
3 minute read
Giornata Mondiale dell’Habitat
Di solito quando si parla di habitat il nostro pensiero corre agli ambienti naturali in cui vivono gli animali: l’habitat dello scoiattolo è il bosco, l’habitat della trota è il fiume, quello della rana lo stagno ... E qual è il tuo? È la tua casa!
A ciascuno il suo habitat
Il termine “habitat”, che deriva dal latino e significa “egli/ella abita”, indica il luogo con caratteristiche fisiche e ambientali che permettono a una determinata specie di vivere, svilupparsi, riprodursi, avere una buona qualità della vita. L’habitat è formato da tutti gli elementi di cui l’essere vivente, umano o animale, ha bisogno: il cibo, l’acqua, il riparo, lo spazio per allevare i piccoli Parlando, raramente usiamo la parola “habitat” in riferimento alle comunità umane, preferiamo usare “abitazione” oppure “casa” per indicare il luogo in cui ci sentiamo al sicuro, dove troviamo i nostri a etti e abbiamo il nostro posto per riposarci, giocare, apprendere, divertirci e vivere in salute.
Diritto all'habitat
Per ricordare il diritto di ogni persona a un’abitazione sicura, nel 1986 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) ha istituito la Giornata Mondiale dell’Habitat che si celebra il primo lunedì di ottobre. Anche nei Paesi considerati più ricchi ci sono infatti persone che vivono in ripari di fortuna o in strada per motivi diversi: povertà, guerre, disastri naturali come terremoti o inondazioni.
STUDIA, RIFLETTI, RICERCA
1. Qual è il significato della parola “habitat”?
2. Quali sono gli elementi che un essere vivente deve trovare all’interno del proprio habitat?
3. Quali altri elementi aggiungeresti all’habitat in cui vivi?
Musei etnografici
I musei etnografici testimoniano lo stretto legame tra l’uomo e il suo habitat. Essi hanno il compito di raccogliere, conservare e valorizzare le testimonianze antropologiche (cioè dell’uomo) di un determinato territorio.
Il museo etnografico è perciò uno specchio in cui una comunità può riconoscersi scoprendo la propria origine, e dunque la propria identità. In un museo etnografico si troveranno dunque tracce materiali e immateriali che raccontano la vita dell’uomo.
A sinistra: Le modalità costruttive, gli utensili e gli attrezzi da lavoro, i mezzi di trasporto, gli abiti o gli strumenti musicali tipici sono esempi di tracce materiali
A destra: Documentazione relativa a espressioni orali (canti, racconti, arti dello spettacolo), pratiche sociali, riti, danze, feste e tradizioni, sono esempi di tracce immateriali
STUDIA, RIFLETTI, RICERCA
4. Scopri se nella Regione in cui vivi esistono musei etnografici, che tipo di testimonianze conservano, a quale cultura sono legati (contadina? Marinara? Di pianura? ). Organizza poi una presentazione utile a preparare una visita d’istruzione.
Reinhold Messner il personaggio

Reinhold Messner (1944) è noto in tutto il mondo grazie alle sue tante scalate e traversate. Dal 1969, Messner ha compiuto oltre 100 viaggi in deserti e montagne
Il suo intento non è però battere più record possibili, quanto fare esperienza della natura con il minimo equipaggiamento possibile e vivere in ambienti naturali dalle condizioni estreme potendo contare solo sulle proprie forze. Tra le Dolomiti, sua terra natale, Messner ha fondato il Messner Mountain Museum articolato in ben sei sedi museali dedicate all’habitat montagna. In particolare, MMM Ripa (dove, in lingua tibetana “ri” sta per “montagna” e “pa” per “uomo”) di Brunico (Bz), raccoglie testimonianze della vita dei popoli di montagna che hanno saputo sviluppare una cultura basata sulla responsabilità personale, sulla rinuncia al consumo, sul mutuo aiuto.
STUDIA, RIFLETTI, RICERCA

5. “La vita e la storia delle montagne si riassumono nella vita e nella storia degli uomini che le abitano”. Commenta con i tuoi compagni e le tue compagne le parole di Reinhold Messner.

Case del mondo
Utilizzando e adattando i materiali trovati nell’ambiente in cui si è insediato, l’essere umano in molti casi ha già realizzato case sostenibili e resilienti. Sostenibili perché realizzate con materiali naturali e riciclabili e a risparmio energetico, ad esempio sfruttando il calore del sole con i pannelli solari. Resilienti perché resistenti in caso di catastrofi naturali, come i terremoti, ma anche confortevoli e accessibili, ad esempio priva di barriere architettoniche.
Tepee

Abitazione caratteristica degli Indiani nomadi delle praterie nordamericane, costituita da una tenda di forma conica, alta fino a 6 metri, formata da un’intelaiatura di pali di legno legati tra loro alla sommità e ricoperta di pelli di bisonte, corteccia o stuoie spesso decorate. Il teepee era resistente, impermeabile e facilmente trasportabile.
Yurta
Abitazione circolare, tipica delle popolazioni nomadi della Mongolia, realizzata con bastoni di legno incurvati e incrociati, ricoperti con pelli e feltro (sto a realizzata con peli di pecora, capra, cammello, yak). È una struttura facilmente montabile e smontabile che, grazie alla sua copertura, gode di un’ottimo isolamento termico.

Sonron
Abitazione tondeggiante del Burkina Faso, in Africa, con mura di fango prive di finestre e decorate con disegni geometrici, animali, oggetti della vita quotidiana (serpenti, avvoltoi, tamburi). Realizzati dalle donne del posto con argilla rossa e coloranti naturali, ottenuti dal fango o dalle piante, hanno la funzione di allontanare gli spiriti maligni.

Igloo
Piccola abitazione tipica degli Inuit, popolazione originaria dell’estremo nord del Canada. Ha forma semisferica, costruita con blocchi di neve pressata. Due persone al suo interno e la presenza di un fuoco permettono di raggiungere e mantenere i 17°C mentre la temperatura esterna resta costantemente tra i -40°C e -50°C. Il fuoco acceso scioglie un sottile strato di neve delle pareti interne che si trasforma in ghiaccio appena il fuoco si spegne, isolando così l’interno dal vento.
