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IMPERDIBILE! come cane e gatto
Apollo, un cane giocherellone, e Jago, un gatto brontolone, vivono insieme nella casa di Greta e Pietro. La loro visione della vita è opposta: gatti e cani hanno diverse opinioni su tutto. Ma poi trovano il modo di andare d’accordo

Il Cane
La mia giornata inizia sempre in modo perfetto. Apro gli occhi, allungo le zampe, mi scrollo ben bene e attacco a scodinzolare.
– Ciao, Giampaolo! Ciao, Laura! Saluto anche Jago, che di solito a quell’ora è acciambellato sul lettone, ma lui neanche apre gli occhi.
Dopo qualche secondo suona la sveglia sul comodino di Giampaolo.
Mi metto a sgranocchiare il mio osso di biscotto. Tra un po’ arriva Giampaolo per la nostra passeggiata mattutina. Io preferisco farmi trovare davanti alla porta d’ingresso, accanto all’attaccapanni esattamente sotto il mio guinzaglio.
La mia vita è bellissima così com’è. A mezzogiorno in punto devo pranzare. Se devo proprio dirla tutta, preferirei che la ciotola di Jago restasse a qualche metro dalla mia, perché non sopporto di sentire i suoi occhi gialli puntati su di me mentre mangio.
Purtroppo, Laura ha il brutto vizio di piazzare le nostre ciotole una di fianco all’altra.
Non so se la cosa infastidisce anche lui. Con Jago non si capisce mai nulla: è contento di avermi intorno? Ho smesso di chiedermelo.
Quando ero piccolo speravo di convincerlo a giocare un po’. Ero disposto anche a fargli usare la mia pallina o le pantofole di Pietro, che all’epoca erano a forma di coniglio. Non c’è stato verso. Soffiava e sbuffava, e un paio di volte ha perfino tirato fuori le unghie. Non sono un tipo vendicativo, ma con Jago ho dovuto inventarmi la pazienza.
Quando ho delle novità, provo a raccontargliele, ma di solito non muove neanche una zampa, quindi non capisco se mi sta ascoltando o no.
Credo che Jago ce l’abbia con me per via delle mie passeggiatine con Giampaolo o con Laura. Lui non esce mai, forse perché sull’attaccapanni non c’è un guinzaglio della sua misura.
Il Gatto
Non posso dire di essere capitato male. Poteva andarmi meglio, ma poteva anche andarmi molto peggio. Avrei preferito avere un amico felino, non troppo rumoroso, non troppo giocherellone, possibilmente femmina. Una tipa tranquilla ed elegante, adatta a uno come me, che si accontenta di poco: un letto morbido, una pappa saporita, un po’ di quiete.
Invece mi è toccato Apollo. Un entusiasta, un cuor contento, uno che non vede l’ora di gettarsi dove abbondano i pericoli, il fragore, il caos.
Ho tentato di spiegargli che tutto ciò che serve per vivere è dentro casa. Che il mondo là fuori è pieno di insidie. Ma lui ogni giorno (ogni giorno!) si piazza davanti alla porta, sotto il suo guinzaglio, e prega che lo leghino e lo conducano fuori, dove regna l’ignoto.
Fatti suoi, si potrebbe dire. Se non fosse che quando torna mi racconta che ha visto quello, che ha incontrato quell’altro, e naturalmente sono tutti deliziosi e simpatici.
Io tengo gli occhi chiusi e resto immobile: chiunque capirebbe che non sono interessato e cambierebbe aria.
Tutti, tranne Apollo.
Sullo stesso fatto, sulla stessa situazione, io, te, lui, lei, loro… possiamo avere opinioni completamente diverse. Dobbiamo sostenerle argomentando, ma, soprattutto, ascoltando gli altri e le altre.