Il Monitore Medico - 2_2018

numero 2_2018 Tutti i diritti riservati, reg. presso Trib. Torino n. 5468 del 22/12/2000

Dr. Giacomo Vona, Specialista in Ortopedia, Consulente LARC Venezia, Mombarcaro e Freidour

Artroscopia di ginocchio: quali vantaggi?

Intervento mini-invasivo e rapidi tempi di recupero

Il ginocchio è un punto nodale del corpo, un’articolazione particolarmente complessa costituita dalla parte finale del femore, da quella iniziale della tibia e dalla rotula: essendo sottoposto a forze che si esprimono/agiscono contemporaneamente su più piani, risulta notevolmente esposto a traumi e lesioni. In molti casi, il trattamento di queste patologie è chirurgico: grazie alla progressione medica, l’intervento praticato è l’artroscopia, che può essere effettuata in “chirurgia am-

bulatoriale complessa” in strutture di Day Surgery, cioè senza ricovero e con vantaggi per il paziente, grazie a tempi di recupero rapidi.

Come si interviene chirurgicamente sul ginocchio? Per saperne di più abbiamo parlato con il Dr. Giacomo Vona, Specialista in Ortopedia, Consulente LARC Venezia, Mombarcaro e Freidour.

Quali sono le principali problematiche che possono colpire il ginocchio e come vengono trattate?

FOCUS pag.4

DOSSIER pag.6

CARDIOLOGIA

ANEMIE CARENZIALI

PREVENZIONE AD OGNI ETÀ

COME EVITARLE

Le patologie che colpiscono il ginocchio si possono dividere in due grandi categorie: quelle degenerative, che riguardano principalmente le persone con più di 50 anni e sono legate allo stato preartrosico, ossia all’usura e possono essere conseguenza del tipo di attività lavorativa, sportiva o il risultato di traumi passati non trattati.

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L’ESPERTO

RISPONDE pag.11

ODONTOIATRIA

DEVITALIZZAZIONE

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_gli autori del mese

Hanno collaborato a questo numero: INTERVISTA Dr. Giacomo Vona

Specialista in Ortopedia, consulente LARC Venezia, Mombarcaro e Centro Medico Chirurgico Freidour

FOCUS CARDIOLOGIA Dr. Federico Olliveri

Specialista in Medicina Interna, Direttore Sanitario LARC Venezia

DOSSIER ANEMIE

Dr.ssa Federica Valeri Specialista in Ematologia Dr.ssa Lidia M. Luisa Rovera Specialista in Malattie dell’Apparato Digerente e in Scienza dell’Alimentazione, consulente LARC Venezia, Mombarcaro e Freidour

FOCUS RIABILITAZIONE Dr. Sergio Rigardo

Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione, Direttore Tecnico Fisiokinesiterapia LARC

Rubriche: LA SALUTE A TAVOLA Dr.ssa Giovanna Mottola

Biologa Nutrizionista, consulente LARC Venezia

OVER E IN SALUTE Dr. Ugo Marchisio

Specialista in Pneumologia e in Medicina Interna, Direttore Sanitario LARC2 Mombarcaro

L’ESPERTO RISPONDE Dr. Giulio Fiasconaro

Specialista in Cardiologia, consulente LARC Venezia, Mombarcaro e Centro Medico Chirurgico Freidour

Dr.ssa Donatella Maria Gusetti Direttore Sanitario Odontolarc Mombarcaro

Dr. Giovanni Orso Giacone

Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, consulente LARC Venezia LARC VENEZIA C.so Venezia, 10 - Torino

il monitore MEDICO

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Periodico di divulgazione medica realizzato in collaborazione con il Gruppo LARC Diffusione 22500 copie.

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Direttore Responsabile Emanuela Amadei Segreteria e coordinamento redazionale: LARC C.so Venezia, 10 - 10155 Torino info@ilmonitoremedico.it www.ilmonitoremedico.it Numero 2_2018 chiuso in tipografia il 30/05/2018 Stampa: Stamperia Artistica Nazionale S.p.A.

