38 minute read

MOBILITA’ PASSI DOLOMITICI: IL DIBATTITO

Next Article
NOTIZIE DAI RIFUGI

NOTIZIE DAI RIFUGI

IL PROTOCOLLO

Ora partiranno due coordinamenti, uno regionale e uno provinciale con i sindaci del territorio. «Ho già in discussione un protocollo d'intesa ha spiegato De Berti che vede interessati la Provincia di Belluno, la Regione e Rfi per andare avanti con l'approfondimento tecnico. Ci siamo dati un anno dalla firma di questo protocollo (che dovrebbe avvenire a luglio, ndr). Abbiamo bisogno di raccogliere i dati sulla mobilità e ci serve l'aiuto di tutto il territorio». Oltre al Treno delle Dolomiti sarà valutato un altro iter su rotaia. Quello da Belluno ad Agordo. Il tragitto fino a Cortina, passando per l'Agordino, è infatti stato bocciato. Ma questo non impedisce di pensare a soluzioni alternative che possano accontentare tutti. «È giusto fare approfondimenti ulteriori sull'Agordino ha sottolineato il presidente della Provincia Roberto Padrin C'è una valenza turistica ma c'è anche Luxottica che dà lavoro a tantissime persone». La via per raggiungere Cortina rimarrà però quella per la Val Boite. Davide Piol

Corriere delle Alpi | 6 Giugno 2021

p. 17

Ztl e pedaggi sui passi dolomitici nel piano riservato anti traffico

il dossier Francesco Dal Mas I passi dolomitici, a partire dal Pordoi, Campolongo, Gardena e Sella, regolamentati con le Ztl, zone a traffico limitato, ed il pedaggio. TOP SECRET C'è un ambizioso Piano di mobilità sostenibile che le Province di Trento e di Bolzano e la Regione Veneto custodiscono nel cassetto. I tre enti si sono raccomandati di non diffonderlo ai pochi (i sindaci) a cui l'hanno recapitato. Si temono probabilmente reazioni per la rivoluzione a cui sarà sottoposto il traffico in valle e sui passi, ma il programma si fionda davvero verso quella transizione ecologica che il Pnnr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, impone. Si tratta, semmai, di conciliarlo con le esigenze degli operatori turistici.L'anno scorso, in agosto, fino a 4.400 transiti al giorno sui passi dolomitici intorno al Sella. Decisamente troppi, tenendo conto, fra l'altro, che la pandemia non era scomparsa. Occorre ridurre progressivamente il traffico. PEDAGGIO Ecco, quindi, che sarà introdotta la Zona a traffico limitato nei mesi estivi di maggior traffico con accesso solo al servizio di trasporto pubblico. Il pedaggio, invece, ci sarà nei mesi primaverili ed autunnali di minor traffico, con esenzione per categorie riservate e veicoli ad emissione zero (normative nazionali permettendo). Esclusi i residenti e gli ospiti con prenotazione.Il trasporto merci nel periodo Ztl sarà consentito solo prima delle 9 e dopo le 17, ma in futuro potrà avvenire sarà solo con veicoli elettrici e cargo elettrici. La richiesta di transito per i veicoli ecologici nei mesi di luglio e agosto e per l'esenzione del pedaggio sarà facilmente accessibile grazie ad app e sito web (accesso tramite Spid), con supporto informativo e telefonico da parte dei comuni interessati. I MOTIVI Il provvedimento, che non si sa però quando verrà introdotto, è motivato dal fatto che il traffico motorizzato va idealmente ridotto del 55% nei paesi e sui passi, il che corrisponde ad una riduzione di 10 decibel del livello equivalente (LAeq), «che per l'orecchio umano corrisponde a un dimezzamento del rumore percepito, con conseguente aumento della qualità di vita per i residenti e di visita per gli ospiti». Lo sostiene la Fondazione Dolomiti Unesco che ha predisposto lo studio sulla base delle rilevazioni del traffico, effettuate soprattutto l'anno scorso. OBIETTIVI Ecco, dunque, gli obiettivi che si propone: entro il 2030, grazie al contenimento delle auto e delle moto, sostituite dal trasporto pubblico, i tratti stradali congestionati nel territorio dei passi Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo, saranno ridotti di 100 chilometri. VEICOLI ELETTRICI Lo studio calcola che il numero di spostamenti quotidiani che non verranno effettuati in auto dovrà essere di 382 mila; saranno sostituiti da quelli in bici, a piedi, con gli impianti di risalita e con il trasporto pubblico. Ma ecco la prospettiva che fa più tremare gli operatori dei passi: nel 2050 la mobilità sostenibile sui passi dolomitici sarà in totale dell'80%; con una quota del 20% di veicoli elettrici. A PIEDI E IN BICI Entro il 2030, 4 persone ogni 10 si muoveranno a piedi o in bici, 10 ogni 100 saliranno in quota con la bici, per cui si prevede la costruzione di ben 60 km di piste ciclopedonali entro 9 anni solo per salire ai passi, più 80 chilometri nelle valli. Un visitatore ogni tre nel 2030 raggiungerà il Pordoi piuttosto che il Campolongo, e gli altri valichi, con il trasporto pubblico locale; 18 viaggiatori ogni 100 prenderanno il pullman a valle Nel 2030 si prevede un incremento di 8 mila passeggeri al giorno col trasporto pubblico, mentre l'incremento del numero di spostamenti col trasporto pubblico locale sarà addirittura di 630 mila. Il 20% in più di ospiti utilizzerà il treno per arrivare a destinazione. Meglio ancora se il treno arriverà, fra 9 anni, a Cortina invece che a Caprile.Il Piano anticipa che nelle aree abitate il limite di velocità diventerà di 30 km orari e sarà di 40 km orari sulle strade dei passi. Ma c'è motivo per tirare un sospiro di sollievo: dimezzerà, entro il 2030, il numero di vittime della strada. minibusNel monitoraggio dell'anno scorso, il passo Sella ha esibito,

in agosto, ben 4.400 transiti al giorno; pochi di meno gli altri valichi. Già da subito, per ridurre l'impatto del traffico turistico si prevede l'introduzione di un servizio minibus gratuito a emissione zero che colleghi i paesi ai passi. Inoltre, una volta individuate le aree di parcheggio fuori dai paesi, il servizio collegherà i parcheggi ai centri e ai passi. Questa misura mira a ridurre drasticamente il traffico turistico. Inoltre, con l'introduzione del biglietto unico, si facilita e si incentiva l'uso degli impianti di risalita per accedere ai passi.--© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 7 Giugno 2021

p. 14, segue dalla prima

La Ztl sui passi? «Mica siamo a Milano»

