Il Romanista del 10 settembre 2025

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Via del campo Dopo aver cambiato la gara a Pisa, Dybala lavora a Trigoria per giocare da titolare contro il Torino, che rievoca dolci ricordi. All'eventuale rinnovo si penserà più avanti: la vita è adesso

VALORE AGGIUNTO

Rensch

SI POPOLA

Verso Roma-Torino

MI RITORNI IN MENTE

ECCO PAULO, VEDI IL TORO E POI SEGNI

Tra ricordi e futuro Dybala pronto a tornare titolare

Contro i granata sempre decisivo. Il rinnovo più avanti

Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu

Qui e ora. L’hic et nunc romanista. Sarà l’influenza degli avi o lo straordinario pragmatismo portato anche dietro alla scrivania, ma Ranieri è stato chiaro: a Trigoria si pensa una partita alla volta, senza spendere energie nel pensare o promettere cose future. Non farò eccezione neanche il destino di Dybala, arrivato alla quarta e, da contratto, ultima stagione con la Roma. «Tutto dipenderà dal campo. Lui e Pellegrini, come tutti gli altri, devono dare il massimo sempre e poi durante l’anno si deciderà», l’ha detto in modo chiaro e diretto il Sir consulente, senza possibilità di essere frainteso, aggiungendo poi però che: «Paulo può essere un giocatore-faro per noi».

Questa è la storia di Marco. E la storia di Marco potrei raccontarvela in tanti modi differenti perché da quando è nato, cinquantanove anni fa a Testaccio, la sua vita è stata piena di cadute che però, e questa cosa lo rende speciale, non sono mai riuscite a togliergli il sorriso dalle labbra. Nasce, cresce, lavora, si sposa e diventa papà per due volte... come in quei film che iniziano troppo bene e più vanno avanti e più cominci a capire che sta per accadere qualcosa che scombussolerà la trama così lui, nel 2005, davanti una diagnosi impietosa: neurofibromatosi tipo due. E se il mondo cadrebbe addosso a chiunque... lui è stato capace di spostarsi. Per rimanere in piedi. Anche se intanto la malattia gli toglieva l’udito e piano-piano sta provando a spegnergli anche la vista. Pure se, nel corso del tempo, lo ha spinto dodici volte in sala operatoria e il suo viso, a seguito di uno di questi interventi, per metà è rimasto paralizzato.

L’altra metà

Ma sapete che c’è?!? Che l’altra, di metà, si muove ancora. E Marco, con quella, non ha smesso di ridere e alla sfortuna continua a dare calci nelle

TRIPLETTA AL TORINO NEL 3-2 CON DE ROSSI IN PANCHINA, POI IL GOL SALVAVITA PER JURIC

Teniamoci in contatto

In linea con queste parole di Ranieri, un appuntamento fissato tra la dirigenza romanista e il procuratore di Paulo Dybala, ad oggi, ancora non è stato fissato. La Joya è il giocatore più pagato della rosa e, non è un segreto, la Roma sta provando ad abbassare il suo monte ingaggi. Questo però non preclude in assoluto la possibilità di proseguire insieme. Serviranno risposte dal campo, come detto dal Sir, e magari anche la disponibilità da parte del talento di Laguna Larga di ridursi un po’ lo stipendio. Paulo a Roma sta bene, dopo il gran rifiuto ai soldi arabi di dodici mesi fa, l’estate appena conclusa (calcisticamente parlando) l’ha passata a recuperare dall’infortunio al tendine, che per la prima volta in carriera l’ha portato sotto i ferri. Alla fine il percorso fatto di comune accordo con

PER LA ROMA

CONTRATTO IN SCADENZA IL PROSSIMO GIUGNO, RANIERI

È STATO

CHIARO: «DECIDERÀ IL CAMPO»

lo staff medico l’ha riportato in campo a inizio campionato, con i due spezzoni giocati nelle vittorie contro Bologna e Pisa. Sotto alla torre, la qualità di Dybala ha cambiato la partita, favorendo il gol-vittoria di Soulé. Chissà che la gestione di Gasperini, sempre solito cambiare i suoi attaccanti a gara in corso, non possa essere la chiave per vedere la Joya con una maggiore continuità. Il faro che potrebbe portare Massara e Novel (l’agente) a parlare di futuro.