Il Gruppo LARC

Reg. presso Trib. Torino n. 5468 del 22/12/2000

LARC SEMPIONE Via Sempione, 148/C - Torino LARC CIRIÈ 2000 Via D’Oria, 14/14 - Ciriè (To) LARC GRUGLIASCO Via Rieti, 30 - Grugliasco (To) (solo punto prelievi) ODONTOLARC VENEZIA Via Cervino, 60 - Torino Tel. 011 2305128 - 335.1539243 e-mail: odontolarc@gruppolarc.it ODONTOLARC MOMBARCARO Via Mombarcaro, 80 - Torino Tel. 011 0133711 - 393.8708097 e-mail: odontolarc@gruppolarc.it CENTRO MEDICO SPECIALISTICO DI FISIOKINESITERAPIA GIORDANA2 Via Giordana, 2 ang. C.so Re Umberto, 64 - Torino Tel. 011 596252 e-mail: info@giordanadue.it CENTRO MEDICO CHIRURGICO FREIDOUR Via Freidour, 1 ang. C.so Trapani, 16 - Torino Tel. 011 7719077 e-mail: info@centromedicofreidour.it STUDIO MEDICO PINEROLESE Via Gatto, 28 ang. Via Juvenal - Pinerolo (To) Tel. 0121 321681 e-mail: info@studiomedicopinerolese.it SIAMO CONVENZIONATI CON I PRINCIPALI FONDI ASSICURATIVI E DI CATEGORIA

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Approfondimento ...CONTINUA DA PAG. 1 Le patologie traumatiche invece, come ad esempio le lesioni meniscali o dei legamenti, colpiscono maggiormente individui con meno di 50 anni. ll trattamento chirurgico più diffuso per il trattamento di questo tipo di patologie è sicuramente l’artroscopia che viene praticata principalmente su pazienti con un’età tra i 20 e 60 anni.

Ci può illustrare in cosa consiste un intervento di artroscopia?

L’artroscopia è un intervento chirurgico minimamente invasivo, che viene utilizzato per il trattamento di lesioni e patologie delle articolazioni, come spalla, anca, mano, caviglia e ovviamente ginocchio.

Durante l’intervento, delle fibre ottiche collegate ad una telecamera detta appunto artroscopio, vengono inserite, in anestesia locoregionale, nell’articolazione tramite una piccola incisione cutanea: le immagini trasmesse ad un monitor permettono al chirurgo di esaminare nel dettaglio tutte le strutture dell’articolazione interessata. Facendo poi altre piccole incisioni si introducono strumenti chirurgici particolari che consentono di riparare eventuali lesioni riscontrate.

Quali patologie del ginocchio vengono trattate con l’artroscopia?

Come abbiamo detto prima il ginocchio è un’articolazione complessa piuttosto vulnerabile e soggetta a diverse lesioni: tra le più comuni ad essere trattate con l’artroscopia vi sono sicuramente quelle riguardanti i menischi, i tessuti molli, la cartilagine e la ricostruzione dei legamenti crociati.

I menischi infatti si danneggiano ad

ogni età e per cause diverse: spesso i giovani o le persone che praticano sport possono subire traumi che provocano una brusca torsione del ginocchio, che ha come conseguenza una lesione del menisco interno, quello meno mobile. Con il passare degli anni poi il menisco inizia ad essere meno elastico e la lesione si può verificare anche accovacciandosi. A seconda dell’età del paziente e del tipo di lesione, in artroscopia può essere eseguita una meniscectomia, ovvero la rimozione della parte lesionata del menisco lasciando in sede la parte sana, od una sutura meniscale.

Nel caso invece di frammenti di cartilagine e/o osso, che staccandosi dalle superfici articolari del ginocchio vagano liberi all’interno dell’articolazione, causano dolore, gonfiore, blocchi o cedimenti: durante l’intervento questi vengono localizzati e rimossi.

In alcuni casi (in funzione delle dimensioni della lesione) di gravi lesioni condrali, cioè della cartilagine, praticando delle microfratture (definite “microfratture secondo Steadman”) è possibile stimolare la crescita di fibrocartilagine che va a colmare il gap di cartilagine articolare.

L’intervento di ricostruzione del legamenti crociati è invece indicato quando, in seguito ad un trauma distorsivo, avvengono dei cedimenti del ginocchio: questa condizione si può verificare sia durante un’attività sportiva che nelle attività quotidiane come scendere le scale: il legamento in questo caso può essere ricostruito utilizzando dei tendini prelevati dallo stesso ginocchio.

Quali sono i vantaggi di questa tipologia d’intervento e qual è il decorso post operatorio?

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Le tecniche operative di questa tipologia hanno in confronto agli interventi chirurgici classici numerosi vantaggi: l’esame è infatti è molto più dettagliato e globale, vi è traumatizzazione dei tessuti sani vicini minima che riduce quindi di molto il dolore post-operatorio e l’ospedalizzazione non è necessaria.

Questo tipo di intervento inoltre viene svolto in regime di chirurgia ambulatoriale complessa senza cioè che sia necessario il ricovero: questo tipo di modalità, oggi sempre più diffusa, consente di ridurre i costi della Sanità e restituire il paziente il più velocemente possibile alla propria quotidianità.

