Terra bruciata - LeggerMENTE

Page 1

Editoriale ELi
Melchiorre TERRA BRUCIATA Le stragi nazifasciste raccontate ai ragazzi
Gruppo
Roberto

Roberto Melchiorre Terra bruciata www.robertomelchiorre.com

Responsabile editoriale: Beatrice Loreti Art director: Marco Mercatali Responsabile di produzione: Francesco Capitano Progetto grafico: Sergio Elisei Impaginazione: Diletta Brutti

Illustrazioni: Monica Fucini Foto: Shutterstock, Alamy

© 2022 – La Spiga Edizioni Via Brecce, 100 – Loreto tel. 071 750 701 info@elilaspigaedizioni.it www.gruppoeli.it

Stampato in Italia presso Tecnostampa – Pigini Group Printing Division – Loreto – Trevi 22.83.251.0 ISBN 978-88-468-4299-2

Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.

Con il contributo di Fondazione Brigata Maiella Fondazione Pescarabruzzo

Indice

Presentazione – Nicola Mattoscio ........................................................................ 4

Introduzione. La svastica sul banco ..................................................................... 5

La Storia ....................................................................................................................... 9

LE STORIE

La prima volta – Castiglione di Sicilia (12 agosto 1943) ................................. 24

La promessa tradita – Boves (19 settembre e 31 dicembre 1943, 27 aprile 1945) ...................................................................................................... 30

Il bosco della morte – Pietransieri (21 novembre 1943) .................................. 38

L’ultima cena – Sant’Agata di Gessopalena (21 gennaio 1944) ..................... 46

Il partigiano della Whermacht – Monte Bottigli (22 marzo 1944)................ 53

Annibale – Cavriglia (4 luglio 1944) ..................................................................... 59

Il milite mascherato – Tavolicci (22 luglio 1944) ............................................... 67

Il girotondo dei bambini – Sant’Anna di Stazzema (12 agosto 1944) .......... 74

Caccia all’uomo – San Terenzo a Monte e Vinca di Fivizzano (17/19-24/27 agosto 1944) ................................................................................. 82

La signorina – Marzabotto (29 settembre 1944) ................................................ 90

Lallo – Fosse Ardeatine (24 marzo 1944) ............................................................. 103

I CRIMINALI DI GUERRA

Albert Kesselring ........................................................................................................ 114

Herbert Kappler .......................................................................................................... 116

Erich Priebke ................................................................................................................ 119 Walter Reder ................................................................................................................ 121

Le Brigate nere............................................................................................................. 124

APPROFONDIMENTI

La difficile giustizia – L’armadio della vergogna ................................................ 126

Tra giustizia e storia: la “riscoperta” delle stragi nazifasciste, le indagini e i processi .......................................................................................... 128

L’Atlante delle stragi nazifasciste ............................................................................ 136

Altre stragi nazifasciste con il maggior numero di vittime ............................. 139

Intervista all’illustratrice ........................................................................................... 142

Presentazione

Il lavoro di Roberto Melchiorre ha per oggetto la ricostruzione di alcuni dei più tragici eccidi di popolazione civile italiana commessi dalle truppe tedesche durante l’occupazione del paese, in collaborazione con le forze del rinato fascismo della Repubblica di Salò.

Queste stragi di civili si svolsero nel contesto della lotta antipartigiana e nel moto di contrasto alle “bande”, che segnò drammaticamente le zone retrostanti al fronte, avendo per lo più lo scopo di permettere una sicura e facile ritirata degli stessi occupanti. È il caso della Divisione Herman Göring o del reparto degli esploratori di Walter Reder, anche se i contesti furono tanti e diversificati, come dimostrano, solo per citare alcuni tra i più noti, gli episodi dell’eccidio di Caiazzo e quello delle Fosse Ardeatine. Di fronte allo sgomento lasciato da simili atrocità, il nodo fondamentale da comprendere, soprattutto dai ragazzi delle nuove generazioni, resta quello del rapporto delle singole persone con i regimi “totalitari” o “autoritari”, del ruolo individuale in un sistema stragistico attuato dopo anni di politica repressiva all’interno e aggressiva all’esterno (si pensi solo alla politica di occupazione del fascismo tra il 1935 e il 1943 portata avanti in Albania, Grecia, Libia, Etiopia, Eritrea ecc.). Di come avrebbero potuto/dovuto sottrarsi dei soldati a ordini di morte comunque inaccettabili, con la minaccia di perire essi stessi se non li avessero eseguiti. Una questione anche etica che è stata spesso sollevata, per minimizzare o fuorviare da tante responsabilità. Come è stato ampiamente evidenziato, sia a livello giudiziario che della ricerca storica, non esisteva l’impossibilità di disubbidire.

