Novembre 2014

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News

UNITREOS

IMO

25° Anno Accademico 2014 - 2015

A cura della Presidenza

Numero 2

Novembre 2014

Sede: Piazza Sant’Agostino, 2 Osimo

Email: unitreosimocentro@gmail.com

Per ricordare Giorgio Fanesi di Rossana Giorgetti Pesaro Te ne sei andato in punta di piedi per non disturbare, come eri solito fare, ma sotto la tua riservatezza e modestia nascondevi un animo sensibile e tanto amore per il sapere. Possedevi varie

conoscenze culturali ma non amavi osten- Sommario:

tarle. Il gioco degli scacchi ti era congeniale, salivi a fatica le scale per frequentare quel Corso, dove tanti amici ti rimpiangeranno. Sei stato un collaboratore prezioso per l’UNITRE, sempre pronto a soddisfare il bisogno di chi ricorreva a te, per preparare fascicoli con l’aggiunta appropriata di immagini che posizionavi minuziosamente nella copertina o nelle varie pagine, secondo una scelta e un gusto personali. Arrivavi tutte le mattine in sede, e ti avviavi silenzioso nella

1. Per ricordare Giorgio FANESI di Rossana Giorgetti Pesaro, pag. 1; 2. Un Mondo Nuovo di Mauro Guerrini, pag. 2; 3. Visita alla città di Todi di Leonardo Grana, pagg. 3,4, 4. La cucina dell’UniTre: Arrosto in bella vista, pag. 5; 5. Le Erbe Bone: la Borragine, pag. 6; 6. Cambio i valori di Rosalba Roncaglia, pag. 6; 7. La Forza dell’Amore di Rossana Giorgetti Pesaro, pag. 8;

segreteria per preparare il lavoro che doveva servire al docente per proporre un argomento di letteratura, scienze e quant’ altro. Il tuo silenzio, la tua umanità, il tuo aiuto ………. ci mancheranno.

Non ti dimenticheremo

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UN MONDO NUOVO di Mauro Guerrini La spinta che tutti noi stiamo ricevendo in questo momento storico e che si sta facendo sempre più intensa, è una spinta che ci conduce verso noi stessi. È un movimento globale che da un lato, all’ esterno, sta buttando giù la struttura del sistema e dall’altro, all’ interno, fa emergere tutto ciò che in noi è parte di quella stessa struttura perché lo possiamo riconoscere e perché smettiamo di sfuggirlo. Possiamo “resistere” a tutto questo o possiamo “fluire” con la corrente, seguire la spinta, approfittare di questo “calcio divino”. Lo possiamo fare lasciando andare il passato in noi, man mano che affiora sotto forma di sofferenza, di dolore. Quando siamo pienamente consapevoli, il dramma non entra più nella nostra vita. Una via antica, ma quanto mai moderna, ce la offre un maestro spirituale dei nostri tempi: Eckhart Tolle. Il suo messaggio è semplice e rivoluzionario, slegato da qualsiasi tipo di religione o movimento: basta spegnere il rumore di fondo che affolla di pensieri la nostra mente per abbracciare il Presente ed essere liberi dell’ingombro del nostro ego. Ci propone un percorso di risveglio per chi vuol entrare in contatto con il proprio stato di Presenza. Essere in Presenza significa accogliere ciò che è, libero dal giudizio della mente. E’ uno stato di osservazione del momento vissuto (del qui ed ora), nell’attimo preciso in cui accade, perché ci si trova a percepirlo attraverso una consapevolezza corporea. È molto importante questo punto. La pratica non è una modalità per rapportarsi con sé stessi, bensì è uno stato, un essere. L’obbiettivo è il cambiamento dello stato di coscienza. L’insegnamento è semplice e la pratica si fonda su pochi semplici elementi:  Il Presente è l'unica via che abbiamo ed il solo luogo nel quale possiamo conoscere chi siamo

veramente;  L'interno del corpo è il mezzo per accedere al Presente;  La resa rende possibile rimanere nel Presente e permette la trasformazione di ogni sofferenza.

