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LA VOCE DELL’ AUTOTRASPORTATORE

TN TRASPORTONOTIZIE, in collaborazione con ASSOTRASPORTI®, dà la parola a chi vive ogni giorno sulla propria pelle le problematiche del settore trasporto merci. Diamo meritato spazio a voi autotrasportatori, con l’auspicio di destare l’interesse delle istituzioni

IN QUESTO NUMERO DIAMO VOCE A GIORGIO ERCOLI , TITOLARE DI UN’AZIENDA DI AUTOTRASPORTI

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Mi chiamo Giorgio Ercoli e sono titolare di un’azienda di autotrasporto, in provincia di Pisa. Oltre che di distribuzione, mi occupo anche di logistica e ho un piazzale per i camion. Si tratta di un’impresa a conduzione familiare, che gestisco insieme a mio fratello. Siamo in due per nostra scelta, perché è difficile trovare un autista che sia in gamba e che riesca a svolgere bene il proprio lavoro. Purtroppo, infatti, stiamo spingendo i giovani a fare altri lavori, li stiamo facendo scappare dal nostro settore. E questo per numerose problematiche, tra cui quelle legate alla formazione o ai bonus statali per le nuove patenti: sono poche, infatti, le autoscuole accreditate al servizio e quindi può capitare che un ragazzo si presenti presso un’autoscuola, ma essendo questa non accreditata, non gli possa offrire il bonus. Prendere la patente oggi ha dunque un costo esagerato, sia per l’autista che per l’azienda che l’assume. Ciò si aggiunge poi ad altri costi, perché se assumo un ragazzo, non posso mandarlo in giro da solo, ma lo devo formare, gli devo spiegare i vari tipi di carichi e insegnare a legare: in poche parole, gli devo insegnare il mestiere. Dunque, non è facile, oggi come oggi, mantenere un’attività, perché i costi sono molto alti, come dimostra il prezzo del gasolio che è alle stelle.

Fino ad ora, per rimanere in piedi, lo Stato ci dava il rimborso delle accise, ma se il rimborso non arrivasse più, sarebbe meglio. Perché? Perché così si eliminerebbero i casi di quelle aziende che per godere delle agevolazioni fiscali sul gasolio, dichiarano più prodotto di quanto effettivamente utilizzato. Occorrerebbe fare come in Spagna –come avevo proposto tempo fa – e cioè bisognerebbe cercare non di definire un costo minimo o uno massimo, ma creare un listino nazionale.

So che non è facile da attuare, ma in Spagna ci sono riusciti e sono previste contravvenzioni molto salate per chi non rispetta il tariffario. In Italia dovremmo iniziare a ragionare come loro o come i francesi.

Dobbiamo quindi pensare in maniera diversa e imparare ad eliminare gli aiuti statali. Oggi lo Stato li sta levando perché, purtroppo, c’è la guerra in Ucraina e il prezzo del gasolio è lievitato, ma comunque sarebbe meglio eliminarli perché così si potrà vedere chi riesce a fare impresa e chi no. Perché tutti sono bravi a fare impresa con gli aiuti statali, ma senza sovvenzioni il discorso cambia. E lo dico per esperienza personale, perché nel 2021 e 2022 non avevo mezzi Euro V e Euro VI e quindi non ho preso i rimborsi delle accise elargiti dallo Stato. Eppure, anche senza aiuti, sono riuscito a stare in piedi e lo sono ancora oggi. In quell’occasione mi sono reso conto che bisogna imparare a fare impresa, come avviene in altre nazioni. I contributi li manterrei, ma non per le imprese, ma per i giovani: credo infatti che sia necessario abbassare i costi delle patenti e incentivare i ragazzi a svolgere il nostro lavoro, altrimenti, a breve, nel settore saremmo tutti anziani. Infine, vorrei trattare il tema della viabilità sulle nostre strade. Purtroppo, si tratta di una situazione critica, infatti mancano i parcheggi dove gli autotrasportatori possano riposarsi e il traffico su gomma è aumentato in maniera smodata, senza che sembri possibile un’alternativa. Insomma, purtroppo, si è ancora lontani dall’avere una mobilità come quella registrata in altri Paesi, come Spagna, Francia, Germania e Polonia.

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