È proprio questo il prezioso valore del lavoro divulgativo di Roberto Melchiorre a favore dei più giovani: voler suscitare una conoscenza prima e una riflessione profonda poi, da parte dei ragazzi che accedono alla dimensione della morale da condividere sulla possibilità di ciascuno di sottrarsi a un sistema criminale, che ha condotto a un agire delittuoso collettivo e individuale, spietato e senza ombra alcuna di umanità. Questa prospettiva torna a essere di particolare importanza e attualità nel momento in cui, con l’aggressione della Russia all’Ucraina, nuovi venti di guerra soffiano tempestosi nel cuore dell’Europa. Lo leggiamo nelle parole dei giovani e delle giovani delle storie qui presentate, negli occhi dei bambini spalancati e chiusi troppo presto, nei gesti delle madri e dei padri che coprirono e ripararono fino all’ultimo, in un disperato tentativo di salvataggio. In loro, nelle vittime di un sistema che non avevano scelto, ci immedesimiamo a distanza di tanti anni, ancora, istintivamente. E dopo aver letto le loro storie, dovremmo, come nuovi custodi di memoria, sapere dissociarci e ribellarci quando l’umanità “sciagurata” ci porrà, nel caso malaugurato, di fronte ad altre guerre, di fronte ad altri scenari di stragi, di fronte ad altre vite spezzate.

Nicola Mattoscio Presidente Fondazione Brigata Maiella

4

Introduzione

La svastica sul banco

Un giorno uno studente ha disegnato una svastica sul banco. Dopo averlo fatto ha mostrato la sua opera al compagno di banco e ci hanno riso su. La mia prima reazione è stata la più naturale, ma anche la più banale: mi sono indignato. Per fortuna sono andato subito oltre l’indignazione. Era evidente che quel ragazzo non avesse la minima consapevolezza di ciò che la croce uncinata ha significato nella Storia del Novecento, dell’orrore che rappresenta. Allora mi sono avvicinato a lui e, senza alcun tono di rimprovero, ho iniziato a raccontargli gli eccidi commessi sotto il segno della svastica. Mentre rievocavo il massacro di vecchi, donne, bambini, il ragazzo, con il palmo della mano, un po' rosso in volto, cercava di cancellarla, fino a farla diventare una macchia indecifrabile. Fu quel giorno che nacque l’idea di questo libro. Ho scritto Terra bruciata con l’inchiostro e con le lacrime. Quando ho iniziato pensavo di sapere tanto sulle stragi nazifasciste in Italia. Poi, procedendo con lo studio, la lettura di testi e documenti, l’ascolto di testimonianze, mi sono reso conto che le mie conoscenze erano incomplete, lacunose, disorganiche. Mi sfuggiva il quadro complessivo, la visione globale del fenomeno, la reale dimensione dell’orrore, tutto ciò perché non ero mai entrato nel particolare, nelle vicende dei singoli protagonisti, nelle tragedie di gente che aveva un nome, un cognome, una faccia, una storia. Per questo, a mano a mano che andavo avanti con il lavoro, aumentava l’emozione, l’indignazione, la rabbia, il dolore, ma anche la voglia di raccontare, di trovare la chiave narrativa giusta per rendere partecipi i più giovani di tragedie alle quali, troppo spesso, si concede solo il tempo di una

5

commemorazione, di una corona depositata davanti a un monumento e di qualche discorso delle autorità. Cose, per carità, importanti, ma assolutamente insufficienti. Celebrazioni che servono più ai celebranti che a una reale trasmissione della memoria.

