Giovani tristi/Incursioni nel grottesco

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È ossessionato dalla morte: si suicida mangiando la merda radioattiva degli scarichi controllati. Vuole diventare radioattivo per permanere. Registra tutto quello che fa e che dice per conservare memoria di sé (periodicamente sbobina su supporto analogico per paura dell’inaffidabilità della tecnologia). Sa che quando muore diverrà schifoso e puzzerà come di pannolone di vecchio in una stanza in cui non si è mai cambiata l’aria e non ci potrà mai fare niente. Messo in una cassettina ad ammuffire (lanuggine bianca come sulle pesche). Va per ragioni di lavoro in una grande città, insulta per motivi di campanilismo un gruppo di ultras locali, lo randellano alla testa e sulla schiena con un manganello telescopico di acciaio: diventa tetraplegico, non riesce ad articolare bene la parole per il resto della sua vita, diventa cieco. È vecchio, è inutile, passa tutta la giornata in solitudine a non far nulla: la mattina si veste bene (un abito color avana) e porta a spasso il cane, a metà percorso riempie le braghe (fa metà passeggiata con le mutande piene). Ragiona a breve termine perché il mondo cambia troppo in fretta, si rifiuta di versare i contributi previdenziali: si ammala, non può più lavorare, diventa un barbone. È un lavoratore rispettabile e un bravo padre di famiglia: scappa di casa e si lascia morire di fame in un casolare abbandonato nel bosco. Entra in ufficio pubblico, si reca alla toilette e caga sul pavimento. È un grassone, frequenta un forum di cosplay, un giorno esce di testa e pubblica un set di foto in cui sborra sulle sue mutande sudate e lecca la 27


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