Francesco Dal Mas LIVINALLONGO La Ztl anche su Pordoi, Campolongo, Gardena e il Sella - magari anche su altri Passi - come fossimo a Roma, Milano o in centro a Belluno, Trento e Bolzano? Non sia mai, tanto più se verrà previsto anche il pedaggio. Sono infuriati i 78 operatori turistici dei passi Dolomitici che aderiscono al Comitato presieduto da Osvaldo Finazzer. Respingono "indignati" il Piano per la mobilità sostenibile predisposto dalla Fondazione Dolomiti Unesco e adottato dalla Regione Veneto, dalle Province di Trento e Bolzano, dai Comuni di valle, Livinallongo compreso. ZTL E PEDAGGI «Con l'istituzione di una Ztl ambientale, limitata ai soli passi dolomitici, con la loro chiusura per i veicoli non elettrici nei mesi di alta stagione e l'introduzione di un pedaggio nei mesi di bassa stagione, i passi - constatano in un lungo documento di risposta al piano che abbiamo anticipato ieri - saranno accessibili solamente per alcune categorie di persone, quali i passeggeri del trasporto pubblico locale e degli impianti di risalita, ciclisti, escursionisti (pedoni) e viaggiatori su veicoli elettrici. AUTO ELETTRICHE Il Piano prevede progressivamente l'utilizzo dell'auto elettrica. Gli operatori turisti sono d'accordo, ma avanzano una proposta che farà discutere. «Se la soluzione proposta è di autorizzare il transito sui passi Dolomitici del Sellaronda solo con automobili elettriche allora siamo tutti d'accordo. Siamo favorevoli che in tutte le quattro valli dolomitiche, da Agordo ad Arabba, da Cavalese a Canazei, da Ponte Gardena e da Chiusa a Selva di Val Gardena, da San Lorenzo di Sebato a Corvara si transiti solo e soltanto con i veicoli elettrici. Rendiamo tutte la valli libere da veicoli a motore diesel e benzina e facciamolo diventare una operazione vera di rispetto dell'ambiente oltre che di marketing territoriale». PARCHEGGI Il Piano prevede parcheggi a valle dei passi, dove fermare l'auto e da dove salire sulle navette pubbliche. «Non possiamo condividere il piano sconsiderato di creare parcheggi fuori dai centri abitati per ridurre il traffico dei turisti itineranti e di bloccare solamente i quattro passi dolomitici con le conseguenze che avrà sull'economia delle stesse valli che perdono identità e proposta turistica e che dipendono dall'interscambio di turisti all'interno della regione dolomitica. Non si può nemmeno ridurre il traffico dei residenti con il servizio di trasporto pubblico, visto che rappresenta la metà del flusso di traffico».In futuro sviluppare la bicicletta e la mountain bike sarà possibile e auspicabile, secondo gli operatori, se ci sarà la pista ciclabile, ma oggi, le biciclette e le mountain bike non possono sostituire l'automobile privata. IMPIANTI DI RISALITA Il Piano prevede l'alternativa di seggiovie, telecabine e funivie. Obiezione degli operatori: «Gli impianti a fune offrono un servizio di accesso agevole e sicuro a una grandissima parte di turisti che vogliono raggiungere le vette, ma non possono sostituirsi alle automobili, perché nessuno degli impianti esistenti raggiunge i passi e tantomeno può sostituirsi all'attuale servizio di trasporto, che ha tempi eterni ed è puzzolente». --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 7 Giugno 2021

p. 14

«Questa è una strategia miope senza un interesse collettivo»

LIVINALLONGO Il Piano di mobilità sostenibile è "riservato", gli amministratori pubblici non lo possono diffondere. E questa circostanza moltiplica l'irritazione di albergatori, ristoratori e rifugisti, in particolare quelli dei passi Pordoi, Campolongo, Gardena, Sella, Fedaia, Falzarego, Val Parola, Giau. «Questa», osservano, «è una gravissima mancanza di trasparenza e di democrazia. Non si può decidere nelle stanze segrete e nei sottoscala delle Province il futuro delle Valli dolomitiche e dei Passi del Sellaronda senza un confronto con chi

opera nelle Valli e di chi vive e fa vivere i Passi. Forse siamo finiti in Bulgaria o sotto il dominio di Ceausescu e non ce ne siamo accorti».Dopo aver osservato polemicamente che l'inquinamento da CO2 è in Cina e non sui 4 Passi Dolomitici, il Comitato degli operatori ricorda che l'Eurac di Bolzano ha dichiarato che l'inquinamento causato dal traffico è sotto ai limiti di legge consentiti. E sempre l'Eurac dimostra, al contrario, che l'inquinamento da traffico è maggiore nei fondovalle. Per il coordinatore del comitato Osvaldo Finazzer, titolare di due hotel sul Pordoi, e gli altri colleghi dei Passi - ci sono dentro pressocché tutti - «questo "Piano" contiene una strategia miope e fuori bersaglio, non riconosce lo sviluppo tecnologico, impone limitazioni alla libertà di circolazione senza una solida e giustificata motivazione di interesse collettivo che la giustifichi, crea ingiustificati danni economici alle aziende esistenti, vuole progressivamente raggiungere la chiusura totale dei passi durante l'estate ed imporre il pedaggio fuori stagione solo per motivi ideologici».Già da questa stagione gli operatori temono possibili chiusure dei passi a seguito, come prevede il Piano stesso, dell'organizzazione di giornate dal "tema storico culturale" organizzate «per abituare gradualmente le persone ad accettare questo cambiamento» (così si ha modo di leggere nelle pagine della documentazione).«Considerando che in due mesi d'estate abbiamo 16 giornate tra il sabato e la domenica, incominciando con un giorno di chiusura in più ed aumentando ogni anno di una giornata, in sei anni - arguiscono ristoratori e albergatori - viene raggiunto l'obiettivo fissato secondo il principio metaforico della "rana bollita": la capacità di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire, se non quando è troppo tardi». L'obiettivo è fissato per il 2030 ed il finale è fissato per il 2050. Gli operatori se la prendono anche con la Fondazione Dolomiti Unesco: «Fino ad ora non si è capito bene quale sia l'utilità della Fondazione se non quella di chiudere i passi dolomitici del Gruppo del Sella e Sassolungo che non ne fanno parte, tantomeno i paesi in fondovalle, ne fanno parte invece i parchi Dolomitici, che già sono protetti e le montagne ed i luoghi dove non c'è economia». --Fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 7 Giugno 2021

p. 14

Pedaggio quando c'è meno traffico Trasporto merci con mezzi "green"

