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Povertà, nasce la «Casa di Bethlem»

DI MARIA NATALIA MARQUESINI

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Aseguito del considerevole aumento delle richieste di aiuto giunte ai Centri di Ascolto parrocchiali, la Caritas diocesana di Macerata ha messo in atto un progetto mirato all’accoglienza. “Casa di Bethlem”, che aprirà i battenti tra pochi giorni, è una struttura di accoglienza destinata a chi sta vivendo un’emergenza abitativa; vuole essere un ambiente pronto ad accogliere quanti si trovano nel bisogno, sofferenti e smarriti, che sperimentano la precarietà avendo perso tutto.

«L’idea – spiega il vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi – è quella di poter collaborare con le tante istituzioni e realtà del territorio per dare una risposta immediata alle persone che si trovano in situazione di bisogno. Bisogni molto concreti: da una fetta di pane a un tetto sulla te- sta. È una casa della diocesi che può essere di aiuto ai nostri sacerdoti a cui spesso si rivolgono le persone nelle situazioni più disperate».

La Caritas diocesana, infatti, negli ultimi tempi ha riscontrato un notevole incremento di persone senza fissa dimora o con problemi di alloggio segnalati dai servizi sociali, da persone comuni o dalle Caritas parrocchiali. Purtroppo, vista la mancanza di una struttura ad hoc, finora la risposta da parte dell’ufficio caritevole diocesano era stata un soggiorno pagato presso una struttura recettiva legata alla diocesi, ma le disponibilità sono contingentate. Tenuto conto di questa esigenza, dopo mesi di ricerca e trattative, la diocesi è riuscita a trovare un edificio idoneo da adibire alla pronta accoglienza.

La “Casa di Bethlem”, situata in via Gioberti 6 a Macerata sarà gestita direttamente dalla Caritas diocesana attraverso l’azione degli operatori

Il progetto della Caritas diocesana per l’accoglienza di chi si trova in situazioni di difficoltà e non ha un alloggio: una struttura in via Gioberti con 50 posti e un ambulatorio

Caritas e dei volontari, che garantiranno agli ospiti un servizio di accoglienza adeguato. L’edificio, un ex dormitorio dell’Università recentemente ristrutturato ora in comodato d’uso alla diocesi, sarà in grado di accogliere oltre 50 persone ed ospi-

Al punto di ascolto socio-sanitario gestito dai volontari dell’Associazione medici cattolici potrà accedere chi non ha la residenza né il medico di base da José Martinez, un seminarista spagnolo del Seminario Redemptoris Mater di Murcia. Gesù disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto» (Mc 1,38). Evangelizzare per me non è altro che accompagnare Cristo; Lui ci precede, ci sostiene nelle difficoltà per annunciare ai poveri la Buona Notizia, che Cristo è il Signore, l’Annuncio che noi stessi abbiamo ricevuto gratis, «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8b), Cristo libera l’uomo dal potere del demonio. In questa zona ci sono 80 comunità in diverse parrocchie; il territorio è vasto e percorriamo tanti chilometri per fare convivenze e incontri con le comunità. La realtà è molto bella, nelle comunità ci

Natalia e Mauro, José e don Alessandro sono tante coppie e tanti figli che hanno ricevuto la fede dai loro genitori. I giovani crescendo entrano in una comunità e maturano nella fede. Si sposano, sono aperti alla vita, alcuni ragazzi entrano nei seminari e ragazze nei conventi, diverse coppie sono partite come famiglie in missione, organizziamo i pellegrinaggi estivi con tanti gio-

«Nella zona in cui operiamo ci sono 80 comunità in diverse parrocchie, il territorio è vasto Ci spostiamo per convivenze e incontri con le realtà» vani, il post cresima, la missione famiglie a Castelvolturno, in provincia di Napoli e raccogliamo i frutti di nuove conversioni. La nostra consolazione sta nel vedere la presenza del Signore e dello Spirito Santo che ha suscitato questo Carisma che rende sempre giovane la Chiesa. Pregate per noi. Vi auguro un Santo Natale.