Una più approfondita conoscenza degli eventi mi ha anche posto di fronte alla delicata questione di quali stragi raccontare. L’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia ha censito oltre 5000 episodi. Premesso che anche quelli con una sola vittima sono degni di essere raccontati, mi sono trovato di fronte alla difficoltà, per evidenti questioni di spazio e tempo, di sceglierne solo alcuni. Ho deciso, quindi, di soffermarmi su quelli più emblematici, tenendo conto della dimensione dell’eccidio, della loro matrice (nazista, nazifascista, fascista), della loro tipologia (rappresaglia, rastrellamento, ritirata, desertificazione). Tuttavia, l’elemento che ha maggiormente condizionato le mie scelte è stata l’inutilità della strage, l’assoluta mancanza di proporzione tra la presunta causa (un attentato, uno scontro con i partigiani, la protezione di questi ultimi) e la reazione criminale dei nazifascisti nei confronti della popolazione civile, inerme e indifesa. Per questo non potevo non farmi condizionare dalla percentuale, tra le vittime, di vecchi, donne e bambini. Mi sono ritrovato, quindi, di fronte alla necessità di raccontare episodi di una crudeltà tanto inaudita quanto inutile. Una ferocia che ha spostato il mio sguardo dal nazista e dal fascista, all’uomo, all'essere umano che diventa il vero imputato. Insomma, dall’affermazione Se questo è un uomo, riferita ai prigionieri dei campi di concentramento, alla domanda: Questo è un uomo? riferita ai massacratori di Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Vinca, Pietransieri e delle altre centinaia di stragi. E l’uomo che è sul banco degli imputati non ha parlato nella Storia solo la lingua tedesca,

Terra Bruciata
6

perché, purtroppo, allargando l’orizzonte, si deve avere l’onestà di dire che egli si è espresso in tante altre lingue del mondo oltre che, diciamolo pure, anche in italiano. Ecco perché credo che questo mio libro debba essere considerato non solo il tentativo di far conoscere ai giovani le efferatezze delle stragi nazifasciste, ma anche un contributo alla più decisa condanna di ogni violenza, e in primo luogo della guerra: la madre di tutti gli orrori.

C’è poi la questione del rapporto tra narrativa e Storia. A questo proposito penso che sia opportuno fare alcune precisazioni. La scelta di trasformare i fatti in racconto è legata alla volontà di coinvolgere con maggiore forza emotiva il lettore, trascinandolo dentro la vicenda, facendo scattare quel processo di immedesimazione che abbatte spazio e tempo, che rende il lettore stesso un protagonista dei fatti narrati. Ovviamente questo richiede la messa in opera di strategie di scrittura adeguate: in primo luogo la scelta di un narratore che non è mai una terza persona, estranea alla strage, ma sempre un testimone della stessa. Ciò comporta l’intervento dell’autore nella ricostruzione dei pensieri, delle emozioni, del narratore. Ma è solo in questo caso che mi sono preso qualche licenza letteraria, dando spazio alla mia immaginazione. Per il resto i fatti narrati sono quelli raccontati dai testimoni, riferiti dagli storici, riportati dall’Atlante delle stragi nazifasciste. Delle fonti utilizzate troverete sempre le precise indicazioni bibliografiche, in quanto questo mio libro, almeno così spero, dovrà essere solo un punto di partenza per approfondimenti e ricerche.

Qualche osservazione sull’apparato didattico. Le stragi raccontate sono comprensibili solo se si ha una conoscenza almeno di base della Seconda guerra mondiale, in particolare delle vicende che coinvolsero l’Italia dopo l’8 settembre del 1943. È per questo che la parte narrativa è introdotta

