Il Giornale della Memoria n.03-2010

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Il fatto 1949 tensioni a Muggiò

2 Aprile 2010

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Editoriale

Che cosa ci manca Cari lettori, parliamo un po’ di noi. Il Giornale della Memoria, dopo due numeri letteralmente andati a ruba (10mila copie ciascuno), sembra davvero un esperimento riuscito. Sono oltre 80 gli esercizi commerciali che lo diffondono nella Brianza lecchese, comasca e monzese (l’elenco completo è a pagina 16). La qualità dei contenuti va migliorando, con un apprezzabile ampliamento delle fonti di archivio. Note di plauso e di incoraggiamento ci arrivano da molte parti. Che cosa manca? Poche cose, ma tutte ugualmente importanti. Ve le segnaliamo. 1) Non abbiamo sede. Oggi, ci appoggiamo all’abitazione dei soci dell’Associazione Storia & Territorio. Un giornale come questo ha bisogno di un luogo dove le persone si incontrino per raccontare e mettere in comune la loro memoria. Nelle nostre città abbondano i negozi sfitti e chiusi da anni. C’è qualche anima buona che vuole darcene uno in comodato d’uso per un po’? 2) Sono già arrivate le prime richieste di abbonamento. Un segnale confortante, di stima al nostro impegno. Abbiamo bisogno di moltiplicarle, per crescere ancora. 3) Il nostro intendimento è di continuare a diffondere il giornale gratuito ma la nostra autonomia finanziaria, dovuta ai contributi dei soci, sta per esaurirsi. Cerchiamo imprenditori illuminati che, comprendendo il valore di un progetto sulla memoria di questa terra, investano sul giornale. Idem per le amministraz i o n i p u bbl i c h e d e l l a Brianza: sostenendoci, farebbero della politica un formidabile servizio alla cultura e alla storia del loro territorio. GdM

LA MADONNA PELLEGRINA E IL DEPUTATO BLASFEMO Aldo Buzzelli accusato di frasi irriguardose verso la Vergine durante un comizio per la pace. Duro attacco del Cittadino

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aggio, mese mariano. Mese importante in una ter r a particolarmente devota alla Madre di Cristo come la Brianza. Ancor di più se il maggio in questione è quello di oltre sessant’anni fa, nel 1949. Finita una guerra terribile ne è iniziata un’altra, strisciante e insidiosa, quella Fredda che contrappone l’Occidente al Blocco sovietico. Che cosa c’entra la Madonna e il mese a lei dedicato? C’entra, perché in Italia e in Brianza, in quella fase di contrapposizione ideologica, anche la società e la politica ne risultano potentemente divise fra cattolici e socialcomunisti. In quello scorcio di 1949, anche il culto mariano finisce in qualche modo nel tritacarne della politica. Una forma nuova e un po’ militante di devozione a Maria consiste nel condurre la statua della Vergine nelle comunità e nei luoghi di lavoro, per favorire la preghiera e il culto. Un’iniziativa che andava sotto il nome di Madonna pellegrina. Operazione che fu subito bollata da socialisti e comunisti come ideologica e tesa a sostenere la Democrazia cristiana di De Gasperi, uscita vincitrice dalle elezioni nazionali del 1948. Sono gli anni in cui questi due partiti danno vita ai Partigiani della pace, che hanno di mira sostanzialmente gli Stati uniti, accusati di volere un nuovo conflitto. In quel maggio di sessantuno anni fa, questo rito mariano sollevò in Brianza qualche polemica poli-

Una processione mariana negli anni ’50. In Italia il culto della Vergine è diffusissimo

tica. A raccontarlo è il Cittadino del 21 maggio 1949, quindi il giornale cattolico per definizione. A Muggiò, paese in cui è forte la presenza

di socialisti e comunisti, martedì 17 maggio, l’onorevole Aldo Buzzelli, il leader comunista più influente nel monzese, tiene un comizio in cui si

Il numero

374

è il numero dell’Oratorio maschile di Vimercate quando arriva il telefono, all’inizio del 1949. Frutto della generosità di un cittadino. «All’accorto e generoso donatore la nostra stima per il gesto quanto mai utile», riporta il Cittadino. Servito dal telefono anche l’Ufficio dei Sindacati liberi (la corrente cristiana della Cgil), allora in via Mazzini 19. Il numero qui è il 369. «La praticità del servizio», spiega il giornale, «rende spigliate le comunicazioni sicché i lavoratori non avranno più motivo di lamentele anche nei casi urgenti».

