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pratoreview

32 CREARE MONDI

Il costumista pluripremiato

Massimo Cantini Parrini e il suo legame con la nostra città di Virginia Mammoli

38 OLTRE IL COPIONE

20 ROMANOS MOUKARZEL

Discrezione

Yuri Tuci, attore pratese e simbolo di rivalsa: dall’autismo al grande schermo con ‘La vita da grandi’ di Teresa Favi

pratoreview

42 ARTE E COMUNITÀ

La stagione 2025 del Centro Pecci

50 I NOSTRI PRIMI CINQUANT’ANNI

Il Museo del Tessuto festeggia un importante traguardo con nuove mostre e progetti di Francesca Lombardi

42 FOCUS ON di Teresa Favi layout Clelia Giardina

66 SARTI DELLA SICUREZZA

Pratopol: la sicurezza su misura, presenti quando serve davvero

68 INNOVAZIONE E AFFIDABILITÀ

70 anni di Palmucci, punto di riferimento per la mobilità e l’assistenza a 360 gradi

70 BENVENUTI DA TIRATISSIMA!

Design d’autore, mixology di alto livello e pizza gourmet da condividere di Martina Olivieri

76 PROFUMO DI BISCOTTI

Il Biscottificio Antonio Mattei apre le porte del laboratorio per chi vuole scoprire (e respirare) la magia dell’impasto artigianale

80 PRATO ESSENTIAL GUIDE

82 MESSAGGI DALLE STELLE

pratoreview

DIRETTORE RESPONSABILE

Matteo Parigi Bini

MODA

Teresa Favi

REDAZIONE

Sabrina Bozzoni, Teresa Favi, Francesca Lombardi

Virginia Mammoli, Martina Olivieri

CONTRIBUTORS

Romanos Moukarzel

FOTO COVER

Emanuela Licenziato

FOTOGRAFI

Ela Bialkowska | OKNO studio, Mario Ciampi, Dario Garofalo, Andrea Gargalli

Claudia Gori, Pamela Gori, Fernando Guerra, Alessandro Moggi Pasquale Paradiso, Ottavia Poli, Lucas Possiede, Toast Studio

GRAFICA

Melania Branca, Clelia Giardina

DIRETTORE COMMERCIALE

Alex Vittorio Lana

PUBBLICITÀ

Nicola Brigandì, Gianni Consorti, Lisa Katsogiannou Alessandra Nardelli, Monica Offidani

SOCIETÀ EDITRICE

Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Cristoforo Landino, 2 - 50129 Firenze - Italia tel +39.055.0498097 redazione@gruppoeditoriale.com

Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009

Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP

STAMPA

Baroni & Gori - Prato

Un cocktail bar con signature drink e classici intramontabili

La serra da riservare in esclusiva

I saloti per aperitivi e dopocena con musica

DOVE SBOCCIA LA BELLEZZA

DALLA TV AL CINEMA, PER PROSEGUIRE

CON LA MODA E L’ARTE.

PER VOI, UNA PRATO IRRESISTIBILE

È una Prato ricca di talenti, colori, nuovi inizi, arte, cinema e spettacolo quella che emerge in questo nuovo numero di Pratoreview. In cover, Elia Nuzzolo, giovane talento pratese che ha conquistato tutti nei panni di Max Pezzali nella serie Sky Hanno ucciso l’Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883 e a cui auguriamo che questo sia solo l’inizio dei suoi ‘anni d’oro’. Ma c’è un altro orgoglio pratese approdato stavolta al cinema, Yuri Tuci, scelto da Greta Scarano insieme a Matilda De Angelis per La vita da grandi, il suo flm di debutto alla regia, dove Tuci, attore già apprezzato nel panorama teatrale grazie alla sua versatilità e profondità interpretativa a cui a 23 è stato diagnosticato l’autismo, racconta una toccante storia di rivalsa dei cosiddetti ‘diversi’ e ‘deboli’. Restando in tema cinema, scoprite la nostra intervista a Massimo Cantini Parrini, costumer designer pluripremiato che ci ha parlato della magia dei costumi e del suo legame con la nostra città, dove viene spesso per trovare tessuti unici e ispirazioni, diventati protagonisti di capolavori come il famoso Pinocchio di Garrone. Il suo amore per Prato passa anche dal Museo del Tessuto di cui, in questo numero, celebriamo i 50 anni di storia, durante i quali il museo ha reso una speciale testimonianza dell’evoluzione della produzione tessile e degli stili attraverso i secoli, in Italia e nel mondo. A proposito di mostre, il Centro Pecci si appresta a inaugurare la bella stagione con tre progetti da non perdere: Light Lights, la prima mostra personale di Davide Stucchi in un’istituzione italiana, con sculture in parte prodotte site specifc; l’intensa opera video La marcia dell’uomo, di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, e Smisurata, una mostra di opere di grande formato della collezione del Centro Pecci, selezionate e allestite dall’architetto Ibrahim Kombarji. Di prospettive artistiche parliamo infne con Romanos Moukarzel, pittore di origine libanese che ha scelto Prato come sua città e di cui ci mostra la sua visione attraverso racconti e opere.

PRIMAVERA A TEATRO

GLI SPETTACOLI E I CONCERTI DA SEGNARE IN AGENDA

MAGGIO

Domenica 4, l’attore e regista Sandro Querci porta al Teatro Politeama Pratese, Il cappello di paglia di Firenze commedia musicale di Eugène Labiche: testo divertentissimo, con i tempi comici della commedia dell’arte e col gioco dell’equivoco, racconta la ricerca spasmodica da parte di Francesco Leoni, futuro sposo novello, d’un cappello di paglia fabbricato a Firenze. L’8, sempre al Politeama ma a conclusione della stagione sinfonica della Camerata Strumentale, Jonathan Webb afronta, il quinto capitolo del progetto dedicato alle sette Sinfonie di Jean Sibelius. In programma f-

gura la partitura forse più ardua e sperimentale della serie, la Quarta, composta fra il 1909 e il 1911 e percorsa dalle sensazioni scaturite da un’escursione nei paesaggi estremi di Koli, la montagna della Karelia.

La seconda parte allinea due magnifche partiture russe, col Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Šostakovič come ulteriore omaggio al compositore nel 50° anniversario dalla morte.

Dall’8 al 13, al Teatro Metastasio, va in scena Antigone in Amazzonia di Milo Rau utilizza la tragedia sofoclea come strumento allegorico per costruire un afondo sulle violente

devastazioni e gli sfollamenti causati dallo stato moderno, che pone la proprietà privata al di sopra del tradizionale diritto alla terra. Realizzato insieme agli attivisti del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra, ad attori professionisti e non professionisti e con il coinvolgimento di popolazioni indigene, lo spettacolo mette in scena la realtà dello stato brasiliano del Pará, dove le foreste bruciano a causa dell’espansione delle monocolture di soia e la natura viene divorata dal capitalismo. Il 14, al Politeama, Thant’s Amore è lo spettacolo di danza classica in due atti a base di comicità e divertimen-

to, nostalgia e atmosfere romantiche, sulle note di alcune celebri canzoni che hanno fatto sognare l’Italia fra gli anni Trenta e Sessanta. Le voci di Mina, Celentano, Gino Paoli accompagnano gli spettatori attraverso le atmosfere di un’Italia allegra e spensierata. Il 17, ancora al Politeama, E se facessi un tour? è il nuovo spettacolo di Maurizio Merluzzo che fonde doppiaggio, ironia, intrattenimento e motivazione. Con la sua voce inconfondibile, racconta aneddoti divertenti e retroscena del mondo del doppiaggio. Un viaggio emozionante e motivante, celebrando la passione e l’autenticità.

CAMERA STRUMENTALE - JONATHAN WEBB
TEATRO METASTASIO - ANTIGONE IN AMAZZONIA

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STUDIO

PH. TOAST

A TUTTA ARTE

LE MOSTRE DA NON PERDERE A PRATO, UN VIAGGIO TRA STORIE DELLA CITTÀ E DEL MONDO

CENTRO PECCI

Dopo la mostra Satura del pittore statunitense Louis Fratino, aperta fno all’11 maggio, il Centro Pecci si appresta a inaugurare il 31 maggio tre nuovi progetti: Davide Stucchi. Light Lights, un percorso straordinario attraverso le sculture realizzate dall’artista tra il 2019 e il 2025 (fno al 2 novembre); l’opera video

La marcia dell’uomo di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, che racconta il colonialismo italiano in Africa intriso di disprezzo e pregiudizio tra la fne dell’Ottocento e gli anni ‘60 del Novecento (fno al 14 settembre) e Smisurata, con una selezione di ope-

re di grande formato della collezione del Centro Pecci, scelte e allestite dall’architetto Ibrahim Kombarji (fno all’8 settembre).

MUSEO DEL TESSUTO

Museo del Tessuto accoglie fno al 21 dicembre Tesori di seta. Capolavori tessili dalla donazione Falletti, un’esposizione di rari e preziosi tessuti giunti grazie alla donazione da parte del medico forentino Giovanni Falletti, mentre termina l’8 giugno, Velvet mi Amor, una mostra dedicata alle sperimentazioni contemporanee sul velluto, interpretato con nuove forme, manipolazioni e accostamenti innovativi.

PALAZZO PRETORIO

Palazzo Pretorio ospita fno al 18 maggio le opere degli artisti Thomas Lange e Mutsuo Hirano nella mostra Boccaccio 25: un’occasione unica per esplorare due universi creativi che si incontrano in una rifessione contemplativa sull’esistenza e sulla società attuale.

