Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Marzo 2018

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RASSEGNA STAMPA MARZO 2018

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2 MARZO 2018 Alto Adige | 2 Marzo 2018

p. 30 Le Dolomiti ora sono "accessibili" DOLOMITI Le Dolomiti sono un patrimonio di tutti. La loro accessibilità rappresenta quindi un obiettivo primario per la Fondazione Dolomiti Unesco, che ha promosso, in collaborazione con enti e associazioni del territorio e grazie al finanziamento erogato dal Mibact nell'ambito della legge 77/2006, un progetto rivolto a chi ha limitate possibilità motorie: non solo disabili, ma anche persone anziane o bambini piccoli. Dalla fine di febbraio, accedendo al sito www.visitdolomites.com, è possibile prendere visione di 23 percorsi, accessibili a tutti, nell'ambito dei nove Sistemi dolomitici riconosciuti dall'Unesco. Sono indicati con chiarezza non solo il livello di difficoltà del percorso, ma anche la mappa dettagliata dell'itinerario, le coordinate gps, le caratteristiche ambientali e geomorfologiche della zona. E sarà possibile anche un'anteprima dell'itinerario con google street view, per una valutazione a 360° sulla possibilità di intraprendere il percorso scelto. Chi ha una limitazione motoria, dovuta all'età o alla disabilità, deve affrontare problemi negli spostamenti quotidiani, specie in ambito urbano. Le barriere architettoniche hanno però un'aggravante, rispetto a quelle naturali: sono poste dall'uomo e dunque sono attivamente discriminanti. Al contrario gli ostacoli posti dalla natura, se è vero che appaiono (e il più delle volte sono) ineliminabili, è altrettanto vero che, proprio per questo, sono universali e possono creare difficoltà di vario grado a chiunque. L'obiettivo del progetto è stato dunque quello di studiare e comprendere, con il supporto di chi vive una situazione di limitazione dell'indipendenza motoria, quali, tra le innumerevoli possibilità di fruizione dell'ambiente offerte dal frastagliato territorio dolomitico, abbiano le caratteristiche più idonee per essere consigliate, in virtù della loro percorribilità anche con passeggini o carrozzine.Rendere le Dolomiti sempre più accessibili significa favorire una completa immersione nell'ambiente non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo e sensoriale. Per questo nella scorsa primavera si sono svolti dei corsi rivolti ai maestri di sci e alle guide alpine e accompagnatori di media montagna. Durante le giornate formative sono stati trattati temi importanti e delicati: dall'accompagnamento dell'allievo con disturbo dello spettro autistico, con disabilità motoria o con disabilità sensoriale, fino dalla alla responsabilità giuridica in caso di incidente. Il progetto "Dolomiti Accessibili" è la risposta non solo a una richiesta del territorio e agli obiettivi dettati dalla Strategia complessiva di gestione del bene: è la risposta a un dovere di civiltà che tutti possono e devono sentire, quello di garantire il diritto universale a godere di una bellezza universale. (e.d.)

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3 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 3 Marzo 2018 p. 33 Finestra su "Dolomitisenza confini" Una finestra sul progetto "Dolomiti senza confini", che verrà presentato ufficialmente il 9 giugno sul passo Monte Croce, verrà aperta questa sera nella frazione Sega Digon di Comelico Superiore nel corso dell'atteso evento sportivo Pitturina Sky Race. Alcuni protagonisti dell'iniziativa, concentrata in una concatenazione di sentieri e vie ferrate tra Comelico, Pusteria e Osttirol un tempo luoghi di guerra, daranno vita ad una piccola anteprima di presentazione del progetto: appuntamento all'interno del tendone gara alle 21. (dierre) Gazzettino | 3 Marzo 2018 p. 15 edizione Belluno Val d’Ansiei: sono sempre di più i turisti Ciechi e Slovacchi AURONZO DI CADORE Non solo pacifica invasione turistica di Sloveni sulle nevi della Val d'Ansiei, ma anche dall'Europa centrale viene registrata da vent'anni in qua una sempre più numerosa e consolidata presenza di gruppi di vacanzieri dalla Cechia e dalla Slovacchia. Così anche per loro nei giorni scorsi l'Amministrazione comunale di Auronzo, il locale Consorzio turistico, l'Auronzo d'Inverno, che gestisce gli impianti di risalita di Monte Agudo, la scuola di sci hanno voluto offrire nei locali dell'Albergo Usignolo un segno tangibile di amicizia e di fidelizzazione nei confronti degli ospiti che da 20 anni hanno scelto di trascorrere le settimane bianche, e non solo, in vista delle Tre Cime di Lavaredo. Slovenia, Cechia e Slovacchia sono nazioni che gli auronzani conoscono da parecchio tempo, se non altro per la presenza fra le casacche rossoblù nei tempi d'oro dell'hockey auronzano dell'allenatore ceco Bronislav Danda alla fine degli anni Sessanta e in seguito degli sloveni Ignac Kavec e Darko Prusnic Mafia. Allo scambio ufficiale dei rispettivi doni l'assessore al bilancio Andrea Costa, accompagnato dai consiglieri Giorgio Corte De Checco e Renzo Zandegiacomo ha voluto ringraziare le famiglie Vecellio e Zandegiacomo, titolari dell'Albergo Usignolo, per il loro servizio che dà lustro al paese cadorino. Parole di gratitudine per il loro operato sono state rivolte pure al Consorzio turistico Tre Cime Dolomiti assieme ad Auronzo d'Inverno per la qualità del loro operato che garantisce a tutta la comunità ed al turista.Gianfranco Giuseppini

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4 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 4 Marzo 2018

p. 30 Convegno al Fulcis su piccoli musei e la loro importanza di Martina Reolon BELLUNO I piccoli musei, definiti a torto "minori", hanno l'importante compito di essere testimoni della storia e delle radici territoriali e di trasmetterle a un contesto più ampio. Una mission che, pur non avendo gli strumenti operativi ed economici in dotazione alle grandi strutture museali, fanno di tutto per riuscire a portare avanti. Delle grandi potenzialità, molte volte ancora inespresse, dei piccoli musei si parlerà martedì nel corso di un vero e proprio educational che si terrà a Palazzo Fulcis, a Belluno. Un tavolo di lavoro - organizzato da due agenzie bellunesi, Grm e Wg Comunicazione - tra le realtà museali italiane. Protagonisti i vertici dell'Associazione Piccoli Musei italiani, accompagnati da diverse rappresentanze di musei locali e non solo. L'evento, patrocinato dal Comune di Belluno e dal Consorzio Bim Piave, prenderà il via alle 9.45 ed è di fondamentale importanza per lanciare in sede nazionale la rete dei musei bellunesi. La location del Fulcis non è stata scelta a caso: l'obiettivo è far conoscere all'Associazione il museo recentemente ristrutturato. Ma si punta anche ad altro: la rete museale provinciale conta una novantina di strutture, per la maggior parte non aderenti all'Associazione nazionale dei Piccoli Musei. La giornata sarà quindi occasione per gettare le basi di una proficua 4 Rassegna Stampa – Marzo 2018


collaborazione. L'educational darà inoltre il via a una serie di riflessioni relative allo sviluppo e al consolidamento di una rete di collaborazione tra le varie realtà iscritte all'Associazione. Nel corso dei lavori non mancherà la condivisione delle problematiche che coinvolgono i piccoli musei: saranno quindi messi a confronto case study, proponendo soluzioni e collaborazioni con le Istituzioni locali. La scaletta degli interventi prevede testimonianze di ampio respiro: Marzio Cresci, responsabile del MusArc di Motelupo Fiorentino; Ivana De Toni, coordinatrice dei Musei dell'Alto Vicentino; per il Museo della Bora di Trieste parlerà il direttore, Lino Lombardi. La rete museale provinciale vedrà le testimonianze di Denis Ton, conservatore del museo di Belluno; Marcella Morandini per la Fondazione Dolomiti Unesco; la conservatrice dei musei civici di Feltre, Tiziana Casagrande; Matteo Da Deppo, direttore dei musei della Magnifica Comunità del Cadore. L'esperienza del Museo-Piattaforma Dolom. it verrà invece descritta dall'intervento di Stefania Zardini Lacedelli e Giacomo Pompanin di Isoipse.La fine dei lavori è prevista per le 13. Seguirà un buffet organizzato da Confcommercio Belluno. Gazzettino | 4 Marzo 2018 p. 21 edizione Belluno Piccoli musei italiani a confronto al Fulcis OFFERTA CULTURALE A Palazzo Fulcis tavolo nazionale di confronto tra i Piccoli Musei Italiani. Il palazzo di via Roma martedì, per un giorno, diventa la sede perfetta per un convegno incentrato sulle piccole realtà museali, un momento di scambio e di consolidamento dei rapporti per capire insieme i punti forti, problemi e soluzioni. La giornata sarà anche, anzi soprattutto, l'occasione per lanciare a livello nazionale la rete dei musei bellunesi: novanta strutture sparse su tanti comuni e frazioni, la gran parte delle quali ancora non annesse alla rete dei Piccoli Musei. L'entrata nel gruppo potrebbe dare loro nuova linfa. L'Associazione si occupa infatti da anni di tessere una rete di interscambio tra le realtà museali definite a torto minori, supportando nelle difficoltà economiche e logistiche queste piccole strutture considerate veri e propri presidi territoriali. Realtà con l'importante compito di essere testimoni della storia e delle radici di un luogo, ma prive degli strumenti operativi ed economici in dotazione alle grandi strutture museali. I lavori prenderanno via alle 9.45, proseguiranno per tutta la mattina e vedranno succedersi diversi relatori, tra cui anche figure locali come il curatore del museo civico di Belluno Denis Ton, Marcella Morandini per la Fondazione Dolomiti Unesco, Tiziana Casagrande conservatrice dei musei civici di Feltre e Matteo Da Deppo direttore dei musei della Magnifica Comunità del Cadore. Arriveranno da fuori provincia, invece, la coordinatrice dei musei dell'Alto Vicentino, il direttore del Museo della Bora di Trieste e il responsabile del MusArc di Motelupo Fiorentino.A.Tr.

