La Città, febbraio 2021

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COME FACCIO A... Incontri online per capire praticamente come aprire, gestire e usare strumenti digitali utili quotidianamente

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EDITORIALE di Fabrizio Vangelista

Per la sanità serve una rivoluzione, ma mancano i rivoluzionari In questo numero di febbraio abbiamo dedicato uno spazio rilevante al tema sanitario. Abbiamo cercato di capire come sta reagendo la nostra città al momento più difficile dal dopoguerra, come si sta preparando alla campagna vaccinale, come e se sta organizzando l’assistenza. Siamo consapevoli che buona parte dell’emergenza non sia solo sanitaria ma coinvolga le attività economiche con pesanti ricadute occupazionali che segneranno anche gli anni a venire. Tuttavia ci siamo concentrati sulla sanità perché, come molti di voi ci fanno notare nelle lettere e nelle se-

Anno XLIII | Numero 1 | 17 febbraio 2021

Attacco nazi-hacker sulla Shoah contro gli studenti di Cinisello Slogan nazisti e bestemmie interrompono la video lezione del professor Raffaele Mantegazza. Solidarietà da Sindaco, Pd e Anpi. Lega e Fratelli d’Italia non riescono a trovare le parole ■La terza e ultima lezione sulla memoria dell’Olocausto era appena iniziata in video-conferenza. Il professor Raffaele Mantegazza, il 4 febbraio scorso, era collegato con gli studenti di alcune classi di Cinisello Balsamo per raccontare ai ragazzi gli orrori della Shoah, quando hanno fatto irruzione alcuni disturbatori. Si è capito subito che l’obiettivo era interrompere la lezione, impedire che il professore potesse raccontare i crimini del nazi-fascismo. Un volto di Hitler ha occupato gli schermi seguito da slogan nazisti urlati da ignoti insieme con parolacce e bestemmie. Quasi subito il professore e i ragazzi hanno scelto di cambiare

piattaforma ma i nazi-hacker, molto ben organizzati, sono riusciti a raggiungere le classi anche nella nuova

Sant’Eusebio si mobilita: chiediamo medici e un ambulatorio di quartiere gnalazioni che ci inviate, non sembra che la lezione imposta dal Covid stia rivoluzionando il sistema assistenziale del territorio come invece ci auguravamo che accadesse. Cinisello Balsamo, come molti altri comuni della Lombardia, ha pagato un prezzo elevatissimo in vite umane al Covid-19, eppure assistiamo quotidianamente e ancora, nonostante sia trascorso un anno di patimenti e dolore, alle segnalazioni sempre più stringenti sulla carenza di medici di base. segue a pagina 2

■Soltanto due medici di base per un quartiere di 15mila abitanti non bastano. E con la pandemia da Covid-19 c'è bisogno di più assistenza, quotidiana e accessibile a tutti. Così le associazioni di Sant'Eusebio, che da anni lavorano insieme su molti progetti socio-culturali, si mobilitano per chiedere alle istituzioni la creazione di un presidio territoriale sanitario integrato, medico infermieristico, con medici di base, infermieri di comunità e mediatori linguistico-culturali, che risponda alle esigenze di cure

primarie della popolazione residente. Le associazioni (Vi.Be., Gad, Caritas, Marse, Il Torpedone, Forum Sant’Eusebio, Centro di Cultura Popolare e Pace per lo sviluppo umano) sono riuscite ad incontrare il sindaco Giacomo Ghilardi nel dicembre scorso dopo aver inviato al comune una lettera per ricordare che la Legge regionale 23/2015, in cui si afferma che tra i compiti della Regione c’è quello di garantire l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per il momento hanno incassato l'ascolto del sindaco che ha garantito che, con un bando di ATS di fine novembre 2020, sono stati reperiti tre nuovi medici di medicina generale. Due arriveranno a Sant'Eusebio. Di qui la proposta dei volontari di usare il Centro polifunzionale in via Alberto da Giussano di proprietà del comune per ospitarli. Redazione

video-conferenza e impedire lo svolgimento della lezione. Obiettivo raggiunto per i neofascisti coperti dall’anonimato: bloccare con la violenza la libertà di parola e di espressione su un tema che dovrebbe essere condiviso da tutti come la memoria dell’Olocausto. A dare notizia dei fatti lo stesso professor Mantegazza, che su Facebook aveva subito scritto: “L'evento "Lo zaino della memoria" che prevedeva tre incontri on line con ragazzi delle scuole di Cinisello, dopo i primi due incontri andati benissimo, è stato sospeso al terzo incontro per hackeraggi sia su zoom che su meet: segue a pagina 2

PRIMO PIANO

Crisi irresponsabile, ora un governo europeista

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CULTURA

I 100 anni del PCI, protagonista di grandi cambiamenti

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SECONDA PAGINA

EDITORIALE

segue da pag. 1

Un quartiere, quello di Sant’Eusebio, ne ha solo due su 15mila abitanti e in altre zone non va meglio. I due ospedali a noi prossimi, Bassini e Sesto San Giovanni, sono stati ben riorganizzati per affrontare la pandemia, ma mancano gli ambulatori di territorio e le Usca (le unità sanitarie che intervengono a domicilio) non raggiungono, nonostante i lunghi mesi trascorsi, il numero previsto per un funzionamento a regime. Si ha la sensazione che dopo un primo momento in cui sembrava che tutti, anche i governanti di Regione Lombardia, che tanti errori hanno commesso senza mai ammetterne nemmeno uno, avessimo imparato la lezione e che si potesse aprire una nuova stagione. E invece, per il momento, di ambulatori pubblici di quartiere non se ne aprono. Anzi, come nel recente caso di Cormano, quelli che ci sono vengono chiusi e i locali venduti. Ma non tutto è perduto. Nei giorni scorsi, sebbene con notevole ritardo, il comune di Cinisello si è accorto che così il sistema non funziona e che qualcosa bisogna pur fare. Così, con Ats e Asst, ha deciso di provare a riorganizzare il sistema di assistenza domiciliare per persone malate di Covid. Che tradotto significa: medici, infermieri e assistenti sociali in rete pronti ad intervenire nei casi di fragilità che via via verranno segnalati. Tutto possibile grazie al supporto del consorzio pubblico Ipis, nato qualche anno fa dal lavoro lungimirante e unitario di alcuni comuni come Cinisello, allora tutti guidati dal centrosinistra. E fortunatamente non liquidato nonostante il cambio di colore politico. Un passo importante che da solo però non basta, come non basta l’impegno dei comuni che se lasciati soli, possono davvero fare poco contro la pandemia. Servono ambulatori di quartiere e medici che li facciano funzionare, serve la prevenzione quotidiana, l’assistenza gratuita e capillare per ogni livello di cittadinanza. Serve una sapiente regia regionale che per ora non è mai pervenuta. Serve, in pratica una rivoluzione, ma al momento mancano i rivoluzionari.

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Consiglio di Amministrazione: Presidente: Annunzio Sonno Consiglieri: Mirco Pala, Bruno Sivaglieri. Direttore Responsabile: Fabrizio Vangelista Redazione: Luigi Filipcic, Erika Meazzi, Emanuele Lavizzari, Stefania Vezzani, Patrizia Rulli, Ivano Bison, Angelo Tosoni, Fabrizia Berneschi. Grafica: Loredana Cattabriga, Davide Lopopolo per Psychodesign - info@psychodesign.it Segreteria/Amministrazione: Stefania Vezzani Via Sant’Antonio, 37 - Cinisello Balsamo segreteria@lacittadelnordmilano.it Pubblicità: 02 6126526 - 02 66040313 Stampa: Monza Stampa Via Buonarroti, 153 Monza

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Segue dalla prima pagina

TASSE LOCALI

Attacco nazi-hacker... contenuti antisemiti, insulti ecc.. Un fatto assolutamente grave che segnalo alla stampa e a tutti i cittadini”. Immediate le reazioni del mondo politico e associativo. Il Partito Democratico di Cinisello Balsamo fa sapere: “Come PD cinisellese condanniamo fermamente questi attacchi, simbolo di vigliaccheria e irrispettosi della storia. Esprimiamo la nostra vicinanza alla comunità ebraica locale e a tutte le ragazze e i ragazzi che stavano seguendo l'iniziativa”. Anche la sezione locale dell’Anpi è intervenuta stigmatizzando i fatti. Il sindaco Giacomo Ghilardi ha diffuso un comunicato: “Già in consiglio comunale ho ribadito la

nostra posizione, in maniera forte e chiara, di assoluta denuncia di atti di questo genere: siamo sostenitori di tutti i valori che il giorno della memoria porta con sé. Mi sento in dovere di riprendere il discorso e condividere anche con voi l’accaduto, affinché vengano in modo assoluto condannati ad ogni livello questi comportamenti!”. Silenzio invece dalle forze politiche del centrodestra in consiglio comunale. Né Lega, né Fratelli d’Italia hanno trovato tempo e spazio per dedicare qualche parola di condanna dell’attacco nazi-fascista contro i ragazzi di Cinisello e di solidarietà per gli studenti e il professor Mantegazza. FabVan

Una legge contro la propaganda nazi-fascista, in corso la raccolta firme

■L’ultimo episodio che ha colpito le scuole di Cinisello, con un violento attacco di disturbo durante una video lezione sulla Shoah, indica quanto sia ormai urgente un intervento legislativo per impedire la diffusione propagandistica e sistematica di odio legata alle ideologie xenofobe. In questi giorni nei comuni italiani è possibile firmare la proposta di Iniziativa Popolare perché vengano stabilite: “Norme contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti”. L’iniziativa dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, si innesta in una fase critica nel nostro Paese dove vengono registrate manifestazioni osannanti i rituali del disciolto partito fascista. Purtroppo, tra coloro che si rendono responsabili di questi atti, vi sono anche persone elette in ambito istituzionale le quali utilizzano il ruolo per manifestare le loro nostalgie. Da qui la proposta per legiferare in proposito da inoltrare agli Organismi Parlamentari. Per sottoscrivere la proposta è necessario

essere elettori e in possesso di un documento di identità valido. Mentre per i residenti il Comune di Cinisello Balsamo potrà certificare l’iscrizione nelle liste elettorali, per i non residenti i certificati di iscrizione nelle liste andranno richiesti nei Comuni di appartenenza. Si potrà firmare fino al 25 Marzo 2021. Da lunedì a sabato si firmerà, negli orari d’apertura, presso il Punto in Comune-Sportello Polifunzionale. L’ufficio si trova in via XXV Aprile, 4.