lascia andare a espressioni piuttosto polemiche contro la gerarchia. «In un comizio tenuto nel nostro paese per la pace», stigmatizza un anonimo redattore, «osò pronunciare alcune frasi irriverenti nei ringuardi della religione, del papa, del cardinale arcivesccovo, dei sacerdoti: è un suo stile già sfoggiato altre volte qui a Muggiò e altrove». Ma a Muggiò, secondo il Cittadino, la polemica sfocia nella blasfemia perche il deputato «nel velenoso attacco anticlericale ha volgarmente insultato anche la Madonna, specialmente la Madonna pellegrina, che in questi giorni (e forse per questo) sta concludendo la sua trionfale visita a tutti i paesi della Diocesi, entrando in tutti gli stabilimenti di Milano, anche in quelli nei quali i comunisti giuravano che non sarebbe mai entrata». Non si riportano le affermazioni di Buzzelli ma ci si limita a dire che «ha riso e fatto ridere il pubblico maschile e femminile, irridendo la Madonna». Qualcuno, continuna la cronaca, «ha sottolineato lo scherno applaudendo, trascinando altri a fare altrettanto, trasformando così un comizio per la pace in una manifestazione clericale». Conclusione sibillina: «Non sappiamo quanto abbia giovato tutto ciò agli organizzatori del comizio e alla pace», scrive il Cittadino, «per noi è stata una nuova conferma dello spirito anticlericale che anima il partito comunista e i suoi maggiori esponenti: per tutti dovrebbe essere un serio ammonimento: guai se avessero vinto o se vincessero»

Cinema a Monza

1949 cronaca giudiziaria

IL FILM È SCABROSO? VIETATO AI MINORI DI 21 ANNI

I FURBETTI DEL LATTICINO COMMERCIANTI CONDANNATI

Cinematografo a Monza. Nell’aprile del 1949, le sale cittadine lavoravano a pieno regime. In giro c’era una gran voglia di dimenticare i dolori e le brutture della guerra. Scorrendo il tamburino del Cittadino di fine aprile, troviamo all’Astoria, I corsari della terra, che il settimanale cattolico giudicava «per adulti». Sposarsi è facile ma..., che dal titolo si anunciava come sapida commediola, si guadagna un giudizio lapidario: «Escluso». Al Centrale si proiettava Il soldato di ventura mentre al Corallo si dava Lo sparviero nero. Avventura anche al Nuovo, con Duello col pirata nero, gratificato da un «per tutti» della redazione. Rigorosamente per maggiorenni (allora over 21) le pellicole al Ponti, La sepolta viva, e allo Smeraldo, Anni verdi. Nessun commento per Il massacro di Fort Apache, in scena al Villoresi

Anni duri, quelli del primo dopoguerra. La Brianza, assieme all’Italia, si riprende faticosamente da una guerra spaventosa. Anni in cui molti si arrangiano alla meglio, talvolta in barba alle leggi. La giustizia però è inflessibile, dopoguerra o non dopoguerra. Il Cittadino del 16 aprile 1949 dà conto di alcune sentenze della Pretura di Monza contro allevatori e commercianti brianzoli. Come Egidio S., domiciliato a Roncello, reo di aver venduto «come genuino burro che, all’analisi, risultò contenere il 31,7% di acqua». Una piccola frode alimentare che al sciur Egidio costerà 15mila lire di multa, che all’epoca erano una bella sommetta, e la pubblicazione del decreto su Il Cittadino ma anche su Lambro, il settimanale socialcomunista diffuso nell’area monzese. Pubblico ludibrio assicurato insomma. Di nuovo Egidio S., in concorso con Armando G. sono poi condannati per aver venduto burro «che risultò contenere margarina». Una furbizia contestata anche a una produttrice, Sara C. Per lei 10mila lire di ammenda, per gli altri due, rispettivamente, 4mila e 10mila. Nello stesso numero del Lambro, si pubblica anche una sentenza della Pretura di Desio contro due rivenditori di Lissone, Domenico V. e Maria D.S., condannati per aver scremato indebitamente il latte venduto: 5mila lire di multa. Stesso tribunale e condanna a 5mila lire di multa contro Alessandro M., lattaio di Seregno, reo di aver «annacquato il latte» mentre Valerio Eugenio R.e Luigia L., commercianti di Giussano, si vedranno affibbiare una sanzione di 5mila lire, ancora per il commercio di latte scremato.


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