Tra noi della Crocetta

Parrocchia Beata Vergine delle Grazie Torino

TRA NOI DELLA CROCETTA

Dicembre 2010 - N. 2 - Anno 61ยบ

NOTIZIARIO della FAMIGLIA PARROCCHIALE

PARROCCHIA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE - CROCETTA 10129 TORINO - Corso Einaudi, 23 - Tel. 011.59.92.33 - Fax 011.59.30.06 www.parrocchiacrocetta.org • e-mail: segreteria@parrocchiacrocetta.org UFFICIO: Via Marco Polo, 8 • ORATORIO: Via Marco Polo, 6 Il Notiziario si invia gratuitamente a tutti i Parrocchiani. È distribuito da volontari – le famiglie cristiane sono invitate a favorire la consegna nel proprio condominio.

Si accettano offerte presso l’Ufficio Parrocchiale.

ORARIO delle SANTE MESSE ➥ In PARROCCHIA Giorni feriali: 7,45 - 9 - 10 - 18 (luglio e agosto solo 10 e 18).

Giorni festivi: 9 - 10 - 11 - 12 - 18 (luglio e agosto solo 9 - 11 e 18).

Sabato e vigilia feste di precetto: S. Messa festiva della vigilia ore 18.

➥ Al CONVALESCENZIARIO: S. Messa festiva ore 9,30. ➥ Nella CHIESA di VIA PIAZZI, 25 (Salesiani) - Tel. 011.58.11.391 Giorni feriali: 7 - 8 - 17,30 - 18,30.

Giorni festivi: 8 - 9,15 - 10,30 - 11,30 - 18,30.

Sabato e vigilia feste di precetto: S. Messa prefestiva ore 18,30.

– Nei mesi estivi (15 giugno/15 settembre) sono sospese la S. Messa feriale delle ore 17,30 e la S. Messa festiva delle ore 9,15. ❯❯ BATTESIMI COMUNITARI: vengono amministrati normalmente alle ore 16 ogni seconda e quarta domenica del mese. I genitori passino in parrocchia almeno un mese prima della data desiderata per il Battesimo dei figli per accordarsi sugli incontri di preparazione per genitori e padrini. ❯❯ Ai FUTURI SPOSI ricordiamo di presentarsi in Parrocchia almeno sei mesi prima della celebrazione del matrimonio. Si invita a frequentare un corso di preparazione prima di avviare le pratiche. Alla porta della chiesa è affisso il calendario degli incontri dei futuri sposi dell’Unità Pastorale. Nella nostra Parrocchia gli incontri (sei serate e un pomeriggio domenicale con incontro, S. Messa, cena insieme) sono al lunedì, ore 21, con inizio nei mesi di febbraio, maggio e ottobre. L’iscrizione avviene con un incontro con il Parroco.

U F F I C I O P A R R O C C H I A L E : tutti i giorni feriali (eccetto il sabato pomeriggio) mattino ore 10/12; pomeriggio ore 16/19.

LETTERA DEL PARROCO

MENDICANTI ALLA GROTTA «Noi siamo mendicanti, questa è la verità», sono parole scritte da Lutero due giorni prima della sua morte...

Sì, siamo tutti mendicanti, anche se non ne siamo consapevoli.

Mendicanti di luce, di amore, di verità, di senso, di Dio...

Mendicanti di parole che non siano chiacchiere, di incontri che non siano superficiali, di persone che non siano maschere, di sogni che non siano illusioni...

Siamo un “popolo che cammina nelle tenebre” come dice il Profeta Isaia nella notte di Natale.

Tenebre fitte continuano ad avvolgere la Terra. È tenebra la mancanza o l’incertezza del lavoro; la violenza tra le pareti di casa; la fatica a tessere rapporti di accoglienza del “diverso”; il disorientamento giovanile che affonda le radici su un più grave disagio del mondo adulto che fa fatica a trasmettere valori capaci di ancorare l’esistenza a qualcosa di grande e di bello. È tenebra lo smarrimento della fede, la caduta della speranza, la fragilità dei nostri amori, l’abbandono degli anziani, la solitudine dei malati, la mancanza di figure di uomini e di donne che diventano figure di riferimento, esempi da imitare. Aveva ragione padre Ernesto Balducci di scrivere, anni fa, che «quando i nani fanno le ombre lunghe, è perché la notte è vicina»!

Eppure la notte di Natale sentiremo nelle nostre chiese la parola coraggiosa del Profeta Isaia ad un popolo smarrito: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce... su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse».

Il Natale è invito a rivolgere lo sguardo del cuore a una Luce che 2000 anni fa ha brillato “in terra tenebrosa” e da allora non ha cessato di illuminare l’umanità e i cuori degli uomini.

Questa Luce ha un nome e un volto: Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Celebrare il Natale Cristiano vuol dire guardare a Gesù, lasciarsi raggiungere dalla sua luce, lasciarsi scaldare dal suo amore, ispirare a lui la nostra vita e le nostre scelte, accettarlo come compagno di viaggio dei nostri giorni.

Guardare alle “grande luce” che è Gesù ci rende capaci di scorgere anche oggi intorno a noi e di essere tutti – nessuno escluso – tante “piccole luci” che possono rischiarare il cammino dell’umanità.

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È luce che rischiara l’umanità la generosità di tanti giovani e adulti che, senza far rumore, offrono energie, tempo, capacità nel volontariato gratuito al servizio dei più poveri e di quanti fanno più fatica a vivere. È luce che illumina le tenebre, la seria ricerca di tanti che si interrogano sul senso della vita, dell’amore, del dolore, della morte. In un mondo di banalità sono i testimoni della serietà, della consapevolezza di ciò che conta e di ciò che non conta. È motivo di speranza la rigorosità professionale di tanti, l’onestà negli affari, la fedeltà negli affetti, la dedizione generosa ai malati e ai poveri, la testimonianza credibile di tanti genitori ed educatori.

Fanno sognare l’alba di un giorno nuovo i giovani che hanno il coraggio di andare controcorrente per essere fedeli al Vangelo: che trovano nella preghiera e nell’incontro col Signore la forza della testimonianza coerente.

Certo, la storia umana vedrà sempre – fino alla fine dei tempi – la coesistenza del bene e del male, della fedeltà e del tradimento, della grazia e del peccato, della luce e delle tenebre.

Ma la luce partita da Betlemme continuerà a percorrere le strade del mondo. È una luce che non umilia, ma incoraggia, non schiaccia, ma solleva, non abbaglia, ma illumina.

Lasciamo che questa luce in questo Natale raggiunga ciascuno di noi. È l’augurio più cordiale che, con don Lino e don Alessandro rivolgo a tutti i parrocchiani e a quanti leggeranno queste parole.

Con tutto il cuore, a tutti: buon Natale di Gesù! ✠ don Guido

PER VIVERE NELLA FEDE L’AVVENTO E IL NATALE • PREGHIERA DELLE LODI (in chiesa): ore 7,30, ogni giorno dal lunedì al sabato.

• CELEBRAZIONE PENITENZIALE per Giovani e Adulti: lunedì 20 dicembre, ore 18 (al posto della Santa Messa).

• NOVENA DI NATALE dal 16 al 24 dicembre, ore 18, durante la Santa Messa.

Per i ragazzi del catechismo: orari a parte.

• VENERDÌ 31 DICEMBRE, ore 18, SANTA MESSA DI FINE ANNO: “Te Deum di ringraziamento”.

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CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

attività del Consiglio Pastorale parrocchiale è ripresa dopo la pausa estiva con la seduta del 21 settembre in cui sono state varate una serie di iniziative per il nuovo Anno Pastorale sul pilastro “spiritualità e preghiera”.

Dall’inizio del suo mandato il Consiglio ha iniziato a riflettere a partire dal versetto degli Atti degli Apostoli 2,42 «Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere», su quattro grandi temi, definiti PILASTRI, su cui si regge e si alimenta la vita della Comunità parrocchiale: la Parola di Dio, l’Eucaristia, la fraternità, la preghiera. Da ciò è nato una lavoro di approfondimento e il Consiglio ha scelto di iniziare a verificare lo “stato di salute” della parrocchia dal pilastro “spiritualità e preghiera”. Spesso, infatti, si rischia di preoccuparsi troppo delle iniziative da preparare e dell’efficientismo a tutti i costi, anziché valorizzare ciò che fa la differenza tra una parrocchia e una “centrale di servizi” per il territorio.

Insomma, tra Marta e Maria, abbiamo scelto di partire dalla seconda. Con questo spirito sono state approvate alcune iniziative di arricchimento della preghiera comunitaria. È stata confermata la celebrazione delle Lodi durante i periodi di Avvento e Quaresima.

A questo è stato aggiunto nelle solennità dei Santi, dell’Immacolata, dell’Epifania e di Pentecoste il Vespro solenne, al termine della S. Messa del sabato delle 18. Un’occasione per meditare sul significato di queste festività.