Dopo la maggior parte degli interventi artroscopici, il paziente non deve per forza stare a letto ma può deambulare con l’ausilio di due stampelle per una settimana; in caso di interventi ricostruttivi: suture meniscali, microfratture secondo Steadman o plastiche dei legamenti il carico parziale deve proseguire per almeno 4/6 settimane.

Dopo l’intervento è comunque consigliato intraprendere un percorso di fisioterapia per recuperare il prima possibile il tono muscolare e la completa articolarità del ginocchio.

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Focus

La riabilitazione: fasi e protagonisti

Il periodo post-operatorio del ginocchio, il ruolo di fisiatra e fisioterapista Dr. Sergio Rigardo, Specialista in Fisiatria, Direttore Tecnico Fisiokinesiterapia Larc

Affrontare un intervento chirurgico, per quanto necessario e perfettamente eseguito dal chirurgo, è sempre causa di un notevole stress psicofisico: il periodo post-operatorio si compone di diverse fasi, che servono ad accompagnare il paziente verso la guarigione e alla ripresa delle normali attività quoti-

to e seguendo i preziosi consigli del fisioterapista, che sotto la guida ed in collaborazione con il fisiatra, avrà “cucito su misura” un ottimale piano riabilitativo per ciascun paziente che terrà conto del tipo di intervento (protesi di ginocchio, legamento crociato, menisco…), dell’età e delle sue esigenze (diverse saran-

diane.

Nel caso di un intervento ortopedico, ed in particolar modo al ginocchio, “l’arma segreta” per raggiungere questi obiettivi è sicuramente la riabilitazione.

In passato, la soluzione considerata migliore per il paziente appena operato, nonostante il rischio di trombosi, era l’allettamento; più importante era l’operazione, più lungo era il forzato riposo.

Oggi, invece, grazie sia al miglioramento delle tecniche chirurgiche che all’evoluzione del concetto di riabilitazione, le strategie post-operatorie sono completamente cambiate.

L’obiettivo infatti è la ripresa immediata del movimento, da effettuarsi, ovviamente, con l’aiuto delle stampelle o di altri strumenti, ma soprattutto sotto lo sguardo atten-

no le modalità e i tempi di recupero del giovane sportivo o dell’anziano a cui è stata impiantata una protesi) e delle condizioni generali di salute.

Appare evidente, quindi, come il successo dell’intervento sarà in gran parte frutto della collaborazione e del lavoro di più persone, tra cui anche, e soprattutto, della persona operata e del suo impegno nel dedicarsi assiduamente al programma riabilitativo.

La riabilitazione è un momento importante, non solo per il recupero fisico, ma anche per quello psicologico: la sensazione di dolore, di impotenza sopportata fra la fine dell’intervento e l’inizio del percorso di recupero, può scoraggiare il paziente, ma la capacità del fisioterapista di aiutarlo a superare tali difficoltà faranno la differenza.

Subito dopo l’intervento inizia la ginnastica passiva, ossia è il fisioterapista a muovere manualmente il ginocchio; l’arto viene mantenuto elevato con applicazione di ghiaccio, per periodi ripetuti di 15 minuti circa, per le prime 48 ore. Può quindi iniziare la riabilitazione specifica presso un centro di rieducazione: l’obiettivo della fisioterapia è quello di aumentare progressivamente i gradi di movimento del ginocchio e di recuperare la forza e l’elasticità muscolare.

Un grande aiuto può arrivare dall’idrokinesiterapia che è particolarmente indicata nella prima fase del percorso riabilitativo.

A seconda delle necessità, possono essere svolte terapie assistite con l’intervento del fisioterapista in acqua o terapie guidate, individuali o di gruppo, nelle quali il paziente è supervisionato dal fisioterapista da bordo piscina.

Per il massimo dell’efficacia, è indispensabile che le terapie in acqua siano associate a quelle “a secco”, in palestra o sul lettino.

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Focus

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Prevenzione cardiovascolare, quando e come agire?

Le visite da fare e i segnali da cogliere in ogni fase della vita

Dr. Federico Olliveri, Specialista in Medicina Interna, Direttore Sanitario Larc Venezia

Sapendo che le malattie cardiovascolari, come infarto, angina ed ictus, rappresentano in Italia la prima causa di morte e di invalidità, abbiamo reali possibilità di prevenirle?

La risposta è senza dubbio affermativa, soprattutto perché sappiamo che generalmente colpiscono soggetti con maggiori rischi, cioè quelli che in termini corretti chiamiamo i “fattori di rischio”.