LOTTOZERO

Fino al 23 maggio negli spazi di Lottozero, Panneggi, una mostra fotografca di Chiara Bettazzi, che riunisce una serie di scatti inediti, realizzati tra il 2022 e il 2025, in cui il tessuto, da tenda e quinta scenografca utilizzata in installazioni e composizio-

ni scultoree, acquista una nuova autonomia, diventando il protagonista assoluto della scena e avvicinando l’indagine dell’artista sulla natura morta al registro del tableau vivant.

BIBLIOTECA LAZZERINI

La Biblioteca Lazzerini ospita, fno al 31 maggio, Gite Industriali, la mostra del Fotoclub Il Bacchino, un percorso fotografco che racconta le straordinarie esperienze di turismo della città di Prato assieme al fascino nascosto di un territorio in continua evoluzione attraverso gli sguardi e le interpretazioni dei membri di questo attivo sodalizio di fotograf pratesi.

LOTTOZERO - PANNEGGI
MUSEO DEL TESSUTO - TESORI DI SETA

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ELIA NUZZOLO HA INTERPRETATO ANCHE IL GIOVANE MIKE BONGIORNO ED È STATO AL CINEMA CON ROSSOSPERANZA (PH. EMANUELA LICENZIATO)

L’INIZIO DEGLI ANNI D’ORO

ELIA NUZZOLO, LA NOSTRA INTERVISTA

AL GIOVANE TALENTO PRATESE CHE HA CONQUISTATO

TUTTI NEI PANNI DI MAX PEZZALI

DI VIRGINIA MAMMOLI

Cosi camaleontico e bravo nell’interpretare e fare suoi un americano cresciuto a Torino e un cantante di Pavia, che quasi stupisce sapere che Elia Nuzzolo – alias il giovane Mike Bongiorno nella miniserie uscita in occasione del centenario della nascita del conduttore televisivo e Max Pezzali nella serie-fenomeno Hanno ucciso l’Uomo Ragno – è in realtà un giovane talento pratese. Classe 2000, è qui, nella sua città, che scopre la passione per la recitazione, prima coltivata nella Scuola di Cinema Anna Magnani, poi nel Centro Sperimentale di Cinematografa di Roma. Lo intervistiamo con in mente la colonna sonora degli 883 e augurandogli che questo sia solo l’inizio dei suoi ‘anni d’oro’.

Elia, com’è entrato il cinema nella tua vita?

Prima di tutto il cinema, nella mia vita, è stato un evento collettivo: un momento speciale, per condividere del tempo insieme alla famiglia e agli amici, prendendo parte tutti insieme a una storia.

Com’è stato interpretare un’icona della televisione italiana come Mike Bongiorno?

Lavorare su un personaggio realmente esistito e così amato è stata una grande opportunità. Interpretare un personaggio così conosciuto normalmente non lascia troppo spazio all’inventiva di un attore, perché le caratteristiche sono già ben delineate. Nel mio caso, però, la parte più delicata – e che mi ha anche permesso di vagare un po’ con l’immaginazione – è stata cercare di inquadrare non il Mike ‘performativo’ o ‘televisivo’, ma il Mike privato: quello dentro le mura

di casa, un lato di cui si hanno pochissime testimonianze, soprattutto nella sua giovinezza. Cosa ti ha colpito di più di Mike?

La forza di volontà, la sua resistenza alle avversità della vita e quel pizzico di testardaggine che è necessaria per raggiungere le cose davvero importanti. La capacità di non scoraggiarsi! Giovanissimo, classe 2000, interpreti Max Pezzali nella serie Hanno ucciso l’Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883. Cosa rappresentano gli 883 per la tua generazione?

Forse gli anni ’90 stessi: un decennio iconico che non abbiamo vissuto, ma di cui riusciamo a percepire l’atmosfera e i colori, proprio grazie a racconti come quelli degli 883. Per qualcuno potrebbero essere un ricordo dell’infanzia, l’ultima eco degli anni ’90 che sfociava nei primi 2000. Per me e per il mio gruppo di amici più stretti, quelli che avevo a scuola, sono stati la colonna sonora degli anni delle superiori. Canzoni che parlavano di cose a noi quasi sconosciute, come il ‘Grande Real’ o Happy Days, ma che ci davano comunque un senso di fratellanza. Ascoltavamo spesso Max Pezzali, in macchina, a tutto volume, tornando dalle serate a Firenze. Com’è stato immergerti negli anni ’90? Qual è secondo te la diferenza più grande rispetto al presente?

La diferenza maggiore è in termini di velocità, praticamente su tutto: dai trasporti ai mezzi di comunicazione, dalla tecnologia alla disponibilità di intrattenimento. Questo comporta che la vera diferenza tra un ragazzo degli anni ’90 e

uno di oggi è la tolleranza alla noia, la capacità di gestirla e magari di sfruttarla come occasione per pensare e…, perché no, farsi venire un’idea. Oggi siamo un po’ spaventati dal non avere niente da fare, senza stimoli se non i nostri pensieri.

Che efetto ti hanno fatto invece la moda e la musica del periodo?

È stato un piacere indossare i panni di Max, perché nella loro semplicità non si discostano troppo dal mio tipo di abbigliamento: jeans, maglietta, scarpe da ginnastica e magari una felpa o una giacca. Ho scoperto anche tanta buona musica, gruppi che non avevo mai ascoltato come i Joy Division, i Sex Pistols o i Run DMC. La tua canzone preferita degli 883?

Come mai

Com’è stato conoscere Max Pezzali?

Una grande emozione. La prima volta che l’ho incontrato stavo facendo delle prove di canto con Matteo Giuggioli in uno studio a Pavia. A un certo punto arriva Max Pezzali e ci mettiamo a cantare le sue canzoni insieme. Un momento che mi ricorderò per sempre.

Come hai lavorato sul personaggio per riuscire a essere così fedele e credibile, anche nei più piccoli dettagli?

Ho avuto diversi mesi per trovare il personaggio. Ho fatto ricorso a molte fonti, video e scritte, per cercare di capirlo il più possibile. Anche vedere delle interviste di Max da giovane mi è stata molto utile: notavo certe abitudini fsiche e cercavo di registrarle.

Max Pezzali e Mauro Repetto trasmettono una sintonia unica. La scena più divertente che hai girato con Matteo Oscar Giuggioli?

La più divertente in assoluto per me è stata quella in cui Max e Mauro cercano di ottenere uno sconto dalla cassiera del negozio sfruttando il fatto che alla radio sta suonando Hanno ucciso l’uomo ragno. Ma la cassiera non sa che faccia abbiano gli 883 e gli nega lo sconto. La bravissima attrice che interpretava la cassiera, Antonia Di Francesco, ci faceva troppo ridere… non riuscivamo a rimanere seri!

In arrivo la seconda stagione, cosa ci puoi dire di Nord Sud Ovest Est?

Ancora neppure io so molto, dovremmo iniziare a girare quest’estate. Non vedo l’ora!

Parliamo adesso di Prato. Pensi che crescere in questa città, che col cinema ha un certo legame, abbia infuito sulla tua scelta di intraprendere questa carriera?

Sì, sicuramente i personaggi di Prato e dintorni che si sono fatti strada nel cinema e nel teatro sono stati una motivazione, dei punti di riferimento che mi hanno infuenzato molto.

In più, per me tutto è iniziato alla scuola di cinema ‘Anna Magnani’ di Prato, con Chiara Luccianti.

I luoghi dove porteresti un tuo amico che non conosce Prato?

Sicuramente lo porterei in centro! Il centro di Prato è molto piacevole per fare una passeggiata ed è ricco di storia. Anche tutti i pub o ristoranti che preferisco si trovano lì.

LA FONTANA DEL BACCHINO DELLO SCULTORE FERDINANDO TACCA, IN PIAZZA DEL COMUNE DAVANTI A PALAZZO PRETORIO

DISCREZIONE E BELLEZZA

HO INIZIATO A CONOSCERE PRATO CORTEGGIANDOLA A MATITA…

TESTO, DISEGNI E DIPINTI DI ROMANOS MOUKARZEL

Sono nato in Libano, nel 1965. La mia infanzia è trascorsa sotto le luci calde del Mediterraneo, tra i profumi delle spezie e le voci di un Paese già allora in fermento. Ma ai miei dieci anni, tutto cambiò: lo scoppio della guerra civile ci costrinse la mia famiglia a lasciare la nostra terra.

Londra fu il nostro approdo; grigia e immensa, un contrasto radicale con il mondo che avevo conosciuto fno ad allora.

Così è iniziata la mia seconda vita.

nigoni, già malato, morì poco dopo il mio arrivo in Italia.

Nonostante la delusione iniziale, sono riuscito a trovare la mia strada in un atelier forentino diretto da due artisti americani.

LIBANESE, CRESCIUTO A LONDRA, PITTORE E DISEGNATORE

A diciott’anni ho scelto di dedicarmi all’arte e dopo aver concluso gli studi a Londra, sono partito per New York. Ed è stato lì, pensate, che ho incontrato un artista che si era formato con Pietro Annigoni, a Firenze. Gli scrisse persino una lettera di raccomandazione afnché potessi studiare con quel grande maestro forentino. Ma il destino aveva in serbo altri piani per me: An-

FIGURATIVO, VIVE A PRATO DAL 2021

Lì, immerso nell’atmosfera senza tempo della città, ho appreso le tecniche classiche del disegno e della pittura a olio, con un’attenzione particolare alla ritrattistica. Sono stati anni intensi, pieni di studio, amicizie e scoperte: Firenze è stata il teatro silenzioso delle mie trasformazioni interiori.

Dopo due anni e mezzo sono tornato a Londra, dove ho aperto il mio primo studio.

