GS MARZO 2011

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Il canto “Signore delle cime”, di Bepi De Marzi, ha accompagnato all’uscita dalla chiesa la bara del capitano Massimo Ranzani, 36 anni, l’alpino ucciso lunedì 28 febbraio 2011, nell’esplosione che ha investito un Lince nei pressi di Shindand, in Afghanistan. E’ il 37° italiano morto in Afghanistan in questa missione di pace che a volte ci fa dire:

“Ne vale la pena?”

Il vescovo mons. Vincenzo Pelvi, nell’omelia ha detto che Massimo Ranzani era “instancabile seminatore di speranza dinanzi allo straniero, al prigioniero, al nudo, all’affamato, sull’esempio di Gesù. Si è lasciato orientare solo dalla voce del cuore dinanzi alla sofferenza e all’angoscia del popolo afghano. Egli ha lasciato il buio dell’egoismo, la vita comoda, per dire al fratello dimenticato e abbandonato: coraggio, alzati; sono qui per te, solidale con il tuo atroce dolore”. Agli amici Massimo confidava che “per costruire la pace bisogna guardare gli occhi dei bambini, leggervi dentro il sogno di cose belle e nuove; perché non ci sono bambini italiani, afghani o di altri Paesi, ci sono solo bambini, proprio come non ci sono tante paci ma la Pace”. Il capitano Massimo Ranzani è stato instancabile seminatore di speranza e sperare vuol dire credere nell’impossibile. Massimo è stato colpito mentre rientrava da un’operazione di assistenza medica, dopo aver distribuito vestiti, coperte, scarpe e cibo. Operazioni come quelle che svolgono anche molti altri militari impegnati in missioni di pace, come i Lagunari del battaglione San Marco ai quali abbiamo dedicato loro la prima pagina. Il sacrificio di Massimo Ranzani, come quello di Matteo Miotto e di tutti gli altri martiri nelle missioni di pace, dimostrano che siamo una famiglia umana con una tradizione molto lunga e una storia che parte da lontano. Oggi issiamo la bandiera per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, quel tricolore che ci rappresenta, e che vogliamo sbandierare con onore perché ricco di storia, di passione e di uomini che l’hanno ben rappresentata ma anche intriso di sangue di chi ha dato la vita per il bene della nostra Italia. Lo spirito dei nostri soldati è l’amore per il prossimo di qualsiasi etnia. Sono uomini di esempio per le nuove generazioni. Abbiamo scelto di onorare l’Unità d’Italia, senza dimenticare la storia e il passato, ricordando gli ultimi gesti eroici di amore dei nostri soldati, come quelli di molti volontari che ci accomunano in valori immortali. Graziano Busatto

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150° DELL’UNITÀ D’ ITALIA

- PROVINCIA - - COMUNE Marina Balleello, presidente del Consiglio provinciale di Venezia, ha fermamente voluto una seduta consiliare straordinaria, tenutasi il 16 marzo nella sede di Ca’ Corner, per celebrare i 150 dell’Unità d’Italia. “Abbiamo accolto con soddisfazione la decisione del Consiglio dei Ministri di confermare il 17 marzo giornata di festa nazionale, - ha introdotto Balleello - convinti che tutti i cittadini, insieme, debbano ricordare la storia, gli uomini e gli eventi che in questi centocinquant’anni hanno fatto l’Italia. Si tratta, inoltre, di un anniversario nel quale le Province celebrano con l’Italia unita la nascita della loro istituzione”. La presidente ha quindi continuato: “Un’occasione come questa merita che le ragioni dell’economia, pur condivisibili, siano superate dallo spirito di appartenenza e di indivisibilità delle nostre radici, che la celebrazione intende confermare, guardando al futuro della Nazione. Per onorare senza retorica questo anniversario, ricordiamo a tutti il valore della memoria e dell’Unità nazionale, quali condizioni essenziali per consolidare la nostra democrazia e rafforzare la solidarietà fra tutti i cittadini”. Infine, Balleelo ha precisato: “Abbiamo ritenuto di celebrare per conoscere, che per noi significa intrecciare la storia di Venezia e dei Veneti con quella dell’Italia unita. Ma oggi non è il momento della riflessione critica. Oggi dobbiamo rivolgere un pensiero riconoscente alla passione, alla forza, e al coraggio di quanti, anche nostri concittadini, si spesero con un’idea nel cuore: l’Italia unita”.

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Santa Maria di Sala, come tutti i comuni d’Italia e in contemporanea con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Roma all’Altare della Patria, alle ore 9.00 del 17 marzo, ha celebrato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia issando sul pennone, davanti al Municipio, il tricolore. Alla breve cerimonia nella quale il sindaco Paolo Bertoldo, ha lanciato un messaggio di unità, di amore per la patria, di attaccamento al tricolore, di rispetto delle istituzioni e di osservanza della legge, hanno preso parte assessori e autorità e rappresentanti delle varie categorie combattentistiche. Le celebrazioni ufficiali del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha detto il sindaco, verranno programmate per il 2 giugno festa della Repubblica. Serenella Bettin

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