Vivere Cantando l' Amore

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9 In questo contesto di generosità e d’eroismo si moltiplicano gesti e avvenimenti straordinari nella loro bella semplicità, come quello riportato all’inizio del capitolo. Eccone alcuni. "Una volta confessa don Orione, credetti proprio di morire". Si trova in alta montagna dopo una faticosissima giornata di cammino e di ricerche di superstiti. Sfinito dalla fatica e dal digiuno s'abbandona stremato sul ciglio della strada in un remissivo e totale abbandono in Dio. "Una grande pena provai allora - raccontava - di fronte alla morte. Non mi dispiaceva perdere la vita là sul campo della carità, ma mi tormentava il pensiero che il mio povero corpo sarebbe stato in balla dei lupi, ed i miei figliuoli non avrebbero avuto il conforto di pregare sulla mia tomba…” Una voce viene dalle macerie: “aiuto, ho paura!” Il bambino continua a ragionare: “Ma che cosa è successo? Dove sono? Ora ricordo: il terremoto. Sono in un angolo contro il muro… si mi è caduta la porta addosso. Meno male che non mi ha schiacciato. Però la spalla mi fa tanto male… Devo uscire di qui, ritrovare babbo e mamma, ma come fare? Oh, lassù c’è un raggio di luce, ci sarà una apertura… Si avvia verso la luce e si mette nuovamente a gridare: “aiuto, aiuto, aiutatemi ad uscire!”. Una voce amica risponde: “aspetta, non muoverti, cerco di liberare l’apertura…” - Ecco, afferrati alla mia mano, vieni! - Grazie, signore… ma voi siete un prete! -Coraggio piccolo, come ti chiami? Dove sono i tuoi genitori? -Mi chiamo Piccinini Gaetano… il babbo… la mamma… non so, forse sono la sotto… - Ora vedremo, figliuolo, cercheremo di liberarli… Ma tu vieni con me in un posto sicuro -Dove? -Per ora nella mia baracca… e se farai il bravo… a Roma - A Roma? E come andremo a Roma? A piedi?


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