Il documento L'estate scorsa sono transitati sui passi dolomitici, in particolare su quelli del Sellaronda, migliaia di veicoli al giorno. Le telecamere (24 quelle installate in zona) hanno registrato fino a 4.400 passaggi, in determinati giorni, sul Sella. Le Province di Trento e di Bolzano e la Regione Veneto hanno così predisposto, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco, un ambizioso Piano di mobilità sostenibile traguardato al 2030 e al 2050. Il Piano prevede gradualmente la transizione dall'auto che scarica smog a quella elettrica; di più, il passaggio al trasporto pubblico, anche attraverso gli impianti di risalita. Mette in conto lo sviluppo del cicloturismo per cui progetta nuove piste ciclopedonali, dal fondovalle ai passi. C'è l'intenzione - ma non si sa se prossimamente o nei prossimi anni - di introdurre la Zona a traffico limitato nei mesi estivi di maggior traffico con accesso solo al servizio di trasporto pubblico.Il pedaggio, invece, nei mesi primaverili ed autunnali di minor traffico, con esenzione per categorie riservate e veicoli ad emissione zero (normative nazionali permettendo). Esclusi i residenti e gli ospiti con prenotazione. Il trasporto merci nel periodo Ztl - viene precisato nel Piano sarà consentito solo prima delle 9 e dopo le 17, ma in futuro potrà avvenire sarà solo con veicoli elettrici e cargo elettrici.La richiesta di transito per i veicoli ecologici nei mesi di luglio e agosto e per l'esenzione del pedaggio sarà facilmente accessibile grazie ad una e app e ad un sito web (con accesso tramite Spid), con supporto informativo e telefonico da parte dei comuni interessati.Il traffico motorizzato va idealmente ridotto del 55% nei paesi e sui passi - è quanto sostengono le pubbliche amministrazioni - il che corrisponde ad una riduzione di 10 decibel del livello equivalente (LAeq). Entro il 2030 - questa la pianificazione - grazie al contenimento delle auto e delle moto, sostituite dal trasporto pubblico, i tratti stradali congestionati nel territorio dei passi Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo, saranno ridotti di 100 chilometri, mentre la riduzione complessiva della CO2, emessa da auto e veicoli a combustione, sarà fra 9 anni contenuta del 55%. Lo studio calcola che il numero di spostamenti quotidiani che non verranno effettuati in auto dovrà essere di 382 mila; saranno sostituiti da quelli in bici, a piedi, con gli impianti di risalita e con il trasporto pubblico. Il traguardo del 2050 prevede che sui passi l'80 per cento della mobilità sia sostenibile, con una quota del 20% di veicoli elettrici. È evidente che queste tendenze si verificheranno anche sugli altri passi delle Dolomiti. --fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere del Trentino | 8 Giugno 2021

p. 2

Auto sui passi dolomitici, quest’anno niente divieti Tonina: «Con la pandemia già troppe limitazioni» Al vaglio progetti di mobilità sostenibile. Alfreider: ora i fondi UE

Annalia Dongilli ,Marco Angelucci TRENTO Dal Sella al Pordoi, dal Gardena al Fedaia quella alle porte sarà un’altra estate senza particolari limiti alla circolazione sui passi dolomitici. «Quest’anno — dicono all’unisono gli assessori Mario Tonina della Provincia di Trento e Daniel Alfreider di quella di Bolzano — non ci saranno divieti». Ma si continuerà sulla strada del potenziamento della viabilità pubblica. Anche se continuano a circolare documenti che spingono della direzione per altro ribadita dal protocollo siglato tra Trento, Bolzano e Regione Veneto in aprile, di una limitazione del traffico in quota, nell’ottica di un turismo più sostenibile. Le ipotesi Il documento siglato in aprile dalle province autonome, dai Comuni i cui territori sono interessati dai passi, dalla Provincia di Belluno e dalla Regione Veneto, impegnava infatti i soggetti a attivare un programma di collaborazione finalizzato alla realizzazione di sistemi di mobilità sostenibile per decongestionare il traffico sui passi e ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico. Sono previsti anche interventi di progettazione ingegneristica sulla viabilità esistente nel 2023-2024. Entro 30 giorni dalla firma gli enti coinvolti dovevano elaborare un piano di attività biennale. E alcune ipotesi iniziano a circolare: si parla infatti di introdurre una ztl sui passi nei mesi clou dell’estate, luglio e agosto, tra le 9 e le 17 e di introdurre il pedaggio in autunno e in primavera, con esenzione per le categorie riservate e veicoli a emissione zero. Ma per Pordoi, Campolongo, Sella, Gardena si studia la realizzazione di 60 chilometri di piste ciclopedonali entro 9 anni e 80 nelle vallate sottostanti. Nei centri abitati adiacenti si dovrebbero introdurre limiti di velocità di 30 chilometri orari, 40 sulle strade di accesso ai passi e probabilmente anche limiti fonometrici. Le decisioni Ipotesi appunto, che per quest’anno non diventeranno realtà. E probabilmente nemmeno per il prossimo, dal momento che chiusure e limitazioni al diritto della circolazione richiedono norme e leggi che le Regioni devono prendere di comune accordo. «Allo stato attuale — spiega Tonina, che veste anche i panni di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco — non ci sono piani. È chiaro che qualcosa in prospettiva bisogna fare e questo dice anche il protocollo che abbiamo siglato in aprile, ma quest’anno, con tutte le limitazioni vissute dalle persone e dagli operatori per il Covid, non è il caso di proporre chiusure». E quindi si sceglie la strada, percorsa per altro negli ultimi due anni, del potenziamento della mobilità pubblica, introducendo più corse sulle strade interessate da maggior traffico. Per Pordoi, Predazzo-Cavalese, Penia-Passo Fedaia l’estate sarà all’insegna di corse ogni 30 minuti, un lasso di tempo che dal 1° al 19 settembre interesserà anche il tratto Cavalese— Penia. Più serrato ancora il ritmo tra Moena e Penia, con una frequenza complessiva ogni 10 minuti nl cuore dell’estate quindi dal 1 luglio al 31 agosto. Ogni ora passeranno invece i bus sul passo Sella e sul San Pellegrino così come sul passo Costalunga, ma solo per il periodo che va dal 4 luglio al 5 settembre (con intensificazione alla mezz’ora nelle fasce di punta). Sulla stessa linea anche l’assessore altoatesino Daniel Alfreider che invita a non fare allarmismo. «Per introdurre una zona a traffico limitato o un pedaggio occorrono modifiche legislative a livello regionale ma anche l’autorizzazione da parte dello Stato. Quindi — chiarisce l’assessore ladino — per quest’anno sicuramente non se ne farà nulla». Il problema della raggiungibilità dei siti Unesco però rimane e i vari assessori stanno studiando le soluzione adottate anche da altre realtà in Europa. «L’afflusso massiccio di visitatori avviene in ore determinate della giornata, tra le 11 del mattino e le 15 e questo sta diventando insostenibile per le vallate. Il nostro compito — aggiunge Alfreider — è studiare questi flussi e trovare il modo di gestirli in maniera sostenibile». Il sistema informatico Una delle priorità dell’assessore altoatesino è mettere in piedi una rete di monitoraggio dei flussi di traffico che, attraverso una app e segnaletica dinamica, fornisca ai turisti informazioni in tempo reale. Una parte del lavoro di monitoraggio è già stata fatta, ora rimane da organizzare la parte infrastrutturale. E per questo su punta sui finanziamenti del recovery fund «L’idea di massima è di inserire nei programmi del recovery fund anche un progetto per la mobilità sui passi dolomitici con interventi in ciascun territorio. Ad esempio una segnaletica dinamica attraverso si potrebbe segnalare la disponibilità di parcheggi o la eventuale chiusura di strade. O anche far conoscere le alternative del trasporto pubblico. Tra le nostre priorità — aggiunge l’assessore altoatesino alla mobilità — c’è anche la realizzazione di nuove ciclovie e la promozione degli impianti a fune che in montagna sono un’alternativa sostenibile all’auto privata».