Spesso però questi fattori non sono noti al soggetto stesso e si vanno a comportare quindi come tarli, che col passare degli anni, rovinano la circolazione cardiovascolare determinando tali malattie: tra le principali “cattive abitudini” vi sono sicuramente sedentarietà, fumo, cattiva alimentazione ma anche i rischi congeniti e non legati alla cosiddetta familiarità (parenti di primo e secondo grado che siano affetti da tali patologie).

A che età dobbiamo cominciare a preoccuparci di sapere se abbiamo dei fattori di rischio che possono minare la salute?

La risposta è semplice e potrebbe essere paragonata a un’altra frequente domanda: a che età dobbiamo pensare di crearci una pensione?

In entrambi i casi, la risposta è “ovviamente al più presto, da giovani!” perché se non avremo maturato nessuna pensione il problema sorgerà nella anzianità, analogamente possiamo dire che crearsi una “pensione di buona salute” (che è anche più

importante di quella economica) è un processo che deve cominciare da giovani.

La prima prevenzione va fatta già da bambini, sarà addirittura il pediatra ad individuare se vi sono familiarità per problemi cardiovascolari e comportamenti a rischio: sappiamo purtroppo che l’obesità sta già diventando un problema fra bambini e ragazzi ed un bambino obeso è spesso destinato a diventare un adulto obeso con conseguenti rischi per la salute.

Anche da ragazzi, prima di intraprendere attività sportive è opportuno avere eseguito un elettrocardiogramma, d’altronde è la legge stessa, con il Decreto Balduzzi, ad imporre alle società sportive e palestre di avere un certificato di non controindicazione ad attività sportiva completo di elettrocardiogramma di chi le frequenta.

Questo decreto ha di fatto ridotto il numero di morti improvvise degli sportivi, proprio grazie all’esecuzione di un elettrocardiogramma che può rivelare patologie rare ma potenzialmente gravissime e anche mortali come la sindrome di Brugada, quella del QT lungo e la cardiomiopatia ipertrofica.

In età adulta, ad esempio dopo i 30 anni, si possono individuare fattori di rischio che in taluni casi sono totalmente eliminabili, (come il fumo) in altri sono correggibili (displidemie -cioè alti livelli di lipidi nel san-

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gue- obesità ipertensione, iniziale aumento della glicemia) e questo va fatto con anamnesi esame obiettivo e accertamenti di laboratorio (assetto glicometabolico e assetto lipemico e ricerca di altri fattori minori di rischio tipo l’iperuricemia) e strumentali (ECG ed ecocardio ed in taluni casi selezionati dal cardiologo il test da sforzo o altri test di ischemia) da parte dei Medici Curanti supportati da specialisti Cardiologi.

Se poi si sono trascurate queste regole, arrivando ad avere sintomi e problemi cardiovascolari, occorre saper cogliere i primi segni della patologia come dolori toracici, mancanza di fiato, palpitazioni per fare degli approfondimenti cardiologici ed evitare così che si formino malattie e danni irreversibili.

Possiamo parafrasare quindi il detto “la fortuna c’è per tutti ma bisogna saperla cogliere” dicendo che anche la buona salute può essere conservata da tutti, ma bisogna saper prendersene cura con l’aiuto dei Medici Curanti e dei Cardiologi, che consigliano percorsi di prevenzione e di terapia, da seguire con attenzione insieme a uno stile di vita corretto.

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Dossier

Anemie: cosa sono e come si riconoscono

Sintomi come stanchezza e affaticamento possono rivelare carenze e patologie Dr.ssa Federica Valeri, Specialista in Ematologia

I sintomi dell’anemia dipendono dal grado di riduzione dell’emoglobina (proteina contenuta nel sangue coinvolta nel trasporto dell’ossigeno ai vari organi e tessuti) e dal meccanismo che la ha causata, dalla sua gravità e dalla rapidità con cui si è sviluppata.

I campanelli d’allarme con cui si manifestano sono vari: possono andare dall’assenza di disturbi apprezzabili al pallore, fino a sintomi più importanti quali la riduzione della capacità di concentrazione, facile affaticamento, affanno durante gli sforzi fisici.

Le anemie carenziali (da carenza, appunto) sono spesso anemie croniche, caratterizzate da una riduzione lenta e progressiva della concentrazione di emoglobina: il meccanismo alla base dell’anemia è la ridotta o inefficiente produzione midollare di globuli rossi e l’anemia da carenza di ferro, (“anemia sideropenia”, secondo il linguaggio medico) è il tipo più comune.

Alla base delle anemie vi sono le carenze vitaminiche di ferro e acido folico.

Il contenuto di ferro nell’organismo è il frutto dell’equilibrio che si crea tra il suo assorbimento con la dieta (circa 10-30 mg) e quello perso.