PRIMA DI TUTTO UN ROMANISTA

La storia di Marco Quando la passione va oltre ogni cosa

Un’immagine di Marco (quello sulla destra) durante i festeggiamenti per lo Scudetto della stagione 1982-83

Il pranzo è servito Proprio visto il suo impatto a Pisa e l’infortunio che terrà Bailey fuori ancora per un po’, Gasperini sta meditando di schierare per la prima volta da titolare Dybala domenica contro il Torino. Paulo cerca il ritorno al gol dopo il lungo digiuno causato dall’infortunio. Al Toro, la Joya ha già fatto male in passato (10 gol e 3 assist all’attivo), non soltanto nei derby della Mole, ma anche in maglia romanista. Gli ultimi Ro-

natiche rispedendo al mittente ogni attacco. Ecco, attacco... starete pensando che, finalmente, ho scritto un termine calcistico: lo so, questo è “Il Romanista”. Ma dove altro se non su queste pagine devono finire le storie dei Romanisti?!? Perché, e torno all’inizio, vi avevo confidato che Marco avrei potuto raccontarvelo in tanti modi differenti ma, tra tutti, quello del tifoso è il più rappresentativo. Perché “La ROMA scandisce ogni mia azione quotidiana”... così mi ha detto, lasciandomi senza parole: come un fendente al cuore. Lui che la ROMA non può più sentirla se non con le vibrazioni, lui che la ROMA è costretto a vederla “Come fossi in Val Padana” eppure riesce a dare colore vividi a immagini sfocate.

Il valore vero Quando quelli che non hanno capito niente del calcio pensano d’aver capito tutto raccontandolo come un semplice gioco... si perdono il valore umanistico e sentimentale di un cordone ombelicale che neanche le difficoltà riusciranno mai a recidere.

Perché se un giorno, speriamo mai, la luce dovesse maledettamente spegnersi neanche in quel caso Marco si perderebbe: quel cordone lo riporterebbe da lei.

FORZA ROMA, MA’!. 

Danilo Per la Roma

ma-Torino l’hanno sempre visto protagonista. L’anno scorso il suo gol-vittoria allungò di qualche giorno l’esperienza di Juric a Trigoria, mentre a febbraio 2024 (De Rossi in panchina) decise con una tripletta la sfida. A novembre 2022, prima di partire per il Qatar e vincere il mondiale, aiutò la Roma di Mou a pareggiare i conti, mentre in Piemonte, qualche mese più tardi, segnò l’uno a zero decisivo dal dischetto. Insomma, vedi il Toro e poi segni. ■

L'APPROFONDIMENTO

Qui a fianco, dall’alto: Dybala sotto la Sud dopo la tripletta in Roma-Torino 3-2 del febbraio 2024; sotto, Paulo durante l’ultimo RomaToro; sulla sinistra L’abbraccio tra Gasperini e la Joya, al termine di PisaRoma 0-1. MANCINI

Trigoria torna a popolarsi Gasp attende tutti i rientri

Le ultime Rensch nuovamente in gruppo

Soulé e Dybala pronti a guidare la Roma

Iacopo Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu

La sosta per le nazionali spesso porta brutte notizie ai club, ma la Roma può essere soddisfatta (in attesa degli ultimi impegni) per il rendimento dei propri calciatori e per le loro condizioni fisiche. Domenica si torna in campo, ma questa volta sarà la Roma a percorrere il tunnel dell’Olimpico per affrontare il Torino nella tarza gara ufficiale di questa Serie A, appuntamento fissato alle 12:30.

A sinistra El Shaa e Bailey tra i più esperti

Pelle un’opzione, ma con Gasp è mediano

Dopo la fine del calciomercato, anche la sosta per le nazionali è giunta al termine e la Roma si appresta a ricominciare il proprio cammino in campionato dopo aver vinto le prime due giornate.