La proposta del PD per facilitare il pagamento della Tari

Introdurre la domiciliazione bancaria per i tributi e le tariffe locali, affiancandola con un sistema di notifica web e possibilmente introducendo uno sconto per chi lo fa. È la proposta, semplice, presentata dal gruppo del Partito Democratico di Cinisello Balsamo in consiglio comunale. Un servizio aggiuntivo che rappresenterebbe una indubbia semplificazione per i cittadini che, aderendo volontariamente, eviterebbero di doversi preoccupare delle scadenze e velocizzerebbero il pagamento. La proposta, secondo i suoi estensori, avrebbe molteplici aspetti positivi: da un lato favorirebbe e aumenterebbe la riscossione degli importi dovuti all’Ente e dall’altro garantirebbe un servizio veloce e comodo per il cittadino, che potrebbe pagare in automatico le bollette, riducendo la possibilità di ricevere avvisi o cartelle di mancato pagamento. “La Lega e gli altri partiti di centrodestra hanno bocciato questa idea dicendoci che è anacronistica o che costerebbe troppo, ha spiegato il capogruppo Andrea Catania dopo il voto contrario Andrea Catania della maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Ghilardi. “Peccato che Regione Lombardia, dove governano loro, lo faccia già per il bollo auto, prevedendo addirittura il 15% di sconto. Un atteggiamento contro il buon senso e l’interesse dei cittadini ma noi continueremo a presentare le nostre proposte perchè crediamo che questo sia il ruolo di un’opposizione responsabile”, ha affermato Catania”. Redazione

IL RICORDO

In ricordo di Nives Pupin, bibliotecaria speciale Nives Pupin, aveva 81 anni. Tantissimo della sua vita l’ha passata tra i volumi della nostra Biblioteca Civica. Tutti la ricordano come una donna speciale. Sia per la sua dolcezza ma anche per il polso fermo quando doveva richiamare i ragazzi che (a volte) rumoreggiavano disturbando i lettori. Friulana, sempre pronta, conosceva a menadito ogni pertugio anche il più recondito tra gli scaffali della sede di Villa Ghirlanda. La rivediamo attiva anche fuori dalla sua professione,nel Comitato Pace e nelle cucine della Festa de l’Unità e in ogni altra manifestazione che profumasse di cultura e di rapporto con gli altri. Per Nives era un modo semplice ma partecipato di stare ”nel mondo”. Tutti le volevano bene e molti dei ragazzi, gli studenti di allora, ne rammentano le finezze nel consigliare letture oppure la generosità quando apriva il giro dei tavoli di lettura offrendo dolci e caramelle. Tutti le abbiamo voluto bene. Non scorderemo, Nives Pupin e che le sia lieve la terra.


PRIMO PIANO

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PGT legittimo, il TAR respinge i ricorsi

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LAVORI IN CORSO

Furono corrette le scelte del centrosinistra. Ma l’urbanistica è al palo, dopo tre anni nessun progetto dalla giunta Ghilardi

M1: la fermata deve chiamarsi Cinisello-Monza

■Nello scorso mese di dicembre il TAR ha respinto tutti i ricorsi che pendevano sul PGT della nostra città approvato dalle precedenti amministrazioni di centro sinistra, e ha confermato la totale regolarità degli atti. Una sentenza importante che porta conseguenze significative. Il TAR si è pronunciato su tutti i ricorsi presentati dal 2014 al 2018 da Legambiente contro il Comune, la Città Metropolitana e la Regione nel tentativo di bloccare il PGT ritenuto un programma “di cementificazione abnorme”. I ricorsi puntavano il dito contro il PGT approvato nel 2013 e sul PII Bettola, che prevede la riqualificazione dell’area dell’ex Auchan, insieme alla realizzazione dell’hub intermodale che vedrà l’arrivo della M5 e della M1 insieme a numerose altre funzioni legate alla mobilità e allo sviluppo della rete ciclabile di tutto il nord Milano. La Città ha avuto modo di leggere l’intera sentenza che mette una serie di punti fermi su tutta la storia urbanistica della nostra città. Contrariamente a quanto riportato da altre testate la sentenza non lascia dubbi e respinge tutti i punti su cui si erano concentrati i ricorsi, fornendo spiegazioni precise. In merito al consumo del suolo, i ricorsi sostenevano che, in particolare sulle aree ex Ovocultura, F-Bettola e I-Gorky ci fossero porzioni di suolo libero e che le scelte del Comune fossero destinate a consumare nuovo suolo. Una accusa giudicata infondata perchè, al contrario, queste aree erano già antropizzate. “E’ pie-

C’era attesa per il sopralluogo delle autorità comunali nel cantiere di Cinisello Balsamo per il prolungamento della M1 fino a Monza, dove sono ripresi i lavori dopo un rallentamento di un anno e mezzo. Il riavvio dell’opera costerà altri 167 milioni di euro, in gran parte (100 milioni) finanziati dal governo mentre il resto da Regione Lombardia e dai comuni di Cinisello, Sesto, Monza e Milano. All’incontro era presente l’assessore ai lavori pubblici del capoluogo, Marco Granelli, il sindaco Giacomo Ghilardi e i tecnici di MM. “Questa è una delle prime tappe, ringrazio il Comune di Milano e MM per la disponibilità e per l’interlocuzione che non sono mai mancate. Giovedì scorso ci siamo incontrati e abbiamo stabilito di fare questa visita”, il sindaco Ghilardi, in accordo con Granelli, ha osservato come “sia quanto mai importante un approccio di estrema trasparenza e di collaborazione di fronte a opere di questa portata, e la variante ottenuta sul percorso della M5 ne è un esempio proficuo. Da parte nostra massima attenzione nel monitorare tutti i passaggi che avverranno fin dai prossimi giorni, con la richiesta di essere presenti a tutti i tavoli tra MM, Comune di Milano, operatore e impresa, cosa che fino ad ora non è avvenuta. Ora è tempo di unire le forze, la nostra collaborazione è massima per arrivare all’obiettivo della riqualificazione delle aree interessate nell’ottica di restituirle alla fruibilità dei cittadini”. “Tra le nostre istanze, anche quella del cambio di denominazione della fermata, che deve diventare “Cinisello-Monza”. Per identificare questo luogo in modo più appropriato essendo punto strategico per tutta l’area metropolitana e lo diventerà ancor di più con l’arrivo delle due linee della metropolitana”.

namente legittimo prevedere azioni di riutilizzo e recupero. Non si è davanti ad una trasformazione che consuma nuovo suolo”, chiosa la sentenza, “ma ad un riuso di aree già antropizzate con previsioni di mitigazione rilevanti”. Significativa la risposta del TAR all’accusa secondo cui ci sarebbe stato un “asservimento della funzione pubblica agli interessi privati”. La sentenza ribalta completamente la tesi e conferma che, in particolare riguardo al progetto dell’Hub M1-M5 con tutto il sistema di servizi e mobilità pubblici ad esso legato, “ci si trova in un ambito di interesse pubblico di ben più ampia portata rispetto alla sola riqualificazione del centro commerciale e che, dall’analisi degli atti, non è stato l’interesse pubblico a piegarsi a quello privato, ma bensì sono state le strutture private che sono state funzionalizzate in ragione del rilievo pubblico”. L’amministrazione comunale, in sintesi, trattando con i privati proprietari delle aree, ha fatto in pieno l’interesse pubblico lavorando per realizzare il prolungamento della

M5 e tutti gli altri elementi strategici del progetto. Anche il ricorso al meccanismo della compensazione relativo alle aree del Grugnotorto è riconosciuto come valido.Cosa resta dunque, di questa vicenda? In primo luogo la sentenza sancisce in modo chiaro la correttezza delle scelte urbanistiche del centrosinistra: una visione che, legittimamente, mirava a realizzare un hub moderno per tutto il nord Milano e, con il meccanismo del vincolo di mandato, a compensare quello sviluppo con l’acquisizione di nuove aree del Parco del Grugnotorto, rendendolo definitivamente il secondo grande parco di Cinisello Balsamo, insieme al Parco Nord. In secondo luogo la sentenza mette a nudo alcune criticità della giunta Ghilardi. Da sempre il centrodestra ha criticato il PGT, salvo poi confermarlo al suo insediamento. L’assessore all’urbanistica Zonca ripete che di questo PGT è stata realizzata una piccola parte, ma resta poco comprensibile perché non abbia ancora avanzato una variante per modificarlo, come sarebbe possibile secondo le procedure. “Finalmente è stata fatta chiarezza su tanti temi strumentalizzati in passato” hanno affermato Andrea Catania e Gianfranca Duca, capigruppo di PD e CB Civica. “Ora guardiamo al futuro: chiediamo di aprire in fretta una riflessione sulla programmazione urbanistica. Ghilardi e la sua giunta non hanno più scuse e non è più credibile dire che è colpa di chi c’era prima”. Redazione