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6 MARZO 2018

Corriere delle Alpi | 6 Marzo 2018

p. 37 Una troupe della Bbc al lavoro a Cima Grande AURONZO Weekend auronzano per una troupe della BBC, salita alle Tre Cime per registrare una puntata speciale da inserire nella collezione in onda quotidianamente nel programma tematico "Nature" ospitato sia nella versione nazionale dal canale Bbc News e sia in quella internazionale da Bbc World News. Il più grande ed autorevole network radiotelevisivo inglese, che ha sede a Londra, ha inviato una nutrita delegazione composta da una quindicina di persone; sei delle quali, domenica mattina, complici anche le condizioni meteorologiche favorevoli, hanno effettuato un'ascesa lungo i 2.999 metri di Cima Grande. La puntata, che andrà in onda nelle prossime settimane, sarà infatti incentrata sulla scalata alla Cima Grande e ripercorrerà alcuni eventi storici che hanno coinvolto i più conosciuti alpinisti d'Oltremanica. La troupe, che nei due giorni trascorsi nell'area delle Tre Cime ha pernottato nel bivacco di proprietà del rifugio Auronzo, si è servita di alcune strumentazioni altamente tecnologiche per portare a termine i lavori compreso l'ausilio di un elicottero e di un drone che hanno "girato" a lungo nello spazio aereo a ridosso delle Tre Cime. Alcune riprese conclusive sono state girate domenica sera al tramonto. Tutti gli spostamenti del gruppo da e per le Tre Cime sono stati curati dal servizio di motoslitte Tre Cime Service. (dierre)

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9 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 9 Marzo 2018

p. 27 Prestigioso riconoscimento per De Martin PIEVE DI CADOREIn occasione del festival del film di montagna di Lubiana, l'assemblea dell'International alliance for mountain film (IAMF) ha rinnovato il proprio direttivo.L'associazione, nata nel 2000 a Torino per promuovere e valorizzare la cinematografia di montagna (e che oggi riunisce 24 sodalizi di 18 Paesi ) ha eletto presidente Javier Barayazarra, direttore del festival di Bilbao, e vicepresidente Roberto De Martin, rappresentate del Festival di Trento. Nato a Corteno Golgi (Brescia) nel 1944 da padre cadorino e madre camuna, laureato in giurisprudenza ed ufficiale di complemento nelle brigate Cadore e Tridentina, per decenni De Martin ha coniugato il suo lavoro di dirigente d'azienda con molte cariche importanti: da direttore dell'Associazione industriali della provincia di Belluno a consigliere nelle Camere di Commercio italo-cinese ed italo-russa; da rappresentante del Cai nel coordinamento internazionale delle Associazioni alpinistiche a presidente del Trento film festival. Nel 2002 De Martin ha ricevuto il premio ANA Cadore, nel 2005 è stato presidente della Fondazione per l'Università in provincia di Belluno e nel 2012 è stato iscritto nel "libro dell'onore" della Magnifica. Consigliere centrale del Cai dal 1976 al 1979, ne è stato poi presidente dal 1992 al 1998. Presente spesso ad eventi in Cadore e dintorni, De Martin si è sempre prodigato per la cultura e l'economia della montagna bellunese, forte di una sua convinzione: «La montagna è un valore importante per l'uomo del 2000: forse ne ha bisogno di più dell'uomo di 2 secoli fa». (w.m.)

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Corriere delle Alpi | 9 Marzo 2018

p. 28 Mw favorevole alla ricostruzione del rifugio Popena AURONZO Mountain Wilderness esprime parere favorevole alla ricostruzione del rifugio Popena, di cui sempre più concretamente si sta parlando in questi ultimi tempi. L'organizzazione ambientalista, tradizionalmente più conosciuta per i "no" che per i "sì" ai vari progetti di sviluppo che riguardano la montagna, questa volta ha accolto positivamente l'ipotesi di rilancio della struttura situata in val Popena distrutta settant'anni fa da un incendio.«Tutti coloro che frequentano le montagne hanno bisogno di avere a disposizione un punto di riferimento, utile sia al semplice ristoro e sia al sostegno a cui ricorrere in caso di emergenza o di incidenti», sottolinea Luigi Casanova, «detto questo, corre l'obbligo di aggiungere che la cosa importante è che il Popena venga ricostruito secondo le caratteristiche tipiche di un rifugio di alta montagna e non di un albergo a cinque stelle. Negli ultimi tempi in Trentino e in Alto Adige», aggiunge Casanova, «abbiamo assistito alla ristrutturazione di alcuni rifugi che, a lavori completati, non avevano più nulla che ricordasse un rifugio». (dierre) Gazzettino | 9 Marzo 2018 p. 11 edizione Belluno Alta Via da Zoldo a Pedavena FELTRE I giovani nel futuro del Cai, anche con una nuova Alta Via. Il Cai di Feltre punta a rafforzarsi e crescere grazie all'aiuto delle nuove leve che mettono in campo conoscenza, impegno e passione. Questo è il filo conduttore che accompagnerà l'assemblea dei soci del Club alpino italiano Sezione di Feltre che si terrò questa sera nella Sala rappresentanza Confindustria Belluno Dolomiti di via Ligont a Feltre, nelle vicinanze del palaghiaccio. Sarà il presidente Angelo Ennio De Simoi, alle 20.30, ad aprire i lavori con delle novità. IL PRESIDENTE «Abbiamo messo in cantiere - spiega il presidente un progetto che parla di territorio e promozione dello stesso. Una nuova Alta Via che porterà gli appassionati da Zoldo a Pedavena attraverso i rifugi presenti nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. L'obiettivo è intercettare l'escursionista internazionale, dai 20 ai 35 anni, che cerca l'avventura e il selvaggio e che ha poco tempo a disposizione: un soggiorno in Italia con una settimana sulle Dolomiti e tre giorni a Venezia per esempio. Il progetto mira a chi non può permettersi 15 giorni di tempo per l'Alta Via 1 o l'Alta via 2». LA PROMOZIONE De Simoi spiega anche come verranno ridisegnati i sistemi di pubblicizzazione dell'offerta: «Rispetto al passato continua il presidente - parleremo anche di comunicazione. Se nel corso degli anni è sempre stata utilizzata l'informazione legata a un libretto o a un video, il tutto legato alla speranza che tutto nascesse da zero, ora lo comunicheremo. Qui entrano in gioco le menti più giovani capaci di muoversi in internet. Comunicheremo le peculiarità 8 Rassegna Stampa – Marzo 2018


del territorio come la Birreria Pedavena, piuttosto che il pastin o la storia del territorio in cui insisterà l'Alta via cercando di creare interesse ed emozione. A far questo sarà un gruppo di giovani sui trent'anni del Cai di Feltre che ha avuto esperienze lavorative diversificate fuori della nostra area e che poi sono ritornati». IL PROGETTO La nuova Alta Via e tutto quello che ruota attorno a essa avrà per capofila il Cai di Feltre che coordinerà le altre sezioni interessate, il tutto sotto l'egida del Parco che partecipa al finanziamento. Il sistema è di facile utilizzo, lo spiega De Simoi: «Acquisto il pacchetto pagando un importo, mi vengono consegnati dei voucher che spenderà nei rifugi. Siamo un po' in ritardo con il via: potrebbe partire già quest'anno, ma più sicuramente nel 2019». L'assemblea assisterà come sempre alle relazioni dei vari settori, anche in questo caso l'aiuto dei giovani sarà determinante: «Abbiamo iniziato l'anno scorso con l'alternanza scuola-lavoro, fra le prime sezioni in Italia. La relazione della sentieristica e della sezione bibliotecaria verrà presentata da due studenti del Liceo Dal Piaz».Daniele Mammani

10 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 10 Marzo 2018

p. 28 Misurina, garage interrati contro le auto in riva al lago 9 Rassegna Stampa – Marzo 2018


di Francesco Dal Mas AURONZO Avanti con la riqualificazione di Misurina, dove saranno realizzati ben due "tunnel" per il parcheggio delle auto: uno all'inizio della località, verso Auronzo, l'altro in direzione di Carbonin. È quanto prevede il Dup del Comune di Auronzo, che verrà discusso venerdì 16 marzo nell'assise municipale.Gli investimenti previsti nell'arco del triennio 2018-2020 ammontano a ben 24 milioni di euro, di cui 16 già previsti nel contesto della cosiddetta "Area vasta".5 milioni per l'attesa sistemazione di Misurina. 3 milioni e 300 mila euro sono la cifra programmata per i due garage. C'è già stato un sopralluogo della Soprintendenza per decidere, insieme agli amministratori, quale sia l'area da scavare e poi da ricoprire per liberare il lago dalle auto oggi in sosta. Il progetto si materializzerà già nei prossimi mesi. Il sindaco Tatiana Pais Becher anticipa che sarà sistemata radicalmente l'area rivierasca, da una parte e dall'altra del lago. Le rive lungo la strada saranno tutte rinverdite e sarà possibile percorrerle lungo una passerella in legno, attrezzata anche per le carrozzine dei disabili. Analoga riqualificazione per la riva a monte, che oggi è un sentiero a tratti sconnesso. Il percorso sarà illuminato in modo da risultare fruibile anche di sera e di notte. «Il nostro proposito», afferma Pais Becher, «è quello di poter mettere a disposizione il nuovo ambiente e finanche i parcheggi interrati entro l'estate 2019».Dalla quota alla valle: numerose ed importanti le opere anche giù in città. Con un investimento di 682mila euro sarà sistemata l'area di Transacqua, con il ponte, la spiaggia, la passerella in legno, persino la piscina. 200mila euro verranno destinati dall'amministrazione comunale al recupero del cimitero in centro, quello di Villa Grande. Sarà di mezzo milione invece l'impegno di spesa per ridare dignità alla piazza di San Lucano, all'inizio del paese, dove sarà ricavata anche una rotatoria che consentirà un accesso meno problematico ai mezzi pesanti diretti verso il passo Sant'Antonio, Danta ed il Comelico. Sarà di fatto la piazza d'accoglienza di chi visiterà Auronzo e per questo Pais Becher e collaboratori intendono trasformarla in un biglietto da visita, con tanti fiori ed auspicabilmente con l'installazione di una scultura che dia il benvenuto ai numerosi turisti, italiani e stranieri, diretti non solo ad Auronzo ma anche a Misurina e alle Tre Cime di Lavaredo. Con l'altro mezzo milione il Comune provvederà alla ristrutturazione del "Palazzo delle feste", con particolare riguardo alla discoteca che sarà in parte trasformata in un ambiente aperto tutto il giorno, accessibile ai giovani e come loro spazio di aggregazione. Altri 215mila euro serviranno per l'adeguamento anti-sismico della scuola elementare di Reane e 800mila euro per la ristrutturazione del plesso delle elementari di Villa Piccola. Per quanto riguarda la messa in sicurezza delle strutture comunali, manca all'appello solo il municipio. Il tetto lascia penetrare l'acqua piovana che spesso viene raccolta dagli addetti, sistemando i secchi accanto agli uffici. «Dobbiamo urgentemente provvedere ad una nuova copertura», conferma il sindaco Pais Becher, «ma la necessità finanziaria in questo senso è prevedibilmente ingente, per cui stiamo cercando sostanziosi contributi».Intanto, tra i primi cantieri ad essere ultimati, «ci sarà quello del collegamento della ciclabile tra Carbonin e Misurina. In questo modo», conclude il sindaco Pais Becher, «potremo offrire un anello straordinario per gli appassionati, ai piedi dei gruppi dolomitici più interessanti, attraversando Cortina, la Val Boite, il Cadore, Auronzo e la Val D'Ansiei».

