Il Richiamo (Giugno 2014)

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N째 85 - Maggio 2014

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INDICE 2

IL SALUTO DEL DIRETTORE

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ESTASI DI FRATE AVE MARIA

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LE CELEBRAZIONI PER IL 50° DELLA NASCITA AL CIELO DEL VENERABILE FRATE AVE MARIA

IL SALUTO DEL DIRETTORE A cinquant’anni dalla morte di Frate Ave Maria. arissimi lettori e devoti di Frate Ave Maria, bentornati al nostro incontro nelle pagine di questa piccola rivista. L’anno che abbiamo iniziato, ormai da alcuni mesi, ha avuto l’impronta del cinquantesimo anniversario della morte di frate Ave Maria. Qui all’Eremo, dove il Venerabile eremita ha trascorso gran parte della sua esistenza, abbiamo festeggiato solennemente l’avvenimento. Domenica 19 gennaio nelle S. Messe presiedute dal Vescovo di Tortona al mattino, e dal Superiore Generale dell’Opera Don Orione, al pomeriggio, abbiamo pregato insieme, come comunità di fedeli devoti, per il nostro amato eremita. Abbiamo chiesto la sua intercessione e il suo aiuto spirituale. Purtroppo il tempo non ci ha favorito, anzi questa volta è stato un grande ostacolo alla presenza, con le molte piogge e le frane susseguenti. O il diavolo ci ha messo lo zampino, oppure Frate Ave Maria, nella sua umiltà, non voleva troppe feste.

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18 POESIE MARIANE 20 50° DELLA NASCITA AL CIELO DI MADRE TARCISIA DELL’INCARNAZIONE SACRAMENTINA NON VEDENTE 27 UN PO’ DI STORIA… (Quinta parte) 34 NOTIZIE DI CASA 40 I PENSIERI DI FRA SERENO

Ma a noi, che con affetto e devozione vogliamo ricordarlo, che pensieri nascono dopo così tanto tempo dalla sua dipartita da questa terra? Che cosa significa oggi per noi, pregare un uomo che è stato molto vicino a Dio e ci ha trasmesso Dio stesso?

In copertina: Eremo di Sant’Alberto.

IL RICHIAMO DI FRATE AVE MARIA Semestrale degli Eremiti della Divina Provvidenza Eremo e Parrocchia di Sant’Alberto di Butrio 27050 Pontenizza (PV) Tel. 0383/542179 - Fax 0383/542161 - c/c postale n. 14030274 www.eremosantalbertodibutrio.it E-mail eremo.sant.alberto@libero.it

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Penso che queste domande siano opportune per interrogarci sulla nostra fede e sul ruolo che i testimoni della fede hanno oggi per la nostra vita. Frate Ave Maria ci ha lasciato tantissime lettere dalle quali si riceve in maniera forte e chiara, un messaggio di spiritualità intenso, vissuto, desiderato. Gesù, la Madonna, la S. Croce, la volontà di Dio, sono le espressioni che più ricorrono, insieme ad altre di profonda 3


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umanità. Il venerabile eremita invitava ad indirizzare tutta la propria vita verso Dio ma era ben consapevole della fragilità e del peccato presenti nella stessa esistenza, ad ostacolare ogni sforzo di bene.

E tuttavia incoraggiava sempre a fidarsi di Dio. Pur nella cecità…., pur nell’incomprensione, pure nel dubbio e nello smarrimento. Era anche un uomo molto attento al suo tempo, a quello che avveniva. Alla sua epoca, c’è stato il Concilio Vaticano II e anche altro, e lui aveva sempre questo “sguardo interiore” rivolto al mondo, sguardo molto lucido e penetrante, che apprezza la bontà e la bellezza della creazione, e si sentiva dentro di essa, e ne partecipava, pur avendo fatto altre scelte per necessità e per virtù. Quest’uomo molto semplice, ci ha lasciato il tesoro di una vita eroica, dove si può vedere l’opera di Dio in chi è disponibile a farsi illuminare da Lui. Penso che il suo esempio possa incoraggiarci a camminare anche noi verso il nostro Dio, che è il Dio vivente, e che ama la vita nelle sue creature e vuole che esse siano felici.

Preghiamo di più Frate Ave Maria, chiediamogli aiuto nella necessità e nel bisogno, lodiamo per il suo dono, in modo da ottenere tramite la sua intercessione, qualche miracolo, affinchè egli possa diventare Beato e Santo, a gloria di Dio e per nostra spirituale salute. Il Parroco Don Vincenzo Marchetti

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ESTASI DI FRATE AVE MARIA


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ESTASI DI FRATE AVE MARIA OLIO SU TELA, CM 158 X 110

