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Un petalo di forsizia per Giulia

Uno degli appartamenti del quinto piano era rimasto sfitto per mesi. Poi, una mattina, erano arrivati gli addetti di una ditta di traslochi e una nuova famiglia aveva preso possesso dell’alloggio.

Il giorno dopo, il passero Serafino vide uscire sul balcone una bambina che si muoveva su una sedia a rotelle.

Volò subito da lei.

– Che bel benvenuto! – esclamò la bambina. – Ciao. Io mi chiamo Giulia e ho dieci anni.

– Perché sei seduta su questa sedia con le ruote?

– Perché non posso camminare.

– Dove abitavi prima?

– Nella frazione di Betlemme. Mio padre però ha trovato lavoro in città e questo alloggio è più comodo per tutti. Tu dove hai il tuo nido?

– Su quell’albero laggiù.

– Com’è bella la pianta di forsizia che sta vicino all’albero. Posso chiederti un favore?

– Che cosa vuoi?

– Mi porteresti uno dei suoi fiori gialli? Se non riesci a staccarne uno intero, mi basterebbe anche un solo petalo. Serafino non se lo fece ripetere. Quando fu sulla pianta, capì che non ce l’avrebbe fatta a cogliere un fiore intero. Allora afferrò delicatamente un petalo con il becco e tirò piano piano, fino a staccarlo.

Quindi volò dalla bambina.

– Grazie, sei stato molto gentile. Me ne servirò come segnalibro. Io leggo tanto. Però mi piace anche scrivere.

Soprattutto poesie, come questa:

Io cammino con i miei pensieri, galoppo con i sogni, volo con i miei desideri.

Mi permetti di toccarti?

Serafino le saltò in grembo e Giulia cominciò ad accarezzargli le penne e le piume.

– Come sono morbide – disse, – e che meraviglia poter volare. Com’è il mondo visto dall’alto? Ordinato? Caotico?

Serafino non seppe che cosa rispondere.

– Tu puoi fare dei voli brevi, lo so. Quando ero in campagna, osservavo spesso i passeri e i loro guizzi. Voglio farti un’altra domanda. Sei già stato papà?

Hai avuto dei piccoli?

– Ancora no.

– Mi piace parlare con te. A scuola chiacchiero soprattutto con Iris: è la mia amica del cuore e la mia confidente migliore.

– Come vai a scuola?

– Viene a prendermi un pulmino. Lo faceva già prima. Perciò continuerò a frequentare la stessa scuola. Qualche volta Iris e io ci incontriamo anche al parco Mauriziano. Lo conosci?

– Sì.

– Allora possiamo vederci lì, qualche volta. Così ti faccio conoscere la mia amica. Ci andiamo per lo più il martedì e il giovedì pomeriggio, se il tempo è bello. Ti annoio a parlarti sempre di me?

– No. Ma adesso devo andare. Ho la pancia vuota e devo cercare da mangiare.

Mind Fulness

Di fronte a persone diversamente abili, qualcuno non sa quale atteggiamento assumere.

Pensa al passero Serafino e, come lui, mantieni un atteggiamento tranquillo e di normale collaborazione.

L Essico L

Recriminare vuol dire: accusare qualcuno. dire una bugia. esprimere una lamentela.

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