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11 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 11 Marzo 2018

p. 13 Pronti 50 autobus super tecnologici di Paola Dall'Anese BELLUNO Incrementare l'utilizzo dei mezzi pubblici per facilitare la mobilità e inquinare meno, secondo il motto "Più spazio per te, più spazio per l'ambiente". Sono gli obiettivi che Dolomitibus si è fissata con il rinnovo del parco mezzi che ha visto l'arrivo di 30 nuovi autobus mentre altri 18 arriveranno nel 2019. «Un investimento da 10 milioni di euro, una parte finanziati da fondi regionali grazie ai finanziamenti del ministero dei Trasporti», ha precisato il presidente della società, Giuseppe Pat.Si tratta di mezzi Euro 6 a basso impatto ambientale, corredati di strumentazione per la geolocalizzazione che permette di conoscere in qualsiasi momento dove si trovano gli autobus; di computer di bordo per segnalare eventuali ritardi in arrivo alle singole fermate; di validatrice capace di leggere non solo l'abbonamento o il biglietto, ma anche la validità e la regolarità del titolo di viaggio, ed infine muniti di un conta passeggeri. Mezzi sempre più tecnologici non solo per le prestazioni tecniche che offrono, ma anche per la possibilità di agevolare l'utente che può, grazie all'app "Dolomitibus" operativa dall'estate scorsa e con cui sono stati già venduti 1.300 biglietti, acquistare un ticket tramite il cellulare, «vedere la linea da prendere per andare in un posto, e presto si potrà capire quanto ritardo ha accumulato quella corsa. Stiamo anche pensando di attivare il wi-fi nei mezzi a lunga percorrenza per i lavoratori», precisa Natalia Ranza, amministratrice delegata della società di trasporto. I 48 nuovi autobus vanno quindi a "svecchiare" la flotta che conta 200 mezzi, portando la loro età media a poco meno di nove anni. «Siamo di fronte ad un rinnovo del parco mezzi come non si è soliti vedere in Veneto», ha esordito l'assessore regionale, Elisa De Berti, presente alla benedizione delle corriere. «La provincia di Belluno è stata accontentata su tutti i fronti sia sugli autobus che sui treni e quindi può fare da traino al Veneto, voi state facendo la differenza», ha detto. «Pensiamo che nel 2020 ci sarà l'elettrificazione, per cui abbiamo già prenotato altri 69 treni che serviranno tutta la regione. Il gioco di squadra 11 Rassegna Stampa – Marzo 2018


tra Dolomitibus, Trenitalia e Veneto sta facendo la differenza. Gomma e ferro devono integrarsi per dare un servizio diffuso e di qualità». Di questo è convinto anche il presidente provinciale, Roberto Padrin il quale si sofferma sulla «vera partita: decidere cosa fare della linea ferroviaria Ponte-Calalzo, che meriterebbe di essere elettrificata».Che il trasporto pubblico stia registrando un aumento di utenti lo dimostrano i numeri. «Nel 2017 abbiamo avuto 7 mila abbonati in più rispetto al 2016 e questa è la misura della nostra capacità di rispondere alle esigenze dei clienti», ha sottolineato ancora l'ad Ranza.Anche nel capoluogo l'amministrazione comunale si sta muovendo per incrementare l'utilizzo dei mezzi pubblici, soprattutto nei festivi. «Stiamo valutando nuovi percorsi», annuncia l'assessore all'ambiente, Stefania Ganz, «per superare il fatto che molte domeniche piazza dei Martiri è occupata da manifestazioni, e visto che le nuove norme di sicurezza prevedono il blocco del traffico in presenza di tante persone, vogliamo capire se economicamente e tecnicamente è possibile liberare il centro dai mezzi pubblici la domenica».©RIPRODUZIONE RISERVATA

14 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 14 Marzo 2018

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p. 17 «Altre infrastrutture possono danneggiare le Dolomiti Unesco» CORTINA La Fondazione Dolomiti Unesco non dice di no alla candidatura per il 2026. Anche perché nessun impianto ricade nel territorio protetto, sotto tutela. D'altra parte - si fa osservare nella sede di Cortina - la Fondazione è diretta da un Cda dove sono presenti le Province. E se Bolzano ha detto un ni e se Trento probabilmente manifesterà la stessa cautela, Belluno ha detto un rotondo sì, come la Regione Veneto. Attenzione, però. La "pagella" dello Iucn, l'organismo internazionale che dà i voti ai siti, valutandoli in fase di presentazione della candidatura e redigendo rapporti periodici sul loro stato di conservazione è si positiva, ma evidenzia che ci sono alcuni motivi di preoccupazione per le aree a più alto impatto turistico. E quali sono, queste aree? Quelle attraversate dagli impianti sciistici. «Le Dolomiti», scrivono dallo Iucn, «sono una meta turistica molto importante all'interno delle Alpi. Il numero attuale di visitatori nella regione delle Dolomiti è stimato in 10 milioni all'anno (dati Italia, 2017). Importanti le infrastrutture turistiche circondano i sistemi che compongono il sito. Le strutture e le attività turistiche sono al limite della tolleranza per un sito Patrimonio naturale dell'Umanità in alcuni dei componenti del Sito (ad esempio Marmolada, sistema 2 e Tre Cime, parte del sistema 5). Anche le infrastrutture turistiche hanno impatti significativi all'interno della zona cuscinetto. Un ulteriore sviluppo infrastrutturale può avere un alto potenziale di impatto sul paesaggio e sulla bellezza superlativa del sito, nonché sulla sua biodiversità".Non è improbabile che il presidente Kompatscher di Bolzano, o chi per lui, abbia letto il rapporto steso in inglese. «È stato apprezzato lo sforzo fatto nello sviluppo di questo laboratorio di gestione a rete, al quale Unesco guarda con grande attenzione», commenta il direttore della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini, «certo, un sito così complesso come quello dolomitico, pone delle sfide molto impegnative, che vanno calibrate anche con una certa dose di mediazione».È comunque positivo per Morandini il fatto che, a partire proprio dall'esperienza della Fondazione, le Province condividano la concertazione, ascoltandosi, magari anche facendo un passo a lato, se non proprio indietro, e insieme - fa notare la direttrice - si ritrovino nell'intendo di tutelare un patrimonio così fragile e al tempo stesso così importante.I rappresentanti dell'Iucn e di alcuni siti Unesco provenienti da tutto il mondo si sono riuniti nei giorni scorsi a Cortina. «Il risvolto economico del riconoscimento Unesco è stato uno dei temi maggiormente discussi anche a livello locale, per quanto riguarda i nove sistemi dolomitici. La tutela delle Dolomiti può certo portare vantaggi perché permette di preservarne l'appeal turistico, ma non bisogna dimenticare», ha raccomandato Morandini, «il valore dei cosiddetti "servizi ecosistemici", ovvero di tutti quei servizi che solo un ambiente adeguatamente gestito è in grado di offrire, come il ciclo dell'acqua o la produzione di cibo». Questo l'oggetto del workshop, organizzato a Cortina. Un esempio eclatante è quello portato da Irina Zupan, dell'Agenzia Croata per l'Ambiente e la Natura. «I risultati di uno studio nella riserva Mab Unesco di Lonjsko Polje», ha spiegato, «hanno dimostrato che, se non ci fossero più le aree alluvionali naturali, lo Stato dovrebbe investire circa 2 miliardi di dollari per la costruzione di dighe ed altre infrastrutture, per prevenire eventuali danni alluvionali nella stessa zona». «Soltanto quando il Bene è conservato le comunità possono trarne beneficio. Se distruggiamo il valore del Bene non c'è più turismo», ha aggiunto Elena Osipova, dell'Iucn. Ed ecco spiegate le titubanze per le Olimpiadi all'ombra delle Dolomiti Unesco.