Sul degrado della Crocetta la destra (che governa) accusa il PD Bagarre in consiglio comunale sui problemi del quartiere. Un odg del centrodestra chiede interventi alla giunta ma senza tempi e impegni precisi ■Uno studio per la riqualificazione urbanistica e la richiesta di restituire al quartiere identità, dignità e orgoglio. Sono le due proposte presentate e votate in consiglio comunale, lunedì 1 febbraio, dal centrodestra di Cinisello Balsamo sulla Crocetta. L’ordine del giorno della maggioranza, che governa la città, impegna così sindaco e giunta a rilanciare il quartiere dopo più di due anni di amministrazione Ghilardi. Anni in cui gli interventi urbanistici attivati riguardano ancora e soltanto i vecchi progetti approvati precedentemente e legati ai lavori sulla A4. Ma per la Lega e gli alleati di centrodestra è stato un attimo passare dall’invito alla giunta ad agire in una zona della città con molti problemi non risolti alle accuse nei confronti delle passate amministrazioni di centrosinistra. Al centro del dibattito ancora

una volta decoro urbano e sicurezza. Immediata la reazione del Partito Democratico che definisce: “Atto che non pone vincoli e scadenze” l’odg presentato e che attacca: “Lega e centrodestra governano ormai da due anni e mezzo. Perché non presentare proposte concrete per il quartiere dando un indirizzo chiaro alla Giunta? È quello che ha il chiesto il gruppo consiliare del Partito Democratico, dicendosi anche disponibile a lavorare per un documento comune e presentando alcune richieste di modifica che cercavano di dare un senso a una discussione che in caso contrario, come poi è stato, si sarebbe risolta in un nulla di fatto: cura del verde, sistemazione dei marciapiedi ed eliminazione barriere architettoniche, temporizzazione del semaforo all’incrocio tra Via Curiel/Stalingrado, sistema-

zione del campo da calcio adiacente al Centro Icaro, apertura di nuovi servizi di prossimità… il centrodestra ha detto di no a tutte queste proposte con l’assurdo che durante il confronto in aula avevano riconosciuto che erano giuste e corrette”. Lo scontro politico è scaturito anche dal fatto che la maggioranza, a corredo

dell’ordine del giorno sulla Crocetta, ha accusato il centrosinistra di non aver costruito percorsi di collaborazione per il controllo del territorio con le forze dell’ordine quando amministrava la città. Accuse che il PD respinge con forza al mittente: “Un’affermazione falsa: il gruppo consiliare non ha fatto altro che rivendicare la positiva collaborazione portata avanti in tema di ordine pubblico proprio con Polizia di Stato, Polizia Locale e Arma dei Carabinieri, in primis il suo comandante, riconosciuta negli anni dalle stesse forze dell’ordine, anche se chi oggi siede in Giunta sembra dimenticarselo”. Il riferimento all’ex maresciallo Bernardo Aiello oggi assessore alla sicurezza della Giunta Ghilardi, pur non citato, sembra più che ovvio. Fabrizio Vangelista


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Aprire la crisi è stato irresponsabile, ora un governo europeista che parta dai risultati raggiunti Le priorità sono l'emergenza sanitaria, sociale ed economica. Vogliamo tenere unità l'alleanza con M5S e Leu per un campo largo ■In questi giorni è in corso il tentativo di Mario Draghi di formare un nuovo Governo dopo la crisi incomprensibile che è stata aperta in maniera irresponsabile e ha portato alle dimissioni di Giuseppe Conte. Una crisi assurda, aperta in piena pandemia mentre ogni energia avrebbe dovuto essere finalizzata a risolvere i problemi sanitari, economici e sociali che il Covid ha portato con sé. Ragioni queste per cui è necessario dar vita presto a un nuovo Governo, evitando di perdere altro tempo mentre occorre fare in fretta le vaccinazioni, non perdere l’opportunità del Recovery Fund, mantenere sotto controllo la pandemia e fronteggiare l’emergenza sociale che a fine marzo, con lo sblocco dei licenziamenti, si aggraverà ulteriormente. Queste sono le ragioni per cui il Presidente Mattarella ha incaricato Mario Draghi di formare un Governo di alto profilo. Noi abbiamo risposto positivamente all’appello del Presidente della Repubblica e sosterremo il Governo Draghi. L’ex presidente della BCE è l’italiano che ha la maggiore credibilità in Europa e nel mondo e che può guidare un Go-

verno davvero capace di affrontare l’emergenza sanitaria, sociale ed economica che stiamo vivendo e capace di spendere al meglio i 209 miliardi con il Recovery Plan per rilanciare il Paese e ridisegnarlo, superando i grandi limiti strutturali che hanno la Pubblica Amministrazione, la Giustizia e il sistema sanitario. Non si parte da zero: il Governo Conte Bis stava affrontando la pandemia e stava anche ottenendo risultati importanti. Siamo il Paese europeo che ha

vaccinato più persone, e la perdita del Prodotto Interno Lordo causata dalle misure prese per contrastare la pandemia, non è diversa dal resto dei Paesi europei, mentre la curva dei contagi in Italia è sotto controllo, contrariamente ad altre realtà europee. In queste settimane, inoltre, il Parlamento sta già lavorando sulla proposta di Recovery Plan elaborata dal Governo Conte Bis. Il piano, a oggi, prevede di investire in diversi settori decisivi per mettere il nostro Paese nelle condizioni di com-

petere nel mondo. Si prevedono, infatti, 45 miliardi per la digitalizzazione, 67 per la rivoluzione verde, la riqualificazione degli edifici, il risparmio energetico, la mobilità sostenibile; 32 miliardi per le infrastrutture di trasporto, dall’alta velocità alle metropolitane, 27 miliardi per scuola e ricerca, 20 miliardi per la sanità. Vedremo ora quale perimetro avrà il nuovo Governo, che in apparenza sembra aver riscontrato un’ampia disponibilità tra le forze politiche. Vedremo se ci sarà davvero un’evoluzione da parte della Lega in senso europeista e un arretramento rispetto ad alcuni temi divisivi, come Quota 100 o la flat tax. Se questo avverrà, noi abbiamo solo da esserne soddisfatti. In questi giorni, però, abbiamo anche lavorato per tenere unita l’alleanza con M5S e con LEU, con cui abbiamo cominciato a costruire un percorso in questi mesi di Governo insieme, con cui stavamo ottenendo dei risultati importanti e con cui crediamo che si debba continuare a lavorare per costruire insieme un campo largo alternativo alla destra. Franco Mirabelli (senatore PD)


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Assistenza ai malati Covid, da Cinisello si prova (in ritardo) a riorganizzarla Curare i malati fragili a casa con medici e infermieri. La stessa proposta era stata avanzata dal PD ma fu respinta ■C’è bisogno di fare di più, perch l’assistenza sanitaria di base e domiciliare ha dimostrato lacune e insufficienze, soprattutto alla lunga prova del Covid-19. In Lombardia le Usca (unità speciali di comunità assistenziale) ovvero dottori e infermieri che dovrebbero curare i pazienti a casa, dovrebbero essere almeno 200 ma ad oggi non sono state tutte attivate. Numeri che parlano di una situazione di difficoltà per la sanità territoriale lombarda e che vede i comuni in difficoltà nel fornire risposte a problemi strutturali. Cinisello Balsamo cerca di riorganizzare la macchina degli aiuti. Con notevole ritardo le istituzioni locali si sono messe in moto ed ora è pronto per partire il servizio di assistenza per le persone fragili ammalate di Covid e i famigliari positivi. Si tratta del cosiddetto “Protocollo di Assistenza Domiciliare Integrata Covid” che dovrebbe prendere forma in azioni concrete e condivise da altri soggetti come ATS Milano, ASST Nord Milano, l’Azienda partecipata “Insieme per il Sociale” e Servizi Sociali degli altri comuni di Ambito quali Cormano, Bresso e Cusano Milanino. Gli obiettivi parlano

di una presa in carico rapida del paziente entro le 24 ore, definendo con puntualità le responsabilità e i compiti dei soggetti coinvolti: i Servizi Sociali dei quattro Comuni, il Servizio Infermieristico di Comunità, i medici di medicina generale, il personale che gestisce i diversi Servizi di Assistenza Domiciliare per anziani, disabili e altre persone fragili. Con diverse fasi previste: si parte dalla raccolta delle segnalazioni e dalla definizione dell’iter diagnostico o terapeutico necessario per arrivare poi alla programmazione dei diversi interventi che possono essere di tipo infermieristico domiciliare, di supporto psicosociale o legato alla fornitura di pasti a domicilio. Un servizio necessario destinato a colmare diverse lacune

della sanità territoriale registrata in quest’ultimo anno. Ma la Giunta di Cinisello evita, accuratamente, di polemizzare con Regione Lombardia responsabile della Sanità, limitandosi ad affermare: “In questi mesi di pandemia, a fronte di utenti che hanno preferito sospendere momentaneamente il servizio di assistenza domiciliare poiché sostenuti da una buona rete familiare, sono state diverse le richieste intervento per persone fragili, con sintomatologia Covid oppure, in isolamento per la presenza di familiari positivi. Ciò ci ha messi di fronte alla necessità di un ripensamento e di una nuova riformulazione dei servizi sociali forniti ", ha spiegato l’assessore ai Servizi Sociali, Valeria De Cicco. Parole che hanno provocato la reazione del Partito Democratico che nel novembre scorso, in consiglio comunale, aveva proposto interventi a domicilio per i più fragili. Proposta respinta dal centordestra e definitiva "non urgente e strumentale". “Apprendiamo, naturalmente con molta soddisfazione, dal comunicato stampa del 9 febbraio che i contenuti della nostra mozione sono stati integralmente recepiti dal “Pro-

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COVID

Vaccinazioni over 80, si parte il 18 febbraio Già da Lunedì 15 di questo mese si può comunicare al proprio medico, oppure in farmacia, la richiesta per aderire alla campagna di vaccinazione. Basterà mettersi in contatto con loro. Saranno sufficienti: tessera sanitaria, cellulare o telefono fisso. L’alternativa sono i servizi on line. Per questo la Regione predisporrà una specifica piattaforma il cui indirizzo verrà presto comunicato. In ogni caso, è attivo per tutte le informazione il Numero Verde 800.89.45.45. Pertanto fin da Giovedì 18 Febbraio, si avvieranno i contatti da parte degli Enti preposti (via SMS o telefoo) e subito verranno fissati i giorni per vaccinare le persone oltre gli 80 anni d’età. Nel caso gli stessi anziani fossero (per varie ragioni) impossibilitati a comunicare, le procedure prevedono che vi sia il supporto di un famigliare. Seguiranno, nel più breve tempo possibile, gli scaglionamenti per le altre categorie di cittadini da vaccinare. tocollo di Assistenza Domiciliare Integrata Covid” con il quale l’Assessora ai Servizi Sociali Valeria De Cicco ha battezzato la nuova delega alla Salute, peccato che arrivi con un ritardo inaccettabile: questo protocollo sarebbe dovuto essere già operativo l’anno scorso", afferma il consigliere dem Marco Tarantola. Fabrizio Vangelista


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ATTUALITÀ

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“Da infermiera invito a vaccinarsi e chi ha dubbi si informi bene” ■“È giusto dare priorità agli operatori sanitari. Il criterio di priorità è stato concordato a livello mondiale, per tutelare dalla malattia coloro che assistono le persone affette da Covid-19. Non possiamo permetterci di interrompere cure e assistenza perchè mancano i professionisti. Quindi ritengo sia stato giusto. Anche in vista della campagna vaccinale su larga scala che vedrà impegnati medici, infermieri e assistenti sanitari. Come infermiera mi ritengo una privilegiata ad aver già ricevuto il vaccino anti Covid-19, e ringrazio tutti coloro che hanno consentito di avere a disposizione questo potente strumento per fronteggiare definitivamente la pandemia in così poco tempo. Nel praticare le vaccinazioni si è registrato un impatto nello svolgimento dell’attività all’interno degli ospedali?

