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UNA SOLUZIONE PER GLI ZINGARI (l'angolo della poesia) Lzona 13)
from Milano domani4
Sul problema degli zingari siamo andati a scambiare qualche parola con Damelio che abita in una casa di via Numidia, nelle vicinanze di un campo di Zingari.
D - Angelo, innanzi tutto chi sono gli zingari che abbiamo qui da noi?
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R - Sono divisi in vari gruppi, ma la maggior parte è costituita da cittadini italiani, come tali hanno tutti i diritti e doveri di ogni cittadino italiano, ci sono però anche molti slavi.
D - I gruppi sono sempre gli stessi oppure continuano a cambiare?
R - In parte cambiano, in parte sono «fissi », fissi per modo di dire. Per esempio c'è un gruppo di italiani che si è accampato vicino alle scuole di via Zama. Questi tornano molto spesso qui, facendo della nostra zona un pò un punto di riferimento.
D - Evidentemente sono accampati in modo precario ...
R - Certo, sono privi di qualsiasi servizio igenico. manca l'acqua. praticamente non hanno calla. Per l'acqua alcuni vanno a prenderla alla fontanella vicina alle scuole. altri vengono qui nel nostro cortile; alcuni inquilini si lamentano perchè dicono che sono sporchi. certo, in alcuni casi hanno ragione, ma è anche vero che senza acqua non ci si può lavare.
D - In che modo si potrebbe risolvere il problema?
R - Creando dei campi dove possono sistemarsi, nei quali ci siano i servizi igenici. la luce ed una assistenza sanitaria, è evidente che non ne basterebbe uno solo. Infatti sono divisi in gruppi. spesso tra loro rivali. Capirai che se si trovano in un unico posto possono succedere guai.
D - In questo modo non avrebbero più il problema di dove sistemarsi
R - Certo, infatti se noi ora li mandas- gioni per cui il furto è così diffuso tra loro. Detto questo è evidente che un ladro è sempre ladro e co-
Ho 19 anni. Scrivo da 5 anni. Racconto di me e di tutto ciò che mi sta a cuore. Se sia facile o difficile non so.
So solo cl,e tutti siamo un pò poeti o scrittori, solo vivendo un attimo della nostra vita, solo pensando al futuro o ai ricordi del passato la penna corre veloce e scrive e parole nascono, si collegano e da chi vuole sono lette, apprezzate o stracciate. Ma nel cuore di chi le ha scritte sono sempre vive, sono parte della sua esistenza.
VIVI simo via di qui. dovrebbero andare da un'altra parte dove. come qui. sarebbero male accettati. Vi sono poi gli stranieri; per questi ci dovrebbe essere una più attenta sorveglianza alla frontiera. me tale va trattato. E questo indipendentemente dal fatto che sia uno zingaro o meno.
D - Per finire, hai un'idea di cosa fanno per vivere?
(a cura di G. F. Ferrarli
UN
Vivi con te uomo nato e scomparso tra epoche sussultatrici. Vivi mercante incantatore solo di serpenti. Vedrai anche 2 albe gemendo una felicità irrealizzata per te e forse per tutto.
Invece Si Continua
Velocemente è già sera. Cala il buio sui minuti umani, è già domanda di luce. Se da un raggio di voce nascesse la verità di questi giorni saremmo padroni. Invece è una vertigine, un vortice praticamente senza fine. Ci trascina inesorabilmente nella quotidianità di ogni mossa immobile. Il tuo sguardo trascura questa pietà estrema. È già sera, invece del buio cade la stanchezza che blocca rincorse e pensieri. Invece di morire si continua.
E' LA MIA
VITA
Ritorna la nebulosa dei venti riporta sentimenti caldi di una estate. Di fronte all'inutilità generale, poche parole amiche. Ritrovarle è la mia vita.
Roberto Zappa
ANCORA SUGLI ZINGARI
Abbiamo letto l'articolo « Zingari: che ne facciamo?» apparso sul numero 5 del vostro giornale e ci permettiamo di intervenire in merito in quanto. abitanti nella zona circostante gli insediamenti dei nomadi, siamo direttamente toccati dal problema.
Quanto detto nell'articolo ci trova, in linea generale. d'accordo anche se nell'articolo non si prospettano soluzioni.
Come detto, nella nostra zona si possono individuare tre insediamenti, due dei quali risalenti ad alcuni anni fa e sufficentemente integrati nella zona, pur con le loro caratteristiche; tanto è vero che i loro figli frequentano, pur con qualche difficoltà di inserimento. la locale e anche nostra Scuola elementare di Via Zama.
È però del terzo insediamento che vogliamo parlare: quello ubicato nell'area posta fra le Vie Zama, Regolo e Salomone.
Infatti mentre i nomadi dei primi due insediamenti hanno creato loro stessi delle strutture igieniche, anche se primordiali, il terzo insediamento. che è costituito da nomadi provenienti dalla Jugoslavia, è estremamente mobile e non ha alcuna attrezzatura igienica. Si tratta, attualmente, di circa 300 persone (molti bambini) che dormono sotto dei teli, sulla nuda terra appena riparati da qualche coperta e che utilizzano il verde adiacente, vicinissimo alle case circostanti, per tutte le loro necessità fisiologiche.
