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Era tradita

MELPOMENE, 1aa

Incolpata dell’odio, incolpata della sua poca comprensione, insomma, chi tenterebbe di uccidere un bambino in fasce? Ma lei era crudele, lei non era una vera madre e non sopportava che il marito non la amasse. Ma siamo sicuri che sia lei la cattiva? Pensiamo noi cosa avremmo fatto al suo posto, noi fidanzate, noi donne. Lei era una moglie, una dea del matrimonio e della fertilità, eppure ebbe pochissimi figli con suo marito. Era sì stanca di vederlo andare alla ricerca di ragazzine da cui far nascere i propri figli. Lei divenne egoista e spietata, tentava, e a volte riusciva, ad uccidere i figli di Zeus e di sue concubine. Lei stava male, il suo stesso marito la tradiva per puro divertimento e per passione carnale momentanea. Le lacrime scorrevano come treni in corsa sul suo viso ogni volta che suo marito scappava con un’altra. Le restava solo la vendetta. Provò a uccidere la maggioranza dei figli di Zeus, e tutti la odiarono per questo. Era considerata un mostro, una donna che non può sopportare il fatto che il marito se ne andasse con altre donne. Noi una situazione simile o la accetteremmo, o saremmo devastate dal dolore, dal sentimento di tradimento che ci mangia il cuore. In quei momenti lei non era una dea, lei era semplicemente una donna, una donna che all’inizio magari era innamorata, e che invece ora è dilaniata dal dolore, una semplice donna tradita e umiliata, ma che non può ribellarsi perché lei stessa era la dea del matrimonio, e non poteva certo tradire o porre fine al suo matrimonio. Lei venne odiata, sia dagli altri che da sé stessa. Si odiava perché non si sentiva abbastanza, si sentiva inutile, si considerava insufficiente per il marito, mentre il vero problema era

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lui, l’uomo che lei amava, che non era abbastanza per lei. D’altronde, quando si viene traditi sembra di essere la colpa di tutto e viene voglia di morire. Lei mutò il dolore in rabbia e come dicono in molti, i peccati del padre, ricadono sui figli.