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Il racconto di Charlotte
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Dopo una settimana, sapevamo ancora ben poco sulla nostra nuova prof. Si faceva chiamare signorina Charlotte e veniva da un lontano villaggio nel nord del Québec. Questo, almeno, era quello che raccontava lei. Mario, però, sosteneva fossero tutte fandonie. Per lui la nuova prof era una spia. Quello che vivevamo in classe con la signorina Charlotte somigliava ben poco a ciò che si faceva di solito a scuola. E in materia di scuola, potevo dire di aver accumulato una certa esperienza. Mio padre e io avevamo cambiato città un sacco di volte. Di scuole, quindi, ne avevo frequentate
La signorina Charlotte doveva sicuramente avere delle capacità straordinarie o dei poteri misteriosi, ma nessuno
Dopo un lungo silenzio, in classe, la signorina Charlotte ha
Ed è stato molto più bello di qualunque cosa ci fossimo immaginati. Non avrei mai pensato che delle semplici parole
All’inizio, ci ha raccontato una storia di terrore. Per qualche minuto, la nostra aula è scomparsa.
Ci aggiravamo in un cimitero buio, popolato da morti viventi. Era una notte molto fredda, di temporale. I rami degli alberi, ricoperti di ghiaccio, oscillavano, tintinnando come le ossa di uno scheletro. Un fetore ripugnante aleggiava nell’aria. Erano i morti viventi che ci spiavano, acquattati nell’ombra. All’improvviso, una creatura diabolica ha fatto un balzo, atterrando a pochi metri da noi. Qualcuno ha gridato. Era un uomo-lupo che ci scrutava, anzi, ci divorava con gli occhi. Le terribili zanne scintillavano nella notte troppo scura.
Quando la prima storia è terminata, tremavamo dalla testa ai piedi. Erano lunghi brividi di paura.
Allora, la signorina Charlotte ha cambiato scena e ci ha portato in Oriente a “camminare” sotto il sole accecante del deserto. Sentivo i talloni battere sui fianchi del mio cammello, mentre lui avanzava verso l’infinito, con le grandi zampe che affondavano nella sabbia e sollevavano nuvole di polvere spazzate via da formidabili folate di vento.
Anche dopo che la signorina Charlotte ebbe finito di parlare, continuavo a sentire i granelli di sabbia fra le dita. A partire da quel pomeriggio, ogni singolo giorno la signorina Charlotte ci ha fatto ridere, piangere, gridare, viaggiare. Non sapevamo da dove venissero i suoi racconti. Quando ci ha portato in alto mare per ascoltare i canti delle balene, mi sono detta che anch’io avrei desiderato saper disegnare, con le parole, le onde nella testa della gente. E il giorno in cui i pirati hanno attaccato il nostro galeone, Mario mi ha confessato di aver sentito la fredda lama di una sciabola contro la guancia.
Mind Fulness
Gli alunni e le alunne della signorina Charlotte, attraverso i racconti, sono stati trasportarti in mondi diversi e hanno addirittura provato sensazioni differenti. Rilassati e vivi anche tu la lettura come un piacere che ti porta in situazioni e mondi diversi.
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Anne Fine, Sbagli sempre, Gatto Killer!, Edizioni Sonda