speciale politica PH. AL NIK, UNSPLASH
La cultura del gioco Formazione professionalizzante e ricerca scientifica, secondo gli esperti, sono i primi strumenti per combattere davvero il Gap, cambiare la percezione esterna del settore e rinnovarlo dal profondo. Una volta per tutte. di Francesca Mancosu
“P
er il 2020 i dati occupazionali ricavati dall’osservatorio statistico dell’Inps, in base al codice Ateco 2007, parlano di una notevole riduzione degli occupati, il cui numero è sceso a 32.352 lavoratori dipendenti. Secondo i dati Istat il settore del gioco contava, nel 2018, 9265 imprese, 42.818 occupati, con 15 miliardi di fatturato complessivo e un valore aggiunto di 3 miliardi di euro”.
I NUMERI DEL GIOCO
42.818 n. occupati
COSÌ NEL 2018:
8
32.352
2018
9.265 imprese
GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022
2021
15 miliardi di fatturato
3 miliardi di valore aggiunto
Basterebbero questi numeri, riferiti dal vice ministro del ministero dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, in audizione alla commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, a illustrare il pesante cambiamento subito dall’industria del settore in termini occupazionali in questi ultimi, pochi anni. Una situazione a dir poco critica, frutto di una serie di fattori, strettamente collegati fra loro. Di sicuro, pesa l’impatto degli oltre 10 mesi di chiusura affrontati dalle attività di gioco terrestre in ossequio alle norme di contenimento della pandemia di Covid-19 in vigore fra il 2020 e il 2021, ed altrettanto pesano le nuove abitudini acquisite dai giocatori in questo biennio, a tutto vantaggio dell’online. Ma la “colpa” di questo scenario non è da ricondurre solo al coronavirus e ai suoi effetti sulla quotidianità di tutti noi. Sull’emorragia di entrate e, di conseguenza, di occupati per il settore del gioco, incide infatti fortemente un