Numero 13_ maggio 2013

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Razi e Soheila Moheibi con il figlio Sepanta

bambino intelligente e dotato costretto a rimanere tutta parabile del suo Io sulla quale sta costruendo l’uomo la vita in una culla. Sempre accudito, mai adulto. che sarà un domani. Non potendo varcare le tre porte il rifugiato politico cade Una terra che inoltre abbiamo provato a vivere intensanel vuoto dei “tombini” lasciati aperti nelle strade. Vie- mente a livello sociale e culturale attraverso molteplici ne risucchiato dai loro gorghi e scompare fra i rifiuti. progetti: innanzitutto il “Progetto Afghanistan 2014”, La caduta passa attraverso quattro diversi gironi dante- l’Associazione Sociocinema e altri progetti che hanno schi in cui il rifugiato si trova ad affondare in un movi- riguardato più strettamente la nostra attività di registi. mento lento, graduale e inesorabile. Nonostante tutto ciò, nonostante i nostri sforzi per inDagli enti locali alle agenzie per il lavoro agli assistenti tegrarci ed essere parte attiva del tessuto sociale che sociali fino all’’ultimo girone, quando esaurite tutte le ci ha accolti, ci troviamo però nella situazione di dover possibilità di inserimento, arriva presso enti assisten- continuamente scontrarci con gli innumerevoli ostacoli ziali dove si soddisfano i bisogni primari di sopravvi- e le difficoltà che ogni rifugiato si trova a dover affronvenza. Alla fine e nel fondo tare in questo paese. Diffidei quattro gironi c’è la pace coltà che limitano la nostra Quando non puoi cambiare la dei sensi (per le istituzioni) e capacità di agire in modo situazione lancia un sasso in mare e indipendente e di fronte l’inferno (per i rifugiati). Al di là della precarietà ecoosserva la moltiplicazione dei cerchi alle quali tutte le istituzioni nomica, la vera caduta nel sembrano essere impotenti. sull’acqua, forse quel movimento vuoto è la fragilità mentale Paradossi ad esempio per che ne consegue: corpi sen- porterà il tuo sussurro fino agli oceani cui potremmo disporre di fiza nome camminano nella nanziamenti in Paesi esteri città, mangiano in chiesa e dormono per strada. Morti ma non vi possiamo accedere perché non possediamo viventi cui è tolta la possibilità di creare rete e lavoro una cittadinanza (finanziamenti che se sbloccati ci pere che diventano così un pericolo per la società, oltre metterebbero di generare progetti e ricchezza anche che per se stessi. per la terra che ci sta ospitando). Solo attraverso una legge organica, e quindi istituzioni Per questo chiediamo la cittadinanza immediata. Una adeguate, si possono rompere questi circoli viziosi e richiesta che non deve essere intesa nell’ottica dello creare uno spazio in cui l’asilo politico sia ponte tra i scontro, ma come strumento per poter diventare aubeni culturali e sociali di due paesi differenti. tonomi e indipendenti rinunciando a qualsiasi forma di assistenza. Chiediamo la cittadinanza immediata Per quanto riguarda il nostro caso specifico di rifugiati come atto d’amore totale verso il territorio e le perpolitici, dopo più di cinque anni vissuti in Trentino absone che ci hanno accolto e in cui abbiamo investito biamo iniziato ad amare questa terra e a tessere con molto, affettivamente e professionalmente. Vogliamo essa dei legami profondi. Una terra in cui abbiamo crecontinuare a farlo, con ancora maggior trasporto e sensciuto nostro figlio che parla e si sente in tutto e per timento, ma da cittadini italiani. tutto italiano. Per lui il Trentino è il suo pianeta, la sua famiglia allargata e la sua infanzia. E’ una parte inse11 Aprile 2013

Storie di rifugiati


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