on questo dipinto ho voluto creare un’opera inedita, particolare, al di fuori dei soliti schemi iconografici con cui il Venerabile Eremita cieco della Divina Provvidenza è stato rappresentato. Per raggiungere questo scopo ho costruito tutta l’opera pittorica attorno alla frase in latino che ho collocato nel quadro in basso a sinistra: “ IN LUMINE TUO VIDIMUS LUCEM”. Nel dipinto ho raffigurato Frate Ave Maria, orante solitario, nello spazio antistante l’eremo di Sant’Alberto, con il crocifisso stretto nella mano sinistra. All’improvviso appare, giovanissima e bellissima, la vergine Maria, con tunica rossa e manto fluttuante azzurro, delicatamente appoggiata su una nuvola, avvolta da una splendida luce irreale formata dai toni caldi e sfumati dal giallo chiaro all’ocra e all’arancione. In quel preciso istante il frate cieco, con grande stupore e turbamento dell’anima, immediatamente avverte la presenza della Vergine, e cade sulle ginocchia in mistica contemplazione. Questo è il punto cruciale in cui si snoda la poetica del dipinto! In lumine Tuo vidimus Lucem!: la percezione sensoriale della Vergine si trasforma direttamente nella visione della Vergine stessa, con gli occhi illuminati dalla fede, la luce di Maria, alla quale il frate portava particolare devozione, trasforma in luce la cecità dell’eremita, che in quel momento viene completamente invaso da un’estasi mistica che lo porta verso un’intima unione con il Divino. Ho illuminato la scena dell’angolo superiore sinistro, concentrando la luce sulla meravigliosa coppia della Vergine e del Frate, cui fanno da contraltare la presenza di due Angioletti, testimoni del mistico momento estatico. Nell’illuminare la scena ho fatto un dolce uso del chiaroscuro, che mi è servito a donare alle figure la completa pienezza della materia. Giuseppe Frascaroli

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LE CELEBRAZIONI PER IL 50° DELLA NASCITA AL CIELO DEL VENERABILE FRATE AVE MARIA

arissimi amici lettori e devoti del Venerabile Frate Ave Maria, il 21 gennaio scorso si sono compiuti i 50 anni dalla morte di frate Ave Maria, e in questo numero vorremmo dare ampio respiro ai momenti di preghiera che ci hanno riunito per ricordare la sua straordinaria personalità e spiritualità e ringraziare veramente quanti con il loro impegno e dedizione hanno permesso che tutto si potesse svolgere nel miglior modo possibile.

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CELEBRAZIONI A POGLI SUO PAESE NATALE…

SABATO 18 GENNAIO nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire, alle ore 16.30 il Postulatore Generale don Aurelio Fusi ha tenuto una conferenza presentando i diversi “ Santi Orionini” ed è seguita poi la S. Messa celebrata da Don Fulvio Ferrari Economo Generale della Piccola Opera della Divina Provvidenza. 7


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MARTEDÌ 21 GENNAIO “Dies Natalis”, presso l’Orarorio di S. Antonio Abate si è recitato il S. Rosario animato da don Arcangelo Campagna e don Fulvio Ferrari. È seguita poi la celebrazione Eucaristica presieduta dal Vicario Generale della Diocesi di Albenga – Imperia, Mons.Giorgio Brancaleoni. Alle ore 19 momento di condivisione conviviale presso il Centro Sociale.

Ai cari parrocchiani di Pogli e alle autorità Civili e Religiose il nostro doveroso ringraziamento per la presenza anche nei vari momenti sia all’Eremo che a Voghera sfidando anche in certe giornate il maltempo. CELEBRAZIONI ALL’EREMO

DOMENICA 19 GENNAIO: A parte l’insistente pioggia tutto è riuscito molto bene. Già nelle prime ore del mattino il Superiore Generale don Flavio Peloso è arrivato con don Dorino Zordan, le Suore Piccole Missionarie della Carità e un gruppo di Oblati da Milano , Seregno e Tortona che hanno cominciato la giornata con il canto delle Lodi, una riflessione nella sala dell’eremo e pranzo al sacco come si suol dire… Nel frattempo giunge anche don Achille Morabito Vicario Generale. La Messa delle ore 10 è stata presiesduta dal Vescovo Mons. Martino Canessa, concelebrata dal parroco e superiore dell’eremo don Vincenzo Marchetti, da don Luigi Fiordaliso e da don Italo Arrigoni Parroco di Pogli venuto con una bella delegazione. Momento del tutto particolare è stata la benedizione della nuova opera artistica eseguita per questo cinquantesimo e donata all’eremo dall’amico pittore e Dottore Giuseppe Frascaroli. Ci sarebbe da fare un lungo elenco di nomi a partire dal Senatore e Dottore Luigi Panigazzi che tanti anni fa è stato pure medico condotto di Frate Ave Maria, poi il Sindaco di Ponte Nizza Luciano Domenichetti, il nostro medico Antonino Giuffrè. 8

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Nel pomeriggio don Flavio Peloso ha presieduto la S. Messa concelebrata da don Dorino Zordan, dal parroco di Zavattarello don Sticlaru Leonard e dal Padre Guardiano dei Frati Minori di Voghera don Cristoforo. Presenti anche le nostre Suore dalla Casa di Riposo San Giuseppe di San Sebastiano Curone (AL). Altro momento carico di commozione è stato al termine della preghiera presso la tomba di frate Ave Maria quando don Flavio ha dato un abbraccio a Nino Nobile che allora giovanetto accompagnò con la sua auto, frate Ave Maria per recarsi all’ospedale di Voghera. Nel pomeriggio ci ha raggiunti anche don Fulvio Ferrari economo generale della Congregazione. Una frana a causa della pioggia ha creato qualche disagio sulla statale Voghera-Varzi, nei pressi di Godiasco.