Corriere delle Alpi | 8 Giugno 2021

p. 17

Mobilità sostenibile sui passi del Sella Il piano scontenta anche gli ecologisti

BELLUN0 Il "nuovo" Piano della mobilità sostenibile sui passi del Gruppo del Sella delude l'ambientalismo e, per motivi opposti, allarma albergatori, ristoratori rifugisti. Lo testimoniano Luigi Casanova, di Mountain Wiklderness e di Cipra, fra i primi a sostenere la necessità di rendere inaccessibili i valichi al traffico privato, soprattutto nel pieno dell'estate, e Walter De Cassan, presidente di Federalberghi

ed esponente di Confcommercio. Traguardato al 2030 e al 2050, il Piano mette in conto l'accesso ai passi solo con automezzi elettrici, il trasporto pubblico in particolare, la bici e gli impianti di risalita. Prevede, a lungo andare l'istituzione della "Ztl" e del pedaggio. AMBIENTALISTI «Il Piano è zeppo di termini condivisibili. Ma nel profilo operativo e della proposta si tratta di un passo indietro clamoroso, sostenuto perfino dalla Provincia di Bolzano, su quanto si era ipotizzato e sperimentato nel 2017 con il fine di arrivare, da subito, alla chiusura al transito del traffico privato per motivi turistici sui 4 passi» annota Casanova. Il piano è datato novembre 2020, quindi ad oggi è stato secretato dagli enti territoriali. «Con un inizio tanto maldestro e oltraggioso - dichiara il leader degli ambientalisti - risulta quantomeno improbabile diffondere una "nuova cultura" della mobilità, come ambiziosamente si recita. Come del resto non si comprende perché i sindaci delle vallate interessate siano stati esclusi. Ed ancora, non si comprende perché si specifichi in neretto il coinvolgimento dei soli stakeholder locali, forse perché ritenuti più addomesticabili? O perché vengano coinvolte solo alcune associazioni ambientaliste o alpinistiche (solo tre) e invece si neghi l'accesso ai documenti al vasto fronte ambientalista che aveva sostenuto la sperimentazione del 2017 e che aveva portato alla Fondazione Dolomiti Unesco (2017 - 2018) un prezioso lavoro di mediazione».Per Casanova «è a tutti evidente» come il traffico privato su detti passi sia insostenibile (4400 passaggi giornalieri in agosto) e che il rumore e le velocità risultino intollerabili (misurato fino e oltre i 110 decibel). Come si legge dai dati il traffico intenso si sviluppa su una fascia oraria ampia, dalle 9 del mattino fino alle 19. Anche per questo motivo, non solo per la sicurezza e il paesaggio, «questo traffico va bloccato, senza attendere le due date miracolistiche contenute nel programma, 2030 e poi 2050».Sono invece positivi alcuni traguardi: il limite di velocità di 30 Km/h negli abitati dei quattro comuni (perché non estendere alle vallate sottostanti? ) e 40 Km/h sui passi, come è finalmente positivo il divieto generalizzato di tenere raduni motoristici, o ancora le agevolazioni tariffarie degli impianti di risalita.E per quanto riguarda i pedaggi? «I pedaggi non hanno mai e in nessun luogo risolto i problemi di traffico privato: laddove vi sono i pedaggi i transiti aumentano di anno in anno, nelle Alpi italiane come in quelle svizzere o austriache. Quindi è una misura inutile, una ulteriore tassa che viene imposta ai cittadini, residenti e ospiti». OPERATORI TURISTICI Walter De Cassan, presidente di Federalberghi e dirigente di Confcommercio, ha un appuntamento nei prossimi giorni con l'assessore regionale al turismo, Federico Caner, per chiedergli conto della firma apposta dal Veneto al Piano di mobilità sostenibile. «Ho letto del protocollo d'intesa, non sapevo di questo Piano. Alcune intuizioni mi sembrano lungimiranti, perché sta cambiando la domanda turistica in montagna: si cerca la natura, il silenzio, la cultura. È vero, in alcune giornate nel pieno dell'estate, il traffico è eccessivo e non si capisce perché ai sempre più numerosi motociclisti stranieri si consenta in Italia, di staccare la marmitta - afferma De Cassan . Prendiamo atto che le misure sono concepite a lungo termine, quando magari avremo la mobilità sostenibile, quella elettrica. Intanto bisogna lasciar vivere ed operare chi sui passi vive e lavora». -- Francesco Dal Mas © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 8 Giugno 2021

p. 17

Fabio Luchetta «La Provincia tutela gli operatori»

