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E da quel giorno la vita cambiò

Un giorno di novembre del 1938, il signor Edgardo aprì il “Corriere della Sera” e sedette affranto sul divano di casa.

– Stai bene, papà? – chiese Eva Maria, che stava uscendo a far compere, infagottata come se andasse al Polo. – Hai una faccia!

– Guarda qui, in prima pagina. Sono state emanate le leggi per la difesa della razza – disse lui con voce cupa.

– E adesso?

– Se la prenderanno con noi ebrei. Ecco che cosa sta per succedere. La sua voce era così desolata che la ragazza non osò più chiedergli nulla. Ma presto fu tutto chiaro.

Eva Maria e suo fratello Enzo non potevano più andare al cinema, a teatro, al ristorante. Così, da un giorno all’altro. E neanche frequentare club sportivi, sale da ballo o altri luoghi di divertimento pubblico.

Questo significava non trovarsi più con gli amici.

Ma c’erano cose ben più gravi nel futuro dei due ragazzi. Per esempio, non potevano più andare a scuola. E c’era un’assurda lista di lavori che non potevano più svolgere, come fare il medico, il ferroviere, l’avvocato, l’insegnante, l’impiegato statale, l’allenatore sportivo, il musicista… questo significava, per Eva Maria, l’addio alla carriera di violinista. I vecchi amici di famiglia, un po’ alla volta, si allontanavano.

Facevano finta di non sapere quel che stava succedendo. Oppure si convincevano che non era qualcosa che li riguardasse.

– Sai che cosa pensano? – commentò una volta il fratello. – Pensano: per fortuna non sono ebreo. Per fortuna non tocca a me.

La situazione diventava giorno per giorno più incerta e confusa.

I signori Levy decisero di parlare apertamente con i figli.

– Ragazzi – cominciò il padre, – l’odio contro noi ebrei si sta diffondendo a macchia d’olio, ormai.

E Mussolini non fa altro che gettare benzina sul fuoco, ogni giorno che passa. Lo vedete bene anche voi: sui giornali, nei comunicati affissi ai muri. Temo che, prima o poi, dovremo andarcene via, all’estero.

– Io non capisco – si agitò Enzo. – Che cosa gli abbiamo fatto?

È inutile cercare un senso, non lo troveresti –sospirò sua madre.

Poi, un caldo giorno di giugno, il signor Edgardo rientrò a casa con la notizia che l’Italia entrava in guerra e che Mussolini si era alleato con Adolf Hitler, contro Francia e Inghilterra.

Da quel momento la famiglia Levy cominciò ad ascoltare una radio che captava le notizie dall’estero, anche se era severamente proibito dalla legge. Era l’unico modo per sapere la verità su quello spaventoso conflitto mondiale, per capire quanto fosse grande il pericolo.

A Nalisi A

RICONOSCI alcuni aspetti caratteristici del racconto storico.

In quale anno inizia la vicenda?

Il luogo in cui è ambientato il racconto è: l’Italia.

la Francia.

l’Inghilterra.

L’avvenimento storico a cui fa riferimento il racconto è: la causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

la promulgazione delle leggi razziali.

I personaggi storici citati sono e

I protagonisti sono personaggi: reali. realistici.

A Nalisi A

RICONOSCI alcuni aspetti caratteristici del racconto storico

Questo testo è: un documento storico. un racconto ambientato in un’epoca storica. Qual è il fatto storico che fa da sfondo al racconto?

In quale epoca storica è ambientato questo racconto?

Segna in la parte mitologica e in la parte realmente storica.

Mino Milani, Miti e leggende di Roma antica, Einaudi Ragazzi

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