MARTEDÌ 21 GENNAIO: Altra frana proprio nella stradina del bosco che porta all’eremo, ma si può al momento circolare in un’unica corsia… 10

Alle ore 10 don Vincenzo e don Luigi, con un centinaio di bambini e ragazzi delle scuole Elementari e Medie del distretto scolastico del Comune di Ponte Nizza si sono riuniti attorno all’altare per la S. Messa. Accompagnati dal Sindaco e finalmente anche da un bel raggio di sole che ha potuto permettere una bella giornata con il rinfresco al Rifugio e per i più vivaci correre all’aperto. Un grazie alle maestre che 11


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frate Ave Maria e cinquant’anni fa erano presenti al suo funerale in Duomo a Voghera.

hanno preparato molto bene le varie classi per questo momento del tutto singolare e irripetibile. Durante la Celebrazione Eucaristica si sono alternati vari momenti significativi spiegati dai ragazzi inserendo anche alcuni pensieri di Frate Ave Maria. Molto bravi anche nel canto e nella partecipazione attenta e raccolta. A coronamento di tutto è stato ideato e pubblicato dalla comunità religiosa dell’eremo, un libro che vuole offrire per ogni giorno dell’anno un pensiero dagli scritti di Frate Ave Maria.

Il TRIDUO A VOGHERA…

GIOVEDÌ 23 GENNAIO: Per tutta la giornata è rimasto esposto il SS.mo Sacramento, mentre dalle ore 17 alle ore 18 abbiamo alternato vari momenti di riflessione con scritti del Venerabile Frate Ave Maria. Don Vittorino Muzzin Vicario Parrocchiale ha presieduto l’Ora di Adorazione e il Canto dei Vespri. È seguita la S. Messa concelebrata dal parroco don Loris Giacomelli. Come sempre ogni momento è stato particolarmente vissuto con una bella carica di intensità, anche perché sono numerosi i fedeli che hanno conosciuto personalmente 12

SABATO 25 GENNAIO : Alle ore 15 presso il teatro parrocchiale, don Aurelio Fusi ha delineato molto bene il profilo umano e spirituale di Frate Ave Maria . Un particolare da non tacere era che nello scorrere delle immagini del funerale di frate Ave Maria, quando nel primo pomeriggio la salma è stata portata a S. Alberto tra i portatori della bara c’erano anche Giulio e Primo Birilli di S. Alberto, che ora sono già con lui in Cielo. Tra i presenti ad ascoltare e a rivivere quei momenti davanti a noi seduta in un angolino l’anziana Gemma Chiesa parrocchiana di S. Alberto moglie di Giulio e mamma di Primo. Al termine della Messa una lunga processione per il bacio della Reliquia che consiste in qualche capello del Venerabile.

DOMENICA 26 GENNAIO: Proprio bella la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica. Erano presenti il parroco don Loris Giacomelli e il Vicario don Vittorio Muzzin, don Massimiliano Battistella che svolge anche il delicato apostolato come Cappellano nell’Ospedale 13


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di Voghera, Don Pietro Bezzi dalla nostra Casa di Riposo di Pontecurone AL, don Gianni Castignoli Consigliere Provinciale e il Vescovo Mons. Martino Canessa che con dedizione e profondo affetto ha partecipato sia a Voghera che a S. Alberto di Butrio e lo ringraziamo di cuore per questa ampia disponibilità. Uno stuolo di chierichetti e chierichette hanno servito all’altare, il coro e l’organista non hanno fatto mancare esecuzioni impeccabili che hanno elevato a Dio i nostri cuori e la nostra preghiera attraverso il prezioso servizio della musica e del canto. Presenti Il Sindaco di Voghera, diversi Sindaci dei Comuni vicini, il Sindaco di Pogli nella persona di Grazia Timo con Giovanni Arnaldi, Isetta Zaira e le nipoti di frate Ave Maria Serafina e Fernanda. Un momento del tutto particolare è stata la benedizione della targa che da questo momento dà il nome di Frate Ave Maria alla piazzetta a lato della Parrocchia. 15


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Si può ben dire e concludere queste meravigliose celebrazioni con quella avvenuta in Brasile nel nostro eremo e non poteva capitare di meglio cioè la professione di un nuovo confratello che vogliamo proprio vedere come dono che Frate Ave Maria ha voluto farci. Infatti in questi giorni solenni del 50° della nascita al Cielo del Venerabile, frei Estevao ha emesso la sua prima professione temporanea nel nostro piccolo ramo di vita contemplativa e vediamo questo proprio come una benedizione. A Lui il nostro affettuoso abbraccio anche a distanza e anche se personalmente non ci conosciamo ma siamo contentissimi di saperlo con noi a condividere la stessa vita e vocazione secondo il disegno di don Orione per i suoi “eremiti”.

Professione religiosa di frei Estevao nell’eremo in Brasile.

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THE BLESSED VIRGIN COMPARED TO THE AIR WE BREATHE [La Vergine beata confrontata all'aria che respiriamo]: Aria libera, aria madre del mondo, che mi accogli ovunque[...] mi rammenti in tanti modi lei[...] Io dico che siamo avvolti dalla misericordia tutt’intorno come dall’aria: lo stesso è Maria, di più per nome. Lei, tessuto libero, veste straordinaria, ammanta il globo colpevole[... ] e gli uomini sono destinati a condividere la sua vita come fa la vita con l’aria [. ..] Sii tu dunque, o cara Madre, la mia atmosfera[... ] Aria madre del mondo, aria libera, avvolto da te, in te isolato, casa ovile, accogli saldamente tuo figlio.

(]OHN PICK (ed.), A Hopkins Reader, Doubleday, Garden City/N.Y.1966, 70-73).

VERA NOSTRA SORELLA

Andando verso Elisabetta e nei mesi successivi, ella lo intesseva, meditando: «Questo è il mio corpo, il mio sangue». Sotto gli occhi vigili 18

dell’asino del bue e della pecora lo cullava, sommessamente: «Questo è il mio corpo, il mio sangue».