Nel frattempo, in Libano, la guerra era fnalmente termina. Era il 1992 e si respirava un nuovo entusiasmo. Quell’anno ho vinto il primo premio al Salon d’Automne, un riconoscimento che mi ha aiutato a realizzare la mia prima mostra a Beirut.

ROMANOS MOUKARZEL MENTRE DISEGNA NELLA CAMPAGNA DI FILETTOLE
IL MONUMENTO A FRANCESCO DATINI, IN PIAZZA DEL COMUNE
PALAZZO PRETORIO (PH. PASQUALE PARADISO)
AAA IL CORSO DEL FIUME BISENZIO IN CITTÀ (PH. PASQUALE PARADISO)

A sinistra: Colle, Carmignano, 2016, Tela su tavola

A destra: Sul lago dell’Accesa, 2016 Olio su tela

Vista da Capezzana, 2013, Olio su carta

I MIEI LUOGHI

Tree Art

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A sinistra: Lungo Bisenzio, Olio su tela

A destra: Statua di Giuseppe Mazzoni in piazza Duomo, Matita su carta, 2022. Il disegno è anche l’immagine di copertina del catalogo Observation and Memory, che raccoglie i disegni di Romanos Moukarzel realizzati nei primi tempi della sua vita a Prato, in cui ha ritratto la sua nuova città

Fontana del Pescatorello, meglio conosciuta come Fontana del Papero in piazza Duomo, Matita su carta, 2022

Cedar
Studio, l’ingresso dello studio di Romanos Moukarzel nel centro storico
Alexi, 2007, Olio su tela

Tornare in quella terra ferita ma ancora viva è stata un’esperienza carica di emozioni.

Negli anni successivi ho continuato a esporre tra Londra e il Libano alternando mostre collettive e e personali; nel frattempo è entrata nella mia vita Chiara (Chiara Stampone, attrice e performer pratese ndr).

L’ho conosciuta a Londra, ci siamo sposati e per i successivi dieci anni abbiamo vissuto lì fnché un giorno, all’improvviso, ha iniziato a tirare in ballo il sole, il cibo, i legami. Le mancava l’Italia: non c’era bisogno di essere un genio per capirlo…

‘AMO DIPINGERE ALL’APERTO. TRA

I MIEI LUOGHI

ra la vicinanza ai suoi afetti più cari e a me la possibilità di lavorare a due passi da Firenze senza subirne l’invadenza turistica. Non ricercavo la nostalgia della mia giovinezza da studente, ma qualcosa di più vero e radicato. Prato ci ha accolti con discrezione e bellezza Non troppo grande, non troppo piccola, con un centro raccolto e un passato afascinante.

PREFERITI: IL

TRATTO DI FIUME

VICINO AL PONTE

DI SANTA LUCIA’

La Brexit è stata un bel colpo. Quando poi è arrivata la pandemia, abbiamo capito che era il momento di cambiare. Ci siamo guardati e ci siamo detti: “È ora”.

Dopo tante rifessioni, abbiamo scelto Prato. Una città che poteva ofrire a Chia-

Ho trovato uno spazio in via Muzzi e lì ho creato il mio studio che ho chiamato Cedar Tree Art Studio dove tengo anche corsi e laboratori d’arte per adulti e bambini. Appena ci siamo sistemati, ho iniziato a camminare, osservare, disegnare. Ho passato pomeriggi interi in piazza del Comune, dove i volti dei passanti si alternavano sulla facciata bicolore di Palazzo Pretorio come attori su un palcoscenico.

CENTRO PECCI (PH. FERNANDO GUERRA)

Ho ritratto persone nei bar, sui treni, pescatori sul Bisenzio, statue, vicoli, fnestre. Era un dialogo ancora timido con la città, un corteggiamento a matita, che mi ha portato alla fne a realizzare una piccola mostra nel nostro studio con un catalogo dal titolo Observation and Memory. A visual diary of Prato.

‘HO RITRATTO PERSONE NEI BAR, SUI TRENI, PESCATORI SUL BISENZIO, STATUE, VICOLI, FINESTRE’

Col passare del tempo, il mio rapporto con la città si è fatto più intimo. Ho scoperto i suoi silenzi, le sue pause, i suoi scorci nascosti. Amo dipingere all’aria aperta, e uno dei miei luoghi preferiti è il tratto di fume vicino al ponte di Santa Lucia. Nei giorni feriali è un luogo di contemplazione perfetto: l’acqua scorre, il cielo si rifette e la mente si apre.

Un altro rifugio prezioso è il Centro Pecci. Con la sua forma da navicella

aliena e gli spazi interni ampi e ben progettati, è il posto dove vado quando ho bisogno di sentirmi altrove o di guardare il mondo da un’altra prospettiva. Accanto, Farsettiarte ospita opere dimenticate, provenienti da collezioni private, come ‘orfani’ in cerca di una nuova vita.

Dopo aver nutrito lo spirito, mi concedo spesso un pranzo alla

Tazza d’Oro: arte e cibo, due piaceri che Prato sa ofrire con generosità.

E poi c’è la Galleria di Palazzo degli Alberti, con le sue meraviglie: Caravaggio, Bartolini, Filippo Lippi e il mio amato Giovanni Bellini.

Ogni volta che ci entro, mi sembra di attraversare il tempo. Prato, sono certo, ha ancora molti segreti da svelarmi. Io sono qui, con matite e colori, pronto ad ascoltarli.

LORENZO BARTOLINI, NINFA DELLO SCORPIONE
MASSIMO CANTINI PARRINI, 5 DAVID DI DONATELLO, 5 NASTRI D’ARGENTO E 2 NOMINATION AGLI OSCAR (PH. PAMELA GORI)

CREARE MONDI

IL COSTUMISTA PLURIPREMIATO MASSIMO CANTINI PARRINI

E IL SUO LEGAME CON LA NOSTRA CITTÀ

DI VIRGINIA MAMMOLI

Costume e couture, illusione e realtà, passato e contemporaneità, questo e molto altro convive nell’universo di Massimo Cantini Parrini, costume designer di fama internazionale che attraverso i suoi abiti dà vita a personaggi e mondi incredibili. Basti pensare a capolavori come Il racconto dei racconti, Pinocchio e Dogman tutti e tre con la regia di Matteo Garrone, Cyrano di Joe Wright e, parlando delle ultime uscite, Maria, con una magnifca Angelina Jolie, e Le Déluge, candidato ai David di Donatello 2025 per i migliori costumi, in programma per il 7 maggio. Di recente ha annunciato un’importante collaborazione con il Polimoda di Firenze, dove tornerà in qualità di mentor per un master in Costume Design. Tra i tanti riconoscimenti, cinque i David di Donatello già vinti da Massimo Cantini Parrini, cinque Nastri d’Argento e un European Film Award. Due le nomination agli Oscar. In molti dei suoi lavori, un pezzo di Prato: “Sono spesso a Prato per lavoro, soprattutto per la ricerca di tessuti.

La città mi ha ispirato sempre tanto, dalle sue meravigliose tessiture alla cultura che permea ogni angolo.”

Con lui abbiamo parlato della magia dei costumi e del cinema e del suo legame con la nostra città.

Cominciamo dal principio, come nasce il suo amore per la moda?

‘IL CINEMA RAPPRESENTA PER ME UN LUOGO IDEALE, DOVE LA MODA SI FONDE CON LA NARRAZIONE’

Fin da piccolo rimanevo afascinato dalla bellezza e dalla trasformazione che un semplice abito poteva suscitare, come un gioco di illusione e realtà. Non è mai stato un amore di superfcie, ma una passione profonda, legata alla cultura e alla capacità di un indumento di narrare la storia dell’essere umano, l’arte, un’epoca. Così, già a tredici anni, ho iniziato una collezione di abiti antichi che oggi conta più di 4.000 pezzi.

E l’innamoramento per i costumi cinematografci?

Da sempre. Il cinema, con la sua magia e la sua capacità di creare mondi, ha sempre rappresentato per me un luogo ideale, dove la moda si fonde con la narrazione.

1. IL RACCONTO DEI RACCONTI

2. LE DÉLUGE , CANDIDATO PER I MIGLIORI

AI DAVID DI DONATELLO 2025

3. MASSIMO CANTINI PARRINI RITRATTO

A PRATO DA PAMELA GORI

4. UNO SCHIZZO PREPARATORIO PER MARIA

5. MASSIMO CANTINI PARRINI SARÀ MENTOR

DI UN MASTER IN COLLABORAZIONE

CON IL POLIMODA

COSTUMI

Il costume cinematografco, per me, è il linguaggio attraverso cui un personaggio prende vita e, al contempo, è un tributo alla creatività e allo studio di anni. Un attore o un’attrice che amerebbe vestire?

Quelli del passato… Ma, guardando al presente, penso a fgure come Cate Blanchett, per la sua profondità e versatilità, o Timothée Chalamet, dotato di un’eleganza così naturale e autentica. Mi affascinano attori o attrici che hanno una forte personalità e che, attraverso il costume, sono in grado di esprimere un’identità complessa e sfaccettata.

In Maria, come ha mixato l’eleganza di due icone come la Callas e Angelina Jolie?

messero il carattere unico e contemporaneo, senza rinunciare alla rafnatezza storica. Un dialogo tra epoche che ho voluto rendere visibile e sensibile.

E in Le Déluge, come ha ricreato la celebre Maria Antonietta, qui raccontata nei suoi giorni di prigionia?

