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24 Energie libere! Arte & Cultura

turale vengano piegati e asserviti a pupe e bulli prezzolati di turno. Troppo spesso si fanno passare furbescamente programmi televisivi nei quali la coscienza si ferma alle cosce, o al dibattito “del più bel lato B”, spacciandoli per eventi culturali di alto profilo (est)etico. Di fatto, con questo si depotenziano iniziative realmente meritevoli (dal cinema al teatro, alla lirica ai musei), sempre meno sostenute e incentivate, che portano all’emarginazione di autori validi, sempre più pochi, sempre più soli. Forse perché la cultura suscita sempre e ancora paura: è più facile governare l’ignoranza. Lo capirono statisti e dittatori di tutti i tempi, figuriamoci se non lo sanno i membri del Terzo Governo “mediatico”. E se in Italia ci sono ancora manifestazioni culturali che all’estero sono molto seguite e considerate, si pensa subito a come intervenire. Un paio di esempi, che non saranno gli ultimi, purtroppo. Subito dopo la Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi ha dichiarato a Panorama, il più noto settimanale berlusconiano: “Siccome i finanziamenti sono dello Stato, d`ora in poi intendo mettere becco anche nella scelta dei membri della giuria del festival di Venezia”. La motivazione? L’Italia non ha avuto nessun premio. Come se per forza i film italiani dovessero vincere, in virtù di un nazionalismo subdolo e ipocrita, che in altri ambiti non viene per niente considerato. Allora cosa avrebbero dovuto dire i francesi, pure abituati alla “grandeur”, quando al Festival di Cannes per diversi anni restarono a bocca asciutta? Attori, produttori e registi italiani hanno liberamente invitato il B(u)ondi, diventato di colpo paladino del cinema italiano, a non intromettersi. Perché se le nostre pellicole non sono state premiate, forse hanno bisogno di migliorare ancora. E se a dirlo sono personalità come Domenico Procacci, Mario Martone e Michele Placido, credo che ci si possa fidare. Ma un Governo che mette le mani su tutto non può e non vuole restare fuori da un festival internazionale che quest’anno ha vi-

sto Quentin Tarantino presidente di giuria e la già premio Oscar Sofia Coppola trionfare in Laguna, con il suo film “Somewhere”. Si è gridato subito allo scandalo e al conflitto di interessi, perché la giovane Sofia in passato è stata la compagna di Tarantino. Ma la cosa che più stupisce è che a ricamare il privato in pubblico siano stati proprio coloro che non riconoscono il più grande conflitto di interessi mondiale: quello del presidente del Consiglio italiano! Insomma, ancora una volta l’Italia si conferma il Paese dei balocchi, dove si vede solo la pagliuzza nell’occhio dell’avversario ma non la propria trave. Speriamo che gli italiani ritornino a guardare la realtà con gli occhi dell’obiettività, perché non se ne può più di andare avanti a pane, slogan e ipocrisia. Solitamente i politici che amano il bavaglio mettono anche il becco in cose nelle quali non primeggiano. A volte è preferibile fare la figura del mezzo cretino tenendo la bocca chiusa, piuttosto che parlare e farla per intero. Per la cronaca, il 17 settembre si è appreso da “Il Giornale” (di Paolo Berlusconi) che lo stesso ministro ha confermato la fiducia a Vittorio Sgarbi nell’incarico di soprintendente del polo museale di Venezia. Tre giorni dopo, sullo stesso quotidiano Sgarbi “difende l’indifendibile Bondi”. La politica del dare e avere funziona ancora, purtroppo. Chicca finale: del tutto in linea è arrivata dopo 153 giorni di interim la nomina del nuovo ministro dello Sviluppo Economico (Mediaset) Paolo Romani, un altro Fede(le) servitore. Cambiano i bandisti, non certo la musica. ♦

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Energie libere! Redazione Direttore Rudi Russo

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