La Conquista

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zio dell’800, compirono il passo decisivo nell’espansione verso Ovest della «frontiera». Alle iniziali ex colonie inglesi che avevano ottenuto l’indipendenza dando vita a uno stato di tipo federale, andavano aggiungendosi nuovi grandi territori. Nel 1803 la Francia di Napoleone vendette agli Stati Uniti, per 15 milioni di dollari, la Luisiana (con questo nome venivano chiamati molti degli stati della valle del Mississippi, pari a circa un terzo dell’attuale superficie degli Usa): quello che venne definito «il più grande affare degli Stati Uniti», favorì la penetrazione all’interno del continente, rendendo libera la navigazione del Mississippi. Nel 1819 la Spagna vendette l’attuale Florida agli Usa. Contemporaneamente a questa

«politica degli acquisti», proseguiva la colonizzazione dei territori del Far West, attraverso una politica di sfruttamento intensivo del territorio e di sottomissione delle popolazioni indigene. Negli anni successivi la frantumazione dell’impero coloniale spagnolo permise agli Usa di attrarre a se le regioni del sud e dell’ovest, sottraendole ai neonati stati centroamericani: la secessione del Texas dal Messico del 1835 e la successiva guerra Usa-Messico del 184548, conclusasi con la sconfitta dei messicani, annetterà agli Usa un’immensa fascia di territorio, formata dal Nuovo Messico, dal Texas, dall’Arizona, dalla California, dal Nevada e dal Colorado (in un colpo solo circa la metà del territorio dell’ancor giovane stato messicano passava agli Stati uniti). La rapida formazione territo-

cartina politica delle americhe nel 1878

riale di un’enorme nazione, dall’Atlantico al Pacifico, fu resa possibile dalla debolezza delle strutture economiche e sociali pre-esistenti ma anche dalla libertà d’azione che gli Usa godettero in occasione delle guerre napoleoniche. Adottando una politica internazionale di rigida neutralità gli Usa approfittarono dell’impegno inglese contro Napoleone per avere libertà d’azione sul continente americano e per consolidare la propria struttura economica con un’intensa attività commerciale. Tra il 1793 e il 1807 gli Usa poterono sfruttare il mercato creato dalle guerre europee per la propria economia a base ancora prevalentemente agraria. Questa fu la fase che precedette il processo d’industrializzazione del paese, un periodo caratterizzato dall’espansione commerciale e da una grande autonomia politica degli stati federali (che poi avrebbe portato, nello sviluppo delle differenze, alla guerra di secessione del 1861-65). Da parte sua l’Inghilterra cercò di porre un freno all’espansione economica degli Usa con il blocco commerciale del 1807: il nuovo contenzioso con l’Inghilterra riguardava anche i territori di confine tra gli Stati Uniti e il Canada (ancora colonia inglese), e sfociò in una nuova guerra dal 1812 al 1814. Al termine, la pace di Gand, ripristinò la situazione territoriale precedente, riaprendo però le vie commerciali dell’Europa e dell’Asia agli Stati Uniti. Così nel 1815, mentre l’Europa viveva le nuove divisioni della restaurazione, l’Unione americana poteva completare il processo d’autonomia, politica ed economica, dal vecchio continente e volgersi verso l’Ovest, per consolidare la colonizzazione dello stato-continente, e utilizzarla a proprio vantaggio. E, ciò facendo, guardando anche a Sud, alla parte del continente americano dove il dominio coloniale spagnolo e portoghese durato oltre tre secoli, finì in soli quindici anni lasciando spazio a nuovi stati, nuove oligarchie e nuovi mercati.

travagli istituzionali caratterizzato da periodi di repressione, intervalli moderati, congiure di corte, culminanti nella guerra civilie spagnola (le guerre carliste, 1834-1839). L’unica trasformazione istituzionale e politica al quadro europeo stabilito dal Congresso di Vienna arriva dalla Grecia. Tra il 1821 e il 1829 si combatte una lunga guerra di liberazione per l’indipendenza dal dominio turco, inizialmente appoggiata dallo Zar: tuttavia la prima fase della guerra si rivela disastrosa per la causa greca e solo l’intervento di Gran Bretagna e Francia che, con il patto di Londra del 1827, si dichiarano favorevoli all’indipendenza greca, sblocca la situazione. L’invio di una flotta inglese e francese in Grecia provoca l’incidente di Navarino dove la flotta turca (alleata a quella egiziana) viene sconfitta e distrutta. Con la pace di Adrianopoli (1829) viene riconosciuto il diritto all’indipendenza della Grecia e della Serbia (sotto la tutela Russa) e inizia la disgregazione dell’Impero Ottomano, mentre i crescenti contrasti sulla «questione d’Oriente» tra Russia e Austria (sull’egemonia nei Balcani) portano alla crisi della Santa Alleanza e al suo scioglimento.

Carlo Maria Isidro di Borbone, detto don carlos, fu il primo dei pretendenti carlisti ai trono spagnolo

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