Per essere più vicini ai malati e ai disabili e per far sentire loro vicina la comunità, la celebrazione dell’Unzione degli infermi è stata celebrata sabato 9 ottobre durante la S. Messa delle 18. Oltre 30 parrocchiani hanno ricevuto il Sacramento che non è la benedizione dei moribondi, ma, come diceva spesso don Alessio «il Sacramento di chi si sente mancare le forze».

Inoltre si è deciso di rendere libera una zona della chiesa per i disabili in carrozzella, affinché possano seguire meglio le celebrazioni.

Durante l’Avvento, inoltre, sono distribuite copie del libretto di PREGHIERA PER LA FAMIGLIA. In esso, ogni giorno, è riportato un breve passo del Vangelo del giorno, accompagnato da una preghiera da recitare con la propria famiglia.

Ciascuna di esse è stata preparata da una coppia della parrocchia che lavora o partecipa alle iniziative della pastorale familiare (gruppo preparazione al matrimonio e battesimale, giovani sposi, casomai, ecc.). Come nell’esperienza del Vangelo nelle case, sapere che si condivide questo piccolo percorso di preghiera, è un modo per sentirsi parte viva della famiglia parrocchiale.

Infine, ogni primo mercoledì del mese si fermano tutte le attività parrocchiale e dalle 20,30 alle 23 la chiesa resta aperta per uno spazio di silenzio e di preghiera personale di Adorazione al Santissimo. Alle 21 sono celebrati i Vespri; alle 22,45 la compieta del giorno. Per il resto del tempo i sacerdoti sono disponibili per colloqui personali o per confessioni. L’iniziativa si chiama proprio CHIESAPERTA e consente a tutti di fermarsi e pregare.

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MPV

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Desiderate battezzare vostro figlio?

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ioia grande per la vostra famiglia la nascita di un figlio!

Gioia grande per la parrocchia accogliere vostro figlio in una comunità più grande, la Chiesa, per iniziare insieme un cammino di vita cristiana.

La comunità è felice quando vede l’atrio dell’Ufficio parrocchiale con genitori e bimbi in carrozzina che si affacciano per chiedere il Battesimo. È un momento bello per noi sacerdoti gioire con voi genitori e tessere un primo rapporto di conoscenza, di dialogo, di amicizia. È motivo di commozione per le coppie dell’équipe battesimale fare visita di cordialità a casa, a nome della comunità parrocchiale, alle famiglie che stanno per celebrare il Battesimo ed è arricchente l’incontro e il confronto tra le famiglie il venerdì che precede la celebrazione del

Battesimo con il sacerdote e la coppia dell’équipe che ha visitato la famiglia. È davvero festa della vita, della vita divina donata ai bimbi, la celebrazione della domenica pomeriggio, sapendo che nelle Messe di quella domenica tutta la comunità ha pregato e prega per i bimbi, le loro famiglie, i loro padrini e madrine.

Sono queste le braccia aperte di Gesù, che attraverso la comunità parrocchiale, accoglie i bambini e le loro famiglie. Gli occhi non lo vedono, ma il cuore sente che Dio li accoglie come un Padre accoglie e ama i suoi figli e dona loro il Suo Spirito, lo Spirito di Gesù perché vivano “alla maniera di Gesù”. È un’esperienza forte, che rende ogni volta più giovane la Chiesa, la celebrazione che normalmente avviene ogni mese la 2ª e la 4ª domenica, alle ore 16.

PREGHIAMO INSIEME “I VESPRI” Anche questa proposta è nata all’interno del Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Si tratta di riscoprire forme di preghiera comunitaria oltre le Sante Messe.

Sia durante l’Avvento, sia durante la Quaresima la comunità si trova alle 7,30 per la preghiera delle LODI del mattino.

Gandhi diceva che «la preghiera è la chiave del mattino e il chiavistello della sera».

Vorremmo quest’anno nella vigilia di alcune grandi feste vivere insieme il “chiavistello della sera” con la preghiera dei VESPRI. Le feste, per quest’anno, prescelte sono: • la vigilia dei Santi (31 ottobre), ore 19 • la vigilia dell’Immacolata (7 dicembre), ore 19 • la vigilia dell’Epifania (5 gennaio), ore 19 • la vigilia della Pentecoste (11 giugno), ore 19 • la vigilia della Festa patronale della Beata Vergine delle Grazie, ore 19.

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Verso il sacramento del Matrimonio cco le coppie che si sono preparate insieme al Sacramento del matrimonio nei mesi di aprile-maggio con le coppie guida Elena e Mario Magliano, Luisa e Vittorio Schettini. E nei mesi di ottobre-novembre con le coppie guida Luisa e Fabrizio Invrea, Fulvia e Davide Didier. l percorso prevede sei incontri il lunedì sera dalle 21 alle 23 e la conclusione un sabato o una Gruppo di preparazione al Matrimonio aprile-maggio 2010. domenica con la S. Messa (anche con i genitori) e la cena (o pranzo) condiviso. PROSSIMI CICLI DI INCONTRI - Ciclo di febbraiomarzo: lunedì 7-14-2128 febbraio, 7-14 marzo e domenica 20 marzo. Ciclo di maggio-giugno: lunedì 9-16-23-20 maggio, 6-13 giugno e domenica 19 giugno. È bene prenotarsi in ufficio parrocchiale almeno due mesi prima delGruppo di preparazione al Matrimonio ottobre-novembre 2010. l’inizio del percorso.

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5 gruppi sposi

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ì, sono 5 i “gruppi sposi” degli ultimi 10 anni di matrimonio che si incontrano mensilmente o in parrocchia o nelle case per crescere come coppie cristiane attraverso la riflessione, il confronto e la preghiera. Sono una grande ricchezza per il loro cammino di coppia e per la vitalità della comunità parrocchiale. Parecchie di queste coppie offrono anche un prezioso servizio nell’équipe battesimale che segue le famiglie che chiedono il Battesimo per i loro figli e nell’équipe CPM (Centro Preparazione al Matrimonio) che anima gli incontri di preparazione al Matrimonio Sacramento.

Anche il LIBRO PER LA PREGHIERA IN FAMIGLIA per il tempo di Avvento e di Natale è frutto della collaborazione di alcuni di questi gruppi e degli amici CASOMAI; altri saranno coinvolti per il LIBRO DI PREGHIERA IN FAMIGLIA per il tempo di Quaresima.

Altre coppie (non poche!) fanno riferimento a movimenti di spiritualità coniugale, come le Équipes Notre Dame e Incontro Matrimoniale per un robusto cammino a sostegno della coppia e della famiglia.

Quanti fossero interessati a conoscere queste realtà e a farne parte lo segnalino in parrocchia.

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una tradizione che dura da anni nella nostra parrocchia, quella di celebrare il sacramento dell’Unzione degli Infermi in forma comunitaria il pomeriggio del 4 ottobre, festa di S. Francesco di Assisi. Se n’è parlato in Consiglio Pastorale. L’iniziativa è parsa ovviamente buona, ma con un limite: a quella celebrazione, in un giorno feriale, nel pomeriggio è sempre stata assente la Comunità. Si è proposto allora di celebrarla durante la Messa festiva del sabato alle ore 18, proprio perché fosse presente la comunità in un clima di preghiera e di festa. Una quarantina di persone avanti negli anni o con problemi di salute ha aderito alla proposta. È stato bello ed educativo per la comunità essere presente e partecipe al sacramento della grazia di Dio che sostiene il cammino della vita quando si fa più pesante a causa dell’età avanzata o della salute che viene meno.

Quanti hanno ricevuto l’Unzione degli Infermi hanno sentito di non essere soli in una fase difficile della propria vita, ma di essere sostenuti dalla preghiera della comunità e dalla presenza del Signore Risorto che continua attraverso il Sacramento, a farsi prossimo a quanti sono “affaticati e oppressi”.

Ed è servito ai presenti a quell’Eucaristia a percepire che l’Unzione degli Infermi non è il Sacramento di chi è già morto o sta per morire, ma di chi sente il bisogno dell’aiuto sanante e rigenerante del Signore.

Ma un passo in avanti, anzi due, vanno ancora fatti.

Che le famiglie non esitino a chiedere per i loro malati o anziani impediti la visita dei sacerdoti o del diacono o delle suore o dei laici (incaricati per questo dal Vescovo) per ricevere frequentemente in casa la Comunione.

E che il Sacramento dell’Unzione degli Infermi, celebrato in casa, venga serenamente richiesto, proprio come dice la lettera di San Giacomo: «Se qualcuno è malato chiami a sé i sacerdoti della Chiesa, i quali preghino su di lui ungendolo con olio nel nome del Signore.

La preghiera fatta con fede salverà il malato e se ha dei peccati gli saranno perdonati». E la “formula” che il sacerdote usa ungendo la fronte e le mani dell’anziano o del malato dice proprio: «Per questa unzione e la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo. E liberandoti dal peccato, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi. Amen».

Un Sacramento da riscoprire: l’Unzione degli Infermi

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UNA PROPOSTA, ANZI DUE! È forte la richiesta di un pellegrinaggio parrocchiale al Santuario di Lourdes e in Terra Santa. Pensiamo di organizzare: • un pellegrinaggio a LOURDES alla fine di agosto o inizio settembre • un pellegrinaggio in TERRA SANTA tra Natale 2011 e Epifania 2012 Daremo notizie più precise prossimamente. Le iscrizioni NON sono ancora aperte.

