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La Storia

Prima di iniziare la lettura della parte narrativa di questo libro è importante conoscere fenomeni e termini che rappresentano elementi essenziali delle stragi raccontate. Si tratta di un momento preliminare fondamentale per la comprensione di ciò che di tragico è accaduto in Italia dalla tarda estate del 1943 alla primavera del 1945. Le stragi nazifasciste, infatti, vanno collocate in un preciso quadro storico che non può essere ignorato.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Avvenimenti principali

Il primo settembre del 1939 le truppe germaniche varcano il confine con la Polonia. È l’inizio della Seconda guerra mondiale. Perché scoppia? Come è accaduto nella maggior parte delle guerre, di quelle antiche come di quelle moderne, non c’è mai una sola causa, ma sempre una molteplicità di fattori che concorre all’origine di un conflitto. In questo caso fu sicuramente l’umiliazione della Germania all’indomani della fine della Prima guerra mondiale a gettare le basi della Seconda. Non a caso alcuni storici considerano le due guerre come un unico grande conflitto. Quando il vincitore mortifica e schiaccia il vinto, quest’ultimo vivrà nel sogno della vendetta, della rivalsa. E questo accadde: in Adolf Hitler, con il suo progetto di una nazione e di un popolo padroni del mondo, i tedeschi videro l’uomo in grado di riscattare il proprio onore. Solo due giorni dopo l’invasione della Polonia, Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania. L’Italia, invece, si proclama non belligerante, che non significa neutrale, ma semplicemente prendere tempo per preparare l’esercito; entra, infatti, in guerra il 10 giugno del 1940.

Da quel momento in poi lo scontro diventerà, con il passare dei mesi e degli anni, sempre più globale, mondiale appunto: da una parte Regno Unito, Australia, Francia, Canada, Stati Uniti, Russia… e tante altre nazioni fino ad arrivare a 51 Paesi alleati; dall’altra Germania, Italia, Giappone, Ungheria, Romania, Bulgaria oltre a numerosi altri Paesi. All’inizio del conflitto l’avanzata dell’esercito tedesco sembra inarrestabile: nell’aprile del 1940 la Germania occupa Danimarca, Norvegia e, violando la neutralità di Belgio, Olanda e Lussemburgo, giunge vittoriosa fino a Parigi, occupandola il 14 giugno. Subito dopo, agli inizi di luglio, Hitler decide di attaccare anche l’Inghilterra con una operazione denominata Leone marino, che però fallisce grazie all’eroica resistenza inglese. Nel frattempo l’esercito italiano mostra tutta la sua impreparazione: viene sconfitto dagli inglesi nel Mediterraneo e in Africa settentrionale, mentre la Grecia respinge il nostro attacco mosso dall’Albania. Solo il soccorso dei tedeschi evita la disfatta all’esercito italiano. Sempre nell’estate del 1941, Hitler dà il via all’invasione dell’Unione Sovietica con l’Operazione Barbarossa. Sarà l’inizio della sconfitta tedesca anche perché, a dicembre, dopo che i giapponesi avevano attaccato la flotta statunitense a Pearl Harbor, nelle Hawaii, gli USA entrano nel conflitto. Alla fine dell’anno, il Führer avvia la cosiddetta Soluzione finale, cioè lo sterminio di milioni di ebrei. Nel 1942 gli inglesi, al comando del generale Montgomery, sconfiggono nel Nord Africa le truppe italotedesche, mentre agli inizi dell’anno successivo, le stesse truppe sono costrette a una tragica ritirata dalla Russia: 90.000 circa sono gli italiani morti o dispersi. Nell’estate del 1943, il 10 luglio, gli Alleati sbarcano in Sicilia; il 25 dello stesso mese il Gran consiglio del fascismo sfiducia Mussolini che viene arrestato per ordine del sovrano. Capo del governo viene nominato il generale Badoglio. L’8 settembre è annunciato l’armistizio tra Italia e Alleati, mentre

il re, i più stretti dignitari e il governo fuggono da Roma, abbandonandola all’occupazione tedesca, rifugiandosi a Brindisi sotto la protezione angloamericana. Il 12 settembre Mussolini viene liberato dai tedeschi, a Campo Imperatore in Abruzzo, e condotto nel Nord Italia dove fonda la Repubblica Sociale Italiana che ha sede a Salò, un paese sul lago di Garda. In quei mesi inizia a organizzarsi la Resistenza. Il 6 giugno del 1944 gli Alleati sbarcano in Normandia e il 25 di agosto liberano Parigi. Alla fine di gennaio del 1945 i russi, dopo aver conquistato Varsavia, entrano nel campo di sterminio di Auschwitz: è la fine dell’Olocausto. Il 25 aprile l’Italia finalmente è liberata dal nazifascismo e Mussolini, in fuga verso la Svizzera, viene fucilato dai partigiani a Dongo, in provincia di Como. Il 30 dello stesso mese, mentre l’esercito sovietico entra a Berlino, Hitler si suicida nel suo bunker insieme alla moglie Eva Braun e ai suoi collaboratori più stretti. Il 6 e il 9 di agosto gli americani sganciano due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki costringendo il Giappone alla resa incondizionata. Si conclude così la guerra più sanguinosa della storia dell’umanità con circa 70.000.000 di vittime.

Soldati tedeschi rimuovono la barriera del confine tedesco–polacco.

La svolta

Il termine “armistizio” deriva dal latino moderno armistĭtĭu(m), composto di arma e del tema di stāre “fermarsi”, e indica un accordo per la sospensione delle ostilità tra due o più belligeranti, in vista di trattative di pace. Il 3 settembre, a Cassibile, in Sicilia, Italia e Alleati anglo-americani firmano un armistizio, che però, nella realtà dei fatti, rappresenta una resa incondizionata dell’Italia.

Una data storica

La sera dell’8 settembre 1943, il maresciallo Badoglio, alle 19.42, annuncia alla radio l’avvenuto armistizio. L’accordo viene reso noto solo dopo pressioni da parte anglo-americana: gli Alleati, infatti, pretendono che il governo italiano, che teme la reazione tedesca, comunichi senza ambiguità la resa dell’Italia. «Il governo italiano – recita il proclama, uno dei testi più importanti della storia italiana – riconosciuta

Firma dell’armistizio.

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