Il Piano della Mobilità sostenibile, studiato dalla Fondazione Dolomiti Unesco è adottato dalle province di Trento e Bolzano, e dalla Regione Veneto, fa discutere. Ma - avverte Fabio Luchetta, consigliere provinciale delegato alle infrastrutture e ai trasporti, «le preoccupazioni sorte negli ultimi giorni sono legittime, però infondate al momento».Al momento, appunto. Il Piano proietta al 2030 alcune misure, altre addirittura al 2050. Intanto è stato sottoscritto un preliminare protocollo d'intesa. «Lo abbiamo firmato. - conferma Luchetta - con le Province autonome, la Regione Veneto e i Comuni di Selva di Val Gardena, Corvara, Canazei e Livinallongo e non fissa la chiusura dei passi senza se e senza ma».È un documento che ha come obiettivo la salvaguardia ambientale e che prevede azioni e interventi molteplici: costituire un'organizzazione interprovinciale fra i territori delle tre Province, con la finalità di attuare il piano pluriennale e monitorarne gli sviluppi riguardo l'aumento del trasporto pubblico per favorire l'interscambio con mezzi di trasporto privati, la realizzazione di piste ciclabili, parcheggi dedicati per ciascuna valle, e molto altro. ù«Tra le azioni, prioritaria - informa Luchetta - sarà quella di raccogliere dati, grazie anche all'adozione di nuovi sistemi informatici, sul traffico veicolare concentrato sui passi e nei centri abitati, per poter valutare con precisione l'intensità, la frequenza e la tipologia dei flussi e stabilirne una riduzione. Infine, dovrà essere preparata la documentazione necessaria ad accedere a finanziamenti nazionali ed europei».Per la Provincia di Belluno, al centro ci sono esigenze di tipo ambientale-paesaggistico, ma - assicura l'esponente provinciale - «ci sono anche le necessità delle comunità locali e delle attività che gravitano sui passi, che per noi restano prioritarie». --FDM © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere del Trentino | 8 Giugno 2021

p. 2

L’ex assessore «Valichi aperti ma sostenibili. Trentino al palo» Gilmozzi: conta il turista di domani

TRENTO È perentorio l’ex assessore provinciale Mauro Gilmozzi: «Mai parlare di chiudere i passi. I passi devono essere aperti alla sostenibilità». Non è un gioco di parole o un artificio per nascondere dietro un termine un’altra verità. Ma un approccio necessario secondo Gilmozzi «per introdurre un cambiamento culturale che deve essere per forza graduale». E su cui in Trentino «non si è più fatto niente nell’attuale legislatura». La gestione del traffico sui passi è un terreno che ha visto impegnato, e spesso anche molto criticato, l’assessore Gilmozzi. Le chiusure del mercoledì, il potenziamento delle corse nelle valli, ma anche i ricorsi al Tar degli albergatori hanno segnato gli ultimi anni della scorsa legislatura. Ma Gilmozzi è convinto della bontà di quel percorso: «Parlare di chiusura — ragiona — è sempre sbagliato. Questa è una nuova proposta di godimento del paesaggio e del contesto dolomitico, per noi e per i turisti. Ed è il senso che sta dietro la nomina delle Dolomiti come patrimonio dell’umanità: quindi non c’è dubbio che lavorare in direzione di un cambiamento, soprattutto ora che parliamo di transizione ecologica, sia importante e distintivo. Quando però si parla di cambiamento c’è bisogno di un approccio graduale, c’è bisogno di una costruzione della cultura di una diversa mobilità e questo era quello che stavamo costruendo, ovviamente in stretta e forte sintonia con la Provincia di Bolzano fino a 3-4 anni fa. Con Bolzano eravamo riusciti anche a ottenere una norma di attuazione per quanto riguardava però il transito nel territorio delle nostre due Province. Richiede un lavoro costante e importante, un impegno di energie che mi pare ora il Trentino non dedichi più al tema». La gradualità di cui parla Gilmozzi stava nel «potenziamento della mobilità pubblica, a partire dal fondovalle, e nel disincentivare quella privata. Eravamo anche arrivati a ipotizzare l’utilizzo dei fondi di confine per la mobilità pubblica così da coinvolgere anche la Regione Veneto». Si era passati anche al posizionamento delle telecamere e quindi ai mercoledì di chiusura dei passi: «Erano prove, esperimenti, non c’è una formula assoluta che sia vincente: si procede gradualmente ma bisognerebbe farlo con continuità. Servono azioni più concrete, che noi avevamo avviato e su cui rischiamo di restare indietro». Anche perché, secondo Gilmozzi, è al turista del futuro che bisogna guardare: «Il turista, soprattutto quello straniero, secondo studi che avevamo commissionato, cercava una montagna senza traffico. E sarà sempre più così, i giovani di oggi si spostano in metro o con i monopattini e spesso non fanno più nemmeno la patente. Per questo ribadisco: in quota non bisogna portare su più gente possibile, ma certo puntare su passi aperti, ma aperti alla sostenibilità».

Alto Adige | 9 Giugno 2021

p. 33

«Non bloccate il traffico tra i passi dolomitici»

ezio danielidolomiti. Per l'estate non ci saranno restrizioni al traffico sui passi dolomitici: un'intesa di massima è stata raggiunta dagli assessori Tonina e Alfreider rispettivamente per la provincia di Trento e di Bolzano. Dopo l'emergenza Covid e le restrizioni, si è deciso di non porre altri limiti ai movimenti turistici.E Osvaldo Finazzer, del Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici, è contento, ma non del tutto. Finazzer rappresenta 79 aziende che danno lavoro a 623 persone. Il punto che gli sta a cuore, ora, è il protocollo d'intesa definito da Trento, Bolzano e Belluno per limitare il traffico a motore nei prossimi anni.Il traffico sui passi va ridotto?"Si è già ridotto da solo - risponde Finazzer - Negli ultimi anni è calato di almeno il 20%. Così l'inquinamento. La conferma è venuta da uno studio dell'Eurac che ha dichiarato che l'inquinamento causato dal traffico è sotto i limiti di legge e sempre l'Eurac dimostra che l'inquinamento da traffico è maggiore nei fondovalle. In pochissimi anni avremo le automobili elettriche e quindi rumore e inquinamento da scarichi degli autoveicoli svaniranno da soli".Si parla di autorizzare il transito sui passi dolomitici del Sellaronda solo alle auto elettriche."Siamo tutti d'accordo. Siamo favorevoli che in tutte le quattro valli dolomitiche da Agordo ad Arabba, da Cavalese a Canazei, da Ponte Gardena e da Chiusa a Selva Gardena, da S.Lorenzo di Sebato a Corvara si transiti solo con i veicoli elettrici". Per i passi attorno al Sella la proposta delle Province di Trento, Bolzano e Belluno è quella di creare dei parcheggi a valle collegando i passi con un servizio potenziato di pullman. È d'accordo?"No, perché si bloccherebbe il traffico dei turisti itineranti. Perché i quattro passi, isolati, porterebbero conseguenze sull'economia delle valli che perderebbero identità e proposta turistica dipendendo dall'interscambio di turisti. Non si può nemmeno ridurre il traffico dei residenti con il servizio di trasporto pubblico visto che rappresenta la metà del flusso di traffico". Altro obiettivo: potenziare l'uso della bicicletta..."Valorizzare bici e mountain bike sarà possibile e auspicabile se ci sarà la pista ciclabile. Oggi biciclette e mtb non possono sostituire le auto private".E gli impianti a fune?"Offrono un accesso agevole e sicuro a molti turisti che vogliono raggiungere le vette, ma non possono sostituire neppure loro le auto perché nessuno degli impianti esistenti raggiunge i passi e tanto meno può sostituirsi al servizio di trasporto pubblico. Se si agisce per limitare la mobilità sulle strade, si riduce di conseguenza la clientela nelle valli. La possibilità di collegamento con le valli confinanti è una componente essenziale per la qualità delle proposte di ognuna di esse".Resta il fatto che nelle stagioni turistiche le valli sono sempre sovraffollate.."Il problema non può essere affrontato con provvedimenti ad effetto come la sbrigativa chiusura delle strade sui passi. Bisogna incidere sulle vere cause di degrado e affollamento delle valli turistiche. Il problema è nei fondovalle, bisogna lavorare sulla qualità del prodotto turistico offerto, sui prezzi, sul posizionamento di mercato. Con una ztl ambientale limitata ai passi dolomitici, con la loro chiusura per i veicoli non

