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Gennaio spaziale

GIORGIO GANZARI, 3E; GIULIA MAROTTA, 3E; ALTEA PLAKU, 3E

Buongiorno Majorani! Il nuovo anno è ormai iniziato! Quali buoni propositi vi siete posti prima di addentrarvi nell’anno nuovo? E perché non li avete mantenuti? Scherzi a parte, per dare il via al numero di gennaio ci siamo chiesti: perché non inaugurare il nuovo anno dando credito a figure più o meno note, ma tali da aver lasciato un segno indelebile? Apriamo la breve carrellata con uno scrittore famosissimo:

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ISAAC ASIMOV

Isaac Asimov nacque subito dopo i rumorosi botti di capodanno, il 2 gennaio 1920, a Petroviči, un piccolo villaggio russo. I suoi genitori erano semplici negozianti di dolciumi e giornali: fu proprio grazie alle riviste che arrivavano al padre che iniziò ad appassionarsi alla fantascienza (genere di cui Isaac Asimov fu uno dei padri fondatori nonché uno dei maggiori promotori). Il suo primo effettivo racconto fantascientifico, The Greenville Chums at College, nacque dalle mani di un appena undicenne Isaac, che solo pochi anni dopo, alle superiori, decise di pubblicare sul giornalino della sua scuola il suo nuovo lavoro, Little Brothers (Chi avrebbe mai detto che proprio le pagine di un giornalino scolastico come il nostro potessero essere il trampolino di lancio di uno dei più noti autori novecenteschi?). Appassionato com’era alla fantascienza fu quasi obbligatorio un percorso d’istruzione scientifico. Inizialmente si iscrisse a zoologia ma, dopo essersi rifiutato categoricamente di dissezionare un gatto randagio, si avventurò nel mondo della chimica, da cui ne uscì laureato. Tale attitudine ferrea di fronte a eventi che minavano la sua sensibilità accompagnò Isaac Asimov

per tutta la sua vita: lo scrittore fu un grande sostenitore dei diritti delle donne, riconoscendone prima di tanti altri il valore e le potenzialità, così come dei diritti degli omosessuali e fu anche uno dei primissimi a ragguagliare l’umanità riguardo i rischi dell’effetto serra (a dimostrazione del fatto che alcuni uomini fanno la storia come scrittori, pittori, scienziati ma all’atto pratico sono molto di più)! Nel corso della sua vita realizzò quasi 500 testi in prosa tra racconti brevi, saggi e romanzi tra i quali non si può non citare la serie “Ciclo delle Fondazioni”, pietra miliare della fantascienza. Asimov si spense a 72 anni nel 1992 a causa di un infarto causato dall’AIDS, come rivelato dalla moglie solo nel 2003. alla prima impressione di un dipinto realizzato più di un secolo fa da un pittore nemmeno così conosciuto. Witold Pruszkowsky (1846-1896) è stato un pittore e un grafico, tardo romanticista della cultura polacca e precursore del simbolismo atmosferico in ambiente artistico. Il simbolismo si caratterizza per la ricerca di un’evocazione e una suggestione pittorica che si contrapponga alla rappresentazione effettiva della realtà. L’opera riportata, del 1884, è probabilmente tra le sue prime che esprimono questa tendenza: la figura rappresentata non solo domina un determinato paesaggio, ma si fonde con esso, ne racchiude al contempo il fascino evocativo e fuggitivo; diviene essa stessa una

WITOLD PRUSZKOWSKI

Le stelle cadenti hanno da sempre suggestionato popoli, nella collettività delle loro credenze, e singoli individui, stimolandone la fantasia. Così ancora oggi persone attendono che il cielo si colori di una scia luminosa cui affidare i propri sogni. Allora su, presto, non vi resta che esprimere un desiderio: potete ammirare una stella cadere! Forse l’universo percepirà il vostro pensiero, affidato

“Falling star” Witold Pruszkowski 1884

stella. La donna mantiene in parte una forma corporea (che caratterizza appunto anche i personaggi fantastici delle sue opere precedenti); eppure al tempo stesso raffigura e incarna un fenomeno della natura. Le interpretazioni potrebbero essere molteplici e sempre nuove; paradossalmente non ho potuto né fare affidamento a dettagli biografici legati in modo specifico a questa raffigurazione né confrontarmi con qualche altra interpretazione, poiché non ne ho trovate. Eppure credo che questo arricchisca l’opera in maniera indescrivibile; essa potrebbe rappresentare tutto e niente: una creatura affidata a un ricordo evananescente, riaffiorato al passaggio di una stella cadente; una donna che, pur “cadendo”, mantiene il suo fascino; anche, perché no, una qualche creatura fantastica, una “ninfa” del cielo, al confine tra mito e realtà. Potrebbe non essere nulla di tutto ciò, così come potrebbe essere molte altre cose. Perché dunque non pensare che possa trasformarsi in ciascuno dei vostri desideri? Rimane questa raffigurazione del 1884, sorprendentemente somigliante a una nebulosa, incredibilmente evocatrice di un’atmosfera di mistero poetico.

CAROLINE LUCRETIA HERSCHEL

Caroline Lucretia Herschel nacque ad Hannover in Germania il 16 marzo 1750. All’età di soli dieci anni fu colpita dalla febbre tifoide che avrebbe impattato in modo significativo sulla crescita della bambina: la Herschel rimase alta appena un metro e trenta, ma, nonostante ciò, il suo sguardo curioso riuscì ad arrivare ad altezze tali da scoprire addirittura più di una cometa. Ricevette un’educazione “consona” a quella che si “addiceva” alle donne dell’epoca ma grazie alla lungimiranza del padre (che la incoraggiò nell’apprendimento del francese, della musica e della matematica) e soprattutto alla propria tenacia, Caroline andò oltre. Intraprese prima la carriera di cantante lirica professionista, poi, destinata a non sposarsi, divenne governate nella casa del fratello William, famoso astronomo al quale si deve la scoperta di Uranio che gli valse il posto presso la corte di Giorgio III. Ora che Caroline era rimasta sola, cosa fare? Continuare a seguire un sogno che puntava sempre più in alto, ovviamente (era infatti passata dal lavorare come governante del fratello, all’essere il suo braccio destro, appassionandosi all’astronomia)! Così continuò il proprio

lavoro di astronoma in autonomia e, tra le altre cose, catalogò più di 2000 nebulose. Grazie al suo studio ed alla straordinaria determinazione, diventò dapprima assistente del fratello a corte divenendo la “prima donna a cui sia riconosciuto e remunerato un lavoro in campo scientifico”. Il suo sogno tuttavia sarà coronato quando nel 1835 diverrà la prima donna, insieme a Mary Somerville, ad essere insignita al titolo di membro onorario della Royal Astronomical Society. E come se i vostri volti non fossero già abbastanza sbalorditi, vi informo di un altro fatto, invitandovi a rimanere con il naso all’insù nelle limpide sere d’estate: poiché fu proprio in questo modo che la nostra eroina, il primo agosto del 1786 si accorse di un oggetto che si muoveva lentamente nel cielo…indovinate che cos’era? Ebbene sì, si trattava propria di una cometa: la prima ad essere scoperta da una donna che, evidentemente non contenta, negli anni successivi ne individuò altre sette! Il 9 gennaio 1848, Caroline si spense all’età di 97 anni, rimanendo tuttavia un faro, un punto di riferimento per la scienza… la stella polare per l’astronomia.