

Il PIccolo PrIncIPe
traduzione e cura di Alberto Cristofori
Gruppo Editoriale ELi
Antoine de Saint-Exupéry
IL PICCOLO PRINCIPE
traduzione e cura di Alberto Cristofori
Gruppo Editoriale ELi
Antoine de Saint-Exupéry
Il Piccolo Principe
traduzione e cura di Alberto Cristofori
Responsabile editoriale: Beatrice Loreti
Art director: Marco Mercatali
Responsabile di produzione: Francesco Capitano
Redazione: Carla Quattrini
Progetto grafico: Sergio Elisei
Impaginazione: Enea Ciccarelli
Illustrazioni: Toni Demuro
Foto: Marka
© 2015 La Spiga, Gruppo Editoriale ELi
Via Brecce, 100 – Loreto tel. 071 750 701 e-mail: info@elilaspigaedizioni.it www.gruppoeli.it
Stampato in Italia presso
Pigini Group Printing Division – Loreto, Trevi 15.83.001.3
ISBN 978–88–468–3370–9
Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.

Nota introduttiva
Il libro che state per leggere è uno dei più famosi di tutti i tempi. Il suo autore, il francese Antoine de Saint-Exupéry, l’ha scritto nel 1943, in un momento molto drammatico della sua vita: era infatti in corso la Seconda guerra mondiale, la Francia era stata sconfitta e occupata dalla Germania.
Saint-Exupéry era uno scrittore famoso, ma di mestiere faceva il pilota di aerei e partecipava alla guerra. Pochi mesi dopo l’uscita del Piccolo Principe, durante una missione in mare aperto, il suo aereo venne colpito da un caccia tedesco e precipitò. Dello scrittore non si seppe più nulla. Il Piccolo Principe è dunque l’ultimo libro da lui scritto, oltre che il più famoso.
Ma che cos’è questo libro – una fiaba per bambini o un romanzo per adulti? È un’opera di fantasia o nasconde un messaggio più profondo? Forse tutto questo, e altro ancora. E perché è diventato così famoso e così amato in tutto il mondo? Non resta che leggerlo, per scoprirlo.

A Léon Werth
Chiedo perdono ai bambini per aver dedicato questo libro a un adulto. Ho una scusa seria: questo adulto è il miglior amico che io abbia al mondo. Ho un’altra scusa: questo adulto è in grado di capire tutto, anche i libri per bambini. Ho una terza scusa: questo adulto vive in Francia, dove soffre la fame e il freddo. Ha bisogno di essere consolato. Se tutte queste scuse non bastano, voglio dedicare questo libro al bambino che questo adulto è stato un tempo. Tutti gli adulti all’inizio sono stati bambini. (Ma pochi di loro se ne ricordano). Correggo dunque la mia dedica:
A Léon Werth quand’era piccolo
Capitolo I
Quando avevo sei anni una volta ho visto una magnifica immagine in un libro sulla Foresta Vergine che si intitolava “Storie Vere”. Rappresentava un serpente boa che ingoiava un animale. Ecco la copia del disegno.

Nel libro si diceva: “I serpenti boa ingoiano la preda tutta intera, senza masticarla. Poi non possono muoversi e dormono durante i sei mesi della digestione”.
A quel tempo ho riflettuto molto sulle avventure nella giungla e a mia volta sono riuscito, con una matita colorata, a tracciare il mio primo disegno. Il mio disegno numero 1. Era così:

Ho mostrato il mio capolavoro agli adulti e ho chiesto se il mio disegno gli faceva paura.
Mi hanno risposto: – Perché un cappello dovrebbe fare paura?
Il mio disegno non rappresentava un cappello. Rappresentava un serpente boa che digeriva un elefante. Allora ho disegnato l’interno del serpente boa, perché gli adulti potessero capire. Gli adulti hanno sempre bisogno di spiegazioni. Il mio disegno numero 2 era così:

Allora gli adulti mi hanno consigliato di lasciar perdere i serpenti boa disegnati da dentro o da fuori e di dedicarmi piuttosto alla geografia, alla storia, al calcolo e alla grammatica. È così che, all’età di sei anni, ho rinunciato a una splendida carriera di pittore. Ero rimasto scoraggiato dall’insuccesso sia del mio disegno numero 1 sia del mio disegno numero 2. Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è faticoso, per i bambini, dare sempre spiegazioni.
Ho dovuto quindi scegliere un altro mestiere e ho imparato a pilotare gli aerei. Ho volato un po’ dappertutto nel mondo. E la geografia, è vero, mi è servita molto. Saper riconoscere a colpo d’occhio la Cina o l’Arizona è utile, se ci si perde di notte.
Ho così avuto, nel corso della mia vita, un sacco di contatti con un sacco di persone serie. Ho vissuto molto con gli adulti. Li ho visti da molto vicino. Questo non ha migliorato gran che la mia opinione su di loro.

Quando ne incontravo uno che mi sembrava abbastanza intelligente, facevo con lui l’esperimento del disegno numero 1, che ho sempre conservato. Volevo sapere se era davvero capace di comprensione. Ma sempre mi rispondeva: – È un cappello.
Allora non gli parlavo di serpenti boa, né di foreste vergini, né di stelle. Mi mettevo sul suo piano. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica e di cravatte. E l’adulto era ben contento di aver conosciuto un tipo così ragionevole.

PERCORSI DI LETTURA
COMPRENSIONE
1 A chi è dedicato il libro e perché?
2 Che cosa rappresentavano i due disegni fatti da bambino?
3 Perché nessuno capiva il significato del disegno numero 1?
4 Come reagivano gli adulti al suo disegno numero 2?
5 Che mestiere ha scelto di fare, nella vita, l’autore del libro?
LESSICO
6 Spiega il significato dei seguenti termini, aiutandoti con un buon dizionario: – giungla: ............................................................................................... ....................................................................................................................... – carriera: ............................................................................................... ....................................................................................................................... – bridge: ............................................................................................... .......................................................................................................................
7 La parola “golf” ha due significati. Spiegali: – 1: .............................................................................................................
– 2: .............................................................................................................
PERCORSI DI LETTURA
ANALISI
8 Il Piccolo Principe è stato scritto durante la Seconda guerra mondiale. Nella dedica si trova un accenno alle conseguenze di questa guerra sulla popolazione. Trovalo e sottolinealo.
9 L’autore contrappone adulti e bambini.
– Individua almeno due frasi da cui si capisce che le sue preferenze vanno ai bambini e sottolineale.
– Ora spiega perché, secondo l’autore, i bambini sono migliori degli adulti.
10 Sicuramente avrai notato che il disegno numero 1 rappresenta un’immagine fantastica, non una situazione reale. Rifletti sulle domande seguenti, poi scrivi un breve testo di carattere personale.
– Perché la situazione descritta nel disegno numero 1 è irreale?
– Perché l’autore insiste, anche da adulto, e mette alla prova le persone che incontra?
SCRITTURA
11 Hai mai sognato di vivere grandi avventure in un ambiente esotico come la Foresta Vergine? Racconta…
12 Diventando adulti, secondo l’autore, rischiamo di rinunciare alla fantasia e al sogno. Ti sembra un rischio reale? Perché? Qual è la tua esperienza?
Capitolo II
Così ho vissuto solo, senza nessuno con cui parlare davvero, fino a un incidente nel deserto del Sahara, sei anni fa. Qualcosa si era rotto nel motore del mio aereo. E siccome non avevo con me né un meccanico, né dei passeggeri, mi preparai a tentare, da solo, una difficile riparazione. Era questione di vita o di morte, per me. Avevo acqua da bere appena per otto giorni.
La prima sera mi sono quindi addormentato sulla sabbia a mille miglia da qualsiasi territorio abitato. Ero molto più isolato di un naufrago su una zattera in mezzo all’oceano. Immaginatevi quindi la mia sorpresa quando, all’alba, una strana vocina mi ha risvegliato. Diceva:
– Per favore… disegnami una pecora.
– Eh?
– Disegnami una pecora…
Sono balzato in piedi come se mi avesse colpito un fulmine. Mi sono fregato ben bene gli occhi. Ho guardato ben bene. E ho visto un omino assolutamente straordinario che mi scrutava con serietà. Ecco il miglior ritratto che, più tardi, sono riuscito a fare di lui.