elettrici in alta stagione e l'introduzione di un pedaggio nei mesi di bassa stagione, i passi saranno accessibili solamente per alcune categorie di persone".

Corriere delle Alpi | 9 Giugno 2021

p. 17

Tonina: «Sarà un'estate senza chiusure dei passi»

LIVINALLONGO «Nessuna chiusura dei passi quest'estate». Parola di Mario Tonina, vicepresidente della Provincia di Trento e presidente della Fondazione Unesco, che ha perfezionato il Piano della Mobilità sostenibile sul Sellaronda, considerando nuove forme di accessibilità, alcune entro il 2030 ed altre prima del 2050. Alla lettura del Piano gli operatori turistici si sono impauriti, temendo limitazioni già quest'estate. «Assolutamente no», assicura Tonina. «Siamo ben consapevoli delle difficoltà da cui sta uscendo il turismo, come ogni altra attività. Quindi non solo non ci saranno limitazioni di sorta ma, allo stato attuale, non ci sono piani in attuazione». Le riflessioni esistono, gli studi pure, insomma non mancano le idee su che cosa fare. Ma considerando la complessità dei problemi, l'approfondimento avverrà anche attraverso uno studio più profondo. «È chiaro che qualcosa in prospettiva bisogna fare e questo dice anche il protocollo che abbiamo siglato in aprile, ma quest'anno, con tutte le limitazioni vissute dalle persone e dagli operatori per il Covid, non è il caso di proporre chiusure». Quest'estate, invece, si comincerà a sperimentare una rete più frequente tra le valli e i valichi. Ma non solo verso il Sellaronda, anche in direzione della Marmolada, quindi passo Fedaia, e del Pellegrino. Ad ogni ora, possibilmente; ogni mezz'ora nelle fasce di punta, tra le 11 del mattino e le 15. «Per quest'anno ed i prossimo ci siamo dati come obiettivo (le Province autonome, la Regione del Veneto, la Provincia di Belluno, i Comuni di Selva di Val Gardena, Corvara, Canazei e Livinallongo, ndr)», precisa Tonina, «di individuare una prima fase di misure immediate per facilitare la mobilità attiva. Non solo una maggiore offerta del trasporto pubblico locale, ma anche la creazione di biglietti integrati e precise campagne di comunicazione». Per il biennio successivo, il 2023 e il 2024, i compiti per casa riguardano «la progettazione ingegneristica sulla viabilità esistente, fra cui corsie ciclabili lungo le strade dei passi dolomitici e parcheggi dedicati in ciascuna delle quattro valli». Inoltre, l'individuazione di come meglio ottimizzare e regolare i flussi. Questo vuol dire che l'eventuale introduzione di zone a traffico limitato sui passi e dei relativi pedaggi, semmai fosse giuridicamente possibile, non avverrebbe prima del 2025. O, meglio ancora, quando saranno realizzate nuove piste ciclabili di accesso. Oppure ci sarà l'effettivo collegamento tra valle e valichi attraverso gli impianti di risalita. In ogni caso Tonina assicura il più trasparente confronto anche con albergatori, ristoratori, altre categorie coinvolte, gli stessi ambientalisti. --fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere del Trentino | 10 Giugno 2021

p. 4

Passi auto-free, ecco il piano: parcheggi, ztl, stop ai rally e ticket agevolati per le funivie Obiettivo: 382.000 passaggi in meno. Ma la visione è al 2030

TRENTO L’obiettivo è fissato nelle primissime pagine del documento: ridurre del 55% la mobilità tradizionale (auto, logistica e moto) sui passi dolomitici e nei paesi attorno al gruppo del Sella. «Liberando» dalla congestione del traffico almeno 100 chilometri di strade di montagna e spostando su mezzi sostenibili 382.000 passaggi quotidiani che oggi si effettuano in auto, attraverso l’istituzione di ztl ambientali, parcheggi a valle, piste ciclabili, limiti di velocità stringenti e ticket agevolati per chi sale in quota in funivia. Ma la prospettiva non è a breve termine: il «Piano di mobilità sostenibile dei passi dolomitici» — meglio, l’«idea di progetto» fissata dai territori interessati — guarda infatti al 2030. Con l’estate in arrivo che, come ha già sottolineato il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mario Tonina, non vedrà mettere in atto misure di contenimento del traffico. La visione, in ogni caso, è tracciata. «Sottobanco», denunciano gli ambientalisti. Ma già messa nero su bianco in un documento che porta la firma, in premessa, degli assessori veneti Elisa De Berti e Federico Caner, degli assessori di Trento e Bolzano Roberto Failoni e Daniel Alfreider e dei sindaci di Corvara, Livinallongo, Canazei e Selva di Val Gardena Robert Rottonara, Leandro Grones, Giovanni Bernard e Rolando Demetz. «Il piano nasce per mettere al centro del sistema di mobilità non tanto i veicoli quanto le persone» scrivono gli assessori. Con i sindaci che spingono sulla «transizione dall’auto privata a modalità di trasporto più pulite ed efficienti»: «A trarre vantaggio da questo cambiamento — assicurano — saranno innanzitutto gli abitanti e l’economia». Il punto di partenza del piano è «l’ecosistema sensibile» delle Dolomiti, sul quale il turismo ha un impatto evidente: i passaggi giornalieri di auto, moto, camper e mezzi di traporto pubblico registrati ad agosto 2020 erano 4.400, ai quali si aggiungono gli spostamenti in bici (i dati vengono rilevati attraverso 24 telecamere dislocate in 12 stazioni di monitoraggio). «Questa congestione — si legge nel piano — non solo rappresenta una minaccia per il delicato ecosistema del gruppo del Sella, ma impatta anche negativamente sulla qualità