Ma accanto a questo c’è anche qualcosa di nuovo che Tolle ci propone: il concetto di corpo di dolore, cioè l’accumulo della vecchia sofferenza che ciascuno di noi si porta dietro e che è possibile trasmutare solo dal Presente. Anche la visione che ci offre dell’ego è un potente strumento di liberazione. L’ego smette infatti di essere qualcosa di personale, per essere semplicemente lo stadio evolutivo dell’umanità. I suoi insegnamenti sono pratiche accessibili a tutti in qualunque momento; non c’è nulla di nuovo, eppure se li mettiamo in pratica, possono generare nella nostra vita qualcosa di incredibilmente nuovo. Il giovedì, da ottobre a gennaio, negli incontri quindicinali di meditazione (nell’ambito del progetto Visione Olistica dell’UNI3 di Osimo) può provare un approccio alla Pratica della Presenza secondo gli insegnamenti di Eckhart Tolle e di Marina Borruso, sua allieva ed insegnante italiana. Pagina 2

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Visita alla città di Todi di Leonardo Grana

La nostra prima breve uscita dell’a.a. 2014/15 inizia alle 7.30 del mattino. Malgrado i tanti allerta meteo, la natura ci è favorevole, infatti ci aspetta una bella e assolata giornata, soprattutto dolce, tanto dolce quanto interessante per la immersione nel medioevo tuderte. Il Medioevo è il filo conduttore di tutte le nostre conferenze, manifestazioni e spettacoli programmati per l’attuale a.a.. L’austerità e la lontananza del Medioevo – non tanto austero né tanto lontano come ci ha ampiamente e con profondità illustrato il prof. Francesco Pirani nella Lectio magistralis di apertura dell’a.a. – sono state addolcite con una visita alla Perugina: museo e opificio, che tutti noi conosciamo, accompagnati da una guida orgogliosa dell’appartenenza all’azienda. La Perugina è un luogo unico al mondo, il suo museo è frequentato da 60 mila visitatori annui e Perugia può ben fregiarsi anche del titolo di terra del cioccolato. L’azienda nasce nel 1907 ad opera di Giovanni Buitoni e Luisa Spagnoli. Il genio imprenditoriale dell’uno e la capacità creativa dell’altra si fondono portando l’azienda a uno straordinario successo. Nel 1919 viene lanciata la tavoletta fondente Luisa, nel ’22 il “Bacio”, nel ’26 la caramella “Rossana”. Questi ultimi prodotti fanno conoscere la Perugina, eccellenza italiana, in tutto il mondo. Attualmente il suo stabilimento si trova nella frazione di San Sisto e si sviluppa su 287.400 mq, con 150 linee di produzione, 500 dipendenti fissi e 500 stagionali. Al termine della visita, la Direzione ha messo a nostra disposizione un variegato numero di assaggi della sua vasta produzione. La mattinata si è conclusa presso “I Rossi”, agriturismo poco distante da Todi. Sala da pranzo riservata all’UNITRE e specialità umbre accompagnate da una cortesia squisita del titolare e delle sue collaboratrici, hanno rigenerato le nostre forze in vista del pomeriggio dedicato a Todi. Con un “tiramisù” simile a quello della nostra Osimo, siamo saliti sull’altura (400m) dove è stata fondata Todi, antichissima città umbra poi etrusca e quindi romana. I Romani con la loro immensa potenza costruttiva risollevarono letteralmente Todi che rischiava di sprofondare nella vallata del Tevere. segue a pagina 4

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Visita alla città di Todi di Leonardo Grana

segue da pagina 3

Il centro cittadino infatti è stato realizzato grazie ad alti pilastri che poggiano su mura romane simili a quelle della nostra città. La piazza , incastonata tra il Palazzo del Podestà, il Palazzo del Capitano del Popolo e il Palazzo dei Priori da una parte e dall’altra dal bellissimo Duomo, è uno dei tanti ineguagliabili gioielli delle cento e cento città, dalle più piccole alle più grandi, che rendono unica la nostra terra. Oltre al Duomo costruito sul finire del primo millennio, si erge la chiesa di San Fortunato, patrono della città, concepita nel 1292 e, appena fuori le mura, il tempio di Santa Maria della Consolazione, rinascimentale su progetto del Bramante. Tanti altri palazzi di nobili famiglie, vicoli, scalette e archetti, perfettamente conservati, pongono Todi tra le grandi attrazioni turistiche per gli amanti della tradizione e delle nostre radici letterarie, storiche, politiche e religiose.

Santa Maria della Consolazione Pagina 4


Dalla CUCINA dell’UniTre Arrosto in bella vista INGREDIENTI: Magro di vitellone Ementaller svizzero Prosciutto cotto Basilico Prezzemolo Salvia Aglio Rosmarino Brodo Olio e.v.o., sale, pepe

gr. 800 (girello, scamone, gioietta) gr. 200 gr. 100 (tipo Praga, tagliato sottile) 2 rametti 1 mazzetto 4 foglie grandi (meglio se essiccate) 2 spicchi grandi 1 rametto abbondante 1/2 litro Q.b.

