATTACCO SIMEONE O ADAMS. ANJORIN ALLA

RICERCA DI UN POSTO DAL 1’

Torino ancora a quota zero gol segnati c’è sicuramente la condizione fisica di Zapata: l’attaccante colombiano è rimasto ai box per mesi a causa della lesione al legamento crociato del ginocchio sinistro e probabilmente tornerà a disposizione completa soltanto nel mese di ottobre. Al momento in attacco il tecnico ex Lazio può alternare Che Adams e Giovanni Simeone, con il nuovo arrivato avanti nel ballottaggio contro la Roma. Per il resto Baroni non ha tanti dubbi di formazione nel suo 4-3-3, con Anjorin che nel corso della sosta si è allenato per entrare nelle rotazioni e ora cerca spazio a centrocampo. ■

In attesa del suo futuro, Bove torna al Viola Park
Artem Dovbyk in azione nell’ultima sfida di campionato contro il Pisa GETTY IMAGES
Urbano Cairo, presidente del Torino GETTY IMAGES

ROMA-TORINO 3-1

IL GIORNO DELLA LUCE

15/5/1983 Dopo 41 anni siamo campioni. Un titolo vinto una settimana prima ma festeggiato nell’ultima coi granata. Uno stadio fino a quel momento mai visto, come quella squadra unica

Tonino Cagnucci tonino.cagnucci@ilromanista.eu

Era già successo tutto l’8 maggio – la Roma aveva vinto lo Scudetto dopo 41 anni -cos’altro sarebbe potuto capitare? Non finisce mica il cielo dopo Genova, e quello sopra Roma-Torino è una bandiera. Ce n’erano, come non ce n’erano mai state di bandiere quel giorno allo stadio. Anche il Papa… festeggerà la Roma: «Mi congratulo con i campioni della Roma che non vedo l’ora di accogliere», sono parole di Woityła, non Leone XIV (che probabilmente stava da quelle parti). Vedo la Santità del Cuppolone e la maestà del Colosseo sdraiate vicino al Circo Massimo, che contiene trecentomila persone per il concerto da “Grazie Roma” di Antonello Venditti. Grazie Roma... La sintesi è nel volantino che gli Ultrà della Roma avevano fatto e distribuito prima della partita: «RINGRAZIAMO I CAMPIONI per la grande gioia che ci hanno regalato NON INVADENDO IL CAMPO. Abbracciamoli anche a nome della città. Tutta Italia ci guarda». Gli Ultrà erano la forma perfetta quel giorno. In un mondo perfetto succede. Il presidente Viola dagli altoparlanti parla ai centomila: «Vi ringrazio, vi abbraccio, voi siete la grande forza di questa squadra. Non

invadete il campo, non guastate questo sogno cullato per tanti anni». Nessuno nemmeno lo rigò col pensiero quel sogno. È tutto perfetto, la Roma ha vinto anche quest’ultima con il Torino, 3-1, rigore di Pruzzo, uno in allungo di Falcao, poi Conti dopo un gol di Hernandez a Superchi senza guanti. Era come se quello stadio si trovasse in un altrove. In un posto sospeso e incantato, dai colori della luce, perché più del rosso, è il giallo delle bandiere che si fa vedere. Il cielo sopra Roma-Torino è incantato, al punto che la sera, il servizio della Domenica Sportiva si apre solo con immagini e suoni dal vivo, prima di entrare col commento dopo ben 2 minuti e 21 secondi, tempi geologici per essere televisivi. Le parole, accompagnate dal sottofondo di Grazie Roma, hanno anche queste come la premura di non invadere il campo, basta quello che si vede:

“Alla fine c’era gente che si abbracciava e piangeva di felicità, a proposito l’organizzazione ha funzionato a meraviglia;

FALCAO, PRUZZO, CONTI LE ULTIME FIRME SU UN’IMPRESA COSTRUITA DA VIOLA E LIDDAS, SOGNATA DA UN POPOLO E DA AGO

l’invasione del campo non c’è stata, tutti i centomila dell’Olimpico sono rimasti al loro posto per permettere il giro d’onore alla squadra, accompagnata dal grido campioni-campioni. In un’atmosfera surreale i giocatori giallorossi alla fine della partita hanno ringraziato il pubblico percorrendo anche il giro di campo con la bandiera tricolore”. In testa c’era (c’è) Agostino Di Bartolomei, che prende a bordo campo non un fiore, ma un vaso pieno di fiori, e lo lancia ai tifosi. Era il troppo che aveva dentro Agostino, era la troppa attesa, la troppa gioia, forse il troppo amore di ogni tifoso della Roma per la Roma, e in particolare per quella Roma.

