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JoJo: un ritratto orientale dell’Italia

JOJO

UN RITRATTO ORIENTALE DELL’ITALIA

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TOMMASO GRISOTTO, 2aa; DAVIDE SERRA, 2B

L’Italia è spesso rappresentata all’estero attraverso film, libri o, in questo caso, manga. Essa è conosciuta per la sua cucina e i suoi luoghi assai variegati, così come altri aspetti che affascinano molti stranieri. Un grande ammiratore dell’Italia e della sua cultura è il mangaka Hirohiko Araki, la cui opera più famosa è “Le bizzarre avventure di JoJo” (JoJo no kimyō na bōken), un manga uscito inizialmente nel 1987 sulla rivista shōnen (una categoria di manga per un giovane pubblico solitamente maschile) Weekly Shōnen Jump. Nel 2012 è iniziato l’adattamento televisivo dell’opera, ovvero l’anime. La serie è divisa in otto parti e la trama volge attorno ai membri della famiglia Joestar e alle loro imprese nei secoli, tutti soprannominati “JoJo” poiché nei nomi e cognomi di ognuno è presente due volte la sillaba “Jo”. L’opera è molto apprezzata per il suo stile unico e rivoluzionario, così come i riferimenti alla moda nello stile e nelle pose assunte dai personaggi, alla musica nei nomi degli stessi, e alla cultura in generale. Altri riferimenti molto importanti riguardano vari posti intorno al mondo al di fuori dal Giappone e le loro culture, infatti sono rappresentati luoghi come l’India, l’Egitto, l’America e l’Italia. Tra questi viene data maggiore importanza all’Italia, luogo di eventi chiave nella maggior parte della serie e paese d’origine di molti personaggi importanti, nonché il posto meglio rappre-

sentato da Araki, che si è recato di persona nei luoghi visitati per garantire la maggior accuratezza possibile. Nella quinta parte i protagonisti visitano diverse città italiane quali Napoli, Venezia, Roma e altre per sconfiggere un boss mafioso. Già dall’inizio della quinta parte possiamo notare le rappresentazioni assai dettagliate di Araki, che disegna l’Aeroporto Internazionale di Napoli nei minimi dettagli, tanto che si può confrontare con la realtà e notare un’accuratezza incredibile. Con lo stesso dettaglio sono rappresentati Piazza Giovanni Bovio, Castel dell’Ovo, Piazza Garibaldi e così via. Spostandosi da Napoli, città che ha colpito così tanto l’autore da trascrivere nel manga la celeberrima frase “Vedi Napoli e poi muori”, in ordine di eventi arriviamo a Venezia, dove, a San Giorgio Maggiore, avviene un evento molto importante per la storia. Sempre a Venezia troviamo il Ponte della Libertà e il ristorante “Da Raffaele”, un piccolo particolare che mostra la cura per i dettagli di Araki. Anche nella seconda parte è presente Venezia, ma solo come ambientazione, in quanto i luoghi specifici in essa sono tutti inventati dall’autore. Infine a Roma si conclude la vicenda, dove ovviamente è rappresentato il Colosseo, così come l’Altare della Patria e il Ponte Sant’Angelo. Roma e l’Italia stessa però non sono solo famose per i loro posti: infatti la cucina è un altro punto forte del nostro paese e Araki lo sa bene, perché nella quarta parte, anche se ambientata in Giappone, i protagonisti vanno in un ristorante italiano dove lo chef Tonio Trussardi li delizia prima con una caprese e poi con degli spaghetti alla puttanesca. In questo arco narrativo l’autore elogia la cucina italiana facendo sì che lo chef, con delle tecniche particolari, conferisca ai piatti proprietà curative eccellenti: per esempio, uno dei personaggi inizia a grattarsi la spalla così forte da rimuovere tutta la pelle morta su di essa solo perché ha mangiato la caprese di Tonio (veramente bizzarro per alcuni ma estremamente normale per “Le bizzarre avventure di JoJo”). Ma la cosa che per i fan di JoJo è la più rappresentativa della cucina italiana è sicuramente la “Cheese song”, cantata dall’italiano Gyro Zeppeli nella settima parte, una canzone che è l’essenza stessa della nostra cucina, i cui versi sono:

Pizza mozzarella

Pizza mozzarella Rella rella rella rella rella rella rella rella

Gorgonzola Gorgonzola Zola zola zola zola zola zola

Questi riferimenti alla cucina vengono ripresi anche nella quinta parte nei nomi dei personaggi. Molti infatti hanno nomi di alimenti in italiano, questo vuol dire che nella versione italiana un personaggio si chiama Prosciutto, ma anche nella versione inglese, giapponese e così via troveremo il nome italiano e non, come si può pensare, Ham o il corrispettivo in altre lingue. Altri esempi sono Pesci, Formaggio, Sale, insieme a dei tradizionali nomi italiani come Bruno o Guido o nomi tratti da parole italiane come Leone, Doppio o Diavolo. Nell’immaginario stereotipato dell’Italia, oltre alla cucina, c’è sfortunatamente anche l’idea che l’Italia e in particolare Napoli sia piena di mafia. L’organizzazione mafiosa della quinta parte, nonché la più potente in Italia nell’universo di JoJo nonostante i pochi membri (meno di mille), si chiama “Passione” ed è descritta nei minimi dettagli. Araki dà molta importanza alla gerarchia dell’organizzazione che è come segue: a capo si trova ovviamente il Boss, aiutato dal Consigliere; a difesa dell’identità del Boss, che tiene nascosta agli altri membri, e dell’integrità della “Famiglia” (il modo in cui i membri chiamano “Passione”) c’è l’Unità Speciale che si occupa di eliminare i traditori; seguono poi nove Capiregime, ognuno dei quali controlla un territorio designato; un livello sotto i Capiregime ci sono le diverse Squadre e Sezioni, come la Sezione Gestione Giochi d’azzardo e la Squadra Esecuzioni, ognuna con un ruolo specifico; infine a concludere la gerarchia ci sono i Quartieri, gruppi di Soldati sotto il controllo dei Capiregime con una piccola area di influenza. Il modus operandi di Passione è agire in maniera nascosta senza attirare alcuna attenzione, ma il modo con cui vengono trattati i traditori e i nemici è molto violento, senza scrupoli: vengono infatti tutti uccisi. Uno dei membri di Passione, Guido Mista, viene presentato prima di tutto come una persona assai superstiziosa: ha infatti paura del numero 4 e lo ritiene un simbolo di sfortuna. Quella del numero 4 è una superstizione tipi-

camente giapponese ma è comunque parte dello stereotipo italiano essere scaramantico. Non è un caso che i membri di Passione la chiamino Famiglia, ma d’altronde è così anche nella realtà per le organizzazioni mafiose, dato che la famiglia è un elemento importante della cultura italiana, e ancora una volta Araki lo sa bene. Ciò è rappresentato anche dal personaggio di Caesar Zeppeli, un italiano che ha molto a cuore i suoi famigliari. La sua filosofia è di combattere per onorare il nome degli Zeppeli e il suo obiettivo di vita è di avere una famiglia felice. Nel corso della storia dice che i legami che una famiglia italiana ha sono più forti di quelli tra le persone e continuamente riprende il tema della famiglia nei suoi discorsi. Questi sono dunque i riferimenti all’Italia che ci sono in JoJo, che rispecchiano l’amore di Hirohiko Araki per essa, ma indirettamente la visione che uno straniero ha di noi e del nostro paese, che anche se stereotipata è interessante e può farci ridere, come la canzone di Gyro.