Introduzione
7

da pagine che hanno la funzione di fornire al lettore le conoscenze essenziali per entrare senza intralci nel quadro storico dentro cui si svolgono i fatti. Dopo i racconti, invece, troverete alcune pagine di contributi storiografici che potranno servire per approfondire le principali tematiche relative alle stragi nazifasciste, oltre a un quadro generale degli eccidi. Infine, perché Terra bruciata? La scelta di questo titolo fa riferimento non solo all’antica strategia militare che, distruggendo, incendiando, riducendo tutto in macerie e cenere, toglie al nemico qualsiasi possibilità di trarre risorse dal territorio conquistato, ma anche e soprattutto al valore simbolico che si potrebbe attribuire ai due termini: terra e fuoco. Il primo segna l’origine delle cose, la fatica, ma anche il sostentamento, la vita e la cultura di un territorio, soprattutto nel mondo contadino così tragicamente colpito dalla furia nazifascista; il secondo indica l’elemento che, fuori dal suo uso domestico, annienta, soffoca, desertifica, uccide. Nelle stragi che martoriarono l’Italia dalla tarda estate del 1943 alla primavera del 1945, il fuoco è stato quasi sempre un alleato dei carnefici, un’arma formidabile, mentre la terra, intesa in senso ampio e inclusivo (le case, i ponti, le strade, ma anche e soprattutto le donne, gli uomini, i vecchi, i bambini…), la sua vittima. Ma la terra è più forte del fuoco e, anche se dopo atroci sofferenze e tanta fatica, rinasce sempre, vince la sua battaglia germogliando nuovamente, ritornando a donare i suoi frutti, di vita e di libertà. Come accadde il 25 aprile del 1945. Tuttavia, bisogna sempre tenere a mente che il fuoco potrebbe ardere ancora.

Per questo bisogna essere vigili, attenti, ricordando e raccontando, soprattutto ai più giovani. Affinché la terra non bruci più, come purtroppo sta accadendo, proprio mentre questo libro viene stampato, nella martoriata terra ucraina. R.M.

Terra Bruciata
8

La Storia

Prima di iniziare la lettura della parte narrativa di questo libro è importante conoscere fenomeni e termini che rappresentano elementi essenziali delle stragi raccontate. Si tratta di un momento preliminare fondamentale per la comprensione di ciò che di tragico è accaduto in Italia dalla tarda estate del 1943 alla primavera del 1945. Le stragi nazifasciste, infatti, vanno collocate in un preciso quadro storico che non può essere ignorato.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Avvenimenti principali

Il primo settembre del 1939 le truppe germaniche varcano il confine con la Polonia. È l’inizio della Seconda guerra mondiale. Perché scoppia? Come è accaduto nella maggior parte delle guerre, di quelle antiche come di quelle moderne, non c’è mai una sola causa, ma sempre una molteplicità di fattori che concorre all’origine di un conflitto. In questo caso fu sicuramente l’umiliazione della Germania all’indomani della fine della Prima guerra mondiale a gettare le basi della Seconda. Non a caso alcuni storici considerano le due guerre come un unico grande conflitto. Quando il vincitore mortifica e schiaccia il vinto, quest’ultimo vivrà nel sogno della vendetta, della rivalsa. E questo accadde: in Adolf Hitler, con il suo progetto di una nazione e di un popolo padroni del mondo, i tedeschi videro l’uomo in grado di riscattare il proprio onore. Solo due giorni dopo l’invasione della Polonia, Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania. L’Italia, invece, si proclama non belligerante, che non significa neutrale, ma semplicemente prendere tempo per preparare l’esercito; entra, infatti, in guerra il 10 giugno del 1940.