CRI

Totale adesione della CRI di Cinisello Da fine dicembre, i volontari della Croce Rossa Italiana, in quanto operatori sanitari, sono stati chiamati a vaccinarsi contro il Covid ed essere testimoni della validità e necessità della vaccinazione per battere la pandemia. Si stanno concludendo in questi giorni le somministrazioni delle seconde dosi e nel nostro Comitato una altissima percentuale di volontari e dipendenti (non solo quelli attivi sulle ambulanze) ha aderito alla campagna vaccinale, sintomo del pensiero comune ai volontari che il vaccino è un grande regalo che ci è stato donato da ricercatori e medici e vaccinarsi è un gesto importante che noi facciamo non solo per noi stessi ma anche per gli altri. Il 2020 è stato un anno pesante, ma il proseguimento della campagna vaccinale man mano su tutta la popolazione, ci fa guardare al futuro con ottimismo. Per questo chiediamo a tutti di non mancare l’appuntamento con il vaccino. Tutti i volontari della CRI Lombardia sono stati attivati nei V-Days del 16/17 gennaio per dare supporto sanitario durante le somministrazioni effettuate presso gli ambulatori di della Fiera a Milano. Ci aspettiamo che, secondo quanto anticipato dalla Regione, anche noi di Cinisello Balsamo verremo nuovamente chiamati a dare il nostro aiuto, come già avvenuto per la somministrazione dei vaccini antiinfluenzali svoltasi nei mesi di novembre e dicembre in spazi messi a disposizione dall’Amministrazione comunale. Come allora ci avvarremo della collaborazione di tutti i nostri volontari e metteremo a disposizione tempo e materiali per una buona riuscita dell’operazione.

Sono stata vaccinata presso l’ospedale San Gerardo di Monza e ho potuto notare una solida organizzazione, dal personale dedicato alla gestione delle prenotazioni all’individuazione di luoghi e percorsi adeguati. Quindi mi sento di rispondere che date queste condizioni non vi è un’interruzione od ostacolo al prosieguo della normale attività sanitaria ospedaliera durante la campagna vaccinale. Che sensazioni avete per il futuro? L’entusiasmo con cui la maggior parte degli operatori ha aderito alla vaccinazione mi fa dire che tutti noi riponiamo grandi speranze in questa pratica, proprio per il valore sanitario, di tutela della salute individuale e della collettività, e per quello etico, di salvaguardia della salute e del benessere delle persone più fragili che hanno pagato un prezzo altissimo. Quindi sensazioni positive, a patto che almeno il 70 % della popolazione si vaccini. Quindi il mio è un invito a tutti di informarsi presso fonti autorevoli (medico di base, farmacista, siti istituzionali come quelli del Ministero della Salute, dell’AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco, dell’Istituto Superiore di Sanità, di Regione Lombardia, di ATS Milano e ASST Nord Milano) e aderire alla campagna vaccinale quando arriverà l’invito, con grande consapevolezza del valore di questo gesto” Paola Gobbi Infermiera del Dipartimento Prevenzione dell’ATS della Brianza,sede di Desio. Abita a Cinisello Balsamo.

COVID

Grazie al Bassini ■In un momento in cui prevalgono notizie spiacevoli ci sentiamo di esprimere, pur nel dolore, la gioia di aver conosciuto gli operatori dell’Unità di Cure Palliative dell’Ospedale Bassini: professionisti preparati e persone splendide dal punto di vista dei valori umani. Immensa gratitudine dai familiari di Renato Adami. E.L.

Noi medici, attivi nella campagna vaccinale ■Qual è l’attuale situazione sulla quantità disponibile di vaccino anticovid? Le dosi sono state sufficienti ad assicurare la copertura del target previsto dalla “Fase 1”. Questo prevedeva la vaccinazione di tutti gli operatori sanitari e socio sanitari, sia ospedalieri che territoriali, oltre agli ospiti delle Rsa e al personale che in esse lavora” Come si organizzerà la vaccinazione nei prossimi giorni o settimane? Con quali priorità? Nella fase successiva alla “Fase 1” - la cosiddetta “Fase 1 bis” – si procederà alla vaccinazione di tutti gli operatori sanitari che non appartengono alla rete ospedaliera o alla medicina territoriale, come per esempio i medici

odontoiatri e il personale impiegato presso i loro studi. Bisogna precisare che l’attuazione di questa fase avverrà compatibilmente con le dosi di vaccino disponibili. Una sua valutazione sul ruolo (e con eventuali problematiche) che potranno svolgere i medici di base nell’evolversi di questi interventi? In merito al ruolo di medico di medicina generale nella campagna vaccinale, abbiamo dato la disponibilità ad un ruolo attivo nella stessa. Naturalmente chiedendo tutto ciò che serve per procedere in sicurezza e per tutelare i pazienti e gli operatori sanitari. Dott.ssa Rosalia Messina Medico chirurgo, specialista in oncologia, Cinisello Balsamo

Bene la DAD, ma serve anche la didattica in presenza ■Negli ultimi tempi gli studenti (e non solo loro) sono stati invitati a comprendere che l’inaspettata situazione causata dal Covid-19, richiedeva uno sforzo per tutti e che si è fatto il possibile nonostante le mani legate. Il vuoto governativo comporta l’assenza di indicazioni per la maturità ed è ormai sintomo dell’espressione di un vero e proprio abisso istituzionale. Parlando per esperienza personale, posso assicurare che ogni studente è conscio della complessità del momento e tenta di “fare di necessità virtù”, eppure stanchezza e nervosismo sono all’ordine del giorno. La scuola ha inglobato in toto la vita quotidiana da quando hobbies e attività extrascolastiche sono bloccate causa pandemia, e vedere che il proprio universo non sa nemmeno in che direzione muoversi, crea non poco stress. Per noi studenti di quinta è ancora più difficile: lo spaesamento è accompagnato dall’angoscia per il futuro, dalla difficoltà dell’orientamento universitario e dalla percezione diffusa che gli anni del nostro inserimento nel mondo lavorativo coincidono con uno dei periodi più difficili della nostra nazione. Abbandonare parzialmente la didattica

a distanza ha aiutato a riconciliarci col mondo esterno e a riacquisire serenità, ma non siamo effettivamente tornati a scuola: stiamo svolgendo una didattica in presenza. Tornare a scuola significa altro: vorremmo tornare a prendere un caffè assieme, ad uscire dalla nostra classe durante la ricreazione, vorremmo che non ci fossero la polizia locale e la protezione civile di fronte ai cancelli che osservano i nostri movimenti e che ci allontanano l’uno dall’altro; insomma, vorremmo davvero tornare alla banale normalità. Da ultimo, desideriamo fortementeche la scuola smetta di essere una bandiera di propaganda politica: scuola è il luogo dove si insegna la democrazia, non uno strumento per nasconderne un altro tipo di fallimento. Sofia Sivaglieri


ATTUALITÀ

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I 100 anni del PCI, una scuola di vita Nella storia repubblicana il partito, da Togliatti in poi, è stato protagonista dei cambiamenti ■I 100 anni del PCI sono l’occasione per ripercorrere la storia di un grande movimento di massa, di una forza politica e, soprattutto, per riflettere (e parlarne ai giovani) sull’influenza che ha avuto sullo sviluppo della società italiana per tutto il Novecento. È stato scritto da autorevoli storici e commentatori che l’Italia, così come tante generazioni l’hanno conosciuta e vissuta, senza il PCI sarebbe stata un’altra cosa. L’Italia sarebbe stata inconcepibile. Dalla pubblicazione di memorie, di vita vissuta (dirigente di partito, amministratore locale), di testimonianze emerge “il fenomeno” della costruzione (una vera costruzione) di una classe dirigente diffusa nel territorio a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta. Tutto iniziò subito dopo il ritorno di Togliatti in Italia e la liberazione di Roma. Nasce veramente il Partito nuovo, Togliatti compie il suo vero capolavoro (oltre a essere tornato vivo!): si circonda di giovani, a loro affida compiti di direzione; li spinge a conoscere la società, a conoscere il popolo; li manda nella provincia profonda a conoscere i braccianti, gli edili, i lavoratori delle miniere. La ricchezza della politica del Novecento è stata quella di portare molti suoi rappresentanti a immergersi nel Paese.