PROCEDIMENTO: Mettere I'arrosto in una casseruola a doppio fondo con I'olio evo, i 2 spicchi d'aglio e Ie 4 foglie di salvia. Coprire e far rosolare bene su tutti i lati. Dopo 1/2 ora aggiustare di sale e pepe e portare a cottura, sempre mantenendo coperto il tegame, aggiungendo poco alla volta il brodo. Dopo 1 ora di cottura togliere I'arrosto dal tegame e tagliarlo a fette in modo da ottenere una specie di libro. Tra una fetta e I'altra insaporire con Ie erbe aromatiche lavate e tritate. Farcire ogni pagina del vostro gustoso libro con una fetta di ementaller e una di prosciutto cotto. Sistemare in un piatto da forno ed infornare a 180° e lasciar rosolare per 15 minuti. Portare a tavola servito con del pure di patate o delle verdure all'agro.

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Le Erbe Bone

Borragine Boraginaceae Borago officinalis L. Come riconoscerla Pianta erbacea molto pelosa con foglie picciolate, pelose, rugose, ispide, a margine intero o dentato; i fiori sono penduli lungamente picciolati con 5 petali di colore azzurro intenso e stami fusi in un cono di colore bruno scuro.

Dove si trova Nei prati soleggiati, negli incolti, nelle scarpate.

Parti utilizzate Le giovani foglie ed i fiori.

Quando si raccoglie In primavera.

Borragine Il nome celtico “borrah” significa coraggio; il suo uso aiuta l’organismo ad allontanare la malinconia, allieta, conforta. Un tempo era comunemente coltivata negli orti, un’usanza da riscoprire. E’ ricca di potassio.

In cucina Con le foglie giovani, dal sapore di cetriolo, si arricchiscono gustose insalate. Cotte si prestano a molteplici ricette.

Pasta alla Borragine Foglie di Borragine, pasta corta, sale, olio, aglio, peperoncino e pecorino romano. Cuocere la pasta in una pentola grande in cui aggiungere, a 5 minuti dalla cottura, le foglie tagliate a pezzi e il sale. Intanto in una padella rosolare l’aglio e il peperoncino nell’olio, poi versare per pochi minuti pasta e borragine, spolverando infine col pecorino romano.

Frittata con la Borragine Foglie di Borragine, burro, uova, sale, parmigiano. Per la cottura non è necessaria acqua; quindi cuocere direttamente in padella le foglie con il burro. Salare e sbattere le uova insieme al parmigiano, infine unirle alla verdura.

CONSIGLI I fiori si utilizzano anche canditi o per preparare un aceto aromatico blu.

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Un sassolino nella scarpa di Rosalba Roncaglia

Cambio i valori

Un nostro vecchio detto popolare recitava così: Signore, Signore, la pace e l’onore, pane da vende, quattrini da spende. Signore, Signore, date marito a Fiore, se Fiore non lo vuole, datelo a me Signore. Cos’è rimasto oggi di questa vecchia, ironica preghiera?? Signore, Signore…. Una volta si pregava. Forse non si era sempre sicuri che qualcuno ascoltasse, ma la speranza era forte e aiutava a vivere. Nel mondo del benessere tutte le fedi sono tramontate e l’uomo naviga su una barca senza timone. Nei paesi sottosviluppati dilaga invece l’Islam più o meno violento, che attrae anche qualcuno del mondo avanzato, il più delle volte un emarginato. Che sia il bisogno a far cercare Dio e non risposte a domande esistenziali ? La pace…. Valore universale sempre disatteso. Guerre, guerricciole, rivalità, travagliano come sempre la vita umana. Oggi tremiamo alla soglia di una terza guerra mondiale, fatta di spezzoni impazziti d’intolleranza e di fame di potere, col terrore che si saldino in una catastrofe universale. …e l’onore… Una volta valeva più del pane. Oggi vecchie facce sporche ricompaiono nella politica, negli affari, con assoluta impudenza. Sei un ladro se rubi al supermercato, ma se fai i soldi, tanti, con corruzione e mazzette, sei un furbo che sa stare al mondo; e se la moglie non ti basta e ti fai un harem, beato te! Disonore è essere perdenti e spesso chi non ce la fa si uccide. Certo il buono c’è ancora, gente che lavora una vita, crescendo i figli con coscienza. Ma per quanto ancora? E chissà se infine se anche quella al momento buono avrà un prezzo? Pane da vende… Pane, simbolo di sopravvivenza quasi religioso, oggi umile fanalino di coda della borsa della spesa, che si traveste in mille modi per essere più appetibile. Benedetta l’abbondanza! Qual era infine il sogno del povero Chichibio boccaccesco, simbolo di tutti gli affamati della terra? Affogare in un mare di maccheroni! Ma troppi possono essere indigesti. Ci ammaliamo di surplus alimentare, consumiamo senza misura, inquinando e bruciando le risorse della terra, che sta diventando piccola per la nostra voracità. Soldi da spende…Su questo siamo tutti d’accordo. Che bello lo shopping senza pensieri! Ma alla fine, per dirla con Fromm, sei quello che sei o quello che hai? Diceva il miliardario Onassis che si piange meglio sui sedili di una Roll Royce, piuttosto che per la strada. Ma i soldi possono puzzare e Mammona, la grande corruttrice, antitesi di Dio nel Nuovo Testamento, può distruggere la vita del singolo e di una comunità. Una vita felice? Soldi quanto basta, in armonia con le altre due “esse” fondamentali, cioè Salute e Serenità. Il problema è… stabilire “quanto basta”…. Signore, Signore, date marito a Fiore, se Fiore non lo vuole, datelo a me Signore.. . Poveretta una volta la donna che non si sposava, una “r’imasta”, una zitella degna di commiserazione o di feroce ironia! Oggi per la donna, gratificata nel lavoro e nella vita sentimentale da una nuova autonomia, essere single è spesso una scelta, che non sempre gli uomini, spodestati dal loro tronetto, riescono ad accettare. E cresce la violenza sulle donne! Altri tempi quelli della saggia fanciulla della filastrocca, che conscia di non avere un ruolo sociale se nessuno se la prende, si accontenta… di uno scartarello. Pagina 7