della vita della popolazione locale». Con differenze tra passi per quanto riguarda il tipo di spostamenti: se infatti il Gardena registra una netta prevalenza di traffico locale, il Pordoi viene attraversato invece soprattutto da turisti. Sulla base del quadro disegnato attraverso i dati, il piano tratteggia le misure da applicare. Partendo dalla «tutela del clima e dell’ambiente». In agenda, in questo campo,si prevede in particolare l’istituzione di una «ztl ambientale nei mesi estivi di maggior traffico con accesso solo al trasporto pubblico, ai ciclisti e ai veicoli a emissione zero», consentendo il trasporto merci solo prima delle 9 e dopo le 17 in un’ottica carbon free. Ma si pensa anche a pedaggi nei mesi primaverili e autunnali di minor traffico. «I pedaggi — chiarisce il piano — consentono di ottenere un finanziamento che può essere impiegato per il miglioramento delle strade dei passi, per creare la corsia per i ciclisti e per la riqualificazione dei passi con strutture museali e di accoglienza». Ci sono poi le misure legate alla mobilità sostenibile. Che prevedono in primo luogo l’imposizione di limiti di velocità di 40 chilometri orari sui passi e di 30 chilometri orari nei paesi attorno al Sella. Limiti, si precisa, «controllati tramite safety tutor o autovelox». Ancora, durante i mesi di ztl, stop a raduni di macchine e di rally sui passi. Con l’organizzazione, invece, di «giornate riservate ai veicoli a emissioni zero, alle bici, nonché a temi specifici come storia, cultura, gastronomia e sport» e la promozione di «itinerari panoramici in quota, storico-culturali, geologici, sportivi e di gastronomia tipica accessibili solo attraverso forme di mobilità attiva, elettrica o mezzi pubblici». E i mezzi pubblici sono al centro anche del capitolo «accessibilità», con l’obiettivo di creare un sistema competitivo di collegamenti dalle città ai passi (attraverso l’uso di veicoli a emissioni zero), corse ogni 20 minuti nei paesi e autobus on demand. Stop quindi ai parcheggi selvaggi in quota, con la creazione di aree di interscambio a valle e con la promozione di un biglietto unico agevolato per incentivare l’uso degli impianti di risalita. Spazio infine alle bici, con corsie riservate sui passi e colonnine per la ricarica delle e-bike. Ma tutte queste misure vanno comunicate. E il piano punta a campagne in grado di «mitigare gli effetti negativi che accompagnano l’attuazione delle misure», creando una pagina web e una app per rendere reperibili le informazioni. «Le opportunità del piano — è la conclusione degli esperti — se guidate in modo coerente, continuativo e condiviso potranno gettare le basi per rendere il territorio una best practice a livello internazionale. Le lezioni evinte da questa esperienza potranno infatti fornire preziose indicazioni per esportare il modello e assicurare che i successi ottenuti a livello locale abbiano un impatto positivo anche su altre realtà e mobilità delle nostre regioni e oltre».

Corriere del Trentino | 10 Giugno 2021

p. 4

Gli ambientalisti: «Inizio maldestro e oltraggioso» Alfreider: «Non vogliamo essere la terra dei divieti» Failoni: «Niente chiusure lampo»

TRENTO Un inizio «maldestro e oltraggioso». E «un passo indietro clamoroso su quanto si era sperimentato nel 2017». Non usano mezzi termini gli ambientalisti. Per voce di Luigi Casanova, storica figura del mondo dell’ambientalismo trentino e nazionale, le associazioni non nascondono le perplessità sul piano della mobilità sostenibile dei passi, «che — premette Casanova — è zeppo di termini condivisibili» e contiene anche traguardi positivi, come il limite di velocità sui passi e nei paesi, o «il divieto generalizzato di tenere raduni motoristici». Ma «nel profilo operativo e della proposta» risulta deludente. Il metodo, in questo giudizio, è fondamentale. «Il piano ad oggi è stato secretato» denuncia Casanova. Che nota l’esclusione dal coinvolgimento non solo di alcune associazioni ambientali e alpinistiche, ma anche di sindaci delle valli interessate. E punta il dito sui monitoraggi: «I dati mostrano che il traffico va bloccato subito, senza attendere il 2030. Il trasporto pubblico deve essere realtà da subito. Come deve essere realtà da subito la cancellazione di tutte le aree sosta improvvisate lungo i passi e in vetta». E se le agevolazioni tariffarie per gli impianti sono positive, «i pedaggi — osserva ancora l’ambientalista — non hanno mai e in nessun luogo risolto i problemi di traffico privato». «È una misura inutile» conclude Casanova, che chiede di superare «il lavoro da “carboneria politica”» per avviare un confronto «con ampia partecipazione» accogliendo «le proposte degli ambientalisti del 2018 già approvate dalla fondazione Dolomiti Unesco». «Noi siamo aperti al coinvolgimento e a ogni proposta» risponde l’assessore altoatesino Daniel Alfreider. Che loda in particolare il «dialogo e la politica congiunta tra Trentino, Alto Adige e Veneto»: «Solo con un percorso condiviso si può portare avanti un piano e puntare a richiedere finanziamenti nazionali ed europei». La filosofia di base, conferma Alfreider, scommette sulla «valorizzazione delle alternative alla macchina prima ancora che sul disincentivo del mezzo privato». Ma senza spingere solo sui divieti: «Non vogliamo diventare la terra dei divieti. Piuttosto, vogliamo essere un territorio che valorizza la natura, il nostro vero capitale». E sui ritardi di applicazione osserva: «Abbiamo iniziato potenziando i mezzi pubblici e partendo con i primi tratti di ciclabile sui passi». Non si scompone nemmeno l’assessore trentino Roberto Failoni. Che nega operazioni «carbonare» rispetto al documento: «Quando il piano sarà sottofirmato da tutti i soggetti interessati verrà consegnato a tutte le parti coinvolte». Per partire, aggiunge, con il confronto. «Stiamo lavorando da un anno a queste misure» ripercorre l’iter Failoni, scettico sulla possibilità — sollecitata dagli ambientalisti — di spingere sull’acceleratore per avviare prima le limitazioni: «Vogliamo intervenire con misure strutturali e non con chiusure lampo e ci stiamo muovendo in questa direzione. Ma quest’anno è stato particolare e serve prudenza».