Dalla sessione estiva, come già ampiamente ormai sottolineato da chiunque, non è arrivato il tanto atteso attaccante alto a sinistra dopo aver accarezzato il sogno Sancho e aver sfiorato la possibilità George. Nessuno dei due è sbarcato nella Capitale e Gasperini adesso, per sopperire a quella carenza, dovrà lavorare con il materiale umano a disposizione. Nella trasferta di Pisa all’Arena Garibaldi, il tecnico è partito con El Shaarawy dall’inizio in quella posizione, sostituendolo poi con Dybala nel corso della ripresa.

Fino ad oggi tuttavia non era ancora a disposizione Lorenzo Pellegrini alle prese con l’infortunio - ora del tutto recuperato - e Leon Bailey che sta

LEON AL BAYER LEVERKUSEN HA GIOCATO IN QUEL RUOLO PER STEPHAN È IL POSTO NATURALE. CON MOURINHO LÌ IL MIGLIOR PELLEGRINI Leon

puntando velocemente il ritorno in campo. Con tutta la rosa a disposizione Gasperini dovrà scegliere su chi fare affidamento per quel ruolo quantomeno fino a gennaio.

I due più esperti in quella posizione sono El Shaarawy e Bailey, che stando a Transfermarkt hanno ricoperto quel ruolo rispettivamente 273 e 138 partite. Al terzo posto, anche se non propriamente come esterno ma come trequartista di sinistra, proprio Lorenzo Pellegrini che, considerando la sua esperienza romanista da Mourinho in poi (allenatore che lo ha specializzato in quel ruolo) ha raccolto lì 114 apparizioni. Tuttavia l’ormai ex capitano della Roma non sembrerebbe essere un’opzione in quel reparto, considerando che Gasp lo utilizzerà a centrocampo nei due davanti alla difesa. Tolti loro tre, tutti tra Dybala, Soulé e Baldanzi contano meno di 5 apparizioni a testa in quel ruolo, e andrebbero eventualmente a giocare in una posizione che in carriera non hanno sostanzialmente mai ricoperto. 

Pronti all’appello Dopo giorni di carenza - ben 11 i giocatori in giro per il mondo con le rispettive nazionali - Trigoria finalmente torna a popolarsi e ora Gasperini fa la conta all’appello per avere nuovamente a disposizione tutto l’organico per preparare la partita contro i granata. Zeki Celik e Ziolkoswi hanno partecipato all’allenamento di ieri e hanno svolto una seduta di scarico per smaltire le fatiche con Turchia e Polonia e per tornare a lucido per Gasp. Nella giornata di ieri hanno fatto rientro nella Capitale anche Gianluca Mancini - dopo i 90’ giocati contro Israele lunedì sera -, Neil El Aynaoui e Tsimikas.

Oggi Gasperini potrà contare anche su di loro per la seduta di allenamento mentre attende il rientro di Dovbyk, Koné, Ferguson, Pisilli ed Evan Ndicka.

L’ultimo a rientrare a Trigoria sarà Wesley, che giocherà questa notte all’1:30 (ora italiana) contro la Bolivia.

Occhi sul Torino Gasperini è al lavoro per cercare di togliere i dubbi relativi all’undici iniziale che scederà in campo domenica contro il Torino. Tra i pali ci sarà l’inamovibile Svilar, mentre il terzetto difensivo sarà formato da Hermoso - con Ghilardi che scalpita alle sue spalle -, Mancini e Ndicka. Per la corsia di destra Gasp farà le valutazioni su Wesley: gli impegni con il Brasile e il rientro domani (considerando anche il fusorario e il lungo viaggio) potrebbero dare una chance a Rensch dal primo minuto. L’olandese nella seduta di ieri è tornato ad allenarsi insieme al resto del gruppo. Sulla sinistra Angeliño è favorito su Tsimikas, ma il greco potrebbe avere qualche minuto a disposizione. Koné e Cristante formeranno la coppia in mediana mentre in avanti Soulé sarà il trequartista del centro destra e Dybala potrebbe partire dal primo a sinistra. In avanti Ferguson in vantaggio su Dovbyk. ■