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CHIESAPERTA idea è nata in Consiglio Pastorale Parrocchiale. Nasce da due constatazioni: che c’è un forte e sentito bisogno di momenti di sosta spirituale in un ambiente raccolto e silenzioso e che gli orari delle varie celebrazioni favoriscono la presenza di pensionati e casalinghe, ma non di chi studia e lavora fuori casa.

Si è deciso di offrire OGNI MESE, il PRIMO MERCOLEDÌ, dalle 20,30 alle 23, un’opportunità di silenzio, di preghiera, di adorazione, di Confessioni o colloqui spirituali con i sacerdoti.

Quella sera in parrocchia non sono previste riunioni perché tutti possano convergere alla… CHIESAPERTA. Si inizia alle 20,30 esponendo il SS. Sacramento, si prega il Vespro alle ore 21, guidato dai laici, si vive una sosta di raccoglimento dalle 21,15 alle 22,45.

Si prega la compieta alle 22,45.

In quelle due ore e mezza, i sacerdoti sono in chiesa per pregare, per dialogare, per confessare.

La forte partecipazione ai primi due mercoledì (di ottobre e di novembre) ha dimostrato che l’intuizione del Consiglio Pastorale Parrocchiale è giusta.

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PROSSIMI PRIMI MERCOLEDÌ di CHIESAPERTA 12 gennaio – 2 febbraio – 2 marzo – 6 aprile – 4 maggio – 1 giugno – 6 luglio ore 20,30 - 23,00

«LUNEDÌ CULTURALI» al Santo Volto Prosegue il ciclo di incontri dei Lunedì culturali al Centro congressi del Santo Volto (via Nole, angolo via Borgaro), promosso dalla Pastorale della cultura e dell’Università dell’Arcidiocesi.

• Lunedì 7 febbraio 2011 - ore 21, dott. Massimo Gramellini, giornalista de “La Stampa”: Il cristianesimo nel dibattito pubblico sui media.

• Lunedì 7 marzo 2011 - ore 21, S.Em.R. Card.

Rodriguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucicalpa - Honduras: Presente e futuro della Chiesa fra prove e speranze.

I NGRESSO LI BERO

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ra seduto sulla sedia a rotelle a lato dell’altare.

Era appena finita la Celebrazione Eucaristica per il funerale di don Alessio Franco. Una grande folla partecipe e tanti sacerdoti. Quasi tutti erano già tornati in Sacrestia e mons. Peradotto era lì presso all’altare. Ci siamo avvicinati per salutarlo: ci ha preso le mani ed è scoppiato a piangere dicendoci: «Non doveva andarsene così presto!». Sapevamo da don Alessio quale fraterna amicizia li legava, ma vederlo così addolorato ci ha veramente commossi. È stata l’ultima volta nella quale mons. Franco Peradotto è venuto alla Crocetta. Nel passato le sue visite in questa chiesa erano state molte ed in vesti diverse. Quale oratore ai “Giovedì della Crocetta”, inviato per l’amministrazione delle Cresime, partecipe alla Processione di maggio in onore della B. V. delle Grazie. E poi tutte le visite meno ufficiali sia come Vicario che come amico di don Alessio.

Mons. Peradotto è stato un Sacerdote generoso, instancabile, gioioso, stimato dai potenti e amato dagli umili. Lo ha testimoniato la folla presente in Duomo per il suo funerale mercoledì 10 novembre. Quelle mani – centinaia! – che hanno accarezzato la sua bara hanno dimostrato, con quel saluto, quante mani di torinesi e non, hanno ricevuto la sua stretta affettuosa, la sua comprensione sincera e profonda per i problemi degli altri, la sua fraterna condivisione, ma soprattutto quella speranza forte e gioiosa che emanava da lui e che donava coraggio e serenità.

Moltissimi lo hanno conosciuto, ma pochi hanno avuto, come noi, il privilegio di condividere con lui gli anni del suo silenzio.

Un ricordo di Mons.

Peradotto

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Festa Patronale - S. Messa al Convalescenziario.

Sabato 2 ottobre - S. Messa di inizio anno pastorale.

Facciamo parte del movimento dell’Équipes Notre Dame e mons. Peradotto è stato nostro Assistente fino alla sua malattia. Poi abbiamo incominciato a seguirlo, prima ad Alpignano, poi al momento del suo addio struggente al Santuario della Consolata e poi nel reparto dei sacerdoti malati al Cottolengo.

Ogni visita era per noi motivo di arricchimento: dava gioia con la sua serenità, esempio di accettazione del patire senza uno sfogo, senza una recriminazione.

Intuivi che nel suo cuore c’era sofferenza: per lui, così attivo, le giornate dovevano essere interminabili, però nei suoi occhi non c’era rassegnazione ma gioiosa accettazione.

Appena ci vedeva, il suo saluto era: «Viva le Équipes Notre Dame!», poi passava in rassegna tutti i componenti del nostro gruppo, chiedeva notizie, si rammaricava se qualcuno di noi era ammalato, mandava saluti a tutti.

Nell’ultimo incontro con lui, era una bella giornata di sole, siamo scesi in giardino. Era sereno ed abbiamo parlato molto. Ci ha raccontato episodi della sua vita e ci pare che uno di questi possiamo condividerlo. Quando era in Seminario a Chieri una volta al mese la sua mamma veniva a trovarlo. Lei saliva da Torino a piedi fino a Pino Torinese e lui la raggiungeva da Chieri così le accorciava la strada. Santa mamma che ancora non sapeva quale grande sacerdote sarebbe diventato suo figlio!

Questo episodio dimostra a quale scuola di generosità, di solidi principi e di amore è stato formato.

Grazie, don Franco, per tutto quello che sei stato per noi.

Giusi e Gianni Berga

“Giovedì della Crocetta” – Chi ce li sta educando?

CORO UNOZERO l progetto Coro UnoZero nasce dalla volontà di animare la Santa Messa delle ore 10 con un gruppo di persone a cui piace cantare e che desiderano mettere la propria voce e il proprio tempo al servizio dell’assemblea, con tutto il cuore e l’impegno e la bellezza di farlo insieme a tanti altri, che siano coetanei o più grandi o più piccoli.

Il Gruppo Liturgico, infatti, lancia questa proposta a tutti coloro che desiderano partecipare, non ci sono limitazioni di età.

Il coro è un’armonia di più voci che si fondono in un unico suono, è ora la gioia che esplode, ora il lieto annuncio che viene sussurrato, è dar voce alla Parola di Dio. È un impegno che richiede costanza e puntualità nella partecipazione alle prove canti, che si svolgono ogni due domeniche alle ore 20,30, e nella Messa delle ore 10 la domenica mattina.

Il Coro UnoZero comincerà ad animare la S. Messa a partire da domenica 28 novembre, la prima di Avvento.

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“Giovedì della Crocetta” – Perché amare questa Chiesa?

I «Giovedì della Crocetta» A

lcune belle novità hanno accompagnato in novembre il tradizionale ciclo di dibattiti autunnali nei «Giovedì della Crocetta». Una in particolare: l’inserimento di brevi proiezioni cinematografiche con interviste condotte dai giovani della parrocchia nelle strade del quartiere, raccogliendo opinioni sui grandi temi delle serate.

Giovedì 11 novembre si discuteva del futuro della Chiesa dopo un anno segnato da pesanti scandali, polemiche, attacchi mediatici ed è stato importante ascoltare – insieme ad autorevoli relatori – la voce degli studenti fermati fuori da scuola: giovani distanti dalla vita delle comunità cristiana, spesso critici, ma anche impreparati, estranei al linguaggio della Chiesa.

Giovedì 18 c’era il dibattito sul federalismo («Siamo piemontesi, italiani o europei?») e una altra bella serie di interviste ha aiutato a mettere a fuoco le questioni, evidenziare problemi e luoghi comuni.

Le video-interviste erano preparate dai giovani, che hanno partecipato numerosi ad alcune serate, regalando a questa nuova edizione dei “Giovedì” il secondo elemento di novità: tanti volti nuovi nella platea sempre affollata, generazioni diverse a confronto, un pubblico complessivamente ringiovanito.

Terza novità: il coinvolgimento più deciso di parrocchiani dalla parte dei relatori, l’intervento dello scrittore della Crocetta Fabio Geda, del giornalista Francesco Antonioli, dell’educatrice Isabella Brianza, del giurista Edoardo Greppi, oltre alla presenza del parroco don Guido Fiandino sempre seduto a fianco dei conferenzieri.

Geda ha condotto il primo, molto apprezzato dibattito sull’educazione delle nuove generazioni di giovani: «Chi ce li sta educando?» recitava il titolo del 4 novembre su cui sono intervenuti la Brianza, la prof.ssa Anna Maria Poggi (Facoltà di Scienze dell’Educazione) e lo scrittore per giovani don Bruno Ferrero.