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Corriere delle Alpi | 14 Marzo 2018

p. 17 «Dobbiamo tutelare il bene naturale» Un ammonimento arriva anche da Susanna Lindemann, che gestisce il sito dell'Arcipelago Kvarken, tra Svezia e Finlandia: «I siti Unesco sono molto importanti per le comunità locali. Il patrimonio naturale di un sito, infatti, è il suo vero fondamento e dobbiamo adoperarci per la sua tutela e conservazione. Se è in cattivo stato non può produrre vantaggi economici per le popolazioni». Gazzettino | 14 Marzo 2018

p. 3 edizione Belluno «Il valore turistico rimane se il bene viene conservato» 14 Rassegna Stampa – Marzo 2018


IL PATRIMONIO(dt) Quanto vale un sito Unesco? La domanda non è priva di risvolti olimpici. Perché se la proposta di ospitare i Giochi invernali del 2026 sulle Dolomiti andrà avanti, sarà necessario chiedersi se e dove bisogna costruire. Al momento, pare che Belluno, Trento e Bolzano abbiano strutture a sufficienza per la parte sportiva. Resta qualche dubbio sul villaggio olimpico. In ogni caso, se sarà necessario realizzare qualche struttura, qualsiasi progetto dovrà passare il vaglio della sostenibilità ambientale. Perché le Dolomiti non sono Sochi o Peyongchang: le montagne rosa sono Patrimonio Unesco. Ecco quindi che la domanda non è fine a se stessa. Quanto vale un sito Unesco? Hanno provato a rispondere i rappresentanti della Iucn (l'unione mondiale per la conservazione della natura). Perché il risvolto economico del riconoscimento Unesco è stato al centro del workshop organizzato proprio ieri a Cortina dalla Fondazione Dolomiti Unesco, presieduta da Marcella Morandini. Il messaggio uscito dall'incontro di Cortina è semplice: la tutela delle Dolomiti può certo portare vantaggi perché permette di preservarne l'appeal turistico, ma non bisogna dimenticare il valore dei cosiddetti servizi ecosistemici, ovvero di tutti quei servizi che solo un ambiente adeguatamente gestito è in grado di offrire, come il ciclo dell'acqua o la produzione di cibo. «Soltanto quando il Bene Unesco è conservato, le comunità possono trarne beneficio - hanno detto i rappresentanti esteri dell'Iucn -. Se distruggiamo il valore del Bene non c'è più turismo». Una considerazione che rischia di compromettere la candidatura olimpica? A quanto pare no. L'Iucn ha dato una pagella positiva alle Dolomiti, anche se rimangono alcuni motivi di preoccupazione per le aree a più alto impatto turistico. La sfida sarà quella di puntare sulla sostenibilità. E di convincere il Comitato Olimpico che sulle Dolomiti c'è già tutto quello che serve per disputare i Giochi 2026.

15 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 15 Marzo 2018

p. 16 Frane sui sentieri verso il Bianchet, il CAI conta i danni 15 Rassegna Stampa – Marzo 2018


di Martina Reolon BELLUNO Frane lungo la strada che porta al rifugio Bianchet. Ma non è escluso che schianti di alberi e smottamenti possano essersi verificati anche in altre località e sentieri. Per la sezione di Belluno del Cai è momento di bilanci: non solo quelli consuntivo e preventivo che verranno discussi venerdì durante l'assemblea generale ordinaria, ma anche dei danni, creati dalle precipitazioni invernali, a cui ci si potrà trovare davanti al momento del disgelo. «Saremo impegnati in diversi sopralluoghi», precisa Sergio Chiappin, presidente della sezione, che ha raggiunto i 1.489 iscritti. «Per quanto riguarda i movimento franosi verso il Bianchet, stiamo valutando come muoverci insieme a Carabinieri Forestali, Comune di Sedico, Unione montana e Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. L'anno scorso, inoltre, si era verificata qualche frana, ripristinata dai nostri volontari, anche lungo il sentiero che porta al 7° Alpini. Non appena si sarà sciolta la neve potremo capire se il problema si è presentato anche quest'anno e poi decideremo come muoverci. Ci occupiamo di una rete di 90 km di sentieri ed è molto impegnativo».L'obiettivo, ovviamente, è risolvere il prima possibile tutte le situazioni critiche, affinché sentieri e rifugi siano percorribili e utilizzabili nelle stagioni primaverile ed estiva. «Gli interventi richiedono anche risorse», continua Chiappin. «Una buona notizia è data dal fatto che dal 2015, quando con la modifica del nostro statuto la sezione ha conseguito la personalità giuridica di diritto privato, possiamo introitare direttamente il 5 per mille - sostentamento importante per portare avanti diverse attività - che fino a prima doveva essere versato alla sede centrale del Cai».Chiappin illustra poi le manutenzioni eseguite sui rifugi di proprietà della sezione: Bianchet, Tissi e 7° Alpini. «I costi sono stati importanti e andremo a coprirli negli anni», fa sapere, «ma i lavori ci hanno permesso di adeguare le strutture alle più recenti normative, comprese quelle antincendio». Al 7° Alpini è stata sostituita la termo cucina e installata una nuova cucina a gas. Ottimizzato anche l'impianto elettrico e create le uscite di sicurezza. «È stata realizzata una via d'esodo pure al Tissi», prosegue Chiappin, «e in tutte e tre le strutture sono state installate lampade antipanico». «Lo scorso anno, a causa delle poche precipitazioni, i rifugi avevano segnalato scarsità d'acqua», continua. «L'ultima stagione è andata meglio, ma si tratterà di capire che interventi fare per evitare problemi nel caso di stagioni siccitose».Intanto all'assemblea di venerdì - convocata alle 20.30 nella sala parrocchiale di Cavarzano - prima del resoconto dei bilanci consuntivi e preventivi e dopo il conferimento di speciali distintivi ai soci venticinquennali e cinquantennali, sarà dato spazio alle relazioni delle Commissioni. La stagione invernale, grazie alle nevicate abbondanti, consente lo svolgimento, accanto al 60° corso base di sci alpinismo, anche del 61° corso avanzato. La sezione è stata propositiva pure in campo culturale, grazie all'impegno della Commissione Tam (Tutela ambiente montano).La rassegna "Tracce della Grande Guerra", dal canto suo, ha offerto occasioni per scoprire aspetti poco presenti nei libri di storia. «Continua inoltre il coinvolgimento delle nuove generazioni», conclude Chiappin, «pensiamo solo ai corsi di formazione sulla sicurezza proposti alle scuole».

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Corriere delle Alpi | 15 Marzo 2018

p. 20 Val di Zoldo entra nel circuito dei Villaggi alpinisti VAL DI ZOLDO Val di Zoldo, Cibiana e Zoppè di Cadore sono entrati ufficialmente nel circuito dei "Villaggi alpinisti". «Ora, per portare formalmente a compimento il percorso», dice il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, «i tre comuni dovranno portare in consiglio comunale una delibera di formale adesione. Noi la faremo il 21 di questo mese».Il sindaco spiega come si è arrivati a questo obiettivo: «Il merito è di un progetto Interreg, finanziato nel 2013 e che ha visto impegnati oltre al Comune di Val di Zoldo, il Cai locale e buona parte delle strutture ricettive. Entro l'estate dovremo organizzare un evento particolare volto a dare pubblicità e senso al percorso fatto».Numerosi i vantaggi: «In primo luogo», evidenzia 17 Rassegna Stampa – Marzo 2018


il primo cittadino, «saremo riconosciuti come "Bergsteigerdorfer" (villaggi degli alpinisti) e ciò ci permetterà di far parte di un network di villaggi che hanno le medesime caratteristiche e che si ispirano a un modello di montagna legato alla sua essenza pura».«Ora», continua il sindaco, «spetta a noi, e in particolare alle attività che hanno aderito al progetto e al Cai, impegnarsi per dare continuità e sviluppo a questa iniziativa. Iniziativa che ci dà la possibilità di essere inseriti negli itinerari dei villaggi alpinisti con la pubblicità che ne deriva grazie al suo brand».Il sindaco, poi, restando nel campo dell'offerta turistica e di un paese accogliente, accenna anche al fatto che fra qualche settimana partiranno i lavori di manutenzione che riguardano, in primis, gli asfalti. «Dobbiam sistemare le strade», conclude il primo cittadino, «visti i parecchi danni causati dall'inverno rigido e dalle frequenti nevicate, che hanno richiesto il continuo passaggi di mezzi antineve».(ma.a.) Gazzettino | 15 Marzo 2018 p. 15 edizione Belluno Programma Cai 2018, dettagli finali PIEVE DI CADORE Non è ancora finita la stagione invernale e il Cai di Pieve di Cadore sta già programmando i calendari delle escursioni e degli incontri culturali che caratterizzeranno l'estate. Fra le iniziative in programma le celebrazioni per il 30. compleanno dell'elisoccorso. Era il giugno 1988 quando proprio a Pieve di Cadore, con la lungimirante guida del compianto Angelo Costola, cominciò l'importante servizio. Spazio anche alle potenzialità segrete del marchio Dolomiti Unesco e al ricordo del grande alpinista Ignazio Piussi. Nell'ambito delle iniziative promozionali sono iniziati gli incontri nelle scuole dove Rita Frescura e Nicola De Lorenzo, responsabili dell'alpinismo giovanile, presentano l'attività e promuovono l'educazione ambientale. In questi giorni si stanno definendo gli aspetti organizzativi delle escursioni del calendario estivo. «Quest'anno si punterà molto alla diversificazione delle proposte -precisa il presidente Umberto Giacomelli- ci saranno escursioni che, non presentando difficoltà particolari, saranno aperte a tutti. E ci saranno escursioni più impegnative che ci porteranno anche su alcune vette alpine molto prestigiose sul piano escursionistico». Quanto alle iniziative culturali anche il ricordo di Ignazio Piussi, l'alpinista friulano di nascita e cadorino di adozione, a dieci anni dalla scomparsa. Faceva parte del Gruppo Rocciatori Ragni, saranno proprio i Ragni a ricordarne le qualità alpinistiche. Anche la conferenza dedicata alle opportunità turistiche offerte dal logo Dolomiti Unesco richiamerà sicuramente un certo interesse. Con la direttrice della Fondazione, Marcella Morandini, interverranno studiosi ed esperti che spiegheranno agli operatori turistici come valorizzare al massimo il riconoscimento di patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco. Ed è tempo di tesseramento per il Club Alpino Italiano e la sezione di Pieve di Cadore punta anche per quest'anno a superare quota 500 iscritti.GB

