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Il buio che aveva paura del bambino
C’era un bambino che aveva paura del buio. Una paura matta. Ogni sera, quando il buio calava dal cielo e veniva a insinuarsi nella sua cameretta, si sentiva stringere il cuore. Per difendersi dal buio, il bambino aveva un’arma sola: una candela bianca e sottile, che teneva sul comodino accanto al letto. Quando, però, la accendeva con un fiammifero, il buio incominciava a tremare, sulle pareti e sul soffitto, e se è vero che diventava un po’ meno buio, è anche vero che faceva ancora più paura.
Il fatto è che il buio, quel buio che tutte le sere scendeva nella sua cameretta, aveva paura del bambino. Una paura matta. “Aiuto!” pensava tra sé, ogni volta che il sole tramontava e si avvicinava la sera. “Ora mi toccherà andare da quel bambino e lui accenderà quella dannata candela, che mi fa pure un solletico insopportabile, e io mi metterò a tremare di paura, e tremerò per tutta la notte!”.
Insomma, il bambino aveva paura del buio, il buio aveva paura del bambino, e tutti e due tremavano di paura per la notte.
Ogni notte che passava, però, il bambino si faceva un po’ più grande, e la candela si faceva un po’ più piccola. Quando infine si consumò del tutto, il bambino si accorse di non averne più bisogno, perché il buio, ormai, non gli faceva più paura.
E fu così che anche il buio si liberò di ogni paura e di ogni tremore: da quella notte entra ogni notte con calma nella cameretta del bambino e dorme beato intorno a lui.
C Omprensione C
Sottolinea nel testo le risposte, per trovare le informazioni esplicite.
Quando il bambino supera la paura del buio?
Che cosa fa il buio quando supera la sua paura?
Life Skills
In questo racconto fantastico il bambino accende una candela per farsi coraggio.
Questa, però, nella realtà è una situazione di pericolo. Evita sempre le situazioni pericolose.
Trova l’inferenza.
Il bambino supera la paura del buio perché: diventa grande.
la candela si consuma. scopre che anche il buio ha paura.
Odio il martedì e il venerdì!
Nasti aveva paura di tutto. Non solo dei cani grandi o piccoli, ma anche delle cantine e delle soffitte, paura di restare sola in casa e dei rumori sconosciuti.
Quando di sera se ne stava al buio in camera sua moriva di terrore ogni volta che un’auto sfrecciava per strada disegnando una striscia di luce sul soffitto. Quando era in bagno s’immaginava di vedere uscire dal water una schifosa mano bagnata e appiccicosa che la afferrava. Ma quello che l’angosciava di più erano le sere in cui i suoi genitori uscivano. Prima veniva la baby-sitter. Ma costava un mucchio di soldi e, dopo le vacanze estive, i genitori avevano detto che ormai era grande abbastanza per restare a casa da sola.
– Solo per un paio d’ore! – aveva detto la mamma. Erano state due ore d’incubo per Nasti! Si era sdraiata sul letto, terrorizzata dalla luce delle auto e dal pavimento che scricchiolava. Aveva bisogno di andare al bagno ma non osava muoversi. Aveva fame, ma non si fidava ad andare in cucina. Poi è suonato il telefono e a ogni squillo le veniva un colpo. Per niente al mondo sarebbe saltata giù dal letto per andare a rispondere!
– E allora, tesoro? Com’è andata? Hai avuto paura? – le avevano chiesto i genitori di ritorno esattamente dopo due ore e quattro minuti.
– Neanche un po’! – aveva risposto Nasti facendo finta di aver trascorso due splendide ore tranquille.
Da quella sera i genitori di Nasti decisero di uscire due sere alla settimana. Di solito al martedì e al venerdì.
E Nasti cominciò a odiare i martedì e i venerdì.
C Omprensione C
Trova il significato del testo.
L’autrice usa l’espressione “due ore e quattro minuti” per far capire che: i genitori erano in ritardo.
Nasti aveva controllato l’orologio con ansia.
Nasti era preoccupata che fosse successo qualcosa ai genitori.
I genitori decidono di uscire due sere alla settimana perché: la baby-sitter costava troppo.
sapevano che Nasti non aveva avuto paura. pensavano che Nasti non avesse avuto paura.