Nella sua fuga nel deserto illune, nei giorni in cui cresceva in Egitto, lo nutriva, cantando: «Questo è il mio corpo, il mio sangue».

Cercando il suo bambino smarrito e nel giorno saturo di presagi in cui se ne partì, lei lo lasciò andare, sapendo: «Questo è il mio corpo, il mio sangue». Sotto la croce imbrattata di sangue cullò le sue ossa lacerate, ricordandolo, lamentandosi: «Questo è il mio corpo, il mio sangue».

Quando l’oscurità, le pietre e la tomba fiorirono nel mattino di Pasqua corse a lui gridando: «Questo è il mio corpo, il mio sangue». E nessuno pensò di dirle: «Donna, non ti si addice dire queste parole. Tu non gli somigli».

(IRENE ZIMMERMAN, Liturgy, in JULIA AHLERS- ROSEMARY BROUGH - TON - CAROL KOCH (edd.), Womenpsalms, St. Mary’s Press, Winona/Minn. 1992, 55-56). 19


NASCITA AL CIELO 50°DELLA DI MADRE TARCISIA

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DELL’INCARNAZIONE SACRAMENTINA NON VEDENTE ngelina Jona nacque a Trevi nel Lazio ( Frosinone), il 22 ottobre 1871. Fece la Prima Professione nel 1928 e la professione Perpetua nel 1945. Fu la prima superiora delle Suore Sacramentine non vedenti, colei che incarnò gli ideali e la formazione che don Orione volle per questo tamo contemplativo. Morì a Tortona (AL) il 6 aprile 1964. È sepolta nella cripta del Santuario della Madonna della Guardia in Tortona (AL). Nel 1916 ebbe un colloquio con San Luigi Orione, che l’orientò nella vocazione tra le Piccole Suore Missionarie della Carità. Vi fu accolta nel 1917. Vestì l’abito col nome di Suor Maria Sebastiana, distinguendosi per osservanza esemplare e gioiosa. Quando nel 1927, Don Orione istituì la Famiglia delle Sacramentine non vedenti, entrò per prima con tre Consorelle a farne parte, col nome di Suor Maria Tarcisia dell’incarnazione.

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Don Orione le disse allora: “Ho bisogno di voi e mi fido”; e la nominò superiora. Tale incarico ella assolse fino all’ultimo dei suoi giorni con l’esempio e gl’insegnamenti e la sollecitudine di una Madre premurosa. Né la fiducia del Santo Fondatore fu mai delusa! Di cuore semplice, generoso e pio, orientato verso il Tabernacolo e la Vergine Santissima, di intelligenza e di sensibilità penetranti e comprensive; di una bontà superiore alle doti naturali, provata da sofferenza, ma sostenuta da gioiosa grazia, si prodigò, con sapienza e prudenza non comuni, tra le anime singolarmente sensibili, affidate alle sue cure spirituali. Visse con loro gli atti della comunità, le regole e il religioso impegno di adorazione a Gesù Sacramentato, nascosto anche nelle apparenze, per la cecità degli occhi di tutte loro. Con la morte avvenuta piamente a Tortona, il 6 aprile 1964 giorno in cui la Chiesa per motivi liturgici celebrava l’Annunciazione, festa del suo cuore, dissolvendosi i veli eucaristici e le apparenze dei sensi, le fu più luminoso e felice l’incontro con lo Sposo celeste per sempre.

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realizzato per il

anniversario della nascita al Cielo del Venerabile Disponibile presso l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio.

320 pag 15x21 • 16,00 €


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p Un po di storia.... QUINTA PARTE

SPLENDORE RELIGIOSO.

Eremo di butrio. La_statua di Frate Ave Maria.

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Qui una parentesi di guerra interrompe la monotonia degli avvenimenti registrati negli atti notarili. Era insorta una grave discordia tra il Papa Innocenzo III e l’imperatore Ottone IV che da Milano mosse contro Pavia per punirla della sua fedeltà a Roma. Voghera e i paesetti della pianura erano alleati con Pavia e quindi con Federico Ruggero subito accorso da Genova nel 1212, mentre i paesi della media e alta valle Staffora, di val Curone e val di Nizza , feudi dei Malaspina, ( esclusi san Ponzo e Cecima) vennero dai loro Signori consegnati ai Milanesi e ai Piacentini alleati dell’Imperatore. Di fatti d’arme e di tentate aggressioni o infiltrazioni nel territorio dell’Abbazia non si hanno notizie. Però è da supporre che la tranquillità sia stata per diverso tempo turbata. Non per nulla l’Eremo si era munito di una salda

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cintura difensiva. La serie degli atti notarili ci illumina ora su parecchie nuove prerogative spettanti all’Abbate, come il diritto di nominare il Priore di Santa Mustiola nel piacentino, quello di “ presentare” il parroco nelle chiese di S. Giovanni Piumesana, di Santa Maria Primorago e di Sant’Andrea della Sala , e quello di nominare i cappellani di due chiese di Bagnaria, Santo Stefano e Sant’Ambrogio. Dai documenti veniamo informati che queste nomine si compivano nella chiesa di S. Alberto e siamo edotti anche sulle funzioni del “ sindaco del Monastero”che incontriamo tanto spesso negli Atti. Il sindaco è un monaco con attribuzioni di economo e di procuratore; compie le operazioni di compra – vendita, riceve le donazioni e tutela gli interessi della comunità a nome dell’Abbate. Da un atto rogato nel 1290 appare eletto sindaco e procuratore il


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monaco Marenco già priore della chiesa di S. Mustiola, con il consenso di altri religiosi i cui nomi diventano per noi degni di trascrizione. Sono: Corrado monaco e Ruffino prete del monastero di Butrio, Arnaldo arciprete della pieve di San Paolo( presso Rocca Susella?), Baldino chierico di S. Andrea della Costa ( Piacenza), e Alberto monaco – converso di ButrioLa presenza dell’Abbate conferiva solennità e splendore alle funzioni che egli presiedeva. Infatti da tempo antichissimo l’Abbate commendatario di Sant’Alberto godeva il diritto e il privilegio della mitra e del pastorale secondo quando scrive il Lubin ( Lubin – Abbatiarum Italiae brevis notitia – pag 67) dal quale abbiamo riportato le notizie concernenti le nomine nelle chiese dipendenti dall’Abbazia. Che il “ tempo antichissimo” possa riferirsi allo stesso S. Alberto raffigurato sempre con mitra e pastorale negli affreschi della chiesa, lo storico mons. Legè dubita fortemente, com’egli asserisce, si conferivano di rado tali insegne. Fino a prova contraria però noi

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preferiamo rappresentarci sant’Alberto come è ritratto nei sec. XV quando il diritto alla mitra e al pastorale era un fatto acquisito. A nome dell’Abbate di Sant’Alberto l’arciprete di Rovescala risulta nei documenti del 1364 compie alcune investiture di terreni nei dintorni di Borgonovo e di Santa Mustiola. Anche l’arciprete di san Ponzo con atto pubblico riconosce nel 1380 all’Abbazia di S. Alberto alcuni diritti. ABBATI DEGNI DEL FONDATORE.

A questo punto, trovandoci nel periodo di maggior splendore dell’Abbazia, è doveroso domandarci: Che uso facevano i monaci di tante ricchezze da loro accumulate per donazioni di fedeli e saggia economia amministrativa? Non c’è dubbio che a S. Alberto si verificava quanto troviamo raccontato e descritto nelle pagine stupende d’alto valore storico di Mabillon e Montalembert.

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“ Noi siamo come il mare che ricava acqua da tutte le parti e la tor-

na a distribuire a tutti i fiumi” dirà fra Galdino alludendo alla carità dei Cappuccini. I Benefattori di S. Alberto facevano proprio così: delle ricchezze si servivano per onorare Dio e beneficare il prossimo. Sollevavano il popolo dalla miseria con elemosine generose e con larga offerta di lavoro di pubblica e privata utilità, aprivano chiese al culto, fondavano celle e monasteri, promuovevano le affermazioni dell’arte nelle sue diverse branche; dall’architettura alla pittura, alla miniatura dei codici. Sant’Alberto, pur nelle sue irreparabili rovine, ne è una prova. Il complesso del Monastero s’era venuto formando gradualmente. Prima la chiesuola che rimonta ai tempi del Santo Fondatore, poi negli anni immediatamente successivi le altre cappelle. Attorno erano disposte le celle per i singoli romiti che in seguito si costituirono in congregazione cenobitica sotto la direzione e l’autorità dell’Abbate che vuol dire “ padre”. Egli deve essere fornito di carità e di temperanza, mostrarsi mite e benigno con i monaci diligenti, austero coi protervi, ma sempre tale

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che il nome di padre non sia una menzogna, irreprensibile, e più di fatti che di parole, maestro. Nessuna parzialità, nessun compromesso, nessun privilegio; niente autocrazie, niente arbitrii. Se gli affari da trattare sono gravi, egli chiamerà a raccolta i monaci e ne ascolterà i consigli, senza peraltro soggiacervi, ma usandone saggiamente. Questo in sostanza dice la regola di san Benedetto intesa a promuovere la vita di comunità. E veramente il Monastero ebbe una serie di Abbati degni del posto che la fiducia universale e l’amore dei Sommi Pontefici aveva loro assegnato. L’aspetto esteriore dell’Eremo s’è venuto modificando nei sec. XIIXIII. Non più celle romitorie sparse qua e là nei dintorni della chiesuola primitiva dedicata a S. Maria, ma la solenne maestà del castello – monastero, via via munito di bastioni, di torre quadrata, di bertesche, di fossati e ponte levatoio, per difendersi dalle scorrerie e dai saccheggi delle bande armate che infestavano i luoghi. Il pericolo di assalti al monastero che nei primi tempi della fonda-


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zione era minimo, data la sua estrema povertà, si manifestò quando quei monaci divennero potenti sia per censo che per autorità e giurisdizioni, ed acquistarono anche prerogative proprie dei feudatari costretti a munirsi contro la minaccia dei signorotti confinanti. PROBLEMI DI DECADENZA.

Con i sec. XIV e XV l’Abbazia di sant’Alberto, pur migliorando l’esteriore tenuta artistica e accentuando la sua potenza economica, avverte i primi segni d’una deleteria trasformazione morale. Molte istituzioni religiose, raggiunto l’apogeo dello splendore, perdettero la semplicità iniziale e decaddero per aver accumulato troppe ricchezze. Che questa sia la ragione valida per la decadenza di Butrio non possiamo affermare ma solo intuire dalla dolorosa esperienza che diviene costante legge di storia e dimostrare come la seduzione del denaro indebolisce lo spirito, disgrega le forze del bene, soffoca il fervore, fa deviare dal giusto fine. Influirono forse altre cause; le

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condizioni d’ambiente; le discordie, le guerre, gli scismi, il manifestarsi d’una tendenza nuova e ribelle che va sotto il nome umanesimo; forse anche l’infierire delle pestilenze ( famosissima quella del 1348) che spopolarono anche i monasteri. Una causa sicura c’è tuttavia: l’essere stata data l’Abbazia in commenda. Una breve spiegazione. Quando un beneficio ecclesiastico era vacante per assenza o morte del titolare, se ne affidava temporaneamente la custodia e l’amministrazione ad un economo che si chiamava “ commendatore”, cioè depositario di quei beni a lui “ commendati”, affidati. Queste commende, lodevoli nelle origini e frequentissime ai tempi di San Gregorio Magno, ben presto degenerarono in abuso. Troviamo già nel sec. VIII dei Principi che davano monasteri o vescovati in commenda perpetua a dei laici. Papi e Concilii vietarono con frequenti decreti le commende perpetue. Clemente V nel 1305 le annullò tutte senza riguardo neppure per i Cardinali. Molto più tardi le proscrisse il

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Concilio di Trento. E tuttavia storicamente è certo che prima e dopo il Tridentino la Santa Sede concedeva le commende o perché i monasteri erano rimasti senza religiosi o perché erano decaduti dalla osservanza e quindi di quelle rendite venivano investite altre persone ecclesiastiche. I primi sintomi d’un fatale progredire verso l’uso della commenda compaiono quando il Monastero cerca dei naturali protettori nelle più potenti famiglie confinanti investendole di alcune sue terre. Ecco il contenuto di un documento del 1380 che ci illumina anche sulle consuetudini proprie dell’Abbazia: “ Nel Monastero di Santa Maria Genitrice e di Sant’Alberto di Butrio, riuniti i frati, al suono della campana, l’Abbate ( di cui non è riferito il nome) conferisce al Conte Giacomo Dal Verme l’investitura della terra di Mollia presso Pizzocorno”. I Conti Dal Verme acquistarono ragguardevole potenza dopo aver servito con fedeltà i Visconti di Milano, ed ebbero parecchie signorie tra le quali quella di Voghera. Lo stesso Conte Giacomo nel

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1387 ebbe dal Vescovo di Bobbio l’investitura di Zavattarello, confermata dall’Imperatore Venceslao. I Dal Verme estendevano il loro dominio su Bobbio, Castel S. Giovanni, Romagnese, su tutti i paesi intorno a Voghera e si spingevano anche verso la media valle Staffora scontrandosi con i Malaspina nemici dei Visconti. L’anno 1398 i Vogheresi condussero un’azione offensiva sopra Godiasco, Groppo e Piumesana e vi operarono gravi distruzioni. Su Piumesana avevano giurisdizione ecclesiastica i monaci di Sant’Alberto i quali dalle ostilità tra i Malaspina e i Visconti, tramite Voghera e i Dal Verme, subivano frequenti danni. Perciò nel 1407 l’Abbate Antonio dei Conti di Lomello avanzò una supplica al Duca Giovanni Maria Visconti per ottenere la restituzione di certi beni e crediti che aveva a Pontecurone e dintorni, dei quali con vani pretesti era entrato in possesso il vescovo di Tortona; e il Duca di Milano rispose con un decreto favorevole obbligando a restituire tutto “ sine strepitu et figura judicii”. Il documento che enumera tutti i

beni e i titoli passati sotto il dominio dei Dal Verme ci dà un’esatta demarcazione dei confini di questo feudo che si estendeva per quattro miglia di larghezza e cinque di lunghezza ed era circoscritto dai castelli e dai marchesati di Oramala, Sant’Alberto, Casalasco, Trebbiano, Godiasco, Cecima, Bagnaria, Zuccaro, Sagliano; e conferma come l’Abbate di Sant’Alberto in qualità di Conte e feudatario di Pizzocorno aveva il diritto al vassallaggio, al mero e misto impero, al fodro (specie di tributo in grano), con ogni giurisdizione temporale , al molino, all’acquedotto, alle pescagioni, ai frutti, ai censi, alle pensioni, ai redditi; escluse due chiese e un mulino in Val di Nizza. Erano in sostanza tutte quelle prerogative ricevute dall’Abbazia quando acquistò il feudo dai Malaspina in data 4 ottobre 1158.

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NOTIZIE DI CASA

Ve nerdì 2 8: accogliamo per questo fine settimana il confratello Juan Manuel Gonzales, novello Sacerdote proveniente dall’Argentina e in visita ai luoghi di don Orione. MA R ZO G io vedì 6 : Solennità di san Marziano, patrono della nostra diocesi di Tortona AL. Ci rechiamo in Cattedrale per il solenne pontificale presieduto dal Cardinal Calcagno Domenico.

Tralasciamo il silenzioso e raccolto mese di gennaio che ha avuto come protagonista l’evento del 50° anniversario della nascita al Cielo del Venerabile Frate Ave Maria e passiamo alla: D o m e n i c a 2 Fe b b r a i o : Giornata dedicata alla Vita Consacrata. È un pò la festa di tutti i Religiosi e le Religiose che in ogni diocesi si radunano assieme al Vescovo per Celebrare questo momento molto importate per ogni comunità Religiosa e per ogni Chiesa locale. Come Maria presenta Gesù Bambino al Tempio, da Lei vogliamo essere presentati a Lui nella nostra totale dedizione a Dio e ai fratelli, nelle particolari sfumature di ogni Carisma e dono che Dio suscita sempre per la sua Chiesa e per il mondo intero.

L une dì 1 0 : Ci rechiamo al nostro centro di Spiritualità a Montebello della Battaglia PV, per il ritiro mensile, che vede radunati i confratelli di questa zona. Quest’anno come predicatore abbiamo don Andrea dei Padri Barnabiti di Voghera. Venerdì 14: come ogni venerdì di quaresima alle ore 16 ci raduniamo per la Via Crucis sempre molto partecipata e animata da vari lettori. Me rc ol edì 1 9: Solennità di san Giuseppe, che in tutte le nostre case lo si celebra con tanta devozione proprio sull’esempio e tradizione del caro fondatore San Luigi Orione sacerdote.

L un edì 1 0 : Fra Luigi si reca a San Sebastiano Curone AL, alla Casa San Giuseppe residenza per anziani, tenuta dalle nostre Suore Piccole Missionarie della Carità. Mercoledì 12 : nella bella chiesa di Pizzocorno PV, il funerale di Jole Lorini che dopo una lenta malattia e l’avanzata età ha terminato il suo pellegrinaggio terreno. Ai suoi cari la nostra vicinanza nella preghiera. L un edì 24: nel lontano 1900 nasceva a Pogli di Ortovero Cesare Pisano che diventerà poi frate Ave Maria. 34

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S abato 2 2: da Tortona Fratel Jauns accompagna due confratelli in visita all’eremo, Padre Juan Manuel che era già venuto un mese fa e con lui un sacerdote dall’India don Praveen che sono a Roma per un periodo di formazione. D o me ni ca 2 3 : il primo pulman di quest’anno, proveniente da Bergamo. E in serata è apparsa ancora la neve con forte vento,una tormenta insomma… Ven erd ì 2 8: con un amico fra Ivan si reca a Reanto TO, a far visita a Jean e Alda. Jean è uno dei nipoti di frate Placido quello che maggiomente ha frequentato l’eremo. Da anni è provato dalla malattia che porta serenamente e con fede, anche se ha perso l’uso della parola traspare dal volto ciò che le labbra non hanno potuto dire. Una bella giornata e ringraziamo il Signore.

D om eni ca 30 : nella Messa delle ore 10.00, abbiamo celebrato il 50° di matrimonio dei coniugi Nella e Paolo Zanaboni. Cari amici dell’eremo, siamo a loro vicini con la preghiera e il nostro affetto. In serata fra Luigi, si reca a far visita e a recitare il Rosario per la defunta Tacconi Luigina di Moglie, piccola borgata che come parrocchia dipende da Pizzocorno PV. Anche a loro il nostro ricordo nella preghiera per questo momento sempre doloroso di un passaggio al Cielo per le proprie persone care con cui si è condiviso parte della propria vita terrena. A PR I LE . Me rc ol edì 2: nel pomeriggio un bel pellegrinaggio da Cantù e dintorni e si sono fermati alla Messa delle ore 16.30 rendendola molto partecipata. L une dì 7 : da oggi fino a venerdì 11 fra Alejandro e fra Ivan sono all’Abbazia Benedettina di Praglia PD, per una momento di vita monastica, preghiera e silenzio. S aba t o 1 2 : verso le 10.30 un pulman da Savona. Do menica 13 : le Palme. Iniziamo così la Settimana Santa. Alla Messa del pomeriggio il Coro di Bagnaria PV ha animato la liturgia e li ringraziamo veramente di cuore. G io vedì Sa nt o : Un gruppetto di giovani da Vigevano ha sostato in preghiera nella mattinata e nelle prime ore del pomeriggio pregando con noi l’Ora Sesta. Alle ore 16.30 con una ventina di fedeli e due bravissimi chierichetti abbiamo vissuto il bel momento della liturgia e al termine in processione siamo andati verso la cappella di S. Alberto ove è stato preparato l’Altare delle reposizione. Venerdì Sant o: Alle 16.30 la Liturgia propria di questo giorno, mentre alla sera alle 21.45 la Via Crucis.

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S abato Santo: Veramente un tempo da lupi!! Ma il tutto non ha scoraggiato un bel gruppo di fedeli per la solenne Veglia Pasquale cominciata alle 21.30. D o me ni ca di R esu rre zi on e: Alleluia! Cristo è veramente Risorto! Il tempo abbastanza incerto, ma la gioia di questo giorno ha prevalso. Lunedì dell’Angelo: tempo così così, in mattinata quasi nessuno e nel pomeriggio un po di gente…. Martedì 22: il Vescovo di Lodi Mons. Giuseppe Merisi con una dozzina di sacerdoti del Vicariato di Paullo in visita nel pomeriggio. 38

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I PENSIERI DI FRA SERENO Dalla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro la domenica 19 gennaio Papa Francesco ha detto : “ … Che cosa significa per la Chiesa, per noi oggi essere discepoli di Gesù Agnello di Dio? Significa mettere al posto della malizia, l’innocenza. Al posto posto della forza, l’amore. Al posto della superbia, l’umiltà, al posto del prestigio, il servizio. Noi cristiano dovremmo fare questo…

… Cosa significasse davvero per A n g e l o G i u s e p pe R o n c a l l i cioè Giovanni XXIII, il Papa buono, essere santo lo spiegò lui stesso appena 26 enne durante una conferenza : “ Sapersi annientare costantemente, distruggendo dentro e intorno a sé ciò in cui altri cercherebbero argomento di lode innanzi al mondo, mantener viva nel proprio petto la fiamma di un amore purissimo verso Dio, al di sopra dei languidi amori della terra; dare tutto, sacrificarsi per il bene dei propri fratelli, e nell’umiliazione, nella carità di Dio e del prossimo seguire fedelmente le vie segnate dalla Provvidenza, la quale conduce le anime elette al compimento della propria missione; tutta la santità sta qui!”. A questa regola Roncalli si è attenuto per tutta la sua vita. (Cardinale Loris Capovilla) 40