Il compianto maestro di politica Emanuele Macaluso il 1° maggio del 2019, a Portella della Ginestra, ci ha lasciato il suo testamento (politico): “…per me, che ho avuto tanti incarichi politici, la mia formazione politica, sociale e umana è stata negli anni in cui sono stato nel sindacato. Senza quell’esperienza, senza quella conoscenza, senza quel rapporto umano con migliaia di lavoratori, con gli zolfatari, con i metallurgici, con i contadini, con i braccianti a capire quale era il loro problema, non avrei potuto svolgere quegli incarichi nel Partito…!”. Chi non ha potuto partecipare alla vita delle Sezioni del PCI non sa che lezione di vita esse siano state. Respiravi tanti valori. Ti veniva trasmessa tanta etica di comportamento. È in questa operazione di conservazione della memoria e di sistematizzazione della storia del PCI (che è un pezzo della storia d’Italia) che le Fondazioni stanno svolgendo un protagonismo decisivo nel mettere in campo azioni concrete per capitalizzare l’eredità morale e politica del partito. È a partire infatti dallo scorso 21 gennaio, data della celebrazione

dei 100 anni dal Congresso di Livorno, che ciascuna delle Fondazioni ha inaugurato un calendario fitto di iniziative (che si protrarrà per tutto il 2021), di carattere tanto nazionale che territoriale, per mantenere viva la memoria del Ugo Sposetti PCI e per fare in modo che, soprattutto nelle generazioni che non hanno vissuto quella storia, la storia del PCI possa rappresentare un esempio ancora valido nella formazione della cultura politica. Presentazioni di libri, pubblicazioni dedicate alla storia locale, convegni online, iniziative di promozione del proprio patrimonio, organizzazione di mostre (per quando le condizioni lo permetteranno), queste alcune delle attività organizzate e promosse a livello nazionale dall’Associazione Berlinguer attraverso i canali ufficiali delle celebrazioni dei 100 anni del PCI. In aggiunta a ciò, le Fondazioni si sono spese in maniera esemplare per il recupero, l’ordinamento, l’inventariazione e la digitalizzazione di archivi. Lo hanno fatto riprendendo un aspetto tipico della nostra cultura politica, per rendere disponibile un insieme ragguardevole di carte, un patrimonio storico-culturale di grande rilievo

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che senza la nostra iniziativa avrebbe rischiato, nella gran parte dei casi, di andare completamente perduto. Questo prezioso lavoro delle Fondazioni, grazie alla Fondazione Gramsci con cui l’Associazione Berlinguer ha sottoscritto un Protocollo d’intesa, confluirà in tempi rapidissimi nel Portale delle fonti per la storia del Pci. La loro pubblicazione online consentirà agli studiosi, ai ricercatori, al mondo della scuola e ai cittadini la consultazione dei nostri archivi, ne diffonderà la conoscenza e valorizzerà le fonti storiche che essi conservano. Infine, per quantificare quanto nell’opinione pubblica, ed a prescindere dall’orientamento politico, sia sentito l’anniversario dei cento anni del PCI, riporto le parole pronunciate da Marco Bucci, sindaco di Genova, in occasione delle celebrazioni del 125° anno dalla nascita di Umberto Terracini: “Direi che siamo tutti d’accordo, anzi penso che non ci sia nessuno che possa negare che il Partito Comunista è stato un attore fondamentale dei più grandi processi politici dell’Italia. In tutti i casi, negli ultimi cento anni, dove c’era un cambiamento, dove c’era una decisione, dove c’era qualcosa da fare, il partito comunista c’era. Quindi è un grande attore degli ultimi cento anni della storia d’Italia, ma non solo della storia, dei cambiamenti che è la cosa più importante direi”. Rimane in noi un grande desiderio e un impegno di lavoro: dare un, seppur piccolo, contributo a elevare la cultura politica di massa. Ne abbiamo tanto bisogno! Ugo Sposetti



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L’altra Resistenza: i militari italiani che dissero no a Hitler e Mussolini Numerosi i cinisellesi che finirono deportati dai nazisti piuttosto che unirsi a loro e ai repubblichini di Salò. Ecco le loro storie ■Ci sono voluti anni di silenzio e di sofferenze mai raccontate, nemmeno ai familiari, per restituire dignità alle memorie della deportazione degli IMI, Internati Militari Italiani; una storia ignorata per anni, che coinvolse circa 650-700 mila persone. La loro tragica vicenda ebbe inizio l’8 settembre ‘43, giorno dell’Armistizio, uno spartiacque per l’Italia che subì l’occupazione nazista, violenta e immediata. L’esercito italiano, colto di sorpresa, senza ordini chiari e allo sbando, si trovò alla mercé degli invasori. Si doveva scegliere se allearsi con loro e con la Repubblica Sociale Italiana, oppure essere deportati. Alcuni cercarono di resistere e morirono combattendo o vennero fucilati, come a Cefalonia, altri cercarono di tornare a casa, aiutati dai civili, altri ancora si unirono ai partigiani. Circa un milione di militari cadde in mano nemica. Rimasero per poco tempo in lager di transito, dai quali alcuni riuscirono a fuggire, mentre altri presero accordi con i nazisti; la parte restante fu deportata nei lager del Terzo Reich (Offlag per ufficiali e Stalag per la truppa). Alcuni militari troveranno la morte durante i trasporti effettuati in condizioni disumane. Quelli che giunsero a destinazione, immatricolati con un numero e la sigla del campo su una piastrina, vennero presto defraudati del loro status di “prigionieri di guerra” e delle conseguenti tutele, e marcati come “internati militari”, una qualifica non prevista dalle convenzioni internazionali. Furono considerati “disertori badogliani” e potenziali “soldati del duce” in attesa di ravvedimento. Con insistenti pressioni, fu chiesto loro di combattere a fianco dei tedeschi. L’88% dirà NO a qualsiasi forma di collaborazione, affrontando sofferenze e privazioni. Per quale ragione? Raccontava Claudio Sommaruga (IMI che intervenne a Cinisello Balsamo in occasione di una mostra a loro dedicata nel 2009): “Per molte ragioni: onore, fedeltà al re e allo stato legalitario, amore di una patria ideale, sfrondata dalla retorica fascista e poi per dignità umana, rigetto di ideologie barbare, per non protrarre oltre una guerra assurda e perduta. I deportati politici, gli ebrei e i prigionieri di guerra non avevano scelta, dovevano lavorare e basta, ma noi, caso unico nelle prigionie di massa, potevamo liberarci in qualsiasi momento con un compromesso e una firma! Fu un tormento continuo, soprattutto per noi ufficiali (più pressati dei soldati), più assillante della fame, e reiterato per venti mesi”. “Non ci consideravano prigionieri di guerra e dalla Croce Rossa non si ebbe

alcun aiuto – affermava Mario Rigoni Stern – non ci consideravano nemmeno deportati e per i tedeschi eravamo solo traditori. Nell’ordine del “trattamento” venivamo considerati dopo i giudei, gli zingari e gli anormali, alla pari dei prigionieri sovietici. Per volontà di Mussolini e di Hitler non fummo né prigionieri di guerra né internati politici”. Circa 50 mila sono gli IMI che morirono, per malattie, fame, stenti, uccisioni. Coloro che riuscirono a sopravvivere furono segnati per sempre. La liberazione avvenne per lo più tra febbraio e maggio del ‘45. Il rimpatrio, tuttavia, non fu immediato e si svolse soprattutto nel corso dell'estate e dell'autunno. Al loro ritorno incontrarono diffidenza e ostilità. Furono considerati fascisti da “rieducare” o, addirittura, collaborazionisti. La storia degli IMI fu presto dimenticata: un oblio durato a lungo. Criticati da più parti, presto si ammutolirono. Scrive Antonella Restelli (Memoriae. Territori nazifascisti 1943/45) che il padre Vittorio parlava poco e solo con la moglie: “su un piccolo taccuino aveva scritto di nascosto il diario di quei giorni. Lui e mia madre avevano iniziato a leggere insieme, poi avevano deciso di distruggerlo per ricominciare una nuova vita. […] In tutto il corpo, la mente e il cuore di mio padre si era insinuata la prigionia e io ora credo non l’abbia abbandonato fino alla fine. […] Dovetti aspettare vent’anni per conoscere la verità che avrebbe svelato e riscritto la nostra relazione. […] Le tracce di mio padre compongono il ritratto di un uomo nuovo”. Quella del silenzio è una storia comune a molti. Anche Barbara, figlia di Vittorio Menegardo, un nostro concittadino, arrestato in Albania nel ’43 e deportato nello Stalag VI-J di Krefeld, testimonia che ai figli raccontava poco o nulla. C’era la famiglia, il lavoro, una vita nuova davanti che induceva a dimenticare le sofferenze patite. Purtroppo è scomparso un anno prima dell’istituzione del Giorno della Memoria, una ricorrenza

che per qualcuno fu una spinta ad aprirsi e raccontare, anche in pubblico, l’odissea della deportazione. Quest’anno, i familiari di un nostro concittadino scomparso nel 2009, hanno ricevuto la Medaglia d’Onore, conferita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Antonio Lopez Capicotto si trovava sul fronte greco-albanese, inquadrato nel 51° Reggimento Artiglieria; fu arrestato il 15 settembre ’43 e internato in Germania. Venne liberato l’8 luglio ’45 dalle FF.AA. alleate. Ringrazio la figlia

Rosanna e la nipote Maria Lucia Di Stano per aver aperto il loro cassetto di ricordi e documenti (che saranno oggetto di future iniziative) che ci restituiscono il ritratto di una persona di grande generosità, serena, ma incapace di raccontare l’esperienza del lager perché l’emozione prendeva sempre il sopravvento. Gli storici iniziarono ad occuparsi della storia degli IMI solo dalla metà degli anni Ottanta. Scriveva Sommaruga: “E se questa marea di renitenti avesse dato il sostegno politico e militare a Hitler e Mussolini? Certamente si sarebbe scritta una storia diversa e una ritardata vittoria alleata, come riconobbero autorevoli capi partigiani come Boldrini e Taviani! Ricordare? Dimenticare? Certo dimenticare è più comodo ma non è lecito perché apre la porta al revisionismo di parte e impedisce quello storico obbiettivo. Il futuro è già scritto nel passato, per questo dobbiamo ricordare. Ora più che mai, il retaggio dei reduci alle nuove generazioni è il loro motto: ‘mai più guerre, mai più reticolati!’”. Patrizia Rulli