Fortunatamente l'estate appena trascorsa è stata molto piovosa, in caso contrario i miasmi ed il propagar-
R - Alcuni svolgono lavori occasionali, dove capita, altri costruiscono e riparano pentole, altri ancora si dedicano all'accattonaggio o vivono di furti. Il problema più grosso, secondo me. è rappresentato dai giovani. Se oggi è difficile trovare lavoro per un giovane dei « nostri », puoi facilmente immaginare le difficoltà che incontreranno loro. D'altra parte debbono pur vivere; con questo non li giustifico, cerco solo di trovare le rasi di mosche, insetti e topi infetti. sarebbero stati molto maggiori e con più grave pregiudizio per la salute pubblica.
Siamo a Milano e non siamo nel Sahara. Milano e la Zona 13 dovrebbero porvi rimedio. Come?
Ci risulta che a Milano esistono campi attrezzati dal Comune per i nomadi. Attualmente i nomadi di cui sopra non frequentano detti campi in quanto di stirpe diversa (con conseguente difficile coabitazione) da quella dei nomadi che già li abitano e pertanto preferiscono soluzioni diverse dai campi attrezzati.
Crediamo che gli operatori addetti (Comune e Consiglio di Zona) dovrebbero trovare, con i capi di questa tribù di nomadi, una soluzione che potrebbe essere quella di reperire un'area libera, anche in Zona 13, sufficentemente ampia per raccoglierli e non addossata a edifici abitativi. e dotarla delle più elementari attrezzature igieniche.
Questo, non con lo scopo di emarginarli, ma per aiutarli a migliorare le loro condizioni igieniche che attualmente sono disastrose e per eliminare i presupposti di eventuali complicazioni sanitarie in zona.
Così non si può andare avanti. Le scene che si presentano ai nostri occhi sono poco edificanti, in particolare per i bambini. Vorremmo vedere cosa succederebbe se questo accadesse davanti a Palazzo Marino! e perchè deve accadere qui, forse perchè qui il sindaco e gli assessori non vedono!!
A. Alberici, C. Giani, A. Bigatti
Nell'articolo precedente abbiamo esaminato come viene intesa la funzione delle biblioteche ai sensi della legge regionale. Si tratta in sostanza di un insieme di servizi culturali capace di giungere realmente ai fruitori offrendo una informazione dotata di valenze educative, sempre nel rispetto dell'imparzialità e del pluralismo.
Questa prospettiva non è per niente astratta, tanto è vero che già in altre parti d'Italia le biblioteche lavorano in questo senso. Con tutto ciò, se passiamo ad esaminare la situazione milanese, possiamo valutare ampiamente i guasti lasciati dalle amministrazioni di centro-sinistra anche in questo settore: le cento biblioteche promesse dall'assessore Montagna nel '60. oggi sono solo 13 e la nostra è una delle tante zone che ne sono sprovviste.
Infatti i 33.000 abitanti della zona 13 possono fruire solamente di due punti di prestito, aperti IO ore la settimana, con in totale circa 9.000 libri e 1.700 iscritti. Il più piccolo dei due misura 35 m2; i libri, più che 9.000 sono in realtà due volte 4.500. Gli iscritti non a caso sono in numero più o meno costante da anni.
Il patrimonio librario è più o meno lo stesso di tutte le biblioteche popolari milanesi. Superato in parte, scelto con la solita logica centralizzata. che tiene conto solo del libro in sé e per sé. senza alcun riferimento alle attività o comunque alle esigenze dei quartieri. I testi in buona parte sono di mediocre narrativa o di bassa divulgazione e servono ai « clienti » meno culturalizzati. Gli studenti possono trovare un certo numero di libri anche per loro. Ciò che non si trova è l'impronta della legge regionale. Vale a dire: nel migliore dei casi un lettore può anche trovare il libro che gli serve per soddisfare le sue esigenze immediate, ma non troverà mai nessun « mezzo di comunicazione per favorire la crescita culturale e civile della popolazione lombarda ».
La carenza del servizio è ancora più evidente se teniamo conto che non solo mancano strutture e strumenti, ma il personale addetto all'orario serale in linea di massima non ha alcuna particolare qualifica e nessuna motivazione per penetrare nelle complesse situazioni dei vari quartieri. Infatti per lo più si tratta di impiegati che provengono dalle più svariate ripartizioni (igiene.. dazio, anagrafe. biblioteca centrale ...) e raggiungono questo secondo posto di lavoro dopo aver passato la giornata svolgendo mansioni completamente diverse.
L'amministrazione comunale ha in programma diverse innovazioni, che però in buona parte non sono a breve scadenza. Si tratta non solo di superare l'attuale contratto dei serali o di realizzare nuove biblioteche (di cui una nel centro civico di viale Ungheria). È in fase di studio tutta una ristrutturazione del servizio bibliotecario che permetta di realizzare la legge regionale anche a Milano.
Il problema che si pone a breve scadenza per la base non è tanto quello di sollecitare la realizzazione di nuove strutture. ma di iniziare un dibattito approfondito in tutto il quartiere sul significato della cultura decentrata e sulle possibili realizzazioni. Questo per evitare che le scelte dell'Amministrazione comunale abbiano a cadere dall'alto, senza trovare il terreno fertile, che garantisca ad un tempo l'efficienza e la partecipazione dei cittadini.
Gianni Trimarchi
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