Centopaesi 1 2020

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La rivista delle Pro Loco e dei Consorzi Pro Loco del Trentino

Nยบ 1 | aprile 2020 | Anno XXV

Poste Italiane S.P.A. Spedizione in abbonamento postale 70% NE/TN


CENTOPAESI direttore responsabile Enrico Faes redazione Enrico Faes Oriana Bosco Luca Bonetti direzione Via Oss Mazzurana, 8 | Trento tel. 0461 239006 info@unplitrentino.it Autorizzazione del tribunale di Trento n. 926 del 26.09.96 impaginazione Rina Chemelli Anna Berloffa stampa Grafiche Stile, Rovereto, TN foto di copertina PH:Roberto Vuilleumier Archivio Consorzio per il Turismo della Valle di Ledro

Sommario

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Quello che ci completa, e che ora ci manca Pro Loco ed emergenza sanitaria Un report per il mondo Pro Loco Il pensiero strategico applicato alle Pro Loco Otto anni di Federazione Pro Loco e burocrazia Tesseramento e tessere del socio 2020 Soddisfazioni, impegno e risate Immaginare il territorio Un nuovo presidente giovane e determinato Sant’Antonio in festa Coltivare la biodiversità Lì dove è nato il nostro mondo


Editoriale

Quello che ci completa, e che ora ci manca Enrico Faes, presidente della Federazione Pro Loco

Per chi come me dedica una parte del suo tempo alle Pro Loco, la vita associativa non è solo una passione ma un’esigenza profonda: è quello che ho capito in questi giorni così particolari

Cari soci mi trovo a scrivere questo editoriale da casa, bloccato in telelavoro a causa dell’emergenza Coronavirus che ci ha messi tutti in ginocchio. L’occasione però capita a fagiolo perchè, rispolverando un pensiero già espresso in qualche editoriale, è nell’impossibilità a fare (o vedere) le cose che si capisce quanto alcune di esse, a volte, siano davvero importanti. Così mi capita di pensare a questo mondo surreale con le Pro Loco ferme ai box, per necessità e per ovvie ragioni sanitarie. Che tristi le nostre comunità senza l’allegria delle Pro Loco; che silenziose le nostre sedi, i nostri parchi, le vie e gli angoli dei nostri paesi, diventati, tutto d’un tratto, come delle tombe. Anche se molti di noi, come me, stanno riversando nelle relazioni familiari tutte le necessarie e doverose attenzioni, viene da esprimere un senso di incompletezza nel non poter condurre la vita associativa, nel non poter incontrare come al solito gli amici del direttivo o i colleghi volontari. Ci sentiamo a disagio quando le cose che ci completano vengono meno ed io, in questi giorni, nel profondo del mio essere, percepisco questa

incompletezza. Se questo vale anche per voi, nel profondo di un pensiero che riversa la priorità all’emergenza (sia ben inteso), allora significa che il nostro essere dentro la comunità è reale, che lo spirito che ci muove nel fare per gli altri è integro e sano. Rimane, ovviamente, la positività del pensiero che “tutto andrà bene” e che, a breve, si possa ritornare a farsi completare dall’attivismo del volon-

tariato turistico. E’ ciò che ci deve sostenere in questi giorni di chiusura; è l’energia che ci deve muovere per fare in modo che la ripresa delle attività nei nostri comuni diventi ancora più ricca e bella. Le Pro Loco, nelle difficoltà, sanno sempre dare il meglio: sono convinto che anche, soprattutto, in questa occasione le pro loco trentine sapranno dare la giusta risposta.

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Notizie dalla Federazione

Pro Loco ed emergenza sanitaria Non solo gli eventi e le manifestazioni in programma fino almeno al 3 aprile: slittano anche le assemblee per l’approvazione dei bilanci

Ricordiamo alle Pro Loco trentine che i provvedimenti stabiliti dal DPCM 8 e 9 marzo 2020), con validità, al momento in cui scriviamo (20 marzo 2020) fino al 3 aprile prossimo, prevedono la sospensione di tutte le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, a meno che non sia possibile rispettare la distanza di almeno un metro fra gli individui. Seppure il decreto non lo dichiari esplicitamente, anche le assemblee dei soci, in quanto forme di assembramento, sono da ritenersi impraticabili: il nostro consiglio è quindi quello di

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sospenderle e di rinviarle a data da destinarsi.La situazione nella quale ci troviamo può infatti essere sicuramente considerata una causa di forza maggiore, tale da giustificare la proroga nella convocazione dell’Assemblea e della conseguente approvazione del bilancio 2019. Suggeriamo pertanto che il Presidente, sentiti i Consiglieri, si attivi per informare tramite comunicazione scritta agli associati che l’assemblea sarà prorogata e verrà svolta quando le condizioni lo consentiranno. Le Pro Loco che lo prevedono da Statuto, possono ovviamente organizzare l’Assemblea in via telematica.

La Federazione continua ad essere a disposizione delle associate: siamo al lavoro a tempo parziale in telelavoro, ci trovate via mail e ai nostri numeri di cellulare



Comunicazione istituzionale

Il pensiero strategico a Ivo Povinelli, Federazione Trentina Pro Loco

È in corso la sperimentazione di un percorso per l’avvio (e il ri-avvio) delle Pro Loco

Dopo alcuni anni di lavoro sulla strategia da dare alla Federazione e dopo la redazione, da parte del Consiglio Direttivo, di un piano strategico che si è definito con precisione solo nel settembre 2019, si è fatta immediatamente urgente la necessità di trasferire quanto imparato anche a favore delle Pro Loco. Non si tratta di imporre alle Pro Loco un percorso standard né di costringerle a diventare come dice la Federazione, si tratta semplicemente di invitarle a riflettere su pochi concetti basilari per il funzionamento di qualunque gruppo: il contesto in cui opera, il compito che si vuole dare e che cosa realizza. L’incastro di questi tre fattori è la via privilegiata per poter pensare la vita dell’associazione nel tempo, senza perdersi una volta esaurito l’entusiasmo del primo anno di vita e senza perdere il contatto continuo con la realtà in cui operano le Pro Loco. Questo percorso verrà d’ora in poi proposto a tutte le nuove Pro Loco: si tratta all’incirca di 3 incontri serali, da tenersi immediatamente dopo la costituzione, appena la Pro Loco inizia ad immaginare di essere operativa su qualche evento, progetto o altra iniziativa. Non è obbligatorio seguire il percorso ma è vivamente consigliato sia per i gruppi che fondano ex novo la Pro Loco che per quelli che la ricostituiscono dopo un

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periodo di sospensione dell’attività. Al di là delle variabili strutturali, come la demografia o la scarsità di tempo libero delle persone, pensiamo che gran parte delle incertezze delle Pro Loco derivino dal non saper dire con precisione al mondo chi sono, cosa fanno e perché lo fanno. Se non lo sanno dire sarà molto difficile spiegarlo alle persone, e quindi sarà molto difficile farsi capire con le

Non si tratta di imporre alle Pro Loco un percorso standard né di costringerle a diventare come dice la Federazione proprie attività e avere sempre nuove persone interessate a partecipare e ad attivarsi per la propria comunità. Il metodo di conduzione delle 3 serate è induttivo: si parte dal singolo caso pratico della Pro Loco e si prosegue costruendo il pensiero base che può sostenere l’operato dell’associazione. Il percorso porta

ad attraversare le fasi di progettazione, realizzazione e valutazione di un evento e se il tempo lo permette prova anche a riapplicare questo ciclo ad un altro evento o progetto. Da questo ciclo si può alla fine uscire con qualche tassello che permetta di comporre il puzzle del compito della Pro Loco, che bisogna essere capaci di descrivere ma anche di applicare, in maniera pratica, alla realtà. Non si tratta tuttavia di una ricetta standard: le serate possono essere più o meno di tre, il tema può essere il rapporto con l’amministrazione comunale o con le altre associazioni di volontariato, un evento da inventare o da reinventare, quello che non cambia sono i 3 punti cardine della discussione che negli anni abbiamo selezionato, perché sempre attuali, in qualunque situazione abbiamo avuto l’occasione o la richiesta di intervenire.

Il contesto Neo costituita od operativa da molti anni, la Pro Loco opera sempre in una rete di soggetti del volontariato. Sempre legata alle altre associazioni per qualche esigenza logistico operativa o per la condivisione delle risorse disponibili, la Pro Loco vive dentro un fitto reticolo di rapporti personali ed istituzionali, intendendo per istituzionali quelli che intercorrono tra gruppi ed a titolo dei gruppi e considerando istituzione, ad esempio, anche l’amministrazione comunale. Come è vista la Pro Loco gli altri soggetti istituzionali? Che significato viene dato alle sue azioni? Viene spesso elogiato il “fare rete” ma la rete è anche costrittiva


applicato alle Pro Loco

per poter contenere qualche cosa, e per poterne far parte senza “subirla in toto” bisogna avere potere negoziale per concordare le condizioni alle quali possiamo farne parte.

Il gruppo La Pro Loco è un gruppo ed il gruppo ha sempre una storia a sé rispetto ai suoi singoli componenti. Negli anni abbiamo imparato che le idee dei gruppi sono sempre sostenute da sforzi dei singoli per orientarle ma che a volte le migliori intenzioni sono sopraffatte da meccanismi che fanno deviare i gruppi dalla realizzazione di un obiettivo condiviso. Le persone si sentono di avere una parte attiva del gruppo? Ciò che tiene vivo il gruppo è il suo compito ma questo funziona se la maggior parte dei componenti del gruppo lo condivide, altrimenti il gruppo si sfilaccia. Per condividere un oggetto si può provare a crearlo insieme e un oggetto immateriale come il compito di un gruppo si crea e si condivide solo con le parole, in sostanza solo parlandone, tanto e continuamente. La domanda da farsi è: di che cosa ci stiamo occupando come gruppo?

Il progetto Le azioni non sono il progetto. Realizzare qualche cosa, ad esempio un evento, è la traduzione pratica di un progetto, non è il progetto stesso. Cos’è allora il progetto? Il progetto è un disegno rispetto a qualche cosa che deve ancora arrivare. Cosa serve per fare un progetto? Innanzitutto serve immaginazione, perché l’immaginazione ci permette di “pre-vedere” il futuro e ci spinge a cercare di farlo accadere. Poi serve ovviamente cercare di realizzare qualche cosa, e questa è la realizzazione. Manca spesso la parte di verifica. Ho ottenuto quello che volevo? Sono andato nella direzione che immaginavo? Questo si può sapere solo se si cerca di fare una valutazione di quanto è stato ai fini della progettazione futura. Il percorso si snoda su questi tre temi, il solo standard da rispettare è toccarli tutti. Questo breve scritto può essere di ispirazione ma si tratta di un percorso difficilmente attuabile senza l’aiuto di un facilitatore esterno al gruppo che lo conduca. Il percorso unisce pratica e teoria, raccogliendo elementi dalla prima per costruire la seconda, in genere implicita e poco consapevole, e uti-

lizzando la seconda per modificare i comportamenti messi in atto. Ci sono ovviamente alcune fatiche da fare, perché è un percorso di crescita. La preoccupazione della Federazione è sempre il rapporto tra investimento e risultati, e questo tipo di intervento è molto difficile da valutare. Bisognerebbe contrattare ogni volta un esperto esterno che valuti con il gruppo, prima e dopo, l’efficacia dell’intervento, tenendo sempre presente che la riuscita dell’intervento è legata a “cosa il gruppo è riuscito a cambiare” e non ad uno standard o ad un giudizio come a scuola. Per la Pro Loco invece c’è la questione del dedicare tempo al pensare e non al fare, questione piuttosto difficile perché, soprattutto all’inizio, perché dedicare tempo al pensiero comune piuttosto che ad un fare pratico è molto più difficile di quanto non si creda. Attualmente il percorso è stato concluso presso una Pro Loco ed è attivo presso un’altra; viene proposto a tutte le Pro Loco di nuova costituzione e a tutte quelle che riprendono l’attività dopo un periodo di stallo, ma può essere attivato in qualunque momento, presso le Pro Loco che ne fanno richiesta, nei tempi consentiti dalle attività dell’ufficio.

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Istituzionale

8 anni di Federazione Oriana Bosco, Federazione Trentina Pro Loco

Due consiglieri uscenti, una storia durata 8 anni, difficoltà e successi: questo il racconto di un pezzo di vita dentro al cuore politico della Federazione Pro Loco

Emanuele Armani e Gino Comper sono i due consiglieri uscenti della Federazione: hanno fatto parte per due mandati (in totale 8 anni) dell’organo politico di indirizzo della Federazione Pro Loco, il Consiglio direttivo. Dal 2012 ad oggi molti sono i cambiamenti che sono avvenuti sia nel panorama delle Pro Loco trentine che all’interno della Federazione: chiediamo allora a loro una testimonianza dall’interno di questa evoluzione e un racconto personale della loro esperienza con noi.

Emanuele Armani 1. Da quanto sei nel mondo delle Pro Loco? La mia esperienza nella Pro Loco del mio paese d’origine, Darzo, è durata 15 anni, vissuta prima da socio e poi da presidente. Oggi sono presidente dell’Associazione Miniere di Darzo, progetto nato proprio dalla Pro Loco. 2. Come è cambiata la Federazione in questi 8 anni? E’ cambiata moltissimo. Siamo partiti 8 anni fa da una realtà frammen-

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tata e disomogenea, per arrivare oggi ad un ente che ha una vision definita, condivisa e di lungo periodo, e che ha in progetto azioni concrete per realizzarla. 3. La cosa più difficile fatta in questi anni? La cosa più ardua, anche se sembra incredibile, è stato definire in modo chiaro che cosa sono le Pro Loco: in primo luogo le Pro Loco sono agen-

ti di cambiamento di un territorio, soggetti che attivano le comunità. I nostri sforzi sono tutti volti a far comprendere alle Pro Loco il loro vero valore, a renderle consapevoli del loro impatto fondamentale sulle loro realtà e quindi a farle crescere in questa direzione. 4. Come avete lavorato in questi anni? Negli 8 anni il nostro direttivo ha applicato un metodo che con il tempo si è via via evoluto. Tre sono stati gli step: il primo ci ha messi di fronte ad una riflessione personale di base sul nostro ruolo come consiglieri, ponendoci tre domande: perché lo fai, per chi lo fai, come lo fai. Dopo esserci confrontati ed allineati su questo, il passo successivo è stato ragionare sul ruolo della Federazione: per fare questo abbiamo fatto un percorso di formazione insieme a specialisti e consulenti, che ha portato alla stesura di un piano strategico definito. Infine, trovata una visione unitaria anche in questo frangente, siamo arrivati alla messa in campo delle linee politiche, per realizzare le quali abbiamo deciso di istituire delle commissioni, ovvero gruppi di lavoro tematici formati da consiglieri e staff della Federazione, dedicati ai temi più importanti (statuto, piano strategico, comunicazione, sicurezza, Tutti #fuori). 5. Il maggiore insegnamento di questa esperienza? L’aver capito quali siano i due punti base per il funzionamento ottimale della governance di un ente come la Federazione: la presenza di un metodo di lavoro chiaro, e la realizzazione di un lavoro sinergico tra chi detiene il potete politico e chi ha le competenze specifiche nei diversi ambiti. 6. Il principale traguardo raggiunto? Non è solo uno, ma tre. La modifica dei criteri di attribuzione dei contributi alle Pro Loco (2018), che è passato dal dipendere da un dato assolutamente neutro e immutabile (il numero di posti letto presenti nel


comune della Pro Loco) ad essere invece misurato in base a parametri qualitativi e di metodo dell’operato della Pro Loco. Poi la modifica dello Statuto della Federazione, sia in aspetti di metodo che di contenuto, chiarendo meglio quali sono le funzioni dell’ente. Infine, la definizione del piano strategico della Federazione, in cui si enucleano vision, mission, valori e principi ispiratori, obiettivi, azioni e metodo di valutazione dei risultati. 7. Cosa porti via da questa esperienza? Ho preso e ho portato. Di sicuro mi porto via uno sguardo allargato, che mi ricorda che facciamo parte di un sistema grande e complesso e che per questo ha bisogno di metodo e di pazienza. E di interrogarsi continuamente sul proprio lavoro. 8. Come vedi il futuro della Federazione? Ci sono due aree di potenzialità molto forti nella Federazione: la formazione alle Pro Loco, sia su aspetti pratici, gestionali su temi come la sicurezza, la burocrazia, la comunicazione, che stiamo già facendo ma che credo debba essere ampliata. Altra area in crescita è la comunicazione, intesa non tanto come comunicazione degli eventi ma delle buone prassi, del senso e dello spirito del fare Pro Loco. 9. Cosa diresti ai prossimi amministratori della Federazione? La Federazione è un ente con grandi potenzialità, ma ha bisogno delle persone giuste per portarle a compimento. A chi prenderà il timone mi sento di dire che ci vuole uno sguardo allargato, la capacità di mettersi in discussione, di lavorare seguendo una strategia, partendo da un’ideale e poi curando con calma e pazienza tutto il processo per arrivarci; di avere un’etica che metta al centro il bene comune delle Pro Loco. E infine, di avere anche tempo a disposizione, perché è vero che questa attività ripaga moltissimo, ma di tempo ne richiede parecchio!

Gino Comper 1. Da quanto sei in Pro Loco? Faccio parte delle Pro Loco Mori val di Gresta fin dalla sua fondazione, 13 anni fa, e da 5 ne sono il presidente. 2. Come sono cambiate la Federazione e il mondo delle pro loco da 8 anni a questa parte? Nel 2012 le dinamiche, le esigenze e le problematiche erano assai diverse. In primo luogo il numero delle Pro Loco era molto minore, la crescita in questi anni è stata notevole; e poi era diversa anche la sostanza: ogni associazione viveva in una realtà tutta sua, senza conoscere e sapere che cosa faceva la Federazione o cosa facevano le Pro Loco vicine. Quando siamo arrivati nel 2012 abbiamo quindi avviato per prima cosa un percorso prima di conoscenza delle varie realtà dei territori, per capire le diverse esigenze; fatto questo, abbiamo messo a fuoco quelle che erano le criticità e i margini di miglioramento della realtà delle Pro Loco; da qui, abbiamo iniziato ad impostare un lavoro più capillare sul territorio, con un impegno molto più consapevole e con obiettivi chiari. Ci sono voluti tutti i primi quattro anni di mandato per affinare e capire quali potevano essere le strategie migliori per poter svolgere

il compito che ci era stato affidato. Con questi intenti noi stessi abbiamo seguito un piano di formazione per meglio capire gli obbiettivi e gli scopi che sempre più ci sembravano essere primari ed indispensabili. 3. Quali i risultati raggiunti? Sono stati molti, uno dei più importanti è sicuramente il riconoscimento a pieno titolo da parte della Provincia Autonoma di Trento del lavoro delle Pro Loco, che oggi sono finalmente apprezzate quali anelli di collegamento tra mondo del turismo e le comunità locali. 4. Cosa ti porti via da questa esperienza? Sicuramente un bagaglio di conoscenze e capacità che forse nemmeno immaginavo di avere, e che mi sono servite moltissimo non solo all’interno della Federazione, ma ancheper svolgere il mio compito all’interno della mia Pro Loco. E poi, porto con me gli insegnamenti delle tante persone che ho incontrato, che mi hanno arricchito sia professionalmente che personalmente. 5. Come vedi il futuro delle Pro Loco trentine? Vedo sviluppi molto positivi, contando e sperando nel lavoro da noi svolto fino ad ora. Lasciamo infatti a chi ci succederà due strumenti fondamentali: un metodo di lavoro efficace ed un piano strategico ben definito. Partendo già attrezzati di questi due strumenti, io credo che si possa senza dubbio portare avanti un confronto costruttivo con tutti gli attori del mondo del turismo e della ricezione in Trentino. La consapevolezza comunque è quella che vi sia la necessità di un continuo impegno e una costante crescita su tutti i fronti, visti anche tutti gli impegni amministrativi e burocratici. Ovviamente, senza dimenticare l’amore per il nostro territorio e le motivazioni che ci spingono ogni giorno a metterci in gioco. Grazie a tutti quelli che ho incontrato lungo questo cammino e... viva le Pro Loco!

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Notizie dalla Federazione

Pro Loco e burocrazia Ivo Povinelli, Federazione Trentina Pro Loco

No alla demonizzazione della burocrazia, sì al raccogliere una sfida per lavorare sulle organizzazioni di volontariato dall’interno

Ritengo utile per le nostre associate esprimere alcune considerazioni di natura tecnica sulle posizioni espresse quotidianamente sulla stampa in questo periodo, rispetto al tema della burocrazia negli eventi, e del suo presunto effetto distruttore della spontaneità del volontariato. Sfatiamo un mito: la burocrazia non è un male orribile. Di fatto, la presenza di regole, relative soprattutto alla sicurezza, è utile e necessaria alla tutela dell’incolumità delle persone. I più gravi incidenti occorsi durante gli eventi organizzati dal volontariato, per fortuna rari sia in Trentino che in Italia, hanno avuto come

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causa l’ignoranza o la leggerezza su questioni basilari che una corretta e serena gestione dell’evento avrebbe potuto risparmiare. Operare secondo i vincoli imposti dalla burocrazia vuol dire quindi salvaguardare sia chi organizza che chi partecipa agli eventi. Sfatiamo un secondo mito: non è vero che la burocrazia frena il volontariato. Il numero delle Pro Loco trentine è in continuo aumento da ben 15 anni (dalle 130 del 2003 alle 194 di oggi): scompaiono invece le associazioni mal organizzate e soprattutto quelle che non riescono a darsi obiettivi rispetto alla comuni-

tà in cui intervengono. Si tratta in genere di gruppi guidati prevalentemente da motivazioni personali o estemporanee, o da inclinazioni, desideri, hobbies o mode passeggere, che gli altri non hanno occasione di condividere, trattandosi di aspetti privati individuali e non collettivi, irriconoscibili dalla piazza. Diverso è agire con responsabilità e visione: cosa che molte delle nostre Pro Loco stanno dimostrando quotidianamente di saper fare. La nostra proposta per invertire la tendenza è chiara: bisogna lavorare sull’organizzazione. Che vuol dire: • riflettere sul ruolo che la nostra associazione può avere nei confronti della sua comunità, • valorizzare delle competenze di chi ne fa parte, • limitare gli interessi non condivisi • rendersi conto che spontaneità fa rima con temporaneità. Se vogliamo che un’associazione abbia lunga vita dobbiamo continuamente progettarla in tutti i suoi aspetti, anche quelli più noiosi, non certo sperare nelle mode o nelle scappatoie all’impegno. La Federazione trentina Pro Loco è al fianco delle sue associate proprio per aiutarle a crescere in questo senso: offrendo supporto per affrontare la complessità del fare volontariato, costruendo servizi che permettano di apprendere a gestire la contemporaneità, assistendole nel loro agire quotidiano. Per questo il nostro ente non vi promette deroghe alle regole universali, e sceglie di non colludere con le richieste di alleggerimento: pensiamo che questo sia un atteggiamento pericoloso che non fa altro che accelerare la debacle dei soggetti che lo esprimono. I tempi cambiano ed in parte siamo costretti ad adeguarci. Limitarsi a demonizzare la burocrazia è l’atteggiamento di chi non riesce o non vuole evolvere.


Tesseramento UNPLI 2020

Tessera del Socio 2020

Polizza infortuni Soci Pro Loco 2020

Polizza Tutela Legale 2019/2020


Storie di Servizio Civile

Soddisfazioni, impegno e... risate Elisa Rimondini, Servizio Civile in Federazione

Quando il Servizio Civile non è una semplice esperienza formativa

“Cosa ha rappresentato per te il servizio civile?” Ecco, una domanda scontata, attesa per ogni giovane che abbia deciso di intraprendere questo tipo esperienza. Dietro a questa semplice domanda però si nasconde un mondo di sensazioni diverse e aspettative più o meno realizzate. Per me il servizio civile è cominciato un po’ per caso, è stata come un’ancora a cui ho deciso di aggrapparmi quando ho cominciato ad avere il classico timore di tutti coloro che si apprestano a concludere gli studi e laurearsi, e che quasi in automatico si chiedono “E dopo la laurea cosa faccio?”. Un’occasione per continuare a vivere in una città che ho imparato ad amare in questi anni di università e che ero certa di non voler lasciare così presto. Così è cominciato tutto: la scelta del progetto, il colloquio di selezione e poi via. Ricordo con estrema chiarezza la prima giornata di formazione, la voglia di catapultarsi in una nuova esperienza e i volti un po’ spaesati di tutti i ragazzi che si apprestavano, come me, a cominciare. I primi giorni in Federazione Trentina Pro Loco sono stati forse i più convulsi. Per la prima volta non ero dietro a un banco dell’università

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attenta solo a prendere bene i miei appunti, ma in un ufficio: era come essere entrata a far parte definitivamente “del mondo dei grandi”. A distanza di mesi posso dire che la mia più grande fortuna sia stata quella di non essermi mai sentita sola in questa esperienza. L’ambiente di lavoro estremamente sereno e disponibile e la nascita di una bella amicizia con un’altra ragazza, anche lei in servizio civile, hanno arricchito immensamente questi mesi. Ho scoperto un mondo a me sconosciuto, quello delle Pro Loco e di tutto il lavoro e l’impegno che c’è dietro alla promozione e allo sviluppo di un territorio. Principalmente ho avuto occasione di occuparmi della parte di ufficio stampa della Federazione. I costanti contatti con le testate giornalistiche locali e la promozione dei diversi eventi mi hanno permesso di avvicinarmi sempre di più a questa città, così da poterla apprezzare e cono-

scere sempre meglio. E così, piano piano, sono arrivate anche le prime responsabilità. La possibilità di gestire il sito web e la rassegna stampa della Pro Loco Monte Bondone ha contraddistinto tutto questo percorso. Il rapporto di sincera stima e fiducia creatosi con il presidente della Pro Loco ha rappresentato per me un feedback positivo del lavoro svolto. Ricordo con estremo piacere anche la giornata al carnevale di Venezia, la bellezza della città ma soprattutto l’opportunità regalataci per conoscere più da vicino questa realtà e l’importanza di un lavoro che non sempre viene valorizzato a pieno. Ecco dunque quanto può essere difficile rispondere alla domanda di partenza. È difficile perché ciò che mi porto via da questa esperienza formativa si mescola con tutto quello che a livello umano ho potuto costruire. Il ricordo della frenesia e della confusione dei primi giorni lascia lo spazio alla sicurezza e al senso di appagamento dei mesi successivi. E poi i dubbi, la paura di non riuscire a rispettare le scadenze che però non sono niente se paragonate alla soddisfazione dell’uscita di un articolo scritto bene e apprezzato. E infine, le risate, le confidenze davanti alla macchinetta del caffè o in pausa pranzo, le battute ormai conosciute a memoria e gli sguardi di intesa che mi hanno accompagnato anche fuori dalle mura dell’ufficio. Per me il servizio civile è stato tutto questo, è stata un’esperienza di vita che io auguro a chiunque di intraprendere e per la quale ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno contribuito, con la loro pazienza e disponibilità, a rendere così appagante.





Pro Loco allo Specchio

Un nuovo presidente gi

Luca Bonetti, tirocinio in Federazione

Alessio Lorandini, classe 1998, ha recentemente assunto la carica di presidente della Pro Loco di Spormaggiore In un’intervista a tutto tondo gli abbiamo chiesto di raccontarci cosa significa mettersi in gioco per la propria comunità a 21 anni

1. Alessio, sei un presidente molto giovane. Cosa ti ha spinto a proporti per questo ruolo che richiede impegno e dedizione? Tante persone sono sorprese dalla mia età. Anche loro si chiedono cosa mi abbia spinto a ricoprire questo ruolo. La risposta è semplice: la voglia mettersi in gioco per il paese in cui si vive. Fin da quando sono ragazzino ho sempre partecipato come volontario alle varie manifestazioni organizzate dalle tante associazioni di Spormaggiore; ho sempre dato la mia disponibilità e dedicato parecchio tempo ad esse. La consapevolezza di operare per Spormaggiore, per gli abitanti e per i tanti ospiti mi ha sempre motivato e spinto a dare il meglio di me stesso. Di anno in anno ho sempre cercato di essere il più partecipe possibile, anche nelle fasi organizzative, finché sono entrato attivamente nel direttivo Pro Loco. Nello scorso mandato sono stato segretario con delega particolare alla contabilità e al bilancio. Poi quest’anno, a seguito dell’assemblea elettiva, mi sono proposto come presidente, visto anche l’appoggio di tante persone. Questa è una sfida

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personale, che però non mi spaventa affatto. Anzi, nonostante l’aumento della responsabilità sono molto motivato e contento della squadra di tanti volontari e dei componenti del direttivo attuale. Tutti insieme lavoreremo alla grande. 2. Prospettive e obiettivi del nuovo direttivo per i prossimi 3 anni; quali saranno gli elementi di continuità con il direttivo precedente e quali invece le nuove proposte e idee? Non tutti i membri dello scorso direttivo si sono ricandidati. Però molti soci si sono resi disponibili ad entrare in consiglio, simbolo dell’importanza della Pro Loco per il paese e per i suoi abitanti. Sicuramente ci sarà continuità con le attività attuate durante questi anni. L’operato svolto dai membri che si sono succeduti sino ad oggi ha dato risultati evidenti. Il paese è animato tutto l’anno con manifestazioni ed iniziative varie; il successo delle stesse e l’apprezzamento da parte delle persone è sempre gratificante. 3. Cosa significa “Pro Loco” per te? Qual è il ruolo di una Pro Loco dal punto di vista turistico e socia-

le e come intendi l’essere un “volontario”? Pro Loco per me vuol dire Comunità. Persone, tutti volontari, che fanno squadra per rendere vivo il proprio paese, valorizzare il territorio, le persone, gli ospiti. Sui nostri canali social usiamo l’hashtag #paeseattivo, ed è proprio questa la miglior descrizione di Spormaggiore. I volontari sono il motore trainante della nostra comunità; la loro passione e la loro costanza arricchiscono la vita sociale, culturale e turistica del paese. La gratitudine nei loro confronti non può che essere infinita. 4. Parlaci della Pro Loco di Spormaggiore e dei suoi volontari, dei giovani che si sono fatti avanti e delle persone coinvolte da parec-


iovane e determinato

I volontari della Pro Loco di Spormaggiore

chi anni che danno sempre il loro contributo in eventi ed attività. Il paese di Spormaggiore da sempre è caratterizzato dalla presenza di molteplici associazioni. Le persone infatti, quando bisogna rimboccarsi le maniche, accorrono in massa. La nostra Pro Loco appunto ha sempre avuto l’appoggio di tantissime persone, tutti volontari ovviamente. Con il passare degli anni si sono definiti anche i vari gruppi di lavoro, come ad esempio la squadra che si occupa della cucina, oppure il Gruppo Giovani che si dedica instancabilmente alle attività di montaggio e smontaggio di attrezzature e strutture varie necessarie per le nostre manifestazioni. È stupendo vedere quante persone dedicano tempo e passione

alla Pro Loco. Non è facile e molto diffuso trovare situazioni simili al giorno d’oggi. 5. Il primo evento organizzato dal nuovo direttivo è stato il carnevale, fortunatamente realizzato prima dell’annullamento degli eventi all’aperto deciso dalla Provincia per evitare la potenziale diffusione del Coronavirus. Com’è andata la manifestazione? Il carnevale 2020 ha riscontrato una notevole partecipazione. Tante persone si sono raggruppate nella Piazza del Paese per un momento conviviale e tanti bambini hanno sfilato con le loro mascherine. Incombente era il problema del Coronavirus. Fortunatamente non abbiamo avuto alcun problema durante l’organizzazione e lo svolgimento del carnevale; probabilmente è stata decisiva la giornata prescelta, ovvero sabato 22 febbraio, antecedente alle ordinanze di sospensione delle attività che prevedevano il raggruppamento di numerose persone. A parer mio il problema non va sottovalutato e devono essere prese tutte le precauzioni necessarie, ma è da evitare la diffusione del panico di massa che può danneggiare interazioni sociali ed economiche. 6. Quali eventi o iniziative avete in programma per il 2020? Il programma della Pro Loco Spormaggiore è sempre molto ricco. Il prossimo evento in ordine cronologico sarà la Rassegna Teatrale, con alcune filodrammatiche trentine che si esibiranno per strappare un sorriso a grandi e piccini. Vi sarà poi la giornata ecologica, organizzata in collaborazione con il Comune di Spormaggiore e le associazioni del paese, ed ovviamente i tanti corsi sportivi. Il mese di luglio ci vedrà impegnati ogni giovedì sera con le “Notti d’estate;” il tema di ogni serata è in via

di definizione, ma collaboreremo sicuramente con il Parco Faunistico di Spormaggiore. Ad agosto si terrà il nostro evento clou, “Ors an festa a Sporgrant,” che l’anno scorso ha riscosso grande successo; la kermesse fornirà l’occasione per celebrare una grande ricorrenza per la Pro Loco Spormaggiore: il 70° di fondazione dell’associazione. Il programma verrà definito nel corso del prossimo mese, ma sicuramente sarà ricco ed appassionante per festeggiare al meglio il notevole traguardo raggiunto. Continuando con la programmazione dell’anno, sempre in agosto ci saranno i suggestivi aperitivi tra le antiche mura di Castel Belfort, con un format rinnovato e comprensivo di cena. Non dimentichiamo inoltre che saremo di supporto alle varie manifestazioni organizzate dalle altre associazioni: festa degli Alpini, festa della lumaca a Maurina, festa dei Vigili del Fuoco, mercatini di Natale a Maurina. Chiuderemo il nostro anno in Pro Loco con la rassegna de “I presepi pu bei”, da sempre molto apprezzata da partecipanti e visitatori.

Alessio Lorandini

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Val Rendena

Sant’Antonio in festa Carmen Caola, Pro Loco G.S. Mavignola

La festa del Patrono del paese, protettore degli animali domestici accende il cuore contadino della Rendena Saranno 12 e forse 13 le stalle che il parroco Don Romeo Zuin come tutti gli anni ha benedetto mercoledì 15 gennaio in occasione della ricorrenza di S. Antonio Abate, una festa patronale molto sentita nel piccolo borgo alpino di S. Antonio di Mavignola dove l’allevamento rappresenta ancora un settore d’eccellenza del territorio grazie anche alle pluripremiate giovenche di razza Rendena.La festa del patrono di S. Antonio di Mavignola è una tradizione che si rinnova e richiama ogni anno un folto pubblico, fedele custode del cuore contadino del paese; ma è anche un’occasione per molti valligiani per partecipare ad un rito e ad una festa fortemente connaturati

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all’identità locale e proprio per questo densi di suggestioni e significati. La giornata di giovedì 16 gennaio è stata dedicata alla preghiera, con l’esposizione del Santo nella Chiesa Parrocchiale, mentre venerdì 17 si è entrati nel vivo dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono. Il momento centrale della giornata è stata come sempre la processione, che ha visto la statua del Santo portata a braccia dai parrocchiani farsi largo tra la folla, con in testa il parroco, i chierici e il caratteristico pastorello, simbolo delle realtà contadine, ed a seguire la Banda Comunale di Pinzolo, gli Alpini e la Banda comunale di Pinzolo. Nella piazzetta del Punto Info del Parco Naturale Adamello

Brenta gli animali delle stalle erano posti in bella mostra per la benedizione e per la gioia dei più piccoli. Il tradizionale “Canto del Miracolo di S. Antonio” ha concluso le cerimonie religiose per lasciare spazio alla fattoria didattica con la presentazione delle attività casearie. Nel pomeriggio è stato particolarmente interessante assistere alla presentazione del lavoro editoriale del giovane studioso giudicariese Michele Bella dal titolo “Acta Montium -le malghe delle Giudicarie”, una sorta di Enciclopedia Treccani del mondo storico della zootecnia d’alta quota nelle Giudicarie: un mondo che ancora oggi vede 563 malghe collocate sulla superficie di 1.176,51 km² dal Lago d’Idro a Madonna di Campiglio e dal Lago di Molveno fino alle porte del Lago di Garda. Un appuntamento di qualità seguito anche dall’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni, oltre che dal sindaco e il vicesindaco del comune di Pinzolo, Michele Cereghini e Albert Ballardini, e presidente dell’Azienda per il Turismo Campiglio Tullio Serafini e molti appassionati di cultura di montagna. Una occasione preziosa per molti residenti per riscoprire insediamenti montani ristrutturati ed ancora in uso e vestigia di manufatti abbandonati o decaduti. La sera spazio alla musica con l’intrattenimento piro-musicale con lo spettacolo “Notte d’incanto” ed a seguire Nicolò Turri e la sua band “Los Locos Armando’s” party. Soddisfatti e gratificati i volontari della Pro Loco GS. Mavignola, coordinati dall’attivo Consiglio direttivo, che ogni anno si prodigano con entusiasmo nei preparativi ed ai quali va rivolto un ringraziamento per il prodigarsi nell’allestimento della festa, un rituale che ogni anno si rinnova. Il perpetuarsi di una tradizione che conserva a S. Antonio di Mavignola una piccola enclave contadina tra due mondi (Pinzolo e Madonna di Campiglio) immersi tout court nel vortice del business turistico.


Altopiano Folgaria Lavarone

Coltivare la biodiversità Graziella Bernardini, Pro Loco Nosellari Oltresommo

Al via sugli Altipiani Cimbri il corso di formazione per contribuire alla difesa dell’ambiente La difesa dell’ambiente passa anche dalle buone pratiche che ogni individuo sa mettere in atto in tutte le azioni della vita quotidiana, ma questo “stile di vita” implica un processo culturale e un alto livello di consapevolezza di quanto ogni piccolo gesto abbia una ricaduta sul nostro pianeta. Spesso i comportamenti negativi sono solo frutto di “ignoranza”, intesa come “non conoscenza” di quanto ognuno di noi sia fondamentale per creare un mondo migliore. E’ con questo spirito e con questo obiettivo che la Pro Loco Nosellari-Oltresommo e la Comunità Slow Food per lo sviluppo agroculturale degli Altipiani Cimbri hanno sostenuto la promozione del corso di Formazione, organizzato dall’ENAIP, intitolato “Coltivare la biodiversità nel rispetto dell’ambiente e del clima”. Il corso si propone di

fornire conoscenze in merito alle possibili modalità di un’agricoltura amica dell’ambiente: permacoltura, agricoltura biologica, biodinamica e naturale, in una parola un’agricoltura sostenibile; il percorso si rivolge in primo luogo agli agricoltori e allevatori del territorio, ma è aperto a tutti coloro che vogliono addentrarsi nel tema della sostenibilità. Nella nostra ottica, il corso ha una doppia valenza: sia fornire conoscenze specifiche, che porre sul tappeto problematiche relative al futuro del nostro pianeta, così da contribuire alla crescita della consapevolezza e della responsabilità personale su questi temi. La scelta di un metodo agricolo anziché un altro determina l’impatto sull’ambiente, ed a cascata, sulla salute delle persone (compresi gli agricoltori), sul turismo e, in generale, sulla percezione di un terri-

torio. Il percorso vuole quindi creare consapevolezza sul fatto che se è vero che l’agricoltura biologica ha mediamente una produttività a breve termine inferiore a quella industriale, dal punto di vista della ricaduta positiva, anche economica, rappresenta un miglior investimento. Il mercato del biologico e la richiesta di luoghi salubri rappresenta la tendenza in sempre più vaste schiere di consumatori. Il corso si svolgerà a Nosellari, nella sede del Centro Civico. Il programma prevede un percorso della durata di 40 ore, articolato in incontri frontali e in due momenti di sperimentazione “in campo” presso due aziende agricole specializzate nella coltivazione biologica degli ortaggi. Inoltre, cosa non da poco, è gratuito in quanto finanziato con fondi europei. Gli incontri prenderanno il via nella seconda metà di marzo. Le numerose iscrizioni hanno confermato quanta voglia e quanta necessità ci sia di poter trovare momenti di crescita collettiva della comunità (per informazioni e iscrizioni: Graziella 320 3224887 - pl. nosellarioltresommo@gmail.com)

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Valsugana e Tesino

Lì dove è nato il nostro mondo Oriana Bosco, Federazione Trentina Pro Loco

Vi proponiamo un viaggio a Pieve Tesino, la culla dell’Europa e delle Pro Loco: luogo in cui locale e globale hanno trovato una sintesi perfetta

1881: a Pieve Tesino, piccolo centro sulle montagne della Valsugana, accadono due fatti destinati, in modo differente, a cambiare il volto dell’Europa e dell’Italia: la nascita di Alcide De Gasperi, padre dell’Europa come la conosciamo oggi, e la fondazione della prima Pro Loco d’Italia. Ci piace ricordare questi due fatti insieme, come se quell’anno sia stato il punto di partenza per una evoluzione che, in diversi ambiti, ha cambiato in meglio la vita della società contemporanea. Forse non è un caso che entrambi questi fatti così importanti siano avvenuti in quello stesso luogo: Pieve Tesino è infatti un paese emblematico di come la dimensione locale e quella globale possono non solo coesistere, ma anche dare incredibili frutti. In questo borgo di montagna tra Trentino e Veneto sono giunti stimoli ed idee provenienti da tutto il mondo, grazie ad un mestiere molto particolare che per secoli ha caratterizzato la vita degli uomoni del paese: quello dei venditori di stampe. Un mestiere da girovaghi, che por-

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tò generazioni di tesini a viaggiare in Europa, Asia, America, creando commerci e negozi, ma con una particolarità: tutti tornavano poi sempre al paese d’origine, portando con sè abiti, usi, lingue nuove e sconosciute, oltre che idee per abbellire le case e iniziare nuove attività, tutte cose che sono diventate l’humus per la creazione di una comunità vivace, intraprendente e all’avanguardia. E’ in questo substrato culturale che nel 1881 un gruppetto di paesani dà vita a quella che viene definita una “società di abbellimento” ispirata ad associazioni simili già presenti nel mondo anglosassone, nata dall’esigenza dei ricchi commercianti tesini di ritorno dall’estero di mostrare con orgoglio il loro paese natìo ai propri ospiti provenienti da tutto il mondo. E così, grazie alla filantropia di questi uomoni e grazie alla collaborazione di tutta la comunità, la società crebbe negli anni molto velocemente, e nel 1925 lo Stato italiano deciderà di cambiarne la denominazione in Pro Loco, istituendo quindi la prima Pro Loco d’Italia. Ancora oggi, la

Pro Loco di Pieve Tesino prosegue la sua attività come allora, con la stessa passione e la stessa visione, capace di coinguare storia, tradizioni e modernità, accogliendo e rimodulando gli spunti di ampio respiro presenti sul suo territorio. E’ così che sono nati alcuni progetti di valorizzazione del territorio tesino, territorio particolare un tempo e ancora oggi eccezionale, dove si concentrano luoghi di interesse nazionale, come il Museo Alcide De Gasperi, la casa museo natale del grande statista inserita (insieme a altri siti in Francia e Germania) nel circuito delle Case Museo dedicate ai padri d’Europa, il Museo per Via, un omaggio al mestiere dei vendiori di stampe che fece grande il paese, ed infine il Giardino d’Europa, unico in Italia appartenente alla rete delle Case dei Padri fondatori d’Europa e dei loro giardini fioriti. Sono stati approntati così proget-


La Fabbrica d’Europa Un percorso tra natura e politica

La sede del Museo Alcide De Gasperi

ti come il “turismo del silenzio”, una rete di camminate nella zona dell’Arboreto d’Europa, intervallate da pannelli che propongono spunti sulla nascita, sul senso e sui valori dell’Unione Europea. Anche il dialetto locale è oggetto di iniziative, come quelle realizzate nell’ambito del progetto “Salva la tua lingua locale” dell’UNPLI, che hanno messo in dialogo gli anziani del paese con gli alunni della scuola primaria locale per tramandare vocaboli e modi di dire della lingua tesina. Infine, i progetti di valorizzazione del costume tesino, vera chicca locale, risultato di contaminazioni di costumi tradizionali da tutta Europa, a cui vengono dedicate feste e laboratori sartoriali per non perdere la sua incredibile fattura. Un esempio bellissimo, quest’ultimo, di come sia possibile far convivere in armonia dimensione locale e globale.

Il costume tipico di Pieve Tesino

A Pieve Tesino si trova un giardino davvero speciale: il Giardino d’Europa, un omaggio allo statista Alcide De Gasperi e un simbolo dell’Europa unita. Al suo interno è stato creato un nuovo itinerario storico-culturale che accompagna in alcuni dei luoghi di maggior interesse di Pieve Tesino e, allo stesso tempo, un percorso di senso che rintraccia le connessioni esistenti tra questi luoghi, intesi come tasselli di una stessa storia: quella del cammino, non ancora concluso, dell’Europa verso la pace, la democrazia e lo sviluppo. Tutto questo è La Fabbrica dell’Europa, un progetto che nasce dall’esigenza di mettere in rete e presentare in chiave unitaria il ricchissimo patrimonio culturale e naturale del Tesino, realizzando un itinerario di circa 4 km che tocca quattro tappe principali: il Museo Per Via, il Museo Casa De Gasperi, il Giardino d’Europa e l’Arboreto. Lungo tutto il percorso, installazioni in acciaio corten e inox, pannelli di testo multilingui e un racconto fra natura e storia che ci rivela in maniera innovativa l’avventura europea, dal mito greco di Europa fino ai giorni nostri. La Fabbrica dell’Europa non si limita a offrire indicazioni logistiche e segnaletiche, ma realizza un originale racconto culturale, che indaga i punti di contatto tra questi luoghi, animati dalla spinta al dialogo e all’integrazione tra i popoli. Una tensione che fa da filigrana all’epopea dell’ambulantato tesino, assume concretezza definitiva nell’esperienza politica degasperiana e resta un disegno aperto al futuro, da rinnovarsi costantemente sulla base dei valori fondamentali custoditi simbolicamente nel Giardino d’Europa e nel vicino Arboreto. Info su www.degasperitn.it .

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