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Intervista al partigiano Bruno Segre

STEFANO ROVERE, 5D

Buon anno, lettori! Qualche mese fa ho pensato di dedicarmi di nuovo a qualcosa che riguardasse la nostra bellissima nazione, dopo le interviste ai nostri “amatissimi” politici per il numero speciale delle elezioni. Quel che ho quindi deciso di fare è stato di interessarmi di un personaggio non particolarmente conosciuto, ma che ha preso parte attivamente alla vita politica di tutto il nostro paese, riuscendo peraltro a influenzarla molto efficacemente. Ho quindi preso in mano un libro - una biografia - dal titolo “Non mi sono mai arreso”, sulla vita e sulle sorti di un anziano signore di centroquattro anni, avvocato, partigiano e giornalista. E, beh, questo anziano signore le ha

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fatte proprio tutte: dopo essere scampato a un proiettile grazie al suo portasigari durante il dominio fascista, ha difeso il primo obiettore di coscienza in Italia, ha fondato e condotto la campagna a favore del divorzio nella città di Torino, è stato fondatore e direttore del giornale L’Incontro, che ha guidato poi per i successivi settanta anni fino al suo centesimo compleanno. Per dirne alcune. Insomma, una vita intensa. Fu quindi in una mattinata di ottobre che decisi di andare a Torino per intervistarlo e per rivolgergli qualche domanda che potesse unire il mondo di un uomo nato durante la prima guerra mondiale con quello di noi studenti, separati da un secolo di storia.

1. Nel libro e in un discorso a TED ha spiegato come, alla promulgazione delle leggi razziali, i suoi fratelli si sono fatti battezzare mentre lei, professandosi convintamente ateo, si è rifiutato. Per questo, i suoi fratelli sono risultati ariani e lei no con tutte le conseguenze relative alle persecuzioni. In quegli anni, come ha vissuto il fatto di essere ateo in un paese cattolico come l’Italia?

Purtroppo, le leggi razziali - che lasciarono indifferenti i cittadini “ariani” - furono precedute da pregiudizi popolari antisemiti. Io stesso, che a scuola ero esonerato dall’assistere alle lezioni di religione, e quindi vagavo solitario nei corridoi per ore, fui oggetto di gesti incivili, direi quasi persecutori. La Chiesa cattolica era allora il nemico degli ebrei, “perfidis judaeis”. Soltanto dopo la scomparsa di Pio XII la Chiesa mutò orientamento nei confronti degli ebrei.

2. Da pochi giorni si è insediato un governo di destra che ha mostrato, all’opposizione, di avere posizioni parecchio controverse su alcuni temi politici e sociali. Il populismo, nella storia, ha caratterizzato molti movimenti sfociati in dittature ma, in alcuni casi, è anche stato il modo di combatterle. Esiste un’emergenza fascismo, in Italia come in Europa, che può rispecchiare le preoccupazioni espresse dalla sinistra?

L’ascesa al potere di un governo di centro-destra è dovuta soprattutto agli errori politici di Letta e di Conte, la cui somma di consensi elettorali, sia pur in una temporanea coalizione, avrebbe superato i voti a favore della Meloni. L’attuale governo pare miri a sovvertire le basi democratiche del Paese (come palesano le riforme subito in atto e la promessa di modifica della Costituzi-

one). Ad oggi, è tuttavia prevedibile una rivolta delle masse popolari, verso riforme nostalgiche della dittatura fascista, escludendo quindi un movimento filo-democratico.

3. Durante la sua vita si è battuto per alcuni diritti che sono poi stati riconosciuti come fondamentali, e che oggi diamo per scontati: è il caso dell’obiezione di coscienza, del divorzio, dell’aborto. Nei nostri tempi ci sono altre lotte, diverse, ma con radici poste decenni fa: la lotta per l’ottenimento dell’eutanasia e della depenalizzazione della cannabis vanno avanti da tempi lunghissimi, con esponenti politici come Pannella (che so però non essere reputato in modo positivo da lei), prima, e oggi principalmente da Marco Cappato e da quello che rimane del partito radicale. Si può affermare che la società italiana si sia evoluta e sviluppata rispetto a quello che era ottanta anni fa o rimane molto simile alla vecchia sé stessa?

Indubbiamente l’Italia è progredita, realizzando continue riforme, anche se ci è voluto tanto tempo (come fu per la riforma del diritto di famiglia). Nonostante l’opposizione da parte del governo Meloni, sono sicuro che, nel giro di una generazione, diventeranno legge l’eutanasia, la depenalizzazione della cannabis, l’accelerazione della Giustizia, e tutte le altre riforme sociali portate avanti oggi. Ho vissuto una lunghissima esperienza del riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare e l’introduzione del divorzio (vocabolo che, però, tuttora non figura nei documenti ufficiali, come la carta di identità). Pertanto, posso affermare di avere una visione ottimista sul futuro del Paese, da questo punto di vista. Le mie riserve su Pannella riguardano suoi personali comportamenti all’interno delle sue battaglie, come il suo sistematico ricorso a finti digiuni e ad una eccessiva retorica nelle polemiche.

4. Dal dopoguerra ad oggi il ruolo dei giovani all’interno della comunità è profondamente cambiato. L’esempio più evidente furono i moti del ‘68, dopo i quali l’intero sistema scolastico e sociale in genere è cambiato profondamente. Oggi, invece, le generazioni più giovani sembrano essere staccate dalla vita politica e sociale del paese, in parte vittime di un sistema che non si interessa a loro, in parte distratte da altro. Com’è cambiato, secondo Lei, il ruolo di questa parte di società, negli

anni?

Recenti dimostrazioni di studenti di sinistra che protestavano contro le iniziative del governo Meloni mi fanno sperare in un’evoluzione positiva - a difesa della democrazia. Tuttavia, un fattore che incide negativamente sul ruolo politico della nostra gioventù è il richiamo del trasferirsi all’estero per trovare un lavoro meglio remunerato, rischiando però così di far diminuire la considerazione delle istituzioni verso la voce delle componenti più giovani della società.

5. Durante la sua vita si è occupato di tantissime cose: giornalismo, legge, politica. Alla luce della Sua esperienza, a un ragazzo che si affaccia per la prima volta al mondo degli adulti e si ritrova a dover decidere il proprio percorso di vita, consiglierebbe di fare ciò che gli piace o ciò che gli consenta di avere una vita sicura e tranquilla?

Quale fautore della Libertà, sento di consigliare ai giovani di scegliere iniziative tratte da letture, da vicende personali, da esempi. Mai percorrere il sentiero del conformismo, della rassegnazione o dell’umiltà, nonostante i possibili futuri rischi e e le possibili future delusioni.

6. Qual è un consiglio che avrebbe voluto le fosse stato dato da giovane e che rivolgerebbe ai giovani d’oggi?

Il mio consiglio ai giovani è anzitutto lo studio, specialmente della Storia (che fatalmente si ripete nelle dittature e nelle guerre, ma anche nel progresso sociale e nello stile di vita). Avere fiducia in se stessi è una grande risorsa, come l’anteporre la ragione alle menzogne delle religioni, alla malafede degli illusionisti della politica, agli analfabeti della democrazia. Il consiglio che avrei voluto mi fosse stato dato da giovane, da parte della mia famiglia, era quello di frequentare giovani di altri Paesi per conoscere la loro lingua, gli sport, i costumi. Diciamo che ho sempre avuto un sentimento cosmopolita, che mi ha spinto a considerare uguali tutti gli umani nella dignità e nel progresso dei lumi.