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Ricordo che da piccola…

Quando ero piccola, fino a sette anni, mia mamma mi costringeva a tagliarmi i capelli cortissimi e finiva che, qualche volta, un signore anziano che ci vedeva poco o un negoziante troppo indaffarato mi scambiasse per un maschio.

Allora gridavo, pestavo i piedi e scappavo. Soprattutto in estate, quando passavamo le vacanze in Liguria e la nostra casa era vicina a un boschetto. Mi arrampicavo su per il sentiero, scavalcavo i terrazzamenti dove crescevano gli ulivi e tiravo le pietre contro le rocce. Quando mi passava la rabbia, tornavo e cercavo la compagnia degli amici.

Ma se avevo ancora il muso lungo, finiva che litigavo anche con loro: mi mettevo in un angolo e giocavo per conto mio. È così che ho cominciato a parlare da sola, a raccontarmi un sacco di storie e di segreti che conoscevo solo io. Anche tante bugie: che ero una principessa rapita ancora in culla o una famosissima cantante che cantava a piedi nudi. Tutte le storie, in fondo, sono bugie belle e buone. E io ne raccontavo talmente tante che non mi sentivo mai sola. Parlavo a voce alta, gesticolavo, mi sorridevo allo specchio. Credo di essere cresciuta inventando una storia diversa ogni giorno.

Adesso che le storie le posso scrivere e soprattutto le posso raccontare, sono sempre meno arrabbiata. Mi taglio e mi faccio crescere i capelli come mi pare, sorrido e rido con grande allegrezza.

C Omprensione C

Trova la relazione tra le parti del testo. Per ogni azione della protagonista, scrivi la causa o la conseguenza.

Causa

Le tagliavano i capelli. La scambiavano per un maschio.

Conseguenza

Giocava per conto suo.

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