Greppi ha condotto una stimolante discussione sul federalismo intervistando Walter Barberis (Italia 150),

“Giovedì della Crocetta” – Piemontesi, Italiani o Europei?

Franco Chittolina (ex funzionario dell’Unione Europea) e il consigliere regionale Rosanna Costa.

Vera Schiavazzi ha moderato una serata sul rinnovamento della classe politica torinese («Largo ai giovani», 25 novembre) colloquiando con Davide Canavesio e Luca Savarino.

A Francesco Antonioli il compito di regolare la discussione nella serata più delicata: «Perché amare ancora questa Chiesa?». Ne hanno parlato il teologo torinese don Roberto Repole, l’ex vaticanista del “Corriere della Sera” Luigi Accattoli e lo storico Alberto Melloni, giungendo per vie diverse a osservazioni simili di fronte all’amarezza di milioni di credenti: proveniamo – è stato detto – da decenni di esagerata considerazione per le “cose grandi” della Chiesa (il prestigio delle istituzioni, gli eventi di massa, l’azione politica), così che restiamo storditi di fronte alle crisi di questa dimensione, come se la Chiesa si esaurisse in essa.

Diamo l’impressione di dimenticare l’essenza della comunità cristiana: il vissuto di fede e speranza capillare, la carità testimoniata, «tante straordinarie conversioni che documentano ogni giorno – ha detto Accattoli – l’azione che Cristo continua a operare sempre e comunque in questa Chiesa, retta da questi Vescovi».

Nel confronto di voci diverse sono stati esaminati con schiettezza alcuni errori recenti: «non tanto i gravissimi casi di pedofilia – ha detto Melloni riferendosi allo scandalo internazionale – che riguardano un’esigua minoranza, ma l’idea di aver pensato di poterli affrontare nascondendoli, negandone l’esistenza».

Secondo Melloni in alcuni casi sarebbe bene parlare con più chiarezza di “crimini” anziché di peccati, per sanzionare i criminali e radicare altrove l’amore verso la Chiesa. «La Chiesa non vacilla di fronte ai peccati, anzi è in grado di accogliere l’umanità proprio perché non respinge i peccatori, è fatta di peccatori».

«Amare il “vissuto” della Chiesa – ha concluso don Repole – non ci deve portare a mettere da parte le sue istituzioni, come un certo clima di questi mesi potrebbe indurci a fare. Le istituzioni, i Vescovi, possono sbagliare, ma esercitano un ministero irrinunciabile in questa Chiesa che vive attorno alla presenza eucaristica di Gesù. Le istituzioni esistono perché possa esistere tutto il resto».

“Giovedì della Crocetta” – Largo ai giovani!

Grazie!

Benvenuto!

inizio dell’Anno Pastorale 2010-2011 si apre con un importante evento: la nomina di Monsignor CESARE NOSIGLIA quale nuovo Arcivescovo della Diocesi di Torino, in avvicendamento con il Cardinale SEVERINO POLETTO che lascia la Cattedra di San Massimo per raggiunti limiti di età.

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Il 14 novembre il Cardinale Poletto ha celebrato in Cattedrale la Santa Messa di saluto alla Diocesi di Torino.

Domenica 21 novembre la Diocesi e la Città hanno accolto il nuovo Arcivescovo durante la solenne celebrazione in Duomo.

Dedichiamo le pagine speciali di questo inserto ai Pastori che hanno guidato e guideranno la Chiesa Torinese.

SABATO 18 DICEMBRE - ore 18 il nostro Arcivescovo Mons. CESARE NOSIGLIA celebra la S. Messa con la nostra comunità S I E T E T U T T I I N V I TAT I A PA R T E C I PA R E I

ingrazio con voi il Santo Padre Benedetto XVI per la stima e la benevolenza che mi ha dimostrato, chiamandomi al servizio di Pastore della nostra Arcidiocesi. In comunione fedele con il suo ministero e in costante ascolto del suo Magistero, ho accolto con gioia la possibilità di camminare con voi per un tratto di strada che il Signore vorrà concederci.

La mia nomina a vostro Arcivescovo avviene nel giorno anniversario dell’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II, avvenuta nell’ottobre del 1962. Considero questa coincidenza non puramente casuale, ma dono della Provvidenza di Dio, che vuole indicarmi la via maestra sulla quale promuovere, insieme con voi, il cammino della nostra Chiesa particolare. (...)

Nel farvi partecipi dei miei sentimenti e attese, sento nascere nel cuore tanta speranza, anche se so bene quante siano le difficoltà che, giorno per giorno, assillano, sul piano spirituale e sociale, persone e famiglie, particolarmente in questo tempo di crisi economica, che aggrava la precarietà del lavoro, le incertezze del futuro, le fatiche di nuclei familiari caratterizzati dalla presenza di situazioni di gravi malattie o disabilità di loro congiunti.

Eppure, sono convinto che la nostra Chiesa locale, proprio per le sue radici così forti e tuttora vitali, alle quali può attingere, deve guardare avanti con fiducia e contribuire al vero progresso, spirituale e sociale, della gente, promuovendo quella stretta unità tra verità, carità e giustizia che Papa Benedetto XVI richiama nell’enciclica sociale “Caritas in veritate”. Questo sarà possibile, se contribuiremo a dare vita ad una nuova stagione di credenti, adulti nella fede e testimoni competenti e coraggiosi del Vangelo, anche negli ambiti impervi, ma necessari, della politica, della finanza, dell’economia e del mondo del lavoro.

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Dalla prima lettera di Mons. Cesare Nosiglia ai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, persone di vita consacrata e fedeli laici dell’Arcidiocesi di Torino

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La nostra Chiesa locale, ha ricordato il Papa nella sua visita di maggio, usufruendo con fiducia e coraggio del suo patrimonio di fede, di carità e di cultura, che l’ha sempre contraddistinta, è in grado di promuovere un capillare e qualificato impegno di nuova evangelizzazione e di testimonianza cristiana, ricca di prospettive stimolanti, non solo per se stessa, ma per la Chiesa, che è in Italia, e per l’intera società. È un’iniezione di stima e di fiducia ed insieme una sfida da accogliere e mi sento orgoglioso di poter tentare l’impresa con tutti voi.

Cari fratelli e sorelle, il mio cuore e tutta la mia persona sono ormai protesi verso di voi e mi auguro che presto potremo incontrarci e collaborare insieme come si conviene a servi del Signore, al lavoro nella sua vigna, che ci è affidata. Pregate per me, affinché possa svolgere con voi e per voi il mio ministero di Padre, Vescovo e amico e sappia ascoltarvi e seguirvi, sulla strada che state percorrendo, con un impegno che intendo condividere, fianco a fianco, per accogliere quanto il Signore e il suo Spirito ci indicheranno. (...)

Vi benedico tutti e saluto con affetto e amicizia.

Vicenza, 11 ottobre 2010

✠ Cesare Nosiglia Arcivescovo eletto di Torino

BIOGRAFIA DI S.E. MONS. CESARE NOSIGLIA S.E. Mons. Cesare Nosiglia è nato il 5 ottobre 1944 a Rossiglione, nella Diocesi di Acqui e provincia di Genova. Dopo aver compiuto gli studi nel Seminario di Acqui Terme è stato inviato a Roma per proseguire la sua formazione, conseguendo la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense e quella in Sacra Scrittura presso il Pontifico Istituto Biblico. È stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1968 per la Diocesi di Acqui.

Gli incarichi pastorali più significativi da lui svolti sono: dal 1968 al 1975, studente a Roma e Collaboratore nella Parrocchia di San Giovanni Battista De Rossi; dal 1971 al 1983, Addetto all’Ufficio Catechistico Nazionale della C.E.I.; dal 1975 al 1991, Collaboratore nella Parrocchia di San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti; dal 1978 al 1980, Docente di Teologia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo; dal 1983 al 1986, Vicedirettore dell’Ufficio Catechistico Nazionale C.E.I.; dal 1986 al 1991, Direttore dell‘Ufficio Catechistico Nazionale della C.E.I. Eletto alla Chiesa titolare di Vittoriana e nominato Ausiliare di Roma il 6 luglio 1991, ha ricevuto l’Ordinazione episcopale il 14 settembre successivo. Durante il Sinodo di Roma ha ricoperto gli incarichi di Relatore Generale e Presidente della Commissione post-sinodale. Il 19 luglio 1996 è stato nominato Vicegerente di Roma con il titolo personale di Arcivescovo. Il 6 ottobre 2003 è stato trasferito alla Diocesi di Vicenza.

A livello nazionale, è stato anche Presidente del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, Presidente dell’Organismo Internazionale dell’Educazione Cattolica (OIEC), nonché Delegato del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per la Catechesi e l‘Università.

Nell’ambito della Conferenza Episcopale Italiana è stato Membro della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede (1992-1999), Segretario della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica (1995-2000) e Presidente della stessa Commissione (2000-2005).