‘UN ABITO HA

LA CAPACITÀ

DI

RACCONTARE

LA STORIA

DI UN ESSERE UMANO E DI UN’EPOCA’

Maria Callas e Angelina Jolie sono fgure di straordinaria eleganza, ma con due mondi e due linguaggi completamente diversi. La sfda è stata quella di raccogliere l’essenza della Callas, la sua grandezza, la sua teatralità, e mescolarla con la delicatezza, la forza e la modernità di Angelina, creando costumi che ne espri-

Volevo mostrare una donna non solo regina, ma anche umana, fragile, inquieta, prima della sua fne tragica. I costumi sono diventati simbolo di una femminilità aristocratica, ma anche di una rivoluzione interiore. Ho cercato di mescolare elementi di lusso con una sensazione di disagio crescente.

La sfda più difcile afrontata fnora?

La sfda più complessa è sempre quella di mantenere una perfetta coerenza tra la visione estetica e la funzionalità pratica dei costumi, in situazioni in cui il tempo di preparazione e le condizioni del girato mettono a dura prova la creatività. Di recente si sono aperte le iscrizioni per un suo master di Costume Design che si terrà nel 2026 in collaborazione con

un’importante istituzione italiana, il Polimoda di Firenze...

La collaborazione con Polimoda è una bellissima opportunità di confronto e crescita. Polimoda rappresenta un’eccellenza nella formazione delle nuove generazioni di talenti del settore moda nel mondo. Condividere la mia esperienza con i giovani, aiutarli a comprendere la sinergia tra creatività e artigianato, è per me fonte di enorme soddisfazione.

Cosa rappresenta Prato per un costumista?

Prato è una città che pulsa di tradizione, storia e innovazione. Per un costumista rappresenta un luogo in cui la maestria artigianale si incontra con la ricerca stilistica, dove si possono scoprire tessuti unici, preziosi, che raccontano storie. C’è qualcosa di unico nell’atmosfera di Prato che aiuta a rifettere e a raccogliere idee, un po’ come tornare alle origini. Ci svela i luoghi dove va per cercare ispirazioni e tessuti?

‘PRATO MI AIUTA A RIFLETTERE E A RACCOGLIERE IDEE, È UN PO’ COME TORNARE ALLE ORIGINI’

Mi piace vagare per i piccoli laboratori, le botteghe storiche dove si respira la passione per il tessuto, ma soprattutto nelle

grandi industrie pratesi come O.B. Stock, Gori Tessuti, Lyria, Beste, Marini Industrie, Manteco, Francioni Fa. Ma, oltre ai luoghi fsici, mi piace anche prendere ispirazione dall’arte, dalla natura, dalle immagini che si susseguono nella mia mente. Lei ha un rapporto speciale anche con il Museo del Tessuto… Mi sento a casa. Il Museo del Tessuto di Prato è per me un tesoro inestimabile, con cui collaboro da anni. Oltre al lavoro, si sono consolidate bellissime amicizie con tutti, soprattutto con il direttore Filippo Guarini e con le curatrici Daniela Degl’Innocenti e Arianna Sarti. Hanno ospitato nel museo una mostra sui miei costumi del flm Pinocchio e da quel momento non ci siamo più lasciati, collaborando per altri bellissimi lavori e mostre come quella su Ossie Clark e Walter Albini, dove ho prestato molti pezzi della mia collezione. Ogni volta che vi entro, mi sento come se stessi sfogliando le pagine di un libro che racconta la storia della moda e del costume, della lavorazione del tessuto e delle mani che hanno creato capolavori.

IL MUSEO DEL TESSUTO HA DEDICATO UNA BELLISSIMA MOSTRA AI COSTUMI DI PINOCCHIO , CANDIDATO AGLI OSCAR NEL 2021
YURI TUCI ERA GIÀ CONOSCIUTO E APPREZZATO A TEATRO PER LA SUA VERSATILITÀ E PROFONDITÀ INTERPRETATIVA

OLTRE IL COPIONE

YURI TUCI, ATTORE PRATESE SIMBOLO DI RIVALSA: DALL’AUTISMO AL GRANDE SCHERMO CON ‘LA VITA DA GRANDI’

DI TERESA FAVI PHOTO CLAUDIA GORI

È nato e cresciuto a Prato quarantuno anni fa. Incontriamo Yuri Tuci sulla cresta dell’onda della popolarità perché è uscito in questi giorni nelle sale cinematografche italiane il flm diretto dall’attrice Greta Scarano, al suo debutto alla regia, dal titolo La vita da grandi. In questo flm Tuci si è impegnato anima e cuore per una interpretazione da outsider nei panni del protagonista, afancato da un’altrettanto magnifca Matilda De Angelis. Già apprezzato da qualche anno nel panorama teatrale Tuci, a cui a 23 anni fa è stato diagnosticato l’autismo, si è fatto notare per la sua versatilità e profondità interpretativa e sta diventando un simbolo di rivalsa dei ‘diversi’ che a torto vengono troppo spesso considerati ‘deboli’ per facili ed erronei fraintendimenti o, semplicemente, per ignoranza. La prima del flm è stata proiettata a Prato, al cinema Eden, alla presenza dell’attore pratese e della regista. Yuri, quando è nata la tua passione per la recitazione, ricordi il momento in cui

sei entrato per la prima volta in questo mondo?

‘AVERE AMICI SINCERI
E AUTENTICI, MI RENDE FELICE E ORGOGLIOSO

Credo di avere il dono della recitazione da sempre ma ho iniziato a recitare alle scuole elementari, e ho continuato anche dopo, alle medie. Fino ad arrivare allo spettacolo biografco OUT IS ME nel 2018 scritto con Francesco Gori e il mio autore, amico e manager Lorenzo Clemente, che ha creduto nelle mie possibilità sin dall’inizio, e grazie al quale adesso sono qua. L’approdo al cinema e l’incontro con Greta Scarano hanno fatto il resto.

DI ESSERE CIÒ CHE SONO’

Sei il protagonista del flm La vita da Grandi, diretto da Greta Scarano. Come è stato coinvolto in questo progetto? Hai fatto un provino, o c’è una storia particolare dietro il tuo casting?

Greta cercava un attore autistico sui quantanni. Ha fatto provini a tanti attori neurotipici e neurodivergenti. Ma non la hanno soddisfatta. Erano tutti giovani e forse gli mancava quel non so cosa che evidentemente io ho. Quindi, ha cercato su internet ‘spettacoli ragazzi autistici’. Casualmente si è imbattuta

nel trailer del mio spettacolo teatrale, e ha detto: ‘ce l’ho’. È venuta a Prato per fare delle prove. Poi sono stato convocato negli studios in via Tiburtina a Roma per dei provini. E dopo poco mi hanno preso.

Greta Scarano è conosciuta soprattutto come attrice, ma qui l’abbiamo vista dietro la macchina da presa. Com’è stato essere diretto da lei? Cosa ti ha colpito del suo approccio registico?

Una fantastica esperienza. Potevo anche improvvisare se me lo avesse chiesto. Mi ha colpito la sua professionalità da attrice portata alla regia. È stato facile essere diretti da lei. È molto brava. Al tuo fanco, nel flm, c’è Matilda De Angelis. Com’è stato lavorare con lei? Cosa hai apprezzato di più del suo modo di recitare e della vostra interazione sul set?

Bellissimo. Un’esperienza unica. Sono molto contento di averla incontrata. Ho apprezzato la sua notevole esperienza nel mondo del cinema. Abbiamo avuto una chimica molto forte. Abbiamo legato molto durante le riprese del flm.

Che efetto ti fa essere diventato all’improvviso così popolare?

È un vero e proprio shock. Questo è il termine giusto per defnire cosa sto provando in questi giorni. Per fortuna resto con i piedi per terra. È molto importante non lasciarsi trasportare dal successo, perché può portare a una dipendenza, come insegna il mio

amico Marco Rossini. Vivi a Prato, una città con un’identità forte e un’anima creativa. Cosa ami di più del vivere qui?

Ho un bel rapporto con la mia città. Mi trovo molto bene. La cosa che più amo è aver conosciuto amici che mi hanno accettato per come sono. E questo è molto importante per me. Mi rende felice e orgoglioso di essere ciò che sono.

C’è un tuo luogo del cuore a Prato, qualcosa che ti piace particolarmente fare quando sei in città? Magari una passeggiata, un posto dove andare a mangiare, un’abitudine quotidiana… Mi piace molto camminare per il centro storico. Andare nei locali che frequento insieme ai miei amici come Ozne, Gradisca, La piccola birreria di Prato oltre a tanti altri. Qual è il tuo lavoro, al di là della recitazione?

Svolgo un inserimento socioterapeutico in un liceo come collaboratore scolastico. Insomma, per dirla in modo semplice, faccio il bidello in una scuola.

Se avesse potere assoluto per un giorno cosa vorrebbe per la sua città?

