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VERIFICA Achille e Patroclo
Achille era un bambino strano. Forte e coraggioso, violento. Achille aveva un amico, Patroclo, che era più fragile di lui: più piccolo di statura, magrolino, delicato. Forse erano amici proprio per questo, perché così Patroclo aveva sempre qualcuno a proteggerlo, e Achille si sentiva più grande e forte dovendosi occupare di un cosino così debole. A volte, non è necessario essere uguali, essere alla pari, per essere amici.
Siccome gli adulti ci tenevano molto ad allevare bambini (maschi) che diventassero soldati forti e valorosi, Achille e Patroclo ebbero in regalo corazza, elmi, scudi, spade, gambali in miniatura. Così vestiti sembravano degli eroi rimpiccioliti.
I grandi sorridevano guardandoli, anche se non c’è niente da ridere davanti all’idea di una guerra, anche quando è una guerra per finta. Loro, del resto, ce la mettevano tutta a combattere per davvero, anche se le spade erano di legno.
Dei due, quello che faceva più paura era Achille, naturalmente.
Ma ogni tanto, per ridere, lui e Patroclo si scambiavano le corazze, gli elmi e gli scudi, e gli altri bambini ci cascavano.
I bulli sfidavano Achille e combattevano con Patroclo e a volte perdevano lo stesso, perché l’immaginazione conta molto, e loro erano convinti di affrontare il piccolo guerriero più forte di tutti; oppure sfidavano Patroclo certi di batterlo, lo sceglievano come avversario proprio per questo, e invece si ritrovavano sconfitti e ammaccati senza nemmeno aver capito perché.
Achille e Patroclo non si rivelavano mai, non si toglievano gli elmi alla fine delle sfide, e se ne andavano ridendo di quei compagni imbrogliati.
Non è che poi passassero tutto il tempo a combattere: andavano in palestra a correre, saltare e fare ginnastica, ascoltavano le storie degli dèi che la sera un cantastorie cieco narrava loro vicino al focolare, e la mattina avevano un maestro che insegnava loro a scrivere sulle tavolette di cera e a leggere poesie e leggende sulle pergamene.