All’ultima Assemblea Generale (maggio 2010) è stato nominato Vice-Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

In occasione del Grande Giubileo dell’anno 2000 gli è stata affidata la Vicepresidenza della Commissione Pastorale-Missionaria del Comitato Centrale, la Presidenza del Comitato Italiano per la Giornata Mondiale della Gioventù, come pure la Vicepresidenza del Congresso Eucaristico Internazionale. Inoltre, è stato Membro del Consiglio Internazionale per la Catechesi della Congregazione per il Clero.

III

MONSIGNOR CESARE NOSIGLIA nostro Arcivescovo arrivo di un nuovo Vescovo per la nostra Diocesi è davvero un’occasione da non perdere per mettere a fuoco la figura del Vescovo che nell’immaginario collettivo forse fa pensare a potere, grandezza, carriera, distanza...

Dalla teologia sappiamo che i Vescovi sono i successori degli Apostoli e che, dunque, come loro hanno il compito, l’incarico di tenere desta la “memoria” di Gesù di Nazareth, figlio di Dio, Salvatore del mondo, visibilità dell’amore di Dio. A un Vescovo sta a cuore fondamentalmente questo, che “Cristo sia annunciato” perché è convinto che è Lui la via, la verità e la vita; che è lui il modello di Uomo da sempre nella mente e nel cuore di Dio; che lui solo “ha parole di vita eterna”.

Il Vescovo “gioca” la sua vita per Cristo ben sapendo di “possedere un tesoro prezioso in vasi di creta”. È la scelta sconvolgente di un Dio che ha scelto uomini fragili

L’

IV

come Pietro, Giacomo, Giovanni... Giuda!

Perché nella loro fragilità rilucesse la potenza d’amore di Dio. È questa loro (nostra!) fragilità che li stimola a continua conversione, ma che stimola anche i cristiani più sensibili a “portare in preghiera” il loro Vescovo. Non a caso la Chiesa ci fa pregare in ogni S. Messa «per il nostro Papa Benedetto e il nostro Vescovo Cesare».

San Paolo – che di queste fragilità era consapevole – scrive «per grazia di Dio sono quello che sono!».

Sì, c’è solo da avere il capogiro e il batticuore a pensare alla responsabilità di un Vescovo chiamato a essere testimone credibile del Vangelo che annuncia, guida illuminata del popolo a lui affidato, padre per figli fedeli e per i figli... lontani da casa, maestro di verità radicata nel Vangelo di Gesù, fratello di ogni uomo e amico dei poveri, profeta di verità scomode e consolatore di cuori affranti, “vescovo, amico e fra-

tello” (come si firma il nostro nuovo Arcivescovo) anzitutto dei sacerdoti e dei diaconi, suoi primi collaboratori.

E tutto questo con la consapevolezza ben espressa dal Vescovo S. Agostino «per voi sono Vescovo, con voi sono cristiano».

Qui c’è tutta la fatica e la gioia di un Vescovo: essere per gli altri padre, maestro e guida; essere con gli altri in cammino come cristiano.

Una Diocesi grande ed estesa come la nostra di Torino non rende sempre facile la percezione di questa presenza. Certo, la Visita Pastorale permette un incontro del Vescovo con le singole comunità, ma sappiamo che avviene raramente poiché richiede tempi lunghi visitare 359 parrocchie.

Forse non è ancora abbastanza viva la consapevolezza che il Vescovo si rende costantemente presente attraverso i sacerdoti e i diaconi, ai quali affida la guida pastorale delle comunità. Le “Lettere pastorali” e i “Messaggi” del Vescovo in occasione del Natale e della Pasqua sono modi concreti per far giungere a tutti il suo pensiero e i suoi orientamenti alla luce del Vangelo. Anche la lettura del Settimanale Diocesano “La Voce del Popolo” può essere utile strumento per sentirci Diocesi e per sintonizzarci col cammino delle altre comu-

nità della Diocesi. Sono modi semplici e “feriali” che possono favorire un legame di fede e – perché no? – di amicizia.

Torino ha una bella tradizione di Vescovi attenti alla dimensione pubblica e sociale della fede. Ne sono segno i “messaggi” alla Città del Vescovo in occasione della festa patronale di San Giovanni Battista, il dialogo intenso – ma nel pieno rispetto delle diverse competenze – con le pubbliche amministrazioni, la presenza nei momenti di sofferenza che la Città ha vissuto. Sì, perché la Chiesa non è stata pensata da Cristo per se stessa, ma “perché il mondo creda” e perché “tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Solo così un Vescovo è fedele alla consegna di Gesù Risorto «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a tutte le genti...». È motivo di gioia per ogni Vescovo vedere lievitare la consapevolezza che tutti siamo chiamati a essere “Chiesa” e testimoni e annunciatori del Vangelo di Gesù.

Come dire che alla fedeltà del Vescovo alla sua missione deve corrispondere la fedeltà di ciascuno di noi alla propria vocazione. Un Vescovo fa bene la sua parte se nessuno si sottrae alle proprie responsabilità. ✠ don Guido V

arissimi tutti, sono cosciente di vivere un momento importante della mia esistenza: lasciare la guida di questa famiglia spirituale, che è la nostra stupenda e carissima Arcidiocesi di Torino, costituisce per me un atto di sereno abbandono allo scorrere del tempo con le sue scadenze, ma non per questo meno lacerante e carico di emozione.

Guardando ora, da questa cattedra, i vostri volti e questa numerosa e composta assemblea non posso nascondervi che mi mancherete molto, anche se so che la nostra comunione così intensamente coltivata da me e da voi con la fede, la preghiera ed anche con l’affetto e l’amicizia non verrà mai meno.

Il mio sarà un continuare a stare con voi in modo diverso, ma non meno intenso rispetto agli undici anni vissuti con voi come vostro Arcivescovo. Sarà presso l’altare del Signore che ogni giorno continuerò a sentire la vostra presenza portanCattedrale - 14 novembre 2010 dovi tutti nel mio cuore. (…)

Mi piace in questo momento ricordare la gioia che ho provato nello svolgere il compito di stare da uomo di fede in questa città, composta da credenti e da non credenti. Mai ho perso la fiducia nelle persone, anche le più lontane dalla Chiesa.

Ho amato questa città e la porto nel cuore, perché tutti mi sono cari e a tutti ho cercato di offrire spunti di riflessione per rimanere sempre in ricerca e superare ogni pregiudizio nei confronti di Dio, di Gesù, della fede e dell’intera comunità dei credenti.

Oggi mi sento di dire a tutti con sincerità: «Non siete stati allo stretto del mio cuore» e non lo sarete neanche nel futuro. Sempre mi troverete pronto

C

Dall’omelia della S. Messa di saluto alla Diocesi del Card. Poletto

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all’ascolto, alla preghiera per tutti e disponibile ad ogni servizio spirituale e pastorale, se verrà richiesto. (…)

Ora con grande serenità mi preparo a consegnare il pastorale al mio successore, Monsignor Cesare Nosiglia, che vi chiedo di accogliere con fede e speranza, offrendogli il sostegno della vostra preghiera, del vostro affetto e collaborazione.

Non basta l’accoglienza festosa del primo momento, ma sarà necessario sapersi sintonizzare con lui in seguito, quando vi proporrà i suoi programmi pastorali sicuramente finalizzati a far crescere la nostra Chiesa nella linea della sua alta tradizione e ricca di santità, perché ricca di carità.

Per quanto mi riguarda vi assicuro che intendo rimanere in comunione con voi in tutti i giorni di quest’ultimo tratto della mia vita, una comunione fatta di preghiera, di affetto e di unione del nostro spirito nel Signore Gesù.

Nello scorrere inesorabile degli anni della nostra vita non dobbiamo mai dimenticare che gli Arcivescovi passano, ma Gesù Cristo resta: Egli è sempre lo stesso, ieri, oggi e sempre.

Vi invito ancora una volta a guardare soltanto a Lui, perché Lui solo ha parole di vita eterna: in nessun altro c’è salvezza.

Questo è il mio solenne atto di fede di fronte a questa amatissima Chiesa di Torino e questo è il sigillo che desidero mettere al mio ministero episcopale tra voi: «Gesù, sempre e solo Gesù, deve crescere, io invece diminuire» (cfr. Gv 3,30).

Con un grande abbraccio a tutti, vi saluto e benedico assicurandovi che «il mio cuore è sempre per voi!».

Severino Card. Poletto

VII

FESTA PATRONALE DELLA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE Noi lo abbiamo salutato così...

La nostra parrocchia ha avuto l’onore di salutare il Card. Severino Poletto in occasione della festa patronale della Beata Vergine delle Grazie, la sera di giovedì 27 maggio scorso.

L’Arcivescovo ha guidato, insieme a don Guido e ai sacerdoti della parrocchia, la processione dei fedeli per le vie del quartiere e ha concluso con la meditazione e la preghiera.

