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Quelli del Giga Chad

SAMUELE NAVA, 3C

Negli ultimi giorni mi sono accorto di quanto famosa sia diventata Can You Feel My Heart resa popolare grazie a moltissimi meme che girano su Instagram e Tik Tok, dimostrando la potenza dei social nel dare vita nuova ad una canzone di ormai 9 anni fa. Ma non sono qui per parlare di questo o della canzone in sé, bensì di chi l’ha composta: i “Bring Me The Horizon”. Questo gruppo nel corso degli anni si è trasformato parecchie volte, sia perdendo ed acquisendo nuovi membri, sia spaziando da generi come il deathcore fino al rockpop; per i loro repentini cambi di stile hanno perso parecchi fans ma in cambio hanno reso la loro musica sempre più interessante ed accessibile a tutti. Per gli appassionati di cinema il nome deve aver richiamato i Pirati Dei Caraibi perché si tratta semplicemente dell’ultima battuta di Jack Sparrow alla fine de “La maledizione della prima luna”, che non ha alcun significato per i ragazzi, però sottolinea come a loro interessasse solo divertirsi. Nel 2004 Oliver Sykes, il cantante, si ritrovò con l’amico batterista Matt Nicholls ed il chitarrista Lee Malia deciso a creare un gruppo con cui suonare ciò che gli piaceva. A questo primo nucleo si unirono la chitarra di Curtis Ward ed il basso di Matt Kean. Inizialmente si concentrarono sul deathcore e metalcore, componendo canzoni aggressive e violente caratterizzate dal “growl” di Oliver (il growl

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è una forma di canto col diaframma che crea una voce agghiacciante). Nel primo periodo composero tre canzoni che dopo prove e concerti attirarono l’attenzione dei talent scout grazie a cui firmarono un contratto con la casa discografica Thirty Days of Night Records, con la quale realizzarono il primo EP (piccolo album), “This Is What the Edge of Your Seat Was Made For”. La loro popolarità crebbe grazie a Myspace dove postavano alcune delle canzoni che componevano e ad un brand di abbigliamento chiamato Drop Dead Clothing, creato dal frontman dopo aver lasciato l’università. Nel 2006 la band comincia a farsi conoscere in giro per il mondo vincendo a luglio il “Best British Newcomer” ai Kerrang! Awards e pubblicando il loro primo album “Count your blessings” promosso con un tour personale e molti altri di supporto. Agli inizi del 2008 rilasciarono il secondo album, Suicide Season, un po’ diverso dal precedente sia per le prime influenza di elettronica sia soprattutto per la voce di Oliver che in mezzo a grida e growl comincia a farsi sentire; in generale si distaccarono dal deathcore per avvicinarsi al metalcore. L’anno successivo Curtis Ward lasciò il gruppo ma dopo appena due mesi si unì a loro Jona Weinhofen, ex chitarrista dei Bleeding Through, che infuse nella band nuovo entusiasmo. Con lui il gruppo compose il terzo album “There Is a Hell, Believe Me I’ve Seen It. There Is a Heaven, Let’s Keep It a Secret” (nome decisamente lunghino ) che riprende gli stessi argomenti di Suicide Season ma approfondendoli maggiormente e con toni più leggeri. Arriviamo quindi al 2013, anno denso di avvenimenti per i BMTH: dopo l’uscita del primo singolo di Sempiternal, il quarto album, fu annunciata l’uscita di Jona e l’entrata di Jordan Fish, tastierista, che fu fondamentale per la stesura dell’album; contemporaneamente Oliver dovette affrontare complicazioni dovute alla tossicodipendenza. “Can you feel my heart” nasce proprio dall’ammissione di avere un problema e forse perché deriva da un’esperienza reale che riesce a coinvolgere chiunque. CYFMH e il largo impiego di elettronica hanno reso Sempiternal il disco dei BMTH col miglior debutto. Nulla poteva più fermarli; passarono quasi tutto il 2014 in tour e ad ottobre rilasciarono Drown, un nuovo singolo seguito da Happy Song e Throne contenuti in That’s the Spirit pubblicato nel settembre 2015; l’album con-

ferma l’allontanamento dal metalcore ma non dal nu metal tant’è che molti brani ricordano i Linkin Park non solo per le sonorità ma anche per i testi. Oltre alle tracce sopracitate consiglio di ascoltare Run che per molti aspetti richiama, e a mio parere supera, Can You Feel My Heart e True friends. L’ultimo album, Amo, cambia ancora i toni della band; con esso infatti il gruppo prende le distanze dall’hard Rock e si avvicina al pop rock trattando temi molto vari come l’amore e la religione. Tra I brani rimangono impresse specialmente Mantra e Wonderful Life che consiglio caldamente (soprattutto Mantra). Nel 2020, in piena pandemia, I Bring Me The Horizon rilasciarono un altro EP chiamato “Post Human: Survival horror” anticipato dal singolo Parasite Eve che riflette proprio sul momento di reclusione a cui si era costretti. Tra i brani spiccano appunto Parasite Eve, Teardrops, che richiama lo stile e i temi dei Linkin Park, e One Day the Only Butterflies Left Will Be in Your Chest as You March Towards Your Death, canzone decisamente strana come si intuisce dal titolo ma piuttosto coinvolgente. Anche se magari non vi piace ascoltare nuova musica o non siete soliti ad ascoltare musica rock spero che darete una chance a questa band, non solo perché credo siano tra i migliori gruppi degli ultimi anni, ma anche per il significato di alcuni brani, che tocca direttamente certi nervi scoperti dell’animo.