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Centri servizi

La cornice in cui si inseriscono

Entrati negli anni sessanta e messa a punto quella che nel settore dell'informatica è detta « terza generazione », basata cioè su transistor e circuiti integrati, il calcolatore elettronico, esce dalla fase sperimentale e da un impiego ancora timido e grossolano, e si presenta al grande pubblico pronto per i più svariati impieghi.

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Le case costruttrici (quasi esclusivamente americane) presentano un prodotto di relativa facilità di installazione e manutenzione, con notevole capacità di elaborazione e facilmente « accessibile » a diversi tipi di programmazione.

E' un oggetto mitico che affascina e terrorizza soprattutto chi non ne capisce niente ma pretende di indovinare finalità e sviluppi. Tutti lo vogliono! Saranno pochi coloro che resistono alla tentazione di mettersi all'occhiello un « centro elaborazione dati », perchè dà tono e prestigio all'azienda. Il piccolo modello 360/20 dell'IBM è un poco come la « seicento » per gli italiani del boom economico.

Saperlo usare, però, è un altro paio di maniche! Fargli fare qualcosa di più di una semplice calcolatrice, sia pure grossa ed elaborata; sapere usare in modo più produttivo tutta quella « memoria » e la velocità di elaborazione sono cose un poco più complicate e costose. Lo studio dei programmi, la ricerca, la sperimentazione e tutto ciò che porta ad un migliore e più efficiente utilizzo della macchina rimane, in linea di massima, prerogativa delle case costruttrici che, ovviamente, non danno niente gratis. Anzi!

IBM, in primo luogo, ma anche Honeywell e Univac (che sono le tre « grandi » del settore) impongono i loro prezzi e soprattutto la loro « tutela ».

II calcolatore, anche perchè deve avere attorno a sè un certo numero di tecnici qualificati con adeguati livelli salariali, diventa per una buona parte degli utenti un gingillo molto costoso. A questa situazione aggiungiamo la tendenza padronale a prediligere l'appalto, appena questo è possibie. In questo caso sì tratta di preparazione dei dati: perforazione, spunta programmazione ecc. Ed ecco formarsi i centri servizi.

Un poco di storia

Una prima fase di tipo spontaneo e anarcoide, vede sorgere società che offrono servizi di perforazione, verifica, programmazione ed in alcuni casi analisi. Talvolta tutti assieme questi lavori. Talvolta solo alcuni. Raramente si usa il calcolatore.

Queste società offrono il loro servizio a chi intende appaltare questi tipi di lavoro. Il quadro complessivo di questi centri servizi va dal gruppo di programmatori, messisi in società alla ricerca di alte remunerazioni (spesso effettivamente reali) e di una certa autonomia (spesso però più apparente che reale), a ditte di vario genere con personale dall'ordine della decina di unità fino a qualche centinaio, a vere e proprie società-ombra.

Nella quasi totalità dei casi regna la mistificazione più completa del lavoro « tecnico », da uomini del futuro (in particolare tra gli analisti e i programmatori) cui si aggiunge il paternalismo in tutte le sue versioni. Va da sè che contratti collettivi di lavoro e obblighi previdenziali, qui, sono spesso ignorati.

L'introduzione dei calcolatori nella pubblica amministrazione (stato, parastato ed enti locali) effettuata senza la benchè minima programmazione e spesso per motivi di prestigio, è stata per costoro una vera e propria manna.

Un'altra parte dello sviluppo dei centri servizi riguarda quelli organizzati e gestiti da aziende facenti capo essenzialmente a grossi gruppi economici, banche, gruppi di vendita organizzati ecc. Questi tipi di centri servizi si aggiungono a quelli precedenti, a volte senza sostituirli, dei quali anzi si servono a loro volta per quelle funzioni dell'elaborazione dati o non remunerative rispetto agli obiettivi o dequalificati (e ciò riguarda ancora e soprattutto la perforazione). Questi centri infatti si basano principalmente sull'utilizzo del calcolatore con annessi servizi di programmazione e di analisi, nonchè consulenza. La gamma della offerta va dall'affitto puro e semplice di ore/macchina, alla esecuzione di programmi o intere procedure, spesso con consulenti « in loco » di personale adatto. Sviluppatisi ulteriormente, i servizi offerti diventano più sofisticati e completi: si arriva alla possibile automazione del ciclo gestionale.

Ecco quindi che l'informatica entra nella gestione aziendale, ne ruba i « segreti », e offre la sua capacità di « razionalizzare ». Si verifica spesso che non è l'azienda (o l'ente...) a cercare il centro servizi per le sue necessità, ma è il centro servizi ad offrire il suo « prodotto » e i suoi « studi ».

Una funzione particolare hanno, in questi centri, le « banche di dati », veri e propri schedari anagrafici magnetizzati di solito con molte informazioni che, mediante opportuni programmi, possono fornire vari tipi di elenchi, secondo le « necessità » del cliente.

In notevole sviluppo è l'impiego di terminali, anche in rete, per potere usufruire dei servizi del calcolatore anche a distanza.

Il settore pubblico, anche per questi centri cò nìe per quelli spontanei, ma ad un livello più alto, è, manco a dirsi, un eldorado.

Il personale impiegato è in genere di parecchie decine, e abbastanza spesso oltre il centinaio, di dipendenti. Quasi tutti i centri più grossi sono organizzati in più filiali nelle principali città. L'organizzazione del lavoro è più sviluppata che non in quelli spontanei. I nuclei centrali sono gli analisti, i programmatori e gli addetti al settore operativo, tutti questi sono i « tecnici » dell'informatica. Vige, in particolare per programmatori e analisti, una politica salariale di superminimi e incentivi, con una continua ideologizzazione (e idealizzazione) del lavoro, del calcolatore, della azienda ecc. Il risultato è una notevole mistificazione del proprio ruolo che, a volte, porta ad una inte- 7 grazione nelle scelte aziendali.

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