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IL 2022 DEL BETTING
TRA RIORDINO AZIENDALE E NORMATIVO Che anno sarà per le scommesse d’Italia? Il processo di uscita dal Covid-19 passa per un adattamento dei modelli di business dei bookmaker di casa nostra. di Cesare Antonini
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artendo da un bilancio del 2021 (alcuni dati in generale mancano e le analisi per alcuni mercati verranno completate entro i primi mesi del nuovo anno), abbiamo stilato una prospettiva del 2022 per il settore del betting, tenendo anche in considerazione il 2020 che ha sancito, per colpa del Covid-19, una fortissima discontinuità con il passato. E, ovviamente, si è parlato anche di riordino del settore del gioco pubblico. Sarà l’anno buono? E cosa serve per adattarsi a questa nuova fase? Ad aiutarci a fare questo passaggio con una visione macro e micro del settore, il Ceo di Oia Services che detiene i brand Betaland e Enjoybet, Carmelo Mazza. Naturalmente il focus sarà sui brand di scommesse in questione ma la visione di questa realtà del gaming, la conformazione societaria e l’esperienza di Mazza come consulente nel settore del gaming, ci offrono un quadro completo del momento del particolare segmento di gioco tra retail e digital. Partiamo dal quadro generale, quindi. Che bilancio si può fare per un altro anno particolare? “È stato certamente un anno molto difficile e complesso. Da una parte è vero che l’igaming ha continuato a beneficiare dell’accelerazione di tutti i consumi sul web e della diffusione dell’abitudine al gioco online da parte degli utenti che, innescata dal lockdown della primavera 2020 è proseguita nel 2021. Dall’altra parte, la lunghissima chiusura della rete fisica a partire dalla fine di ottobre del 2020 è stata ancora più dura per la rete retail - avvia l’analisi Carmelo Mazza. “Tra l’altro, contrariamente al primo lockdown,
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GIOCONEWS #02 FEBBRAIO 2022
durante la seconda chiusura non vi è stato lo stop degli avvenimenti sportivi, portando quindi gli utenti a proseguire l’abituale consumo di scommesse sull’unico canale disponibile, quello online. Questo ha oggettivamente accelerato la conversione degli utenti della rete retail in utenti ibridi che passano in modo seamless dal canale online a quello retail”. Come hanno reagito le aziende? “Ormai la transizione verso l’omnichannel non è più una scelta strategica di nicchia ma quasi una necessità per competere. Non a caso i bookmaker e le società di gioco che erano già predisposte a questo si sono trovate meglio ad affrontare il particolare momento - prosegue ancora Mazza - anche chi aveva una rete più efficiente e ottimizzata ha reagito meglio limitando le perdite”. L’online è cresciuto ma non ha compensato la decrescita del fisico, com’è il balance dei due canali di raccolta adesso? “Confermo. Nel 2021 il passaggio di volumi di gioco verso l’online è stato più strutturale. La riapertura della rete retail non ha visto un movimento inverso della medesima portata. Nel 2020 il ritorno era stato più consistente. Relativamente a Oia Services, quando è arrivato il Covid i due canali si dividevano il mercato quasi al 50 percento mentre oggi siamo al 60 percento online e 40 percento fisico. In questo va considerato che noi abbiamo meno punti vendita ricarica rispetto all’era precoronavirus. Questo dimostra che c’è un movimento di players verso il gioco online. E, inoltre, osserviamo che la registrazione di utenti online nelle agenzie tende a cre-