Foto Angelo Bosco

VIII

DAL GRUPPO MISSIONARIO NOTIZIE DAL MADAGASCAR Suor Celestine, una giovane Suora Nazarena malgascia che vive nella Casa di Corso Luigi Einaudi, ha trascorso alcuni mesi presso l’orfanotrofio di Fianarantsoa, con cui la nostra Parrocchia è gemellata da più di dieci anni. Pubblichiamo un breve reportage della sua esperienza, ricco di preziose notizie per tutti i parrocchiani che da anni aiutano le Suore Nazarene attraverso l’iniziativa delle adozioni a distanza.

arissimi, sono veramente felice di condividere con voi la

C mia gioia ed il mio amore verso i bambini dell’orfanotrofio, dove sono stata due mesi: è stato un periodo denso di affetto e di forti emozioni, perché chi dà riceve.

Loro vivono serenamente, perché a loro non manca nulla dal punto di vista materiale: hanno da mangiare e sono vestiti dignitosamente, possono andare a scuola, hanno da dormire, ma sicuramente a loro manca l’affetto dei genitori. Le Suore sono molto dolci e si prendono cura di loro, ma senza l’affetto della famiglia come si vive?

I bambini arrivano molto piccoli: a volte la mamma è morta di tubercolosi, oppure è morta durante il parto, qualche mamma è malata di mente oppure è in carcere per disgrazie che capitano tra i vivi.

I bimbi in età scolare frequentano la scuola presso degli istituti privati (quella pubblica è veramente poco affidabile), perciò oltre a pagare la retta mensile occorre provvedere ad acquistare la divisa completa (le scarpe nere, la camicia bianca, i pantaloni neri e la cravatta per i ragazzi e le scarpe nere, la camicia bianca, e la gonna blu per le ragaz-

Gruppo missionario – I bambini dell’orfanatrofio.

ze). Tutte le mattine occorre provvedere alla merenda di metà mattina dando dei biscotti a tutti.

Per raggiungere la scuola i piccoli utilizzano il pullman dell’orfanotrofio, e i grandi vanno a piedi fino anche a quattro volte al giorno, perché vengono a fare pranzo a casa. Alcuni frequentano la scuola a casa e danno gli esami privatamente: sono ad esempio i bambini appena arrivati oppure quelli che hanno qualche difficoltà di apprendimento. Sono seguiti da una Suora e da qualche valido insegnante privato.

La scuola dell’infanzia (Maternelle) viene fatta all’orfanotrofio, i bambini vengono seguiti in modo attento dalla Suora responsabile e dagli insegnanti in modo tale da non trovare poi difficoltà al momento dell’inserimento a scuola.

Anche questi bambini fanno merenda a metà mattina: “la papa” cioè un dolce fatto dalle Suore con la polenta.

I ragazzi grandi che hanno voglia di studiare e sono meritevoli restano all’orfanotrofio e proseguono il cammino scolastico, a volte fino all’Università. Se hanno voglia di lavorare restano lì (alcuni fanno i giardinieri, le ragazze ricamano, aiutano in cucina, insegnano), naturalmente vengono stipendiati come il resto del personale.

Una decina di ragazze dormono fuori perché Suor Annunziata ha provveduto ad affittare una casetta in Fianarantsoa, affinché imparino ad abituarsi ad una vita fuori dall’orfanotrofio, ed ha messo una coppia ad assisterle e a fare vigilanza.

Queste giovani trascorrono comunque tutta la giornata all’orfanotrofio per il lavoro.

Però a volte capita che i ragazzi grandi (sedici, diciassette o diciotto anni) creano dei problemi, manifestando la necessità di aver bisogno di una loro autonomia, e la vita dell’orfanotrofio non è

Gruppo missionario – Scuola dell’infanzia.

più adatta alle loro esigenze di crescita. Allora si propone loro di tornare presso la famiglia di origine. Ma Mere Annunziata cerca le loro famiglie, o i parenti più vicino per affidare loro i ragazzi.

Viene preparato un documento con i motivi per cui si mandano via questi ragazzi, si convocano i famigliari, che devono firmare il documento e se decidono di non accoglierli restano all’orfanotrofio. Purtroppo i parenti a volte dicono di sì e poi non li possono tenere. Ed allora tornano, all’orfanotrofio.

I ragazzi grandi possono scegliere di andare all’Ambalakilonga (villaggio dei ragazzi): l’associazione Exodus ha organizzato questa struttura, che si trova di fronte all’orfanotrofio, e si occupa della formazione professionale dei ragazzi organizzando corsi (per professionalità quali elettricista, parrucchiere, cuoco, falegname, autista...) ed offre loro ospitalità. Al termine del percorso cerca di offrire interessanti opportunità di lavoro.

Le ragazze grandi possono scegliere di andare nell’atelier dei Signori Frigerio. Come avete saputo sono quattro le ragazze dell’orfanotrofio che stanno da loro; ma chiaramente anche loro non ospitano chi non si comporta bene, ed alla fine alcune ragazze tornano da Ma Mere Annunziata.

Alcune ragazze che lavorano all’atelier tornano ancora a pranzare all’orfanotrofio. * * * Suor Annunzia ringrazia di cuore tutti gli amici della Crocetta, che da diversi anni contribuiscono ad aiutare economicamente (con l’adozione a distanza) e con la preghiera l’orfanotrofio.

L’aiuto ricevuto ha permesso di aiutare molti bambini in difficoltà e la costanza delle offerte ha permesso di seguire la crescita di questi ragazzi in modo sereno.

Mercoledì della Bibbia.

NO, LA PARROCCHIA NON È RICCA...

H

a fatto un certo effetto all’inizio di ottobre, alla Messa di inizio anno pastorale e la domenica seguente alle ore 11 sentire il nostro parroco lanciare un appello perché entro Natale occorrono 100.000 € per chiudere i pagamenti di opere già realizzate e per far fronte alle spese dell’ascensore per l’accesso di tutti alle aule catechistiche, al Salone teatro e alla Palestra. La speranza è che l’ascensore sia già in funzione quando leggerete queste righe.

Già nel notiziario parrocchiale del Natale scorso don Guido elencava una serie di lavori necessari effettuati: il nuovo impianto microfonico della chiesa; due nuovi servizi nella zona uffici e un bagno per disabili; la tinteggiatura e l’arredo dell’alloggio e dell’ufficio in occasione dell’arrivo del nuovo parroco e del viceparroco; la sostituzione totale delle tubazioni di scarico e il rifacimento dell’asfalto del cortile interno a seguito del cedimento del terreno per la rottura di tubazioni vetuste.

In quest’ultimo anno si è reso necessario un intervento per rifare i bagni negli alloggi dei viceparroci, per tinteggiare corridoio a piano terreno e scale del catechismo e, in queste ultime settimane per sostituire la caldaia rotta della casa canonica.

In quella messa di inizio anno pastorale don Guido ha messo in evidenza due aspetti.

Il primo: la nostra comunità è molto generosa ogniqualvolta si fa un appello per la raccolta di offerte a favore di situazioni di necessità. Nel 2009 sono entrate per i poveri circa 150.000 €. Le varie voci sono riportate nel riquadro.

Acr e Giovanissimi a Roma con il Papa.

Il secondo: la parrocchia “vive” delle offerte dei fedeli e dell’affitto di un alloggio donato alla parrocchia da una famiglia di benefattori negli anni passati. Le offerte ordinarie (in occasione del Natale, della celebrazione di Sante Messe, di Battesimi, Matrimoni, Sepolture) sono sufficienti per una buona gestione e manutenzione ordinaria. Non sono sufficienti per le opere straordinarie.

Siamo contenti che il nostro parroco abbia con trasparenza informato la comunità perché la parrocchia non è dei sacerdoti (loro vanno e vengono), ma della comunità, e quindi è giusto che sentiamo come nostri i problemi anche economici.

Don Guido ci ha aperto il cuore come lo si apre in famiglia. Mentre scriviamo queste righe, a seguito dell’appello del nostro parroco sono entrati circa 20.000 Euro. Grazie!

Intanto è stata avviata la richiesta al Comune di Torino di un contributo per l’installazione dell’ascensore, contributo previsto dalla legge regionale n.15 del 1989. Il Comune ha deliberato un contributo di circa 50.000 Euro che dovrebbero “entrare” il prossimo anno 2011.

Ora comprendiamo meglio perché ogni anno viene distribuita tramite questo notiziario la BUSTA NATALIZIA proprio per far fronte alle spese da amministrazione straordinaria.

GRAZIE fin d’ora se, in occasione del Natale chi può metterà in conto, tra i tanti doni, anche un dono generoso e straordinario alla propria parrocchia.

Giorgio Groppi

Festa degli Anniversari di Matrimonio.

