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Donbass: l’ultima guerra d’Europa
DONBASS
L’ULTIMA GUERRA D’EUROPA
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JACOPO PALAZZOLO, 3C
Il nome Ucraina deriva dall’antico slavo orientale “u okraina”, formato da u (“vicino, presso”) e okraina (“periferia”) dalla radice slava kraj (“confine”), e stava ad indicare quei territori al confine tra la Polonia e la Rus di Kiev (l’odierna Russia). Oggi la situazione non è cambiata molto: l’Ucraina si trova infatti ancora sul confine tra il mondo occidentale, rappresentato dalla NATO e dall’Unione Europea, e il mondo orientale della Russia di Putin. La posizione e la rilevanza strategica del territorio, sono il motivo per cui in questi giorni tutti i telegiornali stanno parlando di questa bellissima, martoriata nazione. L’Ucraina, infatti, afflitta da una forte crisi economica e dalla dilagante corruzione, è anche da ormai 8 anni interessata da una guerra civile contro le due autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, sostenute sottobanco dal governo della Federazione Russa. Questa sanguinosa guerra civile, che dal suo inizio ha già causato migliaia di vittime, è cominciata in seguito alla grande manifestazione pro-Europea “Euromaidan” del 2014, che ha bloccato per mesi la capitale Kiev e ha generato grande caos in tutto il paese, mettendo in fuga lo stesso presidente filo-Russo Viktor Janukovyč. In risposta alle manifestazioni europeiste della capitale e delle zone occidentali della nazione, si verificarono numerose proteste filo-russe nelle numerose zone a maggioranza filo russa
dell’est del paese. Nelle regioni di Donetsk e Luhansk le proteste popolari a favore della Russia furono particolarmente forti; ciò portò alla presa di potere nelle due zone di organizzazioni secessioniste, che dichiararono l’indipendenza delle due regioni sotto forma di Repubbliche popolari. L’Ucraina cercò subito di riprendere il controllo dei territori indipendentisti con la forza, senza successo, e così scoppiò la guerra civile che ora sembra stia per trasformarsi in guerra aperta tra Ucraina filo-occidentale e Russia. Parlare di una guerra aperta fra due nazioni nel 2022 può sembrare assurdo, e sinceramente anche io penso che non si possa scatenare un conflitto aperto, viste le immense conseguenze che interesserebbero sia la Russia che l’Europa (e spero vivamente di avere ragione), ma le notizie che arrivano dal fronte non sono per nulla rassicuranti. Si parla infatti di più di 120.000 truppe russe ammassate al confine con l’Ucraina e in Bielorussia, e dal lato opposto, in Ucraina, si respira già aria di guerra, con i rifugi antiaerei sovietici della guerra fredda riaperti nelle città e decine di migliaia di civili, uomini e donne, che si recano presso i centri di addestramento dell’esercito per imparare a difendersi o arruolarsi come volontari. Sembra anche l’Occidente si stia preparando a sostenere l’Ucraina in vista di un’invasione Russa, con l’invio di armi all’esercito di Kiev da parte di Regno Unito, Stati Uniti e paesi Baltici e con l’annuncio del Presidente Americano Joe Biden di sanzioni definite “Draconiane” contro la Russia in caso dello scoppio di una guerra. Desta anche preoccupazione la notizia dell’evacuazione da parte degli USA delle famiglie dei loro diplomatici in Ucraina. Non è però ancora stata abbandonata, per fortuna, la via diplomatica per risolvere il conflitto, con l’incontro virtuale tra Putin e Biden avvenuto il 7 Dicembre scorso. Inoltre negli ultimi giorni, la Russia ha inviato delle pesantissime richieste agli Stati Uniti, in cui richiede non solo che l’Ucraina non possa unirsi alla NATO, ma anche che paesi che già fanno parte dell’alleanza atlantica, come Romania e Bulgaria, la abbandonino.
Ma ora, per concludere, passiamo a cose più concrete: cosa vuole davvero la Russia? Nonostante venga ancora vista come la seconda superpotenza mondiale, la Russia è ormai un ex-impero in declino che sta vedendo molti degli stati tradizionalmente inclusi nella sua sfera di influenza allearsi con paesi nemici, le repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale che per parentela etnica e linguistica sono sempre più vicine alla Turchia di Erdogan, paese tradizionalmente nemico dei Russi , o la Siria che nonostante conti ancora sul vitale appoggio di Putin, si avvicina sempre più all’Iran. La Russia, ora anche minacciata dalla sempre più influente Cina di Xi Jinping, non può quindi permettersi di perdere l’Ucraina e di far avanzare il suo più grande nemico, la NATO, fino ai suoi confini. Per impedire l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica Putin sta quindi facendo tutto ciò che può per destabilizzare il paese impedendogli di partecipare all’Unione Europea e alla NATO, stessa strategia che sta utilizzando in Georgia, altro paese che ha espresso l’interesse di entrare a far parte del mondo occidentale, dove la Russia sostiene la guerriglia separatista in Ossezia del Sud e in Abkhazia. La mia personale speranza è che si possa trovare una soluzione pacifica al più presto per fermare questa inutile guerra tra due paesi fratelli, la Russia e l’Ucraina, che hanno un’origine comune, ma che si stanno da anni scontrando senza alcun beneficio a causa del crescente nazionalismo, sfociato anche nella costituzione di gruppi paramilitari ultranazionalisti e neonazisti in Ucraina come la “Brigata Azov”, che combatte nella guerra civile al fianco dell’esercito regolare Ucraino. Sperando di non aver fatto arrabbiare nessun lettore Russo o Ucraino e che l’articolo, stavolta un po’ più lungo del solito, vi sia piaciuto, concludo consigliando a chiunque voglia approfondire l’argomento i video del canale YouTube “Nova Lectio” sulla crisi del Donbass e sull’annessione Russa della Crimea.