DA FARE

Gli IMI di Cinisello Balsamo Mario Arabelli catturato il 9.9.43, deportato nello Stalag VIII C di Sagan, fu dichiarato disperso il 17.1.45. Andrea Betti (1920) morì il 25.6.45 all’Ospedale di Bamberg. Riccardo Bozzolan (1910) morì nel ‘45 nella Germania Orientale. Carlo Casati (1921) morì a ottobre del ‘43 a Schweinfurt, per le ferite riportate durante un bombardamento. Pietro Cotto (1924) fu rimpatriato perché malato, morì sul treno ospedale che lo riportava a casa. Mario Massimini (1917) morì il 13.2.45 a Vienna in seguito a un bombardamento. Giuseppe Fugazza (1920) deportato nello Stalag III-C di Alt-Drewitz, morì il 19.2.44 per TBC presso l’ospedale della città. Vittorio Monza (1924) deportato a Gdańsk, fu dichiarato disperso il 17.12.44. Luigi Pecchenini (1924) catturato dopo lo scioglimento del suo Reggimento in Croazia, fu rinchiuso nel campo di concentramento del Gradaro, alle porte di Mantova. Il 19 settembre fu prelevato con altri 9 militari e portato nei pressi di Curtatone, dove vennero tutti fucilati. Giuseppe Felice Robotti (1920) catturato in Grecia l’8.9.43, internato nello Stalag VB di Villingen, morì il 30.1.45 all’ospedale Oskar-Ziethen di Berlino. Oreste Terenghi (1917) in servizio di presidio a Pola, il 23.9.43 fu fucilato dai nazisti perché colpevole di favoreggiamento nei confronti dei partigiani jugoslavi. Renzo Tremolada (1912) catturato il 9.9.44, morì il 3.4.51 a seguito delle malattie contratte in guerra. Roberto Villa (1920) catturato l’8.9.43. Nel ’44, per punizione, fu destinato a un campo di disciplina. Non si ebbero più notizie e fu considerato disperso il 25.12.44. Mario Zaghi (1913) catturato a Reggio Emilia il 9.9.43, fu internato nello Stalag II A di Neubrandenburg. Morì il 25.8.44 in seguito a un bombardamento aereo. Francesco Verganti (1917) fu arrestato a Rodi. Il piroscafo, sul quale era ammassato con circa altri 400 prigionieri per essere deportato, affondò nel Mar Egeo il 12.2.44. Fu dichiarato disperso. Altri militari riuscirono a ritornare a casa alla fine del conflitto, ne citiamo solo alcuni: Luigi Brevi, Angelo Capelletti, Pietro Dallan, Giuseppe Ferrandi, Ugo Ghezzi, Ottorino Monza, Luigi Sambruna, e altri che giunsero a Cinisello Balsamo successivamente: Settimo Buratti, Edoardo Simondi, Giovanni Venzo. Per approfondire: www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?rubrique10


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I primi quarant’anni di Elettro Impianti Pietro Dufemia, storico fondatore dell’azienda, e i due figli Carlo e Francesco, si raccontano ■Un riferimento importante per la nostra città quello dell'azienda Elettro Impianti, di via Palestro 10. Oggi compie 40 anni. Fondatore, il papà, Pietro Deufemia oggi 74 enne. Ha iniziato da solo, imbarcandosi in questo viaggio che alla partenza non dava certezze, con l’unico bagaglio di tanta passione: il suo merito è di non avere mai tradito le aspettative della gente con cui ha lavorato dall'inizio a oggi, mantenendo praticamente sempre gli stessi clienti. Non si è mai lasciato attrarre da facili guadagni accettando lavori di subappalto da chi non conosceva. Ha preferito coltivare un suo parco clienti selezionando gli interlocutori del territorio con cui lavorare, aziende serie, che gli procurassero magari una marginalità di guadagno minore, ma una continuità nel tempo, assicurandogli tranquillità economica. Scelte che l’hanno premiato. Oggi a testimoniarcelo, Pietro Deufemia coi suoi due figli, Carlo il maggiore, laureato in ingegneria e Francesco, diplomato in elettrotecnica. Ci spiegate di cosa si occupa la Vostra azienda? “Ci occupiamo di impianti elettrici, siamo molto forti nella manutenzione ed essendo presenti soprattutto sulla piazza di Cinisello e dintorni, riusciamo a intervenire pressochè immediatamente in caso di disservizio e di guasti, con una reperibilità di 24 ore su 24, sia con la presenza di personale che con i materiali” – afferma

con orgoglio, papà Deufemia. Sì perchè la forza di Elettro Impianti è che in caso di bisogno, oltre che a presentarsi di persona in tempi celerissimi, dispone di un magazzino e di uno stock di materiale molto fornito che permette di poter risolvere nel 90% dei casi il problema in tempo reale, senza dover rimandare l'intervento per approvviggionarsi (ndr). “La reperibilità, anche notturna e nei festivi, è stata l’arma vincente, noi siamo disponibili sempre: giorno, notte, Natale, non hanno importanza né il giorno né l’ora” – ci sottolinea Francesco, il più giovane fra i due fratelli. Resistere per quarant’anni non è impresa da poco, qual è la vostra forza? “Quello che la gente apprezza è sicuramente la professionalità, che non

deve mai mancare, e la serietà che investiamo nel nostro lavoro – dice Carlo, il maggiore. Abbiamo un parco clienti di circa 3500 alloggi, più altre varie aziende con cui lavoriamo. L’azienda, oltre che di manutenzione, che comunque rappresenta una buona parte del nostro operato, si occupa anche di impianti elettrici su nuovi condomini, puntando molto negli ultimi anni sulla domotica e il fotovoltaico”. “Che oggi – sottolinea papà Deufemia – a differenza del passato in cui veniva utilizzata solo da pochi, ha invece prezzi assolutamente abbordabili”. Come avete affrontato la pandemia dello scorso anno, ci sono state ripercussioni sul vostro lavoro? “La crisi si è sentita: ci sono diversi nuovi lavori in programma che a causa dell’impossibilità di incontrarsi nelle assemblee condominiali, non sono stati deliberati e non possono quindi partire – afferma Francesco – questo è un momento particolare, che mai avremmo immaginato di vivere, il più pesante in quarant’anni”. “C’è tanto da fare ma siamo impossibilitati a procedere – continua Carlo – comunque, nonostante le restrizioni e il mercato fermo da marzo a oggi, a parte il mese di aprile 2020 non abbiamo fatto neanche un giorno di cassa integrazione”. Vi aspettatavate di continuare l’arte di famiglia? “No, né io né mio fratello lo avevamo pianificato, ma nostro padre è sicuramente

stato bravo a trasmetterci il senso del dovere, a farci amare il mestiere” – afferma Carlo. Pietro Deufemia, con tanto coraggio ha deciso di aprire la società subito dopo la scuola serale, ben 40 anni fa. Capacità, serietà, onestà con quel tanto di fortuna ad aver incontrato sulla propria strada clienti seri e puntuali nei pagamenti, hanno reso possibile un sogno. Lo stesso sogno nel quale ha cercato di coinvolgere, circa vent’anni dopo il figlio maggiore e in seguito anche il minore (ndr). “Avevo ancora le braghette corte quando mio padre mi portava con sé perché osservassi i suoi interventi – racconta Francesco – mi ha coinvolto fin da ragazzino ed è stata la mia, la nostra fortuna. Siamo entrati in azienda da apprendisti e questo ci ha dato modo, sia a me che a mio fratello, di fare la classica gavetta, ci ha preparato a 360 gradi”. Chiediamo un’ultima riflessione a papà Deufemia: “Nel corso degli anni, ho sempre avuto nel cuore la volontà e il desiderio di avere i miei figli accanto a me. Per questo ho cercato di formarli al meglio. Qui dentro c’è tutta la mia vita, di sacrifici miei e di mia moglie che mi ha sempre supportato e non è stato facile per me “passare il testimone”. Decidere di rallentare i ritmi, è stata una mossa graduale ma loro sono bravi e oggi sono assolutamente tranquillo nel sapere che l’azienda è in mano loro e ha un futuro che spero continui con i loro figli più avanti. Io ci sono sempre e non smetto di venire ma è giusto lasciare lo spazio che meritano e che hanno conquistato con tanto impegno, sono molto soddisfatto di loro, come uomini e come professionisti”. Stefania Vezzani




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Le novità de La Baitella Il restyiling della bottega gourmet con cucina, raccontato dai protagonisti ■L’inaugurazione di una nuova saletta proprio dove negli anni Venti del secolo scorso sorgeva un’antica osteria. È questa la recente novità de La Baitella, una bottega gourmet con cucina, come ama definirla Stefano Franco, che insieme alla moglie Monica, al figlio Davide e allo chef Gianni porta avanti con passione questa attività nata nel 1987 in via Garibaldi. Stefano e il suo staff hanno ampliato il proprio negozio con l’acquisizione di uno spazio adiacente all’attuale vetrina e hanno scoperto, quasi per caso, che proprio lì un secolo fa sorgeva un locale che dava ristoro con piatti tradizionali e generosi

bicchieri di vino. Svolgendo i lavori di ristrutturazione hanno portato alla luce un soffitto di legno a cassettoni, una pavimentazione di pregio, un vecchio caminetto e una finestra che erano stati murati, il tutto risalente al terzo decennio del Novecento. Nei mesi più difficili del lockdown. La Baitella ha continuato a offrire prodotti di grande qualità per tutti i cinisellesi e non solo, amanti della buona tavola. Formaggi, salumi, circa 400 referenze tra i vini e molto altro ancora: l’impegno di Stefano è quello di divulgare le prelibatezze e le storie di numerosi artigiani conosciuti di persona, casari, norcini e vignaioli

La ricetta dello chef Gianni RISOTTO AL LAGREIN E MORTANDELA TRENTINA. Ingredienti per 2 persone. Riso Carnaroli 100 gr; Mortandela trentina a cubetti 50 gr; Burro 20 gr; Brodo vegetale o misto (carne e verdure) 300 gr; Vino Lagrein, un bicchiere pieno (bicchiere da acqua o comunque capiente). Preparazione. In un tegame tostare il riso a secco. Quando il riso è caldissimo, sfumare con mezzo bicchiere di vino Lagrein. Lasciare asciugare e portare avanti la cottura con brodo caldo per 14 minuti. A un minuto dal termine della cottura sfumare con l’ultimo mezzo bicchiere di vino. Aggiungere i cubetti di Mortandela trentina e mantecare con il burro per un minuto. Servire con una spolverata di pepe macinato.