… Con le nostre stesse mani siamo protesi in preghiera, e …pecchiamo. Con le stesse labbra cantiamo lodi al Signore e… insultiamo. Con la stessa intelligenza ci eleviamo al Cielo, e ci …immergiamo nella melma. Con lo stesso cuore amiamo cose sante, e ci prostituiamo al peccato. Siamo veramente nemici di noi stessi! ( Padre Igino Silvestrelli). In un quadernetto di appunti Suor Plautilla delle Piccole Suore Missionarie della Carità di Don Orione scrisse: “Anche se il cuore sanguina, stare allegra, non far pesare suglia altri la tristezza. Confidare sempre nel Signore. Mai aver paura. Lui è un Padre, non un tiranno. Tenere pulita l’anima che è l’abitazione di Gesù. Confessarsi bene. Le proprie sofferenze solo confidarle a Gesù, mai alle creature chè tornerebbero a nostro danno. Star molto unite al Signore. Ovunque si và, lì c’è Gesù! In mezzo alle dicerie star molto calma; guardar di far tutto per il Signore poiché le persone dicono quel che vogliono. Lui solo è giudice. Prima di prendere qualche risoluzione pensarci bene e pure consigliarsi. Mai con precipitazione. Alle volte crediamo di liberarci da una croce ma invece ne formiamo altre e più pesanti. Di tutte le cose che non le interessino, non si occupi; fare le cose con coscienza, davanti al Signore. Agire in modo che tutti i giorni si possa fare la S. Comunione. Il sacrificio più costa, più ha merito!.” 41


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Nuovo Sito

w w w. e r e m o s a n t a l b e r t o d i b u t r i o . i t

a Novit4 201


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Santo Natale 2013

Libreria Sono disponibili presso la Libreria dell'Eremo le seguenti pubblicazioni: – D. Sparpaglione, Frate Ave Maria, Edizioni Eremo di S. Alberto, Ponte Nizza (PV) pp. 32.

– Storia di Frate Ave Maria a fumetti, Edizioni Eremo S. Alberto, Ponte Nizza (PV), pp. 62.

– D. Flavio Peloso, Si può essere felici. Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL), pp. 204.

– Arcangelo Campagna, L’eremo di S. Alberto di Butrio, guida storico artistica, Edizioni Eremo di S. Alberto, Ponte Nizza (PV), pp. 72.

– A. Gemma, I fioretti di Don Orione, Edizioni Devoniane, Roma 2002 Seconda Edizione.

– Sui passi di Don Orione, “Sussidio per la formazione al carisma”, Edizioni EDB 1997, pp. 320

– D. A. Lanza: Don Luigi Orione e gli eremiti della Divina Provvidenza. Nel primo centenario della fondazione 1899-30 luglio 1999. Piccola Opera della Divina Provvidenza, via Etruria 6 00138 Roma.

– San Luigi Orione. L’apostolo della carità, Edizioni Velar.

– Via Crucis con Don Orione, a cura di Don Francesco Mazzitelli FDP Grafiche Grilli srl, Foggia. 2004.

– Don Luigi Orione una vita ad immagini, a cura di don Giuseppe Rigo B.N. Marconi Arti Grafiche e Fotografie, Genova 1997.

– Frate Ave Maria. Un anno con i suoi pensieri, a cura di Vincenzo Marchetti con gli Eremiti della Divina Provvidenza, Edizioni Velar.

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Icona dipinta da Frei Cruz

La natività, Lorenzo Lotto.


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LAUS ET LABOR

EREMITI DELLA DIVINA PROVVIDENZA (Don Orione) Eremo e Parrocchia di Sant’Alberto c/c postale N. 14030274

www.eremosantalbertodibutrio.it - E-mail: eremo.sant.alberto@libero.it

Santa Messa festiva:

Feriale Ore 7.00 - Per tutto il mese di agosto anche ore 16.30 Pre-festivo: ore 16.30 Festivo: ore 10 e 16.30 (tutto l’anno).

Visita all’Abbazia:

Dalle ore 8.00 alle 12.00 – Dalle 14.30 alle 19.00

Feste:

Sant’Alberto Prima domenica di settembre. Nel pomeriggio: Messa ore 16.00 seguita dalla processione.

Memoria di Frate Ave Maria 3a. Domenica di maggio nell’Eremo di S. Alberto – Ponte Nizza (Pavia) 4a. Domenica di maggio a Pogli di Ortovero (Savona). Indicazione per chi utilizza il Navigatore: Per trovare la strada per l’Eremo, cercare Abbadia Sant’Alberto di Butrio.

Supplemento N. 1 al Don ORIONE, Foglietto mensile del Piccolo Cottolengo di Milano 20146 Milano - Viale Caterina da Forlì, 19 - Anno XXXXVIII - N. 5 - Giugno 2014 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo Realizzazione a cura della Editrice VELAR, Gorle (Bg) Foto: Edizioni Eremo - Stampa: Litonova, Gorle (Bg) Spedito nel mese di Maggio 2014

L’Editrice VELAR assicura che i dati personali vengono trattati con la riservatezza prevista dalla legge in vigore (675/96) e utilizzati esclusivamente per le proprie proposte commerciali. Su richiesta, tali dati potranno essere cancellati o rettificati.


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