DOPO I 3 GIORNI DI RIPOSO CONCESSI DA GASP, IERI LA SQUADRA È TORNATA IN CAMPO. WESLEY SARÀ L’ULTIMO A RIENTRARE

L'esterno Rensch durante l'allenamento di ieri a

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LA STAGIONE 2025/26

25/01 - Roma - Milan

01/02 - Udinese - Roma

04/02 - Quarti Andata*

08/02 - Roma - Cagliari

11/02 - Quarti Ritorno*

15/02 - Napoli - Roma

22/02 - Roma - Cremonese

01/03 - Roma - Juventus

04/03 - Semifinali Andata*

08/03 - Genoa - Roma

15/03 - Como - Roma

22/03 - Roma - Lecce

04/04 - Inter - Roma

12/04 - Roma - Pisa

Quarti Ritorno

19/04 - Roma - Atalanta

Lecce - Roma

Roma - Sassuolo

13/05 - Finale | 10/05 - Parma - Roma | 03/05 - Roma - Fiorentina | 26/04 - Bologna - Roma | 22/04 - Semifinali Ritorno*

17/05 - Roma - Lazio

Scarica l’app Romanista: www.ilromanista.eu www.radioromanista.it | 24/05 - Verona - Roma

LA SFIDA NELLA SFIDA

GASP VS BARONI PER IL RISCATTO

I due tecnici L’ultima vittoria del romanista risale a due anni fa

Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu

Si sono affrontati per la prima volta quarantatré anni fa, Gian Piero Gasperini e Marco Baroni: era la Coppa Italia 198283 e il 5 settembre 1982 il Palermo vinse 2-1 al Brianteo proprio grazie a un gol di Gasp; Baroni, in quell’occasione, subentrò al 60’. Poi, con entrambi in campo, sono arrivati due pareggi e tre successi dell’attuale tecnico granata. Che domenica torna all’Olimpico, per affrontare la squadra in cui ha militato nel 1986-87; e il ricordo lasciato sarebbe stato anche dolce, se solo Baroni non avesse deciso di allenare i biancocelesti nella passata stagione, macchiando irrimediabilmente la sua carriera. Quindi ha scelto il Torino, che domenica alle 12.30 è di scena contro la Roma. Separati da cinque anni d’età, i due tecnici hanno in comune l’esperienza alla guida della Primavera della Juventus: Gasperini dal 1998 al 2003, Baroni dal 2011 al 2013; entrambi, peraltro, sono riusciti a vincere il Torneo di Viareggio. Da allenatori si affrontano per la prima volta l’8 novembre 2009 a Marassi, dove il Genoa di Gian Piero batte 4-2 il Siena, da poco affidato al collega toscano; soltanto due settimane più tardi Baroni viene esonerato, e debbono passare dieci anni affinché i due si ritrovino di fronte. Il 20 gennaio 2019 l’Atalanta travolge 5-0 il Frosinone allo Stirpe: oltre al poker di Zapata, per la Dea segna anche un certo Gianluca Mancini, che dà il via alla

Qui sopra, Gian Piero Gasperini e Marco Baroni posano davanti agli obiettivi dei fotografi prima di Lazio-Atalanta della passata stagione; in basso, il tecnico della Roma con Baroni sullo sfondo in un Atalanta-Verona del 2024 GETTY IMAGES

goleada. Quindi le esperienze in Serie B tra Cremonese e Reggina di Baroni, che impediscono ai due di incrociarsi di nuovo fino al 2022-23, quando il tecnico fiorentino torna in A col Lecce. I pugliesi, a sorpresa, infliggono due sconfitte all’Atalanta di Gasp (entrambe per 2-1). L’attuale allenatore romanista si vendica il 27 settembre 2023, quando un gol di Koopmeiners permette ai bergamaschi di battere 1-0 il Verona di Baroni al Bentegodi; al ritorno è 2-2, con la Dea - distratta dall’epica cavalcata in Europa League, che la vede trionfare a Dublinoche si fa raggiungere dal 2-0 al 2-2 in soli 4’. Nella passata stagione, Gasp si è dovuto accontentare di un punto nelle due sfide contro