che hanno saputo trasmettere ai propri prodotti una personalità originale e l’anima peculiare delle terre da cui provengono. Nella nuova ala del locale l’obiettivo è quello di proporre Champagne, spumanti e vini mossi abbinati a taglieri di squisiti affettati e stuzzicanti formaggi. Uno dei grandi desideri di Stefano è quello di rendere protagonisti i prodotti caseari, elevandoli ad antipasti o a piatti principali, come avviene in Francia, evitando così di relegarli a semplici comprimari per terminare un pranzo o una cena, come accade nelle nostre tradizioni alimentari. Inoltre, la cucina che presenta lo chef Gianni cerca di valorizzare ingredienti poco noti al grande pubblico come quelli che abbiamo avuto la fortuna di degustare: uno straordinario risotto al Lagrein e alla Mortandela trentina. Ecco quanto è uscito dai fornelli de La Bai-

tella, a conferma di una vocazione alla divulgazione e alla sperimentazione creativa. Un vitigno autoctono dell’Alto Adige vinificato in rosso ha dato vita a un ottimo vino di struttura, che è stato impiegato per sfumare il risotto e che poi è stato abbinato allo stesso piatto. Questo è stato impreziosito da cubetti di un salume tipico della Val di Non, la Mortandela (si scrive proprio così!), un impasto ottenuto con i tagli nobili del maiale (in origine, invece, erano impiegate le parti meno pregiate) e successivamente sottoposto ad affumicatura con legno di faggio. In attesa che la cucina possa riaprire anche per la cena con specialità per buongustai, realizzate con ingredienti nostrani, vi proponiamo la ricetta di questo eccezionale risotto con le indicazioni dello chef. Emanuele Lavizzari

RESIDENZA DEL SOLE

Sant’Eusebio, al via il restauro per l’antica e amata chiesetta ■Lo riferisce il comune in una nota che sottolinea che parte degli investimenti necessari per i lavori, circa 150mila euro, saranno finanziati dagli oneri secondari (8%) previsti per legge e richiesti dalla parrocchia. Ciò servirà a fornire ulteriore pregio a uno dei siti storici della città. La chiesetta ha origini antichissime, quando la nostra città (attorno al XII Secolo) doveva ancora sorgere e le presenze della rarefatta comunità venivano individuate come fuochi (focolari) intendendo i nuclei rurali allora presenti. L’ultimo restauro risale al 1993 mentre precedentemente altri interventi si erano verificati nel 1991, 1932 e nel lontano 1879. La parrocchia ha chiesto e ottenuto il via libera per i lavori dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Milano perché l’immobile è soggetto a vincolo paesaggistico. Precisando su quanto scritto nella nota diffusa dal Comune, il parroco don Luciano, sottolinea che “i lavori riguarderanno l’esterno della chiesa, compresa la sagrestia”. Il piano dei lavori, già approntato nel 2018, ha dovuto subire dei rallentamenti adesso final-

mente superati. I restauri hanno preso il via nel novembre 2020 e nel corso dei lavori sono emerse delle complicanze che richiedono un maggiore impegno rispetto a quanto previsto. “Inizialmente appariva come un lavoro facile – ci ha detto don Luciano – ma nel prosieguo abbiamo dovuto far aggiornare i preventivi. Tuttavia siamo soddisfatti per le notizie che stanno giungendo e siamo grati al sindaco Ghilardi per la sensibilità dimostrata. La speranza è che il finanziamento giunga al più presto dato che contiamo di inaugurare il nuovo aspetto della chiesetta a Pasqua o al più tardi a Giugno”.

La tecnologia che aiuta le relazioni La Residenza del Sole sperimenta la realtà virtuale con ospiti e familiari Durante questi mesi di forzato isolamento, l'impegno di Residenza del Sole è sempre stato quello di mantenere vive le relazioni fra gli anziani ospiti e l'esterno, con i familiari e, in modo più ampio, con il Territorio. Molte le iniziative messe in campo: l'allestimento della “stanza dei colloqui”, per l'incontro con i familiari in modo sicuro e protetto, videochiamate con i Volontari e i parenti, “Messaggi in bottiglia” ad Associazioni, Istituzioni ed Enti locali, utilizzo della realtà virtuale. Proprio nell'ambito della realtà virtuale abbiamo condotto nel periodo natalizio una sperimentazione che ha coinvolto due ospiti e i loro familiari. Alla famiglie è stata fornita una speciale telecamera, installata in casa, per riprendere momenti di vita quotidiana e i festeggiamenti natalizi, da questo materiale è poi stato ricavato un video immersivo in realtà virtuale che, con uno speciale visore, è stato visto e “vissuto” dagli ospiti. Lo stupore, la gioia e la commozione di essere immersi “realmente” nella vita familiare durante il Natale è stata tanta. E' stata un'esperienza davvero emozionante, che intendiamo sviluppare, per offrire ai nostri anziani strumenti innovativi a servizio di ciò che hanno di più caro: le relazioni e gli affetti. (Il video su questa esperienza è visionabile su www.residenzedelsole.org/eventi-news)


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SOCIETÀ

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U.T.E. di Cinisello pronta a ripartire Nuovi programmi e voglia di tornare in classe all'Università della Terza Età. La docente Maria Molteni: "Siamo pronti" ■La prima volta. È la prima volta dal 28° anno della sua fondazione che l’ U.T.E. di Cinisello Balsamo non ha potuto riaprire i battenti ed iniziare il nuovo anno accademico. Quando si è dovuta interrompere un’attività ancora molto fitta di corsi, laboratori ed iniziative culturali, nella scorsa primavera, la “macchina organizzativa” dell’ U.T.E. non si era fermata. I docenti avevano consegnato i programmi, il personale di segreteria ha raccolto, ordinato e predisposto il nuovo calendario. Come ha scritto la presidente, Riccarda Penitenti, nell’introduzione al nuovo libretto: “Noi vogliamo guardare con positività al futuro e in questa ottica, grazie alla rinnovata collaborazione della maggior parte dei nostri stimati docenti, siamo riusciti a mettere insieme una valida programmazione didattica, in vista di una possibile ripartenza dopo le vacanze estive”. Tutto faceva sperare in una ripresa in autunno, forse solo un poco posticipata. Purtroppo il persistere di notizie incerte sull’andamento dell’emergenza epidemiologica, ha indotto lo staff a rivedere questi piani, rimandando una possibile apertura al gennaio 2021. Cosa che ancora non si è potuta realizzare. Di fronte alle richieste degli utenti,

cipazione: presenza al corso, interazione col docente, ma anche occasione socializzante, riscoperta di contenuti e ripresa di argomenti abbandonati dopo l’età scolare. “Noi manchiamo ai nostri corsisti ed i nostri corsisti mancano a noi” Eh sì, perché anche il docente, di fronte a gruppi-classe così attenti, motivati, partecipi ritrova la soddisfazione, la gratificazione di quando era il/la prof.

E allora, citando ancora le parole della Presidente: “L’U.T.E. intende riprendere la sua attività per continuare ad essere un importante punto di riferimento sia nel campo sociale che culturale, anche perché Cinisello Balsamo, dopo i durissimi colpi del lockdown, è un una città che vuole rilanciarsi con ottimismo e volontà di confermare il ruolo culturale che le compete”. Non appena verranno date le autorizzazioni, si procederà all’apertura dei corsi, anche in presenza, sempre avendo a cuore il benessere di tutti: corsisti,docenti e personale di supporto. Maria Molteni Docente U.T.C. Cinisello Balsamo

ANNIVERSARI alcuni ormai “ospiti fissi” da anni dei numerosi corsi e laboratori, e al desiderio della Presidenza di offrire comunque una possibilità, è stata richiesta ai docenti la disponibilità ad effettuare corsi on line, anche con il supporto dello staff tecnico. Alcuni hanno aderito: sono state quindi raccolte le iscrizioni e fissato il calendario: con termine ipotizzato all’ 8 maggio. A fronte di questa nuova modalità sono emerse le stesse osservazioni che sentiamo a proposito della scuola: insegnamento non è solo didattica, ma relazione, instaurazione di interscambi, fondazione di un sapere che trasmetta passione, entusiasmo, motivazione. Tutto questo in un ambito nel quale il calore dei rapporti umani è la base su cui si innesta ogni parte-

SALUTE

Vitaldent mette al centro la salute di pazienti, medici, dipendenti e fornitori Vitaldent è un network di ambulatori odontoiatrici, che vanta 15 anni di attività con 80 centri presenti sul territorio nazionale, aperti dal lunedì al sabato, 12 mesi all’anno. L’Azienda mette a disposizione un team di professionisti dedicati alle diverse specialità più richieste (ortodonzia, implantologia, protesi dentale) ed è attenta alle tematiche più sensibili come la prevenzione, con controlli semestrali che aiutano a verificare lo stato di salute del cavo orale. Vitaldent - che già durante l’emergenza sanitaria aveva garantito ai propri pazienti le cure indifferibili - ha ripreso le proprie attività, preoccupandosi di prestare particolare attenzione alla sicurezza e alla salute dei suoi pazienti, medici, dipendenti e fornitori, adottando una serie di misure di sicurezza in ottemperanza a quanto previsto dalle linee guida ministeriali in considerazione dell’emergenza sanitaria in corso. In particolare, i protocolli applicati, così come previsto per l’attività odontoiatrica, prevedono un monitoraggio in tutte le fasi di contatto con il paziente, ad esempio, attraverso: • Il triage telefonico, prima dell’appuntamento; • L’accoglienza del paziente, verifica della temperatura corporea con termoscanner, rispetto dell’uso dei dispositivi obbligatori (mascherina) e un adeguato processo di lavaggio delle mani; • La sanificazione degli ambienti; • La gestione rigorosa degli spazi dedicati all’attesa e l’ingresso contingentato in ambulatorio, garantendo il distanziamento interpersonale di almeno un metro; • La vestizione e svestizione del personale di Vitaldent secondo le indicazioni di settore. Consapevole dell’importanza della salute dentale e della situazione economica complessa dovuta all’interruzione della maggior parte delle attività nella fase critica dell’emergenza sanitaria, Vitaldent ha scelto di essere ancora più vicina ai propri pazienti, continuando a rendere flessibili le modalità di pagamento delle cure. Per fissare subito una visita di controllo, rivolgersi a Vitaldent, via Picardi, 170 20099 Sesto San Giovanni Tel. 02.92888550. Direttore Sanitario dott. Pierpaolo Comi. Iscritto all’Albo degli Odontoiatri di Milano n. 5289. Sito web: www.vitaldentitalia.it/centri-vitaldent/dentista-sesto-san-giovanni/ Facebook: www.facebook.com/centro.vitaldent.sesto1 Publiredazionale