Mi piacerebbe poter guidare per le strade deserte della mia provincia, senza altre macchine a ostacolare il percorso. Coronerei il sogno di poter guidare almeno una volta nella vita godendomi gli scenari della città dal posto del pilota. Sì, non sarebbe male…

NEL 2018 YURI TUCI È USCITO A TEATRO CON OUT IS ME , UNO SPETTACOLO BIOGRAFICO SCRITTO CON FRANCESCO GORI E LORENZO CLEMENTE
MARIO MERZ LA SPIRALE - SMISURATA. OPERE XXL DALLA COLLEZIONE DEL CENTRO PECCI

ARTE E COMUNITÀ

LA STAGIONE 2025 DEL CENTRO PECCI

DI FRANCESCA LOMBARDI PHOTO ELA BIALKOWSKA | OKNO STUDIO
STEFANO COLLICELLI CAGOL

Il progetto per la Stagione 2025 del Centro Pecci si chiama Costruire Comunità ed è proprio ciò che dice di essere: un tessuto a trame sempre più strette che raccoglie intorno a sé la città coinvolgendo persone tra le più eterogenee tra loro. Spiega Stefano Collicelli Cagol, Direttore Generale del Centro Pecci di Prato: “Un Centro per l’arte contemporanea che accende il focus sui propri pubblici, ciascuno caratterizzato dalle proprie specifche necessità, è qualcosa di urgente in Italia. Lo strumento scelto è quello dell’accessibilità: al Centro Pecci lavoriamo per trovare modi diversi per avvicinare all’arte contemporanea, per comunicarla in modo facile e chiaro, ricercando degli appigli nelle nostre narrazioni che consentano a tutti di confrontarsi con l’opera a partire dal proprio vissuto e dalle proprie conoscenze. Ci stiamo dotando di nuovi strumenti per aumentare il proprio raggio d’azione ma anche di far sentire a proprio agio chiunque entri negli spazi museali. Mai come oggi servono spazi di aggregazione dove confrontarsi, conoscersi, sforarsi e essere fsicamente insieme, mai come oggi l’arte che parla del presente può essere un viatico per orientarsi nella comprensione del mondo attraverso le sue forme, i suoi colori, le emozioni contrastanti che è in grado di suscitare.

Con la collezione, l’archivio, la biblioteca - che quest’anno riaprirà ponendosi come un nuovo spazio di aggregazione aperto alla città,

ma anche come piattaforma di ricerca nazionale e internazionale – e poi con le mostre, il cinema, i laboratori per le attività didattiche e i progetti speciali di Arte e Benessere, il ristorante, il bistrot, il playground e l’arena esterna, il Centro Pecci si rivolge a tutte quelle persone che scelgono di arricchire la propria quotidianità attraverso il contatto con i linguaggi delle arti contemporanee” Accanto alle tre mostre primaverili (dal 31 maggio) SMISURATA. Opere XXL dalla Collezione del Centro Pecci, Davide Stucchi. Light Lights e Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. La marcia dell’uomo e all’esposizione autunnale Vivono. Arte e afetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996, il programma include un ricco calendario di appuntamenti pensati per diverse tipologie di pubblico che coinvolgono tutta la struttura del centro proponendo proiezioni, incontri letterari e attività educative.

Il Centro Pecci Cinema, oltre alla programmazione dal mercoledì alla domenica con prime visioni e flm d’essai anche in lingua originale, ha in programma due rassegne speciali: la prima dedicata a David Lynch e la seconda costituisce la quarta edizione di Pezzi Unici dedicata ai flm a tematica LGBT.

Il Centro Pecci Books presenta invece Leggere il presente che prevede diversi incontri con autori e approfondimenti sui temi più urgenti dell’attualità.

Il Dipartimento Educativo prosegue nella sua intensa attività laboratoriale pensata per

le scuole di ogni ordine e grado, ma anche per combattere la dispersione scolastica con Prato Comunità Educante o introdurre all’arte con Primi Mille Giorni d’arte al Centro Pecci, che si rivolge ai più piccoli così come alle mamme, e Cineflante che approfondisce la video arte.

Grazie a una solida rete di relazioni sul territorio, nella consapevolezza che l’arte e la cultura possono contribuire al benessere mentale, il Centro Pecci collabora con diverse realtà sviluppando progetti per persone afette da malattia di Parkinson e Alzheimer.

Inoltre, il Centro Pecci apre le sue porte anche oltre l’orario consueto di visita con l’appuntamento mensile Centro Pecci Night e il progetto E se ci entrassi dentro? in cui si incrociano laboratori, performance, momenti musicali e tante altre opportunità per sperimentare gli spazi espositivi in maniera inedita.

SMISURATA. OPERE XXL

DALLA COLLEZIONE DEL CENTRO PECCI

Pensata dall’architetto Ibrahim Kombarji in collaborazione con il Centro, il museo intende celebrare alcuni contributi fondamentali per la storia delle proprie collezioni e alcune successive occasioni di ampliamento del proprio patrimonio. L’esposizione invita a confrontarsi con le opere di grande formato che fanno parte della collezione e che saranno allestite nelle sale del Gamberini attraverso un dialogo serrato tra le esigenze degli spazi, i principi dell’accessibilità e le necessità delle

opere. La mostra, inoltre, permette di celebrare il ritorno di Prato’88, la grande opera di Mauro Staccioli che verrà riallestita nell’area limitrofa del Centro Pecci, vero e proprio landmark che per anni ha accolto i visitatori del museo e, più in generale, chi entrava a Prato. La mostra è resa possibile dalle caratteristiche uniche delle sale disegnate da Italo Gamberini, pensate e costruite appositamente, con lungimiranza, per accogliere opere di arte contemporanea anche di grandissimo formato.

A ridosso della catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, dopo il crollo della dittatura fascista, la grande museografa italiana ha saputo mettere in prima linea i musei e le loro collezioni per rigenerare il tessuto sociale e comunitario di un Paese ferito. Per questo, nell’anno dedicato alla costruzione di comunità è importante riconoscere nel patrimonio collettivo, inteso come bene comune, un volano per la costruzione del senso di appartenenza alla città, al territorio e a una comunità in continuo mutamento.

LA MARCIA DELL’UOMO

DI YERVANT GIANIKIAN

E ANGELA RICCI LUCCHI

La collezione continua a espandersi anche grazie a recenti acquisizioni, come nel caso di un’opera video che costituisce una pietra miliare della storia dell’arte italiana e che sarà presentata contestualmente alle due mostre primaverili. La marcia dell’uomo

CENTRO PECCI COLLABORA CON PROGETTI PER PERSONE AFFETTE DA MALATTIA DI PARKINSON E ALZHEIMER

di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi è un’installazione monumentale, realizzata da due pionieri dell’immagine in movimento, che dagli anni Settanta hanno indagato archivi di famiglia o di cineoperatori della prima metà del XX secolo, recuperando importanti testimonianze di come veniva visto il mondo all’epoca. Restituendo dignità alle popolazioni sottomesse e sottolineando le bestiali dinamiche di potere messe in atto dai coloni italiani, Gianikian e Ricci Lucchi testimoniano una ricerca che ha precorso molte delle successive. Presentato per la prima volta alla 49.

Mostra Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, curata da Harald Szeemann, e successivamente nell’ambito di una personale presso Pirelli HangarBicocca a cura di Andrea Lissoni, l’opera troverà casa permanente all’interno della collezione del Centro Pecci. Mai come oggi è importante riconoscere come le dinamiche di potere e controllo territoriale, economico e sociale possano avere disastrosi efetti sulla possibilità di convivere pacifcamente tra comunità diverse.

LIGHT LIGHTS

DI DAVID STUCCHI

A proseguimento della ricerca sull’arte italiana che ne contraddistingue da sempre la

vocazione, il Centro Pecci presenta la prima mostra istituzionale di Davide Stucchi, un viaggio immersivo nelle opere di luci create dall’artista e allestite in dialogo con gli spazi dell’Ala Piccola Nio. Queste sculture delicate e fragili testimoniano di un mondo in continuo movimento, in trasloco costante da uno spazio all’altro, da un’emozione all’altra, e riassumono la grande capacità di Davide Stucchi di trasformare i luoghi in cui si trova a operare. Da artista Stucchi si è confrontato con diversi ambiti disciplinari, dalla moda alla scenografa passando anche per la pubblicità, acquisendo una serie.

VIVONO, ARTE E AFFETTI, HIV / AIDS IN ITALIA, 1982-1996 Nel mese di ottobre, il Centro Pecci ospita una mostra dedicata a un tema che del fare comunità è stato centrale: una generazione di creativi falcidiata dall’HIV / AIDS trova spazio in questo progetto espositivo e il suo lavoro viene ripensato alla luce dell’impatto storico.

Una mostra che per la prima volta ricostruisce il contesto entro cui la pandemia di HIV è scoppiata e permette di afrontare tematiche ancora oggi rilevanti i nonostante le difcoltà.

CENTRO PECCI, PRATO
VELVET MII AMOR, FINO AL PROSSIMO 8 GIUGNO AL MUSEO DEL TESSUTO

I NOSTRI PRIMI CINQUANT’ANNI

IL MUSEO DEL TESSUTO FESTEGGIA UN IMPORTANTE

TRAGUARDO CON NUOVE MOSTRE E PROGETTI DI FRANCESCA LOMBARDI

L’ESTERNO DEL MUSEO (PH. FERNANDO GUERRA) E L’IMMAGINE DI UNA DELLE MOSTRE PASSATE (PH. MARIO CIAMPI)

Una crescita costante dal punto di vista di luoghi ma soprattutto di contenuti, con mostre sempre più rafnati e collaborazioni costanti. Se dovessimo riassumere questi 50 anni del Museo pratese in un concetto sarebbe sicuramente questa. Ripercorriamo brevemente la sua storia.

Il Museo del Tessuto di Prato è nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale Tullio Buzzi come struttura e collezione di supporto alla didattica del disegno e della progettazione tessile in seguito alla donazione di oltre 600 tessuti antichi da parte dell’imprenditore tessile e collezionista Loriano Bertini. Da allora, lo sviluppo del Museo del Tessuto è costellato di successive tappe ed eventi signifcativi: il trasferimento nella piccola sede espositiva provvisoria presso i locali del Palazzo Comunale nel dicembre 1997, il trasferimento nel 2003 nella sede defnitiva presso la ex fabbrica Campolmi, straordinario esempio di archeologia industriale tessile del XIX e XX secolo, la costituzione della Fondazione Museo del Tessuto – attuale ente gestore del Museo. Oltre 400.000 persone hanno varcato l’ingresso del Museo negli ultimi vent’anni, periodo nel quale le collezioni sono cresciute costantemente – oltre 11.000 oggetti dal 2003 al 2023: un patrimonio ormai di assoluto rilievo internazionale, che include tessuti antichi da ogni continente, costumi, abiti e accessori moda antichi e contemporanei, attrezzi e macchinari, campionari tessili, tessuti contemporanei.

