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Suite per Pier Paolo
from LA TORE 29
by Foxstudio
Suite per Pier Paolo a Palazzo Modello
Elegante e struggente omaggio a Pasolini di Glauco e Alba
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Ha iniziato a sette anni e non ha mai smesso di sorprenderci...
Ci riferiamo ad Alba Nacinovich che in una tiepida sera di maggio si è presentata nel Salone delle Feste con il Trio del pianista e compositore Glauco Venier, un musicista di prima grandezza, e non solo per essere stato candidato al Grammy (l'Oscar della musica), ma per avere collaborato con i più bei nomi del jazz italiano contemporaneo. Pochi nomi, tanto per capirci: Rava, Fresu, Basso...
Titolo del concerto, "Suite per Pier Paolo", laddove il "Pier Paolo" è il poeta Pasolini, bolognese di nascita ma friulano, terra natale di sua madre, di adozione e di umori, e infatti tutte le poesie cantate, le sue e quelle di altri autori, erano, sono in lingua friulana; mentre il termine "suite" sta ad indicare una serie di brani musicali correlati in successione, appunto. In questo caso, brani di musica jazz, ma un jazz impregnato di atmosfere, sonore e non, che vanno dal folclore ad echi classicheggianti, che peraltro è più facile immaginare che creare ovvero trasmettere, e, a loro volta, assai più facili da trasmettere per mezzo degli strumenti musicali che della voce umana.
Ebbene, Alba, Glauco e gli altri due componenti il complesso (Alessandro Turchet e Luca Colussi), hanno dimostrato che talvolta il miracolo è possibile; e non perché ci si lasci suggestionare dalle parole, le quali quando hanno una loro valenza (anche) poetica riescono a influenzare, addirittura plagiare l'ascoltatore; ma il plagio diviene impossibile quando la lingua, in questo caso il friulano, non sempre, anzi quasi mai è comprensibile. Il "miracolo" a questo punto risiede (quasi) tutto nella potenza evocativa della musica e, prim'ancora, dell'interprete vocale. Usiamo questo termine, perché ci pare dia l'esatta misura delle capacità di Alba, capacità in virtù delle quali amalgama il discorso puramente musicale con quello della musicalità delle liriche. Helena Labus Bacic, che ha seguito il concerto per conto de La Voce del Popolo ha scritto: "Alba Nacinovich ha dimostrato ancora una volta di essere non soltanto una bravissima cantante, bensì anche una sensibile interprete di poesie, capace di coinvolgere il pubblico nella "storia" che sta raccontando. La sua interpretazione della musica di (…) Venier è stata ricca di sfumature, creativa e poetica".
Abbiamo iniziato l'articolo dicendo "Ha iniziato a sette anni e non ha mai smesso di sorprenderci". Non tutti, specie tra i più giovani, sanno che aveva appunto solo sette anni, Alba Nacinovich, quando trionfò allo Zecchino d'Oro del 19... opsss, l'età delle signore non si dice. Nemmeno quando sono giovanissime.