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Edit: La Battana

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La Fiume di Bruno

La Fiume di Bruno

Edit: "La Battana" • di Kristina Blecich

Un ritorno ai valori della vita

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È uscito dalle stampe il nuovo numero della rivista trimestrale dell’EDIT "La battana".

Si presenta come una sorta di omaggio ai valori della vita l’edizione gennaio/marzo 2018 de "La battana", la rivista trimestrale di cultura pubblicata dall’EDIT, che raccoglie i contributi di scrittori e intellettuali italiani, ma non solo, intorno a un’ampia gamma di temi letterari e culturali in genere legati alla realtà del contemporaneo, come pure al vastissimo e incredibile serbatoio della vita. Come scritto nella premessa dalla caporedattrice Corinna Gerbaz Giuliano, il panorama culturale del XXI secolo sembra essere in perfetta sintonia con il ritmo frettoloso che contraddistingue quest’epoca. La cultura moderna è in gran parte orientata allo sviluppo scientifico, all’informazione e all’informatizzazione e l’immagine di uomo che ne deriva è un soggetto che si misura, in particolare, con valori di tipo consumistico. La società odierna ha creato un’immagine di uomo fortemente individualizzata, che si rapporta con una scala di valori mutata. Il più delle volte veniamo letteralmente catapultati nel vortice dell’esistenza, proiettati verso il futuro, e rischiamo di perdere di vista i valori che determinano la nostra vita. Il presente numero ci porta a riflettere sulla nostra esistenza, a ripensare ancora una volta ai valori della tradizione letteraria, alla filosofia, alla musica e via dicendo. SAggI

Articolato tra saggi e recensioni, il numero 207 offre questa volta un angolo dedicato alla musica. La sezione "Saggi" si apre con il contributo di Corinna Gerbaz Giuliano e Stella Đurić dal titolo "Il periodo dell’esodo quarnerino: la produzione letteraria di Paolo Santarcangeli e Marisa Madieri a confronto". Il saggio è tratto dalla tesi di laurea magistrale in Lingua e letteratura italiana redatta dalla dott.ssa Stella Đurić sotto la guida della prof.ssa Corinna Gerbaz Giuliano, docente di Letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Fiume, presentata lo scorso settembre. La ricerca ha voluto ripercorrere, attraverso l’analisi di alcuni testi campione, le esperienze letterarie di due rappresentanti della letteratura dell’esilio, Paolo Santarcangeli e Marisa Madieri. Entrambi nascono e si formano nella città di Fiume, sono costretti ad abbandonarla, vivono il trauma dell’esodo, lo elaborano e scelgono la pratica scrittoria per farlo. I due autori rientrano in quella che Bruno Maier definisce la "linea liburnica", tra cui spiccano altri nomi di autori fiumani illustri come Enrico Morovich, Garibaldo Marussi, Gino Brazzoduro, Oliviero Honoré Bianchi di Abbazia, Franco Vegliani, Diego Zandel e altri. La "linea liburnica" non potrebbe chiamarsi tale se non venissero ricordati i numerosi intellettuali provenienti da altre discipline che l’hanno promossa, tra cui Gemma Harasim, Enrico Burich, Mario Angheben, Ladislao Mittner, Leo Valiani, Giovanni Flezzer e Mario Dassovich. Le testimonianze letterarie di Madieri e Santarcangeli si evolvono partendo dal terreno comune della memoria. Ambedue gli scrittori narrano le loro esperienze autobiografiche dalla prospettiva di autore / autrice appartenente alla cosiddetta "letteratura dell’esodo". Nell’ambito del lavoro di ricerca si è cercato di rinsaldare il nesso inossidabile con il passato, necessario per affrontare il presente e il futuro. In particolare, le due autrici si sono prefissate di indagare il terreno entro il quale la memoria assume un ruolo sostanziale. Il secondo contributo dal titolo "L’immagine dell’uomo nella

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