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16 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 16 Marzo 2018

p. 15 segue dalla prima Cipra: «Sì alle Olimpiadi sulle Dolomiti» di Francesco Dal Mas BELLUNO Sorpresa: gli ambientalisti dicono di sì alle Olimpiadi 2026 sulle Dolomiti. Meglio ancora se saranno senza confini, dal Veneto a Trento e fino a Bolzano. La Cipra, la confederazione che in Italia e in Europa raggruppa centinaia di associazioni di salvaguardia dell'ambiente, si prepara a diffondere un documento che riconosce la compatibilità dei giochi ambientali ai piedi delle montagne più belle al mondo, a patto che siano rispettate tre condizioni: nessun impianto nuovo ma riqualificazione e ristrutturazione di quelli già esistenti; l'eventuale villaggio olimpico con destinazione sociale; 19 Rassegna Stampa – Marzo 2018


il massimo coinvolgimento partecipativo, a differenza di quanto avvenuto con Cortina 2021.A coordinare la preparazione dell'atteso documento è stato incaricato Luigi Casanova, esponente di Mountain Wilderness, oltre che portavoce della Cipra. «Gli ambientalisti non sono contrari a priori ai Giochi Olimpici, ma nel caso dell'auspicata candidatura di Veneto e Trentino Alto Adige fanno propria la posizione di Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano - afferma Casanova -. Kompatscher non ha detto di no ai Giochi, ha affermato invece che le Olimpiadi devono essere a costo ambientale zero e che un'eventuale candidatura va prima verificata a questo livello».Casanova conosce le Province di Trento, Belluno e Bolzano come le proprie tasche. «Da una prima verifica non occorre costruire nessun impianto nuovo: ci sono piste in abbondanza, stadi del ghiaccio, aree d'avanguardia per il biathlon. Probabilmente l'unica che manca è la pista per il bob; a Cortina, però, esiste già un tracciato da poter recuperare». Nessuna prospettiva di cementificazione, dunque, all'orizzonte dei Giochi dolomitici. Manca, è vero, il villaggio olimpico. Manca pure il centro stampa. Neppure su questo punto, però, gli ambientalisti palesano la loro contrarietà. «Il complesso da edificare, se troverà una precisa destinazione sociale, non riceverà opposizione di sorta da parte nostra - puntualizza Casanova -. Ovviamente dovrà essere di dimensioni compatibili con il contesto in cui si inserisce».Quando l'ambientalista parla di destinazione sociale intende dire che l'impianto dovrà essere utilizzato, dopo il servizio olimpico, esclusivamente per la residenzialità del territorio. «La montagna è in condizioni di progressivo spopolamento. Questa, pertanto, potrebbe essere l'opportunità tanto cercata per garantire una casa a chi non può permettersela».Gli ambientalisti, però, pongono una condizione politica decisiva. In questi anni hanno contestato la gestione di Cortina 2021, spiegando che l'organizzazione dei Mondiali di sci, anziché aprirsi al territorio, e in particolare coinvolgere le forze ambientaliste, si è chiusa in un fortino, divenuto inaccessibile. «Ripetutamente noi abbiamo chiesto di poter conferire con la Fondazione e gli altri soggetti preposti - afferma Casanova -. Abbiamo dato la nostra disponibilità a discutere di tutto. Abbiamo sollecitato confronti e non ci è mai stata data una risposta. A suo tempo abbiamo valutato positivamente l'idea della Carta di Cortina, ma la sua concretizzazione si è rivelata un fallimento: in quel contenitore non c'è nessun contenuto».Se per la costruzione della candidatura delle Olimpiadi invernali 2026 sarà seguita la stessa metodologia di Cortina 2021, gli ambientalisti che si riconoscono in Cipra ed in Mountain Wilderness annunciano anche che passeranno allo "scontro". «Se non saremo coinvolti, nulla lasceremo passare, allo stesso modo con cui stiamo creando difficoltà ai cantieri di Cortina 2021 che, appunto, ci hanno visto assenti perché non coinvolti».©RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere delle Alpi | 16 Marzo 2018

p. 33 "Montagna 360", omaggio alle donne Cai CENTRO CADORE 20 Rassegna Stampa – Marzo 2018


Nel 2017 il numero di soci del Cai è arrivato a quota 316.925; e ciò grazie soprattutto all'aumento della percentuale di presenza femminile, che ha toccato il 36% del corpo sociale. Una crescente presenza a tutti i livelli, che porta al sodalizio capacità, sensibilità e determinazione e che il presidente generale Vincenzo Torti ha vantato con orgoglio nell'editoriale del numero di marzo di "Montagne360", dedicato proprio alla figura femminile nell'alpinismo e al rapporto donna-montagna. Un tema, questo, particolarmente caro alla montagna bellunese, in cui le donne soprattutto cadorine sono state sempre protagoniste, ieri nei lavori di pace e di guerra, oggi nell'imprenditoria, nello sport, nella cultura.Conquiste ed affermazioni cui vanno aggiunte quelle delle donne straniere, che hanno scritto pagine importanti dell'alpinismo e del "tourismo", non solo dolomitico. La rivista presenta così una rassegna di molte scalatrici di oggi, definite "forti, prudenti, solide e curiose", in grado di lasciare un segno nella storia dell'alpinismo: da Tamara Lunger a Nives Meroi, da Angelika Rainer e Anna Torretta, da Federica Mingolla alla giovane promessa Laura Rogora. Ma c'è pure ampio spazio per le pioniere della seconda metà dell'800, per lo più britanniche, con qualche eccezione continentale e americana, nei cui curriculum troviamo prime ascensioni, traversate esplorative e salite invernali. Un rapporto, quello tra donna e montagna, costellato da difficoltà, ma anche da gioie, come dimostrato dalle voci di coloro che al fianco delle montagne stanno trascorrendo oggi le loro vite professionali e sportive. Troviamo così le testimonianze, oltre che della già citata Nives Meroi, di Renata Rossi, (la prima guida alpina italiana), di Silvia Metzeltin (geologa, docente universitaria e alpinista), di Marcella Morandini (direttore Fondazione Dolomiti Unesco), di Daniela Berta (neo direttrice museo nazionale della montagna di Torino) e di tante altre. E non poteva mancare l'intervista alla vicepresidente Cai, Lorella Franceschini.Walter Musizza

17 MARZO 2018 Alto Adige | 17 Marzo 2018

p. 34 Escursioni nelle Dolomiti alla ricerca di grandi foto DOLOMITI Provate a chiedere, anche al più affermato fotografo, quale sia il suo migliore scatto dedicato alle Dolomiti: risponderà "Il prossimo". E per chi è alla ricerca del "prossimo" scatto c'è ora un'opportunità da non perdere, anzi ce ne sono ben nove. Si tratta di trekking di tre o quattro giorni, durante i quali Alberto Bregani e Mirko Sotgiu faranno da guida tra le meraviglie delle Dolomiti. Albe, tramonti, notturne... ma soprattutto l'opportunità scambiarsi impressioni, informazioni, esperienze e naturalmente di conoscere, grazie anche al supporto della Fondazione Dolomiti Unesco e delle Guide 21 Rassegna Stampa – Marzo 2018


Alpine, le peculiarità del territorio attraversato. Si comincia in questi giorni da Puez-Odle, tra ciaspole e leggende ladine, per proseguire nel ponte del 1° maggio con le Dolomiti di Brenta, dal 18 al 20 maggio obiettivi puntati sulla gola del Bletterbach, quindi obiettivi puntati su Pale di San Martino, Marmolada, Catinaccio. Quando l'estate volgerà al termine, dal 14 al 16 settembre, omaggi al Pelmo e alla Croda da Lago, alle Dolomiti Friulane, per concludere, tra il 19 e il 21 ottobre, con Parco e delle Dolomiti d'Ampezzo e Dolomiti di Sesto.(e.d.)

18 MARZO 2018 Trentino | 18 Marzo 2018

p. 54 “Carta Natura” o le Dolomiti attraverso l’arte La ricerca di un contatto più diretto con l'ambiente, muovendosi lentamente e fermandosi ad osservare per ricevere l'ispirazione a dipingere e a fissare sulla tela le emozioni che possono scaturire. Ma an- che come fonte di conoscenza e di vicinanza al paesaggio. Il progetto Carta Natura nasce proprio con l'intenzione di condividere questa esperienza, di un modo nuovo e diverso di percorrere e raccontare la montagna attraverso dei laboratori artistici di pittura e disegno in ambiente. Perché contemplare la natura con i tempi lenti di chi si ferma a ritrarla dal vero è esperienza rara e coinvolgente. Questo progetto è nato nel- la valle di Primiero, ai piedi delle Pale di San Martino da un'idea di Silvia De Bastiani, artista bellunese ,di origini, ma trentina d'adozione, che lavora da anni sul tema della montagna e dei suoi elementi naturali. E la pittura dal vero è motivo della sua ricerca: caricati carta e colori nello zaino percorre la natura e si ferma a dipingere davanti a qualche parete, su qualche cima, a volte perdendosi tra gli alberi di un bosco. Carta Natura si rivolge a tutte le persone interessate ad esplorare sul campo i linguaggi della pittura; a curiosi desiderosi di sperimentare le relazioni tra arte e natura; a chi frequenta la montagna ma voglia riviverla attraverso nuove percezioni; ai creativi interessati ad esplorare nuovi territori attraverso l'arte; a quanti vogliono condividere esperienze e conoscenze; a chi vuole immergersi nella natura e ritrovare silenzi e ritmi rallentati. Il progetto patrocinato anche dalla Fondazione Dolomiti UNESCO sarà sviluppato attraverso 5 work- shop di acquerello dal vero con Silvia De Bastiani nell'area delle Pale di San Martino. Il primo corso invernale si è da poco tenuto a San Martino di Castrozza, i prossimi si svolgeranno in estate nell'incontaminata Val Canali, poi un corso in alta quota al Rifugio Pradidali e uno autunnale in valle tra i caratteristici borghi del Primiero, ma l'obiettivo futuro è di estendere il progetto ad altre zone dolomitiche. Per far conoscere più a fondo il territorio è stato creato un apposito pacchetto che oltre l'attività didattica include anche il soggiorno. Informazioni: www.cartanatura.it 22 Rassegna Stampa – Marzo 2018