L’uomo e la donna in età non fertile perdono circa un milligrammo di ferro al giorno, mentre nelle donne in età fertile, quindi con flussi mestruali che comportano una costante perdita di sangue, tale valore è il doppio.

Il ferro contenuto negli alimenti di origine animale (carne, fegato, salumi, molluschi) viene assorbito meglio di quello che si trova nei vegetali ed il suo fabbisogno varia in base alle diverse età e al sesso: il

L’offerta LARC Per un primo controllo della tua salute, Gruppo LARC ha ideato pacchetti di esami di laboratorio a forfait specifici per ogni esigenza. Per una prima valutazione di disturbi che possono essere legati ad anemie, presso i punti prelievo LARC si può eseguire senza prenotazione e senza attesa il pacchetto “Anemia e stanchezza” (emocromo, sideremia, ferritinemia, vitamina B12, acido folico, quadro proteico elettroforetico, magnesiemia, calcemia) comprensivo di colloquio lettura referti con un medico LARC al costo di 45€.

Per saperne di più sui pacchetti forfait esami di laboratorio, visita il sito www.larc.it fabbisogno è maggiore durante l’infanzia e nella pubertà e nelle donne in età fertile. Inoltre, nell’adulto spesso la carenza marziale è causata da sanguinamento cronico che il più delle volte origina dal tubo digerente e va indagata con esami come gastroscopia e colonscopia: va anche esclusa la presenza di celiachia che ne causa il malassorbimento.

L’anemia carenziale può anche essere conseguente ad un deficit di vitamina B12 o folati, in questo caso si definisce “anemia megaloblastica”: entrambe queste sostanze sono coinvolte nella produzione dei globuli rossi e in caso di carenze si manifestano difetti della loro maturazione.

Frutta, vegetali e carne contengono una grossa quantità di acido folico, ma poiché esso è in gran parte distrutto dalla cottura, frutta e ortaggi crudi costituiscono la sorgente dietetica principale della vitamina nell’uomo.

La causa più comune di carenza di acido folico è rappresentata da un insufficiente apporto per dieta inadeguata, come avviene negli anziani e negli alcolisti, oppure da aumentato consumo, come avviene nella gravidanza, nell’allattamento e nell’accrescimento.

La principale sorgente di vitamina

B12 per l’uomo è rappresentata dalle proteine animali (carne, pesce, latte e derivati, tuorlo d’uovo): ne consegue che una carenza dietetica si può verificare nei vegani che non solo non mangiano carne né pesce, ma non consumano neppure i derivati animali (latte, formaggi, uova).

In una malattia gastrica, la gastrite atrofica, si verifica un alterato assorbimento della vitamina B12 che porta oltre all’anemia anche allo sviluppo di sintomi neurologici: lo stesso quadro lo si ha nella resezione dello stomaco, malattie intestinali. In tutte queste condizioni, la vitamina B12 deve essere fornita all’organismo mediante farmaci da assumere con iniezioni intramuscolari.

Come visto, cause e manifestazioni delle anemie possono essere varie e di origini diverse: rivolgersi prontamente al Medico Curante in caso di sintomi e fastidi sospetti è utile per poter approfondire con opportuni esami laboratoristici ed essere indirizzati ad approfondimenti specifici, in caso di disturbi gastro-intestinali.

Con l’intervento dello Specialista in Ematologia, potrà poi essere individuato il percorso di terapia più adeguato.

Dossier

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Le anemie carenziali, come evitarle?

Come assumere correttamente ferro, vitamina b12 e acido folico Dr.ssa Lidia M. Luisa Rovera, Specialista in Malattie dell’Apparato Digerente e in Scienza Dell’alimentazione, Consulente Larc Venezia, Mombarcaro E Freidour

Apporti dietetici inadeguati di ferro, di vitamina B12 e di acido folico contribuiscono a determinare sintomi di carenza (stanchezza, difficoltà di concentrazione, etc.) e/o anemia. Per la prevenzione delle carenze vitaminico-minerali tutta la popolazione in particolare bambini, adolescenti, donne in età fertile, in gravidanza ed allattamento, vegetariani, chi segue diete sbilanciate, chi presenta alcune patologie dovrebbe consumare cibi che forniscano ferro e vitamine nel rispetto delle Assunzioni Raccomandate Giornaliere per la popolazione definite dagli esperti del settore (LARN).

Il loro utilizzo ottimale da parte dell’organismo (biodisponibilità) dipende, oltre che dalle caratteristiche degli alimenti che li contengono, anche da fattori che ne influenzano l’assorbimento.