la Lazio: 1-1 all’Olimpico il 28 dicembre 2024, successo biancazzurro per 1-0 il 6 aprile scorso al Gewiss Stadium. Entrambi hanno cambiato panchina in estate: Gasperini dopo nove anni, Baroni dopo una sola stagione. Visti i lunghi trascorsi juventini di Gian Piero e l’esperienza sulla panchina laziale del toscano, questo Roma-Torino ha il sapore di un derby. In palio tre punti importantissimi, seppur per motivi opposti: i granata vanno a caccia del primo successo in questo campionato, i giallorossi sperano invece di continuare la striscia positiva iniziata contro Bologna e Pisa. A Gasp il compito di tenere alta la concentrazione dei suoi. 

IL ROMANISTA 21 ANNI PER (NON) DIRTI TI AMO

Sono 21 anni che ogni 10 settembre cerchiamo di dire la ragione di questo giornale. Col tempo è diventato più facile perché s’aggiungono le cose significative raccontate. Sarà incredibile - come ogni volta che siamo riusciti a farlo uscire - ma è così. Ogni 10 settembre ricordiamo di come Calciopoli sia nato grazie al Romanista - roba che nemmeno wikipedia mette in discussione - delle battaglie per il nuovo stadio, quelle contro le tessere del tifoso, le repressioni in curva, il carobiglietto, per una libertà di tifare che è nella vocazione stessa di questo giornale. Finalmente di parte, finalmente schierato senza infingimenti e ipocrisie. Romanista perché della Roma. La lettera al Barcellona con la risposta del presidente Bartomeu, l’annuncio in anteprima dell’addio alla Roma di Francesco Totti, l’ultima intervista a un quotidiano rilasciata da Daniele De Rossi, la prima intervista dopo 35 anni di Francesco Rocca, il racconto di un romanismo culturale e di strada, alto e profondo, avendo sempre una stella polare (Agostino) con la luce, e i valori, che dirama. Tirana, Budapest, Leverkusen... La difesa di DDR contro chi lo ha oltraggiato. L’ambulanza per Luisa Petrucci, le donazioni per il carcere femminile di Rebibbia, le firme in prima pagina di Marisa Di Bartolomei, Padellaro, Floris, Fuccillo, Bonvissuto, Benigni, Dotto, Travaglio, Caracciolo, Franchi, Falcao, Bruno Conti, la posta di Totti, i messaggi dei tifosi... Online o cartaceo, app o sul sito, social e pure in versione libro per i 20 anni, adesso, soprattutto in radio, Il Romanista c’è stato, c’è e se ci sarà sarà sempre dalla stessa parte. Quest’anno vi abbiamo raccontato prima di tutti l’arrivo di Gasperini (con la cosiddetta shitstorm al momento della smentita di Ranieri) e di come stanno le cose finanziariamente nella Roma. Ora abbiamo voglia di raccontarvi, a parte tutto, l’abnegazione che finalmente ci stanno rimettendo quelli che per la Roma lavorano, sognando di raccontare una vittoria ma senza mai vergognarsi, né dimettersi dall’essere romanista se non dovesse arrivare. La Roma è dna e scelta. Sono 21 anni che cerchiamo di dar ragione di questo giornale fino a scoprire che più della ragione “conta er core” e un sentimento che, però, per rispetto di tutti va saputo dire. La Roma è di tutti e di ognuno, noi non rappresentiamo nessuno tranne che lo stesso sentimento che prova qualsiasi tifoso. La linea editoriale è sempre la stessa: quando parlate della Roma dovete stare zitti. Sono ventuno anni che cerchiamo di preservare quel silenzio. Il modo migliore dei 21 per dirLe ti amo 