19 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 19 Marzo 2018

p. 8 segue dalla prima UNESCO: “Olimpiadi, una grande sfida” di Marcella Corrà BELLUNO Giorni cruciali per la candidatura dolomitica alle Olimpiadi 2026. Il presidente della Regione Zaia incontrerà i due presidenti di Trento e Bolzano che finora si sono dimostrati abbastanza freddi di fronte alla proposta veneta. D'altro canto sono arrivate adesioni entusiastiche da molte parti, quelle economiche come è logico che fosse, ma anche interessanti aperture dal mondo ambientalista che pone alcune condizioni per aderire al progetto: nessun consumo del territorio (e Zaia è d'accordo e lo ha ribadito anche sabato a Longarone) e la massima condivisione del 23 Rassegna Stampa – Marzo 2018


progetto.Olimpiadi dolomitiche, si è detto, e qualcuno ha azzardato Olimpiadi Dolomiti Unesco. Ma cosa ne pensa la Fondazione Dolomiti Unesco? Il suo compito è «garantire una gestione efficace del Bene seriale, favorirne lo sviluppo sostenibile e promuovere la collaborazione tra gli Enti territoriali che amministrano il proprio territorio secondo diversi ordinamenti». Ma anche conservare i valori che sono alla base della candidatura e garantire l'integrità del bene che è stato dichiarato patrimonio dell'umanità.La Fondazione non pone vincoli, come sottolinea sempre il suo direttore Marcella Morandini, ma ha un ruolo di coordinamento delle politiche di gestione dei territori riconosciuti dall'Unesco che sono compresi in 5 Province e due Regioni, tutte rappresentate nel Cda della Fondazione. Direttore Morandini, come vede la proposta di candidatura di una Olimpiade sulle Dolomiti?«È una grandissima sfida e anche in questo caso le Dolomiti potrebbero fare storia, come è avvenuto in occasione del lavoro di preparazione per il riconoscimento Unesco. Una sfida che deve mettere tutti attorno ad un tavolo, per realizzare una Olimpiade a impatto zero. Anche la candidatura delle Dolomiti a patrimonio dell'umanità all'inizio sembrava un sogno. Sarebbe bello cogliere anche questa sfida, partendo da concetti chiari, condivisi e innovativi». Olimpiadi a impatto zero. Sembra essere la parola d'ordine, in queste prime settimane di discussione. Sarà possibile?«Ci sono tanti territori e città che hanno rinunciato ad organizzare gli eventi olimpici, prima di tutto per i grandi investimenti richiesti e anche per la questione degli impianti. In questo caso si tratta di cambiare completamente strategia, di fare qualcosa di assolutamente nuovo, un approccio culturale completamente diverso». Il villaggio olimpico da costruire ex novo sembra lo scoglio più difficile da superare.«Possiamo e dobbiamo ragionare in modo differente rispetto al passato, puntando su una ospitalità diffusa. C'è inoltre un grande patrimonio edilizio e urbanistico da recuperare. Come ho detto, dobbiamo riuscire a pensare ad un modello diverso di Olimpiade, senza cattedrali nel deserto come purtroppo si è visto spesso. Ecco il senso della sfida di cui parlo. L'impegno dovrà essere quello di ottimizzare l'esistente, far lavorare tutti i territori. È quello che facciamo con la Fondazione, che gestisce nove aree diverse, con una grande differenza di lingua, di cultura e di norme amministrative».Nel recente incontro con l'Iucn (l'organismo internazionale che dà le pagelle ai siti Unesco) sono state sottolineate alcune criticità, nel territorio del bene, come la Marmolada o le Tre Cime di Lavaredo, per il grande impatto della presenza turistica.«Ci sono flussi turistici che possono essere governati con il coinvolgimento delle realtà locali, cercando i migliori scenari possibili. Sono decisioni che vanno prese dalla politica, attraverso il dialogo e la mediazione. Non è la Fondazione che pone vincoli o dinieghi. Il nostro impegno è di porre il problema prima che lo diventi. Le Dolomiti hanno una valenza eccezionale, per conservarle e valorizzarle occorre utilizzare delle visioni innovative. Ad esempio, portare più persone ma meno mezzi». Molto si sta discutendo attorno al nuovo impianto di collegamento tra Comelico e Pusteria. La contrapposizione tra enti e popolazioni locali e mondo ambientalista è forte. «Il nuovo impianto entra due volte nell'area cuscinetto. Questo è un dato di fatto. Siamo in stretto contatto con il sindaco e con il ministero e ci sono incontri anche a Roma. Occorre facilitare il dialogo e la ricerca di una soluzione che venga incontro agli interessi delle comunità e non pregiudichi l'integrità del bene».

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20 MARZO 2018 Trentino | 20 Marzo 2018

p. 13 Dolomiti UNESCO, il ‘volano’ della tutela Quale è il vero patrimonio di un sito Unesco? E, soprattutto, le comunità che ci vivono come possono rapportarsi con il Bene? Che tipo di vantaggi possono trarne? Quali benefici? A Cortina d’Ampezzo, alla sede della Fondazione Dolomiti, nei giorni scorsi se lo sono chiesti un gruppo di gestori di siti unesco provenienti da diverse parti del mondo e da Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Iucn è l’organismo internazionale che “da’ le pagelle” ai siti Unesco valutandoli in fase di candidatura e redigendo rapporti periodici sullo stato di conservazione. Recentemente, anche le Dolomiti Unesco hanno ricevuto la loro “pagella” che è stata positiva, benché rimangano alcuni motivi di preoccupazione per le aree a più alto impatto turistico: “E' stato apprezzato lo sforzo fatto nello sviluppo di questo laboratorio di gestione a rete” commenta la direttrice della Fondazione Marcella Morandini, “certo, un Sito così complesso come quello dolomitico, pone delle sfide molto impegnative, che vanno calibrate anche con una certa dose di mediazione”. Il fatto che Iucn abbia interessato la Fondazione Dolomiti per organizzare questo confronto fra manager dei siti Unesco, la dice lunga sulla considerazione che Parigi (sede centrale Unesco) ha del Bene Seriale Dolomiti. A quasi nove anni dal riconoscimento (26 giungo 2009), la piattaforma Fondazione Dolomiti, unica interfaccia (per le Dolomiti) con la casa madre UNESCO, si è guadagnata una posizione di primo piano presso l'agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata appositamente per promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni attraverso l’ istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’ informazione -. E, già in diverse occasione - a Berlino, (ITB) recentemente per esempio, dove convergono i siti Unesco di tutta Europa, - gli altri siti fanno a gara per confrontarsi con la Fondazione. 25 Rassegna Stampa – Marzo 2018


Delle due, l’una: o la Fondazione sta davvero gestendo molto bene i nove sistemi dolomitici (e gli unici a non accorgercene siamo noi che viviamo in questi territori) oppure Iucn e tutti gli altri appartenenti all’Unesco stanno, tutti insieme, esagerando. La gestione del Bene Naturale Seriale Dolomiti attira sempre più per diversi fattori, non ultimo la gestione della complessità del Bene. In un tempo complicato come il nostro, se una gestione complessa attira l’attenzione di altri siti mondiali signori, fermi tutti: giù il cappello. In Fondazione lavorano persone giovani, piene di entusiasmo e di voglia di fare e la politica, vale a dire i rappresentanti dei cinque territori su cui si elevano le Dolomiti, apprezzano la qualità del lavoro e ne sostengono la realizzazione ecco che, raggiungere “le vette” è, semplicemente, un la- voro di squadra. Nei giorni scorsi dalla Svezia Finlandia (Arcipelago Kvarken), dalla Croazia (Lonj- sko Polje), da Iucn, Programma Patrimonio Mondiale Unesco sono arrivati alcuni manager per confrontarsi in uno workshop con la direttrice della Fondazione, Marcella Morandini, e alcuni consulenti. Uno dei temi che maggiormente hanno attirato l’attenzione è l’aspetto di tipo economico che il riconoscimento Unesco può generare. Punto di partenza la conservazione e la valorizzazione corretta del Bene. Unanime la voce sullo svantaggio economico che il cattivo stato di un Bene Unesco può produrre sulle popolazioni locali. Per ciò che attiene la tutela delle Dolomiti il vantaggio non risiede solo nell’appeal turistico (che ne esce maggiormente rinforzato) ma anche nel valore dei ‘servizi ecosistemici’ vale a dire quei servizi che solo un ambiente adeguatamente gestito (ed ecco qui il vero fondamento del patrimonio naturale) è in grado di offrire. Un esempio? Il ciclo dell’acqua o la produzione del cibo. Un esempio eclatante è quello illustrato da Irina Zupan, dell'Agenzia Croata per l'Ambiente e la Natura: «I risultati di uno studio nella riserva Mab Unesco di Lonjsko Polje hanno dimostrato che, se non ci fossero più le aree alluvionali naturali, lo Stato dovrebbe investire circa 2 miliardi di dollari per la costruzione di dighe ed altre infrastrutture, per prevenire eventuali danni alluvionali nella stessa zona». Trentino | 20 Marzo 2018

p. 39 Cavalese in festa per Jack e Fabri VAL DI FIEMME «Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal hanno compiuto un'impresa umana e sportiva dalla portata eccezionale». A sostenerlo è il consigliere provinciale fiemmese Pietro De Godenz (UpT) che in una nota sottolinea che le medaglie conquistate nella Paralimpiadi di PyeongChang, bronzo nella discesa libera, argento nel Super G e ben 2 ori, uno nel Gigante e uno, sicuramente il più inatteso, nello slalom, sono andate ad aggiungersi ai già importanti successi ottenuti ai mondiali 2017 e in Coppa del Mondo. «Vincono talmente tanto che quasi fatichiamo a stargli dietro- sottolinea De Godenz - grazie ragazzi! Grazie di cuore per l'impegno, la passione e la vostra sintonia e amicizia, simbolo ormai noto a livello internazionale di un connubio vincente, come vincenti nello sport e nella vita siete sicuramente voi. Veder 26 Rassegna Stampa – Marzo 2018