La vitamina B12 è presente soltanto negli alimenti di origine animale (latte, latticini, uova, carni, frattaglie, salumi, pesci e molluschi) la cui esclusione (diete vegetariane o sbilanciate) richiede necessariamente interventi correttivi ed eventuali supplementi con integratori.

L’acido folico è presente sia negli alimenti di origine animale che vegetale (cereali, frutta, verdura e legumi) che per garantirne l’ottimale rifornimento (come per la vitamina B12), dopo la cottura, non dovrebbero essere sottoposti a “riscaldamenti” ripetuti.

Gli alimenti di origine animale (ad eccezione del latte e latticini) forniscono ferro in forma facilmente assorbibile (ferro EME) mentre quelli vegetali (cereali, legumi, vegetali come spinaci) contengono ferro (NON EME) che è assorbito più difficilmente, specialmente in

presenza di diverse sostanze alimentari come le fibre, i tannini (presenti per esempio nel vino, nel caffè e tè) e il calcio (latticini).

L’assorbimento del ferro può essere facilitato dalla contemporanea assunzione di alimenti ricchi di vitamine (Vitamina A e C).

La corretta associazione degli alimenti nei pasti della giornata è l’unico sistema che garantisce il rifornimento adeguato di ferro e vitamine: risulta difficile correggere soltanto con l’alimentazione gli stati carenziali o l’anemia.

In questi casi occorre eseguire un supplemento con integratori da valutare con lo Specialista anche negli individui che scelgono stili dietetici quali vegetarianesimo o veganesimo o che si sottopongono, per diversi motivi, a diete sbilanciate.

Salute a tavola CIOCCOLATO FONDENTE? AMICO DELLA DIETA Il cioccolato fa gola a tutti! Ne esistono di diversi tipi: al latte, nocciolato, bianco e fondente. Tra tutti, quello che apporta il maggior giovamento, è il fondente. L’ingrediente principe del cioccolato è il cacao, a cui sono dovuti i suoi benefici: maggiore è la percentuale di cacao, migliore è il cioccolato (e minore la quantità di zuccheri e grassi). Un ottimo cioccolato deve avere almeno il 70% di cacao.

Tanto temuto per la dieta, in realtà il cioccolato è ottimo per la salute: fa bene al sistema cardiovascolare, all’umore, riduce lo stress, apporta vitamine (B1, B2, niacina) ed è un’ottima fonte di ferro, potassio, calcio e zinco. In particolare, quello fondente contiene polifenoli, dei potenti antiossidanti che rinforzano il sistema immunitario e prevengono il rischio di infarto e ictus.

Attenzione però alla quantità consumata quotidianamente! Sebbene il

A misura di bambino Con il disegno di Melissa (7 anni), salutiamo l’arrivo della bella stagione. Per scoprire tutta l’offerta di servizi LARC dedicati ai più piccoli, consulta il sito www.larc.it.

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cioccolato fondente abbia ottimi benefici, ha anche un alto apporto calorico. Quindi via libera al cioccolato fondente ma attenzione alle quantità! Anche chi è a dieta può gustare un pezzetto di cioccolato fondente (20g) al giorno: il suo apporto calorico è poco più alto di quello di una fetta biscottata o di una mela. Per scegliere un buon cioccolato fondente bisogna fare attenzione agli ingredienti riportati nelle etichette nutrizionali, preferendo quello con zucchero di canna integrale, burro di cacao e un’elevata percentuale di cacao.

Nonostante le proprietà benefiche del cioccolato fondente, in determinati casi è meglio evitarlo: se si hanno problemi gastrici di colite ad esempio, oppure in gravidanza o allatta-

mento perché contiene delle sostanze simili alla caffeina che possono causare coliche nel bimbo.

Dr.ssa Giovanna Mottola, Biologa Nutrizionista, Consulente Larc Venezia

TORTA CON FRAGOLE E CIOCCOLATO Ingredienti: 250 g di latte di soia (senza zuccheri ed oli aggiunti), 200 g di farina semi integrale tipo 2, 160 g di fragole (+ q.b. per la decorazione), 100 g di zucchero di canna integrale, 90 g di cioccolato fondente 70% cacao, 50 g di olio di semi di girasole, 40 g di cacao amaro e una bustina di lievito.

Procedimento: In una ciotola capiente setacciare farina, cacao amaro e lievito: mescolare il tutto per amalgamare bene. A parte tagliare a dadini piccoli le fragole, molto finemente il cioccolato fondente e miscelare l’olio di semi di girasole con il latte di soia.

Unire tutti gli ingredienti e mescolare fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo. Versare il composto in una teglia rivestita da carta forno e infornare nel forno statico a 175 °C per circa 60 minuti.