In quel giro di campo non c’è Nils Liedholm: «Ho preferito lasciare la scena tutta ai miei ragazzi. È stato perfetto così». Uno dei paradossi meglio riusciti del Barone, forse primo artefice di uno Scudetto che ha avuto mille artefici. Una curiosità: la mattina Liedholm era andato al Francesca Gianni per festeggiare la Lodigiani in C2. Non c’era al giro di campo, ma al Francesco Gianni sì. Straordinario. Unico. Indimenticabile, come ogni cosa quel giorno. Si trova il tempo anche per questo (pagina 2 del «Corriere dello Sport» del 16 maggio 1983): «Arriva anche la notizia della Lazio che perde a Milano: com’è possibile dimenticare? Si alzano centomila brac-

cia per festeggiare». Per due ore la Roma ha giocato chissà dove. Che poi questo 3-1 che nessuno racconta mai per la splendida inutilità del risultato (quasi la definizione di bellezza secondo Kant) è arrivato con Pruzzo che si fa il segno della croce prima di tirare il rigore che non voleva tirare. Ma perché, Bomber? Che cosa c’è da temere? Perché hai paura di sbagliare? Qui c’è solo da festeggiare. È proprio questa la risposta: Roberto Pruzzo non vuole rischiare di graffiare quest’opera d’arte, non vuole nemmeno una macchiolina piccola piccola in questo giorno da incorniciare. E poi, perché lui, lui che è Falcao – Falcao solo, Falcao e basta – quando segna il 2-0 esulta sotto la Sud andando incontro al suo Brasile come dopo il gol con l’Avellino? Forse era il suo pegno d’amore, il suo punto d’onore. Aveva detto che avrebbe portato lo Scudetto a Roma in tre anni e quella era una liberazione: l’aveva fatto. Era stato di parola, ma ora non aveva le parole: «Quando sono arrivato a Roma un giornalista in conferenza stampa mi ha detto che era impossibile vincere uno scudetto a Roma, io gli risposi che era impossibile non vincere uno scudetto in una città come Roma». Sotto al cielo di Roma-Torino l’impossibile e il possibile diventano concetti relativi: quel giorno in Curva Sud può ritornare lo

striscione del Commando Ultrà Curva Sud dopo tanto, troppo tempo. E grazie a Gilberto Viti, davanti a quello striscione, quel giorno, abbiamo rivisto Francesco Rocca. «Campione! Campione! Campione!», gli cantavano. Campione di tutto, Francesco Rocca. E poi l’ingresso di Paolo Giovannelli, l’eroe di un derby, talento infortunato e sfortunato che però adesso si prende i minuti della gloria; in tribuna Pertini che fa tre con le dita, in tribuna c’era anche un tifoso non vedente, Bartolomeo Cossu, pensionato delle telefonie dello Stato. In curva il primo a entrare alle 9:53 di una partita che sarebbe iniziata alle 16:00 era stato un ragazzo di 17 anni, Claudio Fiocchetti. «Vanno correndo con la bandiera, piano, più piano: perché quel giro non finisca mai. Ci saranno altri giorni, altri trionfi; ma nessuno avrà il sapore di questo: il sottile tormento di un’attesa lunga quasi mezzo secolo», scriverà il giorno dopo Giorgio Tosatti sul «Corsport». E scriverà bene. In quel giorno, in un’atmosfera surreale in cui i giocatori giallorossi alla fine della partita hanno ringraziato il pubblico percorrendo anche il giro di campo con la bandiera tricolore, in testa hanno Agostino Di Bartolomei, che lancia quel vaso pieno di fiori. Molti di noi stanno ancora cercando di raccoglierne i cocci.

Agostino Di Bartolomei tiene con la mano sinistra un tricolore di fiore davati all’arbitro Bianciardi di Siena e a Beppe Dossena Poi sarà Roma-Torino

WOMEN’S CHAMPIONS LEAGUE

FINALE DA HORROR

KO NEL RECUPERO

Al Tre Fontane Roma avanti per 92’, poi il crollo: è 1-2

Roma 1

Sporting CP 2

Roma (3-4-1-2)

Lukasova; Di Guglielmo, Valdezate, Vieje; Bergamaschi (28’st ThØgersen), Rieke (7’ st Pandini), Greggi, Haavi (42’ st Kuhl); Giugliano; Babajide (7’ st Corelli) , Pilgrim (28’ st Galli)

N.e.: Baldi, Soggiu, Heatley, Oladipo, Pante, Ventriglia, van Diemen

Allenatore: Rossettini

Sporting CP (3-5-2)

Catarina Potra; Eaton-Collins, Barron, Cancelinha (25’st Cherry); Beatriz Fonseca, Joana Martins (25’ st Pérez), Arques, Cláudia Neto (15’ st Bonsegundo), Armengol (32’ st Haugen); Ana Capeta (14’ st Santiago), Telma Encarnação

N.e.: Woźniak, Hernandez Gray, Fontemanha, Nave, Correia

Allenatore: Sequeira

Reti: 23’ pt Di Guglielmo, 45’+ 1’ st Santiago, 45’+6’ st Encarnação

Arbitro: Klarlund (Dan) (Bruun-Stensholm)

Note: Ammonite: Rieke, Greggi, Pandini, Arques

Recupero: 2’ e 6’