sciare questi due giovani amici e campioni restituisce l'immagine dell'essenza dello sport, rappresenta ciò che esso dovrebbe sempre essere: divertimento, passione ed impegno. Giacomo e Fabrizio - aggiunge - sono due ma in pista sembrano uno solo tanto è profonda la loro sintonia personale e sportiva, e quando Giacomo vince, la prima dedica è sempre per il fidato compagno di viaggio. Ogni vittoria, poi, diventa una festa, la realizzazione di un sogno che è gioia pura, per loro e per noi che da casa li osserviamo sfrecciare verso il traguardo. Grazie ancora una volta, ragazzi, siete fonte di orgoglio e ispirazione». Per celebrare i successi dei due atleti, domani è in programma alle 9.45 al palazzetto dello sport "À. Weisz" all'istituto La Rosa Bianca la festa con i compagni di scuola. Verso le 11.30, invece cerimonia di premiazione al Palazzo della Magnifica.«Ma questi grandi successi hanno portato nuovamente alla ribalta il nostro Trentino che insieme all'Alto Adige e al Veneto si sta interrogando sull'eventualità di candidarsi per ospitare le olimpiadi 2026. L'idea che affiora è quella di avanzare la disponibilità a costruire una manifestazione come comprensorio dolomitico - dice ancora De Godenz -. Io credo che questa sia un'occasione da cogliere al volo lo sport significa per il Trentino prestigio, riconoscimento di eccellenza organizzativa, economia, turismo, in un parola, lavoro. Ma significa anche mettersi per l'ennesima volta in gioco, dando seguito ai clamorosi successi che sempre la nostra provincia ha ospitato e continua ad ospitare ogni anno in riferimento allo sport, invernale ma non solo. Il Trentino e i trentini sono universalmente riconosciuti come organizzatori e gestori di eventi di prim'ordine e sono convinto che saremmo certamente all'altezza di un'olimpiade invernale. Su tutto, inoltre, può significare dare nuovo impulso al modo di organizzare i giochi olimpici a livello generale: Dolomiti per noi fa rima con Unesco e quindi con rispetto dell'ambiente, turismo sostenibile e green, smart cities, viabilità alternativa e valorizzazione dell'eccellente esistente». (l.ch.)

21 MARZO 2018 Gazzettino | 21 Marzo 2018

27 Rassegna Stampa – Marzo 2018


p. 36 edizione Udine Dolomiti Unesco, arriva la guida per il turismo doc CIMOLAIS Sarà lanciata oggi, nell'ambito di Innovalp 2018, promossa dalla Regione Friuli e dalla Fondazione Dolomiti Unesco, la nuova guida Lonely Planet dedicata alle Dolomiti. La prima guida interregionale è infatti interamente dedicata alle Dolomiti, con i nove Sistemi che compongono il sito Unesco a fare da traccia per la scoperta del territorio. Un lavoro cui ha collaborato anche la Fondazione Dolomiti Unesco, senza alcun intervento sulla linea editoriale che è rimasta del tutto indipendente. Gli elementi che hanno reso celebri in tutto il mondo le guide Lonely Planet, ovvero la fruibilità e la praticità, caratterizzano anche l'edizione dedicata alle Dolomiti. Con un valore aggiunto importante: a scandire la ripartizione del testo non sono le suddivisioni amministrative, ma i nove Sistemi dolomitici del Bene Unesco, che diventano così altrettanti nuclei, in stretta relazione tra loro, da dove si dipanano i percorsi proposti dagli autori. Percorsi che interessano in maniera molto ampia il territorio delle Dolomiti. Geomorfologia e paesaggio si uniscono alle indicazioni più pratiche riguardanti le escursioni, la ristorazione, il pernottamento, le attività per famiglie, le manifestazioni.Uno strumento aggiornato e utile per visitare le Dolomiti, considerate nelle loro peculiarità ma anche nella loro unitarietà. Tra le bellezze promosse da quello che viene considerato un vero e proprio punto di riferimento per il movimento turistico planetario, ci sono le Dolomiti Friulane con il relativo Parco, che abbraccia l'intero sito tutelato. Capitoli specifici sono dedicati alle mete irrinunciabili, come il Campanile di Val Montanaia, che rappresenta uno dei simboli dell'area protetta regionale, assieme alle aquile, che simboleggiano il principale esempio di tutela dedicato alla fauna. E promette un ritorno garantito la pubblicazione di una Lonely: nonostante internet la faccia da padrone, questa guida è sempre rimasta il punto di riferimento per i più esigenti e in cerca delle informazioni più aggiornate e curiose, per vivere il territorio a 360°.L.P.

22 MARZO 2018 Gazzettino | 22 Marzo 2018

p. 35 edizione Belluno Traversata delle Vette: un pacchetto completo

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Bilancio ok, ora lo sguardo del Consorzio punta alla stagione estiva 2018. Si è tenuta lunedì pomeriggio a Villa Patt a Sedico l'annuale assemblea dei soci del Consorzio turistico Dolomiti Prealpi. Oltre 70 i soci presenti alla riunione, nella quale sono stati esposti i progetti che il sodalizio guidato da Lionello Gorza sta portando avanti. Tra i principali, il pacchetto turistico Traversata delle Vette, un'offerta di 4 giorni e 3 notti lungo il tratto finale dell'Altavia 2, da Croce d'Aune al Passo Cereda e ritorno. «Su questo stiamo lavorando assieme al Consorzio turistico di San Martino di Castrozza e Primiero e ai Comuni del Primiero ha spiegato Gorza che già propongono un pacchetto simile. Al costo di 150 euro, il turista avrà diritto a tre pernottamenti con prima colazione, al rifugio Dal Piaz, al rifugio Boz e poi al Passo Cereda (o, in alternativa, nel nuovo albergo di Sagron Mis), oltre al transfer per il ritorno a Feltre». Nel corso del 2018 il consorzio Dolomiti Prealpi ha anche instaurato una collaborazione con la Regione Veneto, che garantirà la presenza della Valbelluna nelle fiere internazionali alle quali parteciperà il settore turismo della Regione Veneto. «A 6 anni dalla nostra nascita e il grande lavoro fatto spiega Gorza sentivamo da un lato di fare il punto della situazione, consci di essere ad un momento di svolta. Per crescere ulteriormente occorre che il nostro territorio si organizzi, tutto insieme, insieme alla Dmo Dolomiti, per la creazione del marchio d'area Valbelluna. Che non è un semplice logo, ma significa per l'appunto organizzare una destinazione turistica giovane, come è il nostro caso, perché sia in grado di rimuovere gli ostacoli che si incontrano lungo la strada dello sviluppo turistico. Solamente organizzando il territorio saremo in grado di governare questo sviluppo, valorizzando al massimo le peculiarità uniche della Valbelluna. Ma è un percorso da fare tutti insieme, operatori pubblici e privati». Eleonora Scarton

24 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 24 Marzo 2018

29 Rassegna Stampa – Marzo 2018


p. 35 Seminario e mostra sul restauro del Rifugio Torrani VAL DI ZOLDO Un seminario a carattere tecnico-formativo, volto a definire la visione contemporanea del costruire in quota, con l'obiettivo di far comprendere le potenzialità dell'innovazione tecnologica nella ristrutturazione e gestione di rifugi e bivacchi.Questa l'iniziativa che attirerà lunedì a Treviso (dalle 14.30 alle 18.30), nello spazio eventi della sezione Cai in viale Fratelli Cairoli 2, molti professionisti del settore, ma pure semplici appassionati della montagna. Il progetto e la costruzione di un rifugio sono infatti considerati sempre più una sorta di ideale laboratorio per la messa a punto di soluzioni da trasporre poi nelle nostre città. Tra i relatori anche l'architetto Francesca Bogo, che illustrerà il suo progetto di ristrutturazione del Rifugio Torrani, sul Civetta, del Cai di Conegliano.Come ha già spiegato tempo fa il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, il progetto intende riorganizzare gli spazi interni, con un ampliamento che permetterà di ricavare nuovi locali per il ristoro, per i servizi igienici e per il riposo del gestore del rifugio. Una struttura che sarà rispettosa del contesto naturalistico in cui è collocata, con soluzioni tecnologiche atte ad assicurare l'autonomia energetica attraverso fonti rinnovabili e con una particolare attenzione all'efficienza energetica.Al pomeriggio si parlerà pure di pianificazione territoriale paesaggistica in Trentino (arch. Marcello Lubian) e di soluzioni costruttive ad elevata efficienza ad alta quota e in città (ing. Albino Angeli e dr. Maurizio Benedetti), con dibattito pubblico finale. Al seminario è abbinata una mostra che resterà aperta fino all'8 aprile, con orario 10-13 e 15.30-18.30 (chiuso il giorno di Pasqua). Il rifugio Maria Vittoria Torrani, un vero nido d'aquila, è stato costruito sotto la direzione dell'alpinista agordino Attilio Tissi tra il 1936 e 1938 a Pian di Tenda, a quota 2980 poco sotto la cima della Civetta, che Dino Buzzati definì "la muraglia di roccia più bella della Alpi". Finito quasi distrutto da un nubifragio nel 1966 e riaperto nel 1976, è gestito attualmente da Venturino De Bona. Perfetto punto di appoggio per gli escursionisti diretti alla Ferrata Tissi e alla Ferrata degli Alleghesi, finora poteva ospitare fino a 24 persone.(w.m.)