Over e in salute PER UN INVECCHIAMENTO DI SUCCESSO L’affanno ovvero la mancanza di fiato, fame d’aria, dispnea è uno dei sintomi più fastidiosi e al tempo stesso più diffusi, in medicina, soprattutto quando gli anni passano e si fanno sentire: per un “invecchiamento di successo” è quindi molto importante poterne individuare le cause, correggere i meccanismi e soprattutto, mettere in opera tutti i possibili provvedimenti per prevenirlo, migliorando così sia la qualità di vita sia la propria autonomia.

Il sintomo dell’affanno è diffuso in età geriatrica perché costituisce la manifestazione comune di problemi di salute molto diversi e diffusi, dallo scompenso cardiaco alle malattie croniche dell’apparato respiratorio a tutte le forme di anemia, per citare solo le tre evenienze più comuni: si tratta sempre di situazioni in cui agli organi ed ai tessuti dell’organismo non arriva abbastanza ossigeno per la produzione dell’energia necessaria a svolgere la loro funzione.

Da questa premessa, derivano alcuni importanti consigli pratici: • Fare movimento fisico, come camminare, andare in bicicletta, nuotare, praticare sport da tranquilli quindi, mantenendo possibilmente un peso forma e una alimentazione bilanciata, importanti non solo per invecchiare meglio senza disabilità, ma anche per sentire più precocemente il “campanello d’allarme” dell’affanno sotto sforzo per diagnosticare le malattie sottostanti in stadio iniziale.

• Fare un check-up già nella mezz’età e ancor più alla soglia della senilità, mirato ai fattori di rischio noti o, in assenza di notizie cliniche, come primo approccio,almeno a quelli più diffusi.

• Non sottovalutare mai anche il più isolato e contingente episodio di affanno, compreso quello che si è manifestato per uno sforzo o una attività sportiva decisamente più intensa di quelli della vostra quotidianità, perché potrebbe essere spia di problemi importanti, dominabili e correggibili se affrontati subito.

Invecchiare bene vuole anche dire respirare bene: la mancanza di fiato - fame d’aria - è uno dei disturbi più angoscianti e disabilitanti che si conoscano: dobbiamo costruire insieme la migliore “alleanza terapeutica” tra malati (o potenziali malati) e medici (con tutti gli altri professionisti della salute) per una vita sana.

Dr. Ugo Marchisio, Specialista in Pneumologia e in Medicina Interna, Direttore Sanitario Larc2 Mombarcaro

Dizionario medico RISONANZA MAGNETICA La Risonanza Magnetica o risonanza magnetica nucleare (RMN), è l’esame diagnostico per immagini che non espone il paziente a radiazioni perché utilizza onde radio e campi elettromagnetici e può essere svolto da tutti i pazienti (ad esclusione delle donne in gravidanza e dei portatori di pacemaker o protesi metalliche).

Impiegata per la diagnosi di malattie tumorali, la RMN consente l’indagine di diverse patologie: lesioni muscolo-scheletriche o articolari (come fratture e lesioni dei legamenti), patologie neurologiche, degli organi addominali o del torace.

A seconda degli accertamenti, può essere necessaria l’iniezione di un liquido di contrasto per un maggiore dettaglio delle strutture.

Le apparecchiature possono essere aperte lateralmente o a tunnel.

Quelle più recenti, con tunnel corto e ampio adatto a pazienti di tutte le taglie ed età, sono in grado di effettuare screening approfonditi inserendo sotto allo scanner solo la parte del corpo da esaminare, eliminando la sensazione di claustrofobia.

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Appuntamenti e Novità

Notizie dalle Sedi del Gruppo LARC! Per restare sempre aggiornato sulle novità del Gruppo LARC iscriviti alla newsletter sul sito www.larc.it e seguici su Facebook

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Il punto prelievi pinerolo amplia gli orari

Si ampliano le aperture del punto prelievi dello Studio Medico Pinerolese: a partire dal mese di maggio infatti il servizio sarà disponibile anche nella giornata di sabato con orario 8:00 - 10:00.

Per saperne di più visita il sito www.larc.it o chiama il numero 0121.921681.

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Nuovi orari per gli esami radiologia senza prenotazione

Per venire incontro alle esigenze dei pazienti, il Gruppo LARC permette di effettuare in forma privata, senza prenotazione ed a tariffe contenute, esami di radiologia tradizionale (RX), ora con nuovi orari più estesi nelle sedi LARC VENEZIA, LARC MOMBARCARO e STUDIO MEDICO PINEROLESE. Per saperne di più vai sul sito www.larc.it o chiama il numero 011.0341777.

