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So-cia-liz-za-re
– Si può sapere perché non volete stare vicino ai maschi? Questa è la maestra. Non capisce perché facciamo storie ogni volta che mette una femmina al banco con un maschio. Lei dice che è importante perché siamo compagni di classe e dobbiamo imparare a stare bene con tutti. Dobbiamo imparare a SO-CIA-LIZ-ZA-RE. Alla mia maestra la parola “socializzare” piace moltissimo e la usa sempre. Soprattutto quando ci cambia di banco e vede che qualcuno fa le smorfie perché non gli va bene il nuovo compagno. Ma lei non ha mai dovuto “socializzare” con Giorgio, che occupa due banchi e finisce sempre sul mio con gomito, astuccio, quaderno.
Sì, insomma. Non ha neanche mai provato a stare con Andrea che ti prende in giro per ogni parola che dici e per ogni penna che usi.
– Perché scrivi con la penna con i brillantini?
– Perché piace a me… – sibilo io, continuando a guardare la pagina così la maestra non si accorge che sto parlando. – E stai zitto, che è meglio. Per non parlare della fortuna di finire, come adesso, vicino ad Alberto. Ma dico io, proprio con lui dovevo capitare? È il tipico maschio. Sa tutto lui. E come tutti i maschi crede di avere sempre ragione. Come quando attacca le schede sul quaderno. Chissà come mai ogni volta mette un po’ di colla anche sui miei capelli e poi dice che è colpa mia, perché sono lunghi e vanno sul suo quaderno. Ma non è vero. Lo fa apposta. Io allora mi arrabbio e gli dico di smetterla, così la maestra mi sente e mi sgrida perché parlo e disturbo la lezione.
Alla fine è anche colpa mia!
Perché i maschi riescono continuamente a farla franca?
– Dai Laura, finiscila. Hai sempre la scusa pronta
– mi dice, se cerco di difendermi.
Ma è una femmina o un maschio, la mia maestra?
No, no, è proprio una femmina.
Arriva a scuola con delle pile di libri. Ce ne legge sempre qualche pezzo e bisogna dire che ha un fiuto speciale per le storie che preferisco. Poi non è una di quelle che si arrabbia per niente. Vabbè, non è che non si arrabbi mai!
Anzi! E quando si arrabbia non c’è da scherzare. Però ha anche tante altre qualità... ma allora perché prende sempre le parti dei maschi? Dovrebbe saperlo quanto sono antipatici.
– Ma ti immagini come sarebbe monotono senza maschi?
Questa, invece, è la mamma. Cerca di convincermi che sbaglio, se le dico che vorrei essere in una classe di tutte femmine.
Io credo che sia bello potersi confrontare con chi magari la pensa diversamente da te.
– Mamma! Stai scherzando? Ma tu lo sai come sono i maschi della mia classe?
No, non lo sa!
C Omprensione C
Trova gli elementi del testo.
• I luoghi in cui è ambientato il racconto sono la e la
• Il personaggio principale è
• I personaggi secondari sono
Queste affermazioni riguardano il contenuto del testo. Segna V (vero) o F (falso).
• Spiegare perché la bambina preferisce le femmine come compagne di banco. V F
• Spiegare perché la mamma e la maestra hanno opinioni diverse. V F
• Spiegare che cosa vuol dire socializzare. V F
Trova le informazioni esplicite
Sottolinea nel testo la risposta alle domande.
Che cosa alla bambina piace della sua maestra?
Che cosa non le piace?
Perché per la mamma è importante la classe mista?
Che cosa fa la maestra per far socializzare i bambini e le bambine?


Trova la relazione tra gli elementi del testo.
Chi pronuncia la frase “Dai Laura, finiscila”?
Lavoro o divertimento?
Tom apparve sul vialetto di lato alla casa, con un secchio di calce per imbiancare e un pennello dal lungo manico. Osservò la staccionata. Nove metri di recinto di assi alte due metri e settanta!
Tom cominciò a pensare agli spassi che aveva progettato per quel giorno e il suo sconforto si moltiplicò.
Si mise al lavoro. Di lì a non molto, si avvicinò Ben Rogers, stava mangiando una mela; proprio il ragazzo, tra tutti quelli del villaggio, le cui prese in giro egli temeva di più.
Ben lo fissò per un momento, poi disse: – Ehi, ciao! Ti trovi in un bell’impiccio, eh?
Tom aveva l’acquolina in bocca a causa della mela, ma continuò a lavorare.
Ben disse: – Devi darti da fare, eh?
– Oh, sei tu, Ben! Non ti avevo visto.
– Senti, io sto andando a farmi una nuotata, eh sì! Non andrebbe anche a te di nuotare? Ma, naturalmente, devi restare qui a finire questo lavoro, eh, sì, certo che devi finirlo!