27 MARZO 2018 Gazzettino | 27 Marzo 2018 p. 16 edizione Belluno Mobilità, turismo e sport: la tripla sfida di Dolomiti Bus CORTINA Mobilità, turismo e sport sostenibilità e valorizzazione del territorio è il motto che l'azienda provinciale di trasporto pubblico Dolomiti Bus ha adottato per la presentazione di nuovi mezzi, domani a mezzogiorno in piazza a Cortina. IL PASSAGGIOTutto ciò mentre l'amministrazione comunale ampezzana decide di trasferire il servizio urbano dalla propria azienda controllata Servizi Ampezzo a DolomitiBus. «Stiamo continuando a condividere con il territorio e le amministrazioni locali quell'impegno così importante, quell'investimento della nostra azienda per il Bellunese, che porterà a cambiare cinquanta autobus nel triennio 2017-2019, trenta dei quali sono già in circolazione, per complessivi dieci milioni di euro », spiega Giuseppe Pat, presidente di Dolomiti Bus. Alla presentazione interverranno gli assessori regionali Elisa De Berti, con delega ai trasporti e infrastrutture, e Federico Caner, che si occupa del turismo. Ci sarà Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno e dell'ente di governo per il trasporto pubblico locale. Porgerà i saluti di casa il sindaco Gianpietro Ghedina, con il vice Luigi Alverà e il consigliere Gianluca Lorenzi, che è pure consigliere provinciale; per la Fondazione Cortina 2021 interverrà l'amministratore Paolo Nicoletti. Per Dolomiti Bus parleranno il presidente Giuseppe Pat e Natalia Ranza, amministratore delegato. «Adesso l'età media dei nostri mezzi è di 8.8 anni, tra le più basse d'Italia, in linea con gli standard europei aggiunge Pat ma molto ancora deve essere fatto. Ci siamo presentati a Belluno, mercoledì saremo a Cortina, poi andremo a Feltre, Pieve di Cadore, Agordo. In ogni 30 Rassegna Stampa – Marzo 2018


località adattiamo un motto alla realtà del posto: per Cortina parliamo di sport e turismo. Il servizio a supporto di queste attività, soprattutto l'inverno, nasce da un'intuizione di Floriano Pra, quando era assessore regionale; ora stiamo riflettendo analogamente per sostenere il turismo estivo, con grande attenzione per la bicicletta, il raccordo con il treno per il cicloturismo. La nuova flotta di mezzi è studiata anche per questo». LA REGIONELa presenza a Cortina di due assessori regionali conferma l'attenzione per questi temi: «È una visione ancorata a ciò che il territorio fa e chiede precisa Pat gli operatori turistici vogliono risorse e progetti. DolomitiBus è pronta ad assumersi le proprie responsabilità. Ai politici presenti chiederemo di fare una riflessione e di dirci come pensano la mobilità in funzione del turismo». Marco Dibona

28 MARZO 2018 Corriere delle Alpi | 28 Marzo 2018

p. 23 Dolomitibus, mezzi in passerella CORTINA Oggi la Dolomitibus presenterà a Cortina i suoi nuovi mezzi. Alle 12, in piazza Angelo Dibona, la società di trasporti bellunese (che dal prossimo autunno gestirà anche il servizio di trasporto ampezzano) mostrerà ai cittadini i nuovi bus di cui si è dotata, permettendo loro di salire a bordo per rendersi conto di persona della qualità dell'investimento che è stato fatto.Dolomitibus, a partire dall'inizio del 2017, si sta impegnando per il rinnovo del parco autobus con la messa in esercizio di 30 veicoli nuovi, con motore Euro6; autobus dotati di sempre maggior comfort, sicurezza, attenta salvaguardia e tutela dell'ambiente.Sono stati acquistati: 17 autobus classe I (urbano/suburbano), 5 Mercedes Benz modello Citaro K, 5 autobus Mercedes Benz modello Citaro C2, 7 autobus Mercedes Benz modello Citaro G, 11 autobus classe II (interurbano), 4 autobus Mercedes Benz modello Intouro, 5 autobus Setra modello S415 LE Business, 2 autobus Setra modello S418 LE Business, e 2 Mercedes Benz modello Sprinter CMS Auto 906 KA. A mezzogiorno, dopo la benedizione dei mezzi che sarà impartita dal parroco decano don Ivano Brambilla, interverranno il sindaco Gianpietro Ghedina; il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin; l'assessore regionale ai Trasporti, Elisa 31 Rassegna Stampa – Marzo 2018


De Berti; l'assessore regionale al Turismo, Federico Caner; il consigliere ampezzano e provinciale Gianluca Lorenzi; il vice sindaco di Cortina, Luigi Alverà; l'amministratore delegato della Fondazione Cortina 2021, Paolo Nicoletti; l'amministratore delegato di Dolomitibus Natalia Ranza. A presentare i mezzi sarà invece Giuseppe Pat, presidente di Dolomiti Bus. (a. s.)

Corriere delle Alpi | 28 Marzo 2018

p. 27 Curiosità e intuizione rivelano i dinosauri di Valentina Voi BELLUNO Ha saputo vedere le meraviglie del territorio bellunese lì dove nessuno prima le aveva notate: un masso ai piedi del Pelmetto, qualche scheggia a Mondeval de Sora. Oggi, grazie alla curiosità e all'intuizione di Vittorino Cazzetta, possiamo camminare a fianco dei dinosauri che 200 milioni di anni fa popolavano il Bellunese.Il racconto di oggi parte dalla foto di Enzo Balzan scattata sul Pelmetto e che ritrae le "piste" lasciate dai dinosauri quando le Dolomiti erano una grande laguna. La guida della rubrica Belluno Meraviglia - che ogni settimana arricchisce con le parole una foto scattata dai lettori - è Diego Battiston, dell'associazione culturale Trame di storia. L'organizzazione gestisce il museo paleontologico, archeologico e storico di Selva di Cadore intitolato proprio allo scopritore del masso del Pelmetto.«Si tratta di un blocco di dolomia centrale di sei metri per otto» spiega Battison, «sul quale sono ben visibili le piste con le impronte di tre dinosauri. Le più grandi misurano 14 centimetri e sono quelle di un Prosauropode ma le meglio conservate appartengono ad un Ornitischio, un dinosauro erbivoro bipede. Poi ci sono le piccole impronte di un Ceratopsys, dinosauro carnivoro alto circa un metro». Si tratta, continua l'esperto, degli antenati dei grandi dinosauri 32 Rassegna Stampa – Marzo 2018


resi famosi da Jurassic Park. Lasciarono le loro orme in un'epoca compresa tra 225 e 200 milioni di anni fa. All'epoca le Dolomiti erano un'area lagunare caratterizzata da fondali fangosi. Quella che oggi possiamo vedere incastonata tra le vette dolomitiche era un'area fangosa sommersa solo sporadicamente dalle acque, ad esempio in seguito a mareggiate. «I dinosauri hanno camminato sul fango ancora fresco» continua Battiston, «che è stato poi seccato dal sole. Dopo è stato ricoperto da altri sedimenti e così le orme sono arrivate fino a noi».Oltre all'instancabile lavoro del tempo, che ha consentito ad una massa di fango di fissare per sempre antichissime tracce di vita, è stata l'intuizione di un uomo a permetterci di ammirarle. Vittorino Cazzetta, nato nel 1947 a Pescul, fu un grande appassionato di montagna e fossili. Durante una delle sue escursioni si imbatté in un masso che si era staccato dal Pelmetto. «Non si sa quando sia avvenuto con precisione il distacco» aggiungono gli studiosi, «stiamo cercando di verificarlo grazie a foto aeree». Oggi il percorso per arrivare alla pietra è segnalato e attrezzato ma all'epoca, all'inizio degli anni '80, era fuori dai percorsi battuti. Quella di Cazzetta, però, non fu solo fortuna: seppe riconoscere, molto prima che i dinosauri diventassero una tendenza, che quel masso aveva qualcosa di speciale. Chiamò il professor Miotto, paleontologo dell'Università di Padova: fu il primo ritrovamento di una pista di impronte fossili in tutta la Penisola. Oggi, anche grazie all'interesse da parte del grande pubblico per questi temi, queste scoperte si sono moltiplicate.Una curiosità che permise a Cazzetta anche di vedere in quelle piccole schegge trovate a Mondeval de Sora i resti di frecce di cacciatori preistorici. Il ritrovamento portò poi l'Università di Ferrara a trovare l'Uomo di Mondeval. «Aveva uno spirito di osservazione eccellente» conclude Battiston, «una capacità propria anche dei bimbi: due anni fa è stato proprio un bambino di 8-9 anni a segnalare un'impronta di dinosauro sul Civetta».

30 MARZO 2018 Gazzettino | 30 Marzo 2018

p. 15 edizione Belluno Siti UNESCO a confronto nella conca ampezzana CORTINA 33 Rassegna Stampa – Marzo 2018


Cortina ha accolto rappresentanti di diversi siti Unesco, provenienti da varie parti del mondo, per un incontro di lavoro organizzato da Iucn, l'organismo internazionale che valuta i siti Unesco, prima in fase di presentazione della candidatura e poi redigendo rapporti periodici sul loro stato di conservazione. L'accoglienza in valle dei delegati è stata assicurata dalla Fondazione Dolomiti Unesco, che ha sede sin dall'istituzione nel vecchio municipio ampezzano. La valutazione ricevuta pochi mesi fa dalle Dolomiti Unesco è positiva, anche se rimangono alcuni motivi di preoccupazione per le aree a più alto impatto turistico: «È stato apprezzato lo sforzo fatto nello sviluppo di questo laboratorio di gestione a rete, al quale Unesco guarda con grande attenzione - commenta Marcella Morandini, che dirige la Fondazione -certo, un sito così complesso come quello dolomitico pone sfide molto impegnative, che vanno calibrate anche con una certa dose di mediazione».Susanna Lindemann, che gestisce il sito dell'Arcipelago Kvarken, tra Svezia e Finlandia, presente a Cortina, ha proposto una riflessione valida anche per questo territorio: «I siti Unesco sono molto importanti per le comunità locali. Dobbiamo essere in grado di comunicarlo correttamente alle persone che vivono all'interno o nelle loro vicinanze. Il patrimonio naturale di un sito è il suo vero fondamento e dobbiamo adoperarci per la sua tutela e conservazione. Se è in cattivo stato non può produrre vantaggi economici per le popolazioni». Il risvolto economico del riconoscimento Unesco è uno dei temi maggiormente discussi anche a livello locale, per quanto riguarda i nove sistemi dolomitici. La tutela delle Dolomiti può certo portare vantaggi, perché permette di preservarne l'attrattiva turistica, ma non bisogna dimenticare il valore dei cosiddetti servizi ecosistemici, che solo un ambiente adeguatamente gestito è in grado di offrire, come il ciclo dell'acqua o la produzione di cibo. «Soltanto quando il bene è conservato, le comunità possono trarne beneficio. Se distruggiamo il valore del bene non c'è più turismo», ha commentato Elena Osipova dell'Iucn. M.Dib.

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