9

Da quel momento in poi lo scontro diventerà, con il passare dei mesi e degli anni, sempre più globale, mondiale appunto: da una parte Regno Unito, Australia, Francia, Canada, Stati Uniti, Russia… e tante altre nazioni fino ad arrivare a 51 Paesi alleati; dall’altra Germania, Italia, Giappone, Ungheria, Romania, Bulgaria oltre a numerosi altri Paesi. All’inizio del conflitto l’avanzata dell’esercito tedesco sembra inarrestabile: nell’aprile del 1940 la Germania occupa Danimarca, Norvegia e, violando la neutralità di Belgio, Olanda e Lussemburgo, giunge vittoriosa fino a Parigi, occupandola il 14 giugno. Subito dopo, agli inizi di luglio, Hitler decide di attaccare anche l’Inghilterra con una operazione denominata Leone marino, che però fallisce grazie all’eroica resistenza inglese. Nel frattempo l’esercito italiano mostra tutta la sua impreparazione: viene sconfitto dagli inglesi nel Mediterraneo e in Africa settentrionale, mentre la Grecia respinge il nostro attacco mosso dall’Albania. Solo il soccorso dei tedeschi evita la disfatta all’esercito italiano. Sempre nell’estate del 1941, Hitler dà il via all’invasione dell’Unione Sovietica con l’Operazione Barbarossa. Sarà l’inizio della sconfitta tedesca anche perché, a dicembre, dopo che i giapponesi avevano attaccato la flotta statunitense a Pearl Harbor, nelle Hawaii, gli USA entrano nel conflitto. Alla fine dell’anno, il Führer avvia la cosiddetta Soluzione finale, cioè lo sterminio di milioni di ebrei. Nel 1942 gli inglesi, al comando del generale Montgomery, sconfiggono nel Nord Africa le truppe italotedesche, mentre agli inizi dell’anno successivo, le stesse truppe sono costrette a una tragica ritirata dalla Russia: 90.000 circa sono gli italiani morti o dispersi. Nell’estate del 1943, il 10 luglio, gli Alleati sbarcano in Sicilia; il 25 dello stesso mese il Gran consiglio del fascismo sfiducia Mussolini che viene arrestato per ordine del sovrano. Capo del governo viene nominato il generale Badoglio. L’8 settembre è annunciato l’armistizio tra Italia e Alleati, mentre

10 Terra Bruciata

il re, i più stretti dignitari e il governo fuggono da Roma, abbandonandola all’occupazione tedesca, rifugiandosi a Brindisi sotto la protezione angloamericana. Il 12 settembre Mussolini viene liberato dai tedeschi, a Campo Imperatore in Abruzzo, e condotto nel Nord Italia dove fonda la Repubblica Sociale Italiana che ha sede a Salò, un paese sul lago di Garda. In quei mesi inizia a organizzarsi la Resistenza. Il 6 giugno del 1944 gli Alleati sbarcano in Normandia e il 25 di agosto liberano Parigi. Alla fine di gennaio del 1945 i russi, dopo aver conquistato Varsavia, entrano nel campo di sterminio di Auschwitz: è la fine dell’Olocausto. Il 25 aprile l’Italia finalmente è liberata dal nazifascismo e Mussolini, in fuga verso la Svizzera, viene fucilato dai partigiani a Dongo, in provincia di Como. Il 30 dello stesso mese, mentre l’esercito sovietico entra a Berlino, Hitler si suicida nel suo bunker insieme alla moglie Eva Braun e ai suoi collaboratori più stretti. Il 6 e il 9 di agosto gli americani sganciano due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki costringendo il Giappone alla resa incondizionata. Si conclude così la guerra più sanguinosa della storia dell’umanità con circa 70.000.000 di vittime.

Soldati tedeschi rimuovono la barriera del confine tedesco–polacco.

11 La Storia

La svolta

Il termine “armistizio” deriva dal latino moderno armistĭtĭu(m), composto di arma e del tema di stāre “fermarsi”, e indica un accordo per la sospensione delle ostilità tra due o più belligeranti, in vista di trattative di pace. Il 3 settembre, a Cassibile, in Sicilia, Italia e Alleati anglo-americani firmano un armistizio, che però, nella realtà dei fatti, rappresenta una resa incondizionata dell’Italia.

Firma dell’armistizio.

Una data storica

La sera dell’8 settembre 1943, il maresciallo Badoglio, alle 19.42, annuncia alla radio l’avvenuto armistizio. L’accordo viene reso noto solo dopo pressioni da parte anglo-americana: gli Alleati, infatti, pretendono che il governo italiano, che teme la reazione tedesca, comunichi senza ambiguità la resa dell’Italia. «Il governo italiano – recita il proclama, uno dei testi più importanti della storia italiana – riconosciuta

12 Terra Bruciata

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.