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Gastroscopia e colonscopia in narcosi: ora si può

Gli esami di gastroscopia e colonscopia in narcosi sono ora disponibili presso il Centro Medico Chirurgico Freidour: per limitare il fastidio legato all’esecuzione di questi esami” e poi “per poterne usufruire, è necessario svolgere.

Per poterne usufruire è necessario svolgere, almeno una settimana prima dell’esame programmato, un colloquio di valutazione con l’anestesista che effettuerà la sedazione.

Per prenotazioni chiamare il numero 011.7719077 o rivolgersi direttamente presso il Centro Medico Chirurgico Freidour, in via Freidour 1 a Torino (metro: piazza Rivoli).

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Parcheggio LARC Venezia

Per agevolare i pazienti, è ora possibile accedere direttamente dal parcheggio interrato alla struttura, utilizzando l’ascensore o le scale che collegano i piani interrati -1 e -2 alla hall dell’ala nuova della sede di Corso Venezia. Ricordiamo che Gruppo LARC è lieto di offrire a tutti gli utenti 2 ore di sosta gratuita: per chi si è trattenuto meno di 120 minuti non è più necessario vidimare il biglietto prima dell’uscita.

L’esperto risponde

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DOMANDE & RISPOSTE L’esperto risponde CARDIOLOGIA

ODONTOIATRIA

LABORATORIO

Caffè, sì o no?

Gli strascichi di una devitalizzazione

Citomegalovirus in gravidanza

Qualche anno fa sono stato sottoposto a un intervento di devitalizzazione a un dente: nonostante questo, di tanto in tanto, continua a ripresentarsi un dolore che non mi da pace. A cosa potrebbe essere dovuto?

Il Citomegalovirus è molto pericoloso in gravidanza? Ė possibile il contagio tramite saliva, ad esempio mentre qualcuno ci sta parlando?

Quali esami occorre effettuare per sapere se si è contratto?

Le ricerche scientifiche, i giornali e i servizi tv danno spesso opinioni opposte sul caffè: c’è chi dice faccia male, chi invece sia utile per ridurre il rischio di attacchi cardiaci. Dove sta la verità? Quante tazzine si possono consumare al giorno?

Paolo, 60 anni Come medico e come cardiologo dovrei considerare il quadro anamnestico e clinico del paziente ma io credo sia sempre valida la locuzione latina “in medio stat virtus“ ovvero seguendo la via di mezzo camminerai sicurissimo: non è il caffè che fa danno ma la sua assunzione esagerata.

Due o tre caffè al dì non hanno mai fatto male a nessuno, specie se sorseggiati con calma apprezzandone l’aroma ed il sapore, magari in buona compagnia ed associandovi un pezzetto di cioccolato. Il caffè è e deve essere dunque un antidoto ed un piacevole “break” contro le tensioni e lo stress quotidiano Dr. Giulio Fiasconaro, Specialista in Cardiologia, Consulente Larc Venezia, Mombarcaro e Freidour

Per rivolgere una domanda agli Specialisti Consulenti LARC compilare e spedire a: IL MONITORE MEDICO C.so Venezia 10 - 10155 Torino oppure scrivere a: info@ilmonitoremedico.it o compilare il form sul sito: www.larc.it

Marco, 49 anni

Giulia, 25 anni

Dopo la devitalizzazione il dente risulta “morto”, ma talvolta anche dopo anni può fare male. Le cause più comuni possono essere la presenza di un’infezione cronica o acuta sulla punta delle radici per la presenza di batteri rimasti nel canale del nervo, sovraccarico di lavoro del dente (per una ricostruzione incongrua), oppure il dente può essere mobile perché ha perso le fibre che lo legano all’osso o potrebbe essersi fratturato spontaneamente o per un trauma.

Sicuramente è importante in questo caso fare al più presto una visita di controllo dal dentista che possa individuare la risoluzione del problema.

Il Citomegalovirus (CMV) è un virus molto comune appartenente alla famiglia degli Herpes Virus come varicella, Herpes o Mononucleosi.

La trasmissione può avvenire con il contatto diretto con secrezioni oro-faringee, quindi anche con micro gocce di saliva o attraverso la placenta in gravidanza.

Responsabile di infezioni di lieve entità nelle persone in buona salute, se contratto in gravidanza il virus può essere trasmesso al feto con gravi conseguenze. Per stabilire se un individuo ha contratto o meno l’infezione è necessario un esame del sangue per ricercare la presenza di anticorpi anticitomegalovirus IgM (infezione in corso) o IgG (anticorpi acquisiti).

Dr.ssa Donatella Maria Gusetti, Direttore Sanitario Odontolarc Mombarcaro

Dr. Giovanni Orso Giacone, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, Consulente Larc Venezia

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