Tom contemplò per un momento il ragazzo e disse: – Che cos’è che chiami lavoro?
– Perché, non è un lavoro, questo? Oh, andiamo, non vorrai farmi credere che ti piace?
– Se mi piace? Be’, non vedo perché non dovrebbe piacermi. Capita forse ogni giorno, a noi ragazzi, la possibilità di imbiancare a calce una recinzione?
Queste parole fecero apparire la cosa sotto una nuova luce.
Ben smise di mordicchiare la mela. Tom passò il pennello, delicatamente, avanti e indietro... indietreggiò di un passo per ammirare l’effetto... aggiunse un tocco qua e uno là... poi tornò a esaminare l’effetto con aria critica.
Ben seguiva ogni sua mossa e diventava sempre più interessato, sempre più affascinato. Infine disse: – Ehi, Tom, lasciami imbiancare un po’.
Tom rifletteva. Parve sul punto di acconsentire, ma poi cambiò idea: – No, no; credo proprio che non sia possibile, Ben. Vedi, zia Polly ci tiene enormemente a questa recinzione. Sì, è tremendamente pignola! Il lavoro deve essere fatto con somma cura; non c’è un ragazzo su mille, forse su duemila, scommetto, che possa pitturarla come deve essere pitturata.
– Ah no... eh? Oh, andiamo, lasciami soltanto provare, soltanto per un po’. Se fossi al posto tuo io te lo consentirei. Tom, starò molto attento.
Su, lasciami provare. Senti... ti darò il torsolo della mela.
Be’, allora... No, Ben, non posso. Ho paura che...
– Te la darò tutta!
Tom consegnò il pennello, con riluttanza sulla faccia, ma velocità nel cuore.
E mentre Ben sgobbava e sudava al sole, l’artista a riposo sedette all’ombra e rosicchiò la mela.
C Omprensione C
Queste sono tutte informazioni esplicite.
Quali sono le due informazioni NON importanti per capire la trama?
Tom vernicia la staccionata della casa della zia.
Arriva Ben Rogers mangiando una mela.
Ben dice che farà una nuotata.
Ben prende in giro Tom.
Ben e Tom discutono sul lavoro di Tom.
Ben chiede di dipingere la staccionata.
Ben promette la mela a Tom.
Tom passa il pennello a Ben.
Trova le informazioni implicite e le inferenze.
“Tom consegnò il pennello, con riluttanza sulla faccia, ma velocità nel cuore”.
Significa che Tom: non è convinto che Ben lavorerà bene. teme che Ben cambi idea. non vuole mostrare di essere riuscito a imbrogliare Ben.
Come Tom riesce a convincere Ben a sostituirlo?
Gli promette un regalo.
Gli fa credere che imbiancare sia molto piacevole.
Gli dice che la zia vuole che il lavoro sia fatto con molta cura.
Così va il mondo
Un giorno, in un villaggio lungo il fiume, un padre si avvicinò a suo figlio e gli disse:
– Figlio mio, lo sai com’è fatto il mondo?
Il ragazzo disse: – Spiegamelo tu, padre.
E l’uomo: – Farò più che spiegartelo, te lo farò vedere: io, tu e l’asino ce ne andremo in giro finché non avrai davvero capito com’è fatto il mondo. Così si incamminarono verso il villaggio più vicino.
– Ma guarda – disse un vecchio, – quei due hanno un bell’asino robusto e se ne vanno a piedi: è incredibile!
– Quel vecchio aveva proprio ragione, papà. In fondo gli asini sono fatti per trasportare dei pesi, no?
Il padre sorrise e montò in groppa all’animale, mentre il ragazzo continuava a camminare accanto a lui finché raggiunsero un altro villaggio.
– Che vecchio perfido! – disse un ragazzo. – Lui sull’asino e il ragazzino a piedi! Perché non gli fa un po’ di posto accanto a lui? Quella bestia è così robusta che potrebbe portare tre persone.
– Quel ragazzo aveva proprio ragione, vero, papà?
Così padre e figlio proseguirono tutti e due sull’asino finché arrivarono al terzo villaggio.
– Povero asinello! – disse una ragazza. – Così piccolo e delicato, deve portare due uomini in groppa. Quel vecchio dev’essere terribilmente avaro: avrebbe dovuto prendere un asino per sé e uno per il ragazzo. Ma visto che ce n’è uno solo, dovrebbe cavalcarlo il ragazzino, che sicuramente è più leggero.
– Quella ragazza aveva proprio ragione, vero, papà?
Il padre scese dall’asino e proseguì a piedi fino al quarto villaggio. Qui incontrarono una vecchia che cominciò a strillare:
– Che scandalo! Non avrei mai creduto di vedere una cosa simile! Quel ragazzino non ha il minimo rispetto per la vecchiaia: guarda come se ne sta in groppa all’asino, mentre il suo povero padre va a piedi! Ai miei tempi queste cose non succedevano!
Anche quella vecchina aveva ragione, vero, papà?
A quel punto padre e figlio si guardarono e scoppiarono a ridere, poi si fermarono e si sedettero sul ciglio della strada.




– Così va il mondo – disse il padre. – Tutti hanno ragione e tutti hanno torto.
E tornarono tutti e due al loro villaggio lungo il fiume, camminando accanto all’asino.
– Fine della storia. Gioia, ti è piaciuta? Hai capito che cosa vuol dire?
– Sì, vuol dire che tutti credono di avere ragione, ma nessuno ha ragione. Cioè, un po’ ce l’hanno tutti, ma un po’ no.
C Omprensione C
Riconosci la struttura del testo.
I colori diversi ti fanno capire che: un padre sta raccontando una storia alla figlia. la storia parla di un padre e di un figlio. padre e figlio hanno opinioni diverse.

Sottolinea in l’idea principale
Trova le informazioni esplicite
Chi critica ognuna di queste situazioni?