La Forza dell’Amore di Rossana Giorgetti Pesaro

Venerdì, 14 novembre, secondo incontro sul tema Medioevo, organizzato dall’UniTre di Osimo in collaborazione con l’Istituto di Cultura Permanente Campana. La sede, il Teatrino del Campana, l’argomento “La forza dell’amore”, conduttrice la Prof.ssa Lucia Mazzieri, coadiuvata dagli attori del Corso di Teatro tenuto da Maria Grazia Tittarelli. Dopo il saluto della Presidente Antonietta Mattioli, è iniziato lo spettacolo che ha risposto perfettamente alla concezione oraziana del fare teatro espresso nell’endiadi “Delectare quam docere”, tradotto liberamente in “Divertire insegnando”. Infatti, si è trattato di una vera e propria dissertazione sull’Amore del Medioevo, esposto al pubblico in forma dialogata tra Lucia Mazzieri e Giuseppe Giordano che dissentiva dalle asserzioni della conduttrice con sagacia e ironia, rendendo il contenuto piacevole e facilmente fruibile. L’Amore è dunque stato il trait d’union nella presentazione del concetto della Donna, esaminato attraverso alcune opere di autori italiani del periodo che va dal secolo XI al XIV. Considerata “ ‘na rosa e maggio” nel brano di Totò cantato da Giuseppe Giordano, la Donna è considerata una signora assoluta nell’anno mille nel sud della Francia da Bernart deVentadorn per poi diventare un elemento di mediazione tra Dio e il poeta nel Dolce Stil Novo e fonte di gentilezza e virtù secondo Guinizelli. Non poteva mancare la storia d’amore tra Paolo e Francesca nel canto V dell’Inferno di Dante che Franco Mancini ha declamato a memoria, emulando Roberto Benigni La recitazione del sonetto ”Solo e pensoso i più deserti campi” da parte di Ivana Lorenzini è servita alla conduttrice per presentare la poetica del Petrarca che considera l’Amore una contraddizione tra l’anima e il corpo, tra il senso di colpa e il desiderio di redenzione. Attraverso le attestazioni della Mazzieri e i giudizi del Giordano si è passati al Naturalismo del Boccaccio secondo cui l’Amore è istinto che dà felicità solo con l’appagamento fisico. Ne è una riprova la rappresentazione ”La Badessa e le brache “ liberamente tratta da una novella del Decamerone, e adattata alle scene da Lucia Mazzieri. L’azione si svolge in un convento dove Aginulfo, al secolo Franco Mengascini, s’innamora della suora Isabella:Tiziana Camilletti, ma le sue consorelle:Beatrice Ballarini, Sonia Giuliodori e Rossana Giorgetti , svelano la tresca amorosa alla Badessa:Antonietta Mattioli che accorre per redarguire la svergognata Isabella ma questa, accorgendosi che la Madre Superiora ha in testa le brache del prete, controbatte furbescamente per cui la Badessa si vede costretta ad ammettere che é difficile difendersi dalle forze della natura, persino in convento. Regista Maria Grazia Tittarelli, scenografo Aurelio Lanari, addetta alle luci Martina Mariotti. Appropriati i costumi, calorosi gli applausi. Pagina 8


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