La generosità della comunità nel 2009 verso le situazioni di povertà – Quaresima di Fraternità € – Cena del digiuno per Associazione “Giovanni Gallo” € – Per i malati di lebbra € – Fondo Diocesano di Solidarietà € – “Prestito della speranza” € – Terremotati dell’Abruzzo € – Cena malgascia € – Per le Missioni € – Concerto di Natale (Gruppo Missionario) € – A mons. Servilien (Diocesi di Biumba in Ruanda) € – Al SERMIG € – Adozioni a distanza (Madagascar) a cura del Gruppo Missionario € – Giornata cittadina della Caritas (S. Vincenzo) € – Banco Gastronomico (S. Vincenzo) € – Inverno del Povero (S. Vincenzo) € – Offerte per l’Ulivo, Domenica delle Palme (S. Vincenzo) € – Raccolta S. Vincenzo € – Collette per i poveri durante le Sante Messe di sepoltura € – Giornata per la vita € – “Movimento Sviluppo e Pace” (campagna “Abbiamo riso per una cosa seria”) €

13.944,31 1.600,00 1.000,00 16.725,00 1.300,00 11.470,55 1.655,00 2.935,03 1.000,00 1.800,00 4.725,26 60.000,00 6.200,00 9.014,50 6.395,50 4.405,00 3.250,00 21.368,37 1.439,33 1.617,50

E altre raccolte alla porta della chiesa di cui non abbiamo resoconto. GRAZIE!!!

Ritiro chierichetti.

SACRAMENTO

della

CONFERMAZIONE

FOTO DI STUDIO FOTOGRAFICO TOP MODEL

Sabato 23 e domenica 24 ottobre oltre cento ragazzi di seconda media hanno ricevuto dal parroco, Monsignor Guido Fiandino, il Sacramento della Confermazione.

Ora inizia per loro l’entusiasmante cammino nei gruppi dell’ACR, accompagnati dagli animatori Alessandro, Alessandra, Edoardo e Francy, che sono stati presenti anche nei giorni di ritiro e alle celebrazioni del Sacramento.

L’appuntamento è ogni martedì alle ore 18, nei locali parrocchiali di via Marco Polo 6.

FOTO DI STUDIO FOTOGRAFICO TOP MODEL

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CAMPO REP. MAFEKING 2010 Fondovet (Sampeyre) Dal 19 luglio al 31 luglio il Rep. Mafeking del To 48 ha trascorso un fantastico Campo Estivo a Sampeyre, più precisamente a Fondovet (1.700 metri s.l.m.).

Il primo giorno di Campo Mobile, la strada in salita e le tende sulle spalle hanno affaticato parecchio alcuni ragazzi, ma il secondo giorno la camminata è stata piacevole e senza incidenti. Il luogo dove era situato ha inizialmente suscitato disapprovazione, ma si è rivelato comodissimo per costruire le soprelevate. E questa è stata anche un’altra novità per questo campo, che ha visto tre squadriglie cimentarsi nella costruzione delle soprelevate, da far notare che due di queste Sq. erano femminili!!

Il tema, stabilito dal quarto anno e molto apprezzato, è stato “i miti greci”. Inoltre è stata particolarmente coinvolgente la catechesi, molto apprezzate anche le attività che si sono svolte divisi maschi e femmine.

La gara di cucina ha riscosso parecchio successo e che ha visto la vittoria dei Naya, che hanno preparato un ottimo risotto col gorgonzola.

Come sempre in montagna, soprattutto al pomeriggio, abbiamo visto pioggia, nebbia e vento, ma che non ci hanno fermato!!!

VACANZE DI BRANCO Il branco Waingunga del Torino 48 ha vissuto le proprie VDB (Vacanze Di Branco) sulle montagne di Bagneri, in Provincia di Biella.

Il nostro branco ha vissuto sette giorni di entusiasmo puro alla scoperta delle avventure di Robin Hood ed i suoi allegri compagni.

Insieme abbiamo costruito le nostre armature e le fionde ed in seguito sono iniziate le nostre attività tese alla conoscenza del prossimo, alla crescita personale, alla conoscenza del creato, all’avvicinamento con San Paolo e alla preghiera giornaliera aiutati da don Alessandro; tutto questo è stato fatto seguendo il motto dei Lupetti: DEL NOSTRO MEGLIO. Le nostre VDB sono finite la domenica, con la giornata dei genitori: un’occasione per riabbracciare i genitori e per fare due chiacchiere con loro.

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Pensieri

dalla

Un’esperienza unica, letta attraverso le parole dei Giovani della Crocetta, che dal 29 luglio al 5 agosto scorso hanno partecipato al pellegrinaggio in Terra Santa, organizzato dalla Unità Pastorale 3, accompagnati da don Alessandro.

FLORIE: «Dopo questo pellegrinaggio in Terra Santa sento che è l’inizio di un cammino che non finisce, dall’alba dell’umanità; siamo tutti pellegrini e Gesù è di tutte le strade. A Gerusalemme c’è il mondo e noi siamo tutti a Gerusalemme».

FRANCESCA: «Prima di partire mi han detto: devi andare con il cuore e la mente vuoti e con il desiderio di riempirli di tutte le sensazioni,emozioni ed immagini che quella terra ti regalerà... Sono tornata... e adesso il mio cuore è arricchito dei tanti semi che là ho seminato».

EDOARDO: «Un grande conflitto tra mente e “pancia”, ma un’esperienza che ti marchia a fuoco l’anima».

ALESSANDRO: «“Guarda sempre più in là, e tu mi ritroverai. Guarda ancora più in là e io sarò con te.”

Mentre volavamo verso Tel Aviv e mentre ascoltavo (più addormentato che sveglio) l’ipod impostato su brani casuali, ecco che spunta una canzone con queste parole. Chissà, forse la riproduzione non era casuale per niente... Ma le attese e le domande erano troppe, così questo pensiero l’ho messo da parte. E i giorni passavano, tra visite, preghiere, risate e (tanti) dolci. Il nostro cammino, il nostro pelle-

Terra Santa grinaggio, ognuno alla ricerca di qualcosa (o Qualcuno). Io cercavo una strada per il futuro e l’ispirazione l’ho avuta a Gerusalemme. Quando cominci a unire tutti i pezzi del puzzle, il cuore comincia a battere più forte. E senti nascere qualcosa di grande dentro di te, è un seme che affonda le sue radici. E come dice un grande saggio, la brezza non ci ha mai abbandonati».

MARCO: «Un viaggio forte... un viaggio ricco di significati... un viaggio che ti cambia il modo di guardare il mondo... un viaggio per capire... un viaggio per conoscere... un viaggio per essere testimoni... un viaggio di incontri... un viaggio di segni... un viaggio di tante orme presenti e passate... un viaggio che continua un percorso iniziato da anni... un viaggio che inizia qualcosa di nuovo... un viaggio che cambia chi e cosa sei...».

ANNALISA: «Non è più la stessa cosa! Sono tornata col cuore un po’ ferito e triste. Ho pianto tanto lì per rendermi conto che quella è la Sua Terra... che lì Lui c’è stato... insomma ...dovevo fermarmi... pensare... chiudere gli occhi… e immaginare... Lì dove tutto sembra ordinario e nessuno lo riconosce... una Terra di discriminazioni, calma apparente, allontanamento del diverso… Ma Lui però l’ha scelta…

Chissà quante lacrime… Nonostante tutto però lui dice “Restate qui”. Era scritto all’entrata del Getsemani. E allora visto che “...per vocazione sono pellegrina senza dimora” …e che ora però i miei piedi si sono fermati a Gerusalemme... e Lui mi dice “Resta qui”... restando lì voglio con voi ripartire…».

MARTA: «Aver camminato sulle strade della Terra Santa vuol dire chiudere gli occhi ascoltando il Vangelo e ritrovarsi là, percorrere con la mente quei luoghi, riassaporarne i profumi, sentire il caldo e la fatica del cammino; significa vedere il Maestro che insegna, che cammina, che prega, che parla con gli amici nei luoghi in cui l’ha fatto. Ma significa anche saper riaprire gli occhi e vedere quello stesso Gesù in mezzo a noi oggi, che cammina, che prega, che parla con noi, nelle nostre vite».

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enitori, insegnanti, educatori, animatori, catechisti si chiedono perché risulta sempre più difficile educare. I bambini sono iperattivi, videodipendenti, più appassionati dei giochi elettronici che di quelli condotti secondo le modalità tradizionali. Ragazzi e giovani sono fortemente influenzati da modelli di comportamento in notevole (e talora forte) discontinuità rispetto al passato, con una tenace rivendicazione della libertà di “provare”.

Va detto che una generazione guarda sempre con qualche diffidenza e preoccupazione a quella che cresce quando questa introduce qualche elemento di novità perché i più anziani temono che equilibri consolidati siano messi in discussione.

Bisogna tuttavia riconoscere che in questi anni qualcosa sta cambiando in modo più profondo come il volume della CEI dedicato al tema dell’educazione (La sfida educativa, Laterza) uscito qualche mese fa ha documentato in modo impeccabile.

Benedetto XVI ha impiegato a questo proposito l’espressione “emergenza educativa” per sottolineare la necessità che il tema dell’educazione sia strategicamente posto al centro delle attenzioni delle comunità cristiane sia sul piano della comprensione stessa di educazione sia con iniziative appropriate sul piano pastorale.

