WINE TASTING text Teresa Favi - photo Carlo Gianni (N.12 - 2010)
La leggenda
Tignanello. La storia di un Supertuscan che salvò una Doc A Supertuscan wine that saved a DOC La leggenda narra che un Supertuscan abbia salvato il Chianti dalla rovina. Tignanello, dal toponimo del vigneto da cui provenivano le sue uve. Alla fine degli anni 60 il consumo di Chianti risentì di una grave crisi e fu allora che Piero Antinori decise di sperimentare, insieme all’enologo Giacomo Tachis, qualcosa di diverso dal Chianti Classico, con la ferma intenzione di valorizzare il terroir e quei 350 ettari ricchi di scheletro (alberese, galestro) con inserti d’argilla rossa, 350-400 metri slm a San Casciano Val di Pesa, cuore del Chianti Classico. L’anno di nascita ufficiale è il 1970, ma c’erano ancora Canaiolo e uve bianche come da formulario. Nel 1971, furono eliminate le uve bianche. La nascita vera e propria del Tignanello risale al 1975 quando, eliminato anche il Canaiolo, vennero introdotte contenute percentuali di Cabernet Sauvignon e Franc. Queste aggiunte favorirono un matrimonio perfetto tra il Sangiovese e i vitigni non autoctoni. E a distanza di dieci anni dalla sua nascita, quando il Chianti Classico passò da Doc a Docg il nuovo disciplinare che ne conseguì finì per accogliere grosso modo gli standard produttivi di questo vino rivoluzionario. Il 1993 è la prima annata seguita per intero da un giovane Renzo Cotarella che da quel momento saprà raccogliere la sfida modernista di Antinori portandola al grado più alto di sperimentazione. La nostra verticale ha avuto luogo a Firenze, a Palazzo Antonori nel mese di Settembre 2010. Erano presenti oltre a Renzo Cotarella, Stefano Carpaneto responsabile della Tenuta Tignanello, Paolo Nardo enologo di Tignanello e Chiara Cattaneo responsabile enologia della Marchesi Antinori. Tutti trentenni, come la maggior parte dei professionisti che oggi lavorano in Toscana, Italia e nel mondo per Piero Antinori, affiancato dalle figlie Albiera, Allegra e Alessia. La rivoluzione continua...
Legend has it that a SuperTuscan saved Chianti from ruin. Its name is Tignanello. At the end of the 60’s the Chianti wine consumption went through a great crisis and it was at that time that Piero Antinori decided to experiment something different from the Classic Chianti, whose designation of origin was controller by a rigid school, with the strong intention to exploit the terroir, 350 hectares rich with bone (alberese, galestro) with inserts of red clay, 350-400 meters slm to San Casciano Val di Pesa, the heart of Chianti Classic. The official birth year was 1970, but the Canaiolo and white grapes were still present like a formulary. In 1971 the white grapes were eliminated and the real birth of the Tignanello dates back to 1975 when the Canaiolo grapes were also eliminated and a percentage of Cabernet Sauvignon and Franc grapes were introduced. These additions favoured a perfect match between the Sangiovese and the non-native grapes. Ten years after its birth the Chianti Classico went from Doc to Docq and the disciplinary that followed ended up largely accepting the productive standards of this revolutionary wine. 1993 was the first year that was totally followed by the young Renzo Cotarella producer of the Cervaro della Sals (1985), and who today is the director of the Antinori universe - who from that moment was able to take on the modern Antinori challenge taking it to a higher degree of experimentation. The vertical tasting took place in Florence at the Palazzo Antinori in the month of September 2010. Besides Renzo Cotarella, Stefano Carpaneto-responsible for the Tignanello estate, Paolo Nardo Tignanello oenologist and Chiara Cattaneo head winemaker of Marchesi Antinori were all present. They are all in their 30’s like the majority of the professionals that today work for Piero Antinori flanked by his daughters Albiera, Allegra and Alessia, in Tuscany, Italy and in the world. The legend continues…
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