"Il Cavallo Libero" Ottobre - Novembre 2015

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rubrica del benessere animale

BENESSERE ANIMALE: ARMONIE CON LA NATURA “L’uomo non possiede la perfezione del cavallo” scriveva Spinoza.

ENGEA Group

Presenta la nuova rubrica periodica sul benessere animale a cura della Dott. Michela Carobelli

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Il Cavallo Libero

E probabilmente neanche quella di altri animali che amiamo e di cui ci circondiamo. Interagire con loro significa in realtà avere la possibilità di (ri)scoprire parte del mondo che abbiamo dimenticato nella notte dei tempi. Il nostro stesso benessere passa anche attraverso quello animale. L’uomo ha sempre avuto bisogno degli animali. E con loro ha stretto un legame a doppio filo. Un legame di sangue. Atavici compagni di viaggio e di avventure, mezzo di trasporto e carne di cui cibarsi per sopravvivere, gli animali domestici hanno attraversato con l’uomo secoli di storia, di vita, e di letteratura. Basti pensare ad Argo, fedele amico di Ulisse che riconosce il suo padrone travestito dopo venti anni di lontananza, che spira nell’emozione di salutarlo, strappando all’eroe l’unica lacrima del poema omerico. O all’aura magica che nell’immaginario collettivo da sempre avvolge i gatti (sacri nella tradizione egizia), innocui animali da affezione e languidi custodi del focolare, famelici e utili predatori o addirittura esseri inquietanti capaci di rivelare scomode verità (come nel racconto Il gatto Nero di Edgar Allan Poe) e di aprire varchi nell’aldilà. E poi il cavallo. Regale, fiero, immortale nell’immaginario epico. Pegaso su tutti. Il mitologico cavallo bianco alato che - nato dal collo reciso della Gorgone e grazie al quale Bellerofonte sconfisse le Amazzoni salì in cielo a trainare il carro di Zeus. Il cavallo è forse l’animale che più degli altri ha legato la propria sorte a quella dell’umano destino: cavalcatura da guerra, da spostamenti e da prestazioni sportive, animale da tiro legato a un carro o alla ruota di un mulino. Amico fedele e prezioso ed energia indomabile da sottomettere o valorizzare. Sacrificato dai picadores nelle corride e immortalato spesso da Picasso mentre viene sventrato dai tori, capace però di contendere al torero la gloria dell’arena nel rejoneo (la corrida a cavallo). “Talvolta nello sguardo di un cavallo scorgo la bellezza inumana di un mondo precedente al passaggio degli uomini” afferma seriamente Bartabas, artista, mistico e maestro di equitazione contemporaneo, descrivendo

l’inafferrabilità dell’anima misteriosa del cavallo. Ma che senso ha oggi parlare di benessere animale? E in che termini? Sono queste le domande che io e il presidente di Engea Mauro Testarella ci stiamo facendo da tempo, dato che tale argomento è già stato affrontato esaurientemente e sotto molteplici aspetti da professionisti di settore. Inoltre, in un mondo in cui la vendita degli innumerevoli prodotti per animali sta surclassando quelli per il consumo umano e in cui stilisti famosi disegnano copertine e cappottini alla moda per animali da affezione, come si può ancora pensare in modo esaustivo e fuori dai clichè al benessere animale? D’altra parte la ricerca e la sperimentazione veterinaria hanno raggiunto vette di specializzazione e professionalità altissime e la medicina contemporanea riesce ormai a risolvere quasi tutte le problematiche che affliggono i nostri amici quattrozampe. Il nostro intento non è quindi quello di avventurarci in ambiti su cui non abbiamo competenza. Ne’ di parlare in modo specifico dei maltrattamenti che purtroppo vengono continuamente perpetrati ai danni degli animali. Piuttosto il desiderio è quello di riuscire a osservarli da un altro punto di vista. Evitare di trattarli come esseri su cui riversare tutti i nostri bisogni emotivi così come, agli antipodi, di accudirli solo come “casi clinici” quando si ammalano. Considerarli piuttosto esseri unici, e anche nostri amici, restituendoli però, idealmente, a ciò a cui appartengono prima di tutto. Credo che l’approccio al benessere animale vada ormai di pari passo con la più generale tendenza olistica anche in campo umano. Tenendo conto, in più, che molti dei problemi di salute e comportamentali che affliggono gli animali dipendono anche dal mondo che noi umani abbiamo creato e dalla distruzione di alcuni basilari equilibri naturali. E pensando che, come dice Bartabas, alcuni animali ci trascendono. Appartengono a una Storia e a una Natura che prescinde e anticipa gli uomini. Vengono prima di noi, e come noi portano in

se’ frammenti di stelle, ricordi di piante e di minerali, e un sentire che oltrepassa le barriere del tempo e della specie. La mitologia ci consegna degli archetipi che i nostri animali riattualizzano e ci donano spesso senza che noi ce ne rendiamo conto. E’ attraverso di loro che abbiamo in realtà la possibilità di conoscere la forza vitale della natura e di prenderci delle responsabilità. Ammettere che tenerli in casa con noi o sottoporli a competizioni sportive significa in qualche modo - anche laddove si chieda loro gentilmente - costringerli a un compromesso d’amore nei nostri riguardi. Occuparci del loro benessere, significa quindi per noi, avere l’opportunità di riscoprire le leggi della Natura.


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