Tra le principali mostre dedicate alla moda organizzate negli ultimi 10 anni ricordiamo La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré in collaborazione con la Fondazione Gianfranco Ferré (2014, allestita a Milano a Palazzo Reale nel 2015 e a Phoenix in Arizona USA nel 2016), Tra Arte e Moda. Nostalgia del futuro nei tessuti d’artista del dopoguerra in collaborazione con la Fondazione Ferragamo (2016), Mr &Mrs Clark. Ossie Clark and Celia Birtwell | Fashion and Prints 1965-74 (2022), poi esposta alla Fondazione Sozzani di Milano (2023), Kimono. Rifessi d’arte tra Giappone e Occidente (2023) e Walter Albini, il talento lo stilista (2024).

Sul tessuto antico, Il Capriccio e la Ragione, sulla cultura tessile e il costume del XVIII secolo in collaborazione con la Galleria del Costume / Ufzi e il Museo Stibbert (2017-18), Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini, Caramba sui costumi della Prima assoluta dell’opera pucciniana (2021, poi all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia-Museo degli Strumenti musicali, Auditorium Parco della Musica di Roma nel 2022).

Sul costume cinematografco, Marie Antoinette. I costumi di una regina da Oscar (2018) e Pinocchio nei Costumi di Massimo Cantini Parrini dal flm di Matteo Garrone (2019-2020).

Cinquant’anni di vivace attività museale, in un territorio produttivo e industriale vitale e complesso, in continuo cambiamento rappresentano un traguardo culturale importante e uno stimolo per un futuro in cui la storia e il pa-

trimonio culturale non rappresentano soltanto rami del sapere ma anche strumenti per comprendere il mondo contemporaneo.

È di questa primavera la mostra alla Camera dei Deputati di Roma, nella prestigiosa sala del Cenacolo a pochi passi da Montecitorio, dove sono stati esposti dei fgurini ideati dal grande designer italiano Walter Albini (Busto Arsizio, 1941- Milano, 1983) per Latina, opera noir di Luca Ronconi scritta nel 1982 e mai andata in scena. Gli abiti sono stati realizzati dalla storica azienda tessile pratese Balli il Lanifcio con un processo di ricostruzione “archeologica”, partendo da 12 schizzi del designer di proprietà del Museo pratese. Il progetto nasce come naturale derivazione di Omaggio ad Albini, esposizione a cura di Filippo Boretti, realizzata nel 2024 da Balli il Lanifcio, spin-of della grande mostra che il Museo del Tessuto ha dedicato allo stilista nello stesso anno (Walter Albini, il talento, lo stilista, 2024).

LE MOSTRE IN CORSO

NEGLI ULTIMI

VENT’ANNI LE

COLLEZIONI SONO CRESCIUTE: 11.000 OGGETTI DAL 2003 AL 2023

Tesori di Seta. Capolavori tessili dalla donazione Falletti è la mostra che ha inaugurato le celebrazioni per i 50 anni del Museo, nata in seguito alla donazione di oltre 2.000 oggetti tra ma-

nufatti tessili, ricami, libri, stampe, monili, armi storiche e maschere rituali provenienti dall’Europa e da molti paesi asiatici e africani ad opera di un collezionista privato. La mostra, in corso fno al prossimo 21 dicembre espone oltre 60 reperti tessili tra manufatti tessili e ricami antichi in un percorso cronologico che attraversa quattro secoli di grande manifattura e che incrocia stili, produzioni, materiali e soggetti, eccezionali testimoni della produzione europea dal Quattrocento alla fne del Settecento. Velvet mii Amor è un progetto espositivo inaugurato l’8 marzo, dedicato alle sperimentazioni contemporanee sul velluto, uno dei tessuti più amati di sempre. L’esposizione valorizza l’eccellenza, l’artigianalità e il saper fare delle molte aziende italiane coinvolte nel progetto e in particolare la versatilità del velluto, presentata in chiave sperimentale grazie a manipolazioni esplorative, accostamenti innovativi, trattamenti speciali: laser, intarsi di velluto con altri materiali, stampe a illusione ottica, intrecci manuali, plissettature, cambi di direzione delle coste di velluto, abbinamenti di colori inusuali e nuove texture che animano l’installazione.

SOPRA: LA MOSTRA OMAGGIO A ALBINI (PH. MARIO CIAMPI). SOTTO: VELVET MII AMOR (PH. ANDREA GARGALLI)
ROLEX
Perpetual 1908 da Cassetti

ocus on

PRADA
Mocassini in vitello spazzolato
by Teresa Favi
layout Clelia Giardina
STEFANO RICCI
Tracolla per lui
FENDI
Baseball cap con stemma ricamato in filo oro
EMPORIO ARMANI Totem bag in camoscio
ERMANNO SCERVINO Giacca corta trapuntata in denim

GUCCI

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Nel 1956, il Dottor Manlio Palmucci avvia una piccola concessionaria in un viale Montegrappa, allora circondata da campi. Non solo automobili, ma anche elettrodomestici in vendita, per rispondere alle necessità quotidiane delle famiglie, segnando sin da subito una visione orientata all’innovazione. La piccola impresa cresce insieme alla città, diventando un punto di riferimento fondamentale nel panorama economico e sociale di Prato.

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PROTAGONISTA

Con il passare degli anni, mentre Prato si trasforma in una città vivace e moderna, Palmucci si adatta e si espande. Il nome è ormai sinonimo di afdabilità, presenza costante e legame profondo con il territorio. La concessionaria diventa un simbolo di evoluzione, sempre capace di rispondere alle nuove sfde e ai cambiamenti che caratterizzano il mercato.

DEL SETTORE, PRONTO AD AFFRONTARE

LE SFIDE

DI UN MERCATO IN EVOLUZIONE

A 70 anni dalla sua fondazione la proposta automobilistica si è arricchita con marchi di grande prestigio. Palmucci è da sempre infatti concessionaria ufciale di Fiat, Jeep, Lancia, Alfa Romeo, Abarth e Fiat Professional e con l’acquisizione della Nuova

Ma Palmucci ha evoluto la sua oferta, andando oltre la semplice vendita di auto. Con servizi come Palmucci Rent, per il noleggio a lungo terminel e Palmucci Assicura, che propone polizze assicurative su misura, l’azienda si è trasformata in un punto di riferimento completo per la mobilità. Inoltre, con un’ofcina e una carrozzeria interne, garantisce assistenza qualifcata in ogni fase, ofrendo soluzioni integrate che vanno dalla consulenza alla gestione quotidiana dell’auto.

Con uno sguardo sempre proiettato verso il futuro, Palmucci continua a essere un protagonista del settore, pronto ad afrontare le sfde di un mercato in continua evoluzione. Innovazione, qualità e attenzione al cliente sono i pilastri che guidano l’azienda, rendendola una realtà dinamica e sempre all’avanguardia nella mobilità.

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C’È ANCHE UNA SERRA PRIVÉ: UNO SPAZIO INDIPENDENTE E RISERVABILE PER CENE, EVENTI PRIVATI E CORSI DI CUCINA
DA TIRATISSIMA SI BEVONO ANCHE DRINK D’AUTORE PREPARATI DIETRO AL BANCONE BAR LUNGO NOVE METRI

È approdata anche a Prato Tiratissima, la formula di successo che ha rivoluzionato il concetto di pizza al metro unendo alta qualità, design e convivialità. Dopo l’afermazione a Firenze, il format ideato da Simone Arnetoli e Laura Tosetti si espande in viale della Repubblica, proprio di fronte al Centro Pecci, in un contesto che sta già diventando uno dei nuovi riferimenti del gusto in città. Più che un locale, Tiratissima è un’esperienza multisensoriale che combina design d’autore, cucina d’eccellenza e una proposta di mixology di altissimo livello. A farla da protagonista è la celebre pizza lunghissima, servita su taglieri in legno appoggiati su eleganti alzate in ottone, accompagnata da cocktail signature, vini selezionati e champagne pregiati. E nei formati XL, pensati per le tavolate più numerose, l’arrivo della pizza è accompagnato dal suono di un gong e dal celebre jingle di Mina, ‘Ma che bontà’, trasformando ogni cena in un vero e proprio rito collettivo. Il locale occupa uno spazio di oltre 600 mq, frutto di un sapiente recupero architettonico frmato Nigro Costruzioni e trasformato dallo Studio Alfonso Femia di Milano. Gli interni, curati dalla stessa Laura Tosetti, ofrono un colpo d’occhio eclettico e rafnato: carte da parati audaci, tessuti etnici, arredi su misura e pezzi vintage dialogano tra loro con gusto, dando vita a un ambiente unico e riconoscibile. Ogni sala ha un’identità: dalla Sala delle Palme a quella delle Farfalle, fno all’ambiente a tema scacchi, ognuno con un’atmosfera tutta

da scoprire. La proposta culinaria resta fedele al DNA di Tiratissima: una pizza gourmet con oltre 24 ore di lievitazione naturale, idratazione al 75%, spianata a mano e cotta su pietra, preparata con ingredienti di altissima qualità. E per chiudere in dolcezza, la carta dei dessert omaggia Prato e i suoi grandi maestri della pasticceria, ofrendo vere chicche del territorio come le pesche di Prato di Paolo Sacchetti, i cantucci del Biscottifcio Mattei e la celebre torta Setteveli frmata Luca Mannori. Ma Tiratissima non è solo cucina: è un luogo pensato per vivere e condividere. Il lungo bancone bar di nove metri, ispirato a uno stile coloniale, è il cuore della mixology, con una carta drink curata dall’head barman Francesco Guetta. Il celebre carrello dei drink, ormai simbolo del locale, sfla tra i tavoli con eleganza, regalando momenti di spettacolarità e convivialità. A rendere ancora più vibrante l’esperienza da Tiratissima ci pensa la scenografca Serra: uno spazio indipendente e riservabile in esclusiva per cene ed eventi privati dove coinvolgere un private chef per personalizzare il menu della serata con show cooking nella cucina a vista. A completare il quadro, una programmazione musicale live che trasforma ogni serata in un piccolo evento. Con un mix irresistibile di convivialità, gusto e stile, Tiratissima si conferma non solo un ristorante, ma un vero punto di riferimento per chi cerca un’esperienza fuori dal comune. E il pubblico pratese sembra averlo già capito.

