Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Dicembre 2020

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montagna è viva se non è abitata. È lo stesso principio che seguimmo noi, con Sergio Reolon, durante la candidatura. E la montagna è abitata se è produttiva. Oggi si è capito che essere patrimonio non comporta controindicazioni. Forse dovremmo invece capire che è utile in situazioni conflittuali, cioè: non ti dico cosa devi fare, ma ti aiuto a capire come farlo. Come nel caso delle Olimpiadi, colte come opportunità positiva anche dalla Fondazione».Adesso si tratta di guardare avanti. «Spero che le radici siano così profonde che non ci possa essere nessuna Vaia», afferma Visalli. «Il cda deciderà se e come fare un bando per la selezione del nuovo direttore, ma anche qui la Morandini viene in aiuto perché con il suo lavoro ha tracciato un identikit e la scelta del successore sarà più facile ».

APERTURA STAGIONE SCIISTICA: PROSPETTIVE E ALTERNATIVE L’Adige | 1 Dicembre 2020 p. 10 Sci a Natale, si gioca un'ultima carta Il presidente trentino Maurizio Fugatti non ci spera molto ma, a differenza del collega altoatesino Arno Kompatscher, secondo il quale non ci sono i presupposti (vedi articolo sopra), e dell'orientamento che si sta rafforzando, oltre che in Germania ora anche in Austria, insiste nel sostenere la necessità di riaprire gli impianti di risalita prima di Natale, pur schermandosi dietro la postilla «solo se le condizioni sanitarie lo consentono». Eppure ormai sembra molto probabile che con lo sci da discesa ci si rivedrà solo dopo l'Epifania, secondo la linea già emersa nel Governo. Ieri lo stesso Fugatti ha dovuto ammettere che la posizione di Roma è «abbastanza chiara», ma comunque ha sostenuto l'ultimo tentativo rappresentato dal documento firmato dagli assessori al turismo delle regioni dell'arco alpino - Trentino, Alto Adige, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Valle d'Aosta a cui si è aggiunto anche l'Abruzzo - che propongono al Governo come mediazione «vacanze di Natale diverse, con la possibilità di sciare solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni o per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche». Gli assessori, tra cui il trentino Roberto Failoni, sottolineano che in questo modo «si sarà in grado di sapere con precisione il numero degli avventori per ogni giorno e in questo modo potremo gestire al meglio l'afflusso e il deflusso agli impianti di risalita. Si tratta di una soluzione ragionevole, da adattare alle esigenze di ciascun territorio». Naturalmente, la proposta viene accompagnata dalla richiesta di consentire a chi ha una prenotazione in albergo o si reca in una seconda casa di proprietà o in affitto di potersi spostare da regione a regione nel periodo natalizio, spostamenti che come si sa invece il Governo è orientato a vietare in particolare sotto le feste persino tra regioni gialle. L'Oms ha ribadito che «il rischio non è lo sci in sé, ma gli aeroporti, i bus, i resort, i rifugi dove le persone si riuniscono in grandi numeri. Non dovremo ridurre il problema allo sci: i governi devono considerare che ogni attività che implica grosse masse di persone che si muovono deve essere gestita con cura e con un approccio di riduzione del rischio», ha detto il capo delle emergenze dell'Oms Mike Ryan. E persino in Austria non sono più tutti così convinti che sia un bene aprire le piste a Natale. Il presidente del Consorzio dei comuni tirolesi e sindaco del centro sciistico Sölden, Ernst Schoepf ieri si è mostrato prudente: «L'inverno è lungo. Siamo solo all'inizio. Anche se partissimo solo a gennaio, avremmo ancora parecchio da fare. Per il momento né in Austria né in Germania i numeri consentono una riapertura». Ma in Trentino i focolai nelle località sciistiche e i morti del marzo scorso sembrano essere ormai un lontano ricordo, la priorità è riuscire a riaprire gli impianti, troppo importanti per l'economia provinciale, e non rassegnarsi a chiedere solo adeguati ristori. «Non è vero - ha precisato ieri infatti il presidente Fugatti - che le regioni sono d'accordo a riaprire dopo il 7 gennaio. Se c'è la possibilità sanitaria noi chiediamo di aprire prima. Qualora poi non si possa aprire allora è chiaro che chiederemo i ristori in base al fatturato della stagione invernale dell'anno scorso». Ieri i governatori hanno avuto un confronto sullo sci e su altri contenuti del prossimo Dpcm e oggi la proposta delle regioni alpine sugli impianti di risalita sarà discussa in un confronto con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il ministro agli affari regionali, Francesco Boccia, dai quali è attesa una risposta definitiva.

L’Adige | 1 Dicembre 2020 p. 10 Gli albergatori contro il Governo


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