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Ramtha alle terme

Per entrare nel santuario delle terme bisognava acquistare almeno un ex voto in terracotta che rappresentasse la parte del corpo che aveva bisogno di cure. Così, Petnei il medico comprò una testina di ragazzo, perché suo figlio Ramtha soffriva di mal di testa ricorrenti. Padre e figlio entrarono e appesero a una parete del tempio la testina votiva.

Quindi Ramtha entrò nella vasca con prudenza. Sapeva che l’acqua di quella piscina era calda, ma non sapeva ancora quanto.

Suo padre rise quando vide che ritirava subito indietro il piede che aveva appena toccato l’acqua.

– Scotta! – strillò il bambino, meravigliato.

– Una volta che ci sarai entrato dentro, il tuo corpo si abituerà e l’acqua non ti sembrerà più così calda – gli spiegò suo padre.

Ramtha aveva qualche dubbio, ma del resto suo padre era un medico molto bravo, che aveva curato perfino il lucumone di Tarquinia. Di certo sapeva quello che diceva.

Il bambino superò quindi la paura del primo contatto con quell’acqua così calda e vi entrò dentro fino al collo.

Dopo un primo lungo brivido, la curiosa sensazione di essere immerso in una pentola bollente passò e gli restò solo il piacere di sguazzare nell’acqua calda. – È fantastico! – esclamò il bambino. – Ma chi scalda quest’acqua, padre?

– Nessuno – gli rispose Petnei il medico, – quest’acqua esce così calda dalla terra.

Ramtha spalancò gli occhi incuriosito: – Ma com’è possibile? – È stato Ercole – gli spiegò il padre. – Per far vedere quanto fosse forte piantò un’asta di ferro nel terreno e lì sgorgò subito una sorgente di acqua calda.

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