ENTRARE NEL BISCOTTIFICIO ANTONIO MATTEI È UN’ESPERIENZA ARTIGIANALE IMPERDIBILE

PROFUMO DI BISCOTTI

BISCOTTIFICIO

UN MODO

PER TOCCARE CON MANO UNA GRAN BELLA TRADIZIONE PRATESE

Fino a giugno, ogni sabato mattina, piccoli gruppi di visitatori possono varcare le porte dello storico laboratorio, accompagnati dai fratelli Pandolfni (nella foto a fanco)

Cosa c’è di più familiare dell’aroma di biscotti appena sfornati? Magari quelli racchiusi nel celebre pacchetto blu che, da oltre un secolo e mezzo, è simbolo di dolcezza toscana nel mondo. E se vi dicessimo che adesso potete scoprire dal vivo come nascono? A Prato, il cuore del Biscottifcio Antonio Mattei - vera e propria istituzione della tradizione dolciaria italiana - si apre al pubblico con un’esperienza intima e profumata, per pochi fortunati. Fino a giugno, ogni sabato mattina, piccoli gruppi di visitatori (massimo 12 persone) potranno varcare le porte del laboratorio storico, accompagnati dai fratelli Pandolfni, gli attuali custodi di una storia cominciata nel 1858. La visita dura circa 40 minuti, ma il ricordo resta ben più a lungo. Si entra indossando un kit di protezione igienico monouso - sì, proprio come chi lavora tra impastatrici e forni - e ci si ritrova al centro della magia: lì dove la farina prende vita, le uova si mescolano a zucchero e burro, e l’impasto prende forma tra bracci meccanici e gesti antichi. Si osserva da vicino il momento esatto in cui le mandorle e i pinoli vengono aggiunti alla massa ancora tiepida, e si scopre come nascono dolci come i tipici biscotti di Prato alle mandorle, il Filone Candito o le Fette di Pan Brioche tostate, che prendono colore e profumo in grandi forni avvolti da un silenzio operoso. Ma non è solo una lezione di pa-

sticceria: è un viaggio nel tempo, arricchito dai racconti e dagli aneddoti di famiglia, tramandati di generazione in generazione e condivisi con passione dai Pandolfni. Si ascolta la storia del forno “mattonella”, si passeggia tra scafali dove i biscotti riposano prima di essere confezionati, e ci si lascia trasportare da un’atmosfera sospesa tra nostalgia e artigianalità. E proprio la storia è uno degli ingredienti più afascinanti di questa esperienza. Il Biscottifcio fu fondato, infatti, da Antonio Mattei: un uomo geniale e intraprendente che perfezionò la ricetta dei cantucci toscani, conquistando l’Italia intera e persino la Casa Reale.

Dopo la sua morte, il laboratorio passò nelle mani della famiglia Pandolfni, che da quattro generazioni ne custodisce il sapere e il sapore. Oggi, proprio come allora, ogni biscotto viene impastato, tagliato e infornato con la stessa cura artigianale. Perfetta per appassionati di dolci, ma anche per famiglie, aziende in cerca di un’idea di team building originale o per sorprendere ospiti da fuori città, questa esperienza è un modo autentico per toccare con mano (e con naso e gusto) una delle tradizioni più afascinanti della Toscana.

Prenotarsi è semplice: basta andare sul sito ufciale www.antoniomattei.it e accedere alla sezione ‘visite’. Ma attenzione: i posti sono limitati e, come i biscotti appena sfornati, vanno a ruba.

