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IL COMMERCIO SUL MARE
La navigazione sul mare facilitò le relazioni tra i popoli: si incrementarono i commerci, ma cominciarono anche a circolare le persone, le idee e le conoscenze.
Alle spalle delle coste del Mediterraneo crescevano boschi che fornivano molto legname utile per la costruzione di imbarcazioni. Le barche che navigavano lungo i fiumi non erano adatte a solcare le acque del mare, molto più “mosse”. Per affrontare la navigazione in mare aperto occorreva un tipo diverso di imbarcazione: doveva essere più grande e sicura rispetto a quelle fluviali.
All’inizio le popolazioni costiere effettuavano spostamenti in mare solo lungo la costa. Poi cominciarono a raggiungere le isole che servivano da punto di passaggio nella direzione di terre più lontane.
Quando l’essere umano ebbe il coraggio di sfidare la paura e di andare verso l’ignoto, i popoli costieri vennero in contatto tra loro e il mare, da nemico, divenne una risorsa. L’incontro con popoli diversi favorì lo scambio di merci. I popoli del Mediterraneo vendevano lana e tessuti e i prodotti ottenuti dalla trasformazione di ciò che era possibile coltivare nei loro territori: vino, olio. In cambio ricevevano i cereali, base dell’alimentazione, coltivati nelle terre più fertili.

Anche l’artigianato ebbe un grande sviluppo perché divenne più raffinato e prezioso, testimoniando l’alto grado di civiltà raggiunto da questi popoli.

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