Leonardo Frenquelli leonardo.frenquelli@ilromanista.eu

Tutto a rotoli nel finale e la prima sconfitta stagionale. La Roma ha perso contro lo Sporting Club di Lisbona nella gara d’andata dell’ultimo preliminare di Champions al Tre Fontane. Rossettini ha varato un inedito 3-4-1-2 con Giugliano alle spalle di Babajide e Pilgrim, con l’intenzione di

far circolare rapidamente il pallone e aggredire immediatamente il 3-5-2 avversario in fase di non possesso. La squadra ha risposto bene, creando subito tre occasioni importanti, prima con Babajide, poi con Greggi e infine con Rieke, senza mai trovare lo specchio della porta ma dando un bello spavento alle portoghesi. Nonostante qualche comprensibile errore nei movimenti offensivi, ottimo ritmo e gestione del campo per le romaniste, con il tecnico che guidava ogni singolo movimento dalla panchina permettendo allo Sporting soltanto delle conclusioni da fuori, quasi mai pericolose. Al 23’ è arrivato il vantaggio della Roma, quando Di Guglielmo è arrivata per prima sul secondo palo per battere Potra. Si è andati al duplice fischio sul risultato di 1-0, risultato stretto per le giallorosse che hanno sfiorato il raddoppio almeno altre due volte peccando però di un’imprecisione

POST PARTITA

che si è poi fatta sentire nel finale. Nella ripresa il canovaccio non è cambiato, le giallorosse hanno continuato a insistere e lo Sporting ha spesso faticato a uscire dalla propria trequarti col pallone tra i piedi. Al 72’ Haavi ha sfiorato il meritato raddoppio, fermata dal palo dopo uno scambio con la subentrata Corelli, poi però la Roma ha abbassato la pressione e perso in lucidità in fase di impostazione. Complice anche il mancato impatto delle subentrate e una maggiore pressione portoghese la partita ha assunto una fisionomia completamente diversa, quando era iniziato da poco il recupero della ripresa è arrivato il pareggio dello Sporting con Santiago e al 96’ la doccia gelata: Encarnaçao ha battuto un’imprecisa Lukasova con un sinistro da dentro l’area per l’1-2 finale. Un brutto colpo, una beffa che costringe le giallorosse alla rimonta tra una settimana a Lisbona ■

Rossettini: «Ci serva come stimolo per una rimonta»

«Per 80’ siamo state superiori, ma nel calcio conta fare gol». Dopo la beffa europea contro lo Sporting, il tecnico della Roma Rossettini ha commentato così il primo ko della sua gestione: «Ci è mancata l’ultima zampata: siamo arrivati tante volte lì, ma senza concretizzare. È un po’ una caratteristica di questo periodo: creiamo tanto, arriviamo spesso vicino al gol, ma i risultati ci stanno stretti. Oggi è stata un’altra occasione in cui il risultato ci va stretto, anche se dispiace perché siamo sotto. Deve servirci come stimolo per

alzare subito il livello». L’allenatore ha poi richiamato l’attenzione delle sue ragazze in vista del ritorno in Portogallo: «Giusto soffrire ora, prendere due gol così nel recupero lascia un grande rammarico, ma già da domani voglio vedere uno sguardo propositivo, diverso, anche più cattivo. Comunque meglio ora che la prossima settimana. Loro - ha chiuso Rossettini - hanno qualità e un po’ più di esperienza, ma abbiamo un’occasione per ribaltare tutto». ■

La delusione delle romaniste dopo aver subito la rimonta nei minuti di recupero della ripresa GETTY IMAGES
Uno scatto estrapolato dal video condiviso dalla Roma sui social, in occasione di una partitella a Trigoria che ha celebrato il campo intitolato a Losi. Pizarro bacia lo stemma
Con un video condiviso dal profilo Instagram dell’Europa League e poi ricondiviso sui propri social, Diego Perotti ha ricordato l’assist di rabona confezionato contro il Viktoria Plzen
Lo scatto di gruppo condiviso da Aldair dopo la partitella andata in scena nel campo intitolato a Giacomo Losi a Trigoria

03/12

06/01

11/01

18/01

LA STAGIONE 2025/26

25/01 - Roma - Milan

01/02 - Udinese - Roma

04/02 - Quarti Andata*

08/02 - Roma - Cagliari

11/02 - Quarti Ritorno*

15/02 - Napoli - Roma

22/02 - Roma - Cremonese

01/03 - Roma - Juventus

04/03 - Semifinali Andata*

08/03 - Genoa - Roma

15/03 - Como - Roma

22/03 - Roma - Lecce

04/04 - Inter - Roma

12/04 - Roma - Pisa

19/04 - Roma - Atalanta

26/04 - Bologna - Roma | 22/04 - Semifinali Ritorno*

10/05 - Parma - Roma | 03/05 - Roma - Fiorentina

Lecce - Roma

Roma - Sassuolo

13/05 - Finale

17/05 - Roma - Lazio

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