Il voto alle donne. La storia di una vittoria della democrazia Settantasei anni fa il Consiglio dei Ministri sanciva un nuovo diritto ■Il voto alle donne è una conquista recente, infatti risale a solo settantasei anni fa, esattamente il 1° febbraio 1945, quando l'Europa era ancora impegnata nella Seconda Guerra Mondiale. Il riconoscimento giunge con un decreto legislativo emanato dal Consiglio dei Ministri, presieduto da Ivanoe Bonomi su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. Finalmente, si conferiva il diritto di voto alle italiane con più di 21 anni. Venivano escluse però le prostitute schedate che esercitavano il meretricio fuori di locali autorizzati. Un argomento trattato in consiglio, in quanto ritenuto come qualcosa di inevitabile “visti i tempi” ma che purtroppo non ha raccolto il voto unanime di tutti i ministri. Alla base dell'assurda discriminazione, perpetrata per anni e anni, molteplici erano le ragioni portate da chi si opponeva: alle donne era vietato votare perchè emotivamente instabili, isteriche, troppo sentimentali o semplicemente a causa della convinzione – errata – che al genere femminile non interessasse il mondo politico e istituzionale. E se appena 76 anni fa sembrava tardi, si pensi che in Svizzera il suffragio femminile si è raggiunto solo nel 1971 e in Arabia Saudita nel 2015. Molto più aperti nella Nuova Zelanda dove il voto alle donne è stato conferito nel lontano 1893. Nel 1945, in Italia le donne votarono alle amministrative. Tale riconoscimento, che affermava giuridicamente l'uguaglianza morale, intellettuale e civile dei cittadini, senza alcuna discriminazione per motivi di sesso, costituì quindi la prima fondamentale rivendicazione femmi-

nile in materia di diritti politici . Ma attenzione, il riconoscimento si limitò solo al diritto di voto. L'eleggibilità delle donne, invece – quindi non solo la possibilità di andare a votare – viene stabilita con un decreto successivo, il numero 74 del 10 marzo 1946. Alle elezioni amministrative di tale anno dunque votò l'89% delle donne aventi diritto e circa 2 mila candidate vennero elette nei consigli comunali di tutta Italia, la maggior parte in liste di sinistra. In ogni caso i pregiudizi sul voto alle donne tra gli italiani erano ancora molto alti. In occasione del referendum tra monarchia e repubblica in un articolo, il Corriere della Sera, invitava le donne a recarsi al seggio elettorale: “senza rossetto sulle labbra in quanto il rossetto avrebbe potuto macchiare la scheda e quindi rendere il voto nullo”. L'articolo poi invitava le donne ad applicare il rossetto fuori dal seggio dopo aver votato . L'ampliamento, in Italia, del suffragio universale è stato pertanto una conquista importante delle donne, un momento chiave nella storia della nostra democrazia: è stato un segno di progresso politico importante che ha dato al mondo femminile la possibilità di esprimersi e di impegnarsi per il bene comune. Ecco perché occorre fare memoria delle lotte svolte e del risultato ottenuto affinchè il diritto acquistato, con tanta fatica, venga non solo mantenuto gelosamente ma esercitato ogni volta che ci viene chiesto. Questa è la democrazia. Fabrizia Berneschi Avvocato civilista


SPORT

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Il comune, per ora, non incontra i dirigenti Asa La giunta ha ricevuto una delegazione di genitori degli atleti in difficoltà ma con la società sportiva è ancora scontro aperto ■La storia infinita tra l’ASA Cinisello e l’Amministrazione Comunale si è arricchita di altri episodi. Il primo è che a fine gennaio, una delegazione delle famiglie degli atleti agonisti ha incontrato il sindaco Giacomo Ghilardi e l’assessore allo Sport Daniela Maggi per discutere della chiusura dei loro corsi alla piscina Paganelli. Nell’occasione i genitori hanno evidenziato tutti i problemi connessi alla sospensione di questa attività. In merito all’incontro l’assessore Daniela Maggi ha così commentato: “Abbiamo ascoltato dalle famiglie le loro preoccupazioni e abbiamo appreso elementi di valutazione che la Società non aveva riferito. ...Dare continuità all’attività, anche in questo momento storico di forte criticità, è anche una nostra volontà. Per questo convocheremo già dai prossimi giorni la Società per un

primo confronto”. Il secondo episodio è che, come si legge dal sito dell’ASA Cinisello, l’attività agonistica nella piscina Paganelli proseguirà per tutto il mese di febbraio. Infatti con l’aiuto dei genitori della squadra agonistica e il sostegno di privati da loro coinvolti, l’attività di allenamento del settore agonistico sarà sostenuta sicuramente per tutto il mese

di febbraio e rivalutata mese per mese. Visto tutto ciò sarà importante vedere quali esiti darà l’incontro tra l’Amministrazione comunale e la società ASA. Da parte di noi cittadini non resta che augurarsi che il momento sia utile perché l’Amministrazione Comunale, superando le difficoltà di dialogo con la Società ASA, si impegni per definire e risolvere i problemi che sono emersi. Difficoltà che toccano non solo atleti e famiglie ma anche i lavoratori che gravitano attorno alle attività sportive e i tanti cittadini che utilizzano le strutture sportive per il mantenimento del proprio benessere. Un’occasione importante anche per valutare come sostenere lo sport cinisellese magari utilizzando le esperienze della Consulta dello Sport, ente dove il Comune di Cinisello è istituzionalmente presente. Comunque, per meglio capire tutto il contendere facciamo qui di seguito un breve riepilogo. L’ASA, di Cinisello Balsamo, aveva informato i suoi atleti agonisti, che, a partire dal febbraio, la piscina Paganelli avrebbe chiuso i loro corsi a causa dell’impossibilità di continuare a sostenere i costi per mantenere aperta la struttura natatoria. L’Assessore allo sport di Cinisello Balsamo, Daniela Maggi aveva evidenziato che erano venuti a conoscenza della possibile chiusura dell’impianto per l’attività agonistica dalle famiglie degli iscritti e dai giornali. Rimarcava altresì il metodo e l’atteggiamento della So-

cietà Asa sottolineando che se ASA si fosse confrontata con l’Amministrazione avrebbe trovato ascolto. La Società Asa aveva controbattuto le parole dell’assessore rimarcando una latitanza dell’Ente e una mancanza di risposte alle loro richieste. L’ASA aveva reso noto che anche una sua richiesta alla Consulta dello Sport di affrontare i problemi di gestione degli impianti in emergenza Covid non aveva avuto seguito, ciò aveva comportato la fuoriuscita di ASA dalla Consulta, quale membro componente. Nell’occasione non era mancato anche l’intervento del Partito Democratico che sottolineava le difficoltà non solo dell’ASA, impossibilitata a tenere aperta la piscina Paganelli, ma anche quelle della Società GSL costretta ad interrompere le attività dell’agonismo alla piscina Costa. Il PD auspicava che l’Amministrazione potesse sostenere economicamente le società per garantire l’apertura di almeno un impianto natatorio, da usare in modo congiunto, per garantire lo svolgimento dell’attività agonistica. Dall’esame dei fatti si ricava che certamente esiste una difficoltà di dialogo tra le parti interessate, Comune di Cinisello Balsamo e ASA, probabilmente acuito anche da altri contenziosi in corso (c’è anche la sospensione in atto per l’ASA della concessione della pista di pattinaggio – con la situazione giuridica comunque ancora da definire, vedi box). Luigi Filipcic

IL PUNTO

ASA Pattinaggio vs Comune L’Amministrazione comunale, con comunicato stampa del 15 gennaio 2021, ha reso noto che il Tribunale Amministrativo Regionale si è pronunciato a favore del Comune di Cinisello Balsamo in merito al ricorso proposto dall’Associazione ASA che, nel mese di ottobre, si è vista revocare la gestione della pista di pattinaggio di via Beethoven. Riassumiamo la vicenda. Nel gennaio 2020 la società ITK pattinaggio, chiede di allenarsi sul pattinodromo di Cinisello ma tra ASA Pattinaggio e ITK Pattinaggio non si trova un’intesa sulle fasce orarie per l’accesso in pista dei rispettivi atleti. Si viene a creare una situazione di stallo che vede le parti su posizioni inconciliabili. A questo punto c’è l’intervento dell’Amministrazione comunale che, il 15 ottobre 2020, invia la comunicazione di revoca della concessione ad ASA Pattinaggio. In questo modo l'impianto torna all'Amministrazione comunale che diventa soggetto unico per stabilire come il servizio della pista di pattinaggio debba essere usufruito dalle società ASA e ITK. A seguito di questo fatto l’ASA ha avviato istanza di sospensione urgente del provvedimento al Tribunale Amministrativo Regionale di Lombardia (Sezione Prima) che ha cosi deliberato: “…Ritenuto che, impregiudicata ogni decisione in rito e nel merito, non sussistono i presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare, considerato che il Comune di Cinisello Balsamo, con provvedimento in data 11 novembre 2020, non impugnato, ha concesso l’uso della pista di pattinaggio alla ricorrente per poter far svolgere la pratica sportiva ai propri iscritti; né la ricorrente potrebbe pretendere un uso esclusivo dell’impianto, neppure in forza della concessione revocata con gli atti impugnati con il ricorso in epigrafe; Ritenuto che la particolarità della questione giustifichi la compensazione delle spese della presente fase; …Respinge la domanda cautelare”. L’ASA, nella persona del presidente Lia Strani non ha ritenuto di commentare la questione rinviandoci al loro legale avvocato Alberto Amariti. L’avvocato nel sottolineare il fatto che il TAR si è pronunciato contro l’istanza di sospensione urgente ha evidenziato che nulla è ancora definito in quanto la decisione finale sarà presa in fase di dibattimento processuale con la relativa discussione del merito.



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