Corriere del Veneto | 10 Giugno 2021

p. 5, edizione Treviso-Belluno

Ztl, pedaggi e sconti-funivia Ecco il piano per liberare i passi dolomitici dalle auto Ztl ambientali Stop alle merci Pedaggi per auto e più piste ciclabili Limiti severissimi con autovelox Firmano Caner, De Berti e i sindaci: si dimezzerà il traffico

L’obiettivo è fissato nelle primissime pagine del documento: ridurre del 55% la mobilità tradizionale (auto, logistica e moto) sui passi dolomitici e nei paesi attorno al gruppo del Sella. «Liberando» dalla congestione del traffico almeno 100 chilometri di strade di montagna e spostando su mezzi sostenibili 382.000 passaggi quotidiani che oggi si effettuano in auto, attraverso l’istituzione di ztl ambientali, parcheggi a valle, piste ciclabili, limiti di velocità stringenti e ticket agevolati per chi sale in quota in funivia. Ma la prospettiva non è a breve termine: il «Piano di mobilità sostenibile dei passi dolomitici» — meglio, l’«idea di progetto» fissata dai territori interessati — guarda infatti al 2030. Con l’estate in arrivo che, come ha già sottolineato il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mario Tonina, non vedrà mettere in atto misure di contenimento del traffico. La visione, in ogni caso, è tracciata. «Sottobanco», denunciano gli ambientalisti. Ma già messa nero su bianco in un documento che porta la firma, in premessa, degli assessori veneti Elisa De Berti e Federico Caner, degli assessori di Trento e Bolzano Roberto Failoni e Daniel Alfreider e dei sindaci di Corvara, Livinallongo, Canazei e Selva di Val Gardena Robert Rottonara, Leandro Grones, Giovanni Bernard e Rolando Demetz. «Il piano nasce per mettere al centro del sistema di mobilità non tanto i veicoli quanto le persone» scrivono gli assessori. Con i sindaci che spingono sulla «transizione dall’auto privata a modalità di trasporto più pulite ed efficienti»: «A trarre vantaggio da questo cambiamento — assicurano — saranno innanzitutto gli abitanti e l’economia». Il punto di partenza del piano è «l’ecosistema sensibile» delle Dolomiti, sul quale il turismo ha un impatto evidente: i passaggi giornalieri di auto, moto, camper e mezzi di traporto pubblico registrati ad agosto 2020 erano 4.400, ai quali si aggiungono gli spostamenti in bici (i dati vengono rilevati attraverso 24 telecamere dislocate in 12 stazioni di monitoraggio). «Questa congestione — si legge nel piano — non solo rappresenta una minaccia per il delicato ecosistema del gruppo del Sella, ma impatta anche negativamente sulla qualità della vita della popolazione locale». Con differenze tra passi per quanto riguarda il tipo di spostamenti: se infatti il Gardena registra una netta prevalenza di traffico locale, il Pordoi viene attraversato invece soprattutto da turisti. Sulla base del quadro disegnato attraverso i dati, il piano tratteggia le misure da applicare. Partendo dalla «tutela del clima e dell’ambiente». In agenda, in questo campo, si prevede in particolare l’istituzione di una «ztl ambientale nei mesi estivi di maggior traffico con accesso solo al trasporto pubblico, ai ciclisti e ai veicoli a emissione zero», consentendo il trasporto merci solo prima delle 9 e dopo le 17 in un’ottica carbon free. Ma si pensa anche a pedaggi nei mesi primaverili e autunnali di minor traffico. «I pedaggi — chiarisce il piano — consentono di ottenere un finanziamento che può essere impiegato per il miglioramento delle strade dei passi, per creare la corsia per i ciclisti e per la riqualificazione dei passi con strutture museali e di accoglienza». Ci sono poi le misure legate alla mobilità sostenibile. Che prevedono in primo luogo l’imposizione di limiti di velocità di 40 chilometri orari sui passi e di 30 chilometri orari nei paesi attorno al Sella. Limiti, si precisa, «controllati tramite safety tutor o autovelox». Ancora, durante i mesi di ztl, stop a raduni di macchine e di rally sui passi. Con l’organizzazione, invece, di «giornate riservate ai veicoli a emissioni zero, alle bici, nonché a temi specifici come storia, cultura, gastronomia e sport» e la promozione di «itinerari panoramici in quota, storico-culturali, geologici, sportivi e di gastronomia tipica accessibili solo attraverso forme di mobilità attiva, elettrica o mezzi pubblici». E i mezzi pubblici sono al centro anche del capitolo «accessibilità», con l’obiettivo di creare un sistema competitivo di collegamenti dalle città ai passi (attraverso l’uso di veicoli a emissioni zero), corse ogni 20 minuti nei paesi e autobus on demand. Stop quindi ai parcheggi selvaggi in quota, con la creazione di aree di interscambio a valle e con la promozione di un biglietto unico agevolato per incentivare l’uso degli impianti di risalita. Spazio infine alle bici, con corsie riservate sui passi e colonnine per la ricarica delle e-bike. Ma tutte queste misure vanno comunicate. E il piano punta a campagne in grado di «mitigare gli effetti negativi che accompagnano l’attuazione delle misure», creando una pagina web e una app per rendere reperibili le informazioni.

Corriere del Trentino | 11 Giugno 2021

p. 4

Il Comitato dei Passi critico sul piano mobilità «Una strategia miope» Il presidente Finazzer: crea danni economici e d’identità

trento L’obiettivo del «Piano di mobilità sostenibile» è di liberare Passo Sella dalla congestione del traffico attraverso l’istituzione di una Ztl. L’idea non riguarda solo i veicoli e le valli interessate (Trentino, Veneto e Alto Adige), ma anche le persone, come ha sostenuto il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mario Tonina. Affermazione poco condivisa dal fronte ambientalista e dal Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici. Il presidente del Comitato, Osvaldo Finazzer, ha molto da dire: «È erroneo pensare che il mercato turistico di ogni valle sia sufficiente alla valle stessa. Noi siamo già percepiti nel mercato per le differenze di prodotto e di offerta che forniamo, ma la possibilità di

This article is from: