

BEER & FOOD ATTRACTION PRODOTTI
E TENDENZE
PER I DISTRIBUTORI

SUCCO DI Arancia


EDITORIALE UN TRAGUARDO STORICO
PER LA DISTRIBUZIONE HORECA

ANTONIO PORTACCIO, PRESIDENTE ITALGROB
Siamo orgogliosi di annunciare un traguardo storico per la nostra categoria: grazie alla determinazione e all’impegno costante di Italgrob, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avviato l’esame di un disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese. Questo provvedimento assume un significato particolare per il nostro settore, poiché si inserisce nella più ampia strategia di valorizzazione delle eccellenze del Made in Italy e punta a definire e qualificare i ruoli e le specifiche mansioni di chi opera nel comparto Horeca, fulcro del mercato dei consumi Fuori Casa. Come Italgrob ci siamo fatti promotori di questo importante riconoscimento normativo, consapevoli dell’essenzialità della nostra categoria nel garantire il funzionamento dell’intera filiera. I distributori Food & Beverage rappresentano infatti l’indispensabile anello di congiunzione tra i produttori e i punti di consumo, assicurando il costante rifornimento di bar, ristoranti e pizzerie. Un comparto che conta oltre 3.400 aziende e che, con il proprio lavoro quotidiano, sostiene più di 330.000 punti di consumo in tutta Italia,
contribuendo in maniera determinante all’economia nazionale. Per troppo tempo la nostra categoria è rimasta nell’ombra, pur ricoprendo un ruolo strategico. Questo decreto segna un passaggio fondamentale, poiché riconosce finalmente l’importanza della distribuzione Fuori Casa, tracciando un perimetro chiaro entro cui agire e affermare la nostra identità. Questo non solo ci permetterà di ottenere maggiore visibilità istituzionale, ma aprirà la strada a nuove opportunità per incidere in maniera più efficace sulle politiche di settore e avviare iniziative concrete per la valorizzazione del nostro lavoro. L’iter parlamentare sarà il prossimo passo per tradurre questo progetto in realtà. È un percorso che seguiamo con attenzione e determinazione, perché siamo convinti che dare dignità e riconoscimento formale alla distribuzione Horeca non sia solo un atto dovuto, ma una necessità per garantire maggiore solidità e sviluppo all’intero comparto dei consumi Fuori Casa. Con questa legge, finalmente, viene sancito il valore della nostra categoria, offrendo le basi per un futuro più strutturato e rappresentativo.



FUORI CASA: È L’ORA DEL CAMBIAMENTO! IL PUNTO

DINO DI MARINO, DIRETTORE GENERALE ITALGROB
Anche quest’anno Italgrob chiama a raccolta tutti i Distributori del Fuori Casa per il consueto e attesissimo International Horeca Meeting, giunto alla sua 14a edizione, che attende tutti i protagonisti del settore a Rimini dal 16 al 18 febbraio 2025, all’interno della fiera Beer&Food Attraction
UN EVENTO STRATEGICO PER LA FILIERA
IHM rappresenta il punto d’incontro privilegiato per tutta la filiera del beverage, un palcoscenico esclusivo dove distributori, produttori e luoghi di consumo possono dialogare, confrontarsi e cogliere nuove opportunità di business. Qui, le bevande sono protagoniste assolute e si inseriscono in un contesto dinamico e innovativo, perfetto per intercettare i trend del settore e anticipare le esigenze del mercato.
LUNEDÌ 17 FEBBRAIO: IL CUORE PULSANTE DI IHM 2025
Il momento clou della manifestazione è senza dubbio l’evento di lunedì 17 febbraio, quando tutti gli Stati Generali della Distribuzione Horeca si riuniscono per fare il punto sul mercato, analizzando il presente e delineando le prospettive future del settore. Questo appuntamento è un’occasione imperdibile per i distributori, che possono confrontarsi con i principali attori dell’industria e
ottenere insight strategici fondamentali per affrontare le sfide del mercato. La presenza dei massimi esponenti del comparto rende questo incontro un vero e proprio momento di svolta per chiunque operi nella filiera Horeca.
CONOSCENZA, NETWORKING E INNOVAZIONE
Come ogni anno, l’International Horeca Meeting è animato da un ricco programma di talk e workshop, realizzati in collaborazione con associazioni di settore e prestigiosi istituti di ricerca. I temi chiave? Dati di mercato, prospettive future, formazione e strategie vincenti per affrontare con successo le nuove sfide del mondo Horeca. Un’occasione unica per i manager delle più importanti industrie food&beverage di approfondire scenari, confrontarsi con esperti e vivere esperienze immersive tra degustazioni e incontri B2B.
UN FORMAT VINCENTE, UNA LOCATION STRATEGICA
Il padiglione C3 di Beer&Food Attraction è la cornice perfetta per questa edizione di IHM, che si presenta con un format fisico arricchito da estensioni digitali. L’Horeca Arena, situata nel cuore della manifestazione, è il punto nevralgico per dibattiti e presentazioni che valorizzano ulteriormente la connessione tra i protagonisti della filiera.
SOMMARIO
1 /EDITORIALE
Uno sguardo storico per la Distribuzione Horeca
3 /IL PUNTO
Fuori Casa: è l’ora del cambiamento!
6/SCENARI/TRADELAB
Crescita, sfide e prospettive per il nuovo anno
10/MERCATO/BIRRA
Non solo lager
16/IN VETRINA/BEER & FOOD ATTRACTION
I principali brand presenti alla Fiera di Rimini
26/TREND/NO ALCOL
Vini dealcolati, quale futuro?
32/SCENARI/FORMIND
Fuori Casa: tra resilienza e innovazione
36/IN VETRINA/ NO ALCOL
I principali brand
40/ASSORTIMENTI/ GREEN ECONOMY
Sostenibilità: la chiave del successo ignorata dai Distributori



10 26 48

44/NORMATIVE/ASSOBIBE
Plastica riciclata: nuova direttiva!
48/STRATEGIE/LOGISTICA
(Ancora) alla ricerca di autisti
54/GESTIONE/ INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Dati puliti, successo assicurato
58/INTERVISTA MANAGER/ SAN BENEDETTO
Innovazione, sostenibilità e nuovi traguardi nel mondo del beverage
62/TREND/ESTERO
Nel beverage in Sudafrica soffiano spinte di innovazione
66/INTERVISTA/ CANTINE RIUNITE & CIV
Una storia di passione e tradizione
62


82
70/IL GROSSISTA/BLUBAI
Digitalizzare per ottimizzare i tempi e i servizi
74/INTERVISTA/ CARLSBERG ITALIA
Innovazione e Sostenibilità
76/TECNOLOGIA/LOGISTICA
I migliori software gratuiti per la gestione del magazzino
82 STRATEGIA/ASSORTIMENTI
Ottimizzare gli stock grazie al demand planning

CRESCITA,

Figura 1 - Trend Mercato Away From Home
Preconsuntivo 2024 e Forecast 2025
Figura 1 - Trend Mercato Away From Home
Preconsuntivo 2024 e Forecast 2025
Figura 1 - TREND MERCATO AWAYFROM HOME PRECONSUNTIVO 2024 E FORECAST 2025


Fonte: Stime TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking» e
Figura 2 - Trend Mercato Away From Home 2024 vs 2023
Figura 2 - TREND MERCATO AWAYFROM HOME 2024 VS 2023
Fonte: Stime TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking» e altri fonti interne


Dal covid in avanti, il settore dei consumi Fuori Casa si trova ad affrontare svariate dinamiche, non solo endogene al comparto (rialzo dei costi delle materie prime e della manodopera - staff in sala e in cucina) ma anche esogene ad esso (cambiamenti climatici, scenario globale geo-politico instabile). Le premesse, dunque, sono quelle di un quadro che si complica per il mercato del Food&Beverage Fuori Casa (AFH). Accanto alla conferma di trend già emersi da alcuni anni, come la ricerca di un’offerta non solo di qualità ma anche “consapevole” e “sana”, si sono affacciati nuovi
Figura 3 -Come cambia il modo di fare acquisti di bar/ristoranti?
Figura 3 -Come cambia il modo di fare acquisti di bar/ristoranti?
I bar/ristoranti oggi:
Figura 3 - COME CAMBIA IL MODO DI FARE ACQUISTI DI BAR/RISTORANTI?
… sono meno attenti alla qualità del prodotto
… sono meno attenti alla qualità del prodotto
I bar/ristoranti oggi:
… acquistano più prodotti premium di alta qualità sì no
… acquistano più prodotti premium di alta qualità
Fonte: Analisi TradeLab su interviste a gestori di Bar e Ristoranti
Fonte: Analisi TradeLab su interviste a gestori di Bar e Ristoranti
trend, osservati per la prima volta nel 2024, come la maggiore attenzione al rapporto qualità-prezzo-servizio. Oggi, sempre più che in passato, l’esperienza F&B Fuori Casa è soddisfacente nel momento in cui si consuma un buon prodotto, servito bene e che riesce a comunicare valori importanti per i consumatori. E solo tale soddisfazione per un’esperienza di valore, può - e
Figura 4 - ANGELA BORGHI, RESPONSABILE COMMERCIALE AFH - ABORGHI@TRADELAB.IT TRADELAB S.R.L. - VIA MARCO D’AVIANO 2, 20131 MILANO (MI) WWW.TRADELAB.IT | AWAYFROMHOME@TRADELAB.IT | 02-799061

deve - riuscire a vincere sull’esigenza di risparmiare, convincendo i consumatori a continuare a spendere. Nel 2024, l’analisi del mercato Horeca ha messo in luce un andamento piuttosto altalenante dei consumi Fuori Casa, con periodi di crescita alternati a momenti di calo. Un fenomeno che, in alcuni casi, è andato persino in contro-tendenza rispetto agli anni precedenti. In particolare, dal secondo trimestre del 2024 si è registrato un rallentamento delle visite (perimetro Italia). A compensare qualche carenza da parte della domanda interna, i flussi turistici internazionali in arrivo nel nostro Paese, hanno registrato un incremento in termini di presenze e fatturati; flussi che nel 2025 saranno ulteriormente rafforzati dall’evento del Giubileo e dalla fase preparatoria delle Olimpiadi di MilanoCortina 2026. TradeLab stima che nel 2024 il turismo estero abbia generato all’incirca 10 miliardi di euro, con un impatto decisivo per la tenuta del mercato AFH nel periodo estivo. Nel complesso, le previsioni, realizzate da TradeLab a fine 2024, hanno calcolato una chiusura d’anno (per il 2024) pari a 101 miliardi di euro di valore del mercato Away From Home e di una crescita per il 2025 (+2% a valore) che farà arrivare il mercato Fuori Casa a quota 104 miliardi (si veda figura 1). Dunque, quali sono le “macro” eredità del 2024 che ci potremmo portare in questo nuovo anno?
TERRITORI: FOCUS SULLE AREE
DEL NORD ITALIA
Nel 2024, condizioni climatiche sfavorevoli nei mesi primaverili (Mar-Giu), inflazione che ha pesato in particolare sul target delle famiglie con bambini
Angela Borghi - Responsabile Commerciale AFH aborghi@tradelab.it TradeLab S.r.l. Via Marco d’Aviano 2, 20131 Milano (MI) www.tradelab.it | awayfromhome@tradelab.it | 02-799061

piccoli e il persistere dello smart working nelle aree metropolitane, hanno causato rallentamenti sui consumi AFH in particolare nelle aree del Nord Ovest e del Nord Est, che hanno visto un andamento più negativo rispetto alle aree del Centro-Sud (si veda figura 2). Sappiamo che, storicamente, il Nord ha trainato i consumi Fuori Casa, per cui si tratta di un trend non trascurabile, che in qualche modo ha rotto degli “equilibri” e che andrà attentamente monitorato nel 2025.
OCCASIONI DI CONSUMO
Nel 2024 solo la colazione ha mantenuto un segno più. Si tratta dell’occasione a minor scontrino del Fuori Casa e per tale motivo capace di coniugare le esigenze di risparmio del consumatore alla voglia di socialità. Stabili le occasioni “core” del pranzo e della cena. In riduzione, nel 2024 rispetto al 2023 (perimetro italiani), le visite di tutte le altre occasioni, più «elastiche» al reddito. Il trend negativo incide meno sull’aperitivo serale e sulla pausa mattutina, mentre ha un impatto maggiore sulla pausa pomeridiana.
CANALI E OFFERTA
Osservando l’andamento dei canali di consumo AFH nel 2024 abbiamo, invece, una situazione polarizzata.
Quelli che nel 2024 hanno performato meglio sono stati, da un lato, i canali “value-for-money”: le catene e le pizzerie; dall’altro, il canale più esperienziale: i ristoranti “top gourmet” sostenuti dalla fascia di clientela Away From Home alto-spendente. Una quota importante di ristoranti sono, oggi, nella situazione di doversi consolidare attraverso un salto del livello di imprenditorialità. Tutti gli altri canali hanno visto un generale rallentamento. I bar soffrono per uno scontrino medio ancora troppo basso e sono alla ricerca di un posizionamento più efficace. La polarizzazione dell’offerta AFH, poi, non è solo a livello di scelte dei consumatori, ma anche di offerta.
Abbiamo recentemente analizzato che, mentre oltre un terzo dei gestori (35%) di bar e ristoranti siano meno attenti alla qualità dei prodotti e si stiano attualmente focalizzando su acquisti di prodotti a prezzi più bassi, una altrettanto ampia fetta di locali (35%) ha dichiarato di continuare a preferire prodotti “premium”/di fascia superiore (si veda figura 3). Per questo 2025 appena iniziato, emergono due considerazioni fondamentali: da un lato, la necessità di sviluppare portafogli ad hoc per l’Horeca, sempre più mirati e capaci di soddisfare esigenze specifiche; dall’altro, l’importanza di continuare a stimolare il consumatore con un’offerta di valore, fondamentale in un mercato che si basa sull’experience.


MERCATO/BIRRA
NON SOLO LAGER
LA SEGMENTAZIONE TRA STILI BIRRARI DIVERSI FAVORISCE LO SVILUPPO DELL’OFFERTA E LA TENUTA DELLE VENDITE REALIZZATE DAI DISTRIBUTORI HORECA
DI DOMENICO APICELLA
Volumi importanti, giro d’affari a nove zeri e un assortimento numericamente robusto, degno di una categoria che è un’autentica colonna del beverage nel fuori casa. Visto con gli occhi dei distributori Horeca il mercato della
birra ha notevoli pregi, ai quali va aggiunta una segmentazione ricchissima per tipologia di prodotto, caratteristiche e provenienza, che riserva soddisfazioni anche sotto il profilo della crescita. Perché, a dispetto delle ombre che aleggiano sul comparto nel suo insieme – comprensivo cioè delle vendite
dirette effettuate dai produttori, grandi e piccoli, e del cash & carry – nel canale dei distributori Horeca la birra cresce e stavolta l’inflazione c’entra solo in parte. A testimoniarlo sono le rilevazioni condotte da Circana, che fotografano un andamento positivo sia a volume sia a valore, comune ai due formati fondamentali, cioè fusto e vetro.
“Nell’anno terminante lo scorso novembre, il panel di 1.073 grossisti di bevande da noi monitorato ha registrato vendite per 6,2 milioni di ettolitri – afferma Ferdinando Galassi, Account Director di Circana – salite dell’1,6% sull’analogo periodo precedente. Un po’ di inflazione c’è ancora, visto che il prezzo medio aumenta del 2,8% e si attesta a 2,60 euro al litro al netto dell’Iva, ma è abbastanza rientrata rispetto al recente passato. E infatti l’incremento a valore è superiore alla variazione del prezzo medio: +4,4% nei 12 mesi presi in esame, per un totale superiore a 1,6 miliardi di euro, sempre al netto dell’Iva”.

FUSTI IN RISALITA
GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE
Detto questo, il tema prezzi resta di grande attualità, per via dell’impatto formidabile avuto nel periodo post-Covid. “ Se paragoniamo il prezzo euro/litro di oggi con quello del 2021 – riprende Galassi – scopriamo che è aumentato di circa il 15% per effetto della forte pressione inflazionistica registrata nel biennio 2022-2023”. Da segnalare a questo proposito le differenze tra un formato e l’altro, con il fusto sopra media in termini di prezzo al litro (3,16 euro al netto dell’Iva) e il vetro posizionato più in basso (2,19 euro al litro), sopravanzato dalla lattina (2,27 euro al litro) che però, come vedremo in seguito ha un ruolo marginale nella categoria. “La distanza tra fusto e vetro sotto il profilo del prezzo medio non è una novità –chiarisce Galassi – e trova in parte una spiegazione nella maggiore concentrazione delle vendite di birra in bottiglia nelle regioni del Centro-Sud, dove un ruolo preponderante lo recitano dei marchi mainstream, che influenzano il dato medio”.
Anche i rapporti di forza tra i formati hanno risentito della sequenza di eventi eccezionali dell’ultimo quinquennio, perché gli “stop & go” patiti dal fuori casa nella fase più drammatica della pandemia hanno avuto ricadute non sempre omogenee. “Nelle vendite a volume il fusto si attesta oggi su un livello simile a quello del 2019 – spiega Galassi – mentre il vetro ha messo a segno un +10% circa. Il che dipende in parte dall’elemento geografico che indicavo in precedenza. Il fusto è presente soprattutto al Nord, che per primo ha patito le chiusure forzate. Le vendite sono calate di più rispetto al vetro e sono risalite più lentamente, dunque il vetro ha guadagnato terreno. Questo è quanto avvenuto nel lungo periodo, mentre la fotografia del breve periodo ci dice che il fusto cresce del 3,5% a volume, rispetto al +0,3% del vetro. Quindi, il fusto è in una fase di recupero che le bottiglie hanno già attraversato”. Una notizia positiva per i distributori Horeca, alla luce del potere “fidelizzante” del fusto, che consente di stringere una relazione commerciale di lungo periodo con l’esercente, aprendo spazi per la fornitura di merceologie diverse.
A VOLUME VINCE IL VETRO
Guardando alle quantità movimentate dai distributori Horeca, il formato in vetro è il segmento più grande: oltre 3,5 milioni ettolitri, che si traducono in una quota del 56,3% sul totale. Di birra in fusto, nell’anno terminante lo scorso novembre, ne sono stati venduti invece poco più di 2,6 milioni di ettolitri, cioè il 42,3% dei volumi complessivi. Enorme il divario con il formato lattina, che rappresenta appena l’1,4% e si ferma a 88.640 ettolitri, peraltro in calo del 2,2% in confronto all’analogo periodo precedente. Il bilancio per il packaging in metallo è ancora più amaro a valore, dove la flessione tocca il 3,7% per un totale di 20 milioni di euro al netto dell’Iva. L’aspetto più interessante è però che i due formati principali, quando l’analisi è condotta in termini monetari, si scambiano le posizioni,
Fonte: Circana – anno terminante novembre 2024 – vendite in valore e prezzo sono Iva esclusa
per effetto della già accennata differenza nel prezzo medio, quantificata da Circana in quasi un euro al litro. Ed ecco che il fusto, con 841 milioni di euro al netto dell’Iva (+5,4%), si aggiudica il 51,4% di quota a valore, contro il 47,4% del vetro, che vale 775 milioni di euro (+3,5%) sempre al netto dell’imposta sul valore aggiunto. Quanto alla lattina, alla luce della diminuzione nel giro d’affari citata in precedenza, il peso a valore è di solo l’1,2% sul totale, quindi inferiore all’incidenza a volume.
ASSORTIMENTI IN LIEVE CRESCITA
Come di consueto, l’indagine effettuata da Circana si estende anche all’aspetto assortimentale, rilevando il numero medio di referenze mensili vendute dal panel di distributori Horeca monitorati. “Il dato complessivo è pari a 175,2 referenze – fa notare Galassi –, aumentate di 2,6 unità nel periodo preso in esame. Un incremento contenuto, in linea con quanto abbiamo registrato negli anni scorsi, ma che va valutato tenendo conto della numerica di referenze già elevata. Siamo in presenza, quindi, di una crescita assortimentale non esplosiva, come

è normale che sia in un mercato così grande, ma continua”. Nel periodo considerato è il fusto a trainare l’allargamento dell’offerta, con 73,2 referenze e cioè 3,1 in più rispetto ai 12 mesi precedenti. Un andamento positivo, ma non tale da minacciare l’indiscusso primato del vetro, che pure vedendo lievemente flettere il numero medio di referenze commercializzate dai distributori Horeca (-0,7), si attesta su un totale di 93,3 unità. La modesta variazione fatta segnare dalla birra in lattina (+0,8) non muta il quadro e il saldo finale di 11,6 referenze conferma come questo segmento sia poco rilevante nel fuori casa.
IL BAR È IL PRIMO CANALE
Sul fronte dei canali non si registrano particolari sorprese, con alcune tipologie di pubblici esercizi più vocati di altri, tanto da costituire il “teatro” ideale per consentire al prodotto birra di esprimere al meglio le proprie caratteristiche. “Il bar diurno si conferma il primo canale in termini di consumi – sintetizza l’Account Director di Circana – e fondamentali per le sorti del mercato sono anche ristoranti e pizzerie. Presi nel loro insieme queste tre categorie di punti di consumo hanno un’incidenza superiore al 50% sul totale delle vendite del comparto. A seguire ci sono pub e birrerie, piuttosto che il mondo della notte”.
SPECIALI SUGLI SCUDI
L’incremento di referenze, a maggior ragione quando avviene in un mercato di grandi dimensioni, può essere letto come un indice di vitalità. Se i distributori Horeca ampliano l’assortimento è perché evidentemente ravvisano l’esigenza – e l’opportunità – di proporre qualcosa di nuovo alla loro clientela di operatori del fuori casa. Un esercizio di segmentazione


verrebbe da dire, che nella birra continua a portare frutti. “Nell’ultimo anno abbiamo visto aumenti a volume per di verse tipologie di birre speciali – racconta Galassi – e penso, per esempio, alle Ipa e alle Craft. Quest’ultimo termine non va inteso in senso letterale, perché non siamo in presenza di sole birre artigianali, bensì di prodotti anche industriali, ma che nell’immagine vogliono richiamare quello stile birrario. Altro posizionamento marketing che ottiene riscontri positivi nel fuori casa è quello legato alle birre d’abbazia belghe. Lo stesso discorso vale per il mondo delle birre definite strong, che prese nel loro insieme conquistano il secondo posto nel mercato. Le Lager si confermano il segmento più grande, con un’incidenza di circa il 70% sulle vendite a valore effettuate dai distributori Horeca un ritmo inferiore rispetto a quanto fatto registrare da altre tipologie di birra”.
ANALCOLICHE, LA QUALITÀ PAGA
Una menzione speciale la meritano le referenze senza alcol, pro poste da molto tempo dai principali produttori. Un’esperienza


IN VETRINA/BEER&FOOD ATTRACTION

AMARCORD
ACQUA DI NEPI
Acqua di Nepi assume la sua sottile effervescenza grazie al suo corso naturale che la arricchisce di CO2 di origine vulcanica. Il suo residuo fisso, uno dei più bassi tra le acque effervescenti naturali, la rende leggera ed equilibrata, una pura e soave combinazione di minerali preziosi. Inoltre, Acqua di Nepi favorisce la digestione con la sua effervescenza sottile e delicata e un gusto inconfondibile. Il formato da 1L Tower coniuga la raffinatezza di un design moderno alla estrema praticità del Pet. www.acquadinepi.it

La nuova Pilsner Amarcord è una rivisitazione moderna dello stile classico grazie al dry-hopping. Una birra versatile e a bassa gradazione alcolica (4.5% vol); una bevuta dove il luppolo è protagonista. La Senza Glutine Amarcord è un’autentica lager deglutinata attraverso gli enzimi in fermentazione. Ciclo produttivo e ingredienti come da tradizione: al gusto, indistinguibile dalla più celebre bionda del Birrificio. Le nuove Bianca e Ipa Amarcord con luppolo in fiore puntano sulla qualità della materia prima e completano una gamma delle classiche secondo il concept “una birra per ogni momento. www.birraamarcord.it
BOTTEGA
Bottega Gold Cru è un Prosecco Doc Extra Brut. Fa parte di un progetto di valorizzazione del Prosecco che Bottega ha iniziato a sviluppare più di dieci anni fa, per produrre spumanti di elevatissima qualità. I tempi di fermentazione prolungati danno origine a vini dal carattere più complesso e dalla buona longevità. Bottega Gold Cru si caratterizza all’olfatto per le note fruttate (in particolare mela verde e pera) e floreali (fiori bianchi e acacia), oltreché per i sentori di crosta di pane. Armonico ed elegante al palato, presenta un’acidità equilibrata, con una notevole persistenza. www.bottegaspa.com

BONAVENTURA MASCHIO


Il Vermut Bonaventura e il Bitter Maschio uniscono tradizione e innovazione. Il Vermut , dalla Glera, vitigno simbolo del territorio, combina note fruttate con aromi di assenzio, macis, coriandolo, maggiorana, camomilla, arancio dolce, sambuco e intense sfumature amaricanti di salvia sclarea e china calisaya. Il Bitter richiama gli anni ’50, con il suo rosso brillante, profumi freschi e un gusto equilibrato tra la genziana amaricante e la dolcezza del baccello di vaniglia. Due icone di stile e carattere. www.primeuve.com
GRUPPO CAFFO
Mount Lion è una stout artigianale a bassa fermentazione, non pastorizzata e non filtrata, creata per esaltare i sapori autentici del territorio. Una birra dal caratteristico colore ebano, con schiuma cremosa e avvolgente, resa unica dalla Liquirizia di Calabria DOP. Prodotta con una ricetta esclusiva, unisce malti tostati e luppoli selezionati con cura per un equilibrio perfetto tra intensità, raffinatezza e grado di amarezza. È una delle specialità del Birrificio Calabräu di Vibo Valentia, un omaggio all’eccellenza e alla tradizione. Puoi conoscere la gamma completa delle birre artigianali Caffo premiate con il titolo di Italy Winner al World Beer Awards 2019 visitando il sito della società. www.calabrau.com




BIRRA CASTELLO

CANTINE RIUNITE & CIV
Ottocentorosa cambia veste, ma non la sua essenza. Il Lambrusco rosé più trendy di Albinea Canali si rinnova con un restyling che ne esalta la personalità, vestendolo di una bottiglia dal design distintivo in un equilibrio perfetto tra modernità e tradizione. Il colore rosa tenue gioca con il perlage fine e persistente. Al naso, i sentori di rosa e violetta si fondono a delicate note di piccoli frutti rossi, creando un bouquet vivace e armonioso. Il sorso è fresco e avvolgente, con una struttura che sorprende per equilibrio e piacevolezza. www.riuniteciv.com
CARLSBERG ITALIA
Castello, uno dei marchi più giovani e dinamici di Birra Castello
S.p.A., incarna la visione dell’azienda per il presente e il futuro, rispecchiando le nuove tendenze emergenti nel settore birraio. Il marchio continua a puntare su una birra distintiva, diretta e semplice, mantenendo fede alla sua identità. Nel corso degli anni, Castello non ha mai smesso di evolversi e quest’anno ci saranno molte novità, tra cui, immagine nuova di brand, accompagnato dal lancio di nuove referenze. In anteprima, durante la fiera di Rimini Beer & Food Attraction 2025, si potrà scoprire la novità. www.birracastello.it
In occasione di Beer&Food Attraction 2025, Carlsberg Italia presenta la nuova birra senza glutine - garantita dal marchio spiga barrata AIC – del Birrificio Angelo Poretti. Una lager chiara dal corpo rotondo, caratterizzata dall’armonia tra la fragranza del malto e dai profumi del luppolo. Prodotta nello storico Birrificio di Induno Olona (VA) e disponibile in formato bottiglia da 33cl, è ideale da abbinare a primi piatti, pizza senza glutine e carni bianche. www.carlsbergitalia.it

COMPAGNIA DEI CARAIBI
COCA COLA HBC ITALIA
Kinley presenta Lemon Taste: un distintivo aroma di limone, in perfetto equilibrio con leggere note rinfrescanti di lime.
Three Cents lancia Fig Leaf Soda, prodotto che racchiude al suo interno tutti gli aromi del fico e delle sue foglie. Viene realizzata con un metodo di estrazione specifico, che permette di non utilizzare aromi e coloranti artificiali, andando a estrarre i profili aromatici e i colori delle foglie di fico.
www.coca-colahellenic.com/it


Distribuita in esclusiva da Compagnia dei Caraibi, Match Tonic Water è la nuova gamma di acque toniche perfetta da bere liscia o miscelata. Disponibili in quattro speciali referenze - Indian, Floral, Spicy e Mediterranean – sono low-sugar e no alcol, per un momento di benessere e leggerezza.

100% Made in Italy, le iconiche bottiglie in vetro hanno un design innovativo che le rende esteticamente accattivanti e facili da impilare riducendo così i rischi di rottura.
www.compagniadeicaraibi.com




FORST – TER LIGNUM
CONSERVE ITALIA
Si allarga la gamma dei succhi classici Yoga in bottiglia di vetro da 200 ml per i bar italiani: la ‘new entry’ è rappresentata dal gusto Ananas Cocco, un mix di frutti scelto per esaltare, tramite un’esotica combinazione di sapori, tutta la qualità della frutta selezionata da Yoga. L’inedito incontro tra ananas e cocco consente al consumatore un’esperienza di gusto davvero unica, l’ideale per una pausa rigenerante al bar all’insegna della qualità che solo Yoga può regalare. www.conserveitalia.it
KUHBACHER
Quest’anno Kuhbacher in occasione di Beer&Food Attraction di Rimini presenta due “ospiti” d’onore: il birrificio Maisach e Thorbrau. Il primo è stato rilevato nel 2024 da Brauerei Kuhbach e in Germania integrato il giro di affari fino nella città di Monaco di Baviera. Con il secondo la collaborazione è di qualche anno, insieme è stata studiata la ricetta per Kuhbacher Pale Ale. Di Maisach Brauerei verrà importata in Italia la Export bionda superiore “Perle”, mentre di Thorbrau la Hell; rigorosamente in fusto di acciaio. www.kuhbacher.com

Il nuovo whisky TER Lignum è stato creato da due importanti aziende tradizionali dell’Alto Adige: Birra FORST e Distillerie RONER. Questo whisky pregiato, affumicato e di lunga durata con note mature di malto, rappresenta perfettamente il territorio di origine. Un whisky forte, con il suo gusto nobile, affumicato e di lunga durata che colpisce per un aroma maltato e una nota amara. “TER Lignum” significa “tre legni”, ovvero le botti in cui il whisky viene tenuto per cinque anni e che conferiscono al prodotto il suo gusto inconfondibile. TER Lignum nasce dal “FORST Malt Blend”, viene fermentato secondo l’antica tradizione di Birra FORST e distillato secondo le regole di RONER, per poi essere portata alla gradazione ideale (40% vol.) con l’acqua particolarmente morbida di FORST. www.forst.it
DIAGEO

VENTURO Aperitivo Mediterraneo è il nuovo liquore base per l’aperitivo creato da Diageo ispirato alla bellezza e all’eleganza dei profumi e dei sapori delle coste del Mediterraneo. Un liquore innovativo che tinge di un inedito color turchese il celebre drink sinonimo di convivialità italiana, con ingredienti come limoni italiani, sale marino, rosmarino e camomilla blu. Inno allo stile e all’eleganza italiana, il suo perfect serve è il VENTURO Spritz www.diageo.com
MARZADRO

Diciotto Lune è una grappa unica che nasce dall’incontro di 5 vinacce trentine, sapientemente distillate nel tradizionale alambicco discontinuo a Bagnomaria. Affinata per 18 mesi in piccole botti di ciliegio, frassino, rovere e robinia questa grappa rivela la magia del tempo che lenisce, smussa, toglie, regalando un profumo intenso, un gusto rotondo e un colore ambrato. Il risultato è una perfetta armonia tra legno e Grappa che la rende il blend ideale da gustare liscio oppure mixato. Grappa Diciotto Lune: stravecchia, stragiovane. www.marzadro.it







LA BIRRA CON LA A MAIUSCOLA.
In 28 anni, grazie a ricette iconiche, eccellenti materie prime e luppolo in fiore, le nostre birre hanno conquistato tanti cuori. Oggi tornano con un look rinnovato e novità negli stili: per far crescere un grande amore, quello per le cose fatte bene.






MACCARI


Lo Spritz Maccari è un cocktail ready to drink non eccessivamente alcolico. Si presenta colorato, fresco ed invitante con gradevoli note aromatiche perfetta mente bilanciate dalle bollicine del no stro Spumante Habituè. Disponibile sia in bottiglia nel formato da 0,75 lt che nella comoda Polykeg da 20 lt (senza sacca).
Da servire freddo con ghiaccio, fettina di arancia o un‘oliva alla temperatura di 8°C. www.maccarivini.it

MANIVA
Arriva la novità 2025 di Maniva che va a completare la gamma di offerta per il mercato del packaging in vetro: la nuova bottiglia personalizzata in vetro da 1 litro VINTAGE di Maniva, nelle tre versioni naturale, frizzante e leggermente frizzante. Si tratta di una fra le pochissime bottiglie personalizzate presenti sul mercato italiano! Un’innovazione di prodotto attraverso la quale Maniva rivolge volutamente lo sguardo al design del passato, tramite una bottiglia nel formato da litro in forma conica, con le caratteristiche costolature sul fianco e la scritta VINTAGE in rilievo sotto l’etichetta. www.maniva.it
MEREGALLI
Vol0 (Volzero) produce una linea di comparativi senza alcol di origine naturale. Non sono solo semplici bevande analcoliche, ma possono diventare ingredienti perfetti per un drink low alcol. Volo0 Aperitivo: dai sapori classici e iconici dell’aperitivo italiano, ottenuti da artemisia, buccia d’arancia e genziana. Vol0 Amaro: rabarbaro, china e angelica sono le tre essenze che danno vita a un digestivo con tutto il gusto dei grandi amari. Entrambi ideali da gustare lisci o in miscelazione. www.meregalli.com


MÖNCHSHOF
La Mönchshof Zwickl è una birra naturalmente torbida con il suo gusto corposo e delicato. Fermentata a freddo e maturata a 1° Celsius, per tradizione non è filtrata e viene gustata fredda direttamente dalla fresca cantina.

Con il suo contenuto alcolico di 5,4% vol., questa birra speciale di colore ambrato chiaro, con un morbido corpo maltato e un lieve gusto fruttato al palato, grazie alle diverse aggiunte di luppolo ben dosate e alla speciale miscela di malti, si presenta con un gusto vellutato e morbido e una nota leggera di noce che promette davvero di sorprendere.
www.mönchshof.de
MONTELVINI
Promosso Spumante Extra

Dry è la bollicina fresca e dinamica firmata Montelvini. Il profumo è fruttato e delicato, spiccatamente aromatico, mentre al palato si presenta con un’acidità gradevole e con un corpo asciutto e delicato. Oltre alla mescita, si integra perfettamente nella creazione di wine cocktail, infatti è la referenza utilizzata in esclusiva, insieme all’Asolo Prosecco Superiore DOCG Extra Brut Millesimato, all’interno di Mixology Circus, hub per scoprire l’arte della miscelazione d’eccellenza durante il Beer & Food Attraction. www.montelvini.it


Tower
Svetta lo stile nel panorama della ristorazione. Ora anche in versione mini.
Linee essenziali, design moderno e raffinatezza in ogni dettaglio: San Benedetto Tower, la nuova linea di Acqua Minerale dedicata al mondo Ho.Re.Ca. nei due formati 1 L e 500 ml.

PALLINI
Formidabile è un amaro naturale nato dalla macerazione di erbe in alcol di grano. Una lavorazione artigianale con le bottiglie etichettate e sigillate con ceralacca a mano e specifica indicazione dell’annata. Il gusto agrumato, speziato e dal finale amaricante, lo rendono perfetto per essere bevuto da solo o per una serie di drink studiati ad hoc o rivisitati sui grandi classici. 32,5% gradi alcolici, Formidabile è disponibile in bottiglie da 70 cl e dal 2022 è stato acquisito dalla storica azienda liquoristica Pallini. www.pallini.com

BIRRA PEDAVENA
La ricetta che ha creato il mito di Birra Pedavena è tramandata da mastro birraio a mastro birraio. La leggera nota erbacea del luppolo in fiore caratterizza questa birra rendendola estremamente rinfrescante, pur mantenendo un corpo importante dato della lunga fermentazione a bassa temperatura. In occasione di Beer & Food Attraction 2025, lo storico prodotto si presenta con una nuova referenza: la Pedavena Pils Superiore. Una degustazione da non perdere.
www.labirreriapedavena.it


SAN MARTINO VINI
Il Blanc de Blancs Millesimato Brut e il Diecigrammi Brut sono due spumanti che incarnano l’eccellenza e l’autenticità del territorio. Il Blanc de Blancs, fresco e fruttato, con note di fiori e pesca bianca, è elegante e versatile, perfetto per ogni occasione. Il Diecigrammi Brut, con il suo perlage fine e persistente, offre freschezza e un equilibrio perfetto tra acidità e armonia, ideale con piatti di pesce o momenti speciali. Due bollicine che conquisteranno ogni palato, sempre sorprendenti. www.sanmartinovini.it

FONTE PLOSE
Fonte Plose svela i dettagli del rinnovo della linea Aqua Plose Gourmet VAR, disponibile dalla primavera 2025. L’unicità di Acqua Plose sarà racchiusa in una bottiglia personalizzata a partire dal vetro. L’etichetta si impreziosisce con dettagli in oro e argento, differenziandosi dai classici stili standard e offrendo un tocco di originalità e lucentezza in tavola. All’interno, il valore più puro di Fonte Plose: Aqua Plose, una delle più leggere al mondo con un residuo fisso di soli 22 mg/l. La nuova etichetta rivestirà tutti i formati Gourmet vetro a rendere: 25cl, 50cl e 75cl. www.acquaplose.com/trova-plose

SWINKELS FAMILY BREWERS
BrewDog lancia Wingman, una Session IPA dorata, leggera e rinfrescante con 4.3% di alcol . Il mix di frutti tropicali, note di pino e agrumi regala un gusto bilanciato e facile da bere. Perfetta per ogni occasione, dall’aperitivo alla serata tra amici. Proprio come un fedele compagno, Wingman è sempre pronta a supportarti, rendendo ogni momento speciale. www.royalswinkels.com

SAN BENEDETTO
Succoso Zero Bar Specialist è un irresistibile mix di frutta e zero zuccheri aggiunti, con tutta la qualità San Benedetto. Disponibile nel formato in vetro da 0,20L con tappo twist-off. Succoso Zero Bar Specialist sarà disponibile in cinque mix di frutta selezionata: pesca/banana; frutti rossi; pera/banana/ananas; albicocca/banana e ACE. Una soluzione ideale per un pubblico attento alla qualità, che cerca una pausa gustosamente bevile e leggera. www.sanbenedetto.it

SCHWEPPES
Schweppes Selection è il risultato di più di due secoli di curiosità e ricerca, dove gli ingredienti accuratamente selezionati vengono distillati tramite il processo di doppia macerazione per estrarre formule uniche. La gamma si arricchisce del nuovo gusto Tonic Basil & Sicilian Lemon, un connubio unico tra le note fresche e dolci del basilico e il carattere vivace dei limoni siciliani, selezionati per il loro aroma intenso e la brillantezza agrumata. www.schweppes.com



S.BERNARDO
Grazie alla collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo nasce in casa S.Bernardo una nuova idea dell’aperitivo piemontese, il Bernardin, parola che vuole giocare con il dialetto piemontese e con il nome del brand. I valori alla base del progetto sono l’autenticità, il territorio e la condivisione. Attraverso l’Università di Scienze Gastronomiche è stato realizzato un prodotto fatto di erbe, esclusivamente coltivate e raccolte in Piemonte. www.sanbernardo.it
SERENA WINES 1881
Medea, il DOC Treviso Extra Dry firmato Serena Wines 1881, torna protagonista nel catalogo dei Prosecchi DOC della storica azienda coneglianese. Una bollicina prodotta da uve Glera all’85% e una piccola percentuale di chardonnay, pinot bianco e pinot grigio che vanno ad arricchire lo spettro odoroso anticipando un sorso fresco ed elegante, con una vena piacevolmente zuccherina. Il colore è giallo paglierino brillante con riflessi verdolini, il perlage è vivace e tra i profumi, di buona intensità, spiccano sentori di fiori bianchi e note fruttate di mela golden. www.serenawines.it
GRUPPO LUNELLI
Tra i soft drink Tassoni, oltre alla Cedrata, spicca la Tonica al Cedro, una tonica anticonvenzionale, ideale da bere liscia o in miscelazione. Le sue note amare, complesse e delicate, derivano dal quassio, pianta tropicale dalle sfumature aromatiche uniche, sapientemente bilanciate dal Mastro Erborista Tassoni. Il suo gusto inconfondibile nasce da un mix di aromi naturali: il cedro Diamante di Calabria si unisce ad angelica, cardamomo, bergamotto e rosa centifolia, creando un equilibrio raffinato e aromatico. www.gruppolunelli.it www.cedraltassoni.it

TREND/NO ALCOL
VINI DEALCOLATI, QUALE FUTURO?
IL MERCATO HA PROSPETTIVE INTERESSANTI, SOPRATTUTTO IN OTTICA EXPORT, MA PONE NOTEVOLI SFIDE. PERCHÉ DI TECNICHE DI DEALCOLAZIONE
NE ESISTONO TANTE E IMPATTANO IN MODO DIVERSO SULLE CARATTERISTICHE
ORGANOLETTICHE DI CIASCUN VITIGNO. UN PRIMO PASSO PERÒ È STATO
FATTO CON L’APPROVAZIONE DEL DECRETO
CHE AUTORIZZA LA PRODUZIONE IN ITALIA
DI VERONICA FUMAROLA
Quasi in contraddizione agli effetti dell’etanolo di cui vengono “privati”, i vini dealcolati vivono una stagione di fermento, per le potenzialità di questo mercato e per le discussioni che si sono susseguite negli ultimi mesi riguardo le accise e le norme che ne regolino la produzione nel nostro Paese. Il segmento dei vini dealcolati è sicuramente di grande interesse e molto se ne è parlato anche all’ultima edizione di Vinitaly e molto se ne parlerà all’edizione 2025, quando farà il suo esordio la categoria dei vini no e low alcol. Già a Vinitaly 2024, in un evento dedicato ai vini dealcolati italiani organizzato da Uiv-Unione Italiana Vini e Vinitaly, sono state esplorate le nuove opportunità di mercato: secondo una ricerca di Swg, in Italia il 36% dei consumatori è interessato a consumare bevande dealcolate, di cui il 16% tra i bevitori non assoluti, che rappresentano 1 milione di nuovi consumatori. Inoltre, il 21% degli italiani è interessato ai vini dealcolati, una percentuale che sale al 28% nelle fasce più giovani del campione, ovvero quelle tra i 18 e i 34 anni. Importanti prospettive per i vini dealcolati sono confermate anche dal Sadler Non-Alcoholic Wine Market Outlook (2024-2034) secondo cui il mercato dei vini analcolici dovrebbe passare da un valore di 2,57 miliardi di dollari del 2024 ai 6,94 milioni di dollari entro la fine del 2034, con un tasso annuale composto (cagr) del 10,4%.
LA DIATRIBA
SULLE ACCISE
In questo scenario però, fino a poco tempo fa, l’Italia giocava un ruolo di
secondo piano. Nel nostro Paese, infatti, contrariamente a quanto succede già in altri stati Ue, non era possibile per le imprese produrre vini dealcolati negli stabilimenti vitivinicoli. Non solo, ci sono state discussioni legate anche al regime fiscale. Dopo la pubblicazione della prima bozza del decreto accise proposto dal Mef-Ministero dell’Economia e delle Finanze, si è registrato il disappunto di Uiv secondo cui il prov-

vedimento avrebbe “fatto finire sul nascere la filiera italiana dei vini dealcolati a causa dei limiti produttivi e un carico burocratico alle cantine tali da scoraggiare ogni investimento nell’innovativo business […].” E a tal proposito auspicava un confronto tra il Ministero dell’Agricoltura e il Mef per trovare una quadra.
Alla posizione di Uiv è seguita la risposta di AssoDistil, l’Associazione nazionale industriali distillatori di alcoli e acquaviti, che ha indirizzato una lettera ai Ministri Giorgetti (Mef), Lollobrigida (Agricoltura) e Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza Energetica dell’Italia) per portare all’attenzione dei tre titolari dei dicasteri che il ritiro delle norme relative ai vini dealcolati previste nella bozza del decreto accise presenterebbe forti criticità in ambito economico, fiscale e ambientale, sottolineando che “non vi è alcun dubbio sul fatto che la miscela idroalcolica residuante dalla dealcolazione del vino, avendo un contenuto alcolico ben superiore all’1,2% e talora addirittura del 95% rientri pienamente nella definizione di alcole e dunque negli oneri fiscali collegati alla produzione, circolazione e commercio del prodotto ai sensi della normativa vigente”.
IL DECRETO UFFICIALE
Il 26 novembre il Ministro Lollobrigida ha presentato il decreto che autorizza la produzione di vini no e low alcol in Italia in un incontro in cui hanno partecipato: Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federdoc, Assodistil, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
Il decreto, che come promesso è entrato in vigore già a inizio 2025, segue per larga parte le linee tracciate dalla normativa Ue (comprese le modalità di dealcolizzazione, ovvero parziale evaporazione sottovuoto, tecniche a membrana e distillazione), ma pone il divieto di dealcolazione per i vini Dop e Igp per preservarne l’autenticità. Inoltre,

prevede lo svolgimento del processo produttivo in strutture dedicate, fisicamente separate da quelle utilizzate per la produzione vitivinicola, con registri digitalizzati e licenze autorizzative; chiede l’etichettatura obbligatoria del prodotto con la dicitura ‘dealcolato’, se il titolo alcolometrico effettivo del prodotto non è superiore a 0,5% vol., ‘parzialmente dealcolato’ se il titolo alcolometrico effettivo del prodotto è superiore a 0,5% vol. ed è inferiore al titolo alcolometrico effettivo minimo della categoria che precede la dealcolazione (cioè 8,5/9%).
Il decreto prevede anche l’inclusione delle distillerie che potranno a loro volta produrre vini dealcolati o parzialmente dealcolati.
E conferma il divieto di aumentare il tenore zuccherino del mosto e
aggiungere acqua o aromi esogeni al prodotto.
Le aziende italiane “potranno quindi competere con gli altri produttori europei già presenti sul mercato dei vini dealcolizzati, senza diminuire le azioni di tutela nei confronti del comparto vitivinicolo di qualità né nella promozione del suo valore culturale e di rappresentanza del Made in Italy”.
NO ALCOL, MA STESSO GUSTO?
GBI ha voluto focalizzare l’attenzione sulle tecniche di produzione dei vini dealcolati per capire, al di là di quello che raccontano i numeri e del dichiarato interesse degli italiani, se tutti i vini (rossi, bianchi e rosé) possono essere dealcolati e quali sono i risultati in termini di gusto.

“Lo studio dei processi di dealcolazione è uno degli argomenti che, negli ultimi anni, ha ricevuto maggiori attenzioni di ricerca nel settore enologico – premette Maurizio Masi, Docente di Food engineering al Politecnico di Milano –.
La produzione di alcol etilico è insita, infatti, nella fermentazione e quindi l’alcol è essenza stessa di questa bevanda millenaria. La rimozione dell’alcol dal vino però non è un processo banale, poiché può influenzarne in modo significativo la composizione e, di conseguenza, le caratteristiche organolettiche. Il fatto che sia tutt’ora un argomento di ricerca significa che la chimico-fisica del processo non è stata ancora del tutto compresa e che i relativi processi di produzione possano essere significativamente migliorati in un prossimo futuro. Negli

ultimi dieci anni sono stati pubblicati molti lavori relativamente ai fenomeni indotti dai diversi possibili processi di rimozione dell’etanolo: i cambiamenti del colore, di contenuto di anidride solforosa, di composizione fenolica, le
perdite di composti aromatici volatili desiderabili e in definitiva l’alterazione delle caratteristiche sensoriali.
Tutti i ricercatori evidenziano che i differenti processi sinora impiegati alterano i parametri fisico-chimici e il grado di alterazione dipende fortemente dalla scelta delle tecniche di dealcolazione, della temperatura di distillazione, della pressione operativa e delle proprietà della membrana, in particolare le dimensioni dei suoi pori”.
LE TECNICHE DI DEALCOLAZIONE
Esistono, quindi, diverse tecniche di dealcolazione, ognuna con una propria efficacia, che possono essere impiegate nelle diverse fasi di produzione del vino: pre-fermentazione, fermentazione e post-fermentazione
“Le tecniche impiegate in pre-fermentazione – spiega Masi – operano sulla riduzione degli zuccheri fermentabili e possono portare a vini con un contenuto alcolico tra il 2% e il 7%.
Le tecniche impiegate nella fase di

fermentazione intervengono sulla riduzione della produzione di alcol e possono portare a concentrazioni dell’ordine del 2%-4% in volume.
Per le dealcolazioni più spinte, che possono determinare una presenza di alcol inferiore allo 0,5% in volume, si utilizzano tecnologie post fermentazione il cui obiettivo è la sensibile riduzione del grado alcolico mediante la rimozione dell’alcol etilico dal vino. Nanofiltrazione, osmosi inversa, distillazione osmotica, perevaporazione, distillazione sottovuoto, colonne a cono rotante, sistemi a membrana multistadio, miscelazione sono le tecniche di natura chimico-fisica che si possono utilizzare, anche combinate tra loro per ottenere il profilo organolettico desiderato in funzione anche del segmento di prezzo nel quale si collocherà il prodotto.
Non tutte le tecnologie, infatti, hanno lo stesso prezzo e alcune, come quelle che prevedono l’impiego di membrane, impongono investimenti superiori negli stabilimenti e manutenzioni più frequenti agli impianti”.
PER OGNI VINO UN RISULTATO DIVERSO
Oggi, secondo Masi, la maggior parte degli studi è condotta sui vini rossi, trattati in processi a membrana per la maggior efficacia nella dealcolazione spinta. Il risultato finale del processo, però, dipende molto dal tipo di vino sul quale è applicato. “Per fare un esempio, si riscontra un aumento del pH nell’uso dell’osmosi inversa su Merlot, Chardonnay e Pinot nero. Lo stesso effetto lo si riscontra sui Barbera
usando miscelazione e distillazione sottovuoto.
La modifica del pH influenza anche il colore del vino. Tra i vini bianchi, la Falanghina mostra un cambiamento di pH e di acidità totale quando il contenuto di alcol è ridotto dal 12,5% allo 0,3% mediante distillazione osmotica. Un effetto che si può considerare quasi comune per i vini dealcolizzati con questa tecnica, perché lo si riscontra anche sul Montepulciano d’Abruzzo. In generale, il processo di dealcolazione porta a una sensazione di gusto più dolce rispetto al vino di partenza e si percepisce in maggior misura nei vini bianchi. Anche il contenuto di SO2 (biossido di zolfo), che inibisce lo sviluppo di numerosi microrganismi, risulta alterato in diminuzione dalla rimozione di alcol. Il fenomeno è stato osservato sul Verdejo trattato sia per perevaporazione sia per nanofiltrazione-perevaporazione, sull’Aglianico sottoposto a miscelazione, come pure su Merlot, Chardonnay e Pinot noir rosé in processi di osmosi inversa e distillazione sottovuoto. Il fenomeno, però, non è univoco perché su Barbera trattato con miscelazione e distillazione sottovuoto, ma a dealcolazioni non spinte

(fino al 5%), si rilevano incrementi del biossido di zolfo”.
AROMI E PROFUMI A RISCHIO
Anche altri aspetti possono risultare modificati dal processo di dealcolazione: “L’aumento dell’intensità del colore del vino può essere in primo luogo giustificata dall’effetto di concentrazione del prodotto conseguente alla rimozione dell’etanolo – continua Masi – ma anche dall’assunzione di ossigeno, che può portare all’ossidazione dei pigmenti e dei composti del vino. La concentrazione dei composti fenolici come polifenoli, antociani e flavonoidi rimane sostanzialmente costante

o cresce leggermente. Infine, tutte le tecniche fin qui citate provocano, chi più e chi meno, la perdita dei composti volatili, che conferiscono gli aromi e profumi al vino.
Al momento, quindi, non esiste una tecnica completamente selettiva rispetto all’etanolo: con esso vanno via sia l’acqua sia altri composti essenziali alle proprietà organolettiche. C’è quindi uno spazio di ricerca ancora aperto per migliorare i processi esistenti e svilupparne di nuovi, in particolare per il segmento bollicine”.
Ma quindi… vini dealcolati, sì o no?
Come porre fine a questo ‘dualismo’?
“Forse – riflette Masi – bisognerebbe permettere pratiche enologiche ed equiparare il comparto a quello dell’industria alimentare. Va bene la tradizione, da preservare e difendere per i grandi vini. Su questi non bisogna permettere alterazioni ai disciplinari. Però, in un mondo di 8 miliardi di persone, di cui almeno 3 miliardi hanno la possibilità di avvicinarsi a vini dealcolati non possiamo impedire alle nostre cantine di sviluppare prodotti innovativi che rispondano a nuove esigenze”.

Battitoemiliano



SCENARI/FORMIND
FUORI CASA: TRA RESILIENZA E INNOVAZIONE
CRESCITA MODERATA NEL 2024: VALORE IN AUMENTO, VOLUMI IN CALO. L’INCERTEZZA ECONOMICA
E LA CRESCENTE ATTENZIONE A STILI
DI VITA SALUTARI HANNO SEGNATO
L’ANNO. IL BEVERAGE DEALCOLATO
EMERGE COME RISPOSTA ALLE
NUOVE TENDENZE DEI CONSUMATORI
DI ANTONIO FARALLA

Il mercato Fuori Casa ha chiuso il 2024 con una performance positiva, ma non senza difficoltà. A livello di volumi, l’aumento è stato contenuto, fermandosi a +0,5%, mentre il valore ha registrato una crescita più consistente, pari al +4,4%. Questo risultato non ha sorpreso gli analisti, poiché era in linea con le previsioni rilasciate da Formind a ottobre 2023. Tuttavia, il percorso dell’anno è stato tutt’altro che lineare: dal mese di settembre in avanti, il canale ha progressivamente e roso il 50% del vantaggio acquisito nei primi otto mesi dell’anno in termini di volumi, riducendo anche il valore medio dello scontrino di circa lo 0,6%.
DIVARIO TERRITORIALE E TENDENZE DEL MERCATO
L’analisi territoriale del mercato Fuori Casa evidenzia una
performance migliore nelle regioni centrali e meridionali, con il sud Italia che ha mostrato risultati superiori rispetto al nord. Le categorie di prodotto hanno vissuto andamenti contrastanti: birra, spirits e aperitivi hanno registrato performance inferiori rispetto al trend di mercato Tuttavia, per quanto riguarda gli spirits, alcune tipologie hanno fatto segnare risultati positivi, contrastando l’andamento negativo generale. È interessante notare come i canali notturni abbiano avuto un andamento superiore rispetto a quelli diurni, e come pizzerie e ristoranti a catena abbiano registrato trend positivi, in controtendenza con la ristorazione tradizionale, che ha faticato a recuperare terreno.
IL CONSUMATORE E IL COMPORTAMENTO
D’ACQUISTO
Dal punto di vista del comportamento del consumatore, il canale non ha perso significativi volumi di clientela, anche se si è osservata una riduzione nel numero di atti di acquisto e una stabilizzazione del valore medio dello scontrino in linea con l’inflazione. Un dato interessante riguarda l’aumento degli acquisti da parte dei consumatori non residenti, mentre quelli italiani hanno mostrato una certa flessione. La crescita del valore dello scontrino è stata determinata dalla cautela dei consumatori, sempre più attenti a scelte economiche più conservative.
I FATTORI CHE INFLUENZANO
IL MERCATO
A livello macroeconomico, diversi fattori hanno influenzato il mercato Fuori Casa nel 2024. La stagionalità climatica, con un’estate instabile, ha avuto un impatto sui consumi, così come la persistenza dello smart working, che ha ridotto le occasioni di consumo nei periodi diurne. In parallelo, il consumatore non residente ha continuato a preferire consumi meno intensi
Trend mercato Ho.re.ca. – aree progressivo

rispetto a quello italiano, e il crescente interesse per uno stile di vita salutistico ha avuto una rilevanza crescente nelle scelte d’acquisto. Inoltre, il quadro economico generale, caratterizzato da aumenti dei costi dei servizi e dei prodotti, ha determinato una pressione sui consumatori. A fine anno, si sono aggiunte le nuove sanzioni stradali legate alla guida in stato di ebbrezza, uso di stupefacenti ed eccesso di velocità, che hanno rallentato i consumi di prodotti alcolici. Le modifiche alle normative hanno generato una riflessione sul possibile futuro dei prodotti low alcohol, i quali potrebbero diventare una risposta alle preoccupazioni dei consumatori.
Mercato Ho.re.ca. – ponderata canali volumi progressivo
FOCUS SUL NO ALCOL
Il segmento del beverage dealcolato sta emergendo come una delle risposte più interessanti alle nuove tendenze dei consumatori, che mostrano un crescente interesse verso stili di vita più salutari. In particolare, il consumo di birra e vino dealcolato ha visto una crescita significativa, con le birre low alcohol che rappresentano oltre l’80% del segmento low alcol. Questo trend, sebbene più recente nel nostro Paese, è parte di un movimento globale che cerca di coniugare il piacere del consumo con scelte più moderate in termini di alcol e zuccheri. E anche il mondo della mixology ha visto un’inversione di tendenza. Sempre più consumatori scelgono prodotti a bassa gradazione alcolica, caratterizzati da un minor contenuto di zuccheri e da un maggiore utilizzo di frutta fresca, un ingrediente che sta diventando sempre più popolare nei punti di vendita horeca. La mixology del futuro sembra quindi orientarsi verso drink più leggeri e naturali, rispecchiando una maggiore consapevolezza dei consumatori in merito alla loro salute. Nonostante il successo crescente di questi prodotti, l’Italia, con la sua forte tradizione vitivinicola, continua ad affrontare resistenze culturali nei confronti del vino dealcolato. La percezione di un prodotto che non rispetta appieno la tradizione è ancora una barriera significativa. La sfida per i produttori sarà quella di trovare un equilibrio tra l’innovazione e il rispetto della tradizione, cercando di sensibilizzare i consumatori senza compromettere l’autenticità del prodotto.
LE PROSPETTIVE FUTURE
PER IL SEGMENTO NO/LO
Le prospettive per il segmento low alcohol sono promettenti, ma non prive di sfide. La crescente attenzione alla salute e il desiderio di ridurre il consumo di alcol sono fattori che spingono in questa direzione, ma la resistenza culturale e il forte legame degli italiani con le bevande alcoliche tradizionali potrebbero rallentare l’espansione del mercato. Tuttavia, i segnali di crescita sono evidenti, e il cambiamento nel comportamento d’acquisto, in particolare tra i più giovani e tra i consumatori più consapevoli, fa presagire una maggiore accettazione del fenomeno. Inoltre, le novità normative, come le sanzioni stradali relative alla guida sotto l’effetto dell’alcol, potrebbero favorire ulteriormente l’adozione di alternative low alcohol. Se da un lato queste misure potrebbero spingere i consumatori verso scelte più responsabili, dall’altro potrebbero incentivare l’industria a diversificare la propria offerta e a sperimentare nuovi prodotti, in grado di rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più attento alla salute. E se il 2024 è stato un anno complesso per il mercato Fuori Casa, il segmento del beverage dealcolato, tuttavia, ha mostrato segnali positivi, rispecchiando i cambiamenti nelle abitudini dei consumatori verso scelte più salutistiche e consapevoli. Sebbene il mercato sia ancora in fase di adattamento, le opportunità per il settore low alcohol sono evidenti, e le tendenze in atto potrebbero definirne la crescita nei prossimi anni.


Bar Diurno Bar Notturno Ristorante Pizzeria Intrattenimento
Mercato Ho.re.ca. – ponderata canali fatturato progressivo



IN VETRINA/ALCOHOL FREE

WARSTEINER
Warsteiner Italia, a conferma dell’impegno dell’azienda per innovazione e qualità, in occasione di Beer and Food Attraction presenta una grande novità per il mercato: il fusto 20 litri della birra dealcolizzata 0,0%, che fin’ora era disponibile solo in bottiglia 0,33. Una soluzione ideale ed estremamente attuale per i locali e i consumatori che potranno godersi una birra completamente senza alcol alla spina. www.warsteiner.it

RINALDI 1957
Dalla distilleria indipendente Hooghoudt (1888) arriva Zero Zero 24, un infuso di erbe naturale e analcolico, fresco e floreale. Zero Zero 24 combina i sapori schietti di fiori di ginepro, sambuco e gelsomino con sentori erbacei per realizzare Gin & Tonic e altri grandi cocktail analcolici. Ogni componente botanica viene distillata individualmente per poi essere miscelata in base ai loro aromi e sapori specifici, con lavanda e bacche di ginepro che danno il tipico carattere. La ricetta è basata sull’autentico
Rijke Jenever (Rich Genever) n. 24 di Ludolf Wietse Hooghoudt. www.hooghoudt.com www.rinaldi1957.it

MARTINI

Una gamma premium di due aperitivi analcolici Vibrante e Floreale, realizzati per chi predilige un consumo no-alcol, senza rinunciare al piacere di un drink. Utilizzando gli stessi ingredienti per i vermouth classici, l’alcol viene rimosso e infuso naturalmente con una selezione di botanicals provenienti da fonti sostenibili. Senza coloranti, senza aromi artificiali e completamente gluten free, Martini Floreale è fresco, leggero e floreale, Martini Vibrante è agrumato, avvolgente ed equilibrato. Disponibili in bottiglie da 0,75l. www.martini.com

FONTE PLOSE
La famiglia Alpex si allarga e aggiunge una tonalità di rosa alla linea con ALPEX PALOMA, che va a integrare l’offerta di aperitivi “ready2drink analcolici” già esistente: ALPEX SPRITZ, HUGO e G&T. Paloma è un cocktail iconico amato in ogni stagione e la ricetta Alpex, con tanto succo di pompelmo rosa, è ideale per un drink rinfrescante e appagante al palato.
Un aperitivo analcolico che si prepara in pochissimo tempo e che con minima guarnizione consente una presentazione d’effetto: basta versare la bottiglietta di Alpex Paloma (20cl) in un tumbler o altro bicchiere alto con ghiaccio e aggiungere una fetta di lime o pompelmo a seconda dei gusti.
www.acquaplose.com/ trova-plose


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WARSTEINER PREMIUM FRESH 0,0% ALC.




DIAGEO
Tanqueray 0.0%
è uno spirit distribuito da Diageo che si propone come alternativa al classico Tanqueray & Tonic. Frutto di una lunga sperimentazione, Tanqueray 0.0% nasce grazie all’esperienza del mondo della distillazione del gin dell’innovation team di Diageo che, partendo dalle stesse botaniche del classico Tanqueray London Dry ha saputo creare un prodotto completamente 0.0% ABV. Distillando bacche di ginepro, coriandolo, angelica e liquirizia, gli esperti infatti, sono riusciti a ottenere un liquido con le stesse note di gusto ideale per chi ricerca un prodotto equilibrato e non vuole rinunciare al gusto di Tanqueray. Proprio come il classico Gin&Tonic, la degustazione perfetta di Tanqueray 0.0 è con ghiaccio, acqua tonica e uno spicchio di lime. Con Tanqueray 0.0 è possibile vivere la stessa esperienza di gusto del Gin&Tonic ma senza alcohol in ogni occasione, anche per il pre pranzo o durante un light lunch. www.tanqueray.com www.diageo.com

PALLINI
Limonzero è il limoncello analcolico di Pallini, caratterizzato dal profumo dei limoni di Amalfi e dalle note speziate dello zenzero. Limonzero, extension analcolica del tradizionale Limoncello Pallini, tra i più venduti al mondo e prima versione alcol free disponibile sul mercato, si distingue per essere versatile e leggero, avvolgente e ricco di gusto, perfetto per essere bevuto in purezza con ghiaccio in qualsiasi momento della giornata, e ideale anche per dar vita a drink speciali e rinfrescanti, magari con acqua tonica o tè freddo. www.limoncellopallini.com
FORST
100% FORST 0,0% alcol: così si presenta la prima birra di casa FORST con zero gradi alcolici. Caratterizzata da piacevoli note di luppolo, questa birra lascia un gusto pieno e bilanciato. La sua freschezza rigenerante permette di godersi a fondo ogni momento della giornata. Premiata con la medaglia d’oro ai “World Beer Awards 2023” nella categoria No & Low Alcohol Lager, 100% FORST - 0,0% alcol si distingue per il basso contenuto calorico, la freschezza rigenerante e la schiuma fine. www.forst.it

SABATINI

Sabatini Gin 0.0, miscela analcolica 100% italiana, nasce dalla distillazione di 5 botaniche toscane: lavanda, timo, salvia, foglie di olivo, lemon verbena. Senza zucchero, senza dolcificanti e senza aromi artificiali, è l’alternativa analcolica perfetta per chi sceglie di non bere alcool. Oltre ad avere il certificato VeganOK, Sabatini Gin 0.0 ha un QR code rinnovato e impresso sulla bottiglia così da permettere ai consumatori di conoscere la storia della filiera produttiva, le certificazioni e la tracciabilità. www.sabatinigin.com

ASSORTIMENTI/GREEN ECONOMY
SOSTENIBILITÀ: LA CHIAVE DEL SUCCESSO IGNORATA
DAI DISTRIBUTORI
RESPONSABILI

UMBERTO NAPOLI, CO-FOUNDER FOURGREEN
DI UMBERTO NAPOLI

Il settore della distribuzione food & beverage si trova di fronte a una sfida cruciale: adottare politiche green in un contesto normativo sempre più rigido e rispondere alla crescente domanda di sostenibilità da parte di clienti e partner. Tuttavia, molti distributori sembrano ignorare questa necessità, rischiando di compromettere la loro competitività futura.
L’impatto ambientale del trasporto in Italia e in Europa Il settore del trasporto merci è responsabile di oltre il 30% delle emissioni di CO2 dei trasporti in Europa, con una previsione di aumento dei volumi di scambio e conseguente aumento delle emissioni generate. Proviamo solo a immaginare quanti automezzi ogni giorno si muovono in tutta Italia per garantire la consegna dei prodotti food&beverage


STAFF DI FOUR GREEN, DA SINISTRA UMBERTO NAPOLI, LUCA FAGGIANELLI, FULVIA DI GIROLAMO, FABIO IANDOL O, PIETRO SORRENTINO
dai distributori agli oltre 325.000 punti vendita finali. Vengono stimati almeno 23.000 automezzi attivi oggi su strada degli oltre 3.400 imprese che ogni giorno consegnano le merci sui punti vendita Horeca e il numero risultante è spaventoso: 2,3 milioni di km percorsi dai distributori ogni singolo giorno. Vuol dire fare 58 volte il giro del mondo ogni giorno. Considerando che parliamo di automezzi quasi esclusivamente diesel è facile intuire l’enorme impatto che la distribuzione Horeca ha sull’ambiente. Se pensiamo che questi chilometri vengono effettuati all’interno dei centri urbani, vuol dire che l’impatto generato è ancora più grave poiché influisce non solo sul cambiamento climatico ma anche sulla qualità dell’aria delle nostre città
La mancanza di una strategia di sostenibilità della distribuzione Horeca non è più un problema che può essere ignorato. Le ripercussioni ambientali si intrecciano con quelle economiche e sociali rendendo urgente un cambiamento di paradigma che possa garantire un futuro più sostenibile ai territori dove le aziende operano. Utilizzare ad esempio un furgone Euro6 rispetto a un Euro 4 ha una riduzione di particolato fino al 95%* con benefici importanti per la salute pubblica (*Standard Euro 4: Limite di emissione di particolato di 0,02 g/km per autoveicoli diesel. Standard Euro 6: Limite di emissione di particolato ridotto a 0,005 g/km per autoveicoli diesel.) Un distributore con una flotta moderna genera quindi benefici quantificabili e comunicabili alla propria clientela con conseguenti risparmi dei consumi di carburante.
IL CONTESTO NORMATIVO EUROPEO
Il settore dei trasporti è uno dei principali destinatari delle misure di decarbonizzazione dell’UE. Il Green Deal Europeo e regolamenti come il 2019/1242 stabiliscono obiettivi vincolanti per ridurre le emissioni e incentivano l’adozione di tecnologie a basse o zero emissioni. Le normative impongono limiti rigorosi, ma offrono anche incentivi economici per chi investe nella transizione ecologica. Le aziende che ignorano questo cambiamento rischiano multe, restrizioni e perdita di fiducia. Al contrario, chi adotta strategie sostenibili può rinnovarsi, migliorare i servizi e sfruttare finanziamenti pubblici. Pianificare e non subire questo cambiamento risulta strategico.
IL CAMBIAMENTO È GIÀ IN ATTO: IL CASO
DELLE GRANDI AZIENDE DI LOGISTICA
Mentre molti distributori Horeca rimangono statici, alcune delle più grandi aziende di logistica a livello globale, come DHL, UPS e Maersk, stanno guidando la transizione verso la sostenibilità. Un esempio positivo nel settore Horeca è Carlsberg, che con Feldschlösschen in Svizzera fornisce il settore gastronomico con un’intera flotta di camion elettrici. Questo approccio ha generato un forte apprezzamento sui media tra ristoratori e catene alberghiere, che cercano partner in linea con i protocolli ambientali.
LA SITUAZIONE DEI DISTRIBUTORI
HORECA IN ITALIA
Nonostante il cambiamento in atto, molti distributori Horeca in Italia continuano a trascurare l’importanza di adottare politiche sostenibili. La competitività è ancora troppo spesso focalizzata esclusivamente sul prezzo, ignorando che i clienti, sempre più attenti alle tematiche ambientali, stanno iniziando a preferire partner che dimostrano un impegno concreto nella transizione green. Questa resistenza al cambiamento non è solo un problema ambientale, ma anche un rischio economico e reputazionale. I distributori che non adottano politiche green potrebbero trovarsi esclusi da partnership strategiche, bandi di gara e opportunità di mercato, oltre a subire sanzioni o costi operativi per il mancato rispetto delle normative.
I RISCHI DI NON AGIRE
Ignorare la necessità di una transizione verso modelli più sostenibili comporta rischi significativi per i distributori Horeca, come la perdita di competitività a causa della crescente domanda di
LO

ATTRACTION 2024
sostenibilità da parte dei clienti che potrebbe spingere verso competitor più attenti all’ambiente, l’aumento dei costi normativi e delle sanzioni dovuti all’adeguamento forzato alle normative future che potrebbero risultare molto più onerosi rispetto a una transizione pianificata e progressiva, e l’impatto negativo sulla reputazione, poiché la percezione di un’azienda come non sostenibile può influire negativamente sulle relazioni con clienti e partner.
LE OPPORTUNITÀ
DELLA TRANSIZIONE GREEN
Nonostante le sfide, la transizione verso modelli di distribuzione sostenibili offre anche numerose opportunità alle imprese che affrontano in modo sistemico il cambiamento, come l’accesso a nuovi mercati in cui la sostenibilità è un elemento chiave per entrare in ambiti premium e internazionali, la riduzione dei costi operativi grazie all’efficienza energetica e all’adozione di tecnologie innovative che possono portare a significativi risparmi a breve e medio termine, e i vantaggi competitivi derivanti dal posizionamento come leader del settore per essere tra i primi a implementare politiche green.
RIFLESSIONI FINALI
La distribuzione food & beverage nel canale Horeca si trova a un bivio: continuare a ignorare le sfide ambientali o abbracciare la transizione verso la sostenibilità. Le normative europee e le aspettative del mercato stanno rendendo sempre più evidente
CHI È FOURGREEN?
Fourgreen è un’azienda climate tech nata all’interno dell’acceleratore Joule, la scuola di Eni per l’impresa, ed è oggi la prima società di consulenza ambientale dedicata al settore food&beverage. La sua mission è semplificare la transizione ecologica delle imprese offrendo servizi e tecnologie in un unico provider. Realizza software per la gestione delle emissioni di CO2 e implementa tecnologie come impianti fotovoltaici e biocarburanti per ridurre le emissioni aziendali migliorando i costi di esercizio. Attraverso una metodologia scientifica certificata ISO offre soluzioni concrete e innovative ed accompagna le aziende durante l’intero percorso: dalla scelta delle soluzioni fino alla completa neutralità carbonica dell’impresa
che il futuro appartiene a chi saprà integrare sostenibilità e competitività
I distributori Horeca italiani hanno l’opportunità di trasformare una sfida in un vantaggio strategico, ma è necessario agire subito. Monitorare le proprie emissioni di CO2, investire in flotte green, ottimizzare le rotte e adottare tecnologie innovative non è solo un dovere verso l’ambiente, ma anche una strategia vincente per garantire il successo della propria impresa

HORECA A IMPATTO ZERO, IL TALK DI FOUR GREEN IN OCCASIONE DI BEER&FOOD


NORMATIVE/ASSOBIBE
PLASTICA RICICLATA: NUOVA DIRETTIVA!
LA “PLASTIC STRATEGY” VOLUTA
DALL’UNIONE EUROPEA
PROSEGUE IL SUO ITER:
NEL 2025 LE BOTTIGLIE IN PET
DOVRANNO CONTENERE ALMENO
IL 25% DI PLASTICA RICICLATA.
ABBIAMO CHIESTO AD ASSOBIBE
DI FARE IL PUNTO DELLA
SITUAZIONE PER IL SETTORE
DELLE BEVANDE
DI FRANCO METTA
Con l’anno nuovo si è tornati a parlare delle novità introdotte dal Decreto Legislativo 196/21, noto come Decreto SUP che ha recepito la normativa comunitaria sulla plastica monouso utilizzata specialmente nel settore delle bevande analcoliche. Il decreto fa parte di un ampio progetto della Commissione Europea, la Plastic Strategy, avviato a inizio del 2018 con l’obiettivo di ripensare la produzione, l’utilizzo e la gestione dei prodotti di plastica e con lo scopo di ridurre la loro dispersione, ovvero l’impatto a livello ambientale. Si tratta di processo lungo, che richiede tempo affinché gli Stati Membri possano adeguarsi, e che è stato suddiviso in singoli obiettivi al






COME LA MONTAGNA
Sgorga tra le Alpi e il mare, acqua S Bernardo.
Scorre pura come la neve.
Viaggia leggera come l'aria d'altura.
Raggiunge la tua tavola equilibrata come le forze che plasmarono le vette da cui sgorga.
Acqua S.Bernardo è così la Goccia di montagna SQUADRA ITALIANA DI BIATHLON
ACQUA UFFICIAL E

STRATEGIE/LOGISTICA
ALLA RICERCA DI AUTISTI


MERCI E LOGISTICA E VICEPRESIDENTE FEDERTRASPORTO E PRESIDENTE ANITAASSOCIAZIONE NAZIONALE IMPRESE TRASPORTI AUTOMOBILISTICI
Si dice che il tempo sistemi le cose. Ma il vecchio adagio popolare sembra non essere veritiero se si parla di logistica e di autisti di mezzi pesanti. Perdura ormai da diversi anni, infatti, il problema della mancanza di personale in Italia e in tutta Europa. E nel nostro Paese, nonostante alcune strategie messe in campo dal governo, la situazione pare non migliorare. Una fotografia della situazione attuale la scatta Carlo De Ruvo, Presidente Confetra-Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica : “ La carenza di autisti nel trasporto pesante è un’emergenza che interessa tutta l’Europa, non solo l’Italia. L’Iru-International Road Transport Union stima che in Italia ne manchino almeno 22.000 Sempre l’IRU stima che nei Paesi UE27, in Norvegia e nel Regno Unito nel 2023 le posizioni vacanti siano state
233.000, pari al 7% del totale degli autisti. Valore che, senza un’azione significativa, tenderà a salire fino a 745.000 nel 2028, con una mancanza di 66.000 addetti in Italia, soprattutto a causa dei pensionamenti dei conducenti”. Una delle problematiche che affligge il settore della logistica in Italia riguarda il reclutamento del personale, come emerge dalle dichiarazioni di Riccardo Morelli , Presidente sezione merci e logistica e Vicepresidente Federtrasporto e Presidente AnitaAssociazione nazionale imprese trasporti automobilistici : “Le stime sul mercato del lavoro mostrano un disequilibrio importante tra la domanda e l’offerta, cresciuto di 15,5 punti percentuali in soli tre anni, dai 15,1% del 2019 al 30,6% del 2023. Lo stesso anno in cui il 73% delle imprese ha programmato assunzioni. Il risultato è che nel 2024 sono mancati all’appello circa 25.000 autisti , è crollato il numero

PAOLO GIACOBBE , RICERCATORE DELL’OSSERVATORIO CONTRACT LOGISTICS ‘GINO MARCHET’ DEL POLITECNICO DI MILANO
della CQC-Carta di qualificazione del conducente, ridimensionato del 35% nel quadriennio 2019-2023, e la forza lavoro attualmente impiegata continua a invecchiare: il 53% del totale dei conducenti è over 50 mentre il numero degli under 25 si allarga solo debolmente”.
In questo contesto il periodo del Covid-19 ha rappresentato sicuramente un punto di non ritorno: ha spinto le aziende a rivedere le proprie strutture, portandole a essere più pronte a reagire all’incertezza e a eventi imprevisti. “Negli ultimi anni – afferma Paolo Giacobbe, Ricercatore dell’Osservatorio Contract Logistics ‘Gino Marchet’ del Politecnico di Milano – è emerso sempre più chiaramente il ruolo strategico della logistica. Dal punto di vista economico, il valore delle attività logistiche in Italia è cresciuto da 119 miliardi di euro nel 2019 a 157 miliardi nel 2022, arrivando a contare l’8,9% del
CARLO DE RUVO , PRESIDENTE CONFETRACONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEI TRASPORTI E DELLA LOGISTICA
RICCARDO MORELLI , PRESIDENTE SEZIONE
REBUS TACHIGRAFO, SERVE PIÙ FORMAZIONE
Il Regolamento 561/2006 regola i periodi di guida, interruzioni e riposo di conducenti di camion, autobus e corriere per una maggiore sicurezza. Negli ultimi tempi non sono mancate denunce riguardo la complessità delle norme relative al tachigrafo che, secondo alcuni, lasciano spazio a varie interpretazioni. La formazione costante resta l’unico modo per non incorrere in sanzioni. “Si tratta di norme complicate e non sempre di facile comprensione – conferma Carlo De Ruvo –. Tuttavia, sono necessarie per il corretto svolgimento della prestazione lavorativa in sicurezza. Infatti, ai fini dei controlli su strada il mancato rispetto della disciplina dell’alternanza tra guida e riposo ha ripercussioni su tutta la filiera del trasporti e dunque è indispensabile che le imprese formino gli autisti sull’argomento. Sicuramente, alcune disposizioni andrebbero semplificate Confetra è da sempre portavoce della semplificazione e della ‘sburocratizzazione’ in generale, ma sempre nel rispetto della sicurezza sociale”. Dello stesso parere Riccardo Morelli: “Le regole europee sui tempi di guida e di riposo degli autisti e sull’utilizzo del cronotachigrafo sono sicuramente complesse, tanto è vero che è richiesta una formazione obbligatoria specifica e ripetuta nel tempo proprio per dare ai conducenti tutte le competenze per il corretto svolgimento della loro attività. La stessa azienda dovrebbe estendere la formazione a tutti coloro che organizzano i servizi di trasporto e il lavoro degli autisti, affinché tali attività vengano svolte nel rispetto delle norme”.

Pil, mentre a livello aziendale, i manager della logistica sono sempre più coinvolti nelle decisioni strategiche”.
UNA PROFESSIONE POCO ATTRAENTE
La carenza di autisti è una costante ormai da diversi anni, per varie ragioni, a partire dal ricambio generazionale che in passato non è stato adeguatamente incentivato alla scarsa attrattività della professione, soprattutto per giovani e donne, oltre alla difficoltà a poter accedere al mestiere per i costi elevati della patente C e della CQC. A questi fattori bisogna aggiungere le impegnative condizioni di lavoro che richiedono una prolungata assenza dalla propria residenza, lunghi tempi di attesa per il carico e lo scarico delle merci, la mancanza di aree di sosta sicure e dotate di servizi adeguati, oltre alla fragilità della rete infrastrutturale italiana.
“In Italia, l’84 % delle merci viaggia su gomma mentre la rete viaria, la prima in Europa per numero di tunnel e chilometri di ponti, è anche in cima alla classifica per vetustà – fa notare Morelli –, con l’85% dei
collegamenti costruito negli anni ‘70. Secondo Uniontrasporti, le opere prioritarie per il Paese sono circa 247, da nord a sud, e di queste il 44% sarebbe destinato a incidere sulla rete stradale. Tutto ciò certifica la necessità di rigenerare e migliorare la rete stradale e autostradale, così da accrescerne l’utilità di lungo periodo e aumentarne la capillarità a vantaggio delle imprese di autotrasporto, dell’industria e delle altre modalità di trasporto, che per funzionare bene devono poter contare sull’efficienza delle operazioni di ultimo miglio.
Inoltre, il 60% del totale dell’export italiano, espresso in tonnellate di merci trasportate, è destinato ai Paesi europei e quindi la necessità di poter contare su una dotazione di infrastrutturale efficiente esiste , soprattutto per l’arco alpino, dove il 70% dei volumi viaggia su strada e il 30% su ferrovia. Come per le altre filiere, anche i trasporti ascrivibili alla grande distribuzione organizzata soffrono l’inadeguatezza delle connessioni fra la rete stradale e i centri di distribuzione. Va detto però che i

Ce.di., oltre a essere malserviti, sono spesso poco efficienti: qui, infatti, l’assenza di organizzazione nelle operazioni di prenotazione degli slot per il carico e lo scarico dei beni di largo consumo produce ritardi destinati a ripercuotersi lungo tutta la catena del valore. La scarsa flessibilità dei centri logistici, unita all’applicazione di un modello organizzativo miope si traduce
in lunghi periodi di inattività e stress per gli autisti, ingenti danni economici per le imprese di autotrasporto e per la committenza. Una circostanza che comporta difficoltà maggiori per le aziende che cercano personale in questo segmento”.
IL BONUS PATENTI
NON BASTA
Tra le iniziative messe in campo dal governo italiano per porre rimedio al problema, c’è il bonus patenti autotrasporto, che ha previsto la possibilità per i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni di usufruire di un contributo pubblico pari all’80% della spesa sostenuta fino a un massimo di 2.500 euro per il conseguimento della patente e/o delle abilitazioni professionali, stanziando 25,3 milioni di euro dal 2022 al 2026. Tuttavia, i fondi del 2022, del 2023 e del 2024 sono stati esauriti in

poche ore. Il bonus si rivolgeva solo ai cittadini privati, non alle aziende. Per questo, c’è chi ha proposto una revisione della norma estendendone la fruizione alle imprese attive nel settore della distribuzione di prodotti alimentari e di bevande, intravedendo nella modifica una possibile via risolutiva per le aziende, che potendo usufruire del bonus avrebbero modo di formare nuovi autisti.
Ma non tutti concordano. “Ritengo –dichiara Morelli – che una revisione della norma nella direzione indicata avrebbe poco senso, in primo luogo perché si tratta di titoli abilitativi e pertanto destinati correttamente ai cittadini privati e non alle imprese, che avrebbero comunque il vantaggio di vedere aumentata la platea degli autisti a cui attingere per incrementare la forza lavoro; inoltre, una volta conseguita patente e CQC, l’autista è abilitato a guidare anche veicoli impiegati nel settore della distribuzione di alimenti e di bevande. Per il futuro sarebbe importante preparare un elenco di tutti i fruitori del bonus patenti, così che le imprese possano venirne in contatto”.
“Al di là dei limiti della normativa, che possono sicuramente essere discussi –aggiunge Giacobbe –, è fondamentale stabilire incentivi per attrarre giovani nel settore. Tuttavia, il bonus patenti non può risolvere da solo il problema dei circa 20.000 autisti mancanti nel Paese. Lo shortage di manodopera nel comparto è un problema strutturale. Oltre agli incentivi, è essenziale investire sull’attrattività e la sostenibilità sociale del settore”.

QUALI SOLUZIONI
PER IL FUTURO?
Un’altra delle proposte avanzate in questi mesi è quella dell’elevazione del limite di 50 quintali di portata massima complessiva a terra dei mezzi conducibili con patente B per agevolare l’operatività del settore. Una soluzione, che secondo il Vicepresidente di Fedetrasporto Morelli, sarebbe “utile ad ampliare il bacino dei candidati per le aziende che svolgono operazioni di ultimo miglio nei contesti urbani, mantenendo alti gli standard di sicurezza, ma che richiede una modifica delle norme europee sulle patenti, a cui siamo vincolati”. Un punto da cui ripartire, invece, sembra essere la scuola: “Il sistema di istruzione dovrebbe essere coinvolto per attrarre e favorire l’inserimento dei giovani nel settore del trasporto attraverso la creazione di uno specifico percorso scolastico per la formazione degli autisti –continua Morelli –. In questo percorso e con queste finalità, si inserisce l’iniziativa dell’Osservatorio ‘Giovani autotrasporto
e logistica’ che Anita ha recentemente presentato in occasione del Transpotec 2024 e che tra i suoi obiettivi pone la creazione di una piattaforma di dialogo tra l’industria e i giovani, che possa donare maggiore attrattività alle imprese impegnate nel trasporto stradale delle merci in un ambiente informato, equo e inclusivo”.
Dello stesso parere De Ruvo, che ribadisce: “Bisognerebbe riuscire a far comprendere ai giovani le caratteristiche del mestiere di autotrasportatore, che sono ben diverse dall’immaginario comune, anche considerato l’avvento della digitalizzazione. Un grande aiuto in tal senso potrebbe arrivare dalle scuole professionali, dagli istituti tecnici e dagli istituti tecnici superiori, che all’ultimo anno dovrebbero prevedere percorsi specifici per giungere al conseguimento della patente C e della CQC”.
Ma tra le strade percorribili ci sono: finanziamenti adeguati per il bonus patente; riforma della CQC, per un accesso più
veloce e semplificato alla professione; maggiore attenzione alle aree di sosta da dotare di standard minimi che vadano incontro alle esigenze degli autisti e garantiscano loro confort e servizi essenziali. Inoltre, è necessario continuare a investire sulla logistica 4.0: “Le nuove tecnologie possono supportare in particolare il mondo food & beverage, che deve combinare esigenze logistiche con requisiti di qualità dei prodotti – sostiene Giacobbe –. Si pensi alle soluzioni per la tracciabilità delle merci, capaci di operare a un livello di dettaglio crescente, o a software e applicazioni di yard management per minimizzare il problema delle attese in piazzale. Inoltre, è necessario investire sempre di più sulla centralità delle persone: dalle capacità di manager qualificati al valore aggiunto portato da esperti in nuove tecnologie, al contributo fondamentale dei lavoratori ‘tradizionali’ della logistica, continuando la transizione verso un settore sempre più human centric”.


YOUR PERFECT MIXER









GESTIONE/INTELLIGENZA ARTIFICIALE
DATI PULITI, SUCCESSO ASSICURATO
LA GESTIONE DELLE ANAGRAFICHE E DEI DATI
È SPESSO SOTTOVALUTATA DAI DISTRIBUTORI HORECA.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE OFFRE STRUMENTI
PER CORREGGERE INCONGRUENZE, MIGLIORARE LE OPERAZIONI E OTTIMIZZARE LE STRATEGIE AZIENDALI
DI MATTEO SASSELLI

MATTEO
SASSELLI, CONSULENTE ED ESPERTO DI A.I.
L’ampiezza dell’offerta e la varietà dei clienti, insieme alla frequente introduzione di nuove referenze e alle acquisizioni tra distributori, spesso portano ad anagrafiche di prodotti, clienti e fornitori poco curate o incoerenti. Questo aspetto, spesso sottovalutato dai distributori, si rivela invece cruciale per evitare errori, incomprensioni ed inefficienze logistiche, nonché per implementare nuove strategie e migliorare le performance aziendali.
L’A.I. COME SOLUZIONE PER LA PULIZIA DEI DATI
L’intelligenza artificiale, o A.I., offre una soluzione innovativa e potente per affrontare il problema delle anagrafiche disordinate. Questa tecnologia, che simula i processi cognitivi umani come apprendimento e ragionamento, è in grado di analizzare grandi volumi di dati per identificare corrispondenze, correggere errori e suggerire nuove soluzioni. All’interno di questo ambito, il Machine Learning rappresenta una componente fondamentale, permettendo ai sistemi di apprendere progressivamente dai dati storici. Ad esempio, se in un listino si trova la descrizione “CocaCola 33 cl lattina” e altrove “Coca-Cola Lattina 0,33”, gli algoritmi di apprendimento automatico possono riconoscere che si tratta dello stesso articolo e unificarne il dato. Questo apprendimento migliora costantemente con l’uso.
Un aspetto particolarmente utile del Machine Learning è il Natural Language
Processing, o NLP, che interpreta il linguaggio naturale nelle descrizioni. Questa tecnologia è in grado di riconoscere che parole diverse come “brand” e “marca”, oppure “fusto 30 lt” e “keg 30 litri”, indicano lo stesso concetto. Grazie a queste capacità, si riducono notevolmente i duplicati, semplificando la ricerca dei prodotti e migliorando l’efficienza generale. Per rendere questo processo ancora più efficace, si definiscono classificazioni e categorie precise. Ad esempio, stabilendo che la categoria “Bibite Gassate” debba comprendere sottoinsiemi come “Cola” e “Aranciata”, l’algoritmo utilizza queste informazioni per riorganizzare e strutturare i dati. Una volta unificate le anagrafiche, l’integrazione con i sistemi aziendali diventa più fluida. I software gestionali ricevono dati già normalizzati, rendendo più semplice la gestione delle vendite, delle relazioni con i clienti e delle attività di magazzino. Con dati puliti, inserire un nuovo articolo o aggiornare un prezzo non è più un processo lungo e complesso, ma un’operazione rapida e precisa.
FASE PRELIMINARE
E IMPLEMENTAZIONE
Per sfruttare appieno le potenzialità dell’intelligenza artificiale, è necessario partire da una mappatura accurata di ciò che già si possiede, annotando le principali incongruenze. Per esempio, un fornitore potrebbe indicare un prodotto come “Pale Ale 33 cl”, mentre un altro lo descrive come “Birra chiara 0,33 l”. Queste discrepanze rischiano di confondere i sistemi aziendali e rendono indispensabile un audit iniziale che consenta di

individuare i casi più frequenti di duplicazione o mancanza di informazioni. Parallelamente, si possono stabilire regole di base per standardizzare la scrittura di marchi, nomi di prodotto, formati e unità di misura. Queste norme, una volta impostate in un sistema di intelligenza artificiale, diventano la base per il miglioramento continuo. Col passare del tempo, l’algoritmo diventa sempre più abile nel riconoscere le varianti e nell’uniformarle. Dopo questa fase iniziale di pulizia, l’algoritmo si collega con l’infrastruttura IT già esistente. Nei sistemi ERP (Pianificazione delle Risorse d’Impresa), ad esempio, le schede articolo allineate permettono calcoli di costo precisi, la creazione di documenti di trasporto senza errori e una gestione più efficiente degli ordini. Nei sistemi CRM, invece, i clienti vengono unificati sotto un’unica anagrafica, con uno storico acquisti coerente e informazioni di contatto aggiornate. Nei magazzini, grazie a sistemi WMS (software per gestione magazzino), i codici prodotto normalizzati consentono di individuare rapidamente la merce, riducendo gli errori di prelievo e ottimizzando le operazioni.

CASI PRATICI
Un esempio concreto è quello di un distributore che, nel tempo, abbia incorporato altre realtà distributive, trovandosi con doppie o triple anagrafiche dello stesso articolo. Descrizioni come “Birra Moretti

66 cl” e “Birra Moretti 0,66LT”, o codici diversi come “cod. fornitore 12345B” e “cod. interno 0012345”, possono generare confusione. L’intelligenza artificiale analizza tutte queste varianti, unificandole in pochi passaggi. In poche settimane, l’azienda può ottenere anagrafiche ottimizzate, migliorando la qualità delle informazioni a disposizione di venditori, amministrazione e magazzinieri.
Se un sistema trova anagrafiche di clienti come “Ristorante da Mario Srl” e “Da Mario S.r.l.” con lo stesso indirizzo, l’intelligenza artificiale segnala la probabile duplicazione . In questo modo, errori di battitura e differenze di formato non rappresentano più un ostacolo quotidiano, ma eccezioni facilmente individuabili e risolvibili. Inoltre, per aggiornare cataloghi o listini, un distributore può suddividere le birre per tipologia – come lager, ale o stout – anziché per marca. L’algoritmo analizza e organizza centinaia di etichette in modo accurato, semplificando notevolmente il lavoro
STRATEGIE AVANZATE
Una volta completata la normalizzazione iniziale, l’intelligenza artificiale avvia un ciclo di miglioramento continuo. Se un utente inserisce un nuovo articolo con un formato atipico o un nome insolito, l’algoritmo verifica se esistano somiglianze con prodotti già noti e propone la categoria più adatta. Questo

meccanismo si basa su criteri di similarità e regole apprese dai dati precedenti. Man mano che le referenze aumentano o si introducono nuove categorie, la tecnologia scala in modo automatico, salvaguardando la coerenza complessiva.
Grazie a questa solidità, i distributori possono integrare strumenti più evoluti. Ad esempio, chatbot integrati consentono di dialogare in tempo reale da smartphone, con domanda e risposta, utilizzando le informazioni presenti nel sistema, come dati di magazzino e vendita. Questo si rivela ideale per chi lavora fuori ufficio, migliorando velocità e riducendo gli errori. I sistemi predittivi, invece, permettono di fare previsioni di vendita incrociando dati storici con variabili come festività, eventi locali o condizioni meteo. Infine, è possibile arricchire le anagrafiche clienti con nominativi di nuovi locali in target, non ancora serviti.
In questo modo, l’intelligenza artificiale trasforma dati e anagrafiche in risorse strategiche per un’evoluzione continua del distributore HoReCa. Il risultato è un controllo più rapido e consapevole della catena distributiva, con reparti allineati e forza vendita senza equivoci.
WHOSE WHO?
Matteo Sasselli è un professionista con oltre 20 anni di esperienza nel Marketing, nella Consulenza e nell’Intelligenza Artificiale (A.I.), maturata in contesti prestigiosi come Nestlé. Grazie alla sua expertise e al suo network internazionale, offre soluzioni avanzate per migliorare le strategie di marketing e ottimizzare la gestione delle informazioni. Con il Marketing: aiuta le aziende a distinguersi dalla concorrenza. Con l’A.I.: testa e valuta approfonditamente nuovi progetti e grafiche; normalizza dati e anagrafiche; individua locali non ancora presidiati; forma e aggiorna venditori e clienti tramite chatbot interattivi su smartphone e video con avatar inviati su WhatsApp. sm@hooron.ai







Scopri il gusto autentico dei cocktail a base di Vecchio Amaro del Capo, ora in lattina pronti da servire in un bicchiere colmo di ghiaccio e da guarnire con lime o limone. Prova il Capo Tonic, fresco e frizzante con un tocco agrumato, o il Capo Arrabbiato Spritz, fresco e frizzante con una nota piccante. Goditi un momento di rinfrescante piacere ovunque tu sia!


INTERVISTA MANAGER/SAN BENEDETTO
INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ E NUOVI TRAGUARDI NEL MONDO DEL BEVERAGE
CON UN FORTE IMPEGNO VERSO LA QUALITÀ E LA SOSTENIBILITÀ,
SAN BENEDETTO AFFRONTA LE SFIDE FUTURE CON NUOVE STRATEGIE E PROGETTI IN AMBITO SALUTE E BENESSERE, MANTENENDO ALTA L’ATTENZIONE SULL’EVOLUZIONE DEL MERCATO
DI MARIA ELENA DIPACE
San Benedetto chiude un 2023 da record e guarda al futuro con obiettivi ambiziosi, puntando su innovazione, sostenibilità e qualità.
“Abbiamo raggiunto il traguardo del miliardo di fatturato grazie all’impegno su più fronti, dall’innovazione di prodotto alla comunicazione”, spiega Vincenzo Tundo, Direttore Commerciale e Marketing Italia.
Con un piano strategico che mira a raggiungere un miliardo e mezzo di fatturato entro il 2027, l’azienda continua a investire in prodotti salutistici, processi sostenibili e nuove referenze che rispondano alle esigenze di un consumatore sempre più attento alla qualità e all’ambiente.
GUARDANDO AL 2023 E ALLA
CHIUSURA 2024, QUALI SONO
I PRINCIPALI TRAGUARDI
RAGGIUNTI DA SAN BENEDETTO
NEL MERCATO BEVERAGE?

La nostra strategia ci ha portato a raggiungere un risultato straordinario: il miliardo di fatturato, un obiettivo per il quale abbiamo lavorato costantemente e con grande impegno. L’innovazione è stata il motore principale di questo successo. In un mercato sempre più competitivo, l’azienda ha puntato fortemente sulla qualità dei suoi prodotti e sulla comunicazione al consumatore, temi che ci hanno permesso di raggiungere una
visibilità sempre maggiore, creando valore per noi e per i nostri partner. San Benedetto ha continuato a innovare, unendo prodotti storici e nuove referenze, con l’obiettivo di essere sempre più un punto di riferimento per il consumatore, che oggi è più che mai attento alla qualità e alla salute. Con il nostro portafoglio rinnovato, puntiamo a soddisfare i bisogni dei consumatori attraverso prodotti che non solo soddisfano il palato, ma che contribuiscono anche al loro benessere. In un mondo dove i consumatori cercano sempre più prodotti salutistici, San Benedetto si è sempre distinta per il suo impegno a offrire soluzioni di qualità che rispondano a queste nuove esigenze.
LA SOSTENIBILITÀ È UN TEMA
FONDAMENTALE
PER SAN BENEDETTO…

CO2 e intraprendere un percorso di riduzione. Nel 2023 abbiamo compiuto un passo significativo, sostituendo la linea Acqua Minerale San Benedetto Standard Naturale con la linea Ecogreen, che ha il vantaggio di avere il 100% delle sue emissioni di CO2 eq compensate. Questo è solo un esempio di come abbiamo deciso di integrare la sostenibilità in ogni aspetto del nostro business. Ma non ci fermiamo qui. Il nostro ‘Progetto Network’ è un altro esempio concreto del nostro impegno per la sostenibilità: abbiamo deciso di diversificare la produzione in sei siti strategici in Italia, riducendo così l’incidenza dei trasporti e abbattendo ulteriormente le emissioni di CO2 . In termini concreti, nel 2023 abbiamo risparmiato 40.275 tonnellate di CO2 , contribuendo così a una gestione più sostenibile delle risorse naturali e riducendo il nostro impatto sull’ambiente.
Siamo il gruppo leader in Italia nelle politiche sostenibili nel settore beverage analcolico. Ogni progetto che nasce in azienda è prima di tutto valutato sotto l’aspetto dell’impatto ambientale, con l’obiettivo di ridurre sempre di più la nostra impronta ecologica. Già più di dieci anni fa ci siamo chiesti come potessimo fare la nostra parte per diventare un’azienda più green, non con l’obiettivo di aumentare i ricavi, ma per promuovere una cultura di rispetto per le risorse naturali e di riduzione dell’impatto ambientale. Abbiamo iniziato a calcolare la nostra carbon footprint, diventando i primi in Italia a farlo e a introdurre una serie di azioni volte alla riduzione delle emissioni. Nel 2009 abbiamo firmato un accordo con il Ministero dell’Ambiente, un passo importante per monitorare le nostre emissioni di
CON LA CRESCENTE ATTENZIONE
DEI CONSUMATORI ALLA SALUTE E ALLA SOSTENIBILITÀ, QUALI
SFIDE E OPPORTUNITÀ PREVEDE
PER IL FUTURO DEL SETTORE?
Il mercato sta cambiando rapidamente, con i consumatori che diventano sempre più consapevoli dell’importanza della salute e della


sostenibilità nelle loro scelte quotidiane. A livello strategico, San Benedetto ha l’obiettivo di continuare a crescere e raggiungere un miliardo e mezzo di fatturato entro il 2027. La nostra crescita non è solo economica, ma anche orientata all’innovazione, per rispondere ai bisogni di un consumatore che oggi è sempre più informato e selettivo. Gli stili di vita sono cambiati, e oggi c’è una crescente attenzione per la salute e il benessere, sia attraverso il consumo di alimenti che di bevande. Noi vogliamo essere in grado di anticipare queste esigenze e rispondere con prodotti innovativi, come Aquavitamin, una bevanda arricchita con vitamine, o Skincare l’integratore alimentare in acqua minerale naturale arricchito dalle preziose proprietà del Collagene, dello Zinco e dell’Acido Ialuronico per un nuovo rituale di bellezza quotidiano. Le opportunità nel futuro sono enormi. La nostra visione per i prossimi anni include anche il rafforzamento del nostro impegno verso l’ambiente e la salute dei consumatori, senza tralasciare l’innovazione che continuerà a essere il driver principale del nostro sviluppo. Non è solo una questione di lanciare nuovi prodotti, ma di farlo in un modo che risponda davvero ai bisogni dei consumatori, unendo salute, benessere e sostenibilità.
PARLIAMO DEGLI ULTIMI
LANCI E FACCIAMO QUALCHE
ANTICIPAZIONE ANCHE IN OCCASIONE DEL BEER AND FOOD ATTRACTION DI QUEST’ANNO.
Nel 2025 saremo protagonisti di numerosi lanci innovativi, in particolare nel canale fuori casa, che è uno dei segmenti in forte crescita per noi. Tra le novità, Succoso Zero Bar Specialist, dedicata esclusivamente al canale Ho.Re.Ca, offre un’alternativa distintiva e premium per il mercato dei succhi fuori casa. Con un irresistibile mix di frutta e zero zuccheri aggiunti, Succoso Zero Bar Specialist garantisce tutta la qualità di San Benedetto, disponibile in formato vetro da 0,20L. La nostra attenzione alla qualità non si ferma però ai succhi. Continuiamo a valorizzare anche l’eccellenza dell’acqua minerale con la presenza in fiera di San Benedetto Millennium Water, un’acqua minerale che nasce da una falda acquifera millenaria. Il suo valore di nitrati è inferiore allo 0,0001%, rendendola un prodotto di alta qualità, particolarmente adatto alla preparazione degli alimenti per lattanti o per chi segue diete povere di sodio. Alla gamma si aggiunge il nuovo formato da 0,50L in vetro e la nuova Mito Collection, disponibile nei formati da 0,50L e 0,75L in PET con un design che unisce funzionalità ed estetica sofisticata, comunicando un prodotto di qualità superiore pensato per un pubblico attento ed esigente. Protagonista anche il formato lattina con la novità Extra Sparkling, un connubio tra estetica e praticità che si posiziona come un’opzione premium nel segmento delle acque minerali frizzanti. La fiera di quest’anno è anche l’occasione per presentare nuove soluzioni per il segmento delle bibite, come Passione Italiana, bibite gassate a base di succo 100% italiano, disponibili nel formato lattina da 0,33L.
GUARDANDO AI PROSSIMI
TRE ANNI, QUALI SONO I VOSTRI
OBIETTIVI PRINCIPALI?
Nel prossimo futuro, San Benedetto ha come obiettivo una crescita continua, non solo in termini di fatturato, ma anche in reputazione, notorietà e penetrazione. Puntiamo a diventare sempre più un punto di riferimento per i consumatori, non solo attraverso l’innovazione di prodotto, ma anche con l’introduzione di nuovi servizi che rispondano alle esigenze del mercato. La sostenibilità, la qualità e l’innovazione tecnologica saranno i nostri driver principali. Vogliamo espandere la nostra presenza in nuovi mercati, investendo in tecnologie avanzate per il miglioramento del processo produttivo e dell’esperienza del consumatore. Un altro obiettivo importante sarà l’ulteriore espansione nel segmento salutistico. Il mercato delle bevande salutari è in forte crescita, e noi vogliamo essere protagonisti con nuovi prodotti funzionali come Aquavitamin, Skincare e Aquaprotein.
COME PENSATE CHE I
DISTRIBUTORI POSSANO
CONTRIBUIRE, IN MODO
STRATEGICO, A UN’EFFICACE
CONNESSIONE TRA INDUSTRIA
E CONSUMATORI IN QUESTO
MOMENTO STORICO E SOCIALE?
I distributori sono il nostro primo partner strategico. Non solo in termini di distribuzione dei prodotti, ma come veri e propri partner dei valori che San Benedetto promuove. Loro hanno un ruolo fondamentale nell’interpretare i cambiamenti del mercato, i bisogni dei consumatori e nel veicolare le nostre proposte in modo mirato e innovativo. In un mondo dove il consumatore è sempre più informato e selettivo, il distributore è un alleato che può contribuire a personalizzare l’offerta e a consolidare
la relazione tra brand e consumatore.
La collaborazione con i distributori è sempre più un fattore chiave di successo, dove l’innovazione e la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato fanno la differenza.
COME SI È EVOLUTA LA STRATEGIA
DI COMUNICAZIONE DI SAN BENEDETTO NEGLI ULTIMI ANNI?
La comunicazione di San Benedetto si è evoluta, diversificandosi per raggiungere target diversi. Abbiamo ampliato la nostra presenza sui social media e nella comunicazione digitale, cercando di parlare direttamente ai consumatori, in particolare alle nuove generazioni. Oltre agli investimenti sui media tradizionali, abbiamo creato contenuti originali, campagne di engagement sui social, e collaborazioni con influencer e testimonial che incarnano i valori di qualità e sostenibilità che ci contraddistinguono.
Tra i nostri ambassador ci sono personaggi noti come Elisabetta Canalis, Vittorio Brumotti e Alessandro Borghese, che sono riusciti a rappresentare il nostro impegno verso l’ambiente e il benessere. Con i nuovi formati, come le telepromozioni, i placement in programmi televisivi e la forte presenza online, puntiamo a consolidare la nostra reputazione come brand affidabile e innovativo.


NEL BEVERAGE IN SUDAFRICA SOFFIANO

Èprobabile che non li abbiate mai sentiti nominare, eppure in Sudafrica sono i drink più diffusi. Stiamo parlando dell’ Amarula, un liquore cremoso e dolce ricavato dal frutto della marula bevuto da solo, nel caffè o sul gelato. Del Mampoer, un brandy prodotto con vari tipi di frutta come pesche e albicocche. Poi c’è il Witblits o “fulmine bianco”, brandy d’uva ad alta gradazione alcolica. E l’ Umqombothi , birra tradizionale prodotta con il mais, a bassa gradazione alcolica. Ma anche l’ Appletizer , un succo di mela frizzante e il Savannah Dry Cider , sidro di mele secco, in versione chiara che scura. Se pensate che la cosa non vi riguardi pensate al successo globale del Rooibos , spesso erroneamente chiamato tè ma in realtà un infuso prodotto unico del Sudafrica e ottenuto dalle foglie dell’Aspalathus linearis, privo di caffeina e ricco in antiossidanti.
UN SETTORE IN MOVIMENTO
L’industria sudafricana del beverage sta cambiando pelle, alimentata dall’evoluzione delle abitudini dei consumatori, dall’urbanizzazione e dall’aumento della popolazione. Da qui l’interesse dei grandi gruppi internazionali, con l’investimento diretto di Heineken per 13,6 miliardi di euro e l’acquisizione da parte di Varun Beverages Limited (VBL) della sudafricana BevCo per 3 miliardi di euro. Come scrive Brendan Grundlingh su Business Day “sono finiti i giorni delle bevande popolari e banali. La sete di innovazione dell’industria, unita alla sua capacità di rispondere alle mutevoli preferenze dei consumatori e alle sfide ambientali,
COSA BEVONO I SUDAFRICANI 128,22
LITRI PRO CAPITE SOFT DRINKS (PREVISIONE 2024, STATISTA)
8,1
LITRI PRO CAPITE BIRRA (2022, KIRIN HOLDINGS)
8,8
LITRI SPIRITS ALCOL PURO (2019, OMS GLOBAL STATUS REPORT ON 69
3
ALCOHOL 2024)
POPOLAZIONE DI +15 ANNI
LITRI PRO CAPITE ACQUA MINERALE (UN UNIVERSITY’S INSTITUTE FOR WATER, ENVIRONMENT AND HEALTH)
LITRI PRO CAPITE VINO (2022, WORLD POPULATION REVIEW/ FAOSTAT)
sta guidando una nuova era nel settore”. Il movimento “Africa is now”, che sta spingendo soprattutto i giovani a investire le proprie competenze utilizzando le risorse presenti in loco, implica anche il recupero dei sapori e della incredibile biodiversità del continente. E questo in vari settori e a vari livelli.
BIRRA, ARRIVA L’ARTIGIANALE
Tra gli alcolici più consumati dai sudafricani c’è la birra, che negli ultimi anni ha visto crescere la scena delle artigianali, che oggi conta oltre cento produttori tra cui Devil’s Peak e Mitchell’s Brewery. La crescita nei consumi è stimolata anche dalla concorrenza tra AB InBev (SAB) e Heineken, la quale ha recentemente acquisito Distell aumentando la sua quota di mercato.

VINO, GRANDE PROTAGONISTA
Anche nel vino una nuova generazione di produttori sta decisamente alzando l’asticella. Se una volta i vini locali erano considerati di bassa gamma, adatti alla GDO, con alte gradazioni alcoliche e gusti forti e barricati, le cose stanno cambiando. Addirittura Tim Atkin, critico di fama mondiale e Master of Wine ha dichiarato a Le Monde: “Il Sudafrica è probabilmente uno dei produttori di vino più interessanti del momento”. Negli ultimi 10 anni, si è cominciato a produrre vini più sottili, con concentrazioni alcoliche più basse e acidità più elevata Rosa Kruger, esperta nella gestione dei vigneti ha lanciato il progetto Old Vine, ed è una delle ispiratrici della ripresa delle viti “vecchie”, che significa superiori ai 35 anni, in un Paese dove però sono coltivate fin dal XVII secolo. Furono portate qui dagli Ugonotti, i protestanti francesi che fuggirono dalle persecuzioni religiose dopo la revoca dell’Editto di Nantes nel 1685. La regione vinicola del momento è lo Swartland, a Nord di Cape Town, che ormai rivaleggia con la tradizionale (e non

lontana) roccaforte di Stellenbosch . Per questo, Wines of South Africa sta promovendo il turismo del vino nella regione del Capo.
Certo non sono tutte rose e fiori. I vini sfusi rappresentano ancora il 60% delle esportazioni e il settore si scontra con i limiti del mercato locale, che di preferenza si rivolge a birre e distillati. Il fatto che solo l’8% della popolazione beva vino, principalmente sotto i 5 euro a bottiglia, rende il Sudafrica un – piuttosto raro – esempio di Paese produttore di vino in cui la gente non beve vino.
La sfida più grande che l’industria vinicola sudafricana deve affrontare è però il cambiamento climatico che si manifesta attraverso picchi di calore che arrivano a 45°C e piogge sempre più intense e imprevedibili.
TRA I DISTILLATI AVANZA IL GIN
Più esigua in volume rispetto alla birra ma in forte crescita è la categoria dei superalcolici, che vede il dominio dei marchi globali ma anche la presenza di operatori locali dinamici come Edward Snell, RGBC, DGB, KWV, Halewood, Truman & Orange e CLM. Pernod Ricard ha recentemente venduto il marchio Red Heart Rum a KWV preferendo concentrarsi sui suoi 17 marchi globali ma l’azienda, insieme al suo gin Beefeater, promuove il locale Inverroche, leader nel segmento dei gin con botaniche del Capo. Più in generale il focus è sui gin che usano spezie ed erbe locali, tra cui il particolarissimo ginepro che cresce nell’emisfero meridionale e conferisce note di lavanda e pepe rosa. Premiumizzazione, accessibilità e disponibilità sono i temi centrali nelle categorie del whisky, del brandy, del gin e del rum
SOFT DRINKS
Come molti Paesi africani il Sudafrica è un forte consumatore di soft drink, ma anche questo settore ha subito una trasformazione radicale, passando da un mercato dominato dalle bibite zuccherate a un settore vivace che pone l’accento sull’innovazione, l’attenzione alla salute e il gusto. Sono così nate una vasta gamma di bevande analcoliche dai vari sapori, dalle acque gassate infuse con frutta esotica alle bevande proteiche

SUDAFRICA PUNTA DI DIAMANTE DELLA SCENA AFRICANA
Sin + Tax e Mix a Johannesburg (inseriti rispettivamente nelle categorie 50-100 e Discovery dell’ultima World’s 50 Best Bars) sono solo la punta dell’iceberg di una scena di mixology in grande crescita, che include Cause Effect Cocktail Kitchen e Fable di Cape Town. Se n’è accorto anche il Financial Times che ha dedicato loro un articolo, citando il primo festival internazionale di cocktail e liquori del continente, Ajabu (“qualcosa di meraviglioso” in Swahili), che si è svolto tra Johannesburg e Città del Capo a marzo e novembre di quest’anno. Il programma di una settimana di masterclass, bar takeover e pop-up ha attirato ospiti internazionali e ha messo in mostra una nuova generazione di bartender.
“ Il Sudafrica è sicuramente il leader dell’industria africana del beverage ”, ha detto al New York Times Leah van Deventer, scrittrice, educatrice e consulente di Città del Capo. “Ma ci sono punti caldi emergenti in Kenya, Ghana e Nigeria e, in misura minore, in Senegal, Costa d’Avorio e Repubblica Democratica del Congo”. Quel mix di prodotti locali identitari, dai gin ai succhi (di baobab, ibiscus, zenzero), al rooibos alle erbe, uniti a una tecnica spesso acquisita all’estero e a un pubblico sempre più coinvolto stanno formando una scena vivace, concentrata nelle due città principali del Paese.
a base vegetale alle bevande energetiche, la categoria in più rapida crescita
Tutto ciò ha attirato come api al miele operatori sia locali sia internazionali. Mentre dominano Red Bull e Monster Energy, marchi locali come Reboost, Switch, Dragon e Score avanzano puntando su innovazione nei sapori ma anche accessibilità e disponibilità.
ACQUA SÌ MA CON AROMA
Quello dell’acqua minerale in bottiglia è un settore in grande crescita, soprattutto considerato il fatto che fino a una decina di anni fa era praticamente inesistente. Ci sono circa 100 imbottigliatori in tutto il Paese, che vanno dalle piccole aziende che imbottigliano a mano (la maggioranza) ai grandi imbottigliatori come Nestlé e Valpré . Il mercato vale oggi 1,5 miliardi di rand (77,9 milioni di euro) ma, dato interessante, circa il 32% del volume consumato è costituito da acqua aromatizzata. La crescente urbanizzazione e il posizionamento come bevanda aspirazione della gioventù cittadina sono segnali che ci dicono che questo segmento relativamente nuovo è destinato accrescere ancora in futuro.

INTERVISTA/CANTINE RIUNITE & CIV

UNA STORIA DI PASSIONE E DEDIZIONE
CANTINE RIUNITE & CIV È UN ESEMPIO DI SUCCESSO ITALIANO CHE CONIUGA RADICI STORICHE E STRATEGIE MODERNE. DALLA FONDAZIONE AI PROGETTI FUTURI, L’AZIENDA RACCONTA UNA STORIA DI QUALITÀ, SOSTENIBILITÀ E VISIONE INTERNAZIONALE
DI MARIA ELENA DIPACE
Dal 1950 a oggi, Cantine Riunite & Civ ha scritto una storia di successi che racconta l’evoluzione del vino italiano.
Nata dall’unione di 9 cantine sociali della provincia di Reggio Emilia, l’azienda è cresciuta fino a diventare un punto di riferimento nel panorama enologico internazionale. Una crescita sostenuta dall’unione di tradizione e innovazione, dall’attenzione alla sostenibilità e dall’impegno a rispondere alle richieste di consumatori sempre più consapevoli e dinamici. Alla guida della Direzione Sales & Marketing c’è Francesca Benini, professionista con un solido background nel settore e un approccio strategico orientato allo sviluppo dei mercati. Sotto la sua direzione, l’azienda ha consolidato la propria posizione in Italia
e all’estero, portando avanti progetti innovativi come quello destinato alla generazione Z e rafforzando la connessione tra tradizione ed evoluzione.
QUALI SONO STATI I PRINCIPALI
TRAGUARDI RAGGIUNTI DA
CANTINE RIUNITE & CIV DALLA
SUA FONDAZIONE A OGGI?
Cantine Riunite & Civ nasce dall’unione tra la cooperativa reggiana Cantine Riunite e la modenese Civ&Civ nel 2008. L’acquisizione di Cantine Maschio nel 2002 ha consolidato la leadership nei vini frizzanti, mentre nel 2023 l’ingresso nel nostro portfolio dei prodotti Cavicchioli ha aggiunto un ulteriore tassello di eccellenza, valorizzando la nostra offerta attraverso simboli della tradizione modenese come il Vigna del Cristo.
QUALI SONO I TERRITORI
PRINCIPALI DA CUI
PROVENGONO
LE UVE UTILIZZATE NELLA VOSTRA
PRODUZIONE?
Le uve che rendono unici i vini di Cantine Riunite & Civ provengono dai territori più vocati delle province di Reggio Emilia, Modena e Treviso. Questi luoghi, culla di denominazioni DOCG, DOC e IGT, rappresentano un patrimonio inestimabile di tradizione e qualità, unendo la ricchezza dell’Emilia alla raffinatezza del Veneto per creare prodotti che raccontano storie di eccellenza.
COME GARANTITE LA QUALITÀ E LA SOSTENIBILITÀ DELLE VOSTRE
COLTIVAZIONI?
Tutti i soci della cooperativa, aderendo a Cantine Riunite & Civ, si impegnano a rispettare un disciplinare rigoroso che si fonda sui principi della lotta integrata. Questo impegno è reso possibile dal supporto costante dei nostri agronomi e specialisti, che affiancano i viticoltori con dedizione e competenza. Molti dei vigneti hanno ottenuto il logo dell’ape, simbolo dell’adesione al Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI). Inoltre, l’azienda ha avviato un percorso ambizioso per migliorare le performance di sostenibilità, con risultati significativi come la certificazione Equalitas ottenuta dall’impianto di Visnà, in provincia di Treviso, e la pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità riferito al 2022, che mette in evidenza le aree di maggiore impegno.

AVETE AVVIATO PROGETTI LEGATI
ALL’IMPATTO AMBIENTALE, COME
L’USO DI ENERGIE RINNOVABILI O
IL RICICLO DELLE RISORSE?
Cantine Riunite & Civ si distingue per il suo impegno concreto verso la sostenibilità ambientale. L’uso di tre impianti fotovoltaici attivi per la produzione di energia rinnovabile, l’economia circolare nella gestione di sottoprodotti e rifiuti e l’impegno per la riduzione dell’impronta ambientale rappresentano passi decisivi verso un futuro più responsabile.
QUAL È LA FILOSOFIA
CHE CARATTERIZZA I MARCHI
DA VOI DISTRIBUITI?
Vogliamo valorizzare e far conoscere al mondo le eccellenze dei territori emiliano e veneto, portando nei calici il simbolo di convivialità e piacere. I vini raccontano una storia di passione e dedizione, unendo uno spirito allegro e vivace alla consapevolezza del proprio valore e della qualità che deriva dal lavoro attento e costante di donne e uomini. Con i nostri brand destinati al canale Horeca, questa qualità raggiunge l’eccellenza. Ne sono un esempio i Lambrusco Rosé del Cristo e Vigna del Cristo di Umberto Cavicchioli & Figli, apprezzati dagli appassionati e premiati con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso.
ENTRIAMO NELLO SPECIFICO
DEI VOSTRI MARCHI…
Per il canale Horeca, oltre al già citato Umberto Cavicchioli & F. che rappresenta l’espressione più autentica della tradizione modenese con vini come il Lambrusco di Sorbara DOC e il premiato Vigna del Cristo che incarnano un’eleganza ricercata, abbiamo Albinea Canali che racconta la vivacità della provincia di Reggio Emilia, con una gamma che spazia dai vini frizzanti al Metodo Classico, fino ai vini fermi pensati per stupire i palati più curiosi. La produzione veneta trova il suo massimo interprete in Maschio dei

Cavalieri, celebre per i Prosecco di alta qualità e per la valorizzazione di vitigni storici come il Manzoni Bianco e Manzoni Moscato, rivolgendosi a un pubblico internazionale attento all’eccellenza.
IN CHE MODO
LE NUOVE TENDENZE
DI CONSUMO
INFLUENZANO
LA VOSTRA GAMMA
DI VINI?
Le nuove generazioni stanno cambiando profondamente il consumo di vino, mostrando una forte attenzione verso scelte più consapevoli e innovative. Oltre all’interesse per il biologico, il biodinamico e i vini naturali, emergono tendenze come i vini a bassa gradazione alcolica, le bevande miscelate e il packaging ecofriendly, incluse le lattine, che offrono praticità e sostenibilità. Stiamo investendo nella ricerca per sviluppare prodotti pensati per un pubblico giovane e dinamico, che cerca esperienze leggere, sociali e in linea con i propri valori. Parallelamente, puntiamo su una comunicazione digitale integrata e su iniziative nei locali, costruendo partnership strategiche per coinvolgere direttamente i consumatori attraverso contenuti autentici ed esperienze immersive.

CI PARLI DI GENL…
GenL è un progetto pensato per attrarre la Generazione Z, con un impatto su mercati nazionali e internazionali, che propone una nuova esperienza del vino. Si distingue per il suo approccio innovativo, offrendo un prodotto che va oltre la tradizione e che si allinea perfettamente alle esigenze dei giovani consumatori, sempre più attenti a freschezza, accessibilità e sostenibilità. Il design delle bottiglie sarà uno degli aspetti distintivi di GenL: eleganti e audaci, sono pensate per essere un vero e proprio statement visivo, in grado di comunicare un concetto nuovo di bevuta. Il naming, anch’esso oggetto di studio attento, rifletterà l’idea di vivacità e immediatezza oltra all’innovazione che vogliamo trasmettere. Un altro punto centrale è il basso contenuto alcolico, rispondendo alla crescente richiesta di prodotti più leggeri, che si adattino a uno stile di vita più dinamico e consapevole. In questo contesto, il Lambrusco si presenta come la tipologia di vino perfetta per soddisfare le esigenze di un pubblico giovane. È un vino vivace e piacevole, che ben si sposa con un’esperienza di assaggio fresca e gioiosa, ideale anche per pairing con cibi giovani e informali. Ma al contempo è capace di rompere gli schemi della bevuta tradizionale, anche se nell’immaginario è un vino che si lega a doppio filo alla tradizione.
CHE RUOLO GIOCA
LA NARRAZIONE DEL VINO
NEL CONQUISTARE
I CONSUMATORI?
La narrazione del vino gioca un ruolo fondamentale nel conquistare i consumatori, ma deve essere sempre accompagnata da un’esperienza concreta e coinvolgente. La storia che raccontiamo deve essere autentica, ma altrettanto importante è il modo in cui il consumatore interagisce con il prodotto: il design innovativo, il basso contenuto alcolico e l’esperienza di consumo sono essenziali per creare un legame emotivo e duraturo.
AVETE
COLLABORAZIONI CON CHEF, SOMMELIER O EVENTI SPECIFICI
LEGATI ALL’ENOGASTRONOMIA?
Collaboriamo attivamente con diversi professionisti del settore food & wine per valorizzare i nostri prodotti e ampliare le occasioni di consumo. Un esempio significativo è il ruolo dei nostri brand ambassador, figure strategiche con esperienza nella sommellerie, presenti in azienda da diversi anni. Il loro lavoro prevede anche l’organizzazione di eventi volti a creare esperienze di degustazione e di conoscenza del prodotto. Parallelamente, è iniziata dalla fine del 2024 un’importante collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi che ci consente di lavorare a stretto contatto con chef professionisti e di partecipare a eventi di rilievo nazionale.
QUALI
SONO I PRINCIPALI
OBIETTIVI DI CANTINE RIUNITE
CIV PER I PROSSIMI 5 ANNI?
Nei prossimi anni, Cantine Riunite CIV si pone l’obiettivo di ampliare la propria presenza sui mercati internazionali, rispondendo alle nuove esigenze dei consumatori e valorizzando le peculiarità dei propri vini. Un’attenzione particolare sarà dedicata al coinvolgimento delle nuove generazioni attraverso iniziative come GenL e Mixology, progetti che reinterpretano il Lambrusco in chiave contemporanea, proponendolo in contesti dinamici e informali, ideali per un pubblico giovane e curioso. Allo stesso tempo, stiamo lavorando per rafforzare la nostra presenza nel mercato britannico, puntando sul Rosé, un segmento in forte crescita che ci consente di ampliare l’offerta

oltre il Prosecco, intercettando nuove preferenze e occasioni di consumo. Un altro importante sviluppo riguarda l’ampliamento della gamma di Maschio dei Cavalieri, con un focus sui vini ottenuti da metodi classici, per soddisfare la domanda di prodotti più ricercati ed esclusivi. Un ulteriore passo avanti è rappresentato dal progetto Lambrusco Premium, con l’obiettivo di elevare il posizionamento di questa tipologia di vino, esaltandone la qualità e le potenzialità in diversi mercati chiave.
AVETE IN PROGRAMMA
DI AMPLIARE ULTERIORMENTE
IL PORTFOLIO DEI VOSTRI MARCHI?
Sì, stiamo lavorando a un importante ampliamento del nostro portfolio con l’obiettivo di offrire nuove esperienze di consumo e rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più attento alla qualità e all’innovazione. Per il canale HoReCa, in particolare, ci stiamo concentrando sull’evoluzione della gamma Maschio dei Cavalieri, introducendo referenze esclusive come lo Charmat Lungo, una proposta che esprime raffinatezza e complessità, ideale per un target esigente e amante delle bollicine di qualità. Un altro progetto significativo riguarda l’ingresso nel nostro portfolio di un nuovo brand dedicato alla Franciacorta, un territorio di eccellenza che ci permetterà di ampliare la nostra offerta con una linea di spumanti prestigiosi, capaci di interpretare al meglio la tradizione e l’eleganza di questa denominazione. Parallelamente, anche Cantine Maschio si arricchirà con una nuova linea di alta gamma, caratterizzata da pack rinnovati e da proposte pensate per trasmettere eleganza e qualità, consolidando così la presenza del brand nei contesti più prestigiosi.

IL GROSSISTA/BLUBAI
DIGITALIZZARE PER OTTIMIZZARE I TEMPI E I SERVIZI


Con un occhio sempre rivolto al mercato e ai suoi cambiamenti, oggi il lavoro dei distributori deve basarsi su alcuni punti chiave, quali sviluppare nuove strategie che diano valore ai clienti e al marchio e rendere moderno ed efficace qualsiasi servizio offerto. Solo così si può restare competitivi. Attività che mette in campo Blubai, un’azienda storica specializzata nel settore Horeca con una rete di esercizi serviti

DANIELA BOSCHETTI, RESPONSABILE COMMERCIALE
in Emilia Romagna e nel nord delle Marche. A raccontare i processi evolutivi e il lavoro di ogni giorno è Daniela Boschetti Responsabile Commerciale
QUALI SONO LE SFIDE DI TUTTI
I GIORNI E COME OPERATE?
Come prima cosa facciamo in modo che le nostre consegne siano sempre puntuali e in linea con le esigenze dei clienti; inoltre offriamo consulenze mirate da parte di esperti e della nostra rete vendita anche con proposte innovative e all’avanguardia, sia per i prodotti, sempre più rivolti al benessere e alla sostenibilità, sia per la tecnologia, garantendo impianti adeguati per i diversi tipi di locali. La più grande sfida aziendale a oggi, in linea con il consorzio Beverage Network del quale facciano parte, è quella di digitalizzare le nostre aziende e i processi aziendali, proprio per permettere di dare

un’assistenza mirata, elemento distintivo nella scelta del proprio fornitore.
COME VIENE ORGANIZZATO
IL VOSTRO LAVORO?
Blubai è fortemente legata al territorio, un’area geografica che abbraccia le province di Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena e il nord delle Marche. Attualmente abbiamo una buona logistica con un magazzino a Cesenatico, uno a Ravenna e un Transit Point a Fano. In concreto, l’azienda si basa sul lavoro di venditori/consulenti in continua formazione, guidati dall’Area Manager, a sua volta coordinata dalla Direzione Commerciale/Vendite, con il supporto dell’Ufficio Marketing. QUALI GLI ASPETTI PIÙ
COMPLESSI NEL MERCATO
ATTUALE DELL’HORECA?
Certamente dobbiamo guardare alla longevità dei punti vendita, questo perché, come sappiamo, negli ultimi tempi il mercato dell’Horeca ha subito diverse oscillazioni, un po’ a causa della pandemia ma anche a causa di

una scarsa capacità imprenditoriale. In questo contesto è sempre più importante il lavoro dei distributori e dei relativi consulenti che, concentrandosi sul sell-out degli esercizi, sono determinanti per i risultati dei clienti stessi, garantendone una presenza di valore duraturo sul mercato.
I CAMBIAMENTI DEGLI ULTIMI
TEMPI HANNO PORTATO NUOVI
TREND: QUALI SONO?
È cambiato il “modo di mangiare”, soprattutto nelle nuove generazioni c’è massima attenzione al tema dell’healty e della sostenibilità, sia per il pack sia per i prodotti stessi. Sono in aumento le richieste di prodotti a Km Zero, che rappresentano un territorio e la loro storia, bevande con basso tenore
alcolico e alimenti dal basso contenuto di zuccheri. Da aggiungere, però, che negli ultimi anni molti prodotti hanno subito aumenti importanti, riversati poi nell’ultimo anello della filiera.
QUAL È STATA LA CONSEGUENZA?
Una forte contrazione della domanda. Dall’altra parte, l’aumento dell’inflazione, con la conseguente diminuzione del potere d’acquisto del consumatore, ha ulteriormente aggravato una situazione economica e di mercato già complessa.
DI FRONTE ALLE CRITICITÀ
PRESENTATE, CI SONO PROGETTI PER MIGLIORARE
LE STRATEGIE OPERATIVE VERSO I CLIENTI?

Riagganciandomi all’importanza di avere un’azienda moderna, anche per ottimizzare i tempi, abbiamo creato la BLUBAI APP, uno strumento in grado di far gestire in autonomia ai nostri clienti gli ordini, permettendo di sfruttare il tempo a disposizione con il consulente per implementare strategie innovative e incrementare le vendite. Il Premio “Digital Innovation 2024”, ricevuto in occasione del Beer & Food Attraction, dimostra l’utilità di questo strumento e conferma la nostra intenzione nel continuare a investire nei progetti digitali a servizio dei clienti.
NELLA COLLABORAZIONE CON
IL CONSORZIO E CON GLI ALTRI SOCI?
Il consorzio riunisce al proprio interno aziende storiche, in alcuni casi con esperienze quasi centenarie dovute a passaggi generazionali. Aziende che investono nei propri territori d’origine per creare valore e con un forte interesse verso i clienti. Incrementare la condivisione e il dialogo fra i soci, sfruttando massimamente le Best Practices di ciascuno per raggiungere il successo comune, permetterebbe al

Consorzio di risultare maggiormente attrattivo, a discapito dei grandi gruppi che stanno conquistando parte del mercato.
PROGETTI PER IL FUTURO?
Sicuramente puntiamo a rafforzare la nostra presenza sul mercato, investendo nella formazione della rete vendita, sulla tecnologia e sul digitale. Lo scopo è quello di migliorare la qualità del tempo e del lavoro di consulenti e clienti, implementando strategie efficaci così da renderli duraturi e instaurare un rapporto sicuro di fidelizzazione.

BLUBAI SRL
Sede legale e operativa
Via delle Querce, 9 47042 Cesenatico (FC)
De po sito Via Braille, 16 48124 Fornace Zarattini (RA) co ntatti@blubai.it Tel. 0547 671511

COSA SI POTREBBE POTENZIARE

INTERVISTA/CARLSBERG ITALIA

INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
CARLSBERG ITALIA GUARDA AL FUTURO CON UNA TECNOLOGIA CHE UNISCE QUALITÀ, EFFICIENZA E ATTENZIONE ALL’AMBIENTE. DRAUGHTMASTER EXTRA10 È LA SOLUZIONE IDEALE ANCHE PER GLI
SPAZI PIÙ RIDOTTI
Carlsberg Italia innova il settore della birra alla spina con DraughtMaster EXTRA10, una tecnologia che sintetizza sostenibilità e innovazione. Il sistema è stato progettato per ridurre sprechi, ottimizzare lo spazio e garantire freschezza della birra fino a 30 giorni, aprendo nuove possibilità anche per locali di piccole dimensioni. Un investimento di oltre 15 milioni di euro dimostra l’impegno del Gruppo verso la qualità e l’efficienza, rispondendo alle esigenze di un mercato in evoluzione. Mauro Marelli, National Sales Director di Carlsberg Italia, ci racconta questa rivoluzione tecnologica.
COME SI RIFLETTONO
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
NELLA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI SPILLATURA EXTRA10?
DraughtMaster EXTRA10 coniuga sostenibilità, innovazione e qualità, valori cardine di Carlsberg Italia. Il sistema utilizza fusti in PET (dal 2024 in rPET al 50%) senza bisogno di CO2 aggiunta, mantenendo la birra fresca e di qualità per 30 giorni, contro i 5 dei fusti tradizionali in acciaio. Inoltre, i fusti leggeri e comprimibili riducono al minimo gli sprechi e ottimizzano la gestione dello spazio, rendendo EXTRA10 una soluzione pratica e sostenibile per gli esercenti.
QUALI CARATTERISTICHE
DISTINGUONO EXTRA10 RISPETTO AI SISTEMI TRADIZIONALI?
EXTRA10 è pensato per bar e ristoranti di piccole dimensioni, con fusti da 10 litri che mantengono la qualità della birra fino all’ultima goccia. È un sistema compatto e versatile, dotato di un’app digitale per monitorare
MAURO MARELLI , NATIONAL SALES DIRECTOR DI CARLSBERG ITALIA
consumi e stato del macchinario, offrendo un design moderno che si integra anche nei locali più raffinati.
COME GARANTITE 30 GIORNI
DI FRESCHEZZA?
La tecnologia DraughtMaster evita il contatto della birra con la CO2, mantenendo inalterate qualità e freschezza per un mese intero. I fusti vengono compressi fino all’ultima goccia, riducendo al minimo gli sprechi e assicurando una gestione ottimale anche degli spazi.
QUALI VANTAGGI OFFRE EXTRA10
AI PICCOLI ESERCENTI?
EXTRA10 è stato pensato per i locali con spazi limitati, permettendo di offrire un’ampia varietà di birre senza sprechi.
COME FUNZIONA L’APP DIGITALE
ASSOCIATA AL SISTEMA?
L’app Extra10 permette di monitorare i consumi in tempo reale e verificare il funzionamento del macchinario, garantendo efficienza e interventi tempestivi in caso di necessità. Questo strumento migliora la gestione e riduce i rischi legati a eventuali malfunzionamenti.
QUALI SONO I FEEDBACK RICEVUTI FINORA?
Il lancio di EXTRA10 ha superato le aspettative: in meno di un anno sono state vendute 1300 macchine in tutta Italia. La tecnologia è apprezzata per la praticità, il design e l’ingombro ridotto, risultando ideale anche per locali di alto livello e cocktail bar.


I MIGLIORI SOFTWARE GRATUITI
La gestione del magazzino è spesso un problema per le aziende che non hanno uno strumento software adeguato a gestire in modo efficiente scorte e approvvigionamenti. Le grandi aziende utilizzano funzioni specifiche dei software di gestione e pianificazione delle risorse , i famigerati ERP, che controllano diversi flussi produttivi ottimizzando le fasi di procurement, produzione e vendita. Software di questo tipo possono arrivare costare centinaia di migliaia di euro, o milioni nelle installazioni più grandi, e comportano periodi di analisi, sviluppo, implementazione e deployment che possono durare anche anni.
Ancora una volta l’open source viene in auto delle aziende che non possono permettersi simili costi o tempi. Esistono infatti svariati progetti di software per la gestione del magazzino open source che sono gratuiti, personalizzabili in base alle esigenze dell’azienda (avendone le capacità di sviluppo) e sufficientemente flessibili per soddisfare le esigenze di imprese molto diverse.
Grazie a questi preziosi strumenti è possibile risparmiare tempo e denaro, attraverso il monitoraggio degli stock in relazione agli ordini dei clienti. Una gestione efficace del magazzino
permette di ridurre i costi tenendo sotto controllo lo spazio occupato, evitando di accumulare troppe scorte di un prodotto ed evitando gli scarti se questo è deperibile. Permette anche di migliorare la redditività, evitando per esempio che l’azienda non riesca

APACHE OFBIZ
Il primo che vi presentiamo è Apache OFBiz. È un potente software per la gestione della produzione e del magazzino che permette di gestire la supply chain, gli ordini e la loro evasione.
Apache è una suite di strumenti pensata per la gestione di tutte le procedure aziendali. Si configura, quindi, come lo strumento ideale per chi prediliga un approccio alla gestione aziendale one-stop-shop
Per l’installazione della suite è necessario avere un buon background tecnico. Nonostante ciò, una volta eseguita la procedura, chi lavora con Apache ha nelle sue mani il pieno controllo, compresa la personalizzazione della maggior parte degli aspetti del software.
a soddisfare tempestivamente i propri clienti per via di rotture di stock (quando un prodotto per cui c’è una richiesta è esaurito nel magazzino).
Abbiamo selezionato per voi i migliori software gratuiti per la gestione del magazzino oggi disponibili.

INVENTREE
Chi usa GitHub ha a sua disposizione un’ampia documentazione sul software di gestione dell’inventario open source prodotto da InvenTree.
Grazie a questo strumento è possibile gestire e tracciare le scorte, operando con il suo database back-end Python/Django. È anche possibile sfruttare la sua dashboard di controllo basata sul web, ovviamente personalizzabile secondo le proprie esigenze . Se state cercando un software facile da installare e configurare, questa non è la scelta giusta. Tuttavia, chi ha una buona conoscenza del codice potrà modificare e personalizzare questa piattaforma in base alle proprie esigenze.

ODOO
Odoo è un software di gestione delle scorte disponibile in tre pacchetti: app, hosting in cloud e attività di fatturazione. Odoo è principalmente una completa soluzione di pianificazione delle risorse aziendali (ERP), ed è particolarmente indicato nelle attività di gestione degli acquisti, e-commerce e punti vendita. Odoo mette a disposizione anche un piano gratuito, ma in questo caso ci si deve muovere autonomamente, ed è necessaria, per l’installazione e il supporto del software, la presenza di una persona esperta o di un team di tecnici. La sua configurazione richiede tempo, ma una volta eseguita, è possibile scalare facilmente qualora la crescita aziendale dovesse prevedere e richiedere soluzioni diverse.


OPENBOXES
OpenBoxes è un programma studiato per la gestione della supply chain. Permette a chi lo usi di tracciare, archiviare, registrare e spedire i prodotti. Ciò permette di monitorali in ogni loro fase: dall’acquisto all’evasione degli ordini. È stato progettato specificatamente per il settore sanitario, ed è gratuito. A prima vista sembra offrire una scarna dashboard, ma garantisce solide funzionalità e un elevato grado di personalizzazione. Tenetelo da conto se siete alla ricerca di un sistema di gestione delle scorte semplice ed efficace.

OPENBRAVO
Openbravo non è solo un software di gestione delle scorte, ma è anche un apprezzato strumento ERP. È parte di Openbravo, un validissimo strumento d’inventario in grado di gestire i venditori e di monitorare le scorte. È predisposto per il cloud ed è operativo anche su dispositivi mobili , fattore da non trascurare da parte di aziende in crescita. Può interessare chi sia alla ricerca di una sola soluzione sia per l’inventario sia come sistema ERP.

OPENLMIS
OpenLMIS, come anche OpenBoxes, è uno strumento in grado di operare per la gestione della supply chain con importanti funzioni anche per la gestione delle scorte. Anche questo software è stato pensato per il settore sanitario, e con in mente i Paesi a basso reddito che hanno la neces sità di gestire le forniture mediche e il loro ciclo di vita. È scritto in Java e JavaScript con AngularJS, e adotta un approccio API. Questa struttura semplice di aggiungere, a quelle già presenti, e ventuali funzioni personalizzate strumento adatto solo a determinate ti pologia di aziende, ma permette d’incre mentare l’efficienza dell’inventario e della supply chain.

PARTKEEPR
PartKeepr è un software progettato per la gestione del flusso di materiale nel set tore della componentistica elettronica. È molto facile sia da installare sia da usare con il proprio database. Non mette a disposizione molte funzio ni, ma può rilevarsi estremamente utile. Uno dei suoi punti di forza sta nel te nere memoria dello storico generale delle scorte, permettendo di aggiornare l’intero inventario rimuovendo o aggiungendo articoli.

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SMARTSTOCK360
SmartStock360 è uno strumento di gestione in grado di fornire informazioni in tempo reale sull’inventario, sui livelli delle scorte e sulle vendite, provenienti anche da sedi online e fisiche, in un unico cruscotto centralizzato.
Tra le funzionalità presenti si segnalano gli aggiornamenti automatici dell’inventario dopo la loro spedizione, la registrazione di attività di ricezione e fatturazione, gli avvisi di scorte limitate, il report di previsione d’inventario e anche l’integrazione con piattaforme e-commerce come, per esempio, Magento e Shopify.
Questo software è particolarmente indicato per grandi e media imprese che desiderino avere a disposizione un agile strumento di gestione del l’inventario personalizzabile.










STRATEGIE/ASSORTIMENTI
OTTIMIZZARE GLI STOCK GRAZIE AL DEMAND PLANNING
LA PIANIFICAZIONE DELLA DOMANDA È ESSENZIALE
PER L’EFFICIENZA AZIENDALE. INTEGRARE DATI INTERNI
ED ESTERNI OTTIMIZZA STOCK E CONSEGNE, RIDUCENDO I COSTI
DI ANTONIO D’AGATA

ANTONIO D’AGATA, PARTNER E DIRECTOR STRATEGIC ACCOUNTS AXIANTE
Tutte le aziende hanno sfide molto impegnative dal momento che si trovano a operare in mercati e in contesti incerti e dinamici, in cui i cambiamenti sono frequenti. A ciò si aggiunge, la penetrazione di nuove abitudini di consumo, l’aumento esponenziale delle tipologie di prodotti e la richiesta di livelli di servizio crescenti da parte dei clienti , solo per citarne alcuni.
Per essere efficienti e competitivi in questo contesto, è fondamentale implementare processi di pianificazione il più precisi possibile che, quindi, tengano conto dei sales forecast ma che non possono più prescindere anche dal demand planning.
Se il sales forecast è la previsione delle vendite future (vendite, non domanda) basate sull’andamento del mercato e dell’azienda stessa, il demand planning è relativo al processo di previsione della domanda dei clienti attraverso la combinazione di una serie di set di dati sia interni che esterni.
In altre parole, misura - con la maggiore precisione possibile - la domanda futura del mercato, permettendo al distributore di fornire al cliente il prodotto nei tempi e nei termini pattuiti. Essere in grado di effettuare previsioni affidabili della domanda consente pertanto una gestione più attenta e ottimizzata degli inventari e degli stock ma anche delle consegne, nonché un miglioramento del livello di servizio al cliente – e quindi della reputation - e una riduzione complessiva dei costi operativi.

COME GESTIRE I DATI
La ‘conditio sine qua non’ per una buona pianificazione della domanda è una gestione accurata dei dati sempre di più eterogenei - oltre che archiviati in repository a loro volta differenti – che non possono certo essere estrapolati e analizzati attraverso meri fogli excel.
In particolare, l’approccio data driven alla pianificazione della domanda dovrebbe comprendere una varietà di dati, tra cui quelli relativi al prodotto, come le vendite storiche e la stagionalità, e quelli sulle tendenze interne, a partire dalle previsioni di vendita . È essenziale anche considerare i dati su eventi e promozioni, sia interni che esterni, che possono influenzare l’andamento della domanda, nonché i dati di contesto, che spaziano dalla concorrenza al clima, dai trend sui comportamenti dei clienti a possibili eventi d’impatto. Da questo si evince che il demand planning , proprio per l’interazione fra la domanda ed enne fattori, non può essere un’attività a sé stante, ma deve invece essere integrata con tut te le altre funzioni aziendali: marketing, vendite,
logistica . Occorre quindi che ci sia una condivisione delle informazioni all’interno dell’azienda e un coinvolgimento degli altri team.
BEST PRACTICE
Un ulteriore strategia è quella di suddividere i prodotti in segmenti. Per esempio, accorpando le referenze o i clienti che hanno le medesime caratteristiche e ridurre così l’effort necessario alla pianificazione o, al contrario, isolandone alcuni perché richiedono una pianificazione mirata. Operazioni che possono essere fatte con l’aiuto di modelli analitici, econometrici per esempio, ma anche customizzati, ovvero creati ad hoc in base alle caratteristiche specifiche. Inoltre, per rispondere a una realtà caratterizzata dal succedersi rapido di cambiamenti, è determinante che la review della pianificazione sia molto frequente, anche settimanale, grazie anche in questo caso al supporto di soluzioni tecnologiche. Nel dettaglio, parliamo di software in grado di gestire una quantità enorme di dati, apprendere e migliorare a ogni ciclo successivo grazie al machine learning. Questi strumenti sono in grado di fornire una review continua e automatizzata della pianificazione, alleggerendo il lavoro del demand






planner, che può così concentrarsi sulla pianificazione strategica, senza doversi occupare degli imprevisti. Inoltre, possono prevedere il cosiddetto demand sensing, ovvero l’integrazione di informazioni in tempo reale provenienti dalla forza vendite, dai clienti o da fattori esterni, arricchendo così la base dati per una pianificazione ancora più precisa. Un approccio strutturato al demand planning ha notevoli vantaggi. Innanzitutto, migliora il calcolo del forecast e della sua revisione/gestione, permettendo di individuare con anticipo scostamenti tra previsioni e venduto, e dunque negli stock, ma anche possibili criticità di approvvigionamento. Inoltre, permette una migliore pianificazione/gestione delle consegne. Benefici che si traducono in una riduzione delle mancate vendite e dell’obsolescenza degli stock, delle scorte di sicurezza, oltre che in una più efficiente gestione delle spedizioni, e conseguentemente in una riduzione dei costi e in un miglioramento del flusso di cassa.


CHI È AXIANTE?

È un Business Innovation Integrator che supporta le aziende, locali e internazionali, nella trasformazione digitale. Axiante opera attraverso business unit dedicate: Digital, che crea soluzioni digitali uniche per ogni realtà, grazie a uno sviluppo software di eccellenza; Integra, che analizza contesti operativi complessi, progetta e gestisce soluzioni integrate per grandi organizzazioni; Retail, scelta da otto dei primi dieci retailer italiani; Stream, dedicata all’Intelligent Finance; Data Driven, pensata per supportare le organizzazioni alle prese con una molteplicità di dati distribuiti su più ambienti eterogenei. www.axiante.com
IDENTITY
Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.
VISION
Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission.
• POLITICO ECONOMICO SOCIALE
• SINDACALE
• ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA
DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA
SUL MERCATO HORECA
MISSION
La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI: 06.5913090 segreteria@italgrob.it www.italgrob.it
ORGANIGRAMMA

ANTONIO PORTACCIO PRESIDENTE

ANDREA MENICI PAST PRESIDENT


DINO DI MARINO DIRETTORE GENERALE

GIORGIA GIUSTRA SEGRETERIA ITALGROB
CONSIGLIO GENERALE
n. 211 febbraio - marzo 2025 www.gbinews.it
REDAZIONE
Giorgio Albonetti • Direttore Responsabile
Maria Elena Dipace • Coordinamento Editoriale m.dipace@lswr.it – tel: 345 0316665
Domenico Apicella • Redazione d.apicella@lswr.it – tel: 349 3100181
Collaboratori • Maddalena Baldini, Angela Borghi, Antonio D’Agata, Dino Di Marino, Antonio Faralla, Veronica Fumarola, Andrea Grassi, Anna Muzio, Franco Metta, Umberto Napoli, Antonio Portaccio, Matteo Sasselli
PUBBLICITÀ
Costantino Cialfi • Direttore Commerciale
c.cialfi@lswr.it – tel. +39 3466705086
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g.lomuoio @lswr.it – tel: 335 7884503
Elena Cotos • Ufficio Traffico e.cotos@lswr.it – tel: 340 1367901
SERVIZIO ABBONAMENTI
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Abbonamento annuale 30 € (6 numeri e annuario)
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Progetto grafico: Debora Morabito, Edra Spa
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Lucrezia Mangilli


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MISS WORLD ITALY 2024 Pronipote dei fondatori marchesi Mangilli.