RomAntica

CORE

LOSI, LA ROMA FA 90

10 settembre Oggi Giacomino avrebbe compiuto novant’anni. Pochi hanno rappresentato e onorato questa squadra e i suoi tifosi come lui: esempio di correttezza, umiltà e romanismo

Tonino Cagnucci tonino.cagnucci@ilromanista.eu

Giacomo Losi. Ex staffetta partigiana, figlio di un uomo che per le sue idee politiche venne portato per due anni nei campi di lavoro, venne a Roma nel 1954. È diventato “Core de Roma” perché durante “Canzonissima” Walter Chiari lo chiamò così per la prima volta, non per quello che ha fatto vedere nella partita in cui veramente ha giocato col cuore: l’unico muscolo che praticamente gli era rimasto. È l’8 gennaio 1961, Roma-Sampdoria, sempre un po’ il giorno prima (il 9 gennaio del 1977 in una Roma-Sampdoria nascerà il più grande cuore che Roma abbia mai avuto: il Commando Ultrà Curva Sud) partita importante, fino a due settimane prima la Roma era prima, adesso xiv giornata è seconda a due punti dall’Inter. Si gioca all’Olimpico. Piove. Poi uscirà il sole. Losi per anticipare Brighenti allarga la gamba, ma apre troppo, si fa male. Strilla. Resta a terra. La faccia è una smorfia, si è strappato l’inguine. Deve uscire. Dovrebbe. Gli fanno un’iniezione di novocaina, gli mettono una fascia elastica, fanno fatica anche a rialzarlo. Si rialza. Non esce, ma non perché non ci siano le sostituzioni piuttosto perché «io per la Roma giocavo anche da morto». Guarnacci intanto si

è rotto una gamba. Lo devono portare via in spalle. La Roma è in dieci, con Losi che a malapena zoppica. Si mette all’ala destra. Più che altro incoraggia i compagni. La Roma non si sa come va in vantaggio con Lojacono, poi tutto va secondo logica: 1-1, 2-1 per la Samp gol di Cucchiaroni e di Brighenti. Manca un quarto d’ora alla fine. Manca anche di meno quando Pedro Manfredini si trova il pallone buono per il pareggio, si allarga, sembra sprecarla e invece incrocia il 2-2. A quel punto la partita diventa un’altra cosa, siamo in quello stato particolare dove i ragionamenti non servono, dove capisci solo che si può fare e che anzi si deve fare. «A quel punto noi, la gente, l’Olimpico volevamo vincere». La Roma in nove giocatori più Losi va all’attacco sotto la Sud. C’è un angolo, Lojacono lo indirizza al centro dove c’è pure Losi che però non può fare molto su quel pallone, e in teoria quasi niente su qualsiasi pallone in quella partita: si è strappato l’inguine, zoppica; Mino non è mai stato così piccolo come quando Lojacono va a battere il secondo calcio d’angolo consecutivo dall’altra parte: bandierina che divide il Distinto Monte Mario dalla Sud. Quando Lojacono attraversa il campo, Losi gli dice: «Cisco, tiralo come quell’altro verso di me». «Ci provo». Ci riesce. Nessuno sta razionalizzando niente: la Roma in nove più Mino sta cercando di battere un calcio d’an-

golo non verso Charles, Piola o Meazza, ma verso un difensore alto un metro e 68, che ha l’inguine strappato, zoppica, gioca da sei anni in serie A e non ha mai segnato un gol. Mai. Fino a quel momento. Esce il sole. La maglia rossa numero 8 di Lojacono si tira nel calcio forte dritto per dritto verso il centro dell’area piccola, dove c’è il piccoletto. Forse se lo sono scordato, forse non l’hanno calcolato, quello zoppica, quello è uno stopper, quello è Losi. Sì quello che non si sa come fa piede perno con la gamba buona, salta con tutte e due le gambe più in alto dei difensori anticipando l’uscita di Sattolo, è Losi. Quello che colpisce di testa, girandola, mettendola sotto la traversa e che poi impazzisce è Losi. Salta con la gamba dolorante, Orlando se lo abbraccia, lo tira su a due mani, lui alza al cielo le due braccia: è un’esultanza così pura, così semplice, così intensa, così spontanea... Così Roma. Sembra una scena dell’Attimo fuggente con l’Inno alla gioia e il professor Keating portato in trionfo dai suoi alunni nei boschi. Carpe

IL GOL ALLA SAMP È NELL’EPICA, LA COPPA

FIERE NELLA

diem. Carpe diem significa quello che è appena successo a Roma l’8 gennaio 1961. Credo che Losi su quell’attimo talmente breve da diventare fisso sia saltato – bucando qualcosa – fino a prendere un gancio in fondo al cielo dove, come un quadro famoso, è ancora appeso. È la Cappella Sistina del nostro sentimento una partita come quella. Losi viene ricordato soprattutto per questo e per una fedeltà assoluta alla Roma (386 partite, un’ammonizione, nell’ultima giocata contro il Verona) ma quando mi è capitato, più di una volta, di chiedergli a cosa teneva di più lui ha sempre risposto così: «A parte i tifosi? Alla Coppa delle Fiere. Non toccatemela quella coppa». Non toccategliela. Non toccatecela. Chi dice che era una coppa

a inviti o di poco conto è il ventriloquo di qualcuno che ci vuole male, era una coppa a cui bisognava fare domanda per iscriversi e ogni città poteva avere solo una squadra. La Lazio l’ha fatta solo quando la Roma era in Coppa delle Coppe, la Juve l’ha persa due volte in finale. Organizzata dalla Fifa, la Uefa faceva parte del comitato organizzatore prima di trasformarla direttamente in Coppa Uefa e poi in Europa League. Quando entrate al museo del Barcellona la prima cosa che trovate, sulla destra, sono le Coppe delle Fiere vinte. Ci tengono al Barça, certo non come ci teneva Giacomino Losi, in particolare quel giorno che giocò il ritorno della semifinale con l’Hibernian anche se 24 ore prima era stato in Nazionale. Giocò e sul 3-3 salvò la Roma dalla sconfitta fino a portarla alla terza partita di spareggio vinta 6-0 contro gli scozzesi e ad alzare la coppa. Due a due a Birmingham, doppietta di Manfredini e mille parate di Ragno Nero Cudicini. Al ritorno anche se è mercoledì pomeriggio e c’è lo sciopero dei mezzi, in uno stadio pieno e innamorato un autogol e una rete di Pestrin proprio all’ultimo minuto ci danno il nostro primo trofeo europeo. Una gioia profonda. È l’11 ottobre 1961, dovremo aspettare 61 anni, Mourinho e Tirana per vincerne un altro. Per far contento Giacomo Losi che oggi avrebbe compiuto 90 anni, pure se è eterno. ■

Giacomo Losi ha vestito la maglia della Roma dal 1954 al 1969, disputando in totale 455 gare. In basso, “Core de Roma” nel 2013 durante una cerimonia in Campidoglio IPA

ROMANISTI IN NAZIONALE

FERGUSON SEGNA OK PISILLI E KONÉ

In campo Vince Niccolò con l'Under 21. Pari per Ndicka

Sono diversi i giallorossi ad essere scesi in campo nella giornata di ieri con le rispettive Nazionali. Ottima prestazione per Ferguson, che ha trovato la seconda rete consecutiva, che non è però bastata all'Irlanda, sconfitta 2-1 dall''Armenia, restando quindi ad un punto in classifica nel gruppo F delle qualificazioni ai prossimi Mondiali. Il centravanti giallorosso si è comunque messo in mostra ed è stato uno dei migliori in campo tra i suoi compagni. Niccolò Pisilli è invece partito dal 1’ con l’Italia Under 21 nella sfida contro la Macedonia del Nord terminata 0-1 per gli uomini di Baldini, con il centrocampista giallorosso che è rimasto in campo 82', giocando una buona partita. Una vittoria importante e

SERIE A

difficile, nonostante l'espulsione di Mourzzi, proprio come sottolineato dal CT Baldini: «Queste sono le vittorie che ti fanno maturare, ti fanno aumentare la tua autostima. Questo gruppo ha bisogno di queste risposte, al di là del risultato. Questi ragazzi piano, piano prendono coscienza che quando siamo in campo, anche uno in meno, se ci si aiuta, le partite si possono portare a casa. L’importante, quando si gioca, è sapere che non puoi risparmiarti, l’energie non va portata a casa, ma va messa dentro la propria area, quella avversaria e in mezzo al campo».