FORMAZIONE Coltivare «sguardi di servizio»

Quelle

terà anche un ambulatorio gestito dall’Associazione medici cattolici (Amci) che garantiranno all’interno uno “Sportello Salute” (vedi articolo a fianco). Per la sostenibilità economica del progetto, Caritas potenzierà la collaborazione con soggetti pubblici e privati del territorio, affinché possano apportare delle risorse proprie sotto forma di servizi, beni o offerte in denaro: chiunque è chiamato a dare una mano, mettendo a disposizione le proprie attitudini. Denis Marini, direttore della Caritas diocesana sostiene che «è una casa che ci darà la possibilità di rispondere a svariate forme di povertà e ci permetterà di prenderci cura di queste povertà rispettando anche le individualità».

Medici in aiuto con lo «Sportello Salute»

Unambulatorio solidale che vuole mettersi a sostegno delle persone più disorientate in ambito medico sanitario per aiutarle a dissolvere i dubbi che spesso nascono in presenza di alcune patologie. Questo è l’obiettivo dello “Sportello Salute” che troverà spazio all’interno della Casa di Bethlem, gestito grazie alla disponibilità della sezione maceratese dei Medici cattolici, guidata dal dottor Andrea Corsalini. «Vogliamo dare una mano – spiega il dottore – a tutte quelle persone che vanno o al Pronto soccorso o non hanno risposte se non dal medico di base che viene oberato ulteriormente. Vogliamo rispondere a dubbi apparentemente non complessi, magari mettendoci in contatto direttamente con i medici curanti. Non faremo diagnosi, ma vogliamo ascoltare le persone e di concerto con il Sistema sanitario nazionale cercheremo di fare da appoggio alle esigenze di questi tempi sempre più critiche e sempre più problematiche». Si tratta quindi di un punto di ascolto sociosanitario, che non si propone come luogo di trattamento intensivo di patologie, né tanto meno intende sostituirsi ai medici curanti; l’intento è quello di integrare un servizio sostenendo in modo particolare le persone che per situazione o stato non sono in grado di orientarsi da soli nella complessità del Sistema sanitario. Il progetto mira anche ad essere sostegno alle famiglie straniere, o nelle quali è presente un soggetto affetto da malattia rara, le quali spesso non riescono a venire a conoscenza di quali siano le cure disponibili nel territorio nazionale. Allo sportello potranno accedere anche quanti non hanno la residenza e che quindi non possono accedere al servizio del medico di base. «Grazie alla buona volontà di un nucleo di medici dell’associazione – dice Corsalini –, andremo ad integrare un servizio dirimendo dubbi, sostenendo qualche necessità di natura sanitaria e aiutando quelle persone che hanno poche possibilità di comprendere la propria condizione o anche chi ha problemi di mobilità nell’intento di completare un servizio alla persona in tutti gli aspetti medici e sanitari».(M.N.M.)

«Semetteremo a frutto la nostra fede e ci faremo mettere in moto dalla nostra fede, per quanto piccola e fragile essa sia, renderà pos- sibile dei piccoli miracoli». È questo lo spirito che secondo il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi deve animare il cuore del volontario Caritas. Nei primi giorni di dicembre la Caritas diocesana ha organizzato il primo incontro di formazione dedicato a quanti operano nei vari centri di ascolto Caritas delle parrocchie della diocesi. Un servizio tanto utile quanto discreto e prezioso, vista la capillarità territoriale che consente e la vicinanza concrete a persone che non sempre si rivolgono nel chiedere aiuto agli uffici diocesani.

“Sguardi di servizio” è il titolo di un breve ciclo di incontri, che ha coinvolto tutti i volontari delle Caritas parrocchiali che si sono dati appuntamento presso l’oratorio della parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù a Sambucheto per vivere una giornata di spiritualità insieme al vescovo e ai direttori degli uffici diocesani.

«Gesù ci guida e ci salva e, da sempre, sa di aver bisogno di buoni operai - ha detto monsignor Marconi -, ministri della Chiesa, servitori che svolgano la loro missione con zelo e fedeltà senza attendersi lode o ricompensa». Un cammino e uno sguardo di popolo quello auspicato dal presule all’incontro che si è svolto all’insegna della preghiera, dell’incontro e della fraternità: «Ci è chiesto di essere Servi al plurale perché siamo certi che un gruppo che agisce è un popolo che agisce e una comunità che agisce; ogni persona ha un ministero all’interno della comunità e per tutti il modello da seguire è Cristo».

Il prossimo appuntamento del cammino è fissato per il 14 gennaio presso i locali della Domus San Giuliano a Macerata.

M. Natalia Marquesini

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