Le ragioni dell’emergenza sono molteplici: la proposta di modelli educativi – in genere piuttosto libertari – da parte dei grandi mezzi di comunicazione di massa; la sempre più diffusa convinzione che l’educazione guidata dagli adulti si configura come un residuo del passato perché ciascuno andrebbe semplicemente messo nella condizione di gestire la propria vita come gli pare; una temperie culturale, infine, incline a mettere in discussione il principio di verità e propensa a vivere entro una scetticismo diffuso (o relativismo etico). Quando non

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ci sono valori in cui credere come è possibile l’educazione?

Se non vogliamo rinunciare a educare dobbiamo lavorare per invertire questo stato di cose. Il documento della Conferenza Episcopale Italiana sugli orientamenti pastorali per il prossimo decennio, reso noto nelle scorse settimane e interamente dedicato alla questione educativa costituisce una preziosa traccia per ritessere il filo dell’educazione e uno stimolo alla società italiana perché riponga al centro delle proprie strategie la cura per chi cresce. Il tema dell’educazione non è infatti una questione che interpella soltanto i credenti, ma rappresenta un’urgenza avvertita e lamentata da più parti.

Vorrei sottolineare, in particolare, due punti principali del documento della CEI. Il primo riguarda la puntualizzazione di come “pensare l’educazione” per renderla possibile. Sembra una questione che tocca solo chi professionalmente si occupa di tali argomenti e invece costituisce uno dei presupposti per tornare a porre al centro della sollecitudine degli adulti il tema della preparazione alla vita.

Il documento suggerisce un’efficace prospettiva di lavoro: «Esiste una stretta relazione tra educare e generare: la relazione educativa s’innesta nell’atto generativo e nell’esperienza di essere figli. L’uomo non si dà la vita, ma la riceve. Allo stesso modo, il bambino impara a vivere guardando ai genitori e agli adulti. Si inizia da una relazione accogliente, in cui si è generati alla vita affettiva, relazionale e intellettuale». Come non si dà l’autosufficienza dell’uomo così non si compie la sua educazione senza la cura e lo scambio relazionale tra minore e adulto.

La sfida educativa

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Nella Bibbia ricorre in più punti l’espressione “parlare al cuore” (e cioè all’interiorità profonda dell’uomo) e la grande tradizione pedagogica cristiana ha sempre richiamato gli adulti educatori a questo fondamentale esercizio. Il processo educativo è infatti efficace quando due persone si incontrano e si lasciano coinvolgere profondamente e quando il rapporto è instaurato sul principio della gratuità «rifuggendo – si legge nel documento dei Vescovi italiani – dall’autoritarismo che soffoca la libertà e dal permissivismo che rende insignificante la relazione».

La seconda sottolineatura riguarda il richiamo all’autorevolezza e alla perseveranza dell’educatore quali doti necessarie per agire in modo educativo. A questi due requisiti è affidata la conquista della libertà del minore, una libertà reale capace di misurarsi con la realtà, con i vincoli che essa pone, con le regole che la governano e dunque in vista di una libertà che sa scegliere in modo critico. Non c’è educazione se non c’è qualcuno che ci

indica dove andare e che ci accompagna e ci aiuta a conquistare la nostra libertà. L’itinerario pedagogico proposto è mutuato dai primi capitoli del Vangelo di Giovanni ed è scandito su una sapiente gradazione di azioni educative: il coraggio dell’educatore di formulare una proposta; l’accettazione della sfida da parte di entrambi i poli dell’azione educativa (adulto e minore) con il conseguente doppio rischio di “mettersi in gioco”; la perseveranza nell’impresa perché l’educazione richiede tempo, pazienza, costanza, impegno; vivere la relazione nell’autenticità dell’esperienza umana.

Il documento ci invita a non arrenderci di fronte alle difficoltà del nostro tempo e a un certo scoraggiamento che serpeggia in modo diffuso. Se la comunità cristiana riuscirà a immettere nella vita associata un rinnovato senso di responsabilità educativa compirà un’azione straordinariamente utile per il futuro dei nostri figli.

Giorgio Chiosso

VOLONTARIATO COME STILE DI VITA:

dall’io al noi hi entra a far parte di un gruppo di volontariato deve scordarsi l’io e pensare subito al noi. Infatti un gruppo funziona bene se non ci sono individualismi e tutti uniti pensiamo al bene dell’altro, meno fortunato di noi. Allarghiamo i nostri orizzonti per scoprire le realtà mondiali della fame e del sottosviluppo. Noi siamo così immersi nella nostra società dei consumi che pensiamo che il nostro mondo sia l’unico esistente e possibile.

Il nostro stile di vita, fatto di superfluo, vacanze, doppie case, ci sembra normale, invece è un’eccezione nel panorama economico mondiale. Le nostre lamentele quotidiane sulla scarsità del denaro a disposizione appaiono ridicole appena si alza un po’ lo sguardo oltre i nostri orizzonti consueti.

Diceva Gandhi: “Vivere semplicemente perché gli altri possano semplicemente vivere”.

Tutta la nostra vita può essere vissuta con lo stile dell’essenzialità che non è un meno, ma un valore aggiunto.

Come Michelangelo lavorava per sottrazione, togliendo dal marmo tutto ciò che non era necessario per giungere a modellare una perfetta forma, così la sobrietà è un lavoro di sottrazione, ma anche di continue scelte su ciò che è essenziale per una vita veramente umana.

Questo presuppone da parte nostra uno sguardo attento e critico sulle lusinghe della pubblicità e sulle false necessità.

Belle parole, ma “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”… del nostro egoismo.

C

Paola Peyron

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PELLEGRINAGGIO DELLA CROCETTA A SAN GIOVANNI ROTONDO (4-7 ottobre 2010) Quest’anno il consueto pellegrinaggio da Padre Pio ha avuto un duplice obiettivo: 1) ringraziare nostro Signore Gesù Cristo – e padre Pio per la sua intercessione presso di Lui – per aver ascoltato le nostre preghiere e averci restituito don Lino, nostro riferimento e guida, dopo la malattia che ce lo stava portando via l’anno scorso.

2) Seguire l’itinerario che, facendoci prendere per mano da p. Pio, la Chiesa di S. Pio e la cripta, con i recenti mosaici di p. Rupnik, ci indicano per arrivare alla “casa del Padre”.

Forte il contrasto, quasi scioccante, tra la povertà dei materiali della Chiesa superiore (pietra locale, legno, ferro) e lo splendore dei mosaici e dell’oro della Chiesa inferiore; ma, dopo un silenzioso, attento ascolto del messaggio dirompente dalla bellezza delle opere e dal loro intenso e profondo simbolismo, il nostro animo si rasserena, perché improvvisamente ci troviamo alla presenza quasi palpabile di Dio: la Chiesa superiore è la nostra preghiera, ci siamo noi, in piedi, in posizione “escatologica”, noi siamo tutte quelle pietre degli archi, ciascuna diversa dall’altra e tutte convergenti verso il pilone centrale, verso il Cristo. Non ci sono inginocchiatoi, perché la Parusìa si aspetta in piedi, ascoltando la Parola di Dio, contemplando la Croce, strumento di tortura trasfigurato dallo splendore della Risurrezione. È a tale splendore della Croce (unico elemento dorato in tutta la chiesa superiore) che si riallaccia e acquista il suo senso lo sfavillio della Chiesa inferiore, nel cui corridoio d’accesso il nostro passo è subito rallentato dalla difficile lettura delle due scritte iniziali. Poi S. Francesco e S. p. Pio ci guidano, con intensi episodi paralleli della loro vita, all’ingresso della cripta dove un’altra scritta (“Confidate e sperate nei meriti di Gesù e così anche l’umile argilla diventerà oro finissimo da risplendere nella reggia del Re dei cieli”) e il mosaico “la discesa agli Inferi” di Cristo ci preparano alla vita splendente del Regno. I nostri due accompagnatori (Francesco e Pio) si congedano da noi,

all’interno solo episodi della vita di Cristo e lo splendore delle tessere d’oro che saremo anche noi, una volta raggiunta la casa del Padre.

Quest’anno è stato particolarmente numeroso il gruppo dei pellegrini e in buona parte interessato al percorso proposto. Grande, per alcuni dei pellegrini, che avevano già visitato gli anni precedenti la Chiesa superiore, il disappunto e profondo il dolore nel sapere da padre Marciano Morra, interpellato, che la grande Croce di Arnaldo Pomodoro era stata proprio rimossa e non temporaneamente tolta per restauri, come avevamo ipotizzato! Tanto più ci siamo sentiti feriti per la motivazione portata da p. Marciano Morra: secondo il diritto canonico nelle Chiese cattoliche i crocifissi devono riportare l’immagine di Cristo e delle sue sofferenze.

Ma, ...viene fuori dopo 15 anni?! E dopo che ai lavori aveva intensamente partecipato il famoso liturgista mons. Crispino Velenziano?!

Ma la Croce e l’altare erano un tutt’uno: perché allora lasciare quell’altare? E quale, senza quella Croce, è il legame con la cripta? E l’ecumenismo? E il Concilio Vaticano II? E il Vangelo di Giovanni (in particolare 12,27-32)?

«Non tornerò più a S. Giovanni, finché la Croce non tornerà al suo posto!», ha esclamato uno dei pellegrini.

PG

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