29' per Dovbyk nell’1-1 dell’Ucraina con l’Azerbaigian. L’attaccante giallorosso è subentrato dalla panchina senza però riuscire ad incidere sul risultato, provando comunque ad aiutare i compagni a raggiungere la vittoria. Manu Koné è invece sceso

in campo dal 1' con la Francia, che ha superato 2-1 l'Islanda in rimonta, andando al primo posto in classifica del girone D con 6 punti. Il centrocampista giallorosso è rimasto in campo 90', sfornando un'ottima prestazione nonostante il giallo ricevuto al 29'. Pareggio per Ndicka con la Costa d'Avorio, che con il Gabon non va oltre lo 0-0, con il centrale difensivo che è partito dal 1' ed è rimasto in campo tutta la partita, permettendo alla sua Nazionale di raggiungere i 20 punti in classifica, mantenendo il primato del girone. Nella notte è sceso in campo anche il Brasile di Wesley contro la Bolivia. Ora è tutto pronto per il ritorno a Trigoria dei calciatori giallorossi, che torneranno quindi a disposizione di Gasperini per preparare la gara dello stadio Olimpico di domenica alle 12.30 contro il Torino. ■

Ecco la RefCam: debutterà in Juve-Inter

Pietro Laporta pietro.laporta@ilromanista.eu

La Serie A è pronta a svelare un’importante novità dal prossimo turno: è in arrivo la RefCam. In occasione del match tra Juve e Inter, in programma sabato 13 settembre alle ore 18, il direttore di gara (da designare) scenderà in campo con «una telecamera ultramoderna che consente di assistere all’evento-partita dal punto di vista privilegiato del direttore di gara». Come spiegato dal comunicato della Serie A, «Lega Calcio Serie A è, infatti, una delle Leghe professionistiche europee che è stata selezionata per la spe-

rimentazione dell’utilizzo della Refcam nelle dinamiche di ripresa in occasione delle Competizioni ufficiali, in ottemperanza ai protocolli di FIFA e IFAB, già testati nel recente Fifa Club World Cup».

La telecamera verrà apposta sul microfono dell’arbitro, e sarà utilizzata durante il riscaldamento, durante il match e in preparazioni di calci piazzati e situazioni analoghe, o per mostrare replay «ad alto tasso di spettacolarità». Di questa novità ha parlato Luigi De Siervo, AD della Lega Calcio Serie A: «Non solo rappresenta un ulteriore passo nel nostro percorso di innovazione, ma fornisce ai tifosi la reale prospettiva dell’arbitro, per un’esperienza sempre più coinvolgente e immersiva. La Lega si conferma in prima linea nell’adozione delle nuove tecnologie». ■

Evan Ferguson in campo con la magllia della Nazionale irlandese GETTY IMAGES
Andrea Monaco
L’arbitro Faghani con la Refcam GETTY IMAGES
Il 10 settembre 1947 nasceva Sergio Santarini, vincitore di 3 Coppe Italia con la maglia della Roma. Per lui, 143 presenze da capitano e l’inserimento nella Hall of Fame nel 2015. Tanti auguri!
Giornata speciale al Roma Club Frascati: sabato scorso il nostro direttore editoriale, Tonino Cagnucci, ha presentato il suo libro “Il grande romanzo della Roma”. Più in alto, il presidente, Gino Giammarioli, e la sindaca Francesca Sbardella. Qui sopra, i fantastici ragazzi del club

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