PRATO ESSENTIAL GUIDE

I luoghi del gusto in città e dintorni

APERITIVO APOTHEKE

Via Verdi, 17 ph. +39 0574 25099

BIG EASY

Piazza Mercatale, 177 ph. +39 0574 1824218

BARTAT

Via Pugliesi, 24 ph. +39 0574 35613

BOTTEGA

DELLE CAMPANE

Via Settesoldi, 2 ph. +39 351 7481552

BOTTEGA PRATO

Piazza Sant’Antonino, 10 ph. +39 0574 1828554

CAFFÈ 21

Viale Piave, 5 ph. +39 0574 42064

CAFFÈ POIROT

Via Benedetto Cairoli, 56 ph. +39 0574 1828007 CAVEAU

Via Settesoldi, 36/38 ph. +39 0574 063153

DA LUCIO

Piazza del Comune

DOVEC’ERALACOPPE

Via Udine, 56 ph. +39 0574 961591

FABBRICA IN PEDAVENA

Via Galcianese, 23c ph. +39 0574 966269

FIASCHEMBERG

Via Settesoldi, 42 ph. +39 393 3827850

FITZ GIN BAR

Via Cesare Guasti, 14 ph. +39 392 2008894

GRADISCA 1973

Via Settesoldi, 30 ph. +39 0574 1827470

I FRARI

Via Garibaldi, 120 ph. +39 334 3442532

I FRARI DELLE LOGGE

Piazza del Comune,16 ph. +39 0574 35490

IL SINDACO

BACARO DI PRATO

Via Santa Trinita, 9 ph. +39 388 1441486

LAB 59100

Via Settesoldi, 25 ph. +39 348 0588472

LA TAZZA D’ORO

Viale della Repubblica, 290 ph. +39 0574 593771

LE BARRIQUE

Via G. Mazzoni, 19 ph. +39 0574 30151

MAG56

Via Don G. Arcangeli, 58 ph. +39 389 1689731

OZNE

Via Pugliesi, 35 ph. +39 0574 076857

PLANTAGO NATURAL

WINE BAR

Piazza del Duomo, 12 ph. +39 0574 1824047

PO’STÒ CAFÈ

Via Borselli, 89 ph. +39 0574 965208

PRATO CITY

Via Valentini, 7 ph. +39 0574 964673

SQUISIO

Via Santa Trinita, 87 ph. +39 328 4269495

TO WINE

Viale della Repubblica, 23 ph. +39 0574 550462

ARTEGO BAR

Via Garibaldi, 65 ph. +39 388 7897303

WIRED

Via Pugliesi, 2 ph. +39 392 4520625

RISTORANTI

A CASA GORI

Piazza Sant’Agostino, 14 ph. +39 0574 24893

A MANGIA’ FORA

Via Sant’Ippolito, 16 ph. +39 328 3032343

ANTICHI SAPORI

Via F. da Filicaia, 40/A ph. +39 0574 461189

BAGHINO

Via dell’Accademia, 9 ph. +39 0574 27920

BOVES

Via dei Lanaioli, 31 ph. +39 0574 742052

CARGO BAR BISTROT

Centro Pecci

Viale della Repubblica, 277 ph. +39 0574 531829

CASA TARGI

Piazza Mercatale, 180 ph. +39 0574 847698

CHE CICCIA C’È

Piazza del Collegio, 9 ph. +39 0574 30416

DOMUS

CARNI DRY AGED

Via Giuseppe Valentini, 102 ph. +39 0574 1821221

IL DEK ITALIAN BISTROT

Piazza delle Carceri, 1/2 ph. +39 0574 475476

ENOTECA BARNI

Via Ferrucci, 22 ph. +39 0574 607845

IL CAPRIOLO

Via Roma, 306 ph. +39 0574 1825326

IL MERCANTE SOGECO

Via Traversa il Crocifisso, 47 ph. +39 0574 627174

IL PIRANA

Via Valentini, 110 ph. +39 0574 25746

INTERLUDIO

Via Pomeria, 64 ph. +39 0574 605200

LA BOTTEGA

DEL TIRO A SEGNO

Via di Galceti, 68 ph. +39 0574 693707

LAMÉ RISTORANTE

LABORATORIO

IN MERCATALE

Piazza Mercatale, 155/A ph. +39 0574 755473

LE FONTANELLE

Via Traversa del Crocifisso, 7 ph. +39 0574 622316

LE GARAGE BISTROT

Piazza San Domenico, 26 ph. +39 0574 24842

LIMONAIA 22

Via Firenze, 83 ph. +39 0574 592515

MADDALENA

Piazza Sant’Agostino ph. +39 0574 31734

MANGIA

Via Ferrucci, 173 ph. +39 0574 57291

MEGABONO

Via Ser Lapo Mazzei, 20 ph. +39 347 8908892

MOLO16 FISHBAR

Via Settesoldi, 16 ph. +39 333 3254569

MURÀ

Piazza San Marco, 24 ph. +39 0574 961941

MYO RISTORANTE

Centro Pecci

Viale della Repubblica, 277 ph. +39 0574 1597312

OSTERIA

SU SANTA TRINITA

Via Neroni, 4 ph. +39 0574 605899

PACA

Via Fra’ Bartolomeo, 13 ph. +39 0574 1820222

RAGIONA

Via del Melograno, 40 ph. +39 0574 1597416

RISTORANTE LA NASSA

Piazza Mercatale, 136 ph. +39 0574 606082

SCHIACCINO

Museo del Tessuto

Via Puccetti, 3 ph. +39 380 1795969

SHARK

Piazza S. M. delle Carceri, 5 ph. +39 0574 20523

SU.GO

Via Pomeria, 84 ph. +39 324 7837711

TO WINE IN PIAZZETTA

Via Cairoli, 15 ph. +39 0574 965874

VIENNA

Viale Piave, 41 ph. +39 371 3765085

TRATTORIE

AROMA DI VINO

Via Santo Stefano, 24 ph. +39 328 9557490

LA FONTANA

Via di Canneto, 1 ph. +39 0574 27282

LAPO

Piazza Mercatale, 141 ph. +39 0574 23745

OSTERIA CIRIBÈ

Piazza Mercatale, 49 ph. +39 0574 607509

OSTERIA LE CENTO BUCHE

Via degli Abatoni, 7 ph. +39 0574 694312

SOLDANO

Via della Sirena, 10 ph. +39 0574.830913

Via Pomeria, 23 ph. +39 0574 34665

PIZZERIE

CAVALLINO ROSSO

DA GIOVANNI

Via Curtatone, 3 ph. +39 0574 23143

DA TOMMI

RIDAMMI UN BACINO

Via Cesare Guasti, 11 ph. +39 0574 1594200

ELEMENTI

Via Agnolo Firenzuola, 33 ph. +39 331 393 3068

FANCY KING

Via Valentini, 21 ph. +39 0574 581343

IL BORGO ANTICO

Via Gherardacci, 25/27 - Iolo ph. 0574 622707

IL RAGNO

Via Valentini, 133 ph. +39 0574 596700

IL SIPARIO

Via Firenze, 40 ph. +39 0574 562282

LA TORTELLERIA

Via Bologna, 196 ph. +39 0574 692641

OFFICINA DEI GUSTI

Via del Capannaccio, 4 ph. +39 347 4997110

OPIFICIO JM

Piazza San Marco, 39 ph. +39 0574 870500

PASSAPAROLA

Viale Galilei, 8 ph. +39 0574 468350

PIZZERIA MAGGIE

Via Bologna, 326 ph. +39 0574 460493

SECONDO TEMPO

Via F. Ferrucci, 164 ph. +39 0574 182 8960

TIRATISSIMA

Viale della Repubblica, 236 ph. +39 334 3565349

VOGLIA ‘E TURNA!

Via dei Lanaioli, 30 ph. +39 0574 754592

CUCINA ETNICA E BIO

CAVEAU RESTAURANT

Viale della Repubblica, 225 ph. +39 0574 022227

DE’STO BY KIZUNA

Via Jacopo Modesti, 9 ph. +39 0574 206959

FISH NUDE

Via Quirico Baldinucci, 3 ph. +39 350 0936626

FUJIYAMA

Via Valentini, 5 ph. +39 0574 623857

GINZA JAPANESE

Via Traversa Il Crocifisso, 5 ph. +39 0574 966858

ISSHIN RAMEN

Via Roma, 113 ph. +39 0574 206160

JINDALAI KOREANA

Via Pietro Mascagni, 57-61 ph. +39 388 1778110

KALDI’S KAFFE

Via Settesoldi, 31 ph. +39 339 535 5010

LA COVA TAPAS BAR

Via Santa Trinita, 3 L’ORTO DI NENÈ

Via Santa Trinita, 47/A ph. +39 349 8478186

MOI OMAKASE

Viale Piave, 14 ph. +39 0574 065595

NAGA THAI

Via Santa Trinita, 53 ph. +39 0574 074031

ŌPAHA

Piazza del Collegio, 3 ph. +39 0574 968838

KOTO RAMEN

Via Valentini, 102 ph. +39 0574 1821221

RAJA

Piazza del Collegio, 8 ph. +39 0574 32032

RAVIOLI LIU

Via Fabio Filzi, 39 ph. +39 0574 830973

RAVIOLI DI CRISTINA

Via Cavallotti, 36 ph. +39 0574 1820920

SEVI BISTROT

Piazza Mercatale, 134 +39 376 2577899

TODO BIEN

Via Settesoldi, 11 ph. +39 389 0013201

YOXI YOXI

Via Valentini, 61 ph. +39 0574 596942

OUTSIDE ARTIMINO

BIAGIO PIGNATTA

Viale Giovanni XXIII, 1 ph. +39 055 8718086

BOTTEGA PERUZZI

Via Cinque Martiri, 21 ph. +39 055 8718322

CANTINE DEL REDI

Via 5 Martiri, 29 ph. +39 055 8751408

CIRCOLO DA MARIO

Via Cinque Martiri, 70 ph. +39 327 8358590

DA DELFINA

Via della Chiesa, 1 ph. +39 055 8718074

BACCHERETO

LA VINSANTAIA

DI CAPEZZANA

Via Capezzana, 43 ph. +39 334 9499402

CANTAGALLO

IL GHIRIGHIO

Loc. Migliana, 29 ph. +39 0574 981103

LA CASTAGNA

Via di Migliana, 40 ph. +39 0574 981791

CARMIGNANO

SU PE’I’ CANTO

Piazza Matteotti, 25/26 ph. +39 055 8712490

VILLA LE FARNETE

Via Macia, 134 ph. +39 055 8719747

FILETTOLE

LOGLI MARIO

Via Carteano, 1 ph. +39 0574 23010

MONTEMURLO

VICTORY CAFÉ

Viale A. Labriola, 243 ph. +39 0574 650438

POGGIO A CAIANO

LA FURBA

Via Statale, 99 ph. +39 055 8705316

VAIANO

BOTTEGA 325

Via Val di Bisenzio, 159/3 ph. +39 0574 1672052

LA LOCANDA

DEGLI ARTISTI

Via Bertini 76 - Schignano ph. +39 0574 983436

LA TIGNAMICA

Via Val di Bisenzio, 112 ph. +39 0574 984424

VERNIO

CIRCOLO ARCI

Via del Bisenzio 337 ph. +39 0574 957466

MESSAGGI DALLE STELLE

Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri

ARIETE (21 marzo - 20 aprile)

Fino a metà giugno con tanti pianeti a favore viaggiate con il vento… in poppa, ma in seguito dovete rifettere e riorganizzarvi. I nati 21-24 marzo entrano in un periodo ‘chiave’ della vita personale.

TORO (21 aprile - 20 maggio)

Verso metà giugno, terminata la ‘tempesta’ marziana, vi trovate ad avere Venere, Marte e Giove a favore; confgurazioni stimolanti che riguardano soprattutto prima e seconda decade.

GEMELLI (21 maggio - 21 giugno)

Maggio è ancora un mese vivace per tutti: la terza decade in particolare mostra uno spirito allegro con tanta voglia di vivere e di muoversi. Da metà giugno bisogna rallentare i ritmi ed essere prudenti.

CANCRO (22 giugno - 22 luglio)

Maggio è un mese di piccoli malumori e di attese, ma dal 9 giugno cambia la musica: l’entrata di Giove nel segno dopo dodici anni, porterà una ventata di entusiasmo ai nati in giugno e primi di luglio.

LEONE (23 luglio - 23 agosto)

La cavalcata marziana nel segno porta un pressing fuori del comune fno a metà giugno: evitate le esagerazioni! Ai nati 2327 luglio sotto l’efetto delle energie di Plutone si richiede una cautela ‘speciale’.

VERGINE (24 agosto - 22 settembre)

Da metà giugno a fne luglio Marte nel segno crea stress, noie e contrattempi, ma Giove scioglie i nodi che preoccupano i nati di agosto. Inoltre Saturno non è più contrario alla terza decade, che respira.

BILANCIA

(23 settembre - 22 ottobre)

In buona forma fsica un po’ tutti, ma con una menzione speciale per la terza decade, carica anche di entusiasmo. Da metà giugno, però, serve chiarezza organizzativa, evitando sprechi e spese superfue.

SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre)

Maggio è carico di contrasti, ma da metà giugno Giove supporta le vostre azioni. L’asteroide Vesta passa sul Sole di prima e seconda decade: dedicate tempo al ‘mondo dello Spirito’, non sarete delusi!

SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre)

Fino a metà giugno, Marte e Venere possono darvi la carica per progettare, ma dovete agire con misura, perché l’estate è stressante. A fne maggio, si esauriscono i freni saturnini per la terza decade.

CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio)

Ottimo cambio della guardia di Marte che dal 17 giugno passa a una posizione di collaborazione sicura e durevole. I nati di dicembre usino prudenza nelle questioni fscali, burocratiche e organizzative.

ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio)

Marte ostile raccomanda cautela a tutti i nati, anche se la terza decade, in maggio, gode di una ‘protezione speciale’. In giugno permane qualche motivo di stress, mentre l’umore non è dei migliori.

PESCI (20 febbraio - 20 marzo)

Dal 25 maggio Saturno abbandona il segno e si attenua la pesantezza; dieci giorni dopo Giove comincia a supportare i nati di febbraio. Idee nuove e miglior rapporto con la tecnologia per i nati 16-20 marzo.

a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo”, Associazione culturale pratese Le indicazioni interpretative si riferiscono alla sola posizione del Sole nei segni, perché un’analisi previsionale specifca richiede